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Visualizza Versione Completa : Presente, futuro e passato di questo Paese..



Hola
20-12-10, 09: 17
Inizio questa discussione per evitare di farne chiudere altre..parleremo di tutto ciò che riguarda questo paese..società, economia e valori..
Il punto di inizio sono le manifestazione di Roma..

basilischio
20-12-10, 10: 31
Se parlate delle manifestazioni di Roma chiudo subito.

L'argomento è trattato nell'altra discussione.

Ripulita la discussione

Si chiarisce il concetto qui sopra.
Il disagio delle famiglie italiane ha origini diverse e molteplici rispetto alle manifestazioni di Roma, argometo già in corso in un altra discussione.
Si parli pure del disagio che ha portato alle manifestazioni passate e presenti, ma si eviti di riferirsi a fatti specifici accaduti a Roma.

FRANCODUE
20-12-10, 15: 22
A me sembra un inutile doppione.
Comunque staremo a vedere.

Hola
20-12-10, 22: 55
Visto che nella discussione sulle manifestazioni di Roma si parlava (come OT) delle cause che hanno portato gli studenti in piazza e sui valori di questi studenti propongo di continuarla qui...
Iniziamo dalle cause..perchè tanta violenza? moda? vera esasperazione? o semplicemente un piano ben architettato?

$tE
21-12-10, 21: 25
Visto che nella discussione sulle manifestazioni di Roma si parlava (come OT) delle cause che hanno portato gli studenti in piazza e sui valori di questi studenti propongo di continuarla qui...
Iniziamo dalle cause..perchè tanta violenza? moda? vera esasperazione? o semplicemente un piano ben architettato?
non è riferito al solo evento di cui hai fatto riferimento... ma penso che ci sia sempre un mix di queste cose e altro, moda perchè molti, TROPPI parlano e agiscono per sentito dire... sapessi quante volte ho sentito da ex compagni di scuola "la gelmini è una ....", e alla domanda "ma sai cos'ha fatto?" la risposta era tutto che pertinente alla domanda..., esasperazione, quella cen'è molta in Italia, non solo per ciò che riguarda il sistema di istruzione, ma moltissimi altri aspetti, più che altro "amministrativi" del paese....... di certo (nonostante la motivazione popolare che tutti possono avere per scendere in piazza a "gridare" il proprio disappunto (Anche se a volte non ci si è fermati solo a questo)) una qualche "organizzazione" della cosa c'è sempre sotto, fortunatamente non ad un livello tale da mettere troppo in crisi gli operatori dell'ordine pubblico, che si sono (dignitosamente!)limitati ad un certo contenimento...

Hola
22-12-10, 11: 35
non è riferito al solo evento di cui hai fatto riferimento... ma penso che ci sia sempre un mix di queste cose e altro, moda perchè molti, TROPPI parlano e agiscono per sentito dire... sapessi quante volte ho sentito da ex compagni di scuola "la gelmini è una ....", e alla domanda "ma sai cos'ha fatto?" la risposta era tutto che pertinente alla domanda..., esasperazione, quella cen'è molta in Italia, non solo per ciò che riguarda il sistema di istruzione, ma moltissimi altri aspetti, più che altro "amministrativi" del paese....... di certo (nonostante la motivazione popolare che tutti possono avere per scendere in piazza a "gridare" il proprio disappunto (Anche se a volte non ci si è fermati solo a questo)) una qualche "organizzazione" della cosa c'è sempre sotto, fortunatamente non ad un livello tale da mettere troppo in crisi gli operatori dell'ordine pubblico, che si sono (dignitosamente!)limitati ad un certo contenimento...

Ma tutta questa esasperazione è dovuta principalmente a cosa?...io credo che molti protestino perchè si delinea la scomparsa di quelle "abitudini" che noi italiani avevamo..del tipo..non trovo lavoro provo tramite concorso pubblico qualcosa prenderò..lo stato deve garantirmi un posto di lavoro..lo stato deve darci i soldi e così via..purtroppo tutti quei privilegi a cui eravamo stati abituati (e a cui anche i greci erano abituati) andranno a perdersi.. abbiamo mangiato troppo in passato e ora siamo rimasti senza nulla..

nessuno_
22-12-10, 12: 14
Siamo un Paese che si esalta e si deprime troppo facilmente, un Paese dove si pensa all' Italia come ad un concetto astratto, ad una persona terza, e non come un insieme di persone che decidono (in parte) il proprio destino.

