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Visualizza Versione Completa : Pertinenze private (camerate) all'interno delle caserme: diritti e doveri militari



Zanzottera
29-12-11, 15: 01
Salve a tutti. Sono un Carabiniere in servizio attivo. Qualcuno può indicarmi quale sia la normativa che disciplina la possibilità, da parte di un superiore, di accedere all'interno della mia camerata? Può farlo anche se non ero presente al suo interno? Ed ancora peggio, può permettersi di fare entrare altra gente (tutto il reparto) per mostrare loro la camera? Vivere all'interno di una caserma non può certamente ledere i diritti garantiti dalla Costituzione, o almeno spero! Gradirei conoscere la disciplina in materia, se possibile coi precisi riferimenti normativi che andrò poi a spulciare con calma. Grazie e auguri a tutti.

CRIOPE
01-01-12, 17: 01
Salve a tutti. Sono un Carabiniere in servizio attivo. Qualcuno può indicarmi quale sia la normativa che disciplina la possibilità, da parte di un superiore, di accedere all'interno della mia camerata? Può farlo anche se non ero presente al suo interno? Ed ancora peggio, può permettersi di fare entrare altra gente (tutto il reparto) per mostrare loro la camera? Vivere all'interno di una caserma non può certamente ledere i diritti garantiti dalla Costituzione, o almeno spero! Gradirei conoscere la disciplina in materia, se possibile coi precisi riferimenti normativi che andrò poi a spulciare con calma. Grazie e auguri a tutti.

Collega. Non è questa la sede per discutere di come la gerarchia militare possa adoperarsi. Che essa sia poi socialmente comprensibile o meno. Credimi, non troveresti risposte adeguate e "qualcuno", la cosa potrebbe non piacere.
Ti do due dritte in merito. Tutto ciò che disciplina l'accasermaggio è racchiuso nelle cosiddette "librette", ovvero in quei manuali che in genere si trovano nell'ufficio del comandate, ovvero custodite in altri locali e che vanno dalle normative generali dell'arma, all'uso delle armi ecc. (Dovresti poter trovare anche sul portale Leonardo).
Tu puoi "SEMPRE" visionare una libretta, anzi, i comandanti di compagnia sollecitano a farlo. Ma troverai che la cameretta DEVE essere sempre lasciata aperta (con le prese staccate per evitare corto circuiti; nulla fuori dagli armadi ecc.) e "accessibile" in qualsiasi momento al comandante di stazione, che ha il compito di vigilare e controllare anche la pulizia e l'ordine degli accasermati, nonché del comandante di compagnia/reparto/legione in visita alla caserma. Che tu sia presente o meno. Sul fatto che abbia fatto entrare altri colleghi, ricorda che la cameretta in stazione non è diversa dalla camerata di quando eri al corso: non devi considerarla pertinenza privata. E credimi, tanto di quello che ti è "concesso", è oro in confronto a quello che ti spetterebbe avere e poter fare nella camera. Dagli orari in cui puoi accedervi, a quello che puoi mettervi all'interno ecc.
Diversamente sarebbe se tu usufruissi di un "alloggio di servizio".
Dammi retta, vivi questo periodo di accasermaggio con tranquillità, senza troppe polemiche e magari facendoti narrare dagli appuntati e brigadieri più anziani in quali condizioni umane vivevano loro appena arruolati... :) Vedrai che comprenderai quanto fortunato sei a vivere come fai ora ;)

Buon anno.

wallestein
03-01-12, 20: 22
per cripoe.... purtroppo non hai fornito a zanzottera una corretta informazione, peraltro non certamente con proprietà di linguaggio, confondendo accasermamento con casermaggio, regolamento con libretta, etc.!
Purtroppo hai ancora una visione ristretta di quello che sono i diritti ed i doveri dei militari!
Non è assolutamente vero che nella camerata dove alloggia zanzottera o qualsiasi carabiiere, possono entrare mandrie intere di persone graduate o meno, titolate a farlo o meno!
Esistono diritti di privacy anche in capo a coloro che usufruiscono del posto letto in caserma e doveri anche in capo di coloro che sono preposti al controllo sull'accasermamento dei militari!
Smettiamola con reviviscenza di situazioni al limite della legalità accettati in passato per gretta ignoranza o per necessità, siamo nel 2012!

