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Visualizza Versione Completa : Soffro di attacchi di panico, non so cosa fare...



tomraz
08-03-14, 15: 26
Salve,
vi seguo da molto tempo ma non ho mai avuto il coraggio di scrivervi per confessare questo mio problema per vergogna e paura di essere giudicato male. Ma ormai non ce la faccio più e ho bisogno di parlare con qualcuno dei "miei" per capire come poter affrontare il problema soprattutto dal punto di vista lavorativo protetto, se si può dire, dall'anonimato che un forum garantisce...

A scanso di equivoci premetto subito che non faccio servizio operativo, niente guardie, scorte, servizi armati e cose di questo tipo. Lavoro in ufficio dove copro un ruolo di responsabilità ma ad ogni modo light se in confronto al lavoro che i colleghi fanno in istituto.

Nel 2003 ho avuto un tumore, sono stato operato e poi ho fatto un ciclo di radioterapia. Sono stato fuori per circa 1 anno buono. Il tutto è andato fortunatamente bene e adesso devo seguire solo dei ciclici controlli. Questa esperienza però mi ha stravolto la vita gettandomi nell'ansia e nel panico. Così periodicamente soffro di ricadute. Ho seguito un paio di terapie psicologiche ma senza medicinali, ho sempre pensato, anche in accordo con i terapeuti, che certi traumi vanno risolti alla radice senza i farmaci che in ogni caso "mettono le pezze" solo sui sintomi. Adesso non seguo più nessuno da qualche anno ma è un periodo no e ho grossissime difficoltà a seguire il lavoro in ufficio.

Non so se siete al corrente di questa malattia, ma è assolutamente invadente, invalidante e totalizzante al punto che a volte non ho neppure la voglia di uscire da casa, figuriamoci se portare a termine in ufficio alcune urgenze! Spesso mi ritrovo a raccontare balle per nascondere ai colleghi l'attacco di ansia o di panico adducendo scuse come dolori di testa, problemi di pressione o digestivi pur di non far saltare la cosa fuori. Il motivo? Uno di non farsi prendere per matto - non tutti hanno la cultura e l'intelligenza di capire che non è pazzia ma solo un problema legato ad un trauma e poi per paura che qualcuno possa denunciare la cosa e quindi essere licenziato.

Ok, so che molti si fanno riformare, anche se poi non soffrono veramente di questi disturbi, ma è sempre così, quando le cose capitano agli altri pensi che sia facile muoversi in un certo modo, quando poi tocca a te ti vengono tutte le paranoie del caso anche se tu, di quel problema, ne soffri veramente.

Così la mia amministrazione non sa di questo problema perchè ogni certificato medico è stato fatto nascondendo il vero problema - non lo sa neppure il mio medico di base. T'immagini a portare in ufficio un certificato con su scritto "crisi d'ansia" o "attacco di panico"? Però sono tutte diagnosi che hanno un legame con questo stato di salute così vai di emicrania, acidità di stomaco, dolori lombari e cose di questo tipo.

Ho presentato una causa di servizio poichè a mio parere il tumore è avvenuto a causa del mio lavoro ma la domanda mi è stata rigettata. Speravo così di poter poi prendere qualche giorno per coprire i periodo come questi. Purtroppo non sono stato molto fortunato in questo senso.

Adesso però non ce la faccio più. I lavori in ufficio sono sempre urgenti e nella condizione in cui sto l'ultima cosa che mi serve è il fiato sul collo. Vorrei starmene a casa per un bel pò, per riposarmi e prendermi cura di me e cercare di risolvere il problema magari riseguendo qualcuno, ma non posso fingere in eterno sindromi influenzali, emicranie e cose di questo tipo.

Ho deciso quindi di scrivere qui per capire cosa si può fare, come posso muovermi per non rischiare il posto di lavoro, cosa rischio, cosa posso ottenere...

Io mi vergogno come un ladro, dovrei sentirmi fortunato ad avere un lavoro, a fare delle cose che mi piacciono, ma non ce la faccio, sta cosa a volte mi pare più grande di me e non per colpa mia - o sicuramente non in maniera cosciente.

Aiutatemi non so più che pesci pigliare...