Siamo un Paese ricco di storie, di tradizioni, di capitale umano, di idee e progetti ma anche pieno di pregiudizi, limiti, contraddizioni, debolezze.

Siamo un Paese dove ci si sente depressi, e ci si vergogna di essere italiani se.....la squadra di calcio nazionale non vince due Mondiali di fila, e non quando abbiamo il tasso di disoccupazione tra i più alti in Europa.

Un Paese strano insomma.

La mia idea assoluta (e non da studente di economia) è che questo Paese ha bisogno di una iniezione di fiducia, di ottimismo. Il boom economico degli anni 60', si è sviluppato sicuramente attorno ad una classe politica forte, rivoluzionaria e che rompeva chiaramente col passato ma il grosso merito è dell' italiano medio, e di tutti gli italiani che sono stati capaci di fare gruppo in un momento difficile. Orgoglio italiano insomma, quello vero, non quello di un calciatore da 3 milioni a stagione che viene definito eroico perchè corre fino al 93°.
L' Italia ha bisogno di una classe dirigente che faccia politica o realizzi progetti sulla base di un programma, e non più che fondi le proprie idee e il proprio pensiero attraverso il costante attacco al "rivale" (della serie anti-berlusconismo). Una nuova politica in cui la gente si riveda, e alla quali consegni la "fiducia", fondamentale per governare. Utopia vero, ma qualche buon politico non farebbe male.
Poi ci vorrebbero le riforme, fa paura pensare ad un paese che possa giungere al federalismo fiscale (come Usa e Germania, direi più avanzate di noi, specie la seconda), quando non tutte le Regioni sono pronte al grande salto...e quando alcune di loro non sono capaci di gestire neanche lo smaltimento dei rifiuti.

Poi ci deve essere un cambiamento tra la gente, credo che questo sia il passaggio determinante. Un cambiamento culturale, di idee... un cambiamento direi banale. Non ce la faccio più a sentire 20enni, che parlano di problemi e di "vita difficile" quando in famiglia hanno 2-3 auto, casa di proprietà, papà avvocato, mamma impiegata, vita comoda.....e rabbrividisco nel solo pensare che questa gente possa in qualche modo un giorno poter essere classe dirigente e risolvere i problemi della gente.

La cultura è fondamentale, ma non intendo cultura tanto come diploma o laurea, ma semplicemente avere persone che abbiano idee, principi e valori....e che siano capaci di rispettarli.
Il valore degli uomini è fondamentale, uno che si lamenta per niente, un bugiardo, un giovane senza valori...difficilmente potrà essere un giorno un manager di successo, decidere le sorti dei lavoratori, oppure potrà essere un buon insegnante, un buon carabiniere, un buon cittadino.

Sono discorsi complessi, ma è la mia idea.

schulz
22-12-10, 14: 36
Con i regali di Natale a spese nostre ci augurano a tutti BUONE FESTE!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/22/ipad-e-gioielli-a-spese-dello-statola-casta-si-fa-i-regali-di-natale/83240/

DCDD
22-12-10, 14: 45
L'Italia è un paese ancora giovane rispetto a democrazie come Francia, Germania, Inghilterra. Stiamo percorrendo una fase di "transizione", o almeno si spera, che ci porterà a quel miglioramento che i paesi prima citati hanno raggiunto. E comunque le pecche ce l' hanno anche gli altri stati europei. Il famoso detto dice più o meno che Garibaldi impiegò poco a fare l'Italia, ma l'Italiani ancora non li ha fatti.
Beh è vero questo. Il problema siamo noi italiani. Ogni singolo cittadino, ognuno di noi, dovrebbe riappropriarsi di quel senso civico e quell'etica civile che ci manca, se vogliamo riappropriarci del futuro.

NickUSMC
22-12-10, 15: 33
Con i regali di Natale a spese nostre ci augurano a tutti BUONE FESTE!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/22/ipad-e-gioielli-a-spese-dello-statola-casta-si-fa-i-regali-di-natale/83240/

Giusto per citare Totò
http://www.youtube.com/watch?v=S8JdwcDkwlI

Ad ogni modo, bisogna partire dalle scuole, bisogna formare una cultura solida e senso di famiglia, legalità e lavoro per un futuro sempre migliore.

schulz
22-12-10, 15: 48
bisogna partire dalle scuole

E qui casca l'asino (e sempre lì si va a parare)...... la gente dice che le scuole in Italia fanno c...re, tra cui gente stessa in questo forum..... tagli indiscriminati all'istruzione (tagli che merita, secondo molti)...... non mi pare sia un buon punto di partenza.

