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Visualizza Versione Completa : Assassino e premiato



drake 87
09-03-10, 10: 51
http://www.ilgiornale.it/interni/se_40_anni_galera__vi_sembrano_troppo_pochi/09-03-2010/articolo-id=427905-page=0-comments=1
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_marzo_8/vallanzasca-prima-giornata-lavoro-esterno-carcere-permesso-1602611173059.shtml

concesso il lavoro esterno a renato vallanzasca.premio ambito,che e stato concesso a lui,nonostante 4 ergastoli,260 anni di carcere e bel 4 poliziotti sulla lista delle vittime,ma il codice prevede questo??

un parente delle vittime ha detto,lo stato non aiuta i cittadini onesti,li lascia in strada,invece libera gli assassini e trova a loro lavoro,disgustoso

al telegiornale hanno raccontato un piccolo fatto della gioventu del BEL RENE,durante uno dei suoi innumerevoli soggiorni nelle nostre prigioni,(ne ha girate 36)nel cortile della prigione ha decapitato un detenuto e ha usato la testa come pallone......da ieri,dalle 7.30 alle 19.00 puoi uscire e recarsi a lavoro

allego la biografia presa da wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Vallanzasca

Price89
09-03-10, 11: 07
Solo in Italia queste cose possono accadere; in altri paesi questa gente la tengono in carcere a vita; negli Stati Uniti (perdipiu' in stati del sud) un criminale assassino del genere sarebbe gia finito sulla sedia elettrica.
Un'insulto ai poveri poliziotti uccisi.

drake 87
09-03-10, 11: 14
e anche vero che in italia,il carcere a vita,non esiste,quindi e davvero difficile tenere dentro questa gente,pero da una condanna a 260 farne 40,e davvero poco,e va be,possiamo solo augurarci che dovessimo anche noi intraprendere la carriera di malavitoso,speriamo di venire giudicati da giudici cosi,in questo modo l impunita e assicurata

a parte gli scherzi la cosa davvero triste,e che presto verranno scritti libri e si parla anche di un film,sulla vita di vallanzasca,quindi oltre a non pagare per i suoi crimini,grazie ai suoi crimini potrebbe diventare un po piu ricco,e fantastico,

capt.sparrow
09-03-10, 11: 25
In senso generale abbiamo l'art 27 della costituzione che recita:

Art. 27.
La responsabilità penale è personale.
L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

Quindi se la pena tende alla rieducazione... E' quello che fa dell' oggetto di questa discussione un caso emblematico...
Piuttosto, per i Giudici è disposto dalla legge l'obbligo assoluto di "motivare" ogni loro decisione ed è questo il punto che soggiace attualmente al dominio di una amplissima e difficilmente controllabile discrezionalità giudiziale. All'opzione per un modello di discrezionalità vincolata, pur leggibile negli artt. 132 e 133 c.p., corrisponde una prassi nella quale l'obbligo di motivazione è largamente eluso, e poco o punto leggibili sono i criteri seguiti dai giudici: il rispetto del principio di legalità appare quindi precario e non garantito...
E' per questo che spesso le misure adottate dai giudici ci appaiono poco comprensibili.

drake 87
09-03-10, 11: 30
In senso generale abbiamo l'art 27 della costituzione che recita:

Art. 27.
La responsabilità penale è personale.
L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

Quindi se la pena tende alla rieducazione... E' quello che fa dell' oggetto di questa discussione un caso emblematico...
Piuttosto, per i Giudici è disposto dalla legge l'obbligo assoluto di "motivare" ogni loro decisione ed è questo il punto che soggiace attualmente al dominio di una amplissima e difficilmente controllabile discrezionalità giudiziale. All'opzione per un modello di discrezionalità vincolata, pur leggibile negli artt. 132 e 133 c.p., corrisponde una prassi nella quale l'obbligo di motivazione è largamente eluso, e poco o punto leggibili sono i criteri seguiti dai giudici: il rispetto del principio di legalità appare quindi precario e non garantito...
E' per questo che spesso le misure adottate dai giudici ci appaiono poco comprensibili.

be dare un beneficio simile a un criminale simile....incomprensibile e dir poco,io sono consapevole e favorevole alla rieducazione dei criminali,ma e una realta che non tutti sono rieducabili,leggendo le gesta del signor vallanzasca vine spontaneo dire,questo e un pazzo psicopatico,e si sa,queste persone non guariscono,e non si rieducano,quindi mi pare una decisione sbagliata,

capt.sparrow
09-03-10, 11: 53
Verrebbe spontaneo anche leggere la " motivazione" del provvedimento... Altrimenti i commenti lasciano il tempo che trovano ... Io non ne ho avuto modo, quindi mi astengo.
Sul fatto poi che quello sia un pazzo psicopatico, a me risulta che le persone malate siano affidate a strutture diverse dai penitenziari e che seguano percorsi ( riabilitativi quando possibile) diversi...