Kojak
08-03-14, 15: 38
Ciao, "cugino"....
Intanto voglio esternarti tutta la mia personale ammirazione per questo "outing" che ti deve essere costato più di qualche fatica. Chiudi il tuo post dicendo che ti vergogni. Ma ti vergogni di cosa????? Sei consapevole di avere un problema e stai cercando aiuto: c'è da vergognarsi? Già il fatto di riconoscerlo ti mette sulla buona strada per uscirne: l'unica possibilità che io vedo è quella di intraprendere un nuovo percorso di psicoterapia, senza però mollarlo: esso ti dovrà accompagnare ormai per tutta la tua vita. Ma ti consentirà di tornare a standard normali di attività sia lavorativa che extra. Ho anche io avuto colleghi che hanno attraversato le tue medesime difficoltà: ne hanno parlato come hai fatto tu, riconoscendo in quei malesseri un nemico da combattere e non una situazione da sottovalutare "perché tanto so come gestirla".
Armati di pazienza e di tanta fiducia, scegli uno psicologo psicoterapeuta che ti prenda per mano e stavolta quella mano non la devi più mollare. I risultati - te lo assicuro - non si faranno attendere! In bocca al lupo, amico mio!

tomraz
08-03-14, 15: 58
...grazie per la tua vicinanza e grazie per le parole che scrivi, mi danno forza e coraggio. Sono un'assistente capo da molti anni e mai e poi mai avrei pensato di "finire" così.

Dici che hai visto alcuni tuoi colleghi affrontare la stessa cosa...e com'è andata lavorativamente parlando? Sono rimasti nel Corpo? Li hanno cacciati? Sono transitati ai ruoli civili?

Se sono però uscito allo scoperto, facendo outing come dici tu, l'ho fatto solo qui, nella protezione di un forum che garantisce ripeto l'anonimato. Non potrei però ne ora e ne poi farlo nel mio ufficio perchè di fatto non so a cosa vado incontro. E' quello quindi che chiedo qui è proprio questo: a cosa vado incontro secondo voi? Mi cacceranno via come l'ultimo degli arrivati? Passerò al ruolo civile? Mi licenzieranno e saluti e baci? Perchè non posso continuare a far finta di nulla in quanto questo problema mi blocca seriamente nel mio lavoro. Non posso avere una scadenza da portare avanti se mi blocco preso dall'ansia o dal panico e di scadenze del mio lavoro ce ne sono un'infinità.

Diventa difficile gestire una situazione così. Spesso ci sono riuscito ma non senza sacrifici e dolore, tornando a casa esausto e sfinito come se avessi fatto migliaia di chilometri a piedi, con l'animo di chi il giorno dopo dovrà iniziare tutto da capo.

Insomma, non è la condizione migliore per lavorare..

Kojak
08-03-14, 16: 05
Sono un'assistente capo da molti anni e mai e poi mai avrei pensato di "finire" così.


Finire?? Dai.......
Circa i miei colleghi che hanno attraversato il tuo medesimo percorso, sono tutti e tre ancora in Polizia. Nessuno caccia nessuno: il collocamento in quiescenza anticipata è solo l'estremo rimedio a situazioni altrimenti non sanabili. E' chiaro che, come moltissimi altri, tu decida di non parlarne in ufficio: è una scelta personalissima sulla quale penso che nessuno possa permettersi di intervenire. Io non sono nessuno per poterti dare consigli o suggerimenti: quelli li troverai da solo grazie all'aiuto di un valido psicanalista. E ti ricordo che la consulenza di uno psicologo non è in conflitto con le tue mansioni. Hai provato a considerare le "scadenze" non come mostri da portare avanti, ma cone traguardi da raggiungere? E' la stessa cosa, solo che la vedi da un punto di vista del "bicchiere mezzo pieno"!
Forza, hai ancora tanto da dare alla tua Amministrazione!

A_N_T_O_N_Y
08-03-14, 20: 04
...grazie per la tua vicinanza e grazie per le parole che scrivi, mi danno forza e coraggio. Sono un'assistente capo da molti anni e mai e poi mai avrei pensato di "finire" così.

Dici che hai visto alcuni tuoi colleghi affrontare la stessa cosa...e com'è andata lavorativamente parlando? Sono rimasti nel Corpo? Li hanno cacciati? Sono transitati ai ruoli civili?