NickUSMC
22-12-10, 15: 54
Io credo che formando una nuova generazione, quindi anche il modo di vivere e pensare sia una ottima soluzione. NB: non ho detto che le scuole in Italia fanno schifo, ma la scuola forma.

Hola
22-12-10, 16: 16
E qui casca l'asino (e sempre lì si va a parare)...... la gente dice che le scuole in Italia fanno c...re, tra cui gente stessa in questo forum..... tagli indiscriminati all'istruzione (tagli che merita, secondo molti)...... non mi pare sia un buon punto di partenza.

No le scuole in Italia non fanno totalmente schifo..ma la scuola che assume decine di migliaia di persone solo per diminuire la disoccupazione fa schifo, la scuola che è ferma a programmi degli anni '60 fa schifo, la scuola che non insegna l'inglese (spesso manco i professori sono in gradi si spiegarlo) fa schifo, la scuola che si lamenta della mancanza dei fondi e poi permette autogestioni dove immancabilmente qualcuno fa qualche danno fa schifo, la scuola che ti vieta di parlare di politica ma ti chiede di esprimerti e se poi esprimi il tuo pensiero non proprio concorde con quello generale ti penalizza fa schifo, la scuola di professori inn maternità da 3 anni fa schifo, la scuola di studenti che usano le aulee come posti per spacciare fa schifo, la scuola che non ti fa riflettere ma ti insegna e basta fa schifo..potrei andare avanti ore.. la vera riforma è cambiare tutto questo!! ma da quando mi ricordo..dalle medie in poi la classe insegnanti si è sempre lamentata di ogni riforma che è stata fatta!!! hanno sbagliato tutti o fa anche comodo?? è questa la mentalità italiana sbagliata..non cambiare le cose perchè sì è sempre fatto così!!!

FRANCODUE
22-12-10, 19: 38
Benissimo.
Nelle more della riforma dell'Università in itinere ancora alle camere, leggo oggi che i Rettori Magnifici stanno dandosi un gran da fare
per assumere a chiamata diretta, quindi senza nessun concorso, figli e parenti vari come docenti universitari.
Poi, non lo potranno fare più.
Il baronato dell'Università è stata la piaga più triste di questo istituto.
La si vuole finalmente sopprimere, siccome i "Magnifici" non potranno più assumere parenti sino alla quarta generazione.
Chi glielo spiega questo a quelli che stanno facendo casino conro tale riforma ?.
Che poi neppure conoscono.
Sognano ancora una bellissima Italia Umbertina.

DCDD
22-12-10, 19: 49
Benissimo.
Nelle more della riforma dell'Università in itinere ancora alle camere, leggo oggi che i Rettori Magnifici stanno dandosi un gran da fare
per assumere a chiamata diretta, quindi senza nessun concorso, figli e parenti vari come docenti universitari.
Poi, non lo potranno fare più.
Il baronato dell'Università è stata la piaga più triste di questo istituto.
La si vuole finalmente sopprimere, siccome i "Magnifici" non potranno più assumere parenti sino alla quarta generazione.
Chi glielo spiega questo a quelli che stanno facendo casino conro tale riforma ?.
Sognano ancora una bellissima Italia Umbertina.

Francodue in questo hai ragione. Però cè da dire una cosa. La Gelmini parla di contrasto al baronato. Ok. Questa norma che impedisce i concorsi pubblici entro il quarto grado di parentela all'interno del dipartimento nel quale c'è già un parente? Se così fosse, hanno già pronta la contromossa: basta che il giorno prima del concorso il direttore del dipartimento faccia una lettera di sospensione del parente, il giorno dopo rientra in ruolo, e fine della grande lotta al baronato della Gelmini.

schulz
22-12-10, 21: 02
Poi, non lo potranno fare più.

Per forza, non ci sarà più nessuno da sistemare perché non ci saranno più posti...... :D

FRANCODUE
22-12-10, 21: 23
Francodue in questo hai ragione. Però cè da dire una cosa. La Gelmini parla di contrasto al baronato. Ok. Questa norma che impedisce i concorsi pubblici entro il quarto grado di parentela all'interno del dipartimento nel quale c'è già un parente? Se così fosse, hanno già pronta la contromossa: basta che il giorno prima del concorso il direttore del dipartimento faccia una lettera di sospensione del parente, il giorno dopo rientra in ruolo, e fine della grande lotta al baronato della Gelmini.