Homer
09-03-10, 11: 57
Dunque c'è una crisi spaventosa, che aggrava tutto il mondo e invece che dare lavoro ai cittadini onesti, lo danno ai criminali.
Io non penso ci sia bisogno della sedia elettrica.
Però secondo me bisognerebbe dare il carcere a vita a queste persone e quando dico carcere intendo relegato in una cella per parecchie ore.
Ma in fin dei conti, giustiziano i galli perchè cantano ore prima dell'alba e lasciano liberi (e con la garanzia di un lavoro) i criminali.
Speriamo che le cose, prima o poi, cambino.

drake 87
09-03-10, 12: 10
una cosa e uno malato,un altra e uno che essendo capace di intendere e volere compie atti come quelli che il signor vallanzasca,lui e un pazzo,ma e un criminale,e quindi deve stare in galera,poi qualunque sia la motivazione,non credo sia abbastanza per giustificate un taglio simile della pena,perche la possibilita di lasciare il carcere d giorno,viene data dopo aver scontato almeno meta della condanna,io conosco una persona condannata per omicidio a 30 anni,ne ha fatti 17 e l anno scorso gli e stato permesso lo stesso trattamento,ma non mi pare lo stesso caso,oppure dobbiamo aspettarci di vedere lavorare in qualche market il signor riina??

nemmeno io ho letto la motivazione,ma so per certo che non e sufficiente

senza contare poi cosa ha fatto in liberta,ma anche da detenuto tra evasioni e sommosse e omicidi,come si fa ad accordargli qualche tipo di sconto,per buona condotta??

FRANCODUE
09-03-10, 12: 31
Allora.
La legge prevede questo, che dopo aver scontato una parte della pena si possa essere ammessi all'istituo della "semilibertà", cioè di giorno al lavoro, la sera e la notte in carcere.
Vale per tutti, anche per gli assassini per il principio costituzionale ben richiamato da Cap che la pena ha funzione di emenda e di rieducazione.
Che poi il soggetto sia irrecuperabile quello è un altro discorso.
Però il Giudice di Sorveglianza prima di concedere il beneficio, dispone opportuni acceratementi sulla pericolosità dell'individuo.
In questo caso sarà sicuramente stato fatto.

drake 87
09-03-10, 12: 33
Allora.
La legge prevede questo, che dopo aver scontato una parte della pena si possa essere ammessi all'istituo della "semilibertà", cioè di giorno al lavoro, la sera e la notte in carcere.
Vale per tutti, anche per gli assassini per il principio costituzionale ben richiamato da Cap che la pena ha funzione di emenda e di rieducazione.
Che poi il soggetto sia irrecuperabile quello è un altro discorso.
Però il Giudice di Sorveglianza prima di concedere il beneficio, dispone opportuni acceratementi sulla pericolosità dell'individuo.
In questo caso sarà sicuramente stato fatto.

questa parte di pena da scontare ha un minimo o possono essere anche 5 anni su 30???

Price89
09-03-10, 12: 46
Allora.
La legge prevede questo, che dopo aver scontato una parte della pena si possa essere ammessi all'istituo della "semilibertà", cioè di giorno al lavoro, la sera e la notte in carcere.
Vale per tutti, anche per gli assassini per il principio costituzionale ben richiamato da Cap che la pena ha funzione di emenda e di rieducazione.
Che poi il soggetto sia irrecuperabile quello è un altro discorso.
Però il Giudice di Sorveglianza prima di concedere il beneficio, dispone opportuni acceratementi sulla pericolosità dell'individuo.
In questo caso sarà sicuramente stato fatto.
Al di la delle leggi, ma non trova ingiusto che a un crimale, come il signor vallanzasca, che ha tolto la vita, quindi la liberta', a degli innocenti, tra cui dei suoi colleghi, li venga data la semi-liberta'?

abitcis
09-03-10, 12: 49
Mi ricordo ancora e non mi dimenticherò mai quando mio padre mi raccontò che una mattina, sentì in radio che al casello di Dalmine(BG) erano stati uccisi due agenti della polizia stradale...al tempo mio nonno lavorava nella stradale di Bergamo...

