Visualizza Versione Completa : Quando la Naja diventa insostenibile...
salve a tutti, mi scuso in anticipo coi moderatori per questa discussione ma non sapevo esattamente dove postarla...
sono un caporale raffermato, a reparto, come tutti...
a reparto ho trovato una situazione che non è delle migliori: ho un capitano(capitano per modo di dire, il termine esatto è uno sfigato pseudo-uomo), con cui non vado d'accordo anche se non ho mai fatto nulla per mancargli di rispetto o dandoli un motivo valido per avere quest'astio nei miei confronti...
ho tenuto duro un anno e, davvero me ne ha fatte passare troppe.
questo soggetto inoltre, non è ben visto dalla caserma, insomma nessuno lo può vedere: è reputato da tutti un imbecille (parole degli altri) in sensi stretti.
insomma sembra che le sue frustrazioni le sfoghi su di me...ho tenuto duro un'anno perchè ho sempre odiato il termine "ce l'ha con me" ma se sono arrivato a dirlo è perchè ho avuto la conferma sia dai miei diretti superiori, sia da ex- caporali che erano con lui dicendomi che è propenso a questi atteggiamenti che è un vero e proprio terrorismo psicologico, non potendo, purtroppo, reagire fisicamente posso solo subire.
piu' e piu' volte ho chiesto rapporto, cercare civilmente di lavorare anche se non ci stiamo simpatici, non ha mai voluto cercare il dialogo, tutte le volte che l'ho fatto io le risposte sono stati solo schiamazzi da parte sua e fine settimana tolti e non posso comunque reagire.
la situazione piu' va avanti piu' peggiora: se sbagliano i miei colleghi se la cavano con un semplice, quasi amichevole rimprovero, se sbaglio io ci sono le punizioni.
questa situazione che va avanti da un anno mi sta , a livello psicologico e fisico distruggendo, ho perso la voglia di uscire, di allenarmi, tendo a isolarmi in ambito lavorativo e privato, la mia autostima ha raggiunto il fondo, anche nelle cose piu' semplici adesso, ho il terrore di sbagliare, inizio ad avere ansie e attacchi di panico ovunque.
ora è arrivato anche a minacciarmi di giorni di consegna, cosa mai vista nella mia caserma...insomma se continuo a lavorare con lui, oltre che personali danni emotivi mi rovinerà anche la carriera...sta solo aspettando il momento che faccia uno sbaglio, una risposta di troppo o un errore professionale minimo.
ho chiesto ai miei superiori e a lui un cambio , un trasferimento in un altro reparto, sempre dello stesso reggimento ma in un altra sede in città perchè, oltre che ad avere questi problemi con lui, ho anche problemi miei personali che, stando in una caserma disagiata, non avendo mezzi di trasporto e dove mi trovo io sono praticamente nel nulla senza mezzi pubblici ne altro,non posso andare a "risolvermeli".
hanno informato il comandante e la situazione, dicono è che ho ottenuto il trasferimento e devo solo aspettare.
però sono gia passate 2 settimane, ho chiesto rapporto al comandante per questo fatto e non me l'hanno concesso.
ora io come dovrei comportarmi? un'altro anno con un tipo come lui, non posso farlo...è arrivato addirittura a dire che ho sbagliato mestiere, che dovrei congedarmi, atteggiamenti e modi che se fossero equamente distribuiti con tutti mi starebbe bene, ma è un accanimento soltanto nei miei confronti e purtroppo, non posso reagire da uomo dicendoli "vediamocela fuori" ma solo da caporale dicendo "signorsi"
La tua sembra la descrizione perfetta di in sottotenente con cui ebbi a che fare 16 anni fa sotto naja. Non sarà mica lo stesso che è diventato capitano? Ma temo che di elementi del genere ce ne siano ancora molti sparsi qua e là... Se fossi in un'azienda privata lo si potrebbe definire "mobbing" il tuo caso. Tra i tuoi commilitoni hai modo di condividere liberamente opinioni e trovare supporto morale o sono così "cani morti" (perdona il linguaggio da najone) da fare comunella tra loro così il capitano scarica su di te e li lascia in pace? Il tuo incarico ti permetterebbe di farti amico qualche maggiore o ten.col del reparto sempre con molta discrezione? Comunque evita assolutamente di cadere nel tranello di uno scontro diretto anche verbale con quel personaggio.