Se sono però uscito allo scoperto, facendo outing come dici tu, l'ho fatto solo qui, nella protezione di un forum che garantisce ripeto l'anonimato. Non potrei però ne ora e ne poi farlo nel mio ufficio perchè di fatto non so a cosa vado incontro. E' quello quindi che chiedo qui è proprio questo: a cosa vado incontro secondo voi? Mi cacceranno via come l'ultimo degli arrivati? Passerò al ruolo civile? Mi licenzieranno e saluti e baci? Perchè non posso continuare a far finta di nulla in quanto questo problema mi blocca seriamente nel mio lavoro. Non posso avere una scadenza da portare avanti se mi blocco preso dall'ansia o dal panico e di scadenze del mio lavoro ce ne sono un'infinità.

Diventa difficile gestire una situazione così. Spesso ci sono riuscito ma non senza sacrifici e dolore, tornando a casa esausto e sfinito come se avessi fatto migliaia di chilometri a piedi, con l'animo di chi il giorno dopo dovrà iniziare tutto da capo.

Insomma, non è la condizione migliore per lavorare..

Ciao Collega,

se posso permettermi di dirti una cosa.....noto che, l'ansia di cui sei ben cosciente esce fuori tutta nelle tue parole e.....purtroppo....ti porta ad ingigantire il problema. Secondo il mio modesto parere (non sono un esperto ovviamente) sono situazioni che si possono risolvere e superare alla grande. Non so dove fai servizio ma se fossi su Roma potrei metterti in contatto in maniera assolutamente anonima con una psicologa che lavora a stretto contatto con il Corpo da quasi trent'anni. Per cui se ti va contattami in privato, al limite se tu mi dici di farlo posso parlare con lei per chiederle se conosce qualche sua collega fidata e competente che opera nella tua città (sempre se non fai servizio a Roma ovviamente).....comunque non darti mai per vinto perchè come ha detto giustamente il collega/cugino ;) della P.S. HAI ANCORA TANTO DA DARE ALL'AMMINISTRAZIONE!! E comunque, a prescindere da tutto, hai fatto benissimo a parlarne con noi.....che siamo sempre e comunque la tua famiglia!!

TorciaUmana
08-03-14, 20: 17
Intanto, scegliti un buon terapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale.

Detto questo, in base a che criterio ritieni che la neoplasia sia nata nel tuo ambiente di lavoro?

tomraz
08-03-14, 20: 43
Grazie per gli interventi ragazzi, come sempre molto attenti e precisi.

Non ho problemi a trovare specialisti che possano aiutarmi, come del resto hanno fatto in passato. Il problema semmai è come far conciliare il lavoro con questo problema e nello specifico sapere cosa fare con l'ufficio. Nel senso: mi butto malato e faccio scrivere sopra "stati d'ansia"? E a quel punto che succede? Che mi devo aspettare? Ospedale militare, ritiro pistola e messa in aspettativa o peggio? Cioè è questo che mi preoccupa più di tutte poi il problema come l'ho superato in passato lo supererò pure adesso, ma per farlo devo mettermi in stand by dall'ufficio altrimenti non potrò dedicarmici come vorrei.

Antony, conosco già degli specialisti, grazie per l'aiuto...

TorciaUmana ho lavorato per 7 anni in uno stanzino con computer server e una decina di altri computer, due stampanti di rete il tutto in una stanza non cablata con cavi volanti, e condizionatori per l'estate inesistenti...adesso non posso scendere nello specifico ma la neoplasia è particolare e di sicuro attinente a problemi relativi all'elettromagnetismo e condizioni generali dell'ambiente :(

TorciaUmana
08-03-14, 21: 17
Tomraz, due cose:

1- l' elettromagnetismo è tendenzialmente visto, neanche tanto unanimemente, come concausa di eventuali neoplasie e molto dipende dal tipo di radiazioni e loro potenza.
Per questo, quando si procede giuslavorativamente o penalmente in tal senso, il tutto diviene sempre un effimero terno al lotto sovente perdente.

2- tu stai rischiando di inguaiarti molto seriamente il cervello e, di converso, tutto il resto della salute... per intenderci, tumore e attaccchi di panico sinora sofferti finiranno per essere bazzecola, a confronto di ciò cui andrai incontro se continui a tergiversare su rimuginii professionali della risma "if then else".
O accetti temporanei effetti collaterali lavorativi ora, o ti becchi davvero un irrevocabile status di riformato... assieme allo scatafasciamento della tua vita privata.
Vuoi poi degnarti di tenere in considerazione che il primo apparato a crollare assieme al cervello è quasi sempre quello immunitario, ovvero la tua principale difesa 100% gratuita da recidive neoplastiche?

