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Visualizza Versione Completa : Ansia e stress - ho bisogno di un consiglio



robrob
10-03-17, 11: 58
Buongiorno ragazzi,
ho bisogno di un consiglio e non so sinceramente a chi rivolgermi.
Spero che possiate aiutarmi in maniera spassionata. Chi meglio di voi infatti può darmi qualche parola di conforto o indicazione?

Da tempo ormai soffro di ansia generalizzata e anticipatoria. Qualsiasi cosa io debba fare, anche una semplice telefonata, è per me motivo di stress e di difficoltà. Se devo affrontare un lavoro, una questione, la qualunque cosa iniziano a tremarmi le gambe, ho delle extrasistole, mi impaurisco e mi blocco anche fisicamente. Cioè faccio davvero fatica a muovermi, a camminare a fare quello che devo fare nel vero senso della parola. Riesco alla fine a fare tutto ma con infinite difficoltà. Da anni sono in terapia (in forma privata) e le ho provate davvero tutte, cambiando terapeuta, facendo agopuntura, effettuando dei corsi di meditazione ma non sono riuscito a risolvere il problema. E non ho mai preso psicofarmaci perché mi sono sempre rifiutato di farlo e poi anche perché credevo di farcela sinceramente da solo.
E’ però di questi ultimi periodi, in cui lo stress si è fatto più presente, che ho deciso di rivolgermi ad uno specialista per prendere qualcosa.

E’ parere dei terapeuti, di familiari e di qualche strettissimo amico, che per l’ 80-90% la fonte del mio malessere è a causa del mio lavoro nella penitenziaria. C’è sempre stata una base emotiva di fondo che sono perà sempre riuscito a gestire senza problemi (come accade con la maggior parte delle persone). Adesso la situazione è però diversa perché dopo 10 anni di incarico particolare, un incarico qualificato e con parecchie pressioni addosso (almeno è quello che sento io), penso davvero di essere arrivato alla frutta. Il continuo sbattersi nfatti per risolvere delle problematiche, la pressione delle scadenze, il fatto di avere molta responsabilità sulle proprie spalle, il fatto di essere qualificato e di essermi formato all’esterno dell’Amministrazione con soldi propri e di prendermi, tutto sommato, delle responsabilità non mie, oltre che essere trattato male dai miei dirigenti - perché il mio lavoro non solo non viene riconosciuto adeguatamente (solo qualche stupida lettera di ringraziamento, manco note di elogio) e sono davvero costretto a lottare per ogni cosa - mi ha causato nell’arco del tempo un bell’esaurimento nervoso che vivo davvero male in funzione proprio del fatto che mai avrei pensato di arrivare a questi livelli di malessere a causa del mio lavoro.

L'ultimo episodio è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso con extrasistole a iosa, problemi digestivi, insonnia e tutta una serie di problematiche che adesso vi evito di raccontare per non rovinarvi la giornata.

Ho deciso, vista la situazione, di cambiare mansione lavorativa perché davvero così è impossibile continuare (lo farò appena ce ne sarà l’occasione) ma adesso devo fare i conti con il mio stato di salute e "recuperarmi" un po'. Sarò costretto a rivolgermi ad uno psichiatra, che è l’unico a potermi dare una soluzione almeno a breve termine, da qui tutta una serie di dubbi e di domande che vorrei riassumervi qui sotto, sperando che possiate, da quel poco che ho scritto, darmi delle risposte sincere…

1) Secondo voi devo avvertire l’amministrazione sull’inizio di una terapia simile o posso bypassare questa informazione?
2) Se devo avvertire l’amministrazione di questa cosa, rischio di essere sospeso e di avere tolta la pistola? In fondo la mia non è depressione ma ansia. Non vedo del perché debbano eventualmente togliermi la pistola (anche se sinceramente non sento il bisogno di averla e consegnarla non sarebbe per me un problema).
3) Se devo avvertire l’amministrazione a questo punto non mi converrebbe andare in un polo pubblico invece che da un privato (risparmierei molti soldi)?
4) Cosa mi aspetterebbe dal punto di vista lavorativo intraprendendo questa strada? Insomma andrò incontro a noie di vario genere? Sospensione, licenziamento, passaggio a civile….
5) Secondo voi ci sono gli estremi per una causa di servizio? In tal caso come dovrei comportarmi?
6) E nel caso ci fossero gli estremi, rischio di essere congedato o posso continuare a rimanere nella pol pen?
7) Rispetto a quel pochissimo che vi ho detto, ci potrebbero infine essere, anche lontanamente, degli elementi di mobbing?