Scusa,ma non capisco bene che dialogo un caporale dovrebbe avere con un capitano....
Il capitano comanda la compagnia/batteria e ha i suoi tenenti e marescialli apposta a comandare(non dialogare) la truppa....
Per dialogare c'è il telefono amico,le chat su internet,il parroco,gli amici al bar...non certo il comandante di compagnia...
Dialogo dialogo, magari no, ma chiarire come vuole che sia svolto un lavoro, ostia, sì. Non è una novità che ci siano comandanti dall'encefalogramma piatto incapaci di farsi capire senza urlacci e minacce. Il mio capitano di compagnia quando mi appioppò due giorni di consegna per un fazzoletto di carta dimenticato nel cestino di camerata mentre ne ero il responsabile (che sfiga), fu anche così intelligente da chiarirmi, senza bisogno di fare il fanatico, cosa pretendeva da me. Mi schiaffai sull'attenti, dissi signorsì e considerai che me la ero cavata con poco. Questo può essere considerato una forma di dialogo, credo.
rispondendo ad Ortiz e a bacioch
La compagnia è composta da 4 caporali me comprese, due cmcs un tenente e un maresciallo...quindi non essendo molto è molto facile avere di questi "dialoghi" che poi dialoghi non sono, ma è solo mostrare la propria superiorità di grado, ma dietro questo grade c'è solo un essere sfigato che vuole comandare i piu' "deboli"...
tornando ad Ortiz: ovviamente non ho nessun tipo di appoggio dai miei colleghi perchè a loro importa solo salvare il loro sedere e fare i lecchini con lui...oltre che non aiutare infatti, quando si presenta l'occasione buona, ti buttano **** in faccia in modo che l'unica vittima sia solo tu...
L'unico aiuto che ho ricevuto è stato dal Tenente che i ha assicurato che sarebbe andato personalmente a parlare dal comandante per questo trasferimento...mi ha detto che sta preparando le carte, che insomma è tutto pronto...ma sono già passate 2 settimane...cosa dovrei fare???
e comunque si: la storia dei giorni di consegna per un fazzoletto dimenticato rispecchiano perfettamente la mia situazione...solo che in questo tempo di crisi...prendere giorni di consegna equivale a non poter piu fare concorsi
Che un Comandante sia prepotente... può darsi. Ma se il Comandante è prepotente e i compagni sono tutti lecchini, non ti danno nessun aiuto e dunque tu sei l'unica vittima, mi porrei qualche domanda. Generalmente i compagni aiutano.
ripeto...non voglio fare la vittima...se sonoarrivato a scrivere la mia situazione qui sopra è perchè effettivamente è cosi...domande da pormi non ne ho la situazione è questa e basta
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comunque , per cortesia...evitiamo dibattiti e polemiche su chi ha ragione o meno...non cerco parole, cerco fatti...soluzioni concrete che posso fare per risolvere la situazione
Intanto,detto non da moderatore,ma da zio,suggerirei di evitare riferimenti troppo personali....
Ognuno è responsabile penalmente di quello che scrive,e vi garantisco che ci sono pezzi grossi che leggono il forum,magari anche pezzi medi(come il famigerato capitano),e non credo ci siano tante compagnie composte da 9 persone(se ho capito bene)..magari di sede in qualche capoluogo di un isola trinariciuta....
Detto questo,senza dibattere su chi abbia ragione ,la situazione è molto semplice...
tu sei il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro,e questo non si cambia...
In attesa di questo trasferimento,cosa di cui dubito fortissimamente(sai quanta gente c'è più anziana,più incasinata,con figli,con parenti malati,ecc,che non è contenta della sede e/o del comandante),hai tre opzioni:
1) abbozzi,non banfi,non respiri,non dialoghi,ti fai trovare sempre in perfetto ordine e fai tutto quello che devi fare presto e bene...
