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Discussione: Il suicidio tra gli appartenenti delle FF.AA. e FF.OO.: un fenomeno in crescita.

  1. #211
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    https://www.anfos.it/sicurezza/stress-lavoro-correlato/

    Cominciamo dal leggerci la normativa cosa prescrive e ricordiamoci che gli operatori di poliZia sono tra le categorie più a rischio di stress lavoro correlato, bornout ecc
    vediamo quanti di noi hanno la possibilità di usufruire dei servizi di prevenzione e supporto previsti dalla legge.
    chiediamoci poi quanti di noi lavorano in uffici adeguati (iluminazione, igiene, temperature ecc)

    Dico ciò non per eludere la tua domanda, bensì per risondervi il più seriamente possibile.
    quindi, premesso che difronte ai casi di suicidi per ESCLUSIVI motivi personali poco può fare l'ambiente di lavoro.

    Per tutti i restanti casi in cui l'ambiente di lavoro, ovvero il luogo dove si trascorrono dalle 6 alle 12 ore al giorno, influisce sullo stato psicofisico di ognuno di noi, non pensi sia opportuno fare tutto il necessario per far si che le situazioni di stress estremo (perché una dose di stress ds bene ) e burnout siano il più possibile prevenute o, laddove verificatesi, opportunamente affrontate?
    quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare,vi è un prezzo da pagare,ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare

  2. #212
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    P.s.
    psicologo o psichiatra, perdonami ma cambia tanto.
    perché la legge impone la figura del primo e non del secondo e tale figura, se messa in condizione di fare il proprio lavoro, può fare in modo di prevenire le situazioni di rischio, migliorare le performance lavorative e supportare i lavoratori in difficoltà.
    Siamo anni luce indietro. Questa è la realtà.
    quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare,vi è un prezzo da pagare,ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare

  3. #213
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    Citazione Originariamente Scritto da fatality Visualizza Messaggio
    https://www.anfos.it/sicurezza/stress-lavoro-correlato/

    Cominciamo dal leggerci la normativa cosa prescrive e ricordiamoci che gli operatori di poliZia sono tra le categorie più a rischio di stress lavoro correlato, bornout ecc
    vediamo quanti di noi hanno la possibilità di usufruire dei servizi di prevenzione e supporto previsti dalla legge.
    chiediamoci poi quanti di noi lavorano in uffici adeguati (iluminazione, igiene, temperature ecc)

    Dico ciò non per eludere la tua domanda, bensì per risondervi il più seriamente possibile.
    quindi, premesso che difronte ai casi di suicidi per ESCLUSIVI motivi personali poco può fare l'ambiente di lavoro.

    Per tutti i restanti casi in cui l'ambiente di lavoro, ovvero il luogo dove si trascorrono dalle 6 alle 12 ore al giorno, influisce sullo stato psicofisico di ognuno di noi, non pensi sia opportuno fare tutto il necessario per far si che le situazioni di stress estremo (perché una dose di stress ds bene ) e burnout siano il più possibile prevenute o, laddove verificatesi, opportunamente affrontate?
    Quello che dici è sacrosanto, ma spesso chi compie tali gesti estremi, non si è mai lamentato prima delle sue condizioni lavorative e nessun collega ha mai lasciato dubitare in tal senso. Lo stress maggiore deriva da situazione di carattere privato. Il lavoro, spesso, può essere terapeutico perchè distoglie l'attenzione dai problemi personali, ma il nostro caso è diverso...è naturale che si generi stress anche sul lavoro, ma questo di per sè non è dannoso...è dannoso il fatto che si ha sempre la disponibilità di un'arma. E basta un momento di debolezza per farla finita...e di sicuro chi lo fa non lo fa per problemi legati allo stress lavorativo.

