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Visualizza Versione Completa : Eutanasia: siete favorevoli?



soccorritore
19-05-11, 23: 07
Come sapete, recenteemente gli abitanti del cantone di Zurigo hanno respinto le due proposte di modifica della normativa che attualmente consentono all'associazione Dignitas di prtaicare il cosiddetto "suicidio assistito" alle persone che ne facciano richiesta, poichè colpite da malattie ormai incurabili con le attuali conoscenze scientifiche. Colgo l'ocacsione quindi per chiedervi se voi siete favorevoli a tale pratica, quando ormai i medici hanno decretato che nessuna cura è più percorribile e ogni giorno porta unicamente dolore e sofferenze fisiche e psicologiche.
Può essere un diritto dell'essere umano chiedere anche di vedere anticipata la fine della propria vita, anticipando di qualche periodo il termine biologico che comunque subentrerà?
Non essendo credente in alcuna religione io sono favorevole a questa opportunità, anche perché prima di essere posto in essere il "sucidio assistito", la richiesta è vagliata attentamente da una commisione medica indipendente, la quale valuta se realmetnete la patologia è da dichoararsi incurabile. La morte fa parte del ciclo della vita; personalmente ritengo che la medicina possa unicamente ritardare tale evento, ma non lo deve ritardare se la persona non fosse pienamente consenziente soprattutto nei casi in cui la terapia è puramente un piccolo palliativo.

TorciaUmana
19-05-11, 23: 31
Decisamente consenziente dalla notte dei tempi, pur con tutti i crismi del testamento biologico.

---------------------Aggiornamento----------------------------

Interessante, poi, il fatto che diverse persone rivoltesi a Dignitas e Exit hanno successivamente deciso di non usufruire della cosa, dacchè il fulcro residuo è "più che voler tassativamente morire nella situazione terminale X, mi interessa essere sicuro che se crollo di dolore e disperazione non sono lasciato solo contro l' agonia e, nel caso, posso sempre chiedere l' estremo aiuto".

Cittadino
19-05-11, 23: 58
No.

Cihullo
20-05-11, 03: 36
Favorevole al 100%
ognuno è padrone della propria vita.
Anche io,da ateo,non ci vedo nulla di male ;)
Piu che altro mi dispiace per quelle persone che vorrebbero fare questa scelta ma che,a causa di forti paralisi o roba simile,non possono nemmeno FARLO CAPIRE agli altri.

JuliaAlpin
20-05-11, 10: 37
si, però ognuno deve poterlo scegliere prima per sè stesso..non deve esistere che qualcun'altro sceglie per lui. io la vedo così.

nessuno_
20-05-11, 12: 52
La vita ha senso se dignitosa, riguardo l' eutanasia c'è molta incoerenza. Una buona parte dei cattolici (praticanti) può risultare chiaramente in disaccordo, altri potrebbero vedere nell' eutanasia un gesto estremo, immorale ma credo che siamo tutti d' accordo nel credere che nessuna nostra persona cara meriti di soffrire magari sotto i nostri occhi.
Probabilmente chi è contro, non sa cos'è la sofferenza, e mantenere in vita persone che non hanno più una vita è forse un gesto ancora più clamoroso dell' eutanasia, perchè premia l' egoismo di chi è vicino a queste persone.
Sono d' accordo, entro certi limiti e situazioni "gravi" alla possibilità di disporre della propria vita a tal punto da richiedere la morte.

BRYANxFURY
20-05-11, 13: 17
era meglio mettere il sondaggio,comunque anche io favorevole al 100%

facile fare i moralisti e condannare questa pratica fin che si è sani,va detto di no dopo essere stati bloccati aletto da qualche malattia o incidente per 5 o 6 anni,poi si vede chi è cosi a favore della vita,non è vita quella,

ma tanto anche se non la legalizzeranno mai qui la gente continuerà ad andare in svizzera o dove è legale e risolto il problema

Cittadino
20-05-11, 13: 30
La questione non è solo la libera scelta, ma anche la possibilità di ripensamento.

C'è stato un caso in Gran Bretagna.
Una persona più là che qua. I parenti che insistevano, giuravano e spergiuravano che era la volontà del malato che non poteva più esprimersi.
Il medico, caparbio, a forza di insistere era riuscito ad attivare un contatto con questa persona tramite lo sbattere delle palbebre.
Alla fine aveva confermato di aver cambiato idea, non voleva morire, voleva continuare a vivere sia pure in quelle condizioni.


Probabilmente chi è contro, non sa cos'è la sofferenza

Questo è inaccettabile, non devi permetterti di dirlo.

abitcis
20-05-11, 14: 58
se io mi trovassi nello stato che il collega Cittadino ha appena descritto, non esiterei due volte a farmi praticare l'eutanasia...favorevole 100% nessuno può arrogarsi il diritto di negare la possibilità di poterlo fare senza avere conseguenze penali...poi ognuno per carità può non avvalersi di tale facoltà...però almeno averla secondo me è giusto...

Enrico112
20-05-11, 16: 10
Art. 13 della Costituzione: "La libertà personale è inviolabile"..

Se una persona decide di morire e di non vivere attaccata ad una macchina è libera di farlo..

Ma penso che la nostra società sia ancora tropo legata ai principi cattolici per introdurre una legge che permetterebbe l'eutanasia..

Vorrei capire chi è contrario dove trova il diritto di impedire ad una persona di fare ciò che vuole della propria vita.. nessuno può essere contrario a una legge per l'eutanasia: una persona può essere contraria a morire (e in questo caso non farà testamento biologico) ma non può essere contraria al fatto che gli altri lo vogliano fare... nessuno ha questo diritto, ne io, ne noi, ne la Chiesa o lo Stato..

Cittadino, da dove esce questo tuo diritto di decidere sulla vita degli altri?

Arrivederci
Enrico112

basilischio
20-05-11, 16: 17
Tratto da http://www.paramond.it/old/art/0001_sussidifiltro/dir_eco_biennio/cittadino/lemmi/203.htm

EUTANASIA

Dal greco eu ("bene", "buono") e thanatos ("morte"), indica il procurare la morte in modo non doloroso. Il caso si presenta quando un malato, per il quale non vi siano più speranze di guarigione, chiede al medico o a un parente di mettere fine alle sue sofferenze, oppure anche quando l'iniziativa venga presa da chi affretta la morte, ritenendo di intervenire a favore della persona malata. L'eutanasia è rifiutata dalla Chiesa, per la quale nessuno ha il diritto di far cessare la vita, ed è punita dal Codice penale.

In riferimento al testo in neretto e alla parola in rosso vi provoco:
- con quale diritto procurare la morte ? (togliere vita)
- con quale diritto procurare la vita ? (dare la vita, far nascere).

Riflettete prima di rispondere; sono due cose analoghe in cui nella prima si può avere il consenso dell'interessato, ma nella seconda?

Se mi risolvete questa questione voto a favore anche io.

Parlare di sofferenza o come parlare di Star Trek ed i suoi viaggi spaziali. Se non li provi puoi solo immaginarli, ma non saprai mai cosa sono in realtà.

La libertà citata dalla costituzione non è una libertà totale, ma sottoposta a determinate regole, quindi attenzione a non travisare quella frase.

Enrico112
20-05-11, 16: 27
Attenzione però.. a procurare la morte è lui stesso che lo decide.. quindi: con quale diritto violare la libertà di un individuo?
Chi ci da questo diritto?

Ognuno è libero di fare della propria vita ciò che vuole.. non vedo perché ci arroghiamo il diritto di impedire ad una persona di morire..


La libertà citata dalla costituzione non è una libertà totale, ma sottoposta a determinate regole, quindi attenzione a non travisare quella frase.

Non mi pare che tra tali regole compaia il divieto di suicidio..
E poi ancora: art. 32 Costituzione: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. "


In riferimento al testo in neretto e alla parola in rosso vi provoco:
- con quale diritto procurare la morte ? (togliere vita)
- con quale diritto procurare la vita ? (dare la vita, far nascere).

Caspita che domanda... devo ammettere che senza arrampicarmi sugli specchi non saprei proprio rispondere.. ma ci provo: nel secondo caso non si può avere il consenso dell'interessato perché ancora non esiste, sarà lui quando esisterà a scegliere se vivere o morire..

Arrivederci
Enrico112

basilischio
20-05-11, 17: 04
Enrico hai saltato la parola in rosso procurare che è diversa da lasciarsi morire o rifiutare le cure mediche.

----------
Per quanto riguarda il suicidio il codice civile prvede


Dispositivo dell'art. 5 Codice Civile
Fonti → Codice Civile → LIBRO PRIMO - DELLE PERSONE E DELLA FAMIGLIA → Titolo I - Delle persone fisiche (Artt. 1-10)

Gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una diminuzione permanente della integrità fisica (1), o quando siano altrimenti contrari alla legge [c.p. 579], all'ordine pubblico o al buon costume [Cost. 32] (2).

Note

(1) In base a tale principio è ammissibile la donazione del sangue, mentre è vietato il trapianto di cornea di persona vivente, in quanto tale prelievo pregiudicherebbe irrimediabilmente la funzione della vista. La legge n. 458/1967 consente il trapianto del rene, in quanto l'altro rene è sufficiente ad assicurare la funzione di depurazione del sangue. Ai sensi della l. 483/1999, inoltre, è ammesso, in deroga al divieto di cui all'art. 5 c.c., disporre a titolo gratuito di parti di fegato al fine esclusivo del trapianto tra persone viventi.

(2) Non sono, pertanto, ammessi gli atti di disposizione contrari ai principi generali dell'ordinamento (ordine pubblico) e ai precetti morali dominanti in un certo momento storico (buon costume), oltre, naturalmente, quelli espressamente vietati dalla legge. Il soggetto vivente ha, poi, un potere sul proprio (futuro) cadavere in ordine al trattamento da riservare ad esso (sepoltura, cremazione) e alla destinazione a trapianto di determinati organi. La disciplina dei trapianti di organi da cadavere a scopo terapeutico è stata profondamente modificata dalla l. 91/1999; in particolare è ora previsto che i cittadini «sono tenuti a dichiarare la propria libera volontà in ordine alla donazione di organi e di tessuti del proprio corpo successivamente alla morte» e che «la mancata dichiarazione di volontà è considerata quale assenso alla donazione». quindi togliersi la vita e ben più grave di amputarsi una mano. Solo che essendo il soggetto deceduto non è imputabile ne punibile.

---------------

per l'ultima affermazione tieni conto che nonostante in seguito possa decidere, non prima della maggiore età, è costretto a venire al mondo probabilmente contro la sua volontà.