CRIOPE
04-01-12, 03: 44
per cripoe.... purtroppo non hai fornito a zanzottera una corretta informazione, peraltro non certamente con proprietà di linguaggio, confondendo accasermamento con casermaggio, regolamento con libretta, etc.!
Purtroppo hai ancora una visione ristretta di quello che sono i diritti ed i doveri dei militari!
Non è assolutamente vero che nella camerata dove alloggia zanzottera o qualsiasi carabiiere, possono entrare mandrie intere di persone graduate o meno, titolate a farlo o meno!
Esistono diritti di privacy anche in capo a coloro che usufruiscono del posto letto in caserma e doveri anche in capo di coloro che sono preposti al controllo sull'accasermamento dei militari!
Smettiamola con reviviscenza di situazioni al limite della legalità accettati in passato per gretta ignoranza o per necessità, siamo nel 2012!


Chiedo venia se ho "errato" nello scrivere "accasermaggio" e non "accasermamento" (facendone un minestrone con casermaggio) e se ho utilizzato il popolare e storicamente militaresco termine "libretta" al posto di "pubblicazione" (in breve quel documento che raccoglie le norme concernenti i diversi ambiti tecnici/amministrativi dell'istituzione).

Purtroppo, con tutte le migliori intenzioni che investo nel forum da anni, quando sono a letto con 39 di febbre, nausea, rigetto e dissenteria, la prima cosa che mi abbandona è la proprietà di linguaggio. ( Da notare, spero apprezzerai, come ora che ho riacquistato tale proprietà ho utilizzato il termine "dissenteria" e non "cagarella" o "cagotto". Questo nella speranza di potermi confare a cotanta levatura lessicologica. ;) )

Lasciando perdere le punzecchiature varie ( purtroppo sono permaloso, che posso farci? :( ), se scelgo la via del parlar semplice, oltre che per questioni di tempo e di salute, è perché indifferentemente da quali termini si possono utilizzare in un discorso il succo non cambia... ma può esser bevuto con più facilità! La cara vecchia "libretta" la conosce anche "l'appuntato scelto di 50 anni Calogggero", nonostante la sua "gretta ignoranza".

Detto ciò, non travisare quanto ho scritto, perché non ho mai scritto che il comandante "può entrare con chi vuole nella cameretta". Ho solo scritto di non considerarla pertinenza privata e di viverla come quando frequentava il corso. Le camerette, mi insegnerai, sono soggette a delle norme per la vita interna di caserma... perché al di là dei diritti e doveri universalmente riconosciuti e acquisti alla nascita in quanto esseri umani, da militari siamo soggetti a quel sistema binario che si fonda, da una parte, sulla disciplina militare di corpo e, dall'altra, sulla disciplina di stato giuridico (quest'ultima frase l'ho copiata, lo ammetto :am054). Diversi sono gli interventi da parte dei comandanti di legione, corpo, compagnia (distribuiti fino al livello stazione) che sensibilizzano in merito alle camerette e a quanto è previsto per le stesse.

