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Visualizza Versione Completa : Ne vale ancora davvero la pena?



AndreaZ91
28-05-11, 14: 16
Salve a tutti.
Vorrei fare una semplice domanda, ma preferirei per favore che ha rispondere siano solo appartenenti.
Questo quesito è posto da un ragazzo di 19 anni, che in procinto di dare la maturità, avrebbe dopo intenzione di tentare i concorsi per le FF.OO. Conosce alcuni appartenenti, e si informa molto sulla situazione in generale del comparto Sicurezza. Si considera, insomma, molto informato.

La domanda è...ne vale ancora la pena, di provare ad entrare?

P.S. Informazione in più. Il domandante ha fatto il Liceo ed è portato per le materie umanistiche. SOLO PER QUELLE. Quindi, se andasse all'università, finirebbe nella facoltà dei disoccupati per eccellenza. E con questo non voglio evocare il mantra "posto fisso stipendio sicuro", solamente mettere le mani avanti per prevenire frasi tipo "fai l'Ingegnere che rende di più".

Lascio la palla a voi, agenti, ispettori, ufficiali.

tatoo
28-05-11, 14: 38
Secondo me se sei intelligente e hai voglia di studiare la mia risposta è NO se invece vuoi provare ad entrare impegnati a superare i concorsi ma ricordati... meglio guardarsi dentro e capire cosa si vuole fare nella vita che poi prendere una delusione!
Ciao e in bocca al lupo!

Blushield
28-05-11, 15: 12
E' un tipo di domanda che, in varie forme, torna spesso ad essere postata in questo forum.
Facendo un po' il riassunto delle risposte date di volta in volta, e del mio personale modo di pensare, affermo con convinzione che vedo troopo spesso ragazzi "in balia delle onde"...senza una meta fissa. E' giusto ambire ad un lavoro sicuro e ci mancherebbe altro, ma ritengo che oggi forse più di ieri manca una cosa fondamentale nella mentalità di chi vuole inserirsi nel mondo del lavoro in generale: un obbiettivo.
All'età di 19 deve ssereci un obbiettivo da raggiungere, che se anche non è certo e chiaro al 100%, almeno deve occupare una parte importante della metalità di un uomo (a 19 non si è più ragazzini); almeno un'idea, anche se non ancora compiutamente formata, dobbiamo averla. Se un ragazzo ha la voltà di entrare nelle FF.OO., quindi ha già un'idea abbastanza chiara in mente, si deve adoperare al massimo delle proprie possibilità per raggiungere detto obbiettivo, ma così vale per qualsiasi altra figura professionale, che va dal medico, all'avvocato, al commercialista, al direttore di banca...etc. etc.
Poi la vita riserva sempre sorprese spesso positive ma ancora più spesso negative, ma se ho provato a raggiungere un obbiettivo e pur impegnandomi al massimo non ci sono riuscito, non avrò nulla da biasimarmi.
Le materie unanistiche alle superiori non sono fondamentali: ho amici architetti che si erano diplomati in ragioneria...medici che si erano diplomati all'istituto d'arte...clloeghi ufficiali laureati in architettura o psicologia.
Tutto dipende dalla volontà di crearsi il prorio futuro e da scelte che a 19 anni devono cominciare ad essere rivolte verso un obbiettivo che si vuole raggiungere.