Enrico112
20-05-11, 17: 39
Per quanto riguarda il suicidio il codice civile prvede
(omissis)
quindi togliersi la vita e ben più grave di amputarsi una mano. Solo che essendo il soggetto deceduto non è imputabile ne punibile.


Non vedo però la sanzione, non si tratta di un reato.
E anche se lo fosse.. vai pure ad arrestare il cadavere!

Ci legga bene questa sentenza quando ha tempo: http://download.repubblica.it/pdf/2008/sentenza_eluana.pdf

Vorrei ancora capire se lo Stato, la Chiesa, il Codice Civile, tu od io abbiamo il diritto di decidere sulla volontà delle persone...

Arrivederci
Enrico112

Vamir
20-05-11, 18: 07
Ognuno è libero di fare della propria vita ciò che vuole.. non vedo perché ci arroghiamo il diritto di impedire ad una persona di morire...

Ma allora perchè se io decido di buttarmi da un ponte un poliziotto/carabiniere ha il dovere di impedirmelo?

abitcis
20-05-11, 18: 09
Parlare di sofferenza o come parlare di Star Trek ed i suoi viaggi spaziali. Se non li provi puoi solo immaginarli, ma non saprai mai cosa sono in realtà.


Però scusa Graziano, il "se non li provi puoi solo immaginarli" vale per entrambi le parti...voglio dire favorevoli e contrari.

il "Procurare la morte" secondo me è una definizione errata...sempre a mio parere sarebbe più corretto dire "assistere la morte di una persona"...cosa che in Svizzera (per tornare all'inizio del topic) si fa, forse un po' cinicamente perchè ci si guadagna su questa "assistenza"...questo si...

ora, la questione è:

il soggetto X ha una malattia(allo stato attuale) incurabile, e che anche fosse curabile è ormai al "punto di non ritorno"(ved. paralisi completa) o coma oltre "y" anni, il soggetto in questione, prima di cadere nello stato in cui grava, ha manifestamente espresso(es. tramite una scrittura autenticata da un notaio) che, nel caso si fosse trovato in condizioni simili, "costretto" a una vita assistito dalle macchine, di far cessare le cure e farsi "assistere" al suicidio.

è una considerazione che ha fatto in un momento in cui era sano di mente, e aveva la capacità di intendere e volere...è stata una "libera scelta" in un momento in cui, sapeva che inevitabilmente le cose sarebbero andate in un determinato modo, e vedendo il suo futuro nello stato più avanzato di altri malati come lui, ha deciso così.

Ora, chi siamo noi per decidere se la sua vita debba o non debba cessare?chi più del diretto interessato ha voce in capitolo?si parla di vita, non di altro...non esistono deleghe, esiste solo la propria ferma volonta...e allora perchè negargliela?chi la pensa in un altro modo può benissimo non avvalersi dell'eutanasia..che problema c'è?

---------------------Aggiornamento----------------------------


Ma allora perchè se io decido di buttarmi da un ponte un poliziotto/carabiniere ha il dovere di impedirmelo?

c'è una differenza sostanziale, quì si parla di malattie terminali che implichino una distruzione di facoltà fisiche e/o intellettuali tali da ridurre una persona a un vegetale, non una depressione post-divorzio o comunque una malattia mentale....si parla di cessazione delle più elementari facoltà di una persona(mangiare, dormire, lavorare ecc) non di un periodo di problematiche psichiatriche...a mio parere è differente la cosa...

Hola
20-05-11, 18: 10
Siamo sicuri che l'eutanasia non sia un modo per liberare i parenti del malato dalla sofferenza, più che liberare il malato da una situazione tragica?
Seguendo questo concetto allora anche chi è paralizzato su una sedia a rotelle potrebbe volersi togliere la vita in quanto non ritiene degno per un essere umano stare senza l'uso di arti inferiori...
Chi ci dice che il malato non confidi in quell'unica possibiltà su un milione per tornare a riprendere alcune sue funzionalità motorie o di comunicazione..magari preferisce vedere crescere suo figlio pur restando su un letto il resto della vita con la sola possibilità di parlare piuttosto che non vederlo più...

Io non trovo giusto che sia lo Stato italiano (che dovrebbe difendere la vita in tutte le sue forme) ad avvallare l'eutanasia..altrimenti rendiamo legale anche il suicidio...
Poi non capisco perchè chi non ha mai provato la sofferenza dovrebbe essere contro l'eutanasia..perchè non dovrebbe essere il contrario? quanti di voi che la sostengono hanno staccato la spina al proprio figlio o al proprio padre o madre da poter affermare che sia la cosa giusta da fare? chi decide cosa è giusto o sbagliato?
Perchè l'eutanasia dovrebbe essere giusta ed io (esempio) che sono in sedia a rotelle paralizzato dal tronco in giù che non avrò mai figli non potrò mai più correre non posso togliermi la vita perchè ritengo indegna la mia situazione?

secondo me la cosa è affrontata con troppa leggerezza e anche su questo argomento in Italia (come al solito) si scatenano le tifoserie....

Orange
20-05-11, 18: 12
Al di là del problema morale, nel quale non voglio entrare, vorrei un'informazione.
Sapete che vivo all'estero da molti anni, ma mi sembra di ricordare che "la vita é un bene indisponibile".
E' una cavolata ? Mi ricordo male ?

abitcis
20-05-11, 18: 17
a me sembra che la vita non possa essere considerata un bene...magari sbaglio eh, chiedo solo!

Enrico112
20-05-11, 18: 18
Siamo sicuri che l'eutanasia non sia un modo per liberare i parenti del malato dalla sofferenza, più che liberare il malato da una situazione tragica?
Seguendo questo concetto allora anche chi è paralizzato su una sedia a rotelle potrebbe volersi togliere la vita in quanto non ritiene degno per un essere umano stare senza l'uso di arti inferiori...
Chi ci dice che il malato non confidi in quell'unica possibiltà su un milione per tornare a riprendere alcune sue funzionalità motorie o di comunicazione..magari preferisce vedere crescere suo figlio pur restando su un letto il resto della vita con la sola possibilità di parlare piuttosto che non vederlo più...

Io non trovo giusto che sia lo Stato italiano (che dovrebbe difendere la vita in tutte le sue forme) ad avvallare l'eutanasia..altrimenti rendiamo legale anche il suicidio...
Poi non capisco perchè chi non ha mai provato la sofferenza dovrebbe essere contro l'eutanasia..perchè non dovrebbe essere il contrario? quanti di voi che la sostengono hanno staccato la spina al proprio figlio o al proprio padre o madre da poter affermare che sia la cosa giusta da fare? chi decide cosa è giusto o sbagliato?
Perchè l'eutanasia dovrebbe essere giusta ed io (esempio) che sono in sedia a rotelle paralizzato dal tronco in giù che non avrò mai figli non potrò mai più correre non posso togliermi la vita perchè ritengo indegna la mia situazione?

secondo me la cosa è affrontata con troppa leggerezza e anche su questo argomento in Italia (come al solito) si scatenano le tifoserie....

Rendere legale il suicidio? Perché ora è illegale?? :D:D:D:D

Ascolta, uno è libero di fare ciò che vuole della propria vita, chi sei tu per impedirglielo?
Se un disabile in sedia a rotelle vuole togliersi la vita lo può fare: ed è capitato..

La vita è mia non tua né di basilischio, è non avete alcun diritto di impedirmi di scegliere di smettere di vivere..

Arrivederci
Enrico112

TorciaUmana
20-05-11, 18: 19
Al di là del problema morale, nel quale non voglio entrare, vorrei un'informazione.
Sapete che vivo all'estero da molti anni, ma mi sembra di ricordare che "la vita é un bene indisponibile".
E' una cavolata ? Mi ricordo male ?
Ehm... bene indisponibile?
Sicuro intendessi questo e non, ad esempio, diritto inalienabile?
Chiedo perchè non capisco il senso della tua frase.

Vamir
20-05-11, 18: 24
[/COLOR]c'è una differenza sostanziale, quì si parla di malattie terminali che implichino una distruzione di facoltà fisiche e/o intellettuali tali da ridurre una persona a un vegetale, non una depressione post-divorzio o comunque una malattia mentale....si parla di cessazione delle più elementari facoltà di una persona(mangiare, dormire, lavorare ecc) non di un periodo di problematiche psichiatriche...a mio parere è differente la cosa...

Eh no, se la mia libertà deve essere rispettata lo deve essere sempre, non ci sono libertà di serie A che devono essere rispettate e libertà di serie B che invece possono essere ignorate.

---------------------Aggiornamento----------------------------


Rendere legale il suicidio? Perché ora è illegale?? :D:D:D:D

Ascolta, uno è libero di fare ciò che vuole della propria vita, chi sei tu per impedirglielo?
Se un disabile in sedia a rotelle vuole togliersi la vita lo può fare: ed è capitato..

La vita è mia non tua né di basilischio, è non avete alcun diritto di impedirmi di scegliere di smettere di vivere..

Arrivederci
Enrico112

Non mi risulta che se uno decide di suicidarsi gli altri facciano spallucce con un "ah, ok"
Per la tua seconda affermazione, e che diritto abbiamo di importi di morire, dato che tu sei in stato vegetativo e non in grado di intendere e volere?

abitcis
20-05-11, 18: 25
Eh no, se la mia libertà deve essere rispettata lo deve essere sempre, non ci sono libertà di serie A che devono essere rispettate e libertà di serie B che invece possono essere ignorate.

ma secondo me non è una questione di libertà sai, è una questione di situazioni differenti che non possono essere equiparate semplicemente perchè in un caso si è un vegetale, nell'altro si è un essere umano con problemi psichiatrici....in un caso si è purtroppo "irrecuperabili", in un altro una cura c'è e nulla è perduto con un giusto percorso...non credi?

Enrico112
20-05-11, 18: 27
Eh no, se la mia libertà deve essere rispettata lo deve essere sempre, non ci sono libertà di serie A che devono essere rispettate e libertà di serie B che invece possono essere ignorate.

Uno che si vuole suicidare è vivo..
Ma quelli di cui stiamo parlando non sono vivi, sono morti che sono obbligati a stare in vita e se solo la macchina si staccasse sarebbero morti.. perché obbligarli a stare in vita se sarebbero in realtà morti?

Perché tenere delle persone che non hanno la possibilità di parlare, mangiare o riprendersi e che sono morte in vita forzatamente? A che pro? Per farli soffrire di più a restare in vita anziché far cessare le loro sofferenze..

Nella vita si nasce, si cresce e si muore.. nessuno può impedirci di nascere, nè ci possono impedire di crescere.. e allora perché ci impediscono di morire?

Arrivederci
Enrico112

Vamir
20-05-11, 18: 34
Uno che si vuole suicidare è vivo..
Ma quelli di cui stiamo parlando non sono vivi, sono morti che sono obbligati a stare in vita e se solo la macchina si staccasse sarebbero morti.. perché obbligarli a stare in vita se sarebbero in realtà morti?

