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Visualizza Versione Completa : Uso legittimo della forza: un confronto per agire al meglio in certi casi



alpacinn
17-08-13, 22: 24
come si sa, vi sono determinate situazioni nelle quali con il nostro lavoro possiamo intervenire con l'uso della forza fisica, in casi ad esempio di resistenza attiva e passiva....... vorrei soffermarmi più sulla resistenza passiva, dato che è normale che se subisco un' aggressione da parte di un detenuto sono ben legittimato a difendermi....... cmq facciamo un esempio passivo: può capitare a volte che qualche detenuto non voglia rientrare in cella, ovviamente dopo aver ripetuto varie volte al soggetto, con calma ed educazione di rientrare, se questo si rifiuta ad oltranza ci è permesso "accompagnarcelo" con la forza fisica........ ma ecco che la linea sottile tra legalità e illegalità potrebbe spezzarsi....... se io afferro per le spalle il soggetto e lo metto di forza dentro la cella, questo potrebbe benissimo starsene, e subire capendo di avere di fronte un operatore che non va tanto per il sottile, e quindi dopo averci provato, rinunciare e starsene bello calmo di nuovo nella sua stanzetta, oppure potrebbe reagire e di scatto rivoltarsi contro l'agente, ed ecco che li può scattare una colluttazione che poi....... finito il tutto....e nel caso di segni evidenti di percosse sul soggetto (per legittima difesa ovviamente), nonostante si scriva e si relazioni l'accaduto, si potrebbe sempre incorrere in uso della forza eccessivo o cose del genere, ma vallo a spiegare ad un magistrato di sorveglianza che quando sei messo alle strette, per difenderti a volte non stai a mirare in certi punti con calma, ma pensi a difenderti e dove colpisci, colpisci......quindi credo che a volte, l'uso della forza nella resistenza passiva non sempre sia efficace, anche perchè comincia l'operatore ad alzare le mani, nonostante soltanto per afferrare il soggetto e metterlo in cella senza colpirlo, ma la reazione successiva di quest ultimo, è imprevedibile.......e in base a quello che succede dopo, tutto può accadere rischiando così di eccedere o di non farlo ma essere accusati di averlo fatto.......al sottoscritto è capitato una volta sola di "accompagnare" un ospite, fortunatamente senza reazione violenta dello stesso e quindi senza conseguenze, ma di solito opterei per soluzioni diverse.....ovvero lo contattare il brigadiere via radio e spiegare la situazione, e magari il motivo per il quale il soggetto non intende rientrare.....purtroppo questo è un mestiere dove nonostante gli articoli vi sono e le metodologie di azione sono spiegate, non vi è però una chiarezza certa su come continuare l'azione in base allo svolgersi e mutare degli eventi durante l'azione stessa.

altairV
17-08-13, 22: 46
...il brigadiere...

A parte che non esiste più, e da uno arruolato nel 2012 gradirei i termini corretti, perchè proprio lui e non un Assistente o un Ispettore?


...via radio...

Quando ce l'hai...e funziona.

Poi, se è uno dei casi in cui è previsto l'uso della forza l'illegalità la commette solo il detenuto, non ottemperando alle disposizioni e poi, eventualmente facendo azione violenta nel confronto del personale.
E scrivere bene, quello che è successo, mettendoci anche i riferimenti normativi, dagli o.d.s. agli articoli di legge violati dal soggetto.
Difficile dire come "prenderlo". Ogni caso fa testo a sè.

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...perchè comincia l'operatore ad alzare le mani, nonostante soltanto per afferrare il soggetto e metterlo in cella senza colpirlo...

Incongruenza. O Usi la forza e sei nel giusto o lo meni e sei nel torto.
se alzare le mani intendi usare la forza SOLO per spostarlo sei nel giusto.
E se si dimena e sbatte a terra non è mica colpa nostra...

alpacinn
17-08-13, 22: 57
chiedo venia sul termine "brigadiere", sovrintendente nonostante sia quello esatto, è però usato pochissimo nel gergo carcerario, pure tra colleghi :) e si, potevo menzionare anche un assistente perchè no...... verissimo.

per quanto riguarda le radio è vero, non funzionano mai!!!!!