Curati ponendo in secondo piano tutto e sottolineo tutto il resto, ne più ne meno di come si fa con un tumore o una stenosi coronarica.

tomraz
08-03-14, 21: 36
Duro ma efficace. Ma se avessi la forza di risolvere la cosa a quest'ora lo avrei già fatto. L'unica cosa che mi consola è il fatto che vado a periodi. Fortunatamente non sto sempre così, infatti parlo di ricadute di tanto in tanto.

Però tu mi dici di fregarmene di tutto e di curarmi, che è quello che voglio fare, ma poi mi dici anche che se continuo così mi becco un "irrevocabile status di riformato" quindi non capisco che consiglio mi dai...

TorciaUmana
09-03-14, 10: 29
Se continui così=se ti concentri su ritiro pistola, sospensione servizio ecc.

Tutte preoccupazioni plausibili, ovvio... ma, se ora fossero più probabilmente misure temporanee, facendo peggiorare/cronicizzare il quadro diverrebbero permanenti.

Dì un pò, hai anche qualche buon sindacalista di fiducia con cui discuterne?

Kojak
10-03-14, 18: 47
Il problema semmai è come far conciliare il lavoro con questo problema e nello specifico sapere cosa fare con l'ufficio. Nel senso: mi butto malato e faccio scrivere sopra "stati d'ansia"? E a quel punto che succede? Che mi devo aspettare? Ospedale militare, ritiro pistola e messa in aspettativa o peggio?

La risposta è fin troppo ovvia: se ti metti malato e comunichi la diagnosi "stati d'ansia", l'aspettativa è inevitabile. E con essa il momentaneo ritiro del tesserino e della pistola. Questo vale per tutti ed è mirato alla salvaguardia del singolo fino alla risoluzione del suo problema. Peggio? E che ti può capitare, il licenziamento?? Ma dai....
Cerca di curarti nel modo più giusto. Questo per te, prima che per gli altri. Il lavoro viene molto...ma molto....dopo!

Vittoriosa
10-03-14, 19: 54
. E' quello quindi che chiedo qui è proprio questo: a cosa vado incontro secondo voi? Mi cacceranno via come l'ultimo degli arrivati? Passerò al ruolo civile? Mi licenzieranno e saluti e baci? Perchè non posso continuare a far finta di nulla in quanto questo problema mi blocca seriamente nel mio lavoro. Non posso avere una scadenza da portare avanti se mi blocco preso dall'ansia o dal panico e di scadenze del mio lavoro ce ne sono un'infinità.

Diventa difficile gestire una situazione così. Spesso ci sono riuscito ma non senza sacrifici e dolore, tornando a casa esausto e sfinito come se avessi fatto migliaia di chilometri a piedi, con l'animo di chi il giorno dopo dovrà iniziare tutto da capo.

Insomma, non è la condizione migliore per lavorare..



Cioè è questo che mi preoccupa più di tutte poi il problema come l'ho superato in passato lo supererò pure adesso, ma per farlo devo mettermi in stand by dall'ufficio altrimenti non potrò dedicarmici come vorrei.

Antony, conosco già degli specialisti, grazie per l'aiuto...

