Nell'era in cui i social network fanno praticamente da padrone, si comincia ad abusarne anche in settori dove non dovrebbero nemmeno entrare, come quello della "sicurezza". Sempre più spesso, infatti, si forniscono troppe informazioni sui profili personali, non soltanto limitate a fotografie, ma riguardanti anche descrizioni sulla posizione geografica dove si presta servizio, l'Amministrazione alla quale si appartiene e tanto altro.
A ciò si aggiungono informazioni personali sul proprio stato, se si è sposati o meno, single o fidanzanti, se si hanno figli, la propria anzianità, informazioni sui propri parenti...
Insomma una vera e propria banca dati alla quale TUTTI posso accedere ed acquisire informazioni per qualunque scopo. Tralasciando le impostazioni sulla privacy che si possono impostare per limitare l'accesso a persone sconosciute, non c'è mai da fidarsi, perchè quando una notizia viene pubblicata in rete non si è mai sicuri al 100% che non sia visibile ad altri.
Per questo motivo l'Arma si è trovata costretta ad intervenire per limitare l'orientamento "troppo social" assunto da parte di alcuni militari. Con apposita circolare, infatti, è stato fatto divieto di utilizzare simboli ed emblemi dell'Arma (compreso uniformi), di pubblicare foto inerenti il servizio al fine di tutelare, tra l'altro, la sicurezza dei militari interessati.
Come non darle ragione, se pensiamo che tutti gli operatori di polizia rappresentano sempre un obiettivo per qualcuno, per qualsiasi scopo. Perchè rendersi palesemente visibili agli occhi di qualcuno che altro non vuole che trovare un capro espiatorio per colpire lo Stato? Perchè mettersi così a rischio quando magari si ha tanto da perdere (perchè si ha una bella famiglia, dei figli...)?
L'uniforme non è stata ideata per essere indossata e farsi le fotografie da pubblicare su internet...non credo proprio, e non credo che i caduti di ogni tempo l'abbiano indossata per tale ragione...
A dare ragione a questa linea adottata dall'Arma è intervenuta anche una sentenza del TAR del Friuli Venezia Giulia, con la quale si respinge un ricorso presentato da un militare, il quale è stato sanzionato disciplinarmente per aver postato delle foto relative all'accampamento dei militari nella zona Expo (che in quel caso si allagò a causa del mal tempo).
Molti si sono risentiti di questa decisione del TAR, ritenendola eccessiva, difendendo il militare che aveva il sacrosanto diritto di far sapere al mondo in che condizioni svolgevano il loro servizio.
Io sinceramente non so cosa pensare ascoltando queste parole...
La mia conclusione la si può ricavare da quanto ho appena scritto.
Voi invece? Cosa pensate su questo tema? Comparto sicurezza e social network sono in qualche modo compatibili?
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