Se tu sei un vegetale il tuo cervello è piatto come un foglio di carta, perchè non sperare in quella possibbilità su un milione di guarire? C'è gente che si è risvegliata dopo 20 anni dal coma ed è tornata a vivere in modo normale, se ricordi durante il caso Englaro ne sono stati citati più di uno...

abitcis
20-05-11, 18: 39
Se tu sei un vegetale il tuo cervello è piatto come un foglio di carta, perchè non sperare in quella possibbilità su un milione di guarire? C'è gente che si è risvegliata dopo 20 anni dal coma ed è tornata a vivere in modo normale, se ricordi durante il caso Englaro ne sono stati citati più di uno...

ma infatti se uno la pensa così è libero di farlo e di non fare testamento per la propria morte, o no??

TorciaUmana
20-05-11, 18: 46
Ma quelli di cui stiamo parlando non sono vivi, sono morti che sono obbligati a stare in vita e se solo la macchina si staccasse sarebbero morti.. perché obbligarli a stare in vita se sarebbero in realtà morti?
Ma vedi, Enrico112, la "fregatura" è che non esiste un significato univoco della parola vita.
Delle volte, e questo gli anestesisti-rianimatori con ruolo di intensivisti lo sanno bene, nascono sporadiche ma importantissime diatribe finanche su cosa sia lo stato di coscienza e come rilevarne i parametri fisiologici.
Dubbi su dati per lo più definiti oggettivi ed elettronicamente misurabili, dunque.
Figuriamoci se, in quattro e quattr' otto, puoi dire "questa è vita, questa no" generalizzando a nome di tutti .
Anche e soprattutto per questo, ho subito sottolineato l' importanza vitale del testamento biologico, pur con tutti i se e i ma a base di eventuali ripensamenti che esso sporadicamente si trascina dietro.

ivvene
20-05-11, 18: 48
ma che centra il suicidio? L'eutanasia e' una cosa diversa.
Caso suicidio: Tizio si toglie la vita
Caso eutanasia: Caio, a fronte di una retribuzione, ammazza Tizio.
Io la vedo diversa.

Vamir
20-05-11, 18: 49
ma infatti se uno la pensa così è libero di farlo e di non fare testamento per la propria morte, o no??

Mah, vedi, noi ragioniamo su due piani diversi: io penso che la vita sia un diritto inviolabilie, tu ragioni sul fatto che anche la libertà non può essere tolta.
Quale delle due ha la precedenza? La vita o la libertà?
Io penso che non si potrà mai arrivare ad un accordo

abitcis
20-05-11, 18: 53
Mah, vedi, noi ragioniamo su due piani diversi: io penso che la vita sia un diritto inviolabilie, tu ragioni sul fatto che anche la libertà non può essere tolta.
Quale delle due ha la precedenza? La vita o la libertà?
Io penso che non si potrà mai arrivare ad un accordo

infatti non ci arriveremo mai, ma è così piacevole accettare uno scambio di pareri che non riesco a esimermi dal continuarlo..

la vita o la libertà?c'è vita senza libertà?e naturalmente senza vita che libertà può esserci?ma scadiamo nel filosofico quì :D

comunque si è capito cosa penso dell'argomento... ;)

FEDE!
20-05-11, 18: 59
io sono favorevolissima. ed giusto aiutare chi lo richiede espressamente non potendolo fare da solo. anzi.. io a casa ho sempre detto: se mi dovesse mai succedere una cosa brutta (facciamoci le corna) sapete quello che dovete fare.. se non riuscissi a farlo da sola ovviamente. Non vorrei mai trovarmi incastrata dentro il mio corpo, voler morire e non riuscire a farlo.. E' cruda come cosa ma io la penso cosi :)

Ippogrifo
20-05-11, 19: 35
Al di là del problema morale, nel quale non voglio entrare, vorrei un'informazione.
Sapete che vivo all'estero da molti anni, ma mi sembra di ricordare che "la vita é un bene indisponibile".

Questa frase di Danilo mi dà da pensare.
Infatti credo che la vita non sia in realtà un bene che possediamo veramente,come un oggetto qualunque,ma che CI E' STATA DATA,e noi dovremmo cercare di conservarla nel migliore dei modi.
Non sono affatto sicuro di questo (le implicazioni religiose sono al di là della mia comprensione),ma penso che Danilo intendesse proprio questo,ovvero che noi abbiamo "In Custodia" un bene che ci è stato affidato da qualcun altro,e per questo non abbiamo il diritto di gettarla via,o chiedere che sia qualcun altro a farlo.
Tuttavia l'unica motivazione che mi viene in mente adesso,che mi possa giustificare un'eutanasia è che ciò serva a evitarmi indicibili sofferenze.
Solo in questo caso riterrei "Ragionevole" questa scelta,ma essere in uno stato comatoso non mi sembra una motivazione sufficiente,anche per motivi di ordine pratico.
Infatti se sono in coma,non solo non soffro affatto,ma non me ne importerebbe granchè di cosa stiano facendo del mio corpo.
Questo ragionamento però tira in ballo un altro problema non da poco,ovvero quale sia il limite oltre il quale possiamo considerare MORTO un individuo.
La risposta non è affatto così semplice come potrebbe apparire a prima vista.
Ad esempio,si è portati a credere che anche se il cuore batte e il paziente respira,si debba considerare "Clinicamente Morto" se non vi è traccia di attività celebrale.
Ma siamo davvero sicuri di ciò?
Dico questo,perchè qualche giorno fa ho visto un servizio in TV dove un chirurgo Statunitense (mi pare di ricordare) compie delle delicatissime operazioni su pazienti molto gravi,portandoli in un'ipotermia talmente spinta,da arrestare sia il battito cardiaco che l'attività celebrale.
Per trenta/quaranta minuti compie delle operazioni su pazienti a tutti gli effetti morti!
Senonchè,una volta completate le procedure di rianimazione,queste persone guariscono dall'operazione e riprendono una vita quasi normale,senza nessuna conseguenza nè a livello fisico,nè (cosa ancora più incredibile) a livello celebrale.
A me è sempre stato insegnato a tenere efficente la circolazione sanguigna in un ferito in arresto cardiaco,perchè se la mancanza di irrorazione di sangue al cervello perdurasse per più di due/tre minuti ,i danni sarebbero gravi quando non irrimediabili.
Ma sembrerebbe che di fronte a casi come questi ( il chirurgo in questione dichiara di eseguire centinaia di operazioni come quelle all'anno) mi faccio ben più di qualche semplice domanda...

Vamir
20-05-11, 19: 46
Questa frase di Danilo mi dà da pensare.
Infatti credo che la vita non sia in realtà un bene che possediamo veramente,come un oggetto qualunque,ma che CI E' STATA DATA,e noi dovremmo cercare di conservarla nel migliore dei modi.
Non sono affatto sicuro di questo (le implicazioni religiose sono al di là della mia comprensione),ma penso che Danilo intendesse proprio questo,ovvero che noi abbiamo "In Custodia" un bene che ci è stato affidato da qualcun altro,e per questo non abbiamo il diritto di gettarla via,o chiedere che sia qualcun altro a farlo.
Tuttavia l'unica motivazione che mi viene in mente adesso,che mi possa giustificare un'eutanasia è che ciò serva a evitarmi indicibili sofferenze.
Solo in questo caso riterrei "Ragionevole" questa scelta,ma essere in uno stato comatoso non mi sembra una motivazione sufficiente,anche per motivi di ordine pratico.
Infatti se sono in coma,non solo non soffro affatto,ma non me ne importerebbe granchè di cosa stiano facendo del mio corpo.
Questo ragionamento però tira in ballo un altro problema non da poco,ovvero quale sia il limite oltre il quale possiamo considerare MORTO un individuo.
La risposta non è affatto così semplice come potrebbe apparire a prima vista.
Ad esempio,si è portati a credere che anche se il cuore batte e il paziente respira,si debba considerare "Clinicamente Morto" se non vi è traccia di attività celebrale.
Ma siamo davvero sicuri di ciò?


Come non essere d'accordo?

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Dico questo,perchè qualche giorno fa ho visto un servizio in TV dove un chirurgo Statunitense (mi pare di ricordare) compie delle delicatissime operazioni su pazienti molto gravi,portandoli in un'ipotermia talmente spinta,da arrestare sia il battito cardiaco che l'attività celebrale.
Per trenta/quaranta minuti compie delle operazioni su pazienti a tutti gli effetti morti!
Senonchè,una volta completate le procedure di rianimazione,queste persone guariscono dall'operazione e riprendono una vita quasi normale,senza nessuna conseguenza nè a livello fisico,nè (cosa ancora più incredibile) a livello celebrale.
A me è sempre stato insegnato a tenere efficente la circolazione sanguigna in un ferito in arresto cardiaco,perchè se la mancanza di irrorazione di sangue al cervello perdurasse per più di due/tre minuti ,i danni sarebbero gravi quando non irrimediabili.
Ma sembrerebbe che di fronte a casi come questi ( il chirurgo in questione dichiara di eseguire centinaia di operazioni come quelle all'anno) mi faccio ben più di qualche semplice domanda...

I "miracoli" dell'ibernazione sono studiati ormai da anni...

basilischio
20-05-11, 19: 51
Codice penale.

Art. 580 Istigazione o aiuto al suicidio

Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, e’ punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, e’ punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1 e 2 dell’articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta e’ minore degli anni quattordici o comunque e’ priva della capacita’ d’intendere o di volere, si applicano le disposizioni relative all’omicidio.

Questa è una di quelle regole che limitano la liberta individuale sancita dalla Costituzione.

A proposito di "non vedo la sanzione, non è reato, arrestrare il cadevere"........... Non comment!

Abicts si il fatto di provare è diretto sia ai favorevoli che ai contrari.

Comunque attendo la risposta a questi quesiti:
- con quale diritto procurare la morte ? (togliere vita)
- con quale diritto procurare la vita ? (dare la vita, far nascere).

Forse a qualcuno continua a sfuggere la differenza che c'è fra suicidio e eutanasia.

abitcis
20-05-11, 19: 58
Comunque attendo la risposta a questi quesiti:
- con quale diritto procurare la morte ? (togliere vita)
- con quale diritto procurare la vita ? (dare la vita, far nascere).

Forse a qualcuno continua a sfuggere la differenza che c'è fra suicidio e eutanasia.

non c'è un diritto di procurare la vita...la vita viene creata a prescindere dalla volontà o meno del nascituro.
Il diritto di poter procurare la morte viene dall'eventuale testamento biologico dell'individuo...non può esserci a caso io penso..