Quindi, meglio lasciare il Baronato attuale ?.
Se no proponi tu una tua proposta.
Il Rettore della Sapienza ha nominato come docenti Universitari due suoi figli nel giro di qualche giorno.
Si legge sulla stampa.



Per forza, non ci sarà più nessuno da sistemare perché non ci saranno più posti...... :D

Non so se ridere o se piangere a fronte ad una affermazione del genere.
Anche a te dico.
Fai una tua proposta alternativa.
Falla è poi ne discutiamo.

schulz
22-12-10, 21: 29
Non so se ridere o se piangere a fronte ad una affermazione del genere.
Anche a te dico.
Fai una tua proposta alternativa.
Falla è poi ne discutiamo.


E' una affermazione,appunto,tragicomica, caro dottore!

Che senso ha prevedere di fare concorsi per sistemare gente se si è istituito il precariato a vita?

Se proprio uscirà qualche posto, sapranno come fare per imbrogliare le carte..... come hanno sempre fatto.... e come ha spiegato anche l'altro utente.

vegepat
23-12-10, 05: 46
Che senso ha prevedere di fare concorsi per sistemare gente se si è istituito il precariato a vita?

Se proprio uscirà qualche posto, sapranno come fare per imbrogliare le carte..... come hanno sempre fatto.... e come ha spiegato anche l'altro utente.

- Oh, che hai fatto? Perchè zoppichi? -
- Eh, stamattina ho sbattuto il piede contro il comodino, un male...-
- E ti lamenti???? Ma non sai che c'è il precariato??????-

Ecco il primo ostacolo al cambiamento in questo paese. Tutti vogliono il cambiamento, tutti vogliono che "non sia più come prima", ma nessuno vuole iniziare a cambiare la propria mentalità.

Forse bisognerebbe iniziare ad essere onesti e non dire "voglio che cambi"...dite "voglio che cambi...COME DICO IO". E se le cose non vanno nella direzione in cui il singolo vuole.."ecco, non cambierà mai niente..faranno come hanno sempre fatto!"

Il primo passo che dobbiamo fare come paese è iniziare a capire che se vogliamo un cambiamento verso un miglioramento collettivo, dovremmo iniziare da noi stessi...accettando cambiamenti di mentalità, riforme, che magari non sono direttamente in linea con le nostre idee...ma visto che così non và, tanto vale iniziare a cambiare.
Poi, se proprio al Paese non va bene la direzione presa, alle prossime elezioni vorrà dire che cambierà il Governo (parlo in generale, non di questo Governo) e si apporteranno aggiustamenti.

Certo che se ogni volta che si tenta di cambiare si risponde con lo spauracchio del "precariato"....parola che hanno in bocca anche i ragazzini di 19 anni..che temono di arrivare a 20 anni senza lavoro a tempo indeterminato!!!!!!

Hola
23-12-10, 10: 43
Io so solo che tutti i miei amici appena laureati (con ottimi voti, perchè non hanno mai perso tempo) nel giro di un 3 settimane hanno trovato tutti posti di lavoro..ovviamente hanno dovuto accettare il contratto da 18 mesi o da 4 anni, magari uno stipendio un po' più basso e qualche sacrificio negli spostamenti..ma hanno un posto di lavoro!!! matureranno esperienza, potranno far vedere al loro datore di lavoro il valore che possono portare..poi se dovessero cambiare avranno un curriculum di tutto rispetto con esperienze importanti..ma sanno anche loro che per 5-6 anni non possono pretendere un posto fisso..ma dovranno lavorare a tempo determinato e fare più esperienza possibile per poter essere più appetibili sul mercato..
Io ho visto laureati che senza esperienza lavorativa venivano ai colloqui e pretendevano stipendio alto, e contratto di 5 anni minimo..senza aver esperienza ma solo perchè laureati..che mentalità è questa???
I nostri genitori alla nostra età avevano il posto fisso..dimentichiamoci quei tempi..il mondo è cambiato e anche noi dobbiamo cambiare!!

DCDD
23-12-10, 14: 50
Quindi, meglio lasciare il Baronato attuale ?.
Se no proponi tu una tua proposta.
Il Rettore della Sapienza ha nominato come docenti Universitari due suoi figli nel giro di qualche giorno.
Si legge sulla stampa.




Non so se ridere o se piangere a fronte ad una affermazione del genere.
Anche a te dico.
Fai una tua proposta alternativa.
Falla è poi ne discutiamo.