Mi è chiaro che le risposte che cerchi sono legate alle ripercussioni ed ai rischi che corri in ambito lavorativo, e posso assicurarti che aumenteranno e peggioreranno nel tempo, se non deciderai di dare una svolta alla tua condizione attuale. Io non presto servizio in Pol. Pen. e non conosco, di fatto, le leggi che regolamentano questo tipo di situazione, e lascio ai più esperti il compito di prospettarti i provvedimenti e le decisioni possibili che l'Amministrazione può mettere in atto.
Diverso è cio che voglio dirti io. Non puoi e non devi aspettare. Non crogiolarti nella convinzione che tanto i periodi buoni e quelli cattivi si alternano, perché non è una soluzione. Devi assolutamente iniziare una psicoterapia con un uno specialista che, preso atto delle tue esigenze lavorative, riesca trovare un accordo con te e riceverti lo stesso.Sei un poliziotto, ma ancor prima sei un uomo. Prenditi cura di te e vedrai che continuerai con successo a servire la tua Amministrazione. Non puoi fare il ragionamento contrario e tutelare solo il lavoro, quello è un singolo elemento della tua vita, possibilmente quello che adesso affronti con più fatica, ma a lungo andare se lasci tutto così com'è, potrebbero essere altri aspetti della vita familiare e sociale a impensierirti e farti stare male.
Mi dispiace dirtelo, ma l'idea-desiderio di lasciare il lavoro (momentaneamente) per poterti meglio curare e avere più tempo, a me non sembra altro che un sintomo di evitamento, connesso al progredire della malattia. Le condotte di evitamento fobico sono altamente invalidanti e non devono essere alimentate. Ad ogni modo l'idea dell' aspettativa, prospettata da Kojak, non deve spaventarti e potrebbe essere utile.
Non devi provare vergogna, tu non hai colpa, non hai scelto di soffrire, ma devi decidere che è ora di fare di tutto per stare bene. Ciò vuol dire che la terapia non va mollata appena i sintomi regrediscono ed hai la sensazione di stare meglio.
Ho capito che non cerchi consigli relativi al trattamento, e che conosci già chi è in grado di aiutarti, ma permettimi ugualmente di consigliati, sempre in accordo con lo psicoterapeuta e-o psichiatra, di provare ad assumere dei farmaci, anche per un periodo limitato. Più inizierai a stare bene (minore presenza di sintomi ansiogeni e crisi di panico), più sarà facile andare avanti con il percorso terapeutico.
Se smetterai di avere le crisi non dovrai sopportare la stanchezza fisica e mentale che ne conseguono e potrai avere forze ed energie da utilizzare per lavorare e vivere la tua vita fuori dal lavoro.
e' il momento di decidere... sii forte, anche se credi di non averne abbastanza.
In bocca al lupo!

qwertyy
13-03-14, 16: 37
Ciao..non sono una poliziotta ma volevo ugualmente lasciarti un mio messaggio
Volevo dirti innanzittutto che non devi vergognarti proprio di nulla..l'ansia è una nostra
risposta fisiologica ad uno stimolo che avvertiam come pericoloso e pertanto è
anche indispensabile alla vita, persone non ansiose quindi non ce ne sono..
Ci sono casi , come è capito a te, in cui queste risposte eccedono e si presentano
anche indipendentemente da uno stimolo esterno , dando un senso di estrema angoscia
con cui si spiega la fatica anche fisica che percepisci..E ti assicuro che non sei il solo
ma in farmacia gli ansiolitici per esempio sono uno dei farmaci più venduti.
Sicuramente un supporto psicologico potrà darti l'aiuto necessario, ma considera che
può esserci anche il più bravo specialista del mondo, ma se non siamo noi pazienti i primi
a voler affrontare con convinzine questa situazione , non ce ne faremo nulla dello specialista..
Con quest voglio dirti che il primo passo da fare comincia da sè stessi..evitare di guardare
il proprio lavoro come una "minaccia" dalla quale difendersi stando a casa...ma di guardarlo
con lo stesso entusiasmo che hai avuto nel momento in cui hai scelto di diventare poliziotto..
Riscoprendo quell'entusiasmo, troverai anche il piacere di andare a lavorare tranquillamente
e magari riuscirai così a vincere la prima grande paura...
Nel post hai riportato di soffrire di Disturbo da attacchi di panico che differisce dal Disturbo
d'ansia generalizzato, in quanto l'attacco di panico si presenta davvero estenuante e ha una componente somatica davvero marcata come tachicardia, tacnipnea, vertigini...condizione che poi ti porta a sentirti stanchissimo visto che a livello fisiologico quello che succede è un alterazione dei livelli dei nostri neurotrasmettitori come l'adrenalina, la serotonina e la dopamina...Il farmaco ansiolitico agisce proprio sulle manifestazioni dell'ansia, per cui è vero che non cura il problema di fondo ma ne riduce appunto
i sintomi, per cui se lo specialista riterrà opportuno una terapia farmacologia, non escluderla.. ti aiuterà a sentirti meglio e ridarti quella sicurezza di te che potrà poi portarti a vivere più serenamente tutte le normali attività quotidiane...

In bocca al lupo... :)

antoniolatrippa
29-05-14, 16: 03
Ho avuto lo stesso problema, alla fine ho risolto con delle pillole magiche: NPMNF alias .... N Poc M N Fott !!!

Ma se vuoi fare qualche "stampella", allora incomincia a dialogare con qualche terapeuta in gamba, non mangiasoldi ... e poi associa letture (tipo Anthony de Mello) e pratica un po di sport.

Vedi tu, ma l'importante è SAPERE che è una cosa che passerà, ripetitelo sempre e nel giro di pochi mesi starai già meglio.

Ciao.