Ippogrifo
20-05-11, 19: 59
Comunque attendo la risposta a questi quesiti:
- con quale diritto procurare la morte ? (togliere vita)
- con quale diritto procurare la vita ? (dare la vita, far nascere).


In tutta sincerità,non sono in grado di rispondere a nessuno dei due.
Perchè anche nel caso che ho detto prima (per evitare atroci sofferenze) è comunque una forzatura.
Necessaria in quel caso (a mio parere,ovviamente),ma pur sempre una forzatura.
Per la seconda domanda invece,non so cosa dire.

FRANCODUE
20-05-11, 20: 05
Questa discussione andrebbe benissimo nella sezione del Cappellano Militare.
Ma visto che il nostro Buon Padre Antonio, dopo un breve ritorno si è ributtato latitante, pazienza.
Io dico che è una cosa personalissima ed intima.
Che sia lasciato il libero arbitrio.
Io lo farei.
E non me ne vergogno di dirlo.
Ed autorizzerei in caso di mio impedimento un altro a decidere al posto mio.
Tanto si vive solo una volta.

TorciaUmana
20-05-11, 20: 09
Codice penale.


Forse a qualcuno continua a sfuggere la differenza che c'è fra suicidio e eutanasia.
Una differenza sta, sicuramente, nell' igiene mentale del desiderante morte.

basilischio
20-05-11, 20: 51
In tutta sincerità,non sono in grado di rispondere a nessuno dei due.
Perchè anche nel caso che ho detto prima (per evitare atroci sofferenze) è comunque una forzatura.
Necessaria in quel caso (a mio parere,ovviamente),ma pur sempre una forzatura.
Per la seconda domanda invece,non so cosa dire.

Infatti caro Ippogrifo, non è affatto semplice rispondere a queste domande se si mette in ballo la volontà di una persona.

Forse nella prima ipotesi, la precisa volontà di un malato che decide di interrompere un accanimento terapeutico o una semplice cura che lo mantine in vita, andrebbe rispettata, ma da qui a "procurare", o come qualcuno preferisce dire "assistere" alla morte indolore, ma la sostanza non cambia...... mi da da pensare solo perchè senza questo aiuto il paziente non morirebbe.
Non so quanto sia lecito dire disporre della propria vita in quanto, in linea generale, ci è stata donata da un atto d'amore fra due individui credenti e non. Per i Credenti, generare la vita è la cosa che ci avvicina più all'atto creatore di Dio.

Per la seconda, se tutto il ragimamento deve basarsi sulla volontà della persona, io come persona, potrei dire ai miei genitori: "Con quale diritto mi avete fatto nascere; dovevate chiedermi il permesso."
Capisco che ciò è impossibile e questo mi porta a pensare che non sia un mio diritto togliermi la vita.

abitcis
20-05-11, 21: 14
Non so quanto sia lecito dire disporre della propria vita in quanto, in linea generale, ci è stata donata da un atto d'amore fra due individui credenti e non. Per i Credenti, generare la vita è la cosa che ci avvicina più all'atto creatore di Dio.


su questo punto ti chiedo:

1) l'amore dei due genitori nei confronti del figlio, lascerebbe vivere la propria progenie in queste condizioni?se si, è un modo per dire egoisticamente "mio figlio non è morto", mentendo sostanzialmente a se stessi?
2) nel caso invece, Dio ci avesse creato, che piacere avrebbe a vederci in quelle condizioni?

va bene l'amore per la vita, e sono il primo che pensa ci debba essere e debba essere fortissimo...ma l'amore per la dignità della vita?

la vita è una lampadina accesa, o è una lampadina accesa, che illumina?

basilischio
20-05-11, 22: 33
su questo punto ti chiedo:

1) l'amore dei due genitori nei confronti del figlio, lascerebbe vivere la propria progenie in queste condizioni?se si, è un modo per dire egoisticamente "mio figlio non è morto", mentendo sostanzialmente a se stessi?
2) nel caso invece, Dio ci avesse creato, che piacere avrebbe a vederci in quelle condizioni?

va bene l'amore per la vita, e sono il primo che pensa ci debba essere e debba essere fortissimo...ma l'amore per la dignità della vita?

la vita è una lampadina accesa, o è una lampadina accesa, che illumina?

Una lampadina accesa illumina sempre, altrimenti sarebbe spenta.
per il resto.
Non ti rispondo qui perchè l'argomento è totalmento fuori tema.

Deneb
20-05-11, 22: 55
Questa discussione andrebbe benissimo nella sezione del Cappellano Militare.
Ma visto che il nostro Buon Padre Antonio, dopo un breve ritorno si è ributtato latitante, pazienza.
Io dico che è una cosa personalissima ed intima.
Che sia lasciato il libero arbitrio.
Io lo farei.
E non me ne vergogno di dirlo.
Ed autorizzerei in caso di mio impedimento un altro a decidere al posto mio.
Tanto si vive solo una volta.

D'accordo al 100%.
Sono scelte personali, nel dubbio non si prendono al posto di qualcun'altro (dall'eutanasia si va verso l'omicidio..)
Non vorrei mai trovarmi in stato vegetativo, incapace di comunicare. Ho già lasciato detto che mi devono staccare la spina per evitare ipotetiche sofferenze a me e certissime ai miei nel vedermi per anni in quello stato.

La vita va avanti. Potremmo essere vivi lo stesso ma dimenticati da tutti e saremo morti comunque.

abitcis
21-05-11, 07: 01
Una lampadina accesa illumina sempre, altrimenti sarebbe spenta.
per il resto.
Non ti rispondo qui perchè l'argomento è totalmento fuori tema.

secondo me su questo sei stato evasivo, non è affatto fuori tema, si parlava delle implicazioni sui genitori dell'eutanasia del figlio!

quella della lampadina era chiaramente una metafora, sono certo che hai capito cosa intendevo dire... : )

basilischio
21-05-11, 10: 32
su questo punto ti chiedo:

1) l'amore dei due genitori nei confronti del figlio, lascerebbe vivere la propria progenie in queste condizioni?se si, è un modo per dire egoisticamente "mio figlio non è morto", mentendo sostanzialmente a se stessi?
.............

Visto che alla lampadina ti ho già risposto ecco la mia opinione sul primo punto, ma non posso risponderti sul secondo.

Premetto che un argomento così delicato andrebbe discusso da persone competenti, di idee completamente contrarie, per vedere se c'è la possibilità di trovare un punto d'incontro, visto che la ragione o il torto favorevoli/contrari hanno sempre nelle tesi portate avanti qualcosa di contestabile.
Anche qui, prima di discutere l'argomento bisognerebbe trovare l'accordo su cosa significa la vita, il suo valore, cosa significa procurare o assitere, capire cosa si intende per liberta, libera scelta, amore, stabilire quali sono i limiti di una vita dignitosa, quelli relativi al coma, aspetto vegetativo ecc...
In pratica un insieme di scelte condivise, basate sulla pratica, per quanto concerne l'aspetto "fisico", e basate sulla teoria, per quanto concerne l'aspetto etico.
Nei miei post non ho preso posizione e continua a non porenderla perchè fin'ora non è stato chiarito cosa si intende per "rispetto della propria volontà" e proprio per questo ho messo a confronto la nascita e la morte.
Il problema da risolvere prima di ogni altra cosa è quello di mette un punto fermo ed inequivocabile su questo aspetto perchè se è vero che come persona ho diritto di decidere se "farmi morire" è altrettando vero che ho diritto a decidere se nascere o meno.

La tua domanda mi pone altre domande: Quanto i genitori hanno voluto questo figlio? E' nato da un atto d'amore o da una atto di egoismo? In ogni caso l'eliminazione di esseri umani non perfetti, mi fanno venire in mente discutibili pratiche passate e e per non cadere negli stessi errori, la discussione andrebbe continuata ponendo da punti fissi.

Se leggi indietro, ti renderai conto che ci si appella ad una libertà senza regole e sappiamo benissimo che se non poniamo delle regole ci sarà sempre qualcuno che limiterà la nostra libertà. Questo ha un prezzo, ed il prezzo da pagare è quello di vedere la nostra libertà limitata.

Enrico112
21-05-11, 23: 28
Questa discussione andrebbe benissimo nella sezione del Cappellano Militare.
Ma visto che il nostro Buon Padre Antonio, dopo un breve ritorno si è ributtato latitante, pazienza.
Io dico che è una cosa personalissima ed intima.
Che sia lasciato il libero arbitrio.
Io lo farei.
E non me ne vergogno di dirlo.
Ed autorizzerei in caso di mio impedimento un altro a decidere al posto mio.
Tanto si vive solo una volta.

Questa frase meriterebbe di essere scritta a caratteri cubitali in qualsiasi costituzione del mondo..

Arrivederci
Enrico112

basilischio
22-05-11, 22: 44
Questa discussione andrebbe benissimo nella sezione del Cappellano Militare.
Ma visto che il nostro Buon Padre Antonio, dopo un breve ritorno si è ributtato latitante, pazienza.
Io dico che è una cosa personalissima ed intima.
Che sia lasciato il libero arbitrio.
Io lo farei.
E non me ne vergogno di dirlo.
Ed autorizzerei in caso di mio impedimento un altro a decidere al posto mio.
Tanto si vive solo una volta.
Per non dare spazio ad inutili fanatismi bisognerebbe stabilire fino a che punto può arrivare il libero arbitrio, per evitare che questa "pratica" non diventi un abuso attuato solo perchè "stanchi di vivere".

capt.sparrow
23-05-11, 08: 00
“Conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi” (Gv 8,32).

Ecco, qui sopra è detto chiaramente dove può arrivare il libero arbitrio...

bonovoxx
23-05-11, 11: 58
La legge dovrebbe essere estensione dei Diritti dell'uomo, dovrebbe dunque appunto servire a garantire all'Uomo i suoi Diritti.
Quale diritto non è piu importante della libertà? Libertà di culto, d'espressione...
Platone diceva che Uno Stato dove l Leggi ti impediscono di seguire la tua Moralità, è uno stato sbagliato.
Tralasciando tutto il discorso filosofico in merito, visto che è chiaro che Platone in questo caso si rifà alle esperienze di Socrate che vedeva una e una sola Verità Assluta e quindi anche la Moralità dell'uomo era una sola...
Allora perchè una legge dovrebbe impedirmi di fare una cosa che io SCELGO di fare. A ciò si potrebbe controbattere "Bè allora se io voglio ammazzare una persona posso farlo?" No. Chiaramente no. Questo perchè la tua moralità, come i tuoi diritti, sono validi sino a quando non arrecano danno a quelli di un altro individuo.
Allora ditemi, secondo quale motivo qualcuno deve dire a me che una MIA scelta che io ritengo GIUSTA e non reca danno a nessuno al di fuori di un individuo che non sia me stesso...debba essere negata?
Il motivo è semplice...Che purtroppo siamo fortemente influenzati dalla Chiesa, cosa che non dovrebbe assolutamente esistere nelle Leggi che devono essere uguali per tutti, dal Cristiano Cattolico all'Ebreo al Buddista all'Ateo.