Non è questione di dare una proposta o meno. Dico solo che quella della lotta al baronato a mio avviso non è un'ottima scusante di fronte ai tagli.

capt.sparrow
23-12-10, 16: 47
A proposito di soluzioni, decisioni, intenzioni, proponimenti... A chi si accinge oggi a riflettere, vorrei suggerire questa breve lettura tratta dal - Codice della vita italiana- scritto da Giuseppe Prezzolini nel 1921... Ancora attualissimo:

Capitolo I. - Dei furbi e dei fessi
1. I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.
2. Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. questi è un fesso.
3. I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.
4. Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso un fesso anche lui.
5. Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.
6. Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.
7. Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.
8. I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.
9. Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.
10. L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.
11. Il fesso, in generale, è stupido. Se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo.
12. Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.
13. Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandar via i furbi. Ma non possono: 1) perché sono fessi; 2) perché gli altri fessi sono stupidi e incolti, e non li capiscono.
14. Per andare avanti ci sono due sistemi. Uno è buono, ma l'altro è migliore. Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perché non c'è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; 2) perché non c'è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e la associazione con altri briganti alla guerra contro questi.
15. Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo soprattutto a quello della distribuzione.
16. L'Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente - che non si trova nei libri - insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.

Hola
23-12-10, 17: 11
A proposito di soluzioni, decisioni, intenzioni, proponimenti... A chi si accinge oggi a riflettere, vorrei suggerire questa breve lettura tratta dal - Codice della vita italiana- scritto da Giuseppe Prezzolini nel 1921... Ancora attualissimo:

Capitolo I. - Dei furbi e dei fessi
1. I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.
2. Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. questi è un fesso.
3. I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.
4. Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso un fesso anche lui.
5. Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.
6. Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.
7. Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.
8. I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.
9. Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.
10. L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.
11. Il fesso, in generale, è stupido. Se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo.
12. Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.
13. Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandar via i furbi. Ma non possono: 1) perché sono fessi; 2) perché gli altri fessi sono stupidi e incolti, e non li capiscono.
14. Per andare avanti ci sono due sistemi. Uno è buono, ma l'altro è migliore. Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perché non c'è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; 2) perché non c'è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e la associazione con altri briganti alla guerra contro questi.
15. Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo soprattutto a quello della distribuzione.
16. L'Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente - che non si trova nei libri - insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.

Cavolo sono un fesso!!!!! :D

DCDD
23-12-10, 18: 34
A proposito di soluzioni, decisioni, intenzioni, proponimenti... A chi si accinge oggi a riflettere, vorrei suggerire questa breve lettura tratta dal - Codice della vita italiana- scritto da Giuseppe Prezzolini nel 1921... Ancora attualissimo:

Capitolo I. - Dei furbi e dei fessi
1. I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.
2. Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. questi è un fesso.
3. I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.
4. Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso un fesso anche lui.
5. Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.
6. Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.
7. Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.
8. I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.
9. Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.
10. L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.
11. Il fesso, in generale, è stupido. Se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo.
12. Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.
13. Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandar via i furbi. Ma non possono: 1) perché sono fessi; 2) perché gli altri fessi sono stupidi e incolti, e non li capiscono.
14. Per andare avanti ci sono due sistemi. Uno è buono, ma l'altro è migliore. Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perché non c'è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; 2) perché non c'è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e la associazione con altri briganti alla guerra contro questi.
15. Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo soprattutto a quello della distribuzione.
16. L'Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente - che non si trova nei libri - insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.

Io invece sono furbamente un fesso... :)

Eunomia
24-12-10, 09: 58
Per riallacciarmi al discorso dell'università di qualche post fa:
Di laureati ce ne sono fin troppi in Italia, spesso le Università come scienze della formazione & co, per vivere, devono far leva sui giovani che non vogliono o non sono capaci di affrontare piani di studio di facoltà come medicina, ingegneria ecc. E queste facoltà umanistiche sfonano migliaia e migliaia di laureati l'anno, il pezzo di carta diventa inflazionato e si svaluta, poichè nessun laureato si sognerà mai di andare a fare l'idraulico, il muratore. Così si creano i precari. Gente di 40 anni che crede che possedere un pezzo di carta sia l'equivalente di soldi a palate e lavoretto d'ufficioi. Ecco cosa sta succedendo in Italia.