    Citazione Originariamente Scritto da fatality Visualizza Messaggio
    P.s.
    psicologo o psichiatra, perdonami ma cambia tanto.
    perché la legge impone la figura del primo e non del secondo e tale figura, se messa in condizione di fare il proprio lavoro, può fare in modo di prevenire le situazioni di rischio, migliorare le performance lavorative e supportare i lavoratori in difficoltà.
    Siamo anni luce indietro. Questa è la realtà.
    Al di là del discorso psicologo/psichiatra e di quale figura sia più appropriata, a me interessa sottolineare che è necessario far emergere questi problemi. Dato che (come ho detto precedentemente) è improbabile aspettarsi che chi è affetto da un qualche disagio venga a comunicartelo di propria iniziativa, allora divengono necessari dei controlli periodici. Ora, che sia uno psicologo che possa segnalare una situazione di disagio affinché sia analizzata in altre sedi, o sia direttamente uno psichiatra poco importa. L'importante, a mio parare, è che venga prevista una forma di controllo che porti all'emersione di eventuali disagi, affinché si possano adottare le misure più appropriate prevenendo, quindi, disastrosi epiloghi.
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  4. #214
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    esatto.
    e la normativa vigente, insieme a tanto altro che forse un pò sottovaluti (salubrità degli ambienti di lavoro, illuminazione, igiene, prevenzione e gestione dello stress lavoro correlato ecc.) dice proprio questo che stai affermando tu, ovvero controlli periodici volti a prevenire ed eventualmente affrontare le problematiche o i disagi che emergono.

    sul discorso stress "normale", vero è che una soglia fisioligica di stress può addirittura risultare positiva, infatti quello che va prevenuto e contrastato è lo stress inutile (dovuto anche alla salubrità degli ambienti di lavoro ed alle condizioni dello stesso, inteso nella più ampia accezione del termine) e dannoso, che, è acclarato da studi e messo nero su bianco in bibliografia in tema e norme di legge, influisce come concausa, ma anche esserne la sola causa, su eventi tragici finanche estremi.
    quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare,vi è un prezzo da pagare,ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare

  5. #215
    bartok
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    AlexanderAvi,
    perciò è fondamentale prevenire. E come lo si fa? Uno dei modi è proprio questo, controllando periodicamente il personale e notando le variazioni di umore che possono essere intercorse nel frattempo e per qualsiasi motivo. E' un sommerso che va portato a galla.
    penso che le cose vadano sempre pensate sul lato pratico. Immaginiamo che si facciano i colloqui come dici tu. A parte il fatto che già esiste qualcosa del genere: il controllo medico periodico, che non prevede "psicologi", ma il medico. Comunque, supponiamo pure che ci sia anche un controllo periodico con uno psicologo. Bene: a meno che questo non veda una crisi di nervi, su che basi dovrebbe prendere provvedimenti tali da giustificare una convalescenza o un'assegnazione temporanea a lavori interni? Tra l'altro, così facendo, lo psicologo diventerebbe il vero comandante della caserma, perché in base al suo totale arbitrio, potrebbe estromettere chiunque... compreso il Comandante! Tu dici che uno può agire poi per "vie legali", ma hai idea del casino che si creerebbe, paradossalmente aumentando lo stress di tutti?

    Vedi, quel "sommerso" non può essere portato a galla, perché NON VUOLE essere portato a galla! Purtroppo la cosa è semplice ed irrisolvibile: chi si vuole suicidare, lo fa e basta. Non dice niente a nessuno e la fa finita: può benissimo andare davanti allo psicologo, in un colloquio come quello di cui parli, ed essere la persona più spiritosa e simpatica del mondo. Al contrario, una persona che ci tiene a vivere, può sentirsi agitato dal fatto che "va dallo psicologo" che potrebbe in qualche modo "metterlo sotto osservazione" e andare in ansia proprio per questo timore!

    Invece, chi vuole chiedere aiuto, o fa finta di suicidarsi... o chiede aiuto.

    Per cui, a parte il cercare di creare un buon ambiente di lavoro e istituire una sorta di figura "amica" a cui rivolgersi, come poteva essere anticamente il cappellano militare (che oggi è praticamente inutile e che potrebbe essere sostituito da uno psicologo, purché questo poi non diventi altrettanto inutile), sul lato pratico, non vedo grandi soluzioni. Molti suicidi sono dovuti, oltre che al carattere, anche alle condizioni al contorno. Ma su quelle c'è poco da fare, perché riguardano aspetti della società su cui non si può intervenire.

    Anzi: nel modo che dici, io ci vedo solo un'opportunità che tanti parac...i userebbero per approfittarsene. Adesso il furbetto manda il certificato medico e s'inventa delle scuse. Come dici tu, potrebbe addirittura inscenare la parte di quello che "vorrebbe lavorare", ma suo "malgrado" lo psicologo ha notato che è "stressato". Molti ne approfitterebbero. Questo, è pensare le cose sul lato pratico.

