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Visualizza Versione Completa : Motivanti & motivati



Westindias
28-04-10, 13: 43
Si è parlato ultimamente parecchio di motivazione anche se, a mio avviso, forse un po'
pretestuosamente, soprattutto circa problemi economici; ma lasciando per il momento perdere
l'aspetto economico, mi stavo interrogando sul significato del "motivare il personale".-

Questo aspetto non può essere disgiunto, a mio parere, da un corretto rapporto gerarchico:
in più di una occasione ho rappresentato che alla base di un buon rapporto professionale
dovrebbe esservi una corretta interpretazione del rapporto gerarchico e dei doveri reciproci
che da questo discendono: se il rapporto si deve configurare come collaborazione, allora
chiedere di "essere motivati" non ha senso: si "motiva" il subordinato, con il collaboratore
si deve, o si dovrebbe, costruire insieme la motivazione.-

Lungi da me difendere tout court la categoria degli ufficiali, alla quale, peraltro appartengo,
e, di conseguenza, ne conosco molto bene i limiti, ma è altrettanto vero che conosco bene
quelli delle altre categorie: non si può esigere un trattamento da collaboratore nel momento
in cui si affronta la professione con la mentalità del subordinato.-

Tutti noi abbiamo avuto a che fare con superiori che hanno mal interpretato il proprio ruolo,
ritenendo di gestire un "sacro potere" che non ha ragione di essere: anche io, come molti,
sono rientrato la domenica mattina per il posto di lavaggio. Ma molti di noi, se non tutti,
hanno anche avuto a che fare con collaboratori molto elastici nei confronti dei propri
doveri, sleali e professionalmente inetti: anche io, come molti, ho avuto nel reparto
lo spione del secondo.-

Sento dire che gli ufficiali si consumano tutti gli straordinari: senza entrare nel merito
suggerisco di verificare il cedolino di certi key-elements (capi segreteria, aiutanti,
capo gamella etc.) e si potrebbero avere delle sorprese.-

Cosa intendo affermare? In primo luogo che invece di scambiarci reciproche accuse
sarebbe il caso di recuperare parte di quel senso di appartenenza, di far parte di qualche cosa,
che dovrebbe essere la vera motivazione. Collaborare a costruire motivazione, non aspettarsi
di "essere motivati" e ritenersi in diritto di "scazzarsi" se non otteniamo quello che (pensiamo) di
meritare.
Anche io avrei tanto voluto andare all'estero, ma non ci sono andato: non passerò
certo la vita a recriminare su questo.-

Il problema della motivazione, a mio avviso, è che come forza armata abbiamo smesso
ritenere importante quello che facciamo.-

Come vedete non è un problema di X o Y, è un problema di tutti nella misura in cui
vogliamo assumercene il peso: il sottocapo che dorme durante la guardia fregandosene
è egualmente colpevole dell'ammiraglio che gestisce male il budget; l'elasticità
verso i propri doveri non ha grado.-

Saluti

capt.sparrow
28-04-10, 19: 35
La questione che attiene alle "motivazioni" è solo apparentemente legata alla gerarchia e alla capacità di organizzare...Nel senso che quello è un aspetto secondario, che viene dopo, rispetto all'analisi dell'ambiente nel quale l'ente si colloca... E' quindi più una questione " politica" che organizzativa.
Sono gli imput che provengono dall'ambiente che sono determinanti e possono rappresentare le risorse o gli svantaggi primari nell'applicazione della scienza organizzativa, concorrendo questi direttamente a determinare l'output.
L'elenco degli imput è ampio, comprende non solo le questioni relative al personale ma anche quelle relative ai mezzi, alle tecnologie, alle missioni, alla legittimazione sociale, ecc...
Il valore che oggi viene universalmente riconosciuto al criterio di selezione di autorità e gerarchia è meritocratico, fa cioè dipendere quelle da qualità come: possedere i requisiti (professionali) giusti e il saper dimostrare di essere all'altezza della situazione...
L'ambiente organizzativo deve rapportarsi dunque alla propria missione con dinamiche di esercizio molto pratiche, basate essenzialmente su logiche di implementazione.
Invece, in Italia, l'ambiente organizzativo funziona in modo opportunistico e si esprime attraverso gerarchie incongruenti... La logica di una programmazione ottimale, spesso viene meno... Molti sono gli esempi...
Dovremmo quindi di adottare nuovi criteri, un criterio gerarchico che si basi su status professionali verificati e verificabili, sull'effettiva competenza nel coordinare e controllare le risorse e le azioni... E non dovremmo assegnare ruoli su curricula personali costruiti con incarichi e mansioni istituzionalizzati... Ma queste son cose che si sanno da tempo...
Come fare allora? Come fare per reclamare la riforma, per aver il diritto di pretendere efficienza, qualità, eccellenza?...
Intanto dovremmo spezzare la domanda sociale di posti improduttivi... Di puri stipendi... Di finti posti, finte pensioni, finte indennità da ottenere...
Sarebbe un buon inizio.