Non limitarti, dunque, a scrivere che "non è così"... Non limitarti a invocare i diritti irrinunciabili dell'uomo e aiuta il collega spiegandogli il perché e cosa è previsto: quali i suoi diritti e quali i doveri degli organi deputati al controllo delle camere degli accasermati. Ma spiegagli anche che nel momento in cui vorrà contestare al suo comandante, al comandante di compagnia o di corpo una presumibile mancanza di accortezza da parte del controllore, dovrà/potrà trovarsi nella condizione di dover rinunciare a tante di quelle cose che oggi come oggi sono "concesse" (perché siamo soggetti ad un ordinamento che, di tanto in tanto, poco ci differenzia dai Carabinieri Reali di 198 anni fa). Spiegagli che quel televisore, quel computer, quel mobiletto o altra comodità che gli allietano la vita in camera quando finalmente è riuscito a scappare dalle pratiche, potrebbero risultare "non previsti"... e qualcuno deputato al controllo ad un certo punto potrebbe ricordarsene. Spiegagli che la vita di caserma stabilisce, laddove non diversamente specificato, degli orari di sveglia per l'inizio delle operazioni, ad esclusione di chi deve recuperare le ore notturne... (questo non dovrebbe esser cambiato, non mi ricordo sia stato abrogato questo punto del regolamento generale) Che la stanza va lasciata in ordine... che ci sono comandanti di compagnia che ancora parlano delle coperte e delle lenzuola previste.

Invece no... incitiamolo a far valere il diritto di privacy perché il comandante gli è entrato in stanza con dei colleghi durante un controllo o per parlare con il militare interessato... facciamogli fare la guerra, sindacalizziamolo e lasciamo che poi ne paghi le "possibili" conseguenze.

Nell'Arma non servono professori di diritto (questo l'ho imparato da un Brigadiere con la 5^ elementare che reputo al livello di 10 generali di corpo d'armata), le cose si ottengono e si fanno valere con i dovuti modi, i dovuti tempi e con i termini più adeguati.
Per quanto ne sappiamo il collega potrebbe essere ancora in ferma volontaria, ti senti davvero di consigliargli la via della "polemica" (e preciso che non uso il termine polemica per attribuire valore negativo al "far valere i propri diritti") nei confronti di un comandante che scriverà le sue note caratteristiche fino al servizio permanente? Che dovrà gestire i suoi servizi, i suoi riposi, le sue licenze? Tu fai come ritieni opportuno... ma io non mi sento di indirizzarlo a questo atteggiamento.

Zanzottera, se e quando avrai occasione, prendi il tuo comandante in disparte, magari con il sorriso e dietro ad un caffé... e senza esporgli la Dichiarazione universale dei diritti umani, cerca di fargli capire che per tua sensibilità non vedi molto opportuno che entri con altri militari nella tua stanza... I rapporti gerarchici nelle stazioni sono difficili, perché a lungo andare, dato anche il numero ristretto dei componenti la stazione, si mescolano a quelli umani e si smarrisce di fatto l'assetto militare... ma rimangono pur sempre rapporti gerarchici. Per gestirli occorre un approccio metodico e, qualche volta, il compromesso con con quelli che riteniamo "irrinunciabili" diritti.

wallestein
04-01-12, 13: 58
Chiedo venia se ho "errato" nello scrivere "accasermaggio" e non "accasermamento" (facendone un minestrone con casermaggio) e se ho utilizzato il popolare e storicamente militaresco termine "libretta" al posto di "pubblicazione" (in breve quel documento che raccoglie le norme concernenti i diversi ambiti tecnici/amministrativi dell'istituzione).

Purtroppo, con tutte le migliori intenzioni che investo nel forum da anni, quando sono a letto con 39 di febbre, nausea, rigetto e dissenteria, la prima cosa che mi abbandona è la proprietà di linguaggio. ( Da notare, spero apprezzerai, come ora che ho riacquistato tale proprietà ho utilizzato il termine "dissenteria" e non "cagarella" o "cagotto". Questo nella speranza di potermi confare a cotanta levatura lessicologica. ;) )

Lasciando perdere le punzecchiature varie ( purtroppo sono permaloso, che posso farci? :( ), se scelgo la via del parlar semplice, oltre che per questioni di tempo e di salute, è perché indifferentemente da quali termini si possono utilizzare in un discorso il succo non cambia... ma può esser bevuto con più facilità! La cara vecchia "libretta" la conosce anche "l'appuntato scelto di 50 anni Calogggero", nonostante la sua "gretta ignoranza".