2)vinci un concorso per vfp4,marescialli,in Polizia,ecc
3)ti prosciogli...
Non posso che essere d'accordo con quanto scritto da Bacioch, altre soluzioni non ne vedo. Per quanto riguarda il trasferimento le procedure potrebbero avere una certa lentezza... biblica. Ma è meglio non andare troppo in giro ad insistere per non rompere l'anima a chi può farti un favore. Tra una pompata e l'altra il mio anziano diretto mi diede un consiglio preziosissimo: "In caserma devi sempre tenere una mano dietro a pararti il c..o e una davanti che sventola per scansare i c...i". Immagine piuttosto volgare ma che rendeva perfettamente l'idea. E'un brutto vivere ma non c'è altro da fare che trattenere il fiato, tenere la testa bassa, e non dare modo a nessuno di trovarti in fallo, in attesa di qualunque occasione, anche tramite concorso per cambiare aria. Accidenti, non si è mai visto che tra la truppa si abbandoni un fratellino per assecondare un ufficiale... è un mondo alla rovescia.:am047 Cerca di restare lucido, altrimenti i casini si monteranno come la panna, e di giocare di anticipo sulle vigliaccate che ti possono capitare. I meccanismi delle persone poco intelligenti tendono ad essere ripetitivi e prevedibili.
P.S. Lo stesso capitano che mi diede i giorni di consegna, ebbe anche modo di farmi un grande favore personale qualche mese dopo. Era un bravo ufficiale ed un uomo corretto, nel primo e nel secondo caso.
Scusa,ma non capisco bene che dialogo un caporale dovrebbe avere con un capitano....
Il capitano comanda la compagnia/batteria e ha i suoi tenenti e marescialli apposta a comandare(non dialogare) la truppa....
Per dialogare c'è il telefono amico,le chat su internet,il parroco,gli amici al bar...non certo il comandante di compagnia...
Scusami bacioch, ma questa è una visione che io non condivido. Che sia un Capitano non vuol dire che lo metta sopra un piedistallo. E' prima di tutto una persona, cosi come l'ultimo fante appena arrivato dal RAV. I migliori comandanti non comandano con il grado e sono sicuramente più rispettati di chi ha un atteggiamento alla "io sono Dio, tu sei nessuno". Il dialogo è fondamentale, nessuno dice che si deve andare allo spaccio a ridere e scherzare, ma il compito di un comandante è essere a disposizione dei propri uomini e sapere anche ascoltare i loro bisogni o problemi.
Li andiamo nell"Arte del Comando",dove c'è una vera e propria dottrina,poi ci sono comandanti più portati e altri meno,
ne ho avuti un paio per cui ti saresti buttato nel fuoco col sorriso,e altri diciamo più rigidi...
In una compagnia normale di tre plotoni,facciamo un centinaio di cristiani,"dialogare"5 minuti al giorno con ognuno,vuol dire passare 8 ore e mezza al giorno :)
a sentire quello che ha il gatto malato,la vigna da dare il verderame,le pecore da portare al pascolo,la fidanzata che gli fa le corna,il concorso,la gara di bocce del paese,ecc,ecc....
tutti problemi rispettabilissimi,dove fondamentalmente c'è un unica soluzione(avere licenze,permessi,trasferimenti)....
Ovviamente non è possibile e bisogna mettere dei filtri,e delegare il più possibile ai tenenti e marescialli...
Tenete anche conto che il grado di capitano,comandante di compagnia,è il più balordo di tutta la carriera...
Lo stipendio è poco superiore a quello del tenente scapolo,che vive in alloggio di servizio(mentre il capitano,magari è in affitto,con moglie e figli)...
Per qualunque grossa cappella che combini uno dei cento,negli anni di comando(cosa statisticamente probabile),se lo inchiappetteranno con ripercussioni sulla carriera(anche il comandante è comandato e pure lui ha le note caratteristiche)...