Secondo me, in un momento nel quale si viene prima riconosciuti sani di mente, se uno scrive, tipo testamento, che in caso di stato vegetativo (dal quale ricordo, nei casi attestati dai medici non vi è MAI stato nessuno che se ne è risvegliato, se pur alcune funzioni del sistema neurovegetativo continuavano a tenerlo in questo limbo fra vita e morte) dà l'autorizzazione a staccare la spina.
Semplice. giusto e rispettoso.

ivvene
23-05-11, 14: 48
Scusate se mi permetto, ma temo che alcuni di voi semplifichino un po troppo e manchino di punti di vista a 360 gradi. Mi spiego meglio:
nei vari interventi si legge che eutanasia e staccare la spina siano sinonimi. Be' non lo e'.
Se immaginiamo il paziente fra atroci sofferenze, oppure disorientato al punto di mangiare le sue feci o procurarsi lesioni etc. , ebbene qui' non abbiamo nessuna spina da staccare. Coloro che sono attaccati ad una macchina, sono la punta dell'iceberg, sono, passatemi il termine, numericamente irrilevanti.
Il problema e' un altro, qui' si vuole una legge in cui per ogni spina che si stacca ci sono centinaia di omicidi da compiere a mezzo iniezioni letali (leggasi dolce morte), o peggio procurando blocchi renali e collassi polmonari per disidratazione (leggasi non accanimento terapeutico e rifiuto di alimentazione per vie non naturali).
Ora io vorrei distinguere dal tizio che in autonomia decide di buttarsi sotto un treno, da colui che ne e' incapace e che in forza di una legge obbliga me ad ucciderlo.
Spero di aver spiegato bene quello che voglio dire.
Si badi bene, che non e' lo stesso problema di coscienza dell'aborto, in cui si discute se una cellula o un gruppo di cellule, siano o meno da considerarsi persone, ma stiamo parlando di esseri umani vivi e vissuti.

FRANCODUE
23-05-11, 15: 39
Beh in questo caso chiaramente ritengo che ai sanitari ai preposti a staccare la spina sia data parimenti al libero
arbitrio di chi decide che venga staccata, la libertà di coscenza di non farlo per loro volontà, senza incorrere in sanzioni.

Enrico112
23-05-11, 15: 56
Un conto è uno che ha atroci sofferenze, come ha detto ivvene, un altro è uno che è morto ed è costretto a rimanere in vita perché comunque il suo corpo è morto..
Nel secondo caso perché obbligare una persona a stare in "vita" (anche se non la possiamo definire vita: la vita è respirare, mangiare, divertirsi, lavorare..) quando è morta?

Quello che dico è: se si tratta di mettere un pacemaker per salvare una persona che in realtà sarebbe morta va benissimo perché questa persona potrà vivere; ma perché tenere una persona in un letto senza poter pensare, mangiare e senza possibilità di ripresa? A che pro?
Solo perché siamo dei sadici che la vogliamo veder soffrire??

Arrivederci
Enrico112

Vamir
23-05-11, 22: 27
Un conto è uno che ha atroci sofferenze, come ha detto ivvene, un altro è uno che è morto ed è costretto a rimanere in vita perché comunque il suo corpo è morto..
Nel secondo caso perché obbligare una persona a stare in "vita" (anche se non la possiamo definire vita: la vita è respirare, mangiare, divertirsi, lavorare..) quando è morta?

Quello che dico è: se si tratta di mettere un pacemaker per salvare una persona che in realtà sarebbe morta va benissimo perché questa persona potrà vivere; ma perché tenere una persona in un letto senza poter pensare, mangiare e senza possibilità di ripresa? A che pro?
Solo perché siamo dei sadici che la vogliamo veder soffrire??

Arrivederci
Enrico112

Una persona in stato vegetativo non soffre, è morta, l'hai detto tu stesso

Enrico112
24-05-11, 14: 19
Una persona in stato vegetativo non soffre, è morta, l'hai detto tu stesso

Appunto, se è morta perché tenerla in vita..
E' contronatura..

Enrico112

FRANCODUE
24-05-11, 15: 41
Attenzione stato vegetativo non è "morte".
Non diciamo corbellerie.

basilischio
24-05-11, 17: 26
Mamma mia cosa mi tocca leggere.........
un argomento così delicato ed importante, con centinaia di sfaccettature........ affrontato con una banalità da "vomito"..... come quello sugli animalisti al 100%.

Per riguardo verso chi legge cerchiamo di mantenere la discussioni ad un livello "accettabile", altrimenti è meglio chiuderla.

Enrico112
24-05-11, 17: 33
Attenzione stato vegetativo non è "morte".
Non diciamo corbellerie.

Si. lo so. Intendevo dire che senza una macchina che la tiene in vita sarebbe morta, e comunque anche se in vita non potrebbe mai vivere come una persona normale.. noi non sappiamo cosa prova una persona in coma, magari soffre, magari no.. però di sicuro stare in un letto attaccato ad una macchina non è bello..
Ed io personalmente (poi, magari qualcuno è contrario) preferirei morire che fare una vita del genere. Ognuno ha il suo parere: io posso decidere di morire, un altro magari vuole restare in "vita".. è giustissimo, ognuno è libero di scegliere..
E proprio per questo bisogna fare una legge che permetta ad una persona di morire.. qui non si dice che tutti quelli che sono attaccati ad una macchina devono morire: chi non vuole ha il diritto di non farlo, ma chi vuole deve avere il diritto di farlo.

Perché uno ha il diritto di non morire e un altro non ha il diritto di morire...

Si dice "Vivi e lascia vivere".. io direi "Vivi, ma lascia morire (chi vuole)"... la vita è personale non degli altri.


Mamma mia cosa mi tocca leggere.........


Pensi che a me mi tocca leggere persone che pensano di avere un'autorità tale da permettersi si decidere sulla vita degli altri.

Arrivederci
Enrico112

bonovoxx
24-05-11, 19: 31
Attenzione stato vegetativo non è "morte".
Non diciamo corbellerie.

Il coma farmacologico non è morte. Lo stato vegetativo, ovvero con l'EEC piatto...O con lievissimi punte che sono solamente il sistema neurovegetativo che tiene attivi i polmoni... E" praticamente morte. Da che io sappia NON esiste nessun individuo che è riuscito a risvegliarsi da situazioni simili. E" chiaro che esistono situazioni e situazioni, parlarne in generale e mascherarsi davanti al " Dio ci ha dato una vita sola, non sprechiamola" è troppo facile (non mi riferisco a te Franco eh, dico in generale).
Se il caso è palesemente in quel tipo di stato...Allora negare ai familiari, o a una sua precedente e voluta scelta, secondo me è un abominio. Una enorme violazione dei Diritti che ogni Uomo dovrebbe avere.

FRANCODUE
24-05-11, 20: 00
Praticamente non significa morte.
Hai visto mai fare un funerale ad uno che sta in stato vegetativo ?..
Mentre è anche storia di persone che si sono svegliate dopo anni di stati del genere.
Prima di scrivere pensate a quello che scrivete.
Grazie.

basilischio
24-05-11, 21: 22
.......................
Pensi che a me mi tocca leggere persone che pensano di avere un'autorità tale da permettersi si decidere sulla vita degli altri......

Su questo forum....... pensi invece che c'è qualche utente che pretende di avere in mano la "verità assoluta"; non usa mai il condizionale.

Questa discussione non è un sondaggio per sapere chi è favorevole o contrario, pertanto bisognerebbe espandere il semplice discorso "la vita è mia e ne faccio quello che voglio" alla luce della normativa vigente, dell'etica, della moralità, della scienza, e di tutti quegli aspetti legati all'eutanasia, termine che indica il "procurare la morte senza dolore".
C'è ancora una mia domanda in sospeso:
Se ho la libertà di decidere di morire ho lo stesso diritto di decidere di nascere?

Enrico112
24-05-11, 21: 25
Su questo forum....... pensi invece che c'è qualche utente che pretende di avere in mano la "verità assoluta"; non usa mai il condizionale.

Questa discussione non è un sondaggio per sapere chi è favorevole o contrario, pertanto bisognerebbe espandere il semplice discorso "la vita è mia e ne faccio quello che voglio" alla luce della normativa vigente, dell'etica, della moralità, della scienza, e di tutti quegli aspetti legati all'eutanasia, termine che indica il "procurare la morte senza dolore".
C'è ancora una mia domanda in sospeso:
Se ho la libertà di decidere di morire ho lo stesso diritto di decidere di nascere?

Ognuno ha i suoi difetti.. io mi scuso se non l'ho usato.
Ad ogni modo: se una persona ha il diritto di non morire deve averlo anche di morire, secondo me..

Arrivederci
Enrico112

basilischio
24-05-11, 21: 27
Ognuno ha i suoi difetti.. io mi scuso se non l'ho usato.
Ad ogni modo: se una persona ha il diritto di non morire deve averlo anche di morire, secondo me..

Arrivederci
Enrico112

Non è un diritto scegliere di nascere?

Enrico112
24-05-11, 21: 29
Non è un diritto scegliere di nascere?

Certo che lo è.. ma è inattuabile.. forse è questo che le sfugge.

Enrico112

basilischio
24-05-11, 21: 32
Ognuno ha i suoi difetti.. io mi scuso se non l'ho usato.
Ad ogni modo: se una persona ha il diritto di non morire deve averlo anche di morire, secondo me..

Arrivederci
Enrico112

A quali condizioni e con quali regole?
perchè altrimenti siamo sempre al sondaggio

---------------------Aggiornamento----------------------------


Certo che lo è.. ma è inattuabile.. forse è questo che le sfugge.

Enrico112

Non è attuabile solo perchè il bambino già formato in procinto di essere partorito non ha diritto di decidere della sua vita?

Enrico112
24-05-11, 21: 37
A quali condizioni e con quali regole?
perchè altrimenti siamo sempre al sondaggio

---------------------Aggiornamento----------------------------



Non è attuabile solo perchè il bambino già formato in procinto di essere partorito non ha diritto di decidere della sua vita?

1) Alle condizioni che sia esso a decidere e non i parenti, che lo scelga con un testamento biologico, che il medico si possa rifiutare di "staccare la spina" (in tal caso spetterebbe ad altri), che il coma sia IRREVERSIBILE.

