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Visualizza Versione Completa : la ''Rete Radio Montana'' per le comunicazioni-radio in montagna



siluc
01-06-11, 12: 28
Ciao a tutti,
volevo presentare a tutti gli appassionati di montagna, di escursionismo e alpinismo e di tutte le altre attività praticate in zone montene e boscose, un Progetto nazionale che stiamo portando avanti da Marzo 2008 e che ora sta prendendo piede velocemente: la Rete Radio Montana.

Il Progetto propone l'unificazione di un canale radio di libero uso a livello nazionale, sul quale scambiarsi informazioni operative come ad esempio le condizioni meteo, lo stato dei sentieri e delle vie ferrate e le condizioni del manto nevoso, per aumentare la sicurezza delle vite umane in montagna e nei boschi, durante le attività outdoor.

Vi rimando direttamente al sito-internet ufficiale: www.radioinmontagna.it (http://www.radioinmontagna.altervista.org/)

I nostri numeri ad oggi:
- Nel Seg. MOBILE (escursionisti, alpinisti, etc. etc.) contiamo 227 utenze alle quali è stato assegnato il nominativo radio di identificazione.
- Nel Seg. FISSO contiamo 16 Stazioni Fisse (tra cui un Rifugio Montano) in ascolto-radio

Il "funzionamento" è descritto nelle seguenti pagine con esempi grafici:
- http://www.radioinmontagna.altervista.org/tipo_coll/coll_diretto.php
- http://www.radioinmontagna.altervista.org/tipo_coll/tramite_link_nazionale.php



Io faccio parte del Coordinamento Nazionale, e rimango a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento :)


ATTENZIONE
L'amministratore ha autorizzato la pubblicazione dei link, in quanto trattasi di sito di pubblica utilità non a scopo di lucro.

soccorritore
01-06-11, 20: 08
Fondamentalmente non ho mai compreso per quale motivo la ITU non abbia mai previsto una porzione di frequenze per la sicurezza in montagna, similarmente a quelle previste per la sicurezza in mare. In questo modo si sarebbe potuto dedicare una ben precisa tipologia di apparati radio, magari in gamma VHF, sia fissi che portatili e consentire di evitare apparati per usi generici/hobbystici quali quelli operanti a 27, 433 e 446 MHz. Il progetto è senza dubbio interessante, ma, dal mio punto di vista, troppo soggetto a interferenze da parte di persone che nulla hanno a che vedere con la sicurezza in montagna. Inoltre, data la ridotta potenza di trasmissione degli apparati PMR la vedo complessa una rete efficiente in condizioni atmosferiche anche avverse. Comunque, fin tanto che si rimane nei termini della normativa di settore (Dlgs 259/2003) c'è libertà d'uso del mezzo radioelettrico anche per iniziative certamente volte alla salvaguardia delle persone.

siluc
03-06-11, 00: 46
Fondamentalmente non ho mai compreso per quale motivo la ITU non abbia mai previsto una porzione di frequenze per la sicurezza in montagna, similarmente a quelle previste per la sicurezza in mare. In questo modo si sarebbe potuto dedicare una ben precisa tipologia di apparati radio, magari in gamma VHF, sia fissi che portatili e consentire di evitare apparati per usi generici/hobbystici quali quelli operanti a 27, 433 e 446 MHz. Il progetto è senza dubbio interessante, ma, dal mio punto di vista, troppo soggetto a interferenze da parte di persone che nulla hanno a che vedere con la sicurezza in montagna. Inoltre, data la ridotta potenza di trasmissione degli apparati PMR la vedo complessa una rete efficiente in condizioni atmosferiche anche avverse. Comunque, fin tanto che si rimane nei termini della normativa di settore (Dlgs 259/2003) c'è libertà d'uso del mezzo radioelettrico anche per iniziative certamente volte alla salvaguardia delle persone.

Esatto, è proprio questo il motivo per cui è nato il Progetto... Spero che fra qualche anno si riesca ad ottenero una sorta di Canale 16 VHF (nautico) ma destinato alle attività montane...

Le interferenze le arginiamo in gran parte impostando il codice CTCSS 16 al canale, quindi solo le persone che impostano un tono subaudio di 114.8 Hz riceverebbero le comunicazioni destinate agli "utenti della montagna"; è raro che un normale utilizzatore del PMR imposti proprio il canale 8/16 (si solito si mantiene sull 8/00 o 8/01, ad esempio).