E' da solo...i tenenti e marescialli,vanno insieme a cena e/o in discoteca a rimorchiare,i suoi colleghi ex tenenti ora sono capitani pure loro,trasferiti,o comunque non li vedi più come una volta...
I capitani sono anime semplici,se siete puntuali,ordinati,precisi e fate quello che vi dicono senza mugugnare,non vi angaria nessuno....
Questo non lo metto in dubbio, infatti il mio intervento non voleva di certo mandare il messaggio che per ogni cosa si deve andare dal capitano. Esiste una scala gerarchica per un motivo, ma nel caso in cui ci fosse bisogno salire verso l'alto il capitano deve esserci. E' il suo compito da ufficiale, sia professionalmente che moralmente. E questo vale per tutti i comandanti, non solo per i capitani ovviamente.
Combatuniform
16-06-13, 13: 36
Assolutamente! non devi andartene.
Non dargiela per vinta!
ti scrivo in privato io una cosa.
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Libera la casella, poi riesco a scriverti.
fatto, l'ho svuotata....
comunque per BACIOCH : si è vero non devo scendere nei dettagli purtroppo ho dovuto dirlo per far capire meglio la situazione...comunque sia possibile che non possa fare niente? ripeto, non è un trasferimento da un Rgt. ad un altro totalmente diverso, ma solo uno spostamento interno da una sede ad un altra...
si è vero siamo soldati e tutto il resto, ma la situazione è arrivata davvero a un punto critico...avendo ripercussioni psicologiche anche nella vita privata
Quello dipende solo dal Comandante di Reggimento...
tendenzialmente un capitano non ha mai piacere di mandare via un militare,anche il più lavativo,a meno che glielo sostituiscano immediatamente,perchè si altererebbero tutti i servizi,figurati da te dove siete quattro gatti quattro...quindi in realtà i trasferimenti sarebbero due,il tuo e quello di chi prende il tuo posto,che non ne sarà entusiasta...
D'altra parte se anzichè a mezzora da casa ti mandavano a Vipiteno,dal capitano più buono,dolce e caro del mondo forse era peggio...:)
nono guarda preferirei il 2° caso xD
comunque, sempre cercando di essere generico, effettivamente io il "cambio tempestivo" l'ho già trovato, e questa persona mi ha detto che appena, dall'altra parte, li arriva la comunicazione che lo scambio c'è stato, lui impacchetta la roba e prende il mio posto e io il suo...
e comunque ripeto: il mio superiore (maresciallo) si è interessato alla mia situazione perchè anche lui l'ha ammesso che si tratta di un'antipatia gratuita nei miei confronti...ha parlato lui personalmente con il cte e mi ha detto che si tratta solo di "aspettare che vengano compilate le carte" . . . Ma è normale che siano già passate 2 settimane? non vuole neanche che vada io personalmente dal cte a mettere fretta perchè, ovviamente, non è poi tanto simpatico come atteggiamento..
Mi sembra che ti sia stato gia` detto tutto.
Hai davanti a te tre possibilita`.
1. Stringi i denti e tieni duro.tanto come diceva eduardo de filippo:"adda` passa` a nuttat". E nel frattempo fai il tuo dovere senza sgarrare,evitando quindi di metterti "sotto scopa" verso i tuoi superiori.
2. Visto che hai problemi con una persona in particolare,che ritieni si comporti in modo iniquo e scorretto, puoi optare per la via gerarchica rivolgendoti ad un superiore del tuo capitano confidando nel fatto che lui prenda in mano la situazione.
Nel bene e nel male ovviamente.
3. Se invece ritieni di essere vittima di reati,rivolgiti alla procura civile e/o militare
Ripeto : il mio superiore ha preso in mano la situazione dicendomi che il comandante di reggimento sta provvedendo al trasferimento...ma e' gia passata una settimana e ribadendo questo fatto ha detto che devo solo aspettare...allora mi fido, o e' il caso di chiedere rapporto? Perche non vorrei che fosse rimasto tutto campato in aria...