    Altra possibile strada, ma ripeto...non è facile di propria spontanea volontà andare da uno psicologo e raccontargli i propri problemi.
    esiste altro modo?

    fatality,
    E invece uffici di polizia ed alloggi di servizio non a norma sono lo standard.
    idem per il discorso della prevenzione dello stress lavoro correlato.
    [...]
    Cominciamo dal leggerci la normativa cosa prescrive e ricordiamoci che gli operatori di poliZia sono tra le categorie più a rischio di stress lavoro correlato, bornout ecc
    vediamo quanti di noi hanno la possibilità di usufruire dei servizi di prevenzione e supporto previsti dalla legge.
    chiediamoci poi quanti di noi lavorano in uffici adeguati (iluminazione, igiene, temperature ecc)
    Questo fa parte del creare una buona condizione di lavoro. Certo, vivere in un ambiente salubre e a norma aiuta a vivere bene. qualcosa fa. Ma non credo che uno si suicidi per questioni alloggiative.

    Infine, capisco bene che la natura umana sia quella di trovare una soluzione ad ogni problema. "C'è gente che si suicida?" "mettiamoci lo psicologo!". Spesso però la "soluzione", anziché risolvere, complica. La miserrima illusione di aver fatto qualcosa per risolvere, si paga poi cara con una burocrazia asfissiante, che poi non risolve nulla, perché in realtà bisognerebbe cambiare delle condizioni al contorno e che vanno ben oltre ciò che si può cambiare.
    Ultima modifica di bartok; 05-02-18 alle 19: 04

  6. #216
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    Bartok
    Secondo te perché è la penitenziaria l'ente che annovera più suicidi?
    quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare,vi è un prezzo da pagare,ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare

  7. #217
    bartok
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    Citazione Originariamente Scritto da fatality Visualizza Messaggio
    Bartok
    Secondo te perché è la penitenziaria l'ente che annovera più suicidi?
    Perché lavorano in luoghi pessimi, dove le persone vivono stipate in celle come in un carro bestiame e dove respirano tutta la negatività di quei luoghi. Io credo che questo influisca. Ma se vogliamo esser concreti, la soluzione sarebbe che lo Stato cacciasse i soldi e costruisse nuove carceri con criteri moderni e a misura d'uomo e non di pollo in batteria. O anche costruire alloggi da assegnare alla Polizia Penitenziaria in modo che il lavoratore, finché lavora in un certo posto, possa vivere nei pressi spostandovi a costo 0 la famiglia, in modo da non passare sul GRA (per esempio) tutte le ore che non passa a lavoro, eccetto quando dorme (e sempre che in famiglia non ci siano problemi, se no manco quello!). La soluzione non sta nell'istituire dei colloqui obbligatori con degli psicologi, dando loro addirittura dei poteri arbitrari. Nell'ipotesi migliore, sarebbe una cosa del tutto inutile, visto che la condizione al contorno, rimane comunque la stessa medesima. Insomma: oltre un certo limite, i problemi non si risolvono più a suon di chiacchiere.
    Ultima modifica di bartok; 05-02-18 alle 20: 32

  8. #218

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    Ci sono molte cose da dire, molti ragionamenti da fare. Avete detto tutti cose giustissime e di sicuro trovare il famoso bandolo della matassa è assolutamente impossibile.
    Voglio partire da una considerazione generale: oggi l'uomo si è indebolito. Migliaia possono essere i fattori, sta di fatto che è diventato più debole, più vulnerabile. Il malessere si può annidare in una storia sentimentale andata a rotoli, nella nostalgia di casa, in problemi economici, nella solitudine che deriva dalla nostra iperconnessione virtuale: vai nella bacheca di un suicida, vedi che ha 5482 "amici". Poi scopri che non usciva a bere una birra con un amico VERO da secoli....

    Questo indebolimento si scontra con un lavoro che certo non aiuta: FF.AA. e FF.P. sono quotidianamente a contatto con il MALE, con la feccia della società. Non siamo macchine, quindi inevitabilmente i miasmi di tutta questa putrefazione li assorbiamo. E non bastano tutti i filtri che mettiamo nella nostra maschera: qualcosa passa sempre. Ed è un qualcosa che, sommato a tanti altri qualcosa, fa danni.