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A parte che non esiste più, e da uno arruolato nel 2012 gradirei i termini corretti, perchè proprio lui e non un Assistente o un Ispettore?


se alzare le mani intendi usare la forza SOLO per spostarlo sei nel giusto.
..

certo che intendo quello........ ma quello che intendo dopo.....ovvero la famosa "linea sottile", questo si rivolta e schiaffeggia l'agente o sferra pugni..... l'agente ha la meglio...... e sferra un colpo d'istinto che rompe due denti al soggetto senza farlo di proposito, siamo sicuri che non se lo paga???! uhhm......

altairV
18-08-13, 11: 26
Il pugno non si sferra dopo che si ha avuto la meglio ma può capitare che durante la colluttazione la faccia del soggetto ha sbattuto contro una parte di un tuo arto.

alpacinn
18-08-13, 19: 02
ecco, diciamo che capiti quello...... ?????????????

altairV
18-08-13, 23: 20
Si fa refertare il soggetto e soprattutto CI SI fa refertare e i giorni di prognosi che il pronto soccorso ci da sono una malattia da causa di servizio da chiedere o subito (mod.C) o successivamente se servono altri accertamenti.
E si scrive tutto, allegando i vari referti. In oltre 20 anni mai avuti problemi con l'A.G. nè da semplice guardia :am054 nè da sovrintendente.
L'ultimo episodio a giugno, con il detenuto oggetto di denuncia (e io sono ancora in malattia...:secret:)

Certo che se l'utente si ritrova con fratture varie qualcosa non è andato per il verso corretto. A parte dover dimostrare che quello è stato l'unico modo possibile per fermarlo, magari perchè aveva già rotto a qualche collega qualcosa. Se ti trovi contro l'esperto di arti marziali magari ti viene istintivo prendere una gamba di tavolo, perchè gli sfollagente sono sempre chiusi a chiave e ci vuole l'autorizzazione del direttore!

8izilop
19-08-13, 17: 08
Come diceva altairV, se tu usi la forza per vincere una resistenza ossia per "accompagnare" il detenuto in cella prendendolo per un braccio sei nel giusto, se tu invece lo prendi a calci non stai vincendo una resistenza ma stai picchiando un detenuto. Se al tuo prenderlo per un braccio, il detenuto reagisce, allora la resistenza non è più passiva ed è lui ad usarti violenza, tu puoi e devi difenderti.

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. . . ma vallo a spiegare ad un magistrato di sorveglianza . . .

il Magistrato di Sorveglianza non c'entra per nulla, semmai dovrai dare spiegazione al P.M. ed eventualmente al GIP.

alpacinn
19-08-13, 19: 41
ok..... sapevo già in realtà la procedura, ma volevo sentire qualcuno con più esperienza, più che altro 8izilop mi hai chiarito ciò di cui volevo accertarmi, anche se essendo stato il soggetto afferrato, senza che lui abbia alzato le mani, nonostante la resistenza passiva, potrebbe sempre dire che a mettergli le mani addosso per primo è stato l'agente, con altri detenuti testimoni.....ok che è per una giusta causa, l'"accompagnamento" forzato..... ma certi preposti potrebbero preferire altre strade, evitando che uno sul piano si lasci diciamo così.....prendere un pò dal momento.

altairV
20-08-13, 13: 40
E perchè il collega avrebbe dovuto cominciare?
Noi siamo professionali mica come ci descrivono certi media...

alpacinn
20-08-13, 20: 00
certo..... ma a volte qualcuno si dimentica quello che possiamo fare, anche se c'è la norma scritta........ a volte intervenire su una resistenza passiva con le mani (in modo adeguato) per alcuni avrebbe potuto essere l'ultima spiaggia, e si rischia qualche caziata per aver fatto il proprio lavoro magari..... " ma lo potevi convincere, ci potevi parlare, invece hai fatto così e cosà.....ed è scoppiato un macello!"

altairV
20-08-13, 23: 19
A parte che difficilmente in quelle situazioni si decide da soli, in tal caso, presupponendo che si abbia agito nel rispetto delle regole, si SCRIVE tutto. Poi chi ha fatto il "macello" si assumerà le sue responsabilità. Facile parlare arrivando dopo. Se la linea di condotta del tuo istituto prevede ampi margini di azione personale non ci dovrebbero essere poi le frasi che hai scritto. Se invece preferiscono parlare, che CI VENGANO LORO a parlare con il detenuto. E scarichi la patata bollente. Fermo restando la relazione scritta dei fatti che ti hanno portato a convocare il superiore.
Mi viene in mente il caso di Padova, dove qualcuno, oltre alla popolazione detenuta, vuole addossare la colpa del suicidio del detenuto al collega che cui aveva litigato tempo prima. Ma per piacere...

alpacinn
21-08-13, 00: 10
vedi??? è esattamente quello che intendo....tentare di addossare una colpa per un detenuto suicida a un agente che ci ha solo discusso verbalmente...... figurarsi se il detenuto fa una ca....... dopo essere stato spinto in cella con forza.