basilischio
24-12-10, 10: 12
Ieri ho ascoltato il discorso del presidende del consiglio in occasione dell'incontro con i giornalisti.
Se, e ripeto se, i dati forniti riguardano ai corsi di laurea frequentati da un solo studente, e altre situazioni, sono attendibili, questa riforma non può far altro che del bene.
Conoscendo di persona alcune situazioni particolari, posso concordare che non è tanto la riforma in se stessa che porta delle restrizioni, ma il metodo con cui essa viene attuata.
Posso concordare con quegli studenti che si sono vista cancellati i propri corsi di laurea, buttati al vento degli esami e si sono trovati a doverne superare altri, ma in linea generale penso che la riforma possa andare bene anche per evitare sprechi, baronati ecc...
In fondo per cambiare bisogna pur cominciare da qualche parte.
Purtroppo ad avere vantaggi sono sempre tutti concondi, a tornare indietro, a tirare la cinghia, a vedersi togliere quello che ci era stato concesso con troppa facilità, nessuno è d'accordo.

Hola
29-12-10, 15: 36
Altro problema di questo Paese è la mancanza di influenza..la forza di battere i pugni sul tavolo quando serve!!! Vedi il caso Battisti..ora sembra che il Brasile non lo voglia consegnare alle autorità italiane..!! e se fosse così sarebbe veramente un grande smacco..pazzesco..

ale66
29-12-10, 15: 53
Per riallacciarmi al discorso dell'università di qualche post fa:
Di laureati ce ne sono fin troppi in Italia, spesso le Università come scienze della formazione & co, per vivere, devono far leva sui giovani che non vogliono o non sono capaci di affrontare piani di studio di facoltà come medicina, ingegneria ecc. E queste facoltà umanistiche sfonano migliaia e migliaia di laureati l'anno, il pezzo di carta diventa inflazionato e si svaluta, poichè nessun laureato si sognerà mai di andare a fare l'idraulico, il muratore. Così si creano i precari. Gente di 40 anni che crede che possedere un pezzo di carta sia l'equivalente di soldi a palate e lavoretto d'ufficioi. Ecco cosa sta succedendo in Italia.

Questo è vero, ma un giovane appena diplomatosi ,anche con buona votazione se interessato ad una carriera universitaria e non passa i famigerati test d'ingresso ad una facoltà da lui scelta dove deve parare? Forse fare l'idraulico? Mestieri che di certo hanno bisogno di un'apprendistato post licenza media inferiore, pertanto si iscrivono in facoltà come scienze della formazione(Facoltà al 80% femminile anche consapevoli dei rischi che corrono pur di ottenere l'agognato ""pezzo di carta.

P.S Sono dell'avviso che più persone preparate culturamente esistono meglio è per il nostro paese, che essi siano laureti in Scienze della Formazione o altro, l'ignoranza è una brutta bestia capace soprattutto di deformare la realtà.

vegepat
29-12-10, 17: 28
Sono dell'avviso che più persone preparate culturamente esistono meglio è per il nostro paese, che essi siano laureti in Scienze della Formazione o altro, l'ignoranza è una brutta bestia capace soprattutto di deformare la realtà.

Assolutamente vero. Quello però che non ci si può aspettare è che se ogni anno si laureano 100 ingegneri, tutti e 100 facciano gli ingegneri.
In un sistema meritocratico (visto che tutti lo vogliamo) chi è più bravo fa l'ingegnere, chi è meno bravo va a fare altro.
Se tutti, da quello laureato con 110 e lode a quello che è passato per sfinimento dei professori, fanno gli ingegneri, evidentemente non c'è più meritocrazia, si costruiscono palazzi storti che poi crollano e siamo daccapo.

Se uno va a fare Scienze della Formazione deve essere consapevole che dovrà essere tra i primi o andrà a raschiare i rospi schiacciati sulla Statale.

E comunque si può essere "acculturati" senza fare l'università. Conosco gente che è andata a fare facoltà assurde solo per poter dire di aver fatto "l'Uni" e gente che è andata a lavorare subito dopo le superiori che è molto ma molto più acculturata.

massimosbrago
29-12-10, 18: 20
Assolutamente vero. Quello però che non ci si può aspettare è che se ogni anno si laureano 100 ingegneri, tutti e 100 facciano gli ingegneri.
In un sistema meritocratico (visto che tutti lo vogliamo) chi è più bravo fa l'ingegnere, chi è meno bravo va a fare altro.
Se tutti, da quello laureato con 110 e lode a quello che è passato per sfinimento dei professori, fanno gli ingegneri, evidentemente non c'è più meritocrazia, si costruiscono palazzi storti che poi crollano e siamo daccapo.

Se uno va a fare Scienze della Formazione deve essere consapevole che dovrà essere tra i primi o andrà a raschiare i rospi schiacciati sulla Statale.