da Bergamo a Dalmine(circa 7km) mi raccontò che con la vespa andò piangendo fino al luogo...per poi scoprire che non era morto suo padre, ma dei suoi colleghi...

questo per dire che è facile parlare da fuori, ma la rabbia che si prova dentro non la si capisce...quando accadono certe cose c'è da chiedersi: c'è un minimo di pietà per i parenti delle vittime??ripeto...le parole di mio padre non me le dimenticherò mai, mi hanno fatto un effetto veramente forte...immagino i parenti delle vittime...non esiste proprio di scarcerare Vallanzasca....e meno ancora di mitizzarlo!!pazzesco!

drake 87
09-03-10, 12: 54
Mi ricordo ancora e non mi dimenticherò mai quando mio padre mi raccontò che una mattina, sentì in radio che al casello di Dalmine(BG) erano stati uccisi due agenti della polizia stradale...al tempo mio nonno lavorava nella stradale di Bergamo...

da Bergamo a Dalmine(circa 7km) mi raccontò che con la vespa andò piangendo fino al luogo...per poi scoprire che non era morto suo padre, ma dei suoi colleghi...

questo per dire che è facile parlare da fuori, ma la rabbia che si prova dentro non la si capisce...quando accadono certe cose c'è da chiedersi: c'è un minimo di pietà per i parenti delle vittime??ripeto...le parole di mio padre non me le dimenticherò mai, mi hanno fatto un effetto veramente forte...immagino i parenti delle vittime...non esiste proprio di scarcerare Vallanzasca....e meno ancora di mitizzarlo!!pazzesco!

bisogna sperare che dei parenti delle vittime in questi 40 anni non ne sia rimasto nessuno,perche all epoca hanno visto un po di giustizia,oggi invece,vedono quest uomo che torna semi-libero,fa un lavoro che lo stato gli ha trovato,e in piu,firmera per i diritti sulla sua immagine e guadagnera dal film che ne verra,e una cosa incredibile,e qualcuno ha chiesto l ergastolo per quel poliziotto che involontariamente ha ucciso un ultra,e incredibile

GPGFALCO
09-03-10, 14: 10
Penso, che nel Belpaese non deve aver paura della legge chi Delinque (e lo sanno bene), ma il semplice cittadino che, per vivere deve fare salti funambolici per arrivare a fine mese -chi ha ancora il lavoro- con la crisi che c'è!!
Con tutto il rispetto..., tutto quello che si muove in negativo viene enfatizzato dai Media, Libri, Interviste,Ospitate, Films.,ecc.,ecc.,.
La Bontà, la Lealtà, il Senso Civico, ecc., non ci appartengono proprio più?.

A_N_T_O_N_Y
09-03-10, 14: 13
Io non voglio entrare nel merito dei sentimenti, peraltro condivisibili, che provano i parenti delle vittime di Renato Vallanzasca nè tantomeno ho nulla da ridire circa la necessità di una effettività della pena che risponda ad una delle funzioni troppo spesso dimenticate che la pena stessa ha che è la cosiddetta funzione satisfattoria in quanto trattare sotto il profilo dottrinale le varie funzioni della pena richiederebbe un'analisi approfondita e di tipo accademico che risulterebbe necessariamente prolissa e infarcita di tecnicismi.
Piuttosto vorrei rilevare che nel nostro ordinamento giuridico le funzioni della pena sono le seguenti:

1) funzione retributiva (con la quale si tende a riaffermare il principio di giustizia violato);
2) funzione dell'intimidazione o della prevenzione generale (con la quale si tende a dissuadere i consociati dal commettere reati);
3) funzione dell'emenda o della prevenzione sociale (con la quale di tende ad evitare che il reo delinqua nuovamente in futuro);
4) funzione della rieducazione (con la quale si tende a restituire alla società libera un soggetto che dopo l'espiazione della pena sia rieducato e risocializzato);
5)funzione satisfattoria (con la quale si tende a dare ristoro alle vittime del reato per il male subito).