Spero possiate darmi delle risposte quanto prima perché davvero non so che pesci pigliare…

Kojak
10-03-17, 13: 18
@ROBROB
Come nuovo utente sei tenuto a presentarti nell'apposita sezione del forum. Trovi il link nella mia firma. Grazie.

robrob
10-03-17, 13: 46
Chiedo venia, non avevo visto. Fatto! Grazie a te per la segnalazione.

Kojak
10-03-17, 14: 13
1) Secondo voi devo avvertire l’amministrazione sull’inizio di una terapia simile o posso bypassare questa informazione?
2) Se devo avvertire l’amministrazione di questa cosa, rischio di essere sospeso e di avere tolta la pistola? In fondo la mia non è depressione ma ansia. Non vedo del perché debbano eventualmente togliermi la pistola (anche se sinceramente non sento il bisogno di averla e consegnarla non sarebbe per me un problema).
3) Se devo avvertire l’amministrazione a questo punto non mi converrebbe andare in un polo pubblico invece che da un privato (risparmierei molti soldi)?
4) Cosa mi aspetterebbe dal punto di vista lavorativo intraprendendo questa strada? Insomma andrò incontro a noie di vario genere? Sospensione, licenziamento, passaggio a civile….
5) Secondo voi ci sono gli estremi per una causa di servizio? In tal caso come dovrei comportarmi?
6) E nel caso ci fossero gli estremi, rischio di essere congedato o posso continuare a rimanere nella pol pen?
7) Rispetto a quel pochissimo che vi ho detto, ci potrebbero infine essere, anche lontanamente, degli elementi di mobbing?
Credo che nessuno con un minimo di raziocinio possa darti una risposta a queste domande che attengono a decisioni importantissime della tua vita professionale, risposte che solo tu potrai darti.
Sai meglio di me che un disturbo come quello da te descritto - opportunamente valutato nelle sedi medico-legali appropriate - potrebbe portarti anche a un collocamento in aspettativa e a periodiche convocazioni presso la CMO di appartenenza territoriale.
Sta unicamente a te valutare se curati o proseguire nello stato in cui sei. Certo, non credo che la tua situazione potrà essere tenuta ancora a lungo nascosta alla tua amministrazione. In bocca al lupo!

robrob
10-03-17, 15: 26
...

Kojak
10-03-17, 15: 32
Il confronto è sempre genuino e utile. Ma l'ambito in cui ci si muove è estremamente delicato e da parte di chi ne è fuori diventa impossibile tracciare una rotta.
Un buon inizio sarebbe quello di cominciare un serio percorso di psicoterapia, che dici di avere fatto pur attraverso cambi di professionista. Certo è che una situazione come quella che stai vivendo necessita di un rapido soccorso perché prima o poi qualcuno la noterà, oltre al fatto di renderti la vita professionale un inferno. E talvolta le "pacche sulla spalla" non sono più sufficienti.
Ma più di questo francamente non mi sento di dire.

robrob
10-03-17, 15: 38
Credo che nessuno con un minimo di raziocinio possa darti una risposta a queste domande che attengono a decisioni importantissime della tua vita professionale, risposte che solo tu potrai darti.
Grazie Kojak per le risposte. So che è difficile dare dei consigli, soprattutto quando si tratta di una materia particolare come questa, ma credo che non darli non aiuti a sua volta. In buona sostanza, lasciarmi "cuocere" nel mio brodo (perchè non dando consigli di fatto accade questo) non credo sia la migliore soluzione. Meglio allora una pacca sulle spalle che non dire nulla (meglio che niente almeno mi consolo).


Sai meglio di me che un disturbo come quello da te descritto - opportunamente valutato nelle sedi medico-legali appropriate - potrebbe portarti anche a un collocamento in aspettativa e a periodiche convocazioni presso la CMO di appartenenza territoriale.

Si lo so, ma poi non so come procederà. E la motivazione per cui ho espresso dei dubbi è proprio su questo. Cosa dovrei aspettarmi? E in particolare potrò continuare a fare quello che faccio o mi aspetta un passaggio nel ruolo civile o peggio il licenziamento? Non mi dici nulla invece per quanto riguarda la possibile causa di servizio e il mobbing...insomma, in fondo se chiedo consiglio è perchè non so proprio cosa fare.


Sta unicamente a te valutare se curati o proseguire nello stato in cui sei. Certo, non credo che la tua situazione potrà essere tenuta ancora a lungo nascosta alla tua amministrazione. In bocca al lupo!