Per ovviare alla "portata limitata" dei PMR446 il progetto vuole il maggior numero di persone su un unico canale, come ad esempio capita con il canale 5 CB dei camionisti; in questo caso, più persone saranno sintonizzate su questo canale maggiori saranno le possibilità di contatto... Ma comunque in montagna si raggiungono con apparati originali/omologati i 40/50 km senza problemi con comunicazioni prive di disturbi... Ovviamente se c'è una montagna nel mezzo, la comunicazione sarà negativa! Quindi la rete funzionerà primariamente in modalità "punto-punto" (http://www.radioinmontagna.altervista.org/tipo_coll/coll_diretto.php) ... Inoltre stiamo sperimentando un sistema che nella RRM abbiamo chiamato "Link Nazionale" (http://www.radioinmontagna.altervista.org/tipo_coll/tramite_link_nazionale.php) che utilizza dei punti di accesso radio (nodi o gateway) collegati simultaneamente tra loro tramite internet (protocollo voIP)... Ma sinceramente come tipologia di collegamento primaria preferiamo il "punto-punto" (coll. diretto).

Purtroppo gli apparati "di libero uso" sono solamente i CB, gli LPD e i PMR446, pertanto per rimanere nella legalità dobbiamo necessariamente impiegare unicamente questi =)

soccorritore
05-06-11, 12: 50
L'uso di subtoni certamente aiuta la "selettività" di ascolto delle comunicazioni, filtrando tutto ciò che non interessa. Ma aver avuto una assegnazione "ad hoc" di frequenze sarebbe stato certamente l'ideale in quanto non solo ci sarebbero stati apparati dedicati, sia fissi che portatili, con una potenza di trasmissione anche di 5 watt o più, ma anche la possibilità di vedere un ulteriore sviluppo per il passaggio in digitale, dove ogni apparto deve essere necessariamente configurato con un nominativo di identificazione (questo vale sia a livello "civile" che radioamatoriale, con il DSTAR). Certamente ti ricorderai del soccorso effettuato, per una assoluta causalità, da un radioamatore ticinese che era in ascolto sulle frequenze PMR: http://www.youtube.com/watch?v=4ch3kIdRoeA.

siluc
05-06-11, 13: 44
L'uso di subtoni certamente aiuta la "selettività" di ascolto delle comunicazioni, filtrando tutto ciò che non interessa. Ma aver avuto una assegnazione "ad hoc" di frequenze sarebbe stato certamente l'ideale in quanto non solo ci sarebbero stati apparati dedicati, sia fissi che portatili, con una potenza di trasmissione anche di 5 watt o più, ma anche la possibilità di vedere un ulteriore sviluppo per il passaggio in digitale, dove ogni apparto deve essere necessariamente configurato con un nominativo di identificazione (questo vale sia a livello "civile" che radioamatoriale, con il DSTAR). Certamente ti ricorderai del soccorso effettuato, per una assoluta causalità, da un radioamatore ticinese che era in ascolto sulle frequenze PMR: http://www.youtube.com/watch?v=4ch3kIdRoeA.


Infatti fra qualche anno, se le persone "aderenti" al Progetto ma soprattutto le persone che appoggiano l'idea saranno in numero sufficiente, spero si riesca a richiedere al Ministero una frequenza ad-hoc per la montagna, come già accade in Svizzera, Valle d'Aosta e l'Alta Savoia (Francia) con il Canale E (http://www.regione.vda.it/protezione_civile/canale_e_i.asp) (Echo / Emergenza sulla 161.300 MHz).

ivvene
05-06-11, 15: 04
per quel che ne so il CCRS gia' dispone di frequenza ministeriale vhf civile che linka dai pmr per il soccorso in montagna. Ti consiglio di interfacciarti con loro per evitare inutili doppioni e confondere gli utenti della montagna.

siluc
05-06-11, 15: 43
per quel che ne so il CCRS gia' dispone di frequenza ministeriale vhf civile che linka dai pmr per il soccorso in montagna. Ti consiglio di interfacciarti con loro per evitare inutili doppioni e confondere gli utenti della montagna.

Non credo che la RRM sia un doppione di questo CCRS... http://www.ccrs.eu/progetti.html

ivvene
05-06-11, 17: 41
Neanche io lo credo, nel senso che non so chi abbia avuto l'idea prima, ho solo consigliato di interfacciarsi per evitare doppioni. Nella pagina che hai correttamente segnalato e' chiaramente riportato: "[...]Inoltre ci stiamo battendo da due anni e quindi ancor prima di aprire l'Associazione per fare in modo che il Ministero delle Comunicazioni adibisca una frequenza per il soccorso unica cosi come già accade in mare per le attività su terra ferma dedicata a chi per lavoro per attività ludiche o sportive ecc si trovi in boschi sulle montagne o comunque in tutte quelle zone ove i cellulari non possono garantire la sicurezza in quanto non vi è sicurezza di copertura [..]"
E tu hai scritto precedentemente "[...] spero si riesca a richiedere al Ministero una frequenza ad-hoc per la montagna[...]"

