Kojak
13-07-16, 06: 04
Ieri è avvenuto quello che possiamo definire il più grave incidente ferroviario capitato in Italia dal dopoguerra. In Puglia, lungo una già aspramente criticata linea ferroviaria a binario unico si sono scontrati in piena velocità due treni: il bilancio attuale parla di 27 morti, 57 feriti dei quali almeno 7 in condizioni gravi.
Abbiamo assistito alla più nobile e generosa catena di soccorsi che ha visto fianco a fianco civili, militari, semplici volontari arrivati anche da molto lontano. Un'organizzazione che ha funzionato in modo encomiabile, in barba alle quotidiane critiche mosse verso un Paese dove per forza tutto deve andare male.
Abbiamo pianto di fronte allo strazio di parenti e amici delle vittime, ripresi mentre si aggiravano sotto shock tra quel groviglio di lamiere, in mezzo agli ulivi, sotto un sole cocente, alla ricerca di una notizia, di conforto, di un Dio che sembrava averli dimenticati.
Ma ciò che davvero deve fare riflettere questo coacervo di esseri insulsi che si pregia definirsi popolo italiano sono alcuni (e purtroppo numerosi) commenti postati sui vari social, intrisi di livore razzista, di cattiveria ignorante, di becero humor da avanspettacolo. Nel momento stesso in cui un Popolo davvero tale nei contenuti e non solo nella forma avrebbe dovuto chinare il capo in rispettoso silenzio di fronte a quella carneficina, non abbiamo perso un attimo per mostrarci al mondo intero per come realmente siamo fatti: un non-popolo, un amalgama di eterogenea umanità tenuta malamente insieme da un Tricolore che sappiamo a malapena sventolare allo stadio.
Mi auguro davvero che la Polizia Postale faccia il proprio lavoro: che individui celermente quei vigliacchi che hanno oltraggiato la memoria dei morti rendendo loro un tardivo omaggio e un barlume di giustizia.
Abbiamo assistito alla più nobile e generosa catena di soccorsi che ha visto fianco a fianco civili, militari, semplici volontari arrivati anche da molto lontano. Un'organizzazione che ha funzionato in modo encomiabile, in barba alle quotidiane critiche mosse verso un Paese dove per forza tutto deve andare male.
Abbiamo pianto di fronte allo strazio di parenti e amici delle vittime, ripresi mentre si aggiravano sotto shock tra quel groviglio di lamiere, in mezzo agli ulivi, sotto un sole cocente, alla ricerca di una notizia, di conforto, di un Dio che sembrava averli dimenticati.
Ma ciò che davvero deve fare riflettere questo coacervo di esseri insulsi che si pregia definirsi popolo italiano sono alcuni (e purtroppo numerosi) commenti postati sui vari social, intrisi di livore razzista, di cattiveria ignorante, di becero humor da avanspettacolo. Nel momento stesso in cui un Popolo davvero tale nei contenuti e non solo nella forma avrebbe dovuto chinare il capo in rispettoso silenzio di fronte a quella carneficina, non abbiamo perso un attimo per mostrarci al mondo intero per come realmente siamo fatti: un non-popolo, un amalgama di eterogenea umanità tenuta malamente insieme da un Tricolore che sappiamo a malapena sventolare allo stadio.
Mi auguro davvero che la Polizia Postale faccia il proprio lavoro: che individui celermente quei vigliacchi che hanno oltraggiato la memoria dei morti rendendo loro un tardivo omaggio e un barlume di giustizia.