    Con Cadutipolizia abbiamo fatto un censimento dei suicidi accertati a partire dal dopoguerra. Emerge un dato di fatto: il fenomeno esisteva anche cinquant'anni fa, solo che veniva soffocato sul nascere. Notizie non ne trapelavano, se non quando il fatto non era altrimenti gestibile. Numerosi i casi di omicidio/suicidio legati ad amori non corrisposti o finiti a causa di un regolamento arcaico che consentiva alla guardia di andare a puttane, ma non di farsi una famiglia se non a 28 anni, con almeno 8 anni di servizio e solo dopo avere raggiunto la qualifica di effettivo. Per calmierare il fenomeno, in molti casi il suicidio fu fatto passare per incidente con le armi, il famoso colpo "accidentale" di arma da fuoco, così da dare ai parenti la pensione di reversibilità.

    Oggi il fenomeno sta emergendo in tutta la sua virulenza perché le notizie viaggiano in tempo reale e non sono più "addomesticabili" come un tempo. Solo nel 2015 la Polizia di Stato ha avuto 14 suicidi accertati, dei quali almeno 5 avvenuti in 3 mesi, in una terribile spirale di emulazione. Otto furono nel 2012, sette nel 2013, sette nel 2014, nove nel 2017. Sono cifre scandalose; ma il vero scandalo è che il Ministero non sta facendo assolutamente nulla per affrontare il fenomeno in modo costruttivo, se non facendo qualche sterile conferenza in autoaggiornamento.

    Avevamo lanciato l'idea di stabilire convenzioni con studi di psicologi e psicoterapeuti "laici", esterni all'amministrazione e quindi non legati alle sue dinamiche perverse di sospensione dal servizio, che in molti casi aggiunge male a male: con il mutuo da pagare, chi è che si fa mettere in aspettativa?.... Partendo da qui, forse - e dico forse - il male oscuro potrebbe trovare una luce.
    Sovrintendente della Polizia di Stato
    Componente di Staff www.cadutipolizia.it
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  9. #219
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    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    fatality,
    Questo fa parte del creare una buona condizione di lavoro. Certo, vivere in un ambiente salubre e a norma aiuta a vivere bene. qualcosa fa. Ma non credo che uno si suicidi per questioni alloggiative.
    .
    faccio mio, perchè ci credo e ho avuto riscontri pratici in merito, un esempio "di scuola".
    se pensiamo ad ognuno di noi come un vaso che di volta in volta si riempie di acqua (eventi e/o sensazioni stressogene e/o comunque "negative") e che (fortunatamente) spesso si svuota (eventi e/o sensazioni "positive"), il fulcro della questione sta nel fare in modo che l'acqua non finisca fuori dal vaso (punto di non ritorno che può comportare dall'esaurimento nervoso ad una malattia e finanche a gesti estremi). e chiaramente, premesso che ognuno di noi ci mette del suo in un senso o nell'altro, il luogo di lavoro e le modalità con cui lo stesso viene svolto e spesso, per determinate professioni, "vissuto", (es. professioni sanitarie, forze dell'ordine ecc.) influisce in maniera più o meno significativa.
    quindi, riallacciandomi al discorso che facevo inizialmente quando ho iniziato a scrivere in questa discussione, il legislatore ha pensato di affrontare (seppur in ritardo e ancora in maniera alquanto approssimativa) la questione ed è (ehm diciamo sarebbe) obbligo per le aziende e gli enti pubblici attuare tali disposizioni.
    il che non vuol dire che ciò sarebbe la panacea di tutti i mali, però credo che tutto ciò che può aiutare a salvare una vita umana in primis, e, non dimentichiamolo, a migliorare le performance aziendali.
    quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare,vi è un prezzo da pagare,ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare

  10. #220
    bartok
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    Kojak,
    Avevamo lanciato l'idea di stabilire convenzioni con studi di psicologi e psicoterapeuti "laici", esterni all'amministrazione e quindi non legati alle sue dinamiche perverse di sospensione dal servizio, che in molti casi aggiunge male a male: con il mutuo da pagare, chi è che si fa mettere in aspettativa?.... Partendo da qui, forse - e dico forse - il male oscuro potrebbe trovare una luce.
    sono d'accordo. questa è l'unica cosa che si può fare, molto simile a quella che avevo suggerito.

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