siluc
05-06-11, 23: 39
Neanche io lo credo, nel senso che non so chi abbia avuto l'idea prima, ho solo consigliato di interfacciarsi per evitare doppioni. Nella pagina che hai correttamente segnalato e' chiaramente riportato: "[...]Inoltre ci stiamo battendo da due anni e quindi ancor prima di aprire l'Associazione per fare in modo che il Ministero delle Comunicazioni adibisca una frequenza per il soccorso unica cosi come già accade in mare per le attività su terra ferma dedicata a chi per lavoro per attività ludiche o sportive ecc si trovi in boschi sulle montagne o comunque in tutte quelle zone ove i cellulari non possono garantire la sicurezza in quanto non vi è sicurezza di copertura [..]"
E tu hai scritto precedentemente "[...] spero si riesca a richiedere al Ministero una frequenza ad-hoc per la montagna[...]"

Si si si, esatto... Provvederemo poi a prendere contatti con il CCRS =)

basilischio
06-06-11, 22: 04
Credo che lo scopo di questa discussione non sia tanto il trattare come bisognerebbe adattare la mormativa vigente a questa iniziativa, ma rendere edotte il maggior numero di persone che prossimamente si recheranno in vacanza sui monti.
Per poter sfruttare un servizio occorre conoscerlo, non a livello tecnico, ma a livello pratico, cioè cosa può fare uno sprovveduto con una ricetrasmittente. Su che canale la deve impostare, quale tono, che informazioni può ricevere, se è necessario avere un nominativo ecc...

73 da IK5MEI

ivvene
06-06-11, 23: 44
Visto che ormai la stragrande maggioranza di sentieri montani sono segnalati ai due capi(inizio e fine) da cartelli in legno che indicano la durata in ore e minuti, troverei interessante se sul palo fosse posta una semplice targhetta per quei sentieri che percorrono zone coperte da radioascoltatori per la ricezione di sos; del tipo

"PASSO DELLA GAZZELLA STORTA
difficolta': media
tempo: 2h 30m
dislivello: 800 metri
radioascolto da: giugno a settembre
PMR: canale 8 Subtono 16"

siluc
07-06-11, 01: 39
Credo che lo scopo di questa discussione non sia tanto il trattare come bisognerebbe adattare la mormativa vigente a questa iniziativa, ma rendere edotte il maggior numero di persone che prossimamente si recheranno in vacanza sui monti.
Per poter sfruttare un servizio occorre conoscerlo, non a livello tecnico, ma a livello pratico, cioè cosa può fare uno sprovveduto con una ricetrasmittente. Su che canale la deve impostare, quale tono, che informazioni può ricevere, se è necessario avere un nominativo ecc...

73 da IK5MEI

Quoto il tutto; prima di tutto l'importante è il passa-parola per far aumentare il numero di persone in montagna equipaggiate con apparati PMR446, per aumentare le possibilità di contatto radio!



Visto che ormai la stragrande maggioranza di sentieri montani sono segnalati ai due capi(inizio e fine) da cartelli in legno che indicano la durata in ore e minuti, troverei interessante se sul palo fosse posta una semplice targhetta per quei sentieri che percorrono zone coperte da radioascoltatori per la ricezione di sos; del tipo

"PASSO DELLA GAZZELLA STORTA
difficolta': media
tempo: 2h 30m
dislivello: 800 metri
radioascolto da: giugno a settembre
PMR: canale 8 Subtono 16"

In alcune zone dove in portata radio ci fosse almeno una "stazione fissa" (http://www.radioinmontagna.altervista.org/seg_fisso/cosa_e.php) operativa, la "copertura" della RRM è segnalata con appositi cartelli standard appesi su bacheche, lungo i sentieri e presso i rifugi (messi dopo aver chiesto l'autorizzazione per l'affissione al proprietario/gestore).

Un esempio effettivo è quello della Conca del Prà nel comune di Bobbio Pellice in provincia di Torino, dove è operativo il Rifugio "Willy Jervis" (la new-entry del Segmento Fisso della RRM --> http://www.radioinmontagna.altervista.org/terminali/piemonte.php#015 ). Nella zona stanno provvedendo ad appendere presso il rifugio e lungo i sentieri di zona i cartelli standard della RRM, dato che il rifugio è in ascolto sull' 8/16 tramite un apparato radio PMR446.

basilischio
07-06-11, 15: 49
Quoto il tutto; prima di tutto l'importante è il passa-parola per far aumentare il numero di persone in montagna equipaggiate con apparati PMR446, per aumentare le possibilità di contatto radio!

............