detto ciò va rilevato che in fase edittale (cioè nella previsione da parte della legge di un fatto penalmente rilevante e vietato dall'ordinamento tipo l'omicidio) la funzione della sanzione penale è quella dell'intimidazione o prevenzione generale in quanto lo stato tende a dissuadere i suoi consociati dal commettere reati mediante la minaccia dell'applicazione, in caso contrario, di una sanzione afflittiva come quella penale.
Nella fase giudiziale, invece, quando il crimine è già stato commesso la funzione della pena è da un lato retributiva in quanto il giudice nell'applicare una pena per un fatto commesso tende a riaffermare il principio di giustizia violato (riportando la bilancia in pari ), mentre dall'altro si realizza la funzione dell'emenda o della preenzione speciale in quanto la pena è calibrata in base alla personalità del reo, alla sua vita anteatta, ai suoi precedenti ecc. tanto da pesonalizzare la sanzione penale per far sì di infliggere una pena che in concreto sia idonea ad evitare che il reo in futuro delinqua nuovamente. Allo stesso tempo altro criterio su cui si basa il giudice nell'applicazione della pena è quello satisfattorio in quanto si tende ad applicare una pena che serva anche da ristoro alla persona offesa dal reato in ossevanza alla funzione satisfattoria.
Infine nella fase dell'esecuzione penale (il carcere) la funzione che la pena assume è di nuovo quella dell'intimidazione o prevenzione generale in quanto la pena minacciata e poi applicata deve essere eseguita per dimostrare la credibilità del sistema penale in quanto se si applicasse una sanzione e poi non la si eseguisse risulterebbe difficile intimidire e quindi dissuadere i consociati dalla commissione dei crimini. A quest'ultima esigenza si affianca, con un ruolo di primissimo piano tanto da essere assunta al rango di principio costituzionale la funzione rieducativa e risocializzante della pena (art. 27 cost) in base alla quale la sanzione penale non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e deve tendere alla rieducazione del condannato.
Operativamente parlando la rieducazione in abito penitenziario passa necessariamente per alcuni elementi trattamentali come i rapporti familiari e affettvi in genere, la religione, lo sport, l'istruzione ed il lavoro.
Il lavoro in particolare svolge una funzione importantissima nel processo di rieducazione del condannato in quanto gli insegna ad essere parte attiva della società, ad essere produttivo ed a rispettarne le regole. A conferma di ciò il lavoro viene organizzato in primo luogo all'interno degli istituti penitenziari data la sua spiccata funzione pedagogica.
Sulla base di quanto appena esposto la prima cosa che dobbiamo chiederci è: abbiamo veramente voglia, per quanto doloroso, di recuperare gli autori di efferati crimini ad una vita sociale normale?? Se la risposta è sì....e credo proprio che lo sia in quanto il nostro ordinamento giuridico si fonda su questo dobbiamo anche ammettere la possibilità che esista la possibilità di ammettere al lavoro esterno un detenuto dopo un certo periodo di tempo per far progredire il suo percorso di rieducazione e risocializzazione, diversamente ci tocca rivedere il nostro sistema dell'esecuzione penale ispirandolo a criteri diversi per il tramite di una forte volontà politica e di leggi approvate dai nostri rappresentanti che siano espressione della volontà popolare. Al momento tuttavia le funzioni principali della pena non mi risulta che siano in discussione con buona pace di tutti.

Sotto un profilo squisitamente tecnico, invece, non sapendo di preciso quale sia la misura adottata per vallanzasca in quanto c'è grande confusione ed ignoranza anche da parte degli organi di stampa che in alcuni casi parlano di "ammissione al lavoro esterno" ed in altri parlano di "ammissione alla semilibertà" mi limiterò ad esplicare i due diversi istituti previsti dalla legge sull'ordinamento penitenziario:

Ammissione al lavoro esterno (art. Art 21 L.354/1975):


1. I detenuti e gli internati possono essere assegnati al lavoro all'esterno in condizioni idonee a
garantire l'attuazione positiva degli scopi previsti dall'articolo 15. Tuttavia, se si tratta di persona
condannata alla pena della reclusione per uno dei delitti indicati nel comma 1 dell'articolo 4- bis,
l'assegnazione al lavoro all'esterno può essere disposta dopo l'espiazione di almeno un terzo della
pena e, comunque, di non oltre cinque anni. Nei confronti dei condannati all'ergastolo l'assegnazione
può avvenire dopo l'espiazione di almeno dieci anni.
2. I detenuti e gli internati assegnati al lavoro all'esterno sono avviati a prestare la loro opera senza
scorta, salvo che essa sia ritenuta necessaria per motivi di sicurezza. Gli imputati sono ammessi al
lavoro all'esterno previa autorizzazione della competente autorità giudiziaria.
3. Quando si tratta di imprese private, il lavoro deve svolgersi sotto il diretto controllo della direzione
dello istituto a cui il detenuto o l'internato é assegnato, la quale può avvalersi a tal fine del personale
dipendente e del servizio sociale.
4. Per ciascuno condannato o internato il provvedimento di ammissione al lavoro all'esterno diviene
esecutivo dopo la approvazione del magistrato di sorveglianza.
4-bis. Le disposizioni di cui ai commi precedenti e la disposizione di cui al secondo periodo del comma
sedicesimo dell'articolo 20 si applicano anche ai detenuti ed agli internati ammessi a frequentare corsi
di formazione professionale all'esterno degli istituti penitenziari.