Detto ciò, non travisare quanto ho scritto, perché non ho mai scritto che il comandante "può entrare con chi vuole nella cameretta". Ho solo scritto di non considerarla pertinenza privata e di viverla come quando frequentava il corso. Le camerette, mi insegnerai, sono soggette a delle norme per la vita interna di caserma... perché al di là dei diritti e doveri universalmente riconosciuti e acquisti alla nascita in quanto esseri umani, da militari siamo soggetti a quel sistema binario che si fonda, da una parte, sulla disciplina militare di corpo e, dall'altra, sulla disciplina di stato giuridico (quest'ultima frase l'ho copiata, lo ammetto :am054). Diversi sono gli interventi da parte dei comandanti di legione, corpo, compagnia (distribuiti fino al livello stazione) che sensibilizzano in merito alle camerette e a quanto è previsto per le stesse.

Non limitarti, dunque, a scrivere che "non è così"... Non limitarti a invocare i diritti irrinunciabili dell'uomo e aiuta il collega spiegandogli il perché e cosa è previsto: quali i suoi diritti e quali i doveri degli organi deputati al controllo delle camere degli accasermati. Ma spiegagli anche che nel momento in cui vorrà contestare al suo comandante, al comandante di compagnia o di corpo una presumibile mancanza di accortezza da parte del controllore, dovrà/potrà trovarsi nella condizione di dover rinunciare a tante di quelle cose che oggi come oggi sono "concesse" (perché siamo soggetti ad un ordinamento che, di tanto in tanto, poco ci differenzia dai Carabinieri Reali di 198 anni fa). Spiegagli che quel televisore, quel computer, quel mobiletto o altra comodità che gli allietano la vita in camera quando finalmente è riuscito a scappare dalle pratiche, potrebbero risultare "non previsti"... e qualcuno deputato al controllo ad un certo punto potrebbe ricordarsene. Spiegagli che la vita di caserma stabilisce, laddove non diversamente specificato, degli orari di sveglia per l'inizio delle operazioni, ad esclusione di chi deve recuperare le ore notturne... (questo non dovrebbe esser cambiato, non mi ricordo sia stato abrogato questo punto del regolamento generale) Che la stanza va lasciata in ordine... che ci sono comandanti di compagnia che ancora parlano delle coperte e delle lenzuola previste.

Invece no... incitiamolo a far valere il diritto di privacy perché il comandante gli è entrato in stanza con dei colleghi durante un controllo o per parlare con il militare interessato... facciamogli fare la guerra, sindacalizziamolo e lasciamo che poi ne paghi le "possibili" conseguenze.

Nell'Arma non servono professori di diritto (questo l'ho imparato da un Brigadiere con la 5^ elementare che reputo al livello di 10 generali di corpo d'armata), le cose si ottengono e si fanno valere con i dovuti modi, i dovuti tempi e con i termini più adeguati.
Per quanto ne sappiamo il collega potrebbe essere ancora in ferma volontaria, ti senti davvero di consigliargli la via della "polemica" (e preciso che non uso il termine polemica per attribuire valore negativo al "far valere i propri diritti") nei confronti di un comandante che scriverà le sue note caratteristiche fino al servizio permanente? Che dovrà gestire i suoi servizi, i suoi riposi, le sue licenze? Tu fai come ritieni opportuno... ma io non mi sento di indirizzarlo a questo atteggiamento.

Zanzottera, se e quando avrai occasione, prendi il tuo comandante in disparte, magari con il sorriso e dietro ad un caffé... e senza esporgli la Dichiarazione universale dei diritti umani, cerca di fargli capire che per tua sensibilità non vedi molto opportuno che entri con altri militari nella tua stanza... I rapporti gerarchici nelle stazioni sono difficili, perché a lungo andare, dato anche il numero ristretto dei componenti la stazione, si mescolano a quelli umani e si smarrisce di fatto l'assetto militare... ma rimangono pur sempre rapporti gerarchici. Per gestirli occorre un approccio metodico e, qualche volta, il compromesso con con quelli che riteniamo "irrinunciabili" diritti.