Mi tocca fare la parte dell'ignorante in materia e mi metto nei panni del primo che viene qui a leggere e non sa nemmeno cosa sia una ricetrasmittente e pongo la prima domanda:

cos'è un apparato PMR446 e dove si acquista? (((Mi raccomando niente pubblicità gratuita)))

siluc
07-06-11, 16: 00
Mi tocca fare la parte dell'ignorante in materia e mi metto nei panni del primo che viene qui a leggere e non sa nemmeno cosa sia una ricetrasmittente e pongo la prima domanda:

cos'è un apparato PMR446 e dove si acquista? (((Mi raccomando niente pubblicità gratuita)))

Un apparato PMR446 (PMR = Personal Mobile Radio) è una radio rice-trasmittente operante nella banda di frequenza dei 446 MHz; gli 8 canali di cui dispone sono spartiti tra i 446,000 e i 446,100 MHz in questo modo:

Canale | rispettiva Frequenza radio (MHz)
[1] 446.00625
[2] 446.01875
[3] 446.03125
[4] 446.04375
[5] 446.05625
[6] 446.06875
[7] 446.08125
[8] 446.09375

Questi apparati radio sono di libero-uso (non bisogna essere in possesso di licenze o patenti varie) ma per regolarizzarsi con la legge è necessario presentare una "dichiarazione di inizio attivià" e il pagamento annuo di euro 12,oo da versare al Ministero.

I modelli più economici ma poco performanti sono acquistabili nei supermercati e nei centri commerciali (quelli che solitamente riportano "portata 5 km" etc. etc.), mentre i modelli più performanti (semiprofessionali e professionali) sono venduti nei negozi di elettronica o specializzati in apparati radio ricetrasmittenti e accessori.

In questa pagina è riportata la normativa vigente e la procedura passo-passo per la regolarizzazione: http://www.radioinmontagna.altervista.org/apparati_rtx/normativa.php

basilischio
07-06-11, 16: 32
Un apparato PMR446 (PMR = Personal Mobile Radio) è una radio rice-trasmittente operante nella banda di frequenza dei 446 MHz; gli 8 canali di cui dispone sono spartiti tra i 446,000 e i 446,100 MHz in questo modo:

Canale | rispettiva Frequenza radio (MHz)
[1] 446.00625
[2] 446.01875
[3] 446.03125
[4] 446.04375
[5] 446.05625
[6] 446.06875
[7] 446.08125
[8] 446.09375

Questi apparati radio sono di libero-uso (non bisogna essere in possesso di licenze o patenti varie) ma per regolarizzarsi con la legge è necessario presentare una "dichiarazione di inizio attivià" e il pagamento annuo di euro 12,oo da versare al Ministero.

I modelli più economici ma poco performanti sono acquistabili nei supermercati e nei centri commerciali (quelli che solitamente riportano "portata 5 km" etc. etc.), mentre i modelli più performanti (semiprofessionali e professionali) sono venduti nei negozi di elettronica o specializzati in apparati radio ricetrasmittenti e accessori.

In questa pagina è riportata la normativa vigente e la procedura passo-passo per la regolarizzazione: http://www.radioinmontagna.altervista.org/apparati_rtx/normativa.php

Ma non è un controsenso, vista anche la debole potenza, essere di libera vendita è "pretendere" una regolarizzazione di cui al negozio o supermercato nessuno fa menzione?
Se uso l'apparato sennza questa regolarizazione, visto ne nessuno ne è informato, a cosa vado incontro.

siluc
07-06-11, 16: 48
Ma non è un controsenso, vista anche la debole potenza, essere di libera vendita è "pretendere" una regolarizzazione di cui al negozio o supermercato nessuno fa menzione?
Se uso l'apparato sennza questa regolarizazione, visto ne nessuno ne è informato, a cosa vado incontro.

Effettivamente sono certo che la stragrande maggioranza delle persone che acquista questi apparati nei supermercati o nei c.c. non paghi il canone perchè appunto non viene mai spiegata/indicata la "storia" dei 12 euro; probabilmente i controlli da parte delle autorità saranno praticamente assenti e pertanto nessuno viene mai "beccato", ma la Legge Italiana questo detta... Credo comunque che si vada incontro ad una salata multa, ma sinceramente non so esattamente a quanto ammonta; per quanto riguarda la senzione, passo pertanto la parola ad eventuali radioamatori o persone che ne siano a conoscenza...

basilischio
07-06-11, 17: 03
In una confezione di uno di questi apparati obbistici a basso, prodotto o importato da una ditta italiana trovo scritto:

L'uso di questao apparato può essere soggetto a restrizioni nazionali (per l'uso in Italia è richiesta l'autorizzazione generale come da D.L. 259 del 01-08-03 art.99 comma 3. All 25 art. 36)

Certo che in quanto a chiarezza c'è ben poco........ chissà in quanti leggono quel trafiletto relegato (per non dire nascosto) in un angolo della confezione.

siluc
07-06-11, 17: 09
In una confezione di uno di questi apparati obbistici a basso, prodotto o importato da una ditta italiana trovo scritto:

L'uso di questao apparato può essere soggetto a restrizioni nazionali (per l'uso in Italia è richiesta l'autorizzazione generale come da D.L. 259 del 01-08-03 art.99 comma 3. All 25 art. 36)

Certo che in quanto a chiarezza c'è ben poco........ chissà in quanti leggono quel trafiletto relegato (per non dire nascosto) in un angolo della confezione.