E il problema è che non so che pesci pigliare e devo valutare molto bene la situazione. Intanto voglio stare bene e mi dovrò curare, nel frattempo però non voglio sistemare una cosa e rovinarne un'altra (il lavoro). A me di fare carriera non me ne frega nulla, vorrei però tenermi stretto un lavoro che comunque in buonissima parte mi ha causato tutto questo. ù
Almeno credo...quindi la decisione è vero che sta a me, ma devo capire tutte le strade e i bivi che mi si presenteranno davanti. Per questo chiedo. Di certo, non prenderò per oro colato chi, nell'eventualità, vorrebbe indicarmi delle strade o dei percorsi da fare. Si tratta sempre di consigli che puoi seguire o meno. Ma almeno hai una parvenza di idea su cosa poter fare o che passi muovere.
Magari però qualcun'altro in passato ha sofferto gli stessi problemi e avrà risolto pure e potrà dirmi come muovermi visto che per me è tutto nuovo.
Oppure potrebbe esserci qualcuno che, più esperto di me, sa come procedere e farmi sapere a cosa potrei andare in contro.

Credo in fin dei conti che il confronto, sia un momento di crescita per tutti, sia per chi si trova in difficoltà come lo sono al momento e sia per chi magari si fa avanti, anche solo per dirti "coraggio amico mio, passerà"...

Però capisco quello che mi dici e apprezzo il tuo sforzo nel consigliarmi. Un grazie sincero.

Charlie 2
10-03-17, 16: 58
Per poter istruire una causa di servizio ci sono due strade:
- marcare visita presso le strutture sanitarie dell'Amministrazione e, a seguito del provvedimento medico-legale, una volta rientrato in servizio al termine dei periodi di convalescenza, avanzare richiesta di riconoscimento alla CMO di appartenenza;
- avviare un percorso sanitario privatamente e, con una relazione del medico privato che descrive la patologia riscontrata, avanzare richiesta di riconoscimento alla CMO di appartenenza.

In ogni caso il "Comando" non sono della polpen per cui non so come come siete strutturati territorialmente, in ogni caso il suo dirigente dovrà inoltrare la domanda allegando una relazione con cui devono essere descritte le circostanze di servizio che potrebbero essere le cause della patologia da Lei subita.

A prescindere da quale sia la strada intrapresa per il riconoscimento della causa di servizio, la sua Amministrazione ne verrebbe a conoscenza ed in base al vostro regolamento procedere con delle misure "cautelari" nei suoi confronti e nei confronti dell'amministrazione - per esempio in Marina chi ha un provvedimento medico legale per anzia/stress, viene subito esentato dai servizi armati perché tali servizi sono incompatibili con questo genere di patologia.
Immagino che nella sua Amministrazione sia più o meno la stessa cosa visto che comunque gli ordinamenti che regolano questi aspetti sono simili e la normativa che regola le cause di servizio sono le stesse di quelle delle FF.AA. (anche perché la CMO è dell'Amministrazione Difesa).

In ogni modo l'iter conseguente ad aspetti sanitari non prevede assolutamente il licenziamento ma un periodo di aspettativa per motivi sanitari di 2 anni al termine del quale se la patologia (qualsiasi non solo la sua) persiste la CMO può disporre o il transito all'impiego civile con la ricollocazione anche in altra amministrazione ovvero il congedo in qual caso la patologia deve essere riconosciuta come dipendente da causa di servizio e motivo di pensione (ho avuto alle dipendenze diversi sottufficiali che hanno percorso questo iter, alcuni sono transitati all'impiego civile altri, avendo un consistente periodo contibutivo, sono andati direttamente in pensione con una pensione privilegiata).

Dopodiché seguire una strada o un'altra, come ha ipotizzato Lei, spetta solo a Lei.

Kojak
10-03-17, 18: 35
Bisogna chiarire bene una cosa: è prematuro e rischioso voler sapere cosa accadrà alla fine di un percorso che non è ancora iniziato.
Le pratiche presso una CMO sono caratterizzate da un'estrema lunghezza in termini temporali, lunghezza che si estende ancora di più quando si tratta di valutare aspetti psichiatrici. L'unica cosa certa è che anche nella peggiore delle ipotesi nessuno ti farà mai perdere il lavoro: avrai la garanzia di essere collocato nei ruoli civili (se previsti dal tuo ordinamento) o di transitare come civile in altra amministrazione statale, a parità di trattamento economico.
La privazione dell'arma di ordinanza e del tesserino di riconoscimento è a mio avviso un aspetto assolutamente residuale se vogliamo paragonarlo all'esigenza primaria della tutela della propria salute.
Fin qua, la retorica.
Adesso, la pratica quotidiana.
In tanti anni di Amministrazione, personalmente ho capito una cosa: vieni aiutato nella misura in cui non li prendi per il c**o. Se tu nascondi un problema (e questo viene poi scoperto a posteriori), tutti i bastoni che potranno metterti tra le ruote, stai sicuro che te li metteranno. Se invece il problema lo affronti nelle sedi pertinenti (e lo fai per primo, con tutta onestà e franchezza), stai altrettanto sicuro che verrai aiutato senza riserve. Almeno da me, tutti coloro che hanno avuto un problema analogo al tuo e hanno chiesto aiuto mettendosi a rapporto con il Medico del Corpo hanno ricevuto tutta l'assistenza di cui avevano bisogno; in molti casi, sono rientrati regolarmente in servizio una volta risolto il problema.