E quindi gli diciamo: "statti zitto subisci in silenzio(perchè il dialogo ormai dopo un intervento del genere del suo comandante non sarà auspicabile o forse era già interrotto prima, perchè altrimenti sarebbe stato lui stesso a farlo verso il dipendente!) perchè nella nostra istituzione i diritti devono essere calpestati per permettere a qualcuno di esercitare un potere illegittimamente e a te di poterti accendere la tv in camera!
Questo concetto(sottratto ai principi di legalità) è quello che ha purtroppo permesso nell'Arma che si creassero tutte quelle situazione per cui il malessere monta ogni giorno sempre di più!
Bisogna invece che i giovani siano consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri(che a volte non sono neanchè previsti ma formatisi da usanze non regolamentate e solamente supposte) e sul principio di legalità ed efficacia su cui si basa, oltre che tutto l'ordinamento giuridico, anche l'azione "diuturna" dell'Arma!
Cosa ne può pensare un giovane, peraltro idealizzato ai fini della sudditanza, quando la sua formazione e i suoi ideali impattano con una realtà diversa ove vige la ritorsione più spavalda fondata anche sull'illegittimità?
O che quello non è il suo posto, oppure che deve adeguarsi come hai suggerito per il così detto "quieto vivere", facendo un torto alla propria coscienza e al popolo italiano che crede ancora all'Arma della trasparenza e degli ideali!
Si potrebbe ancora andare per ore avanti a sondare le cause e gli effetti dei regolamenti "interna corporis" che sono documenti al pari di circolari e che nella gerarchia delle fonti sono all'ultimo gradino della scala, ma è sufficinete concordare che una norma della "libretta" davanti ad un diritto previsto costituzionalmente non ha una minima possibilità di accoglimento.
Per cui alla fine chi dovrebbe risolvere il problema dovrebbe essere la comunità(i colleghi presenti al fatto) che non si sarebbe dovuta prestare ad un simile vile atto(vile perchè fatto, come sembra ad giovane "alle prime armi")ed avrebbe dovuto segnalare la vicenda ai superiori per escludere "la vittima" da possibili ritorsioni e vedere riaffermato ogni diritto violato dello stesso.
Ma purtroppo per chi conosce bene l'Arma sa che esistono armenti di conileoni che magari spalleggerebbero il superiore piuttosto il collega vilipeso dal comportamento del primo!
Se passa dunque il primo assioma ci troveremo con un altro individuo che rinfoltisce la schiera dei conileoni, se invece privilegiamo il secondo magari ci troveremo un carabiniere punito o perseguitato, da uno scellerato e vendicativo superiore, ma sicuramente un cittadino in uniforme che riesce a tutelare i suoi e i diritti della gente di cui è al servizio!

ale66
04-01-12, 14: 51
Io preferisco essere tutelato da chi con intelligenza sa ponderare la situazione e agisce di conseguenza, il collega Criope ha dato un eccellente consiglio, spero che il richiedente ne prenda coscienza.

itchy
04-01-12, 16: 21
Appoggio in pieno il pensiero di Criope e il suo consiglio di agire con "diplomazia". Innanzitutto parto dal presupposto che spesso (naturalmente magari non è questo il caso...non lo sappiamo)...dietro il paravento della "privacy" si nascondono coloro che non sono in regola o hanno qualcosa da nascondere oh, senza pensare a comportamenti illeciti (sia penalmente che disciplinarmente), mi riferisco anche a coloro che sono particolarmente disordinati e tengono il letto a mo' di cuccia :)
Personalmente, finchè sono stato accasermato, non ho mai avuto niente da ridire (e ci mancherebbe...) che qualche superiore in visita entrasse nella mia camerata, anche perchè ho sempre cercato di mantenerla in ordine e pulita, e non l'ho mai considerata strettamente privata come se fosse casa mia dove posso fare i miei comodi...in dieci anni mai avuto un problema! Dove facevo servizio prima la porta non l'ho mai chiusa (la Stazione era piccola e veramente non mi è mai passato per la mente di chiuderla...) mentre dove sono stato accasermato dopo la chiudevo perchè la Caserma era invece molto grande e con molti militari, ma in quel caso sono sempre stato disponibile a lasciarla aperta in occasione di visite o ispezioni (avvenute quasi tutte mentre io nemmeno c'ero).
E giustamente Criope fa anche notare che spesso ci si fossilizza sui nostri diritti, ma ci si dimentica dei doveri (vedi ad esempio mantenere il posto letto pulito e in ordine....), ma questo non vuol dire abbassare la testa e subire passivamente tutte le angherie dei superiori, bensì mettersi in condizione di non avere nulla da farsi rilevare, non prestare il fianco o appigli ad un superiore che vuole a tutti i costi farci delle rimostranze (ad esempio la televisione in camera che, da COM - art. 745 - non è possibile tenere e quindi potrebbe risultare "non prevista").