SANGRIA
28-04-10, 23: 53
Tra lunedì e oggi il capo di corpo delel armi Navali, Ammiraglio Ispettore Capo Ernesto Nencioni si è recato nella sede di La Spezia per incontrare gli ufficiali del Corpo.

Ha voluto incontrare tutti, dagli ammiragli ispettori all'ultimo dei guardiamarina per una breve chiacchierata in privato. Ha chiesto un po' di tutto, dalla vita privata alle aspettative, informandosi sul curriculum di ognuno e prendendo appunti.

Periodicamente il corpo si riunisce affinché il vertice illustri la policy di gestione e raccogliendo i feedback dalla periferia... il risultato è che le Armi Navali sono un Corpo coeso, dove il senso di appartenenza è fortissimo e la motivazione, di norma, salda, perché si sa di non essere solo un nome su un foglio ma una persona. Sapere che i vertici del Corpo, quando ti rivolgi loro, sanno chi sei e che cosa hai combinato, nel bene e nel male, è di sprono a fare meglio... Ma sopratutto quello che più motiva è l'onestà intellettuale e la consapevolezza che se si fa bene, chi di dovere ti ricompenserà (come del resto, se fai male, ti "bastoneranno"). Sono tornato da questa tre giorni con tanta voglia di far bene per compiacere il Corpo e fare bene per me e per la Marina (e, di conseguenza, per la Nazione).

Non ci vuole molto, in realtà...

Charlie 2
29-04-10, 10: 09
In poche parole ve la suonate e ve la cantate...ma perfavore SANGRIA non diciamo baggianate, la marina è piccola e si sa tutto di tutti a livello ufficiali... li conosciamo bene gli show dei Capi di corpo ..... altro che corpo coeso.... Lei è ancora giovane ne riparliamo tra una quindicina di anni..

SANGRIA
29-04-10, 18: 17
Guardi, davvero... Tutti, dai Capitani di vascello ai guardiamarina siamo rimasti soddisfatti. Sì, ce la suoniamo e ce la cantiamo, ma abbiamo i referenti periferici che sanno filtrare le richieste, se qualcuno ha avuto problemi ha potuto chiamare direttamente l'UCCAN ed è stato ascoltato e, nei limiti, supportato. Si lavora bene, così. Alla fine, benché sia impossibile accontentare tutti, la trasparenza nella gestione del Corpo mi è parsa un'arma vincente. Io i discorsi di altri capi di corpo, del mio e di altri corpi sopratutto, li ho ascoltati e francamente grondavano retorica, io non so quanti guardiamarina GN o CM si possano permettere di alzare la cornetta, chiamare Roma all'ufficio del Capo di Corpo, spiegare le proprie esigenze e vedersi dare una risposta che non sia il solito "vedremo", "lei è un militare" o "si è sempre fatto così", per non parlare delle "coperte corte" o della storia dei tappi e delle bottiglie.... Magari tra 15 anni cambierò idea, però per adesso vedo i miei colleghi GN e SM sbattuti da una parte all'altra senza un perché, senza tenere mai o quasi in considerazione aspettative di carriera o ambizioni professionali mentre a noi ci chiamano per sentire dove ci piacerebbe essere destinati. Da STV... Certo, nons i viene sempre accontentati, ma almeno un trade off si intravede, e secondo me è un buon modo di gestire il personale.

Poi, che ci siano le guerre tra questo e quello, che spesso si mandano a quel paese, che uno tenta di fare le scarpe all'altro beh, è ovvio, si sa, ma motivare vuol dire sopratutto dare l'impressione di essere considerati, non necessariamente esserlo veramente.

SO benissimo che gran parte dell'operazione è di facciata ma, ripeto, basta così poco...