Esatto, nei supermercati/cc succederà praticamente sempre questo... Bene o male invece nei negozi di elettronica o specializzati in apparati radio viene quasi sempre detto questo (ovviamente non mancano le eccezioni). =)

basilischio
07-06-11, 17: 24
Ho cercato di vedere cosa dice l'art.99 sopra citato e tutti i riferimenti.
Non è cosa semplice.
Qui trovate in versione integrale il Decreto Legislativo 1 agosto 2003, n. 259
"Codice delle comunicazioni elettroniche"
http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/03259dl.htm

soccorritore
08-06-11, 01: 02
L'art. 99 del decreto legislativo nr. 259 del 1° agosto 2003 prevede esclusivamente una sanzione amministrativa in caso di omesso versamento di quei famosi 12 euro... Ma sfido qualunque operatore che non sia appartenente alla specialità di polizia postale a redigere un verbale per il mancato possesso della ricevuta di pagamento e relativa raccomandata di invio della richiesta di autorizzazione generale. Poi se ci mettiamo anche che gli Ispettorati Territoriali del ministero dello sviluppo economico classificano come "fastidio" tutto ciò che attiene il settore amatoriale / hobbystico del servizio radioelettrico il quadro è completo. La mia autorizzazione generale di stazione è un foglio di carta A4 frutto di fotocopia multipla con tre annotazioni a penna e un timbro... Per inciso, se gli Ispettorati si potessero liberare anche della seccatura di organizzare le sessioni di esami per la patente di radioamatore, penso lo farebbero volentieri. Alcune volte ho avuto notizia di sessioni che slittavano perché il numero di candidati era giudicato non sufficiente a giustificare la riunione della commissione d'esame, disattendendo quanto previsto dall'art. 4 comma 2° dell'allegato nr. 26 al codice delle comunicazioni elettroniche.

Per di più in Italia si vendono in forma telematica persino apparati importati dal mercato USA che trasmettono con 5 watt da 462 a 467 MHz; il venditore sta a posto con la coscienza perché ti avvisa (in carattere molto piccolo, ovviamente) che sono apparati non utilizzabili in trasmissione sul territorio della repubblica italiana. Detto chiaramente: da quando il servizio di specialità di polizia postale è concentrato sulle comunicazioni telematiche, nel settore RT si vende e si usa praticamente di tutto. Quei pochi interventi nel settore RT sono compiuti per esigenze di istituto, a seguito di denunce da parte dei ligittimi assegnatari di porzioni di frequenze.

siluc
08-06-11, 09: 19
L'art. 99 del decreto legislativo nr. 259 del 1° agosto 2003 prevede esclusivamente una sanzione amministrativa in caso di omesso versamento di quei famosi 12 euro... Ma sfido qualunque operatore che non sia appartenente alla specialità di polizia postale a redigere un verbale per il mancato possesso della ricevuta di pagamento e relativa raccomandata di invio della richiesta di autorizzazione generale. Poi se ci mettiamo anche che gli Ispettorati Territoriali del ministero dello sviluppo economico classificano come "fastidio" tutto ciò che attiene il settore amatoriale / hobbystico del servizio radioelettrico il quadro è completo. La mia autorizzazione generale di stazione è un foglio di carta A4 frutto di fotocopia multipla con tre annotazioni a penna e un timbro... Per inciso, se gli Ispettorati si potessero liberare anche della seccatura di organizzare le sessioni di esami per la patente di radioamatore, penso lo farebbero volentieri. Alcune volte ho avuto notizia di sessioni che slittavano perché il numero di candidati era giudicato non sufficiente a giustificare la riunione della commissione d'esame, disattendendo quanto previsto dall'art. 4 comma 2° dell'allegato nr. 26 al codice delle comunicazioni elettroniche.

Per di più in Italia si vendono in forma telematica persino apparati importati dal mercato USA che trasmettono con 5 watt da 462 a 467 MHz; il venditore sta a posto con la coscienza perché ti avvisa (in carattere molto piccolo, ovviamente) che sono apparati non utilizzabili in trasmissione sul territorio della repubblica italiana. Detto chiaramente: da quando il servizio di specialità di polizia postale è concentrato sulle comunicazioni telematiche, nel settore RT si vende e si usa praticamente di tutto. Quei pochi interventi nel settore RT sono compiuti per esigenze di istituto, a seguito di denunce da parte dei ligittimi assegnatari di porzioni di frequenze.