E comunque si può essere "acculturati" senza fare l'università. Conosco gente che è andata a fare facoltà assurde solo per poter dire di aver fatto "l'Uni" e gente che è andata a lavorare subito dopo le superiori che è molto ma molto più acculturata.

quoto in tutto e per tutto...
la verità è che la società sta diventando comoda e ogni genitore vuole il meglio per suo figlio...
ma checchè se ne dica adesso c'è un sovraffollamento di laureati e una crisi di gente che sappia fare un mestiere e questo porta ad uno squilibrio...
quindi la gente che si laurea non si lamenti che dopo non trova lavoro, perchè è si pur vero che in certi ambienti la raccomandazione conta, ma non ci può essere una società di ingegneri e architetti senza muratori, carpentieri, ecc...

Raiden
29-12-10, 19: 05
Altro problema di questo Paese è la mancanza di influenza..la forza di battere i pugni sul tavolo quando serve!!! Vedi il caso Battisti..ora sembra che il Brasile non lo voglia consegnare alle autorità italiane..!! e se fosse così sarebbe veramente un grande smacco..pazzesco..

Purtroppo pare proprio che finirà così... Ecco, in questi casi invidio molto certi paesi che non guardano tanto per il sottile: nazioni come Usa o Israele uno così lo farebbero eliminare, se venisse rifiutata l'estradizione. Noi invece dobbiamo buttare giù il boccone amaro (anche se qui la colpa è del governo brasiliano, non del nostro). E un terrorista condannato per quattro omicidi rimane impunito.

FRANCODUE
29-12-10, 19: 30
Beh l'argomento Battisti meriterebbe una discussione a parte.
Non ne convenite ?.

quantico
29-12-10, 20: 27
ma checchè se ne dica adesso c'è un sovraffollamento di laureati e una crisi di gente che sappia fare un mestiere e questo porta ad uno squilibrio...quindi la gente che si laurea non si lamenti che dopo non trova lavoro, perchè è si pur vero che in certi ambienti la raccomandazione conta, ma non ci può essere una società di ingegneri e architetti senza muratori, carpentieri, ecc...

Le macrofacoltà "sfornano" laureati che nell'arco di 4-6-8 mesi trovano occupazione. Certo, la flessibità (non solo nella durata del contratto) è d'obbligo: attività di segreteria e archivio, contratto di stage, straordinari non pagati, viaggi di lavoro/rappresentanza all'estero, tanta gavetta. Senza contare che, come ha ben detto Vegepat, solo i migliori metteranno in pratica quello hanno studiato sui libri e per migliori non si intende solo che è uscito con 110/L ma anche chi si è laureato nel periodo previsto dal Corso di Laurea. Se poi i due fattori combaciano...meglio ancora.

Per gli altri esistono lavori meno remunaritivi e meno qualificati. Tra chi non si iscrive proprio in Università, chi lascia, chi è in ritardo e chi studia scienze delle merendine non credo che si arriverà mai a una società dove i dirigenti sono più degli "operai".

capt.sparrow
29-12-10, 20: 41
quoto in tutto e per tutto...
la verità è che la società sta diventando comoda e ogni genitore vuole il meglio per suo figlio...
ma checchè se ne dica adesso c'è un sovraffollamento di laureati e una crisi di gente che sappia fare un mestiere e questo porta ad uno squilibrio...
quindi la gente che si laurea non si lamenti che dopo non trova lavoro, perchè è si pur vero che in certi ambienti la raccomandazione conta, ma non ci può essere una società di ingegneri e architetti senza muratori, carpentieri, ecc...