Charlie 2
10-03-17, 19: 31
Concordo con quanto detto da Kojak - lo stesso è accaduto per un paio dei miei dipendenti che hanno avuto un problema analogo e che hanno risolto anche grazie al personale sanitario della Marina.
L'importante è essere trasparenti con la propria Amministrazione.

robrob
10-03-17, 19: 32
Intanto grazie per le ulteriori risposte.
Già il fatto che mi abbiate detto che non c'è il pericolo di perdere il lavoro è qualcosa che mi aiuta tantissimo, se non altro per affrontare il problema con serenità, che è la cosa principale.

@Charlie 2
Grazie per le infinite informazioni, ne farò tesoro.

@Kojak
Qui nessuno vuole prendere per i fondelli nessuno, tantomeno la propria amministrazione. I furbetti sono di sicuro altrove. Il solo fatto di chiedere info qui, credo che sia una chiara dimostrazione della mia volontà nel voler esplicitare il problema e la trasparenza e sincerità di quello che dico. E' chiaro però, dato la delicatezza del problema, sincerarsi per tempo su come fare e cosa fare. Non mi pare che sia strano cercare di chiedere per vedere al di là del proprio naso quando si parla di occupazione e di lavoro, visti i tempi di magra...

Qualcuno potrebbe obbiettare del perchè io non l'abbia fatto a qualcuno del posto dove lavoro. Intanto mi confidai qualche tempo fa con un medico che mi rispose che ero matto, cioè folle se avessi detto una cosa del genere perchè avrei rischiato tutta una serie di situazione che alla fine manco io ho capito a cosa sarei andato incontro. Pensando così di avere a che fare con persone che alla fine manco sanno quello che dicono ho deciso di continuare a fare il pesce e a mettere le pezze dove potevo. Ho poi evitato di parlarne sul posto di lavoro:

1) perchè se parli di ansia e di attacchi di panico, c'è sempre il cog***e di turno che ti etichetta come un pazzo o un folle. E visto che non mi andava di essere etichettato come un malato di mente e non mi andava di alimentare un chiacchericcio che non avrebbe fatto altro che creare più problemi che soluzioni, ho preferito tenere per me una situazione che reputo altamente personale e che in pochi, forse, avrebbero capito.

2) perchè penso che il problema riguardi in primis il mio posto di lavoro. Se è vero, com'è vero, che il mio lavoro mi ha causato dello stress, non credo che la mia amministrazione sia contenta di sentirselo dire e/o "pagare" per ciò che è successo. Da qui le mie pippe mentali nel tenere la mia situazione di malessere, defilata fin dove potevo, per capire il da farsi e come agire. Non capita raramente che le amministrazioni non riconoscano delle cause di servizio perchè non reputano che quel tipo di problema sia dipeso dal servizio (anche quando la cosa è estremamente lampante e non dirmi che non è così altrimenti significa che tu non abiti in Italia).

3) perchè ammettere ai colleghi che il tuo stato mentale è parecchio fragile per via del lavoro, significherebbe esporti a continue critiche. Del tipo "ah, tu sei stressato per il lavoro, perchè non chiedi a me che ti dico come sono io?". Il problema è che di fondo ognuno risponde allo stress in maniera diversa. Evidentemente, dopo 10 anni, io ho raggiunto la mia soglia di saturazione. Magari un altro ci impega 15 o 20 anni a raggiungerla. Dipende sempre da cosa fai, come lo fai, le cose che ti accadono, ecc. Avrei quindi dovuto mettermi a discutere con tutti o con alcuni sulla "bontà" del mio malessere. E sinceramente ho altro a cui pensare che dare spiegazioni ai colleghi che comunque - per inciso - non fanno il mio stesso lavoro e non possono lamentarsi per cambi, ferie, giorni, lavoro, ecc.