Anche perchè la Polizia Postale in questi anni credo sia occupata per crimini ben più gravi, quali pedofilia, pedopornografia, etc. etc. via internet.

basilischio
08-06-11, 19: 51
A parte ciò che fa o non fa la Postale, non ho più la testa per mettermi a spulciare articoli di legge. Da una sommaria lettura dell'art.99 mi pare che tutto sia riferito ad installazione ed esercizio di reti ecc... quindi presumo che il privato cittadino che detiene un PRM446 sia esente da qualsiasi sanzione.

Il comma uno dice:1. L'attività di installazione di reti ed esercizio di reti o servizi di comunicazioni elettroniche ad uso privato e' libera ai sensi dell'articolo 3, fatte salve le condizioni stabilite nel presente Titolo ecc....
L'art 3 recita: 1. Il Codice garantisce i diritti inderogabili di libertà delle persone nell'uso dei mezzi di comunicazione elettronica ecc..
Il comma 3 dell'art. 99 indica: 3. L'attività di installazione ed esercizio di reti o servizi di comunicazione elettronica ad uso privato, fatta eccezione di quanto previsto al comma 5, e' assoggettata ad una autorizzazione generale che consegue alla presentazione della dichiarazione di cui al comma 4.
Comma 5 art. 99: 5. Sono in ogni caso libere le attività di cui all'articolo 105, nonche' la installazione, per proprio uso esclusivo, di reti di comunicazione elettronica per collegamenti nel proprio fondo ecc...
L'art. 105 dice: Art. 105 - Libero uso
1. Sono di libero uso le apparecchiature che impiegano frequenze di tipo collettivo, senza alcuna protezione, per collegamenti a brevissima distanza con apparati a corto raggio, compresi quelli rispondenti alla raccomandazione CEPT/ERC/REC 70-03, tra le quali rientrano in particolare:

------------------------

Nel caso specifico gli appartenenti che compongono la 'Rete Radio Montana' sono tenuti alla comunicazione di inizio attività e al pagamento dei 12 €.

Attenzione: questa è solo una mia opinione.
A mio parere una persona che se ne va in giro in montagna con un PRM446 non è tenuto a pagare la quota, in quanto di per se, non appartiene alla Rete finquando non comunica con essa. Nel momento in cui comunica con la rete, potrebbe essere ritenuto facente parte della rete, ed il discorso si complica e diventa ambiguo, in quanto la necessità di comunicare non è prevedibile, ma solo condizionata da una situazione di emergenza.

(((Mah!!!.... qualche fesseria l'ho detta sicuramente))))

siluc
08-06-11, 21: 43
A parte ciò che fa o non fa la Postale, non ho più la testa per mettermi a spulciare articoli di legge. Da una sommaria lettura dell'art.99 mi pare che tutto sia riferito ad installazione ed esercizio di reti ecc... quindi presumo che il privato cittadino che detiene un PRM446 sia esente da qualsiasi sanzione.

Il comma uno dice:1. L'attività di installazione di reti ed esercizio di reti o servizi di comunicazioni elettroniche ad uso privato e' libera ai sensi dell'articolo 3, fatte salve le condizioni stabilite nel presente Titolo ecc....
L'art 3 recita: 1. Il Codice garantisce i diritti inderogabili di libertà delle persone nell'uso dei mezzi di comunicazione elettronica ecc..
Il comma 3 dell'art. 99 indica: 3. L'attività di installazione ed esercizio di reti o servizi di comunicazione elettronica ad uso privato, fatta eccezione di quanto previsto al comma 5, e' assoggettata ad una autorizzazione generale che consegue alla presentazione della dichiarazione di cui al comma 4.
Comma 5 art. 99: 5. Sono in ogni caso libere le attività di cui all'articolo 105, nonche' la installazione, per proprio uso esclusivo, di reti di comunicazione elettronica per collegamenti nel proprio fondo ecc...
L'art. 105 dice: Art. 105 - Libero uso
1. Sono di libero uso le apparecchiature che impiegano frequenze di tipo collettivo, senza alcuna protezione, per collegamenti a brevissima distanza con apparati a corto raggio, compresi quelli rispondenti alla raccomandazione CEPT/ERC/REC 70-03, tra le quali rientrano in particolare:

------------------------

Nel caso specifico gli appartenenti che compongono la 'Rete Radio Montana' sono tenuti alla comunicazione di inizio attività e al pagamento dei 12 €.

