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Visualizza Versione Completa : La realtà nelle Carceri Italiane



Celinico
03-01-13, 19: 15
Ok che la Costituzione vuole la rieducazione del detenuto, il rispetto massimo della sua persona (com'è giusto che sia), la reintroduzione del detenuto nella società. Penso che teoricamente parlando è tutto perfetto, tutto molto bello e quindi tutto molto giusto. Anche per quanto riguarda il lavoro che è un diritto secondo la Costituzione. Ma nella realtà noi tutti sappiamo che non è così. Già per quanto riguarda il lavoro, solo alcuni detenuti possono usufruirne, quindi non è più un diritto ma una concessione. Anche per quanto riguarda la rieducazione: figure all'interno delle carceri italiane sono molto poche, parlo di psicologi, sociologi, educatori e via dicendo. Mentre i detenuti come sappiamo sono in abbondanza. In ogni carcere si ha il problema numerico degli "ospiti" che tendono ad aumentare sempre di più, magari in un carcere che può contare al massimo 700 detenuti, ce ne sono 2700 e oltre. La realtà la conosciamo, la conoscete meglio di chiunque altro voi della Polizia Penitenziaria che magari siete in servizio da diversi anni. E' come se ci fosse un abbandono totale o quasi della situazione carceraria in Italia. Gli immigrati che oramai popolano le carceri italiane sono tantissimi. Potrebbe essere un'idea quella di arrestare e detenere una persona nella propria nazione di residenza? Potrebbe essere un'idea quella di fare in modo che i detenuti scontino la loro pena nelle carceri solo nel momento in cui vengono dichiarati colpevoli? Le carceri americane si differenziano dalle "nostre" avendo loro un sistema "repressivo", cosa ne pensate voi? Quali idee avreste voi per rendere la vita migliore nelle carceri? Sia dal punto di vista della PolPen che dei detenuti.

alpacinn
05-01-13, 13: 48
penso che la rieducazione sia importante e il rispetto reciproco tra detenuto e agente lo sia ancora di più, una volta mi raccontano i "vecchi" non esisteva ad esempio quasi mai la risoluzione dei problemi dei detenuti, faccio un esempio, ora capita spesso, anzi.....routine quotidiana, che il detenuto chieda all'agente di sezione qualsiasi tipo di aiuto per risolvere i suoi problemi......e l'agente cerca sempre di movimentarsi per dare una mano al carcerato, prima invece il detenuto veniva sempre non considerato e trattato solo come prigioniero a tutti gli effetti, questo anche se poteva sembrare uno scrollarsi di dosso i problemi era invece un'arma a doppio taglio, infatti la tensione cresceva, i detenuti stavano male e la confusione, il casino, le lamentele, le proteste, la violenza erano all'ordine del giorno.
Poi dici bene, a certi detenuti non è permesso di lavorare, innazitutto loro entrano in una graduatoria per poterlo fare, anzianità di galera, condotta ecc... è ovvio che uno che crea problemi ed è considerato un soggetto non buono, uno che ha molti rapporti non verrà mai messo a lavorare, con certi soggetti ci vuole sempre il polso duro, questo è un dato di fatto, ma in linea di massima non si sta poi così male in generale, la maggior parte dei detenuti sono abbastanza rispettosi posso dire, i casi disperati in percentuale sono meno, ovvio che più è grande il numero dei detenuti più la percentuale e il numero dei rompi scatole anche se meno della maggioranza è sempre elevato.
Per quanto riguarda la questione immigrati, prima di cominciare questo lavoro anche io pensavo quanto fosse problematico ecc..., ma col senno di poi posso dire che ci sono alcuni "nostri paesani ospiti" a cui bisogna a volte stare più all'occhio che agli immigrati, che cercano più di fregarti, che creano anche più problemi in determinate situazioni, quindi non pensate che lavorare in una sezione con tutti italiani sia sempre positivo, anzi!!!

Celinico
05-01-13, 13: 57
Ma infatti non penso affatto che lavorare con gli italiani sia meglio che lavorare con gli extracomunitari. Non mi piace generalizzare e quindi non lo faccio mai. Semplicemente si parlava del fatto che moltissimi sono gli extracomunitari nelle carceri, molte sono le problematiche dovute al sovraffollamento. Per ridurre il sovraffollamento quindi potrebbe essere utile fare in modo che ognuno di noi sconti la pena nella nazione di "residenza". E' stata una proposta di qualche parlamentare, ma adesso non ricordo chi. Da persona "esterna" ai fatti chiedo: sarebbe positivo?

8izilop
05-01-13, 22: 25
Le soluzioni sono diverse e facilmente attuabili, manca la volontà.
Inizio col dire che basterebbe applicare le leggi che già esistono, dal divieto di accompagnare in Istituto gli arrestati in attesa della direttissima, divieto che molte volte con "l'ingegno" delle altre forze di polizia e con il benestare di P.M. viene spesso aggirato alla non concessione di alcuni benefici quali la c.d. svuota carcere e/o alle misure alternative alla detenzione.
Infine basterebbe trovare altre soluzioni al carcere per chi commette un reato "lieve" soprattutto se si è incensurato.

Celinico
06-01-13, 01: 48
Un arrestato magari in flagranza di reato, dove dovrebbe essere portato? In una qualche cella di sicurezza all'interno di qualche caserma? E se a compiere l'arresto è un agente della PolPen?

A_N_T_O_N_Y
06-01-13, 12: 25
sì ogni posto di polizia o dei cc ha delle camere di sicurezza, nel caso lo fa la polpen è chiaro che lo si porta direttamente in carcere ma almeno non devi gestire anche gli arrestati delle altre FF.OO.

Celinico
06-01-13, 16: 39
Ed ecco una soluzione. Riguardo invece ai tanti extracomunitari nelle carceri? Cosa ne pensate voi?

altairV
06-01-13, 17: 56
...E se a compiere l'arresto è un agente della PolPen?

Della serie "portiamoci il lavoro a casa"...
A parte la battuta non posso che condividere quanto scritto dal collega 8izilop. Meno "porte girevoli" (da me nel 2012 il record è stato qualche ora di detenzione, dalle DUE di notte fino al mattino che è arrivata la remissione in libertà) e più alternativa allla detenzione in carcere.
Per gli stranieri l'ideale sarebbe detenzione nel paese di origine ma chi si fa carico dei suoi delinquenti che sono in giro per il mondo?

Celinico
06-01-13, 20: 28
Ma si, almeno per quanto mi riguarda: se io della PolPen devo arrestare uno, non mi metto a chiamare altri corpi di polizia, non avrebbe senso, sempre secondo il mio punto di vista. Certo in alcuni casi, PURTROPPO, sarebbe "necessario". In una situazione di emergenza magari il primo numero che fai è il 113 :)

altairV
06-01-13, 20: 45
Stasera da me non ci sono nemmeno abbastanza colleghi per garantire la copertura dei servizi minimi figurarsi per uscire con un mezzo...
113 e/o 112 per necessità.