Come si evince facilmente non si tratta di una misura alternativa alla detenzione bensì di una modalità di detenzione in quanto il luogo di lavoro del detenuto si sposta dall'interno all'esterno del carcere ma egli resta detenuto a tutti gli effetti tant'è verco che il provvedimento di ammissione al lavoro esterno è di competenza del direttore dell'istituto salvo approvazione del Magistrato di Sorveglianza.

Mentre il regime di semilibertà (Artt. 48-50 L. 354/1975):

Art.48
Regime di semilibertà
Il regime di semilibertà consiste nella concessione al condannato e all'internato di trascorrere parte
del giorno fuori dell'istituto per partecipare ad attività lavorative, istruttive o comunque utili al
reinserimento sociale.
I condannati e gli internati ammessi al regime di semilibertà sono assegnati in appositi istituti o
apposite sezioni autonome di istituti ordinari e indossano abiti civili.
(Abrogato il terzo comma)

Art.50
Ammissione alla semilibertà
1. Possono essere espiate in regime di semilibertà la pena dell'arresto e la pena della reclusione non
superiore a sei mesi, se il condannato non è affidato in prova al servizio sociale.
2. Fuori dai casi previsti dal comma 1, il condannato può essere ammesso al regime di semilibertà
soltanto dopo l'espiazione di almeno metà della pena ovvero, se si tratta di condannato per taluno dei
delitti indicati dal comma 1 dell'art. 4-bis, di almeno due terzi di essa. L'internato può esservi
ammesso in ogni tempo. Tuttavia, nei casi previsti dall'art. 47, se mancano i presupposti per
l'affidamento in prova al servizio sociale, il condannato per un reato diverso da quelli indicati nel
comma 1 dell'art. 4-bis può essere ammesso al regime di semilibertà anche prima dell'espiazione di
metà della pena.
3. Per il computo della durata delle pene non si tiene conto della pena pecuniaria inflitta
congiuntamente a quella detentiva.
4. L'ammissione al regime di semilibertà é disposta in relazione ai progressi compiuti nel corso del
trattamento, quando vi sono le condizioni per un graduale reinserimento del soggetto nella società.
5. Il condannato all'ergastolo può essere ammesso al regime di semilibertà dopo avere espiato
almeno venti anni di pena.6. Nei casi previsti dal comma 1, se il condannato ha dimostrato la propria volontà di reinserimento
nella vita sociale, la semilibertà può essere altresì disposta successivamente all'inizio dell'esecuzione
della pena. Si applica l'art. 47, comma 4, in quanto applicabile.

Il regime di semilibertà, dunque, è una misura alternativa alla detenzione volta a favorire la risocializzazione del detenuto. Trattandosi di misura alternativa vera e propria che incide sulla modalità di esecuzione della pena la competenza a disporla spetta al Tribunale di Sorevglianza a seguito di scrupolosi accertamenti di natura oggettiva e soggettiva.

Spero di avervi dato in tal modo una visione d'insieme che vi consenta di valutare in maniera più approfondita l'oggetto della discussione :)

FRANCODUE
09-03-10, 15: 49
Al di la delle leggi, ma non trova ingiusto che a un crimale, come il signor vallanzasca, che ha tolto la vita, quindi la liberta', a degli innocenti, tra cui dei suoi colleghi, li venga data la semi-liberta'?

Vedi la differenza tra noi ed i criminali è che noi la legge la rispettiamo loro no.
Vallansasca non è il primo e non sarà l'ultimo ad usufruire di una normativa che va in ogni caso rispettata.
Del resto anche se morisse in carcere, questo ridarebbe la vita ai miei colleghi ?.
Penso proprio di no.
la sua coscenza, ammesso che c'è ne abbia una deve essere quella che lo tormenti quando dorme la notte, non solo per quel delitto ma per tutti i crimini che ha commesso.