Ripeto : il mio superiore ha preso in mano la situazione dicendomi che il comandante di reggimento sta provvedendo al trasferimento...ma e' gia passata una settimana e ribadendo questo fatto ha detto che devo solo aspettare...allora mi fido, o e' il caso di chiedere rapporto? Perche non vorrei che fosse rimasto tutto campato in aria...
Ma cosa pensi che un trasferimento si faccia nel giro di una giornata? Se ti hanno detto porta pazienza e fai il tuo. Altrimenti facevi prima a non raffermarti se la situazione era questa.
E certo risolviamo tutto col "facevi prima a non raffermarti" ma che razza di discorso e' se io ho un problema cerco di risolverlo senza arrivare a misure drastiche come questa che hai suggerito! Comunque ok se dici che il trasferimento e' comunque una proxedura lunga allora aspettero' mi serviva sapere se effetticamente ci vuole molto o se fosse una procedura semplice...mi serviva per capire se quelle dette dal mio superiore fossero solo parole al vento o meno...
Temo ci sia ben poco da "capire":). Finché non hai il foglio firmato in tasca, ed un piede fuori dal cancello,di certo sicuro garantito non c'è mai niente. Se ti metti a contare i giorni non ti passa più per davvero e rischi di fare il botto. Ti conviene armarti di pazienza certosina e, come si dice dalle mie parti, "tèn dùr".
Aspettero un altra settimana...dopo di che ritorno all attacco xD.....io sapevo che il militare fosse duro ma qyando ti prendono di mira e' davvero una cosa da far saltare i nervi
E certo risolviamo tutto col "facevi prima a non raffermarti" ma che razza di discorso e' se io ho un problema cerco di risolverlo senza arrivare a misure drastiche come questa che hai suggerito! Comunque ok se dici che il trasferimento e' comunque una proxedura lunga allora aspettero' mi serviva sapere se effetticamente ci vuole molto o se fosse una procedura semplice...mi serviva per capire se quelle dette dal mio superiore fossero solo parole al vento o meno...
E il tuo che discorso è che dopo due settimane ti aspetti di essere trasferito quando la gente muore per andare anche in un'altra caserma sempre dello stesso reggimento? La situazione quando ti sei raffermato sapevi bene quale era ed eri consapevole che saresti dovuto rimanere li un altro anno. E' da tre pagine che gli utenti ti dicono le stesse cose, non hai molte scelte. Valuta e vedi cosa ti conviene fare.
Non so se sia vero che ti abbiano preso di punta (magari non ce la fai proprio di tuo), ma se così fosse UN MOTIVO sicuramente c'è!
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Si, rileggendo bene credo che il problema sei proprio tu.
Reggimento si scrive con la "R" maiuscola, dovresti portarLi rispetto.
Inoltre sembri un po' ansioso, dovresti tranquillizzarti un attimo, ti hanno già risposto su cosa ti si prospetta davanti.
Sopratutto però CREDO fortemente che se il capitano ti ha sulle scatole e non ti sopporta ti avrebbe già punito con consegna semplice. Il motivo? "Non si atteneva alle disposizioni del C.te" abbraccia miliardi di motivi.
Nella prima pagina hai scritto, nello stesso post, che non ti da tregua e ti punisce, dopo due righe c'è scritto che hai paura di rispondergli per la tua carriera per non prendere giorni di consegna. Ma te li ha dati o no?
Per ryuzaki: Un capitano NON è a disposizione dei propri uomini, È il contrario.
So perfettamente cosa intendevi, ma la tua frase detta così è facilmente travisata.
Un comandante ha un compito specifico, è quella la sua priorità, per assolverlo si avvale dei suoi collaboratori e degli uomini al suo servizio.
Ci sono tanti modi per assolverlo, il migliore è quello che, spero, tu intendevi, il peggiore è semplicemente farlo assolvere con il grado, ma alla fine quello che conta è che sia stato assolto il compito specifico.
IMPORTANTE: in ambiente operativo e non un comandante dice TUTTO, ma mai COME.