Charlie 2
30-04-10, 08: 20
La cosa che ho sempre cercato di mettere in evidenza nelle mie inutili relazioni sul morale, per quanto attiene agli Ufficiali, è di lamentare l'assoluta mancanza di pianificazione, a differenza di quanto avviene per il personale sottufficiale e truppa. Mancanza di pianificazione, non tanto per gli interessati (ch, comunque, hanno il diritto di sapere di che morte devono morire, possibilmente con un preavviso adeguato per potersi organizzare), ma sopratutto per il comando che ha, anche lui, il diritto di sapere quali sono i cambiamenti che interessano i posti chiave. Nel dire questo non mi riferisco al solo corpo di Stato Maggiore ma a tutti gli altri e, in sede di colloquio con la commissione itinerante Ufficiali se ne esce sempre con incertezze, anche per gli AN.
A lei, come ufficiale AN piace essere preso per il naso con un'operazione di facciata? a me come dirigente di un comando no.

abrams
30-04-10, 13: 44
io cerco di spiegare la mia.il mio è un punto di vista estremamente diverso penso.poichè invece di parlare e spendere il mio tempo con gli ufficiali parlo e spendo il mio tempo con il ruolo truppa.allora....
le motivazioni dentro ognuno di noi ci sono.io vedo anche i comuni che hanno forti motivazioni.purtroppo pero' dopo alcuni anni a forza di calci,delusioni,sempre piu' rare gioie e lavori spesso denigranti queste motivazioni vengono un po' oscurate.quasi tutte le persone che ho incontrato nei miei non tantissimi anni di servizio (6) erano spinti a fare bene dentro di loro,ma poi col passare del tempo questa spinta si esauriva.e non esclusivamente per colpa loro...

capt.sparrow
30-04-10, 13: 53
In parole semplici, la storiella di Sangria è a suo modo rivelatrice, può svelarci un "trucco"... Una di quelle cose che si dovrebbero riconoscere subito, se da "apprendisti stregoni" si hanno le qualità e l'ambizione di passare ad essere stregoni...

Parodiando Sangria si potrebbe dire che il re degli illusionisti, in un suo spettacolo itinerante, ha raccolto attorno a se persone che non possono esimersi dallo stare a sentire quello che ha da dire e che in quel senso potremmo definire " portate ad ascoltarlo".
Racconta una storia a quelle persone... Non pretende con quella di interessare il mondo... Gli basta avere l'attenzione delle persone che ha raccolto intorno a se...
Nella sua storia esprime argomenti condivisibili e sollecita sempre il dialogo come tattica giusta per conseguire un obiettivo strategico... Coinvolge il suo " pubblico", si mostra disponibile...
E' dannatamente bravo nel raccontare ... E' appunto il re degli illusionisti... Scatena un passaparola naturale... Tutti gli altri sono niente se confrontati a lui... Lo spettacolo ha avuto successo...
Tutto è stato costruito sulle tre abilità basilari del buon illusionista: personalità, presentazione e tecnica...
Ovviamente si congeda dalla scena dicendo: - That’s magic, ladies and gentlemen!-

dako
30-04-10, 14: 04
eccellente analisi capt sparrow !la ammiro...non dimenticherei però la sudditanza psicologica che gioca a favore dell'illusionista,se ne ho uno bravo ma sconosciuto tendo a trovare il pelo nell'uovo,se ne uno bravo e che può esercitare una certa "pressione "su di me la magia diventa addirittura miracolo!

SANGRIA
30-04-10, 17: 33
La cosa che ho sempre cercato di mettere in evidenza nelle mie inutili relazioni sul morale, per quanto attiene agli Ufficiali, è di lamentare l'assoluta mancanza di pianificazione, a differenza di quanto avviene per il personale sottufficiale e truppa. Mancanza di pianificazione, non tanto per gli interessati (ch, comunque, hanno il diritto di sapere di che morte devono morire, possibilmente con un preavviso adeguato per potersi organizzare), ma sopratutto per il comando che ha, anche lui, il diritto di sapere quali sono i cambiamenti che interessano i posti chiave. Nel dire questo non mi riferisco al solo corpo di Stato Maggiore ma a tutti gli altri e, in sede di colloquio con la commissione itinerante Ufficiali se ne esce sempre con incertezze, anche per gli AN.
A lei, come ufficiale AN piace essere preso per il naso con un'operazione di facciata? a me come dirigente di un comando no.