Attenzione: questa è solo una mia opinione.
A mio parere una persona che se ne va in giro in montagna con un PRM446 non è tenuto a pagare la quota, in quanto di per se, non appartiene alla Rete finquando non comunica con essa. Nel momento in cui comunica con la rete, potrebbe essere ritenuto facente parte della rete, ed il discorso si complica e diventa ambiguo, in quanto la necessità di comunicare non è prevedibile, ma solo condizionata da una situazione di emergenza.

(((Mah!!!.... qualche fesseria l'ho detta sicuramente))))

Sinceramente non ci capisco molto di leggi&normativa... Credo che se si detiene un apparato PMR446 è perchè lo usi per comunicare (e l'obiettivo del Progetto questo vuole, non solo comunicare in caso di emergenza); credo quindi che sia corretto inviare il modulo e pagare i 12 euro di canone al Ministero =)

basilischio
08-06-11, 22: 38
IL discorso emergenza era messo come caso limite.

Giusto nel rispetto della normativa, così mi poare di capire, il punto è l'appartenenza ad una rete, quindi possiamo dire che ci possono essere due tipologie di utenza.
La prima quella facente parte della rete a cui viene assegnato un identificativo univoco, ed in qualche modo registrato, che ovviamente deve versare la quota.
La seconda, quella che non ha nessun identificativo e ne va a giro per le montagne con il portatile, anche per comunicare con un proprio compagno cioè un uso strettamente privato/personale.

Ora bisognerebbe capire se un appartenente alla seconda tipologia, nel momento in cui, per qualsiasi necessità, comunica occasionalmente con un appartenente alla prima categoria, viola qualche punto della normativa.
Questo in considerazione della cattiva informazione che viene fornita in fase di acquisto di quelle apparecchiature, non per la mera questione economica.

siluc
08-06-11, 23: 20
IL discorso emergenza era messo come caso limite.

Giusto nel rispetto della normativa, così mi poare di capire, il punto è l'appartenenza ad una rete, quindi possiamo dire che ci possono essere due tipologie di utenza.
La prima quella facente parte della rete a cui viene assegnato un identificativo univoco, ed in qualche modo registrato, che ovviamente deve versare la quota.
La seconda, quella che non ha nessun identificativo e ne va a giro per le montagne con il portatile, anche per comunicare con un proprio compagno cioè un uso strettamente privato/personale.

Ora bisognerebbe capire se un appartenente alla seconda tipologia, nel momento in cui, per qualsiasi necessità, comunica occasionalmente con un appartenente alla prima categoria, viola qualche punto della normativa.
Questo in considerazione della cattiva informazione che viene fornita in fase di acquisto di quelle apparecchiature, non per la mera questione economica.

Il fatto è che la "Rete Radio Montana" è una rete "ufficiosa" ma non "ufficiale" e quindi riconosciuta; bisognerebbe capire la legge cosa intende per Rete. Il fatto è che i PMR446 sono destinati al solo uso "privato/personale" (vedi l'acronimo PMR che appunto significa Private Mobile Radio); con la RRM si vuole utilizzare la radio per lo scambio di informazioni operative (riconducibili però ad attività "private / personali"), pertanto credo sia corretto stando alle regole pagare i 12 euro =) I.M.H.O.

basilischio
09-06-11, 10: 12
Ho trovato questo:
Art. 36
Attività in banda cittadina

1. Per ciascuna stazione CB, indipendentemente dal numero degli apparati, l'interessato versa un contributo annuo, compreso l'anno in cui e' stata presentata la dichiarazione di cui all'articolo 145 del Codice, di euro 12,00 complessivi a titolo di rimborso dei costi sostenuti dal Ministero per le attività di vigilanza, verifica e controllo.

Art. 37
Attività assimilate a quella in banda cittadina

1. Per attività assimilate a quella svolta in banda cittadina si intendono:
a) i servizi che fanno uso di apparati tipo PMR 446;
b) le attività di telemetria, telecontrollo e telemisure esercitate nella banda 436,000-436,100 MHz, come stabilito nel piano nazionale di ripartizione delle frequenze.

2. Per le attività di cui al comma 1 l'interessato, indipendentemente dal numero degli apparati, versa un contributo annuo, compreso l'anno a partire dal quale l'autorizzazione generale decorre, di euro 12,00 a titolo di rimborso dei costi sostenuti dal Ministero per le attività di cui all'articolo 1, comma 1.

Credo che il "cavillo" sia proprio nello stabilire quando da comunicazione persone diventa comunicazione di rete o servizio.
Se non vado errato, per rete si intende un'insieme di apparecchiature interconnesse fra di loro che hanno un identificativo prestabilito (rintracciabile), che possono offrire un servizio o meno, rispettivamente rete a carattere pubblico e privato.
Come ad esempio la rete dei radiamatori, la rete radio montana ecc..., che offrono un servizio pubblico e quella di una azienda tipo vigilanza, che offre un servizio privato. Quindi presummo che per ritenersi appartenente ad una rete occorre farne parte con determinate caratteristiche.