drake 87
09-03-10, 16: 26
Vedi la differenza tra noi ed i criminali è che noi la legge la rispettiamo loro no.
Vallansasca non è il primo e non sarà l'ultimo ad usufruire di una normativa che va in ogni caso rispettata.
Del resto anche se morisse in carcere, questo ridarebbe la vita ai miei colleghi ?.
Penso proprio di no.
la sua coscenza, ammesso che c'è ne abbia una deve essere quella che lo tormenti quando dorme la notte, non solo per quel delitto ma per tutti i crimini che ha commesso.

va be ma se si ragiona cosi, all ora eliminiamo il reato di omicidio,perche i morti comunque non tornano mai indietro,ormai tralasciando i vari punti legali,si perde di vista la realta,che e molto semplice,esiste la societa,esistono i cittadini,ed esistono le leggi,chi non le rispetta paga,viene punito,ma qui,che punizione c e?ha fatto 40 anni di carcere,ci scandalizziamo perche sono una vita intera dietro le sbarre??e vero,ma con chi passa la vita ad infrangere la legge questo e solo quello che merita,francodue ha spiegato che prima di questo semi rilascio si controlla la pericolosita del detenuto,indubbiamente e stato fatto,e indubbiamente e stato giudicato non pericoloso,ma dico io,quest uomo e stato estremamente pericoloso per tutta la vita,fin da bambino si e dimostrato un criminale,come si fa credere che ora dopo aver passato la vota tra i suoi simili possa essere cambiato,possa essere migliorato,
questa decisione e solo un insulto a chi non ha piu la possibilita di lavorare,di camminare,e di incontrare altri,a lui invece di danno questo privilegio,e scandaloso,

come ha detto qualcuno ormai gli unici che hanno paura della legge sono i soli che la rispettano,per tutti gli altri il messaggio e,non c e legge non c e pena,

poi sulla frase della coscienza.ho visto uno spezzone di intervista,dove qualcuno chiedeva a vallanzasca le differenze tra lui un boss di ieri con i boss di oggi,ha detto che le cose son cambiate non e piu come prima,i criminali di oggi non hanno valori,valori...quell uomo non ha coscienza,non rimorso,e un sociopatico,lo sguardo che ha lo dimostra,in questo modo ha vinto lui

capt.sparrow
09-03-10, 17: 00
Intanto il fine della legge non è quello di far paura. La legge non spaventa l'uomo di buona volontà che non la teme ma la condivide... La legge spaventa i fuorilegge, ma quelli non hanno paura solo della legge... Ci sono molte altre cose che li spaventano... In quanto al messaggio di questa vicenda, è stato ben riassunto quì: I criminali e le persone giuste hanno regole diverse e quindi non si comportano nello stesso modo... I primi, nel più efferato dei loro crimini tolgono la vita, i secondi sono capaci (usando una metafora) di restituirla...
A Renato Valanzasca è stata data dai giusti una opportunità, quella di rifarsi una esistenza diversa da quell'esistenza criminale dove lui, a differenza di quelli che gli danno questa seconda opportunità, non ha fatto, non ha saputo fare concessioni.

Delpry
09-03-10, 17: 05
Vedi la differenza tra noi ed i criminali è che noi la legge la rispettiamo loro no.
Vallansasca non è il primo e non sarà l'ultimo ad usufruire di una normativa che va in ogni caso rispettata.
Del resto anche se morisse in carcere, questo ridarebbe la vita ai miei colleghi ?.
Penso proprio di no.
la sua coscenza, ammesso che c'è ne abbia una deve essere quella che lo tormenti quando dorme la notte, non solo per quel delitto ma per tutti i crimini che ha commesso.

ma visto che è una persona non proprio affidabile, visto il numero di omicidi commessi, è sicuro lasciarlo andare libero, non c'è il rischio che una persona così commetta altri omicidi?
niente ridarà la vita alle persone che la hanno persa, ma si può far di tutto per evitare che altre persone la perdano...
io è questo quello che non capisco, la pena deve essere rieducativa, è giusto, ma in alcuni casi. in casi come questo si deve pensare a come proteggere le persone oneste!

A_N_T_O_N_Y
09-03-10, 17: 11
il problema è che la pena deve essere rieducativa sempre e per tutti....almeno questo è quello che prevede la nostra costituzione. Se si facessero due pesi e due misure ossia se per alcuni valesse la funzione rieducativa e per altri no...si violerebbe il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, anch'esso contenuto nella nostra costituzione all'articolo 3.

Delpry
09-03-10, 17: 21
il problema è che la pena deve essere rieducativa sempre e per tutti....almeno questo è quello che prevede la nostra costituzione. Se si facessero due pesi e due misure ossia se per alcuni valesse la funzione rieducativa e per altri no...si violerebbe il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, anch'esso contenuto nella nostra costituzione all'articolo 3.

a tutelare gli onesti cittadini da questo pazzo a piede libero chi ci pensa però? per rieducare lui quanta gente deve morire?!?!?