lupo90
28-05-11, 15: 31
Agganciandomi e quotando in toto l' amico Blushield il ruolo importante lo gioca la motivazione.. Entrare nelle forze dell' ordine è una vocazione a mio parere.. Non dev' essere per forza impartita dai genitori, mio padre è artigiano e mia madre operaia.. Una vocazione che nasce da dentro ognuno di noi.. Conviene poi in futuro svolgerla? Penso sia questa la tua domanda chiave.. E penso che non ci sia la risposta giusta a questa domanda.. Ce ne sono tante.. Non è il solito discorso del posto fisso sicuro e statale, almeno per me e penso anche per te.. Anche perché così tanto sicuro non lo è, almeno per le vite degli operatori che ogni giorno sono in strada.. Il riconoscimento per il lavoro svolto dovrai produrtelo da te.. Non dovrai aspettarti la medaglia d' oro se svolgerai bene la tua professione.. Non dovrai aspettarti i grazie.. Però penso che a chi piace questo lavoro e chi lo svolge abbia quella soddisfazione personale unica.. Certo magari dopo anni potrà scendere, oppure no.. Il discorso è come hai intenzione di intraprenderlo e il riuscire a rinnovarti insieme allo stesso.. Accettando il bene e il male della stessa professione.. Io sono diplomato al liceo Socio-psico- pedagogico.. Quindi io le materie umanistiche le ho scelte.. E mi sono sempre piaciute.. Anche il fare l' agente di polizia, carabiniere è mettere in atto le materie umanistiche.. Il rapportarsi con le persone che non sempre vedono le cose dal tuo punto di vista, avere la pazienza di spiegarle, avere la pazienza di far accettare le nostre azioni agli altri.. Far capire alla gente cosa è sbagliato e cosa non lo è.. Non è una professione facile.. Ci si può anche laureare e poi entrare nelle forze dell' ordini e piano piano avvicinarsi a ciò che più si compete.. Il mondo della polizia e dei carabinieri è vario, presenta diversi aspetti, diverse aree.. E se le soddisfazioni non si hanno da subito, verranno col tempo, basta pazientare.. Se uno ci crede e lo vuole vada per quella strada senza fermarsi al primo ostacolo.. E si realizzerà..

millecentouno
28-05-11, 16: 46
Anche io ero portato per le materie umanistiche. Almeno all'inizio, credevo di voler fare lo psicologo. Ma in realtà nutrivo dentro quella passione fin da piccolo: indossare l'uniforme. E non un'uniforme qualunque, ma quella dell'Arma. Ricordo bene quando, i primi anni di elementari, durante la festa del carnevale mi attaccavo goffamente lungo i pantaloni due righe di nastro adesivo rosso e... mi sentivo un'altra persona.
Un bel po' d'anni sono passati, ora ne ho 24. Faccio il carabiniere, e mi sento - per questo - tra le persone più fortunate al mondo. Non perché sia un mestiere ambito o sicuro, ma semplicemente perché è il mestiere che volevo fare. Era il mio mestiere. Le cose che non vanno ci sono, i bocconi amari si ingoiano, ma finché vive in me la passione le gratificazioni supereranno sempre le delusioni. Amo l'Arma, nonostante i suoi difetti, le sue illogicità. Amo l'Arma perché è l'Arma, è quella che mi faceva sognare da piccolo ed è quella che mi realizza ora che sono grande. Ho un'enorme fortuna, ossia quella di essere riuscito a sposare passione e professione in un'unica soluzione.
Andrea, ne vale la pena se ti rispecchi in ciò che ho appena scritto. Forse, tuttavia, ne varrebbe la pena comunque. Ma oggigiorno vedo tanti giovani che rincorrono solo il titolo di studio... Che rincorrono solo mestieri di-prestigio: medico, avvocato, magistrato, psicologo, imprenditore and Company. Ma non è così che dovrebbe funzionare. E infatti io sono fiero della scelta fatta, e son certo non me ne pentirò mai.

Lima83
28-05-11, 16: 51
Ti risponderò così: se quando vedi un bullo a scuola, assisti ad un reato in strada, vedi qualcuno che soffre per causa di altri senti qualcosa dentro, come un tonfo allo stomaco e ti senti frustrato per non poter fare niente o poter fare troppo poco allora sì...ne vale la pena. E non ci sarà mai stipendio od onoreficenza che potranno eguagliare il senso di appagamento che ti darà aiutare una persona in difficoltà o arrestare un delinquente. Se invece queste mie parole per te sono solo frasi retoriche o vuote lascia perdere e trova un'altra strada.