Massimosbrago... leggendo il suo intervento verrebbe proprio da pensare che la credenza degli antichi romani, i quali erano soliti dire: Nomen omen, fosse vera... La sua osservazione è infatti comica se la si confronta con la media dei laureati europei che si attesta sul 24%, mentre da noi, nella fascia di età che va dai 25 ai 64 anni ci fermiamo esattamente alla metà, al 12%...
Quindi non è affatto vero che la quantità dei laureati italiani sia eccessiva... Ma se quantitativamente i laureati sono ancora molto pochi in Italia rispetto alle altre nazioni industrializzate, forse il problema dovrebbe esser analizzato da un altro punto di vista, da quello della qualità...
Andiamo a guardare in cosa si laureano gli italiani...
La parte del leone la fanno le così dette scienze sociali, mentre solo il 7% ha un titolo in una delle discipline scientifiche, fisica, matematica, chimica, ecc...
In particolare: il 23% nel 2007 si è laureato i scienze sociali ed economiche, il 14% in lettere ed arti, il 12% in scienze dell'educazione, il 7% in giurisprudenza, il 15% in medicina, il 14% in ingegneria... Il resto in categorie a netta predominanza umanistica...
I laureati in discipline scientifiche hanno oggi un ruolo fondamentale nell'economia moderna...La crescita economica di lungo periodo non viene né dall’accumulazione di capitale fisico, né dall’aumento della forza lavoro ma dallo sviluppo tecnologico...
Alla guida di tale sviluppo tecnologico ci sono sopratutto scienziati ed ingegneri... In questo senso la disponibilità di talenti è una componente chiave dello sviluppo di qualsiasi paese...
Quello che invece è preoccupante è che in Italia oggi, la percentuale di laureati in materie scientifiche è addirittura in diminuzione rispetto alle tendenze degli anni precedenti...
Il quadro non sembra affatto come è presentato da quelli che sostengono che qui da noi non meriti laurearsi perché ci sono troppi laureati in giro... Forse in Italia il problema è la qualità dei laureati che non risponde alle esigenze del mondo del lavoro...
Insomma in Italia abbiamo pochi laureati e quelli sembrano concentrarsi nelle discipline che meno contribuiscono alla crescita economica e all’aumento del benessere di tutti nel lungo periodo... Allontanando sempre più il Bel Paese dagli standard dell' OCSE che riguardano specializzazione e ricerca scientifica...

VxVendetta
30-12-10, 03: 03
Tra chi non si iscrive proprio in Università, chi lascia, chi è in ritardo e chi studia scienze delle merendine non credo che si arriverà mai a una società dove i dirigenti sono più degli "operai".

Ne basterebbe una in cui hanno uguale dignità e uguale accesso ad una vita decente, nella quale le basi siano le stesse e i dirigenti si potessero permettere solo che sfizi in più (alberghi a 4 piuttosto che 3 stelle e porsche invece di fiat).

Il problema è che tutti vogliono l'albergo a 4 stelle e la porsche,e intanto, come diceva "qualcuno", la forbice si allarga.

quantico
30-12-10, 09: 19
E' il capitalismo caro mio.

-Il più ricco 1% del paese possiede metà della ricchezza del paese, 5 trilioni di dollari. Un terzo di questi viene dal duro lavoro, 2/3 dai beni ereditati, interessi sugli interessi accumulati da vedove e figli idioti, e dal mio lavoro, la speculazione mobiliare-immobiliare. È una stronzata, c'è il 90% degli americani là fuori che è nullatenente o quasi. (Gordon Gekko, Wall Street)-

capt.sparrow
30-12-10, 14: 16
Il capitalismo è una dottrina economica, una teoria che serve a rappresentare e definire una scala di valori nel processo che determina la produzione della ricchezza. Le teorie del capitalismo determinano la politica economica degli Stati... Di alcuni Stati, altri oggi si ispirano,sono ritornati ad ispirarsi, al mercantilismo... Altri ancora sembrano organizzati ed organizzarsi in modo primitivo con economie e politiche gestite in modo schiavistico.
La politica economica è (dovrebbe essere) solo un aspetto della politica... Ma molto spesso non è così perché tende ad assumere una connotazione assoluta sacrificando gli aspetti di rilevanza sociale.
Il capitalismo è il sistema economico che si è sviluppato maggiormente e più rapidamente con la rivoluzione industriale e che ha consentito il consolidamento di una classe sociale: la borghesia.
Il capitalismo come sistema va però distinto dal capitalismo come ideologia.
Se riusciamo a fare questa importante distinzione ( e certamente gli ultimi due interventi non aiutano in questo senso) potremmo analizzare criticamente molto meglio alcuni degli aspetti fondamentali della situazione sociale oggi... Situazione molto turbolenta con esiti ancora molto difficili da prevedere.
All'origine di quello che oggi si presenta come un grande disordine c'è la globalizzazione... Un teatro che sta rivoluzionando i sistemi e che come ogni rivoluzione è tutt'altro che pacifica...
L'Italia oggi è il paradigma di questo caos... Ha perso qualsiasi riferimento e non riesce a gestire una evidente decrescita economica...
Usando una celebre frase di Oscar Wilde potremmo dire:
-Oggi si conosce il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna-
Per indicare che oggi noi abbiamo la tendenza a giudicare ed agire sulla base di pregiudizi piuttosto che sulla base del diritto.