FRANCODUE
09-03-10, 19: 38
Signori, la legge è questa lo volete capire o no ?.
Delpry queste sono solo tue considerazioni.
Che cosa ne sai ?.
Lo hai mai visto ?.
Gli hai mai parlato ?.
Sei un psicologo oppure un neuro pscichiatra per dare valutazioni del genere ?.
Il Giudice si basa sulla consulenza che ha ricevuto.
Se tu ti vuoi sostituirti a lui, accomadati pure.

Eli113
09-03-10, 19: 52
Si franco, hai ragione sicuramente, ma ammetti che e' discutibile una liberta' del genere? Quindi e' normale che se ne discuta, purtroppo non possiamo sapere e anche sapendo, il giudice decide e noi possiamo solo stare a guardare, anche se la sentenza del giudice e' popolare ovvero data dal popolo... che molte volte non e' daccordo... ma queste sono solo congetture come diceva qualcuno....

A_N_T_O_N_Y
09-03-10, 19: 57
Signori, la legge è questa lo volete capire o no ?.
Delpry queste sono solo tue considerazioni.
Che cosa ne sai ?.
Lo hai mai visto ?.
Gli hai mai parlato ?.
Sei un psicologo oppure un neuro pscichiatra per dare valutazioni del genere ?.
Il Giudice si basa sulla consulenza che ha ricevuto.
Se tu ti vuoi sostituirti a lui, accomadati pure.

Quoto in pieno ed aggiungo che i dati sulla recidiva di delinquenti che hanno terminato il loro percorso rieducativo fino in fondo sono bassissimi , io mi preoccuperei di più di un indulto che non consente di portare a termine l'opera rieducativa abbonando la parte finale della pena, infatti in quei casi la recidiva è stata molto più alta.
Inotre che credete che una persona liberata dal carcere sia davvero totalmente libera?? Ma non scherziamo le misure di sicurezza le hanno inventate a posto e come minimo a chi esce gli toccano le limitazioni imposte dalla libertà vigilata, figurarsi a chi esce solo per recarsi a lavorare e appena terminato il lavoro torna in carcere.

drake 87
09-03-10, 20: 59
il problema è che la pena deve essere rieducativa sempre e per tutti....almeno questo è quello che prevede la nostra costituzione. Se si facessero due pesi e due misure ossia se per alcuni valesse la funzione rieducativa e per altri no...si violerebbe il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, anch'esso contenuto nella nostra costituzione all'articolo 3.

il problema e che i cittadini NON SONO TUTTI UGUALI non tutti si rieducano allo stesso modo,quindi quello che per qualcuno ha un risultato per un altro puo non averlo,questo e ovvio

FRANCODUE
09-03-10, 21: 13
In che senso non sono uguali ?
TUTTI I CITTADINI sono uguali di fronte alla legge.

drake 87
09-03-10, 22: 11
In che senso non sono uguali ?
TUTTI I CITTADINI sono uguali di fronte alla legge.

ma non sono tutti uguali come individui,infatto esistono gli onesti e i disonesti,i malati e i sani,e ogni individuo e una storia a se,quello che per 99 detenuti puo essere sufficiente a rieducarli,per qell unico su 100 puo e essere in utile,questo intendo dicendo che non sono tutti uguali,

A_N_T_O_N_Y
10-03-10, 12: 35
E quindi cosa dovresti fare? Individuare quell' 1 su 100 che è refrattario all'opera rieducativa e impedirgli di avere gli stessi diritti degli altri?
Mi sembra quantomeno grossolana e poco ragionata come soluzione non credi? In una società liebera e democratica ed evoluta come la nostra le leggi sono poste proprio a tutela dei cittadini e della loro uguaglianza sostanziale e formale. Inoltre la scelta di dare alla pena una finalità rieducativa postula necessariamente un rapporto di fiducia fra l'isitituzione e il detenuto da rieducare.
Se poi questa fiducia in un caso su 100 viene tradita fa parte del gioco, basti pensare che anche nella società libera lo stato garantisce la libertà dei suoi cittadini e si fida di loro confidando che rispettino le leggi poste a tutela della collettività stessa ma ciò non toglie che c'è gente di tanto in tanto che delinque ugualmente ed anche questo, purtroppo, fa parte del sistema.
Mentre per come la vedi tu...bisognerebbe "marchiare" a vita una persona che ha commesso un crimine indipendentemente dalla sua voglia di rieducarsi e risocializzarsi il che mi sembra poco umano e altrettanto poco democratico. Chiaro è che se una persona alla quale lo stato ha dato fiducia per la sua rieducazione dimostra di non essersi rieducato e risocializzato commettendo un nuovo crimine sarà lo stato stesso a non dargli più fiducia.
Vallanzasca da quando è entrato in carcere si è pentito ed ha iniziato il suo percorso rieducativo credendo in quello che faceva e non mi pare abbia chiesto l'approvazione della gente comune ma solo la possibilità di esercitare i suoi diritti e continuare il suo percorso per rientrare poco alla volta e sotto controllo da parte dello stato a contatto con la società.