Ciao

basilischio
28-05-11, 22: 28
Per far bene qualsiasi tipo di lavoro, e ripeto qualsiasi, bisogna essere motivati o "appassionati".
UN lavoro fatto con passione da anche soddisfazione che è quella ce ci fa "innamorare" del lavoro e ci spinge a fare sempre meglio.
Senza una passione o una motivazione valida che di ci da la spinta per far bene il lavoro, saremo soltanto delle persone insoddisfatte che lavorano tanto per lavorare e per portare a casa la busta paga.

QueenBee
28-05-11, 23: 29
so che hai chiesto il parere solo delle persone "addette ai lavori", ma mi prendo la liberta' di risponderti in quanto anche io ho avuto 19 anni e anche io mi sono trovata allo stesso tuo bivio.
come te ero portata per le materie umanistiche, ma in adolescenza ho scelto lo scientifico per il solo scopo di frequentare la "Nunziatella" (e per me studiare greco al classico era impensabile).ovviamente non hanno aperto il concorso alle donne in tempo (non sono nemmeno certa che lo sia adesso, non mi sono piu' informata) e ho continuato a studiare cose che al quinto anno di liceo ho capito non essere per niente adatte a me.onestamente non ci capivo piu' nulla ne' di matematica ne' di fisica.
a 18 anni dunque mi sono ritrovata a scegliere l'universita'. non essendo ferrata in materie scientifiche ho rinunciato ai concorsi nelle accademie e ho scelto una facolta' umanistica (una di quelle inutili, per intenderci, di quelle che dopo non ti daranno lavoro).
finita la triennale e' tornato il dubbio, il bivio. ho ponderato per ben due anni quale fosse la cosa giusta da fare, e un po' per paura un po' per mancanza di convinzione ho scelto di continuare la strada universitaria (sempre nella mia amata materia umanistica inutile).
ora alla fine anche di questo percorso ti diro' di piu', quel bivio quel dubbio e' rimasto, a conferma che forse non era un capriccio, ma una vera vocazione.
vi rinuncio per l'ultima volta nella vita, perche' poi avro' superato tutti i limiti di eta'. vi rinuncio perche' ho scelto serenamente di andare avanti con le scelte gia' fatte e per darmi la possibilita' di farne altre diverse in futuro. ho deciso di servire la mia vocazione in altri modi.
ho qualche anno in piu' di te, ma non saprei darti consigli per fare la scelta giusta. probabilmente dirti che a 19 anni si deve saper scegliere per il futuro e' un'esagerazione, non tutti sono cosi' decisi nella vita e ti capisco.
da quello che vedo, secondo me hai la motivazione giusta e devi provarci. hai 19 anni e se dopo due anni di servizio scopri che non e' la tua vera vocazione, sei giovane e puoi iniziare da zero. non lasciare pero' passare gli anni e arrivare un giorno ad essere fuori dal limite di eta' e pentirti di non aver tentato.
io l'ho fatto, non me ne pento perche' amo ugualmente cio' che faccio e che intendo fare, so come mettere a frutto la mia vocazione nel mio piccolo, ma non nego che la vocina che c'era prima non si e' mai zittita e probabilmente mai lo fara'.