wallestein
04-01-12, 18: 17
Purtroppo, è già l'avevo sottolineato prima, è l'ignoranza o la supponenza che ci fanno misconoscere i nostri diritti e permettono ad altri di offuscarli anche con arroganza e viltà!
L'art. che citi è il 745 del Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare e non del Codice dell'ordinamento militare e se avessi letto bene ti saresti accorto:
a) per i CC non è applicabile ai sensi del comma 2 dello stesso articolo(riserva per CC e Gdf);
b) in ogni caso non è questa la norma che prevede la limitazione a detenere apparecchi elettrici in camerata, perchè non si desume dall'articolato che apparecchi solo riceventi non possono essere detenuti(sempre che ne sia fatto espresso divieto dei superiori). L'interesse tutelato dalla norma in parola è quello della sicurezza della struttura, mentre quella pertinente al divieto di detenere apparecchi elettrici ha la finalità di contenimento delle spese e di giustificazione degli oneri erariali della struttura militare.
Quindi se ancora nel 2012 si tira in ballo il giustificazionismo più retrogrado per nascondere l'assenza di coraggio nell'esporre e riaffermare quelli che sono i principali diritti(quale quello almeno alla propria privacy e intimità, ma soprattutto quello alla propria dignità, mortificata inutilmente nel caso di specie) allora l'Arma dei CC sarà ancora fra 200 anni quella in cui si può far credere al personale tutto e il contrario di tutto!
Non è assecondando questi atti di vigliaccheria(perchè di questo si tratta) del superiore, facendolo rientrare in un contesto di normale e consolidata sopportazione istituzionalizzata o di "diplomazia" dell'occasione che si migliorerà la qualità della vita in caserma e nell'istituzione!
Auguri!

CRIOPE
04-01-12, 18: 30
"Ed ecco intanto scoprirsi da trenta o quaranta mulini da vento, che si trovavano in quella campagna; e tosto che don Chisciotte li vide, disse al suo scudiere: «La fortuna va guidando le cose nostre meglio che noi non oseremmo desiderare. Vedi là, amico Sancio, come si vengono manifestando trenta, o poco più smisurati giganti? Io penso di azzuffarmi con essi, e levandoli di vita cominciare ad arricchirmi colle loro spoglie; perciocché questa è guerra onorata, ed è un servire Iddio il togliere dalla faccia della terra sì trista semente. — Dove, sono i giganti? disse Sancio Pancia. — Quelli che vedi laggiù, rispose il padrone, con quelle braccia sì lunghe, che taluno d'essi le ha come di due leghe. — Guardi bene la signoria vostra, soggiunse Sancio, che quelli che colà si discoprono non sono altrimenti giganti, ma mulini da vento, e quelle che le paiono braccia sono le pale delle ruote, che percosse dal vento, fanno girare la macina del mulino. — Ben si conosce, disse don Chisciotte, che non sei pratico di avventure; quelli sono giganti, e se ne temi, fatti in disparte e mettiti in orazione mentre io vado ad entrar con essi in fiera e disugual tenzone.» Detto questo, diede de' sproni a Ronzinante, senza badare al suo scudiere, il quale continuava ad avvertirlo che erano mulini da vento e non giganti, quelli che andava ad assaltare".



