Originariamente Scritto da
arat
Non è proprio così. Non era una libera scelta. Per quanto riguarda i CC, i VVF, la PS e la GdF, l'aliquota di personale CFS che vi transitava era definita dal D.Lgs, e i relativi nominativi venivano scelti dal Capo del Corpo Forestale. Chi non voleva accettare la destinazione preordinata, doveva optare per la mobilità in altra amministrazione dello Stato, e l'elenco delle amministrazioni disponibili (circa 600 sedi per 7500 operatori del CFS) era pubblicato e disponibile in base al ruolo. Esempio fantasioso ma realistico. Nel Lazio ci sono 5 Ufficiali, 10 Ispettori, 10 sovr, 5 assistenti capo, 5 assist. e così via. I posti in mobilità disponibili nel Lazio erano 1 per Ufficiale 2 per Ispettoro 1 per agente, niente per assistente capo e così via. Ovviamente è un esempio per rendere l'idea di come ha funzionato la possibilità di scegliere. Inoltre, qualora nella mia domanda di mobilità non avessi chiesto espressamente, qualora la mia istanza non fosse stata accolta, di ritornare all'amministrazione di prima destinazione, in quel caso sarei stato sbalzato nel baratro della mobilità che dopo due anni di mancata collocazione comporta il licenziamento definitivo. A me, quindi, non mi è sembrata una scelta. Questo mio ragionamento non è assolutamente un attacco all'Arma ma vuole solo rendere più chiaro come i Forestali siano stati messi democraticamente nelle condizioni di scegliere il proprio futuro.
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