zIz
29-05-11, 09: 55
Anche io voglio risponderti pur non essendo addetto ai lavori ma soltanto perché penso che un punto di vista in più possa solo aiutarti!
Io ho 23 anni e sono al II anno di specialistica in una laurea tutt'altro che inutile...studio Scienze Strategiche alla "Scuola di Applicazione e Studi Militari dell'Esercito" a Torino, i miei colleghi di facoltà, studenti anche loro, sono gli ormai Tenenti del 188° Corso Fedeltà dell'Accademia Militare di Modena che tra neanche un paio di mesi avranno finito gli impegni accademici e saranno mandati ai reparti.
Ora, al di là dell'iniziale sorpresa che molti proveranno nel leggere queste parole, io sono un normalissimo civile. Uno studente. Un "ragazzo" come tanti che entra ed esce dalla Scuola, sede storica dell'Esercito, insieme a S.Ten, Ten., Cap., Magg,. T. Col. e Colonnelli ogni sacrosanto giorno! I miei professori sono metà civili e metà Uff. Sup. dell'Esercito. Incontro almeno 2 volte l'anno Uff. Generali sia italiani che stranieri che vengono qui alla Scuola per i corsi NATO e di Stato Maggiore.
Mi sono laureato in Criminologia a Bologna e poi mi sono trasferito qui alla specialistica...
E' vero, anche io ho provato a mio tempo: idoneo non vincitore alla nunziatella, non idoneo alla preliminare dell'accademia quando avevo 18 anni (ovviamente non ho mai studiato per il concorso, ero troppo arrogante) e poi ho deciso di investire in una laurea civile da poter potenzialmente spendere nelle FF.AA. come ufficiale Rs.
Eppure devi credermi: io non ho mai un solo attimo di dubbio, so esattamente dov'è la mia vita e so che volendo posso spendere la laurea sia nel privato che eventualmente nel pubblico (concorso da Commissario, da Ufficiale Rs, oppure Allievo Maresciallo CC per poi continuare la carriera...) non ho tentennamenti, sono perfettamente a mio agio nella mia condizione attuale di studente...eppure...
eppure ogni giorno, ogni sacrosanto giorno, oggni fot.utis.imo (scusate lo sfogo) giorno in cui entro a scuola e incrocio dozzine di Ufficiali, alcuni con 2 missioni e 3 o 4 brevetti presi prima di vincere il concorso in Accademia, o quando passo accanto ad un Ten. col basco amaranto...O quando incontro un giovane Cap. paracadutista col basco amaranto, la barba incolta e le mostrine nere come la pece (e credo tu sappia chi siano)...il mio stomaco si chiude...io non te lo so spiegare...è qualcosa di irrazionale, io perdo la cognizione di dove mi trovo e provo solo ad immaginare tutto il mondo fantastico che loro hanno visto e io no, tutte le esperienze che ha unito quei ragazzi, quasi tutti miei coetanei ma con l'aria da uomini vissuti, tutte le cose ancora più emozionanti che ancora devono fare...c'è chi fa 4 sport diversi solo per potenziare il fisico e tentare di diventare incursore, chi al posto dei testi universitari legge riviste di aeronautica perchè diventerà pilota Aves dei Mangusta, chi invece non vede l'ora di lucidare la penna da alpino per presentarsi alle selezioni per il 4° Alpipar...E ad ognuna di queste si aggiunge l'emozione che gli leggo in volto di essere un Ufficiale dell'Esercito Italiano, con tutte le responsabilità che ne derivano...
Ecco...io so che voglio l'uniforme addosso. Io so che a qualunque costo, con qualunque grado e con qualunque incarico, io preferirò sempre poter essere un Militare che un dipendente o dirigente di qualche ministero...la passione, l'orgoglio che sento pulsare fuori dalle tempie quando li incrocio e mi salutano o mi raccontano delle zavorrate o del corso appena fatto, è una sensazione che io voglio provare. Non che io posso. Che io voglio. E' la mia vita, so già che anche se non lo sono ancora, essere un militare è la mia strada, la mia vocazione, il mio sogno chiamalo come ti pare.
Un uomo non è ciò che pensa un uomo è ciò che sente...E te lo dice uno a cui in un periodo di crisi come questo, hanno proposto molti lavori nel settore sicurezza privata, con stipendi che nel giro di pochi anni diventano superiori a quelli di qualsiasi capitano con 10 anni di servizio e indennità da FS.
Se lo senti dentro, se davvero hai i brividi addosso quando li vedi sfilare il 2 Giugno, non devi esitare un solo attimo. Prepara il concorso che ti attira di più e affrontalo per vincere. Non lo fare, non aspettare altri anni a meno che tu non sia assolutamente certo che la vita da civile sia la tua strada. Tenta prima nelle FF.OO. o FF.AA. se senti che può essere la tua strada ma non fare il contrario perchè è una vita che ti chiede gli anni migliori per avere le soddisfazioni più grandi!
Quindi non esitare, prova il concorso (l'accademia non ha paragoni in termini di potenziale di carriera...tanti la pensano diversamente ma non è cosi, tenta l'accademia se vuoi puntare al massimo possibile) e affrontalo per vincerlo...
E poi se dei tipi fighi come i SAS usano come motto "chi osa vince" un motivo ci sarà!!
Ciao a presto!

