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Visualizza Versione Completa : Come difendersi?



elgoog
08-11-13, 21: 17
Ciao ragazzi, avevo questa domanda da porvi:
un poliziotto, carabiniere, qualsivoglia soldato armati, che possibilità di difesa hanno, usando un'arma?

Vi porto un esempio di ciò che intendo:
un aggressore attacca, non ci si può difendere sparando giusto?
Un aggressore attacca facendo partire diversi colpi, si è abilitati a sparargli? In che modo gli si deve sparare? (non penso che sparargli in testa sia lecito anche se l'aggressore intendeva fare proprio questo)


PS (l'ho azzeccata la sezione? scusatemi nel caso.. )

fatality
08-11-13, 22: 22
in primo luogo io direi di ricordare la normativa.

codice penale italiano art. 52 che ovviamente vale per tutti. non solo per le forze dell'ordine.

« Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa. »


premesso ciò quindi è chiaro che:

1. la difesa deve essere proporzionata all'offesa.
quindi se ad esempio l'aggressore è a mani nude e mira esclusivamente ad appropriarsi di parte del patrimonio (es. portafogli, cellulare ecc.) difficilmente (per non dire impossibile) sarà giustificabile una reazione armata con un colpo diretto alla testa dell'aggressore.

2. deve esserci attualità del pericolo (quindi se ad aggressione finita, si spara alle spalle uccidendo il tipo mentre scappa, si va dritti dritti verso un'accusa di omicidio volontario).

3. il tipo di reazione deve essere l'unico al momento disponibile ed idoneo per salvaguardare il bene (che può essere la vita o il patrimonio ecc.) aggredito.

quindi se ci si trova nel caso citato da te successivamente (aggressione armata e con tentativo di uccidere. es. l'aggressore spara tentando di colpire la vittima alla testa ma lo sfiora soltanto) si può reagire utilizzando l'arma che leggittimamente si detiene (particolare quest'ultimo di non poco conto).

sul "in che modo" invece si scende ancora più nei dettagli per cui è quasi del tutto improponibile generalizzare.
di certo se si è in condizioni (per addestramento, self control ecc.) di riuscire a sparare colpendo in parti non vitali, pur trovandosi la vittima in pericolo di vita, è molto meglio per tanti motivi.

ma quanti sono dotati di queste qualità? pochissimi.
e quanti sono infallibili? nessuno.

elgoog
08-11-13, 22: 37
Soffermandosi sull'ultimo punto: un militare, poliziotto, civile o chi che sia, se aggredito con intenzione di essere ucciso, DOVREBBE rispondere colpendo (se ha un'arma) in parti NON vitali (gambe e braccia). Però, come è stato fatto notare, pochissimi riescono in quei momenti a capire cosa sta succedendo, quindi, ipotizziamo che per difesa, come risposta ad un offesa di tentato omicidio, si uccide l'aggressore colpendolo in parti vitali, cosa succede? Nel caso di pena, è uguale per tutti o varia a seconda della carica sociale che si ricopre?

Wiseman
08-11-13, 23: 02
Come ricordato, la legittima difesa come causa di giustificazione vale per tutti.
Forse un ragionamento, più operativo che giuridico, potrebbe essere aperto sulle circostanze "di servizio": militare in teatro di operazione (chiaramente la situazione non è valutabile con il codice penale); membro delle Forze dell'Ordine fatte senno di aggressione armata o coinvolte in sparatoria durante intervento di servizio; etc.
Ma i criteri generali - illegittimità della aggressione, proporzionalità e ragionevolezza del mezzo di reazione impiegato - valgono comunque.

Anche portando il discorso sullo stato di necessità - altra causa di giustificazione della responsabilità penale - il discorso non cambia: lo stato di necessità non deve essere stato intenzionalmente provocato, il male causato deve essere minore del'evitato, chi agisce non deve essere soggetto al dovere giuridico di sacrificarsi.

beowuff
08-11-13, 23: 49
Soffermandosi sull'ultimo punto: un militare, poliziotto, civile o chi che sia, se aggredito con intenzione di essere ucciso, DOVREBBE rispondere colpendo (se ha un'arma) in parti NON vitali (gambe e braccia). Però, come è stato fatto notare, pochissimi riescono in quei momenti a capire cosa sta succedendo, quindi, ipotizziamo che per difesa, come risposta ad un offesa di tentato omicidio, si uccide l'aggressore colpendolo in parti vitali, cosa succede? Nel caso di pena, è uguale per tutti o varia a seconda della carica sociale che si ricopre?

Non siamo nel Far West dove Clint Eastwood in sella al suo brocco se vuole ti ammazza, se vuole ti ferisce ad una mano con una nonchalance che manco Re Carlo.
A parte il fatto che credo che in certi momenti chi ci sta davanti diventi una massa informe senza distinzione di testa, gambe, braccia per cui si spara alla cosa grande e grossa che abbiamo di fronte; cos'è, se uno ha una pistola e te la punta addosso, tu gli spari alle gambe (perchè è quello che dovresti fare) col rischio che quello continui a sparare a te e a chi vi sta intorno?

Baer
10-11-13, 01: 19
Allora... a livello giuridico credo che se tu spari per legittima difesa non ha importanza se colpisci in testa, stomaco, cuore, gambe o braccia purché tu sia nel campo della legittima difesa, nel frangente in cui è consentito usare un'arma da fuoco (quindi credo se minacciato da un'altra arma da fuoco, o magari anche da altro ma sono situazioni che è difficile vengano messe in atto -vedi un individuo che cerca di accoltellarti-).
Dubito la legge regoli "dove devi sparare" se stai sparando per legittima difesa comprovata; cosa vorrebbe dire? Dovrei sapere se l'aggressore vuole centrarmi in testa o alla mano? Non credo proprio... Se si è in situazioni così critiche da essere nel regime della legalità sparando non importa dove spari e se l'aggressore sopravvive o meno. Tra l'altro bisogna tenere conto del fatto che provando a sparare alla mano/gamba di un ipotetico soggetto si rischia di ferire o uccidere chi è estraneo allo scontro a fuoco, e nel tempo in cui spari (e molto probabilmente sbagli) la minaccia ha (1) più probabilità di colpirti e neutralizzarti (2) più probabilità che un civile venga ferito da proiettili non andati a segno.
Quindi direi che SE PUOI sparare lo fai per UCCIDERE. L'arma da fuoco non è una di quelle non-letali, non è un taser e si dovrebbe estrarla solo se pronti a usarla, e il suo uso comporta quello per cui è stata fatta, cioè molto probabilmente la morte di chi da essa viene colpito. La legge la considera come tale e legifera, appunto, il suo utilizzo come un mezzo che provoca la morte. Se poi l'individuo che ha compiuto l'aggressione rimane vivo per sua grande fortuna tanto meglio per lui e, forse, per te! Di sicuro la legge non ti dirà che devi sparargli a un piede, in quanto se tu la utilizzi in un contesto errato che tu gli spari alla mano o alla testa, sarà sicuramente eccesso di auto difesa, o probabilmente omicidio doloso non premeditato. Ma se tu la usi nel contesto corretto sarà altrettanto: mano o testa sarà sempre legittima difesa...
Ci vorrebbe un avvocato per una spiegazione dettagliata, ma per come hai posto la domanda la risposta è questa: ti sparano addosso? Gli spari addosso. Punto. Se poi vuoi immaginare scenari super particolari o nella fattispecie di ipotetiche situazione allora non ti basterebbe un team di avvocati xD