2) Mi risponda seriamente: ma non ha capito oppure fa finta di non capire? Nel primo caso: è impossibile da attuare perché il feto non può scegliere, non può esprimere il proprio parere finche è nel grembo materno.. se mai troveremo un modo di dialogare col bambino nella pancia (ammesso che esso sappia parlare) allora si potrà attuare la scelta o meno di nascere. Fino a quel momento: no!

Enrico112

basilischio
24-05-11, 21: 44
Da quello che scrivi sembra che approvare l'eutanasia sia cosa semplicissima ed invece ci sono persone esperte che da hanni discutono per trovare una soluzione a questo annoso problema.

Se una persona è persona fin dal suo concepimento ha gli stessi diritti sia da feto che da adulto.

Enrico112
24-05-11, 21: 52
Da quello che scrivi sembra che approvare l'eutanasia sia cosa semplicissima ed invece ci sono persone esperte che da hanni discutono per trovare una soluzione a questo annoso problema.

Se una persona è persona fin dal suo concepimento ha gli stessi diritti sia da feto che da adulto.

Già, peccato che da feto non li possa manifestare: come farebbe? I diritti sono uguali: alla vita, alla parola, al pensiero.. ma non li può manifestare. Qui non si nega che i diritti ci siano ma che esso li possa manifestare.
Ripeto, se troveremo un modo di far scegliere al feto se vivere o meno sarà un altra cosa, fino a quel momento.. non potrà.

Persone esperte? Potrei chiedere quali? Perché se sono quelli che penso io.. lasciamo perdere.
Di certo scienziati come Umberto Veronesi, Margherita Hack, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini (questi ultimi due: premi Nobel per la medicina) che se sanno molto di più di me sono favorevoli.. e non si lanciano in ragionamenti paradossali come il diritto alla nascita che tanto è irrealizzabile... e che, secondo me, sono una grande arrampicata sui vetri. Ma questo è un mio parere, se poi lei ne ha un altro, sono felice per lei.

Io davvero, sono sconcertato dal leggere una cosa così: "Non è un diritto scegliere di nascere?"
Cerco che lo è, ma non è esercitabile.

Arrivederci
Enrico112

basilischio
24-05-11, 22: 17
Non è arrampicarsi sugli specchi, ma il dimostrare che non tieni conto della parità di diritti e ragioni solo per convenienza.

Anche nel citare i vari professori, non hai citato i contrari. Infatti se tutti fossero favorevoli avremo già l'eutanasia. Questo a dimostrazione della "convenienza".

Enrico112
24-05-11, 22: 21
Non è arrampicarsi sugli specchi, ma il dimostrare che non tieni conto della parità di diritti e ragioni solo per convenienza.

Anche nel citare i vari professori, non hai citato i contrari. Infatti se tutti fossero favorevoli avremo già l'eutanasia. Questo a dimostrazione della "convenienza".

Ascolti, il diritto di morire è esercitabile; quello di nascere (seppur potrebbe esistere) è INESERCITABILE.. questa cosa è chiara o no?
Non è difficile da capire.

Quindi tu concedigli pure il diritto di non nascere, ma trovami un modo per far esercitare tale diritto..

Sarebbe come dire: tutti hanno il diritto di volare sbattendo le mani, si va bene: ma come farebbero ad esercitarlo?

Convenienza? Ma io che ci guadagnerei se lei fosse favorevole o meno? Niente. Tanto poi è il Parlamento che decide. Le stavo solo spiegando una mia idea con motivazioni razionali.. non mi vuole ascoltare, va bene.

Arrivederci
Enrico112

basilischio
24-05-11, 22: 27
Un diritto anche se non esercitabile rimane sempre un diritto.

La sua "verità assoluta" spiegata in modo razionale, nonostante i numerosi studi, convegli fra alti luminari della scienza, dell'etica, della legge ecc.. non è arrivata ancora ad una conclusione accettabile per poter definire lecita l'eutanasia.

Enrico112
24-05-11, 22: 40
Un diritto anche se non esercitabile rimane sempre un diritto.

La sua "verità assoluta" spiegata in modo razionale, nonostante i numerosi studi, convegli fra alti luminari della scienza, dell'etica, della legge ecc.. non è arrivata ancora ad una conclusione accettabile per poter definire lecita l'eutanasia.

Ma li legge i post o no?
Qui nessuno nega il diritto a non nascere, si dice che non è esercitabile. Punto.

Sul secondo punto, infatti, si vede, guarda caso tanti stati l'hanno consentita... siamo rimasti i soliti.

Buonanotte, a domani.
Arrivederci.
Enrico112

FRANCODUE
24-05-11, 22: 48
Enrico salutami tuo padre o chi per lui che scrive per te.
Ci capiamo vero ?.

basilischio
24-05-11, 22: 52
Ma li legge i post o no?
Amico calmino, qui si discute.... non si pretende di avere ragione.


Qui nessuno nega il diritto a non nascere, si dice che non è esercitabile. Punto.

Sul secondo punto, infatti, si vede, guarda caso tanti stati l'hanno consentita... siamo rimasti i soliti.

Buonanotte, a domani.
Arrivederci.
Enrico112

Veramente chi non legge i post sei tu, visto che io ho sempre scritto: "diritto di decidere se nascere o meno".....:)

Ripeto che un diritto rimane sempre un diritto a prescindere se è esercitabile o meno, altrimenti chi non è capaci di intendere e di volere non avrebbe nessun diritto.

Probabilmente se alcuni stati non la consento hanno buone ragioni; siamo i soliti in compagnia di altri......" mal comune, mezzo gaudio" :)

Eunomia
26-05-11, 10: 42
Da quello che scrivi sembra che approvare l'eutanasia sia cosa semplicissima ed invece ci sono persone esperte che da hanni discutono per trovare una soluzione a questo annoso problema.

Se una persona è persona fin dal suo concepimento ha gli stessi diritti sia da feto che da adulto.

Non importa se sono Hanni che si discute di questa cosa, ognuno è libero, nel rispetto sempre del prossimo, di fare della propria vita ciò che più gli aggrada. Con questo non voglio dire che non si debbano rispettare le leggi o le regole, lungi da me un discorso del genere, ma credo che quando una persona sceglie dii morire (lasciamo stare chi si impicca, si ammazza o ammazza qualcuno, perchè quello è un altro discorso), c'è sempre un motivo. A volte ci sono malattie lunghissime, strazianti, in cui la sofferenza è continua e prolungata nel tempo, e nessuno dico nessuno, deve permettersi di giudicare una persona che sceglie l'eutanasia come ultima strada della non sofferenza. Si devono comprendere le singole situazioni, come è giusto che sia, e non fare di tutta un'erba un fascio. Mia nonna è stata malata per tantissimi anni, ma fino all'ultimo giorno è sempre rimasta aggrappata alla speranza di vivere. La sua problematica è sempre stata quella di non poter camminare, ma lo aveva accettato e se ne faceva una ragione. Ma non tutti sono così e non tutte le situazioni sono così, passatemi il termine, 'felici'. Nessuno deve limitare la libertà dell'altro in nome di ciò che soggettivamente ci sembra giusto. Ovviamente non se ne deve abusare e non è una cosa che deve andare fuori controllo, ma dosata in modo razionale, porrebbe fine davvero a sofferenze strazianti. In questo bel paese siamo un controsenso vivente, sempre con la chiesa di mezzo a dire cosa fare e cosa no. Io parlo di etica che non si ferma solo ai giri di parole, voglio un'etica razionale. E credo che sia anche la più bella.

basilischio
26-05-11, 12: 09
Non importa se sono Hanni che si discute di questa cosa, ognuno è libero, nel rispetto sempre del prossimo, di fare della propria vita ciò che più gli aggrada. Con questo non voglio dire che non si debbano rispettare le leggi o le regole, lungi da me un discorso del genere, ma credo che quando una persona sceglie dii morire (lasciamo stare chi si impicca, si ammazza o ammazza qualcuno, perchè quello è un altro discorso), c'è sempre un motivo. A volte ci sono malattie lunghissime, strazianti, in cui la sofferenza è continua e prolungata nel tempo, e nessuno dico nessuno, deve permettersi di giudicare una persona che sceglie l'eutanasia come ultima strada della non sofferenza. Si devono comprendere le singole situazioni, come è giusto che sia, e non fare di tutta un'erba un fascio. Mia nonna è stata malata per tantissimi anni, ma fino all'ultimo giorno è sempre rimasta aggrappata alla speranza di vivere. La sua problematica è sempre stata quella di non poter camminare, ma lo aveva accettato e se ne faceva una ragione. Ma non tutti sono così e non tutte le situazioni sono così, passatemi il termine, 'felici'. Nessuno deve limitare la libertà dell'altro in nome di ciò che soggettivamente ci sembra giusto. Ovviamente non se ne deve abusare e non è una cosa che deve andare fuori controllo, ma dosata in modo razionale, porrebbe fine davvero a sofferenze strazianti. In questo bel paese siamo un controsenso vivente, sempre con la chiesa di mezzo a dire cosa fare e cosa no. Io parlo di etica che non si ferma solo ai giri di parole, voglio un'etica razionale. E credo che sia anche la più bella.

Ringrazio per la precisazione ortografica.
Una osservazione così oltre ad essere OT può far nascere flame fra utenti, quindi meglio evitare....... e se proprio si vuol correggere una cattiva abitudine lo si fa in MP.

Probabilmente non si è ancora capito che non si nega la possibilità della scelta indivuduale di morire, ma quello che indica eutanasia e cioè provocare la morte senza dolore o come qualcuno ha detto "morte assistita".
Quindi in problema di fondo non è il decidere se rimanere in viata o meno, ma il modo in cui si viene a"procurare" o "assistere" la morte. Allo stato della vigente normativa si potrebbe configurare un omicidio doloso, pertanto va risolto prima questo problema e poi stabiliti i modi ecc...
La chiesa in tutto questo c'entra ma solo perchè è supportata da milioni di persone che ne seguono l'insegnamento. Se non avesse questa forza conterebbe ben poco.

bonovoxx
26-05-11, 15: 22
Ma perdonami qualcuno sta negando il diritto ai milioni di cristiani cattolici di restare attaccati ad una macchina sino alla morte? La legge sull'Eutanasia, dalla quale nasce la discussione, darebbe il diritto e la possibilità di potersi lasciare morire in presenza di particolari malattie o stati comatosi che non lasciano vie a una possibile ripresa ma l'unica via rimanente è far continuare a battere il cuore e pompare i polmoni attraverso macchinari artificiali.

Dunque dimmi....perchè sarebbe scorretto o incoerente o incostituzionale o sbagliato lasciare ad ognuno di scegliere cosa fare di se stesso? Nessuno mi sembra stia dando ai cristiani, con una legge simile, l'obbligo di essere lasciati morire durante una malattia.