aspiranteallievo
29-05-11, 10: 13
Ti risponderò così: se quando vedi un bullo a scuola, assisti ad un reato in strada, vedi qualcuno che soffre per causa di altri senti qualcosa dentro, come un tonfo allo stomaco e ti senti frustrato per non poter fare niente o poter fare troppo poco allora sì...ne vale la pena. E non ci sarà mai stipendio od onoreficenza che potranno eguagliare il senso di appagamento che ti darà aiutare una persona in difficoltà o arrestare un delinquente. Se invece queste mie parole per te sono solo frasi retoriche o vuote lascia perdere e trova un'altra strada.

Ciao

Concordo pienamente

Westindias
29-05-11, 12: 10
La domanda è...ne vale ancora la pena, di provare ad entrare?



Se te lo chiedi probabilmente NO!

joenna
29-05-11, 15: 04
Ne vale la pena! Eccome se ne vale la pena!
Ne vale la pena se vuoi impegnarti a cambiare questo schifo di mondo, se vuoi mettere la tua vita al servizio del prossimo e non di te stesso, se sai sacrificarti, se vuoi veder splendere un po' di luce...
Se vuoi entrare... perchè fa figo.. lascia perdere perchè non sarai mai un bravo militare.

lavinia
30-05-11, 00: 16
Ne vale la pena! Eccome se ne vale la pena!
Ne vale la pena se vuoi impegnarti a cambiare questo schifo di mondo, se vuoi mettere la tua vita al servizio del prossimo e non di te stesso, se sai sacrificarti, se vuoi veder splendere un po' di luce...
Se vuoi entrare... perchè fa figo.. lascia perdere perchè non sarai mai un bravo militare.

Mi permetto di dissentire: ho conosciuto persone entrate per caso o per esigenza nella Forza Armata e che ad oggi reputo ottimi militari, stimati dai loro comandanti. E non esiterei a mettere la mia vita nelle loro mani.

Al ragazzo che ha aperto il thread vorrei dire solo una cosa: persegui con tutte le tue forze i tuoi sogni ma non scordare di lasciarti un'altra porta aperta, un piano b nel caso andasse male. Qui si parla della vita e non avere più di una opportunità può essere di nocumento, credimi. Io, mio malgrado e con molto rammarico, oggi ringrazio di non aver lasciato l'università per i concorsi.

AlfaUno
30-05-11, 10: 45
La risposta la sai solo tu, nel senso in cui dipende da quanto è forte la tua motivazione, visto che una volta "dentro" colleghi, situazioni e problemi pratici faranno di tutto per farti pensare e dire che non ne vale la pena.
L'unico consiglio che posso darti è, se ne hai la forza di volontà e la costanza, di continuare a studiare in ogni caso: tutto quello che farai con le tue forze contribuirà a costruirti e, perchè no, offrirti qualche altra possibilità nella vita.
Poter scegliere è sempre un bene.

AndreaZ91
31-05-11, 23: 03
Grazie mille a tutti. Ogni tanto una spintarella ci vuole. :)

solocobra
06-06-11, 15: 42
Effettivamente ho molti miei ex compagni di classe che a scuola hanno ripetuto più di una volta, erano totalmente assenti e demotivati per lo studio, diploma regalato con 60 (se ci sono arrivati), che però hanno seguito la loro vocazione e sono entrati nei CC, GDF, PS, CFS,ecc e adesso hanno un posto di lavoro fisso che gli piace e comunque gli permette di farsi una famiglia... a differenza di molti "brillanti" che invece hanno proseguito all'università e ora se lavorano, sono precari e insoddisfatti.