Da privato, non avendo indicativo assegnato, non faccio parte di alcuna rete, ma sfrutto solo un "servizio" che viene erogato da una rete.

Ora non vorrei essere frainteso, nel senso che non venga data per scontato la registrazione a radio montana.

Ovvio che il pagare la quota annuale sollevi da qualsiasi "cavillo".

siluc
09-06-11, 10: 39
Ho trovato questo:

Credo che il "cavillo" sia proprio nello stabilire quando da comunicazione persone diventa comunicazione di rete o servizio.
Se non vado errato, per rete si intende un'insieme di apparecchiature interconnesse fra di loro che hanno un identificativo prestabilito (rintracciabile), che possono offrire un servizio o meno, rispettivamente rete a carattere pubblico e privato.
Come ad esempio la rete dei radiamatori, la rete radio montana ecc..., che offrono un servizio pubblico e quella di una azienda tipo vigilanza, che offre un servizio privato. Quindi presummo che per ritenersi appartenente ad una rete occorre farne parte con determinate caratteristiche.

Da privato, non avendo indicativo assegnato, non faccio parte di alcuna rete, ma sfrutto solo un "servizio" che viene erogato da una rete.

Ora non vorrei essere frainteso, nel senso che non venga data per scontato la registrazione a radio montana.

Ovvio che il pagare la quota annuale sollevi da qualsiasi "cavillo".

Quoto il tutto! Ovviamente però, solamente un numero molto ristretto di persone ha accesso al database dei Nominativi Radio, pertanto solo quelle posse persone possono quindi "rintracciare" l'untente! I radioamatorei hanno il nominativo registrato ufficialmente e assegnato dal ministero; le nostro assegnazioni del nominativo sono invece ufficiose per noi ma non riconosciute dal Ministero. Chiudendo la questione "amministrativa", versiamo questi 12 euro l'anno, appunto per "sollevarsi da qualsiasi cavillo" =)

basilischio
09-06-11, 11: 52
Il riconoscimento avviene nel momento in cui il ministero non si oppone alla realizzazione della rete, ed anche se i nominativi non sono riconosciuti/registrati o pubblici il fatto stesso del pagamento della quota li rende rintracciabili....ma ora mettiamo da parte l'argomento "legale".

Ora che sono a conoscenza di questo servizio reso da radio montana, acquisto un portatile e che ci faccio? Con chi comunico?
Potresti spiegare in parole semplici cosa occorre sapere per fare le cose con correttezza.

siluc
09-06-11, 12: 13
Per effettuare le comunicazioni si utilizzerà un "linguaggio" o meglio una "fraseologia standard", che sarà semplice, essenziale (le comunicazioni dovranno essere brevi: 20 secondi al massimo, meglio se di durata media interno ai 10 secondi) e chiara. Nel nostro sito è stata proposta una specie di guida contenente le procedure da adottare per "convenzionarsi" con il resto delle persone che utilizzano la RRM:

http://www.radioinmontagna.altervista.org/apparati_rtx/procedure.php

Ovviamente ci si identificherà tramite il Nominativo Radio di identificazione che è stato rilasciato (gratuitamente) dal Coordinamento Nazionale della RRM; una volta giunti in "zona operazioni" è necessario effettuare una chiamata generale per conoscere qual è la situazione nell'area circostante, ovvero per sapere se qualche altro utente si trovi in ascolto radio sul canale 8/16; se qualcuno vi risponderà richiedete quindi una prova radio sempre utilizzando il vostro identificativo radio... Se si è a conoscenza della presenza nelle vicinanze di una Stazione Fissa (o Rifugio) è necessario contattarlo e richiedere anche ad essi una prova radio.

In qualsiasi caso, potrete utilizzare l' 8/16 come canale radio per la sicurezza e lo scambio di qualsiasi tipologia di informazione a carattere operativo.

Qualsiasi terminale del Seg. FISSO (Stazione Fissa, Rifugio, etc.) ha accesso al database dove potrà verificare a chi appartiene il nominativo radio di identificazione.

ivvene
09-06-11, 13: 55
i 12 euro vanno pagati per l'uso della radio, perche' non sono un canone ma un contributo per i controlli.

siluc
09-06-11, 23: 47
i 12 euro vanno pagati per l'uso della radio, perche' non sono un canone ma un contributo per i controlli.

In effetti è vero; l'articolo cita "per sostenere i costi [... etc. etc. ...]" ;-)