E per la cronaca mi sembra sciocco parlare di Morte assistita quando semmai dovrebbe essere "Vita Assistita". Se la Vita, in quegli stati, non venisse Assistita dai macchinari si avrebbe una morte del tutto naturale e dunque altro che assistita!

basilischio
26-05-11, 16: 05
Ma perdonami qualcuno sta negando il diritto ai milioni di cristiani cattolici di restare attaccati ad una macchina sino alla morte? La legge sull'Eutanasia, dalla quale nasce la discussione, darebbe il diritto e la possibilità di potersi lasciare morire in presenza di particolari malattie o stati comatosi che non lasciano vie a una possibile ripresa ma l'unica via rimanente è far continuare a battere il cuore e pompare i polmoni attraverso macchinari artificiali.

Dunque dimmi....perchè sarebbe scorretto o incoerente o incostituzionale o sbagliato lasciare ad ognuno di scegliere cosa fare di se stesso? Nessuno mi sembra stia dando ai cristiani, con una legge simile, l'obbligo di essere lasciati morire durante una malattia.

E per la cronaca mi sembra sciocco parlare di Morte assistita quando semmai dovrebbe essere "Vita Assistita". Se la Vita, in quegli stati, non venisse Assistita dai macchinari si avrebbe una morte del tutto naturale e dunque altro che assistita!

Quello che fin'ora ha impedito il leggiferare sull'eutanasia, è probabilmente dettato dal fatto che la vigente normativa vieta il procurare la morte.
Procurare è diverso da procurarsi. Il procurare implica che un'altra persona agisca su nostra indicazione.
Comprendete bene che approvare l'eutanasia senza modificare la legge sull'omicidio doloso è impossibile.

Se vogliamo scaricare le colpe di questa mancata modifica, a destra e a manca, vien bene, ma ricordate che sono solo discorsi in quanto ad esempio, nonostante il parere contrario della chiesa è stato approvato il divorsio, aborto, ecc....

La sottile differenza stà solo in quel "procurare", infatti se un ammalato decide di interrompere una cura che lo tiene in vita è libero di farlo. Anche il Papa Giovanni Paolo II negli untimi giorni ha rifiutato ogni cura chiedendo di essere lasciato morire in pace, da ciò si deduce che ognuno è libero di lasciarsi morire, cristiano o ateo che sia.
Il problema sorge quando altre persone devono compiere un atto o un omissione nei confronti di chi non è capace di provvedere a se stesso.

bonovoxx
26-05-11, 19: 15
Appunto. Quell'uomo NON è in grado di provvedere a se stesso. Allora perchè qualcuno dovrebbe decidere se deve vivere o deve morire?
Per questo dico che se una persona esprime una sua volontà, prima chiaramente di finire in quello stato, è giusto permettergli di farla applicare. Come sarebbe anche giusto che il suo parente piu prossimo, o moglie che sia insomma... Possa decidere quando lui non è piu in grado. E" ovvio che tutto và definito nel dettaglio in una legge, ma quello che sto proprio dicendo, basilischio, è che a mio avviso la legge VADA rivista. Che ci sia da rivedere il "procurare", la virgola o il titolo cambia poco....E" il concetto che è fondamentale.
Cosi se io decido liberamente qualcosa per me stesso non posso applicarla, nell'altro modo si.
Sottolineo un altra volta: Decido liberamente PRIMA di finire in stato comatoso\vegetativo. Mi sembra scontato che in quello stato non si possa scegliere di non subire le cure.

basilischio
26-05-11, 21: 22
................... Che ci sia da rivedere il "procurare", la virgola o il titolo cambia poco....E" il concetto che è fondamentale......................


Purtroppo con il concetto soltanto non si può applicare l'eutanasia.......... quello che tiene fermo tutto è proprio quella "maledetta" virgola.
O si trova il modo in cui favorevoli e contrari siano daccordo su dove e come metterla oppure rimarremo in questa situazione di stallo in cui la mia la, tua opinione e quella di tutti gli altri serve a ben poco.

basilischio
23-09-12, 09: 27
La recente morte del cardinal Martini è stata equiparata alla morte di Eluana e di Welby tanto da ravvisare una legittimazione dell'eutanasia.

La Chiesa, tramite l'Avvenire, cerca di far chiarezza sulla sua posizione.

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/Quella%20cristiana%20testimonianza%20%20della%20di gnit%20del%20morire.aspx

Il che risponde anche a parecchi interrogativi emersi in questa discussione.

ivvene
23-09-12, 23: 46
dopo aver lavorato anni in strutture sanitarie religiose, mi sento di affermare che una siffatta "morte di un grande testimone del Vangelo della Vita", e' stata possibile perche' vestito di rosso porpora; diversamente fosse stato un nero o un "buon figlio" (down, oligofrenico, etc.) si sarebbe beccato il suo bel tubino nella pancina e mosca.

gasi
24-09-12, 02: 32
Salve.

"In mancanza a tutt'oggi di una disciplina penale che regoli in maniera espressa l'Eutanasia, nel nostro Ordinamento è la Fattispecie dell'Omicidio del Consenziente (Art. 579 CP) che regola il fenomeno. Ci sono, però, da fare delle precisazioni.
L'eutanasia (definita "morte pietosa" o "morte dolce") è distinguibile in 3 Tipologie:

1) Eutanasia Attiva, cioè Morte cagionata mediante un'azione Positiva (Esempio: Medico che, per porre fine alle sofferenze insopportabili provocate da una malattia inguaribile, pratica al malato una iniezione letale).
Le ipotesi ricollegabili a questo tipo di pratica, sono potenzialmente riconducibili alla figura dell'Omicidio del Consenziente. Invece, le ipotesi di Eutanasia Attiva in pazienti considerati incapaci di esprimere un valido consenso finiscono con l'integrare il più grave reato dell'Omicidio Doloso Comune, tutt'al più mitigato dall'eventuale concessione delle attenuanti generiche e dell'attenuante dei motivi di particolare valore morale e sociale.

2) Eutanasia Passiva, cioè Morte praticata in forma Omissiva (Esempio: Medico che di fronte ad un paziente prossimo alla morte, rinuncia a continuare a sottoporlo a trattamenti curativi che si risolverebbero in un ingiustificato "accanimento terapeutico").
Di fronte alla consapevole rinuncia del malato ad un prolungamento artificiale dell'esistenza cessa l'obbligo di garanzia del medico di realizzare trattamenti finalizzati a mantenere in vita, con conseguente liceità dell'interruzione delle cure e Non configurabilità del reato di Omicidio del Consenziente.
Più problematica è,invece, la valutazione dei casi in cui il paziente non è più in grado di esprimere un valido consenso.

3) Eutanasia Indiretta, riferibile ai casi in cui l'applicazione di terapie del dolore, in conformità con i doveri professionali del medico, (ad esempio, la somministrazione di sostanze analgesiche) determina un accorciamento della vita del paziente.
La leggittimità dell'impiego di sostanze antidolorifiche trova fondamento nella L. 8 Febbraio 2001, N. 12."

Fonte: Diritto Penale (Parte Speciale).
Volume II - Tomo I.
III Edizione.
Autori: G. Fiandaca - E. Musco.


Detto tutto ciò: A voi, tutti, l'ardua sentenza...
Buona serata.

basilischio
24-09-12, 23: 37
dopo aver lavorato anni in strutture sanitarie religiose, mi sento di affermare che una siffatta "morte di un grande testimone del Vangelo della Vita", e' stata possibile perche' vestito di rosso porpora; diversamente fosse stato un nero o un "buon figlio" (down, oligofrenico, etc.) si sarebbe beccato il suo bel tubino nella pancina e mosca.
Sterile polemica.
Il riferimento al cardinal Martini e Giovanni Paolo II è solo per evidenziare l'interpretazione che la chiesa da all'autanasia, e dice quando è il caso di interrompere l'accanimento terapeutico. Spero che nel citare i casi abbia tenuto conto delle possibilità di vita dei pazienti come si dice nell'articolo riportato.

DaniGdf
24-09-12, 23: 39
l'eutanasia è una cosa troppo delicata e personale per poter cercare di dare un giudizio. un giudizio concreto lo può dare solo chi si trova in determinate situazioni. le nostre sono solo supposizioni

ivvene
25-09-12, 00: 21
quando la polemica e' a favore del piu' debole, non e' mai sterile, e nessuno su questo forum ha autorita' per decidere quale polemica sia sterile e quale non lo sia.

Westindias
25-09-12, 13: 18
quando la polemica e' a favore del piu' debole, non e' mai sterile, e nessuno su questo forum ha autorita' per decidere quale polemica sia sterile e quale non lo sia.

Sterilissima polemica. Per altro, facendo sciacallaggio su morte e morte è anche molto sgradevole.

basilischio
25-09-12, 15: 28
quando la polemica e' a favore del piu' debole, non e' mai sterile, e nessuno su questo forum ha autorita' per decidere quale polemica sia sterile e quale non lo sia.
Potrebbe avere ragione, ma solo se le sue affermazioni fossero obiettive prendendo magari un singolo fatto reale riscontrabile e confrontandolo con quella che è la posizione della chiesa che, grosso modo, rispecchia quella dello Stato Italiano, altrimenti si può star qui a battibeccare senza senso.

Se non le dispiace, su questo forum, peraltro privato, ci sono i moderatori che hanno l'autorità di impedire che le discussioni diventino solo sfoghi personali o inutili chiacchiere da bar.

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l'eutanasia è una cosa troppo delicata e personale per poter cercare di dare un giudizio. un giudizio concreto lo può dare solo chi si trova in determinate situazioni. le nostre sono solo supposizioni

Se il giudizio e l'attuazione fossero totalmente personali ci sarebbe il rischio di togliere la vita a chi ha diritto di mantenerla e viceversa.
Per questo stati e religioni leggiferano o dichiarono le loro posizioni, che in definitiva sono molto semplici.
Accanimento terapeutico solo in caso in cui c'è prospettiva di vita, anche se in uno stato incosciente, dove non c'è malattia degenerativa. (caso Eluana).
Sospensione dell'accanimento terapautico quando la prospettiva di vita è nulla, cioè quando l'accanimento non farebbe altro che prolungare l'agonia a causa della malattia degenerativa a cui nonc'è rimedio.(caso Martini)

Cittadino
25-09-12, 18: 04
una siffatta "morte di un grande testimone del Vangelo della Vita", e' stata possibile perche' vestito di rosso porpora; diversamente fosse stato un nero o un "buon figlio" (down, oligofrenico, etc.) si sarebbe beccato il suo bel tubino nella pancina e mosca.