Io sono un caso a parte, perché la nave dovevo imbarcare la conoscevo da un anno, mi hanno sempre detto cose che, nel bene e nel male, si sono avverate, mi è stata chiesta una sede di preferenza e si è fatto in maniera di accontentarmi.Intendiamoci, io ho chiesto ben poco, solo di non essere sballottato da una parte all'altra e che mi si inserisse in un contesto stimolante; puntualmente quando si è presentata l'opportunità mi hanno trasferito in una sede gradita con un incarico di tutto rispetto, con la richiesta di conseguire alcuni risultati. In cambio si sarebbero aperte alcune opportunità. Il risultato è stato conseguito, si sono ricordati, si sono aperte le opportunità. Io, personalmente, posso solo parlare bene. Vero è, poi, che intorno a me ci siano situazioni grottesche, è evidente; colleghi che dovevano essere imbarcati e due giorni prima è stato annullato il movimento, CF anziani che non sanno se rimarranno, dove andranno e in buona sostanza di che morte dovranno morire... Lo vedo, è palese, quel che dico è che si vede uno sforzo... Ciò che mi lascia perplesso, a dirla tutta, è l'utilità della famigerata "commissione itinerante" che serve solo, a mio avviso, a pagare fogli di viaggio alla commissione stessa visto che non accade nulla di più di quello che uno può ottenere alzando la cornetta e perdendo un quarto d'ora al telefono... Tanto le risposte saranno sempre le stesse e faranno come gli pare. Circa la mancanza di pianificazione beh, da noi è abbastanza lineare ma comunque ci sono problemi anche qua, per lo Stato Maggiore è davvero una situazione confusa a dir poco.
Comprendo il suo punto di vista, che è molto più che condivisibile, il mio voleva essere un tributo alla trasparenza. Se ti dico che per ottenere un posto, un incarico, una destinazione devi fare qualcosa e una volta fatta ottieni veramente ciò che vuoi, sarai più motivato di colui che non sa se facendo bene otterrà o meno qualcosa. Che motivazione ha una persona, se non quella di far bene perché ha una motivazione intrinseca?

Nella famigerata riunione AN è stato detto chiaro e tondo cosa il Corpo vuole per dare in cambio qualcosa, siano esse destinazioni all'estero, master, corsi e brevetti particolari, destinazioni gradite. Il metodo di motivazione è "do ut des" ossia, mi chiedi cosa vuoi, io ti dico qual'è il prezzo che devi "pagare" e mi impegno a mantenere la parola. Tale sistema funziona solo se la promessa viene mantenuta perché se si fa come molti prima di adesso, che dicevano "fatti questi due anni a Taranto e vedrai che ti mando a cspezia" e poi gli anni diventavano, che so, 12, non sei un motivatore bravo,s e non altro perché sei bugiardo e quindi poco autorevole.

Che sia stata la festa delle illusioni non lo so, di certo, fino ad adesso, mi sembra che i miei interlocutori parlino chiaro, nel bene e nel male, e questo lo aprpezzo.

Yamaka85
05-05-10, 10: 02
In parole semplici, la storiella di Sangria è a suo modo rivelatrice, può svelarci un "trucco"... Una di quelle cose che si dovrebbero riconoscere subito, se da "apprendisti stregoni" si hanno le qualità e l'ambizione di passare ad essere stregoni...

Parodiando Sangria si potrebbe dire che il re degli illusionisti, in un suo spettacolo itinerante, ha raccolto attorno a se persone che non possono esimersi dallo stare a sentire quello che ha da dire e che in quel senso potremmo definire " portate ad ascoltarlo".
Racconta una storia a quelle persone... Non pretende con quella di interessare il mondo... Gli basta avere l'attenzione delle persone che ha raccolto intorno a se...
Nella sua storia esprime argomenti condivisibili e sollecita sempre il dialogo come tattica giusta per conseguire un obiettivo strategico... Coinvolge il suo " pubblico", si mostra disponibile...
E' dannatamente bravo nel raccontare ... E' appunto il re degli illusionisti... Scatena un passaparola naturale... Tutti gli altri sono niente se confrontati a lui... Lo spettacolo ha avuto successo...
Tutto è stato costruito sulle tre abilità basilari del buon illusionista: personalità, presentazione e tecnica...
Ovviamente si congeda dalla scena dicendo: - That’s magic, ladies and gentlemen!-

ben detto