Auguri a te Wallestein! Io, la guerra, la faccio a chi delinque per le strade... per il cittadino... non per me stesso.

wallestein
04-01-12, 18: 42
“Chi porta il paraocchi, si ricordi che del completo fanno parte il morso e la sferza”
(Stanislaw J. Lec)

Io la guerra l'ho già fatta dentro e fuori, per me e per gli altri che non potevano o non volevano e ne porto fieramente i segni!

ale66
04-01-12, 20: 25
Non ci resta che attendere quale linea di pensiero l'utente Zanzottera seguirà..... se mai si farà sentire.

alpacinn
05-01-12, 10: 46
credo che l'utente wallestein non abbia tutti i torti........

Chiodo
05-01-12, 11: 32
Credo che in tutte le cose, debba regnare innanzitutto le regole e in secondo luogo il buon senso.

Se il signor Zanzottera farà presente tutto quel giro di parole e regole interne con tanto di..."
"statti zitto subisci in silenzio(perchè il dialogo ormai dopo un intervento del genere del suo comandante non sarà auspicabile o forse era già interrotto prima, perchè altrimenti sarebbe stato lui stesso a farlo verso il dipendente!) " posso assicurare che sarà un gioco al massacro. Perchè il comandante sarà "cazziato" da un inferiore di grado e a sua volta lui sarà più rigido con Zanzottera per qualsiasi altra cosa riguardante l'ambito lavorativo. Bisogna valutare se "il gioco vale la candela".

GIULIUS
05-01-12, 12: 12
Appoggio in pieno il pensiero di Criope e il suo consiglio di agire con "diplomazia". Innanzitutto parto dal presupposto che spesso (naturalmente magari non è questo il caso...non lo sappiamo)...dietro il paravento della "privacy" si nascondono coloro che non sono in regola o hanno qualcosa da nascondere oh, senza pensare a comportamenti illeciti (sia penalmente che disciplinarmente), mi riferisco anche a coloro che sono particolarmente disordinati e tengono il letto a mo' di cuccia :)
Personalmente, finchè sono stato accasermato, non ho mai avuto niente da ridire (e ci mancherebbe...) che qualche superiore in visita entrasse nella mia camerata, anche perchè ho sempre cercato di mantenerla in ordine e pulita, e non l'ho mai considerata strettamente privata come se fosse casa mia dove posso fare i miei comodi...in dieci anni mai avuto un problema! Dove facevo servizio prima la porta non l'ho mai chiusa (la Stazione era piccola e veramente non mi è mai passato per la mente di chiuderla...) mentre dove sono stato accasermato dopo la chiudevo perchè la Caserma era invece molto grande e con molti militari, ma in quel caso sono sempre stato disponibile a lasciarla aperta in occasione di visite o ispezioni (avvenute quasi tutte mentre io nemmeno c'ero).
E giustamente Criope fa anche notare che spesso ci si fossilizza sui nostri diritti, ma ci si dimentica dei doveri (vedi ad esempio mantenere il posto letto pulito e in ordine....), ma questo non vuol dire abbassare la testa e subire passivamente tutte le angherie dei superiori, bensì mettersi in condizione di non avere nulla da farsi rilevare, non prestare il fianco o appigli ad un superiore che vuole a tutti i costi farci delle rimostranze (ad esempio la televisione in camera che, da COM - art. 745 - non è possibile tenere e quindi potrebbe risultare "non prevista").

Quoto assolutamente quanto scritto da Itchy, si parla di una Caserma militare e non di un' abitazione privata.

wallestein
05-01-12, 12: 32
Quoto assolutamente quanto scritto da Itchy, si parla di una Caserma militare e non di un' abitazione privata.