Westindias
21-06-13, 21: 12
Mi sono perso qualche cosa?
La naja non era stata sospesa?
IMPORTANTE: in ambiente operativo e non un comandante dice TUTTO, ma mai COME.
Premesso che hai certamente più esperienza militare di me e che il resto del tuo discorso è condivisibile, questa ultima massima mi lascia un po' perplesso. Forse la interpreto in modo troppo letterale, ma il non prendersi ogni tanto cura del "come" da parte dei comandanti (a qualunque livello) portò a veri disastri in passato, anche con conseguenze legali importanti, e che probabilmente accelerarono il passaggio alle forze armate di professione. I miei caporale AIP, maresciallo in uffico, capitano di compagnia, persino il ten.col. del reparto si occuparono ogni tanto del "come", anche in cosette apparentemente da poco, e fù una fortuna che adottassero questo stile di comando.
Non è una massima, in realtà è legge. :)
Davvero.
L'ho detto per cercare di spronare il ragazzo, credo ne abbia bisogno. Se per molti versi non si ritrova vuol dire che ha sbagliato mestiere. Se mestiere può essere chiamato.
Ma questo solo lui lo può sapere.
Un collega mi dice sempre che non ci sono cattivi uomini, ma solo cattivi comandanti. Io sono d'accordo, ma delle volte ci sono persone che non hanno proprio NIENTE a che fare con il nostro lavoro.
Per ryuzaki: Un capitano NON è a disposizione dei propri uomini, È il contrario.
So perfettamente cosa intendevi, ma la tua frase detta così è facilmente travisata.
Un comandante ha un compito specifico, è quella la sua priorità, per assolverlo si avvale dei suoi collaboratori e degli uomini al suo servizio.
Ci sono tanti modi per assolverlo, il migliore è quello che, spero, tu intendevi, il peggiore è semplicemente farlo assolvere con il grado, ma alla fine quello che conta è che sia stato assolto il compito specifico.
IMPORTANTE: in ambiente operativo e non un comandante dice TUTTO, ma mai COME.
Non sono d'accordo assolutamente. Il mio pensiero penso di averlo espresso senza ambiguità, ma se non dovesse essere chiaro sono disponibile ad approfondire.
capodifiume
23-06-13, 11: 35
Da esterno al mondo militare dico molto brevemente la mia.
Può anche essere vero che un Capitano non è a disposizione dei propri uomini però è anche vero che se un soldato ha un malessere è un diritto(?) del soldato rivolgersi al suo superiore e un dovere(?) del superiore ascoltare il PROPRIO soldato.
Se un soldato ha un problema e tutti se ne fregano,questo può rappresentare un deficit e un rischio per tutta la squadra.
Da esterno al mondo militare dico molto brevemente la mia.
Può anche essere vero che un Capitano non è a disposizione dei propri uomini però è anche vero che se un soldato ha un malessere è un diritto(?) del soldato rivolgersi al suo superiore e un dovere(?) del superiore ascoltare il PROPRIO soldato.
Se un soldato ha un problema e tutti se ne fregano,questo può rappresentare un deficit e un rischio per tutta la squadra.
Questo è esatto!
Ora il punto è: se questo soldato che ha problemi in realtà non è in grado o ha un carattere che non sposa assolutamente con l'essere militare?
Ci sta anche che il comandante sia uno stupido, ma non lo sappiamo. Abbiamo sentito solo una campana a riguardo, e neanche convincente, anzi per come dice io sono convinto che il problema sia lui, ma è solo un mio parere.
A ryuzaki: parliamone, perché nella bilancia diritti-doveri è il soldato che ha più doveri verso il comandante che non il contrario. Il comandante ha molte priorità.
capodifiume
23-06-13, 12: 51
Questo è esatto!
Ora il punto è: se questo soldato che ha problemi in realtà non è in grado o ha un carattere che non sposa assolutamente con l'essere militare?
Ci sta anche che il comandante sia uno stupido, ma non lo sappiamo. Abbiamo sentito solo una campana a riguardo, e neanche convincente, anzi per come dice io sono convinto che il problema sia lui, ma è solo un mio parere.