Ma non è affatto così!
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_settembre_12/cardinale-martini-morte-neurologo-pezzoli-nessun-accanimento-terapeutico-2111793929887.shtml

bartok
25-09-12, 18: 56
Premessi questi significati:
1) non considero il rifiuto dell'accanimento terapeutico come eutanasia.
2) evitare l'accanimento terapeutico implica un rifiuto di cure consapevole da parte dell'interessato, in tempo reale, senza un intervento attivo inteso a procurare la morte.
3) l'eutanasia consiste nel determinare attivamente la morte biologica.

io in generale sono a favore dell'eutanasia. Sono contrario nei casi in cui si può provvedere da soli o se si ha avuto tutto il tempo di farlo. capisco che la scelta non sia facile, ma sono contrario al delegare ad altri. Per esempio, in un caso Welby, sarei contrario all'eutanasia riconosciuta ufficialmente, ma non giudicherei l'atto di pietà di un medico che volesse accondiscendere alla richiesta.

In un caso Englaro, percontro, non sono solo farovole, ma addirittura lo metterei per legge. e ciò anche nel caso in cui uno avesse lasciato scritto sul testamento di voler rimanere attaccato a vita ad una spina in stato vegetativo. Molto spesso la gente ragiona su come vorrebbe le "cose" in caso di morte o in caso di coma vegetativo: la realtà è che da morti o da vegetali non si ha interesse per queste cose. si è solo una massa organica non pensante. E anche se fosse pensante, chissà cosa penserebbe. Inoltre reputo che non sia giusto far gravare sulla famiglia il peso.. di cosa poi: di un peso morto o non-vivo.

riassumendo: sono a favore dell'eutanasia in caso di incidente improvviso e, in ogni caso, in caso coma vegetativo. sono contrario a chi la chiede quando può procurarsi l'eutanasia da sé o se aveva avuto tutto il tempo di farlo. in sostanza: uno ha diritto a rimaner vivo finché il cervello mantiene la sua capacità funzionale... non credo basti qualche sporadico impulso elettrico, come nel caso Englaro in cui, da come lessi, il cervello era ridotto alla grandezza di un uovo.

basilischio
26-09-12, 15: 27
dopo aver lavorato anni in strutture sanitarie religiose, mi sento di affermare che una siffatta "morte di un grande testimone del Vangelo della Vita", e' stata possibile perche' vestito di rosso porpora; diversamente fosse stato un nero o un "buon figlio" (down, oligofrenico, etc.) si sarebbe beccato il suo bel tubino nella pancina e mosca.


quando la polemica e' a favore del piu' debole, non e' mai sterile, e nessuno su questo forum ha autorita' per decidere quale polemica sia sterile e quale non lo sia.


Il suo ultimo post è stato oscurato, ma riporto solo queste due frasi.
.............. Quante parole senza senso che scrivete ogni tanto. Convinti che chi non ha le stelline o non scrive in blu debba essere un coglione. Vergogna! .............. Le frasi oscurate, oltre che a poter innescare flame, sono OT e non riguardano la discussione.
Ho riportato anche ciò che lei ha scritto in questa discussione a dimostrazione dell'inutilità delle parole.
Infatti, alla sua indiscussa "verità", non ha accettato repliche, scadendo in mere illazioni, ed invece di portare esempi concreti si è limitato a fare delle considerazioni mirate ad innescare un flame, e che non hanno portato nessun contributo fattivo alla discussione.

Se non è in grado di instaurare una discussione pacata, e non è in grado di rispettare le regole di questo forum, e cerca ogni pretesto per far "bagarre", faccia pure ciò che ha deciso di fare.


Queste osservazioni sono fatte nella discussione perchè l'utente ha disabilitato la funzione per ricevere MP.

ivvene
02-10-12, 04: 29
Non ha oscurato il mio post, lei ha fatto censura, ovvero ha pubblicato solo le frasi che le convenivano. Prima di tacciarmi di essere un lamer o di cercare ogni pretesto per far "bagarre", si prenda il disturbo di leggere l'altra ottantina di miei post precedenti. Le illazioni, come le chiama lei, scritte su figli morenti o pazienti con peg si riferivano a 2 dei miei figli e a pazienti per i quali lavoro, altro che illazioni. Ad ogni modo non disturbero' piu' topic da Lei moderati.

Elite
02-10-12, 04: 37
Non ha oscurato il mio post, lei ha fatto censura, ovvero ha pubblicato solo le frasi che le convenivano. Prima di tacciarmi di essere un lamer o di cercare ogni pretesto per far "bagarre", si prenda il disturbo di leggere l'altra ottantina di miei post precedenti. Le illazioni, come le chiama lei, scritte su figli morenti o pazienti con peg si riferivano a 2 dei miei figli e a pazienti per i quali lavoro, altro che illazioni. Ad ogni modo non disturbero' piu' topic da Lei moderati.

Con la massima comprensione per la situazione da Lei citata è mio dovere ricordarLe che per ribattere a degli avvisi della Moderazione deve usare la messaggeria privata.

basilischio
02-10-12, 22: 42
I suo commenti non meritano nemmeno attenzione, perchè ancora una volta buttati lì senza motivazione o spiegazione alcuna. L'unica giustificazione sono gli oltre ottanta e passa post in altre discussioni..... Se questo è fare discussioni costruttive..... :)

bemboz
20-12-12, 13: 02
Art 32 Costituzione
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Piergiorgio Welby, affetto da distrofia muscolare progressiva dall'età di 16 anni, a causa della degenerazione della sua malattia fu costretto (all'età di 50 anni) a vivere attaccato ad un respiratore. Da quel momento egli si impegnò affinché la sua volontà, ovvero quella di staccare la spina. La sua lotta non violenta culminò nel 2006 quando chiese ufficialmente di morire. Egli inviò anche una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dove chiedeva il riconoscimento al diritto dell'eutanasia (lettera Piergiorgio Welby (http://www.lucacoscioni.it/gli-88-giorni-di-lotta-di-piero-welby) - lettera risposta Giorgio Napolitano (http://www.lucacoscioni.it/risposta-del-presidente-della-repubblica-giorgio-napolitano-alla-lettera-aperta-di-piergiorgio-welby))

il 16 Dicembre 2006 il tribunale di Roma respinse la richiesta di Welby finalizzata a porre fine all'accanimento terapeutico motivandola come «diritto non concretamente tutelato dall'ordinamento», dal quale si può dedurre che il diritto all'eutanasia pur essendo posto all'art 32 della costituzione non è mai stato reso effettivo.

il 20 Dicembre il Dr. Riccio ha confermato di aver aiutato il Sig. Welby a morire. Fu indagato per omicidio consenziente poi prosciolto dal GUP di Roma perché il fatto non costituisce reato.

La Chiesa Cattolica rifiutò di celebrare i funerali con rito cattolico:
« In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica»

Zoppo
21-12-12, 23: 56
In riferimento al testo in neretto e alla parola in rosso vi provoco:
- con quale diritto procurare la morte ? (togliere vita)
- con quale diritto procurare la vita ? (dare la vita, far nascere).


Mia moglie ed io abbiamo procurato la vita di nostro figlio (e ne vogliamo altri) per tanti motivi. Il più bello è che ci amiamo e vogliamo condividere il nostro amore con loro, ma quello più imperioso consiste nell’impulso irrefrenabile dei geni a riprodursi.
Ai neonati la vita viene imposta senza chiedere la loro opinione, ma non è una prepotenza, infatti tutti loro lottano e soffrono pur di nascere e per fare i primi respiri, segno indiscutibile che vogliono vivere: evidentemente i geni che hanno portato me a riprodurmi, portano lui a sputare liquido amniotico pur di respirare e vivere; per coloro che non ce la fanno invece, c’è sempre una spiegazione medica che va sempre aldilà di un << non voleva vivere. >>
Finché nostro figlio sarà piccolo e immaturo, la responsabilità della sua vita spetta a noi, segno che la vita viene imposta non solo ai neonati, ma anche ai bambini, e non solo perché i nostri geni ci portano a proteggerli, ma anche perché ce lo impone la legge. Poi un giorno, quando sarà grande, spetterà a lui stesso tutelare la sua stessa vita e allora ne diventerà padrone.
Spero di aver risposto alla seconda domanda.

Abbiamo chiaro che dobbiamo educarlo in modo che un giorno sappia costruire e proteggere la felicità sua e della sua famiglia come cerchiamo di fare noi con la nostra. Speriamo anche che non gli capitino certe disgrazie che abbiamo visto capitare ad altri, altrimenti perderebbe la felicità e la speranza di recuperarla, e a quel punto la vita potrebbe diventargli un fardello insostenibile.
Il rispetto verso coloro che vivono diretta o indirettamente certe situazioni è dovuto, e il primo passo consiste nel non imporre loro la nostra volontà, per radicata che sia, e quindi se qualcuno chiede che per determinati motivi gli venga procurata la morte, non bisogna ostacolare oltre un certo punto.
Lasciare che una persona si tolga la vita non è la stessa cosa che togliergliela, ma è anche vero che il più delle volte, queste persone non sono più in grado di togliersela da sole, soprattutto se desiderano (ed è lecito) una morte dignitosa e che non aggiunga ulteriore sofferenza.
Ecco: rispettare la libertà e la dignità di una persona significa innanzi tutto rispettare le sue scelte ed eventualmente aiutarla a portarle a termine qualora non fosse in grado di farlo da sola.
Spero di aver risposto alla prima domanda.

Non invitatemi ad entrare nel dettaglio di quando e come aiutare qualcuno a portare a termine la propria vita perché non ne ho le basi e per fortuna neppure l’esperienza.

basilischio
22-12-12, 10: 19
Nulla da aggingere.
Si vede che lei ama la vita e mette in primo piano la dignità della persona in quanto tale.

ValerioL
03-01-13, 15: 52
Beh, la cosa è molto difficile da comprendere.

Sono certo che molti di voi penseranno: Che diritto hanno di forzare la mia morte? (Cosa contro natura)
Però io penso anche: Che diritto hanno di forzare la mia vita attaccandomi a delle macchine? (Altra cosa contro natura perchè se nessuno mi avesse attaccato a quelle macchine il mio ciclo vitale sarebbbe terminato)

Quando si parla di vita o morte, credo sia troppo difficile se non impossibile tranne conclusioni...

Mettiamola così: Un 50% delle persone preferirebbe essere condannato all'ergastolo.
Ma sono pronto a credere che l'altro 50% preferirebbe la pena di morte.

Credo che sia proprio questa la vita, avere la propria testa per pensare e DECIDERE.
Cosa ne penso io? Sinceramente? Non lo so... Ma ho la certezza che, se volessi morire, non dare a nessuno il diritto di deciderlo per me.

Se invece DOVESSI morire, non vorrei che nessuno PRENDESSE il diritto di attaccarmi a delle macchine.