Secondo questo assunto anche quando sei in bagno devi lasciare aperta la porta e permettere che una mandria di scalmanati, con a capo il comandante di reparto, controlli se la posizione assunta sia conforme alle regole(quelle sue, perchè non rilevabili da alcun testo interno o generale!) e che il sottoprodotto non non debordi dalla cironferenza del water!
Ma per favore!

GIULIUS
05-01-12, 13: 04
Nel bagno esiste una forma di privacy insindacabile, quindi non fà testo.

itchy
06-01-12, 10: 02
L'utente che ha posto il questito non è stato molto specifico sulle modalità con cui questa presunta "intrusione" è avvenuta...per quello che ne sappiamo noi può essere avvenuta sia durante una normale visita di ispezione programmata (e magari l'utente era in licenza...) oppure effettivamente per vessare o deridere il povero militere senza alcun motivo preciso, oppure ancora perchè il nostro eroe ha effettivamente qualcosa "fuori posto" (ribadisco, senza entrare nel merito di infrazioni disciplinari o comportamenti illeciti....magari semplicemente tiene la camera a mo' di stalla, con il letto-cuccia, i panni stesi sulle corda tirate da un armadio all'altro, i piatti sporchi sulla scrivania, il bue e l'asinello che pascolano e chi più ne ha più ne metta) e in quel caso il Comandante ha portato altri militari per far constatare loro la situazione. Ripeto, non sappiamo come è andata, quindi un' ipotesi vale l'altra!
Ciò detto, penso anche che, però, il Comandante non sia un sadico o un matto (oh, può anche essere....ne ho viste di tutti i colori :) anche se sinceramente non ho mai visto gente che ispezionava le camerate tanto per...quando lo facevano i motivi c'erano sempre....) a cui piace portare in gita una mandria di scalmanati a visitare le camere della caserma perchè non ha niente di meglio da fare, e quindi se fosse vera questa situazione non mi venite a dire dei diritti del militare, della privacy, della dignità e tutte queste cose sacrosante: PRIMA mi metto in condizione di non aver nulla da farmi rilevare, POI protesto perchè la mia privacy è stata violata!
Ma ribadisco ancora: finchè non sappiamo come sono andate le cose non possiamo nè protestare perchè la privacy del militare è stata violata nè parteggiare per il Comandante che ha ispezionato la cameretta.

AlfaUno
07-01-12, 00: 04
sempre e con orgoglio W i Corpi ad ordinamento civile.
Informati bene e scoprirai che anche per le forze di polizia ad ordinamento civile ("speciale" = simil militare) gli alloggi collettivi sono soggetti a regole le quali per esempio impongono che non puoi portarci ospiti, non puoi modificarne l'arredamento, non puoi adoperare elettrodomestici diversi dall'abatjour in dotazione e soprattutto è possibile che qualcuno venga incaricato di controllare acchè le suddette regole vengano rispettate.
Confondete l'alloggio di servizio dato a personale sposato (nel quale portare la famiglia, insomma) con quello collettivo dato al personale accasermato!!!

Amos
22-05-13, 11: 48
Buongiorno a tutti,
mi inserisco in questa discussione poiché credo sia la più pertinente con l'informazione di cui ho bisogno.

Sto faticosamente cercando, proprio la "libretta" di cui sopra. Concernente le "Norme Per la Vita Di Caserma". (nel mio caso E.I.)
So che normalmente consiste in un documento custodito dal comandante di compagnia nel proprio ufficio, in passato ho avuto modo di consultarlo. Purtroppo recentemente, è cambiato il suddetto comandante, ed il suo successore non permette la consultazione del testo.

A prescindere da quest'ultimo dettaglio, avrei necessità di sapere quanto riguarda gli orari di pernotto/libera uscita e la possibilità di ricevere visite in caserma (previ dovuti accertamenti, riconoscimenti ed autorizzazioni, naturalmente.) per il personale VFP4. In particolare nell'eventualità in cui la struttura della caserma non dispone di un locale predisposto ("parlatorio").

Anticipatamente Grazie.