Ma infatti io non ho dato ragione all'amico qui...L'unicA cosa che sappiamo con certezza è che c'è un problema in quella caserma tra un superiore e un soldato. Ora questo problema va risolto per i motivi che ho detto prima..come? beh parlandone.
Non ci interessa chi ha ragione ma che si risolva il problema.
Ma infatti io non ho dato ragione all'amico qui...L'unicA cosa che sappiamo con certezza è che c'è un problema in quella caserma tra un superiore e un soldato. Ora questo problema va risolto per i motivi che ho detto prima..come? beh parlandone.
Non ci interessa chi ha ragione ma che si risolva il problema.
"Parlandone" tra chi? Tra il superiore ed il subordinato?
Non è un litigio tra ragazzi che escono in compagnia.
Esistono delle norme che si chiamano "disciplina militare", e se dimentichiamo questo è davvero la fine.
capodifiume
23-06-13, 18: 56
"Parlandone" tra chi? Tra il superiore ed il subordinato?
Non è un litigio tra ragazzi che escono in compagnia.
Esistono delle norme che si chiamano "disciplina militare", e se dimentichiamo questo è davvero la fine.
Nessuno sta dimenticando la disciplina militare.
In quella caserma c'è un problema. Qui nessuno dice che il capitano deve andare vicino al soldato,accerezzandolo e chiedendogli cosa non va...ma se un TUO SOLDATO ha un malessere,è anche un tuo dovere da superiore affrontare un problema,altrimenti hai fallito anche tu come superiore.
Non stiamo parlando di un malessere in ufficio tra pc e macchinette del caffè,stiamo parlando di un soldato,gente che il giorno gira tra pistole,bombe e cannoni (esagerando va :D) Poi non piangiamo quando succedono cose brutte...
Credo che, come spesso accade, la verità sia nel mezzo.
Giusto che un "capo" sí preoccupi anche del benessere socio-psicologico dei propri subordinati. Ma senza trasformarsi in assistente sociale. E questo mi pare maggiormente vero come in una situazione come quella - un poco strana e non del tutto convincente, ai miei occhi - che ci viene rappresentata qui: dove il malessere è di uno solo (non di una caserma e neppure di una unità, o reparto, ma di un singolo). Il che legittima il dubbio che ad essere in errore sia il singolo, non il superiore.
Di sicuro del caso specifico non sappiamo abbastanza da poter giudicare.
Di leadership ed esercizio del comando sí può parlare solo tenendo a mentre che già è difficile provvedere al benessere di tutti e di ciascuno mantenendo inalterate le priorità complessive in una struttura civile, dove la disciplina non esiste ed il principio gerarchico è molto attenuato, figuriamoci in ambito militare.
Non è così inverosimile il caso di questo giovane militare. Ho assistito all'accadimento di meccanismi simili anche in piccole aziende private. Bacioch ha azzeccato bene la situazione con la metafora del vaso di coccio tra quelli di ferro. In un collettivo di una dozzina di persone o anche meno dove gli equilibri siano già precari per la convivenza di personalità inconciliabili (dove nel proprio intimo dietro battute e sorrisi ognuno pensa il peggio possibile dei colleghi) capita automaticamente che il nuovo venuto, o semplicemente quello un po' più diverso per atteggiamento, o nel modo di pensare, diventi automaticamente la pecora nera. Si viene a creare tutto un ingranaggio complesso nel quale per continuare a lavorare con efficienza il povero "differente" viene tartassato da chiunque e questi, dovendo lavorare continuamente sotto pressione, commetta sempre più errori di altri. Anche nelle società dei lupi c'è il povero lupetto omega che le prende da tutti per mantenere saldo l'equilibrio del branco. Comprendo che paragonare un branco di canidi ad un collettivo di uomini adulti ed evoluti faccia storcere il naso, ma con questi occhi ho visto ripetersi più di una volta questo particolare fenomeno, e non in ambito militare né in una compagnia di ragazzetti del quartiere, ma