drake 87
12-03-10, 11: 56
E quindi cosa dovresti fare? Individuare quell' 1 su 100 che è refrattario all'opera rieducativa e impedirgli di avere gli stessi diritti degli altri?
Mi sembra quantomeno grossolana e poco ragionata come soluzione non credi? In una società liebera e democratica ed evoluta come la nostra le leggi sono poste proprio a tutela dei cittadini e della loro uguaglianza sostanziale e formale. Inoltre la scelta di dare alla pena una finalità rieducativa postula necessariamente un rapporto di fiducia fra l'isitituzione e il detenuto da rieducare.
Se poi questa fiducia in un caso su 100 viene tradita fa parte del gioco, basti pensare che anche nella società libera lo stato garantisce la libertà dei suoi cittadini e si fida di loro confidando che rispettino le leggi poste a tutela della collettività stessa ma ciò non toglie che c'è gente di tanto in tanto che delinque ugualmente ed anche questo, purtroppo, fa parte del sistema.
Mentre per come la vedi tu...bisognerebbe "marchiare" a vita una persona che ha commesso un crimine indipendentemente dalla sua voglia di rieducarsi e risocializzarsi il che mi sembra poco umano e altrettanto poco democratico. Chiaro è che se una persona alla quale lo stato ha dato fiducia per la sua rieducazione dimostra di non essersi rieducato e risocializzato commettendo un nuovo crimine sarà lo stato stesso a non dargli più fiducia.
Vallanzasca da quando è entrato in carcere si è pentito ed ha iniziato il suo percorso rieducativo credendo in quello che faceva e non mi pare abbia chiesto l'approvazione della gente comune ma solo la possibilità di esercitare i suoi diritti e continuare il suo percorso per rientrare poco alla volta e sotto controllo da parte dello stato a contatto con la società.


be io faccio un discorso molto semplice,uno,i diritti,devono averli tutti,ma i diritti vengono anche revocati,come il diritto di voto che i pregiudicati perdono,vogliamo dire all ora che anche quella e una discriminazione??non credo,ora credo di dire la verita quando affermo che esistono i criminali,ed esistono i maniaci,il criminale e uno che tramite azioni illecite trae un profitto,per scarsa voglia di lavorare nel caso dei truffatori,che usano metodi molto sofisticati ed ingegnosi per fregare la gente,o ad esempio i vandali,spesso giovani che non hanno avuto un educazione adeguata,questi sono criminali,capaci di intendere che cio che fanno e sbagliato ma non sono interessati,ma possono capire,possono essere RECUPERATI,poi ci sono altri,maniaci,persone che non vedono il male in quello che fanno,e provano solo divertimento,perche spesso non necessitano della criminalita per vivere,questi,spesso, non sono RECUPERABILI,rimettendo in liberta un elemento che non vede i suoi simili come persone ma come oggetti o prede si mette in pericolo chiunque gli vada vicino,

esiste il diritto della semi liberta dopo un tot di anni di reclusione ok,non e un diritto fondamentale,e secondo me a chi a commesso reati di una certa entita non dovrebbe essere accordato,perche se un domani il signor vallanzasca si scoccia di andare tutti i giorni a lavoro,e si accorge di essere troppo vecchio per fare il latitante,nulla gli impedisce per allungare ancora la sua lista di vittime di uccidere qualcun altro,e a quel punto,ci sara stato un altro morto,solo per voler fare a tutti costi la parte dei buoni e fiduciosi nel prossimo,io spero che non capiti,ma resta anche dal punto di vista morale,che un uomo che ha fatto tutte le cose che ha fatto lui non dovrebbe merutare nessun tipo di sconto,anche perche mi are che chi viene condannato per mafia,una volta preso il secondo ergastolo buttano via la chiave