Quindi credimi, nessuna presa per i fondelli. E la storia del tesserino e della pistola è solo un modo per capire come procedere. Non mi interessa assolutamente tenerli. Il mio obbiettivo è stare bene e nel frattempo non perdere quello che ho conquistato con molta fatica.

Grazie però per le risposte.

Kojak
11-03-17, 21: 51
Piano piano piano.
Voglio che siano chiare da subito alcune cose, a evitare incomprensioni!
1) nessuno ha detto che TU fai il furbetto! Il mio era un discorso volutamente generale per farti capire come funzionano le cose. Del resto, da subito ho detto che nessuno può permettersi il lusso di venire a mettere il becco nelle TUE faccende.
2) nessuno ti ha invitato ad ACCUSARE la tua amministrazione del malessere che ti ha colpito! Il riconoscimento della dipendenza da un'eventuale causa di servizio dipende da ben altre persone che non da quattro scribacchini da forum quale mi reputo.
3) dei colleghi te ne devi fo**ere alla grande! Tanto, secondo la loro ottica, come fai sbagli! Se non dici niente, sei un irresponsabile; se ne parli apertamente, sei un pazzo...
Lascia stare tutto e pensa come prima cosa a riacquistare il tuo benessere: non c'è oro che lo paghi.

A_N_T_O_N_Y
11-03-17, 22: 42
Concordo pienamente con Kojak, il problema non è da sottovalutare e di sicuro non è importante avere l'arma o il tesserino quando sull'altro piatto della bilancia c'è la propria salute.
Collega posso dirti che ho visto diversi nostri colleghi che hanno affrontato e superato brillantemente problematiche del tutto simili a quelle da te descritte......ovviamente con un aiuto qualificato!
In particolare mi preme specificare, se non fosse ancora abbastanza chiaro, che essere collocati a disposizione della C.M.O. non significa che si va per forza a finire ai ruoli civili!
In ogni caso è importante tenere presente che non resteresti comunque senza lavoro in quanto anche nell'ipotesi estrema del transito ai ruoli civili manterresti lo stipendio attuale (ovviamente senza indennità e trattamenti accessori).

Il consiglio che posso darti da collega è quello di affrontare il prima possibile il problema che ti affligge senza ulteriori ansie inerenti il futuro professionale ma puntando all'obbiettivo di curarti e guarire.....perchè si può guarire!

Infine per gli aspetti legali relativi ad eventuali cause giudiziarie in materia di mobbing ti consiglio di rivolgerti ad un avvocato in quanto nessuno può consigliarti senza avere un racconto diretto, dettagliato e documentato della tua personale esperienza dalla quale rilevi la violazione dei tuoi diritti di lavoratore.

Resto a tua disposizione , eventualmente anche in privato, se hai necessità di parlarne!

Un saluto fraterno Collè !

robrob
12-03-17, 13: 41
@Kojak
Grazie per i chiarimenti. Volevo però evidenziare come non ci stessi marciando su tutto questo. So che molti si fingono malati per farsi riformare. Anzi, il mio lavoro, quello che faccio e che porto avanti, mi piace e mi fa stare bene (parlo del lavoro in sè e non delle sue conseguenze) e quindi è davvero lontana da me l'idea di farsi riformare o altro. Anche perchè credo che superato questo momentaccio, alla fine posso tranquillamente rimettermi in carreggiata, facendo però tesoro dell'esperienza. Ringraziando Dio non ho problemi di depressione, non sono bipolare o problemi dell'umore, o altre malattie che sono davvero pesanti e toste. La mia è solo un ansia malcurata, o forse non proprio curata, che me la sono portata dietro e a cui non ho dato importanza per molto tempo, credendo di poterla domare (cosa impossibile da fare con il mio lavoro e causa di esso).

Ti voglio tranquillizzare però che non sei, o non siete, dei "scribacchini". Non sapete quando conforto mi state fornendo anche solo ipotizzando delle strade. Ti pare poco caro collega? Per questo ti ringrazio!

@A_N_T_O_N_Y
Grazie anche a te per le conferme. Vediamo che succede, intanto questa settimana vado dallo specialista e poi vediamo come muovermi anche in merito all'ufficio.

Se volete vi terrò informati. Chissà, ma magari mi auguro anche di no, che non serva pure a qualcuno in futuro e che in questi post trovi un conforto o dei consigli.

A_N_T_O_N_Y
12-03-17, 14: 08
Questo è l'approccio giusto! Continua così e vedrai che in breve tempo il tuo problema sarà solo un ricordo!

Un abbraccio!