in aziende di professionisti. Una volta sola capitò a me, in un' azienducola di falegnameria, di ritrovarmi a fare la parte del lupacchiotto omega. Cambiai lavoro e ne trovai uno migliore, ma dopo di me, in pochi mesi si licenziarono quasi tutti i dipendenti con cui avevo collaborato. Dopo quella esperienza mi feci furbo e seppi evitare sistematicamente di farmi agguantare in un ingranaggio simile. Se succede tra civili non mi stupisce che fenomeni simili possano capitare in compagnie ad organico ridotto, magari con sede in qualche distaccamento. Per quanto riguarda l'arte del comando di una compagnia, durante la naja capitò uno di quei normali rimpasti di cambio di incarico tra gli ufficiali per cui ci ritrovammo un nuovo comandante di compagnia, che lasciò tutti molto perplessi. Eravamo abituati troppo bene perché quello precedente era davvero in gamba. La caratteristica principale di questo nuovo era che non sembrava non accorgersi che non eravamo una CCS da 200 militari, ma non arrivavamo alla trentina, quindi governò la compagnia nell'unico modo che conosceva, come fossimo una folla, aggiungendo procedure "burocratiche" inutili al normale svolgimento dei nostri incarichi, là dove precedentemente ce la eravamo cavata benissimo. Come si dice "rendere difficili le cose più facili attraverso l'inutile". Un piccolo pettegolezzo: quest'ultimo capitano, con la faccia tosta più impunita del mondo, andò dal nostro precedente comandante e, davanti ad altri ufficiali gli disse qualcosa come - Ora sì che la compagnia funziona!- Il nostro vecchio comandante prese l'altro per il colletto e lo appiccicò al muro urlandogli - Sei uno sporco mafioso...- o qualcosa del genere. Forse c'erano vecchi attriti irrisolti. Quello che intendo dire con questo mio divagare è che ci sono stati, e sicuramente ci sono, e ci saranno comandanti che proprio non ci arrivano a cogliere alcune sfumature dei propri incarichi, ed anche se non sono istituzionalmente tenuti a cogliere sfumature, questa pecca può dapprima rendere più difficile il lavoro e la convivenza dei propri gregari, e sul lungo termine ritorcerglisi contro.
Di gente stupida o incompetente ce n'è a tutti i livelli, in passato in futuro ed ora.
Ma questo non vuol dire assolutamente nulla.
Io stesso mi sono scontrato con alcuni di loro, se hai ragione non c'è diavolo che tenga.
Probabilmente la posizione che rivesto non è quella del ragazzo, siamo d'accordo, ma personalmente non credo sia l'ufficiale il problema.
Spesso ho visto marescialli che fanno la doppia faccia, come probabilmente l'ha fatto il m.llo al quale fa riferimento lui stesso quando dice di avergli parlando dando ragione al ragazzo, che quel capitano è uno stupido.
Lui ha confermato, e cosa credete abbia fatto quel maresciallo subito dopo?
In ambienti del genere persone di quel calibro rispondono in faccia, non aspettano di sfogarsi con un ragazzino.
Almeno questo è quel che ho visto e che farei io, parlare alle spalle e riferire capita quando non si vale granché
Correggetemi però se sbaglio
A ryuzaki: parliamone, perché nella bilancia diritti-doveri è il soldato che ha più doveri verso il comandante che non il contrario. Il comandante ha molte priorità.
Il comandante ha molte priorità è vero e di sicuro i suoi uomini sono una di queste. Per il resto, mi sa proprio che stiamo dicendo la stessa cosa :) Personalmente cerco sempre di essere nel giusto, di fare il mio lavoro con impegno e professionalità e di guadagnarmi il diritto di poter parlare e poter chiedere o dire "di più" rispetto ad altri miei colleghi. Mai un certificato, mai una richiesta di cambio servizio, mai una lamentela, mai creare problemi...cose che messe assieme facilitano la vita a chi ci comanda e mi permettono di poter avere più "peso" nel caso in cui avessi bisogno di dire o fare qualcosa.
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