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Visualizza Versione Completa : Quanto conta essere uomini veri nel 2010?



nessuno_
08-03-10, 11: 38
In una società mediocre, disavvalorata, che culla i suoi sogni nel potere e non nella semplicità delle cose vere....quanto conta e quanto paga in tutto questo essere un uomo vero, con tanti di coglioni in cemento armato?
Per vero uomo...non intendo il cantante drogato, o il tatuato, nè il tronista o l' opinionista di insuccesso...non intendo neanche la marionetta, o il saccente che giudica le vite altrui avendo le spalle ben coperte dal potere di papà.
Per uomo vero intendo il cultore della strada, l' uomo che in un epoca di non-valori, ha deciso di portare come l' ultimo degli eroi le sue idee vere, i suoi valori, le piccole cose. Intendo l' uomo che viaggia contro-corrente, l' uomo che appunto per questa sua diversità per me è l' uomo più libero e più grande del mondo.
L' uomo che se ne sbatte delle raccomandazioni, dei giochi di potere, l' uomo che mette avanti sempre il cuore e mai il portafogli, un uomo che ricalca i vecchi esempi dei grandi ed è fuori-moda.

DotMark
08-03-10, 12: 05
E' una realta con la quale personalmente mi scontro ogni giorno, non ricnoscendomi affatto nei valori che sembrano essere i dominatori di questa odierna società. Ci possono essere due risposte alla tua domanda, dipende dal quesito. -Quanto conta essere uomini veri nei confronti della società?- E: - Quanto conta essere uomini veri nei nostri confronti ed in quelli delle persone che amiamo?-
La risposta alla prima domanda é: nulla. Tutto questo non paga. Sicuramente mai del tutto. Poi ci sarà sempre l'amico del cugino di tuo zio che pur non piegandosi mai è riuscito ad arrivare dov'è ora. Ma sono le eccezioni che vanno a confermare una regla ormai consolidata.
La risposta alla seconda domanda è: tutto. E' tutto ciò che conta. Essere felici per sè stessi e per le persone che si amano. Fregandosene del giudizio delle altre persone, della società, dei canoni, degli stereotipi.
Bisogna fare una scelta.

alpacinn
08-03-10, 12: 13
quoto dotmark

nessuno_
08-03-10, 12: 33
E' una realta con la quale personalmente mi scontro ogni giorno, non ricnoscendomi affatto nei valori che sembrano essere i dominatori di questa odierna società. Ci possono essere due risposte alla tua domanda, dipende dal quesito. -Quanto conta essere uomini veri nei confronti della società?- E: - Quanto conta essere uomini veri nei nostri confronti ed in quelli delle persone che amiamo?-
La risposta alla prima domanda é: nulla. Tutto questo non paga. Sicuramente mai del tutto. Poi ci sarà sempre l'amico del cugino di tuo zio che pur non piegandosi mai è riuscito ad arrivare dov'è ora. Ma sono le eccezioni che vanno a confermare una regla ormai consolidata.
La risposta alla seconda domanda è: tutto. E' tutto ciò che conta. Essere felici per sè stessi e per le persone che si amano. Fregandosene del giudizio delle altre persone, della società, dei canoni, degli stereotipi.
Bisogna fare una scelta.

Spesso è "non paga", la risposta che do al mio modo d' essere.
Io mi trovo lontano da questo tempo, anche se sono socialmente ben inserito, ma sento di essere una mosca bianca in un covo di api.
Credo che chi vive certe sensazioni, chi è glorificato da questo modo d' essere, deve vantarsene ma è molto difficile equilibrarsi e riuscire nella vita adottando questo stile....un modo d' essere per cui si nasce e non si diventa.

DotMark
08-03-10, 12: 49
Spesso è "non paga", la risposta che do al mio modo d' essere.
Io mi trovo lontano da questo tempo, anche se sono socialmente ben inserito, ma sento di essere una mosca bianca in un covo di api.
Credo che chi vive certe sensazioni, chi è glorificato da questo modo d' essere, deve vantarsene ma è molto difficile equilibrarsi e riuscire nella vita adottando questo stile....un modo d' essere per cui si nasce e non si diventa.

Credo che io e te potremmo essere ottimi amici. E non solo per quanto dici ora, ma per tutto ciò che ho avuto modo di leggere in passato.
Hai assolutamente ragione. Non è per nulla facile vivere a questo modo. Ciò, come dici tu, non significa per forza essere degli asociali e non essere inseriti nella società. Anche io non posso lamentare questa mancanza. Ma certo è che l'approccio è totalmente differente e questo il più delle volte ti fa sentire a disagio, ad un'analisi superficiale delle situazioni. E' per questo che mi sforzo sempre di analizzare in toto ogni situazione ed ogni concetto. Perchè è solamente la consapevolezza di essere un IO pensante, inserito ma distaccato, che ti può rendere felice. Se si è fatti a questo modo e si cerca di imitare gli altri, tutto ciò a cui si arriva è soltanto una grande delusione.
Certo non è facile. Certo a tratti non è bello. Certo non sappiamo se questo porterà davvero a qualcosa di buono. Ma è ciò che siamo. E' ciò che sono. E' ciò che sei. E c'è forse niente di più bello al mondo...che essere sè stessi?

abitcis
08-03-10, 12: 56
Purtroppo ormai questo "essere" dilaga...i veri uomini sono veramente "pochi"....io purtroppo non mi ritengo un "vero uomo" e non penso di esserlo, anche perchè pecco anche io molte volte di "ingordigia sociale", quella che caratterizza penso quasi la totalità degli italiani...non che il vero uomo non esista, ma è tentato ogni giorno dal "mondo del male", televisioni, droghe, niente valori...ecc...

nessuno_
08-03-10, 14: 05
Credo che io e te potremmo essere ottimi amici. E non solo per quanto dici ora, ma per tutto ciò che ho avuto modo di leggere in passato.
Hai assolutamente ragione. Non è per nulla facile vivere a questo modo. Ciò, come dici tu, non significa per forza essere degli asociali e non essere inseriti nella società. Anche io non posso lamentare questa mancanza. Ma certo è che l'approccio è totalmente differente e questo il più delle volte ti fa sentire a disagio, ad un'analisi superficiale delle situazioni. E' per questo che mi sforzo sempre di analizzare in toto ogni situazione ed ogni concetto. Perchè è solamente la consapevolezza di essere un IO pensante, inserito ma distaccato, che ti può rendere felice. Se si è fatti a questo modo e si cerca di imitare gli altri, tutto ciò a cui si arriva è soltanto una grande delusione.
Certo non è facile. Certo a tratti non è bello. Certo non sappiamo se questo porterà davvero a qualcosa di buono. Ma è ciò che siamo. E' ciò che sono. E' ciò che sei. E c'è forse niente di più bello al mondo...che essere sè stessi?

Beh...si anche molti tuoi post mi ricordano che abbiamo avuto più di qualche idea in comune, ma sai la motivazione che mi ha tenuto prigioniero di questo forum a 4 anni ormai dal congedo nell' esercito, è il fatto che questo forum è alimentato da tanta gente pulita. Credo che questo sia un forum di nicchia, ma non tanto perchè parla di questioni militari e non, ma perchè lega fra loro persone probabilmente lontane da questa epoca.
Io credo, caro amico, che alla fine della corsa molta gente dirà di nuovo "cavolo che persona che sei..." oppure probabilmente in linea con l' ipocrisia-contemporanea, continuerà a reprimere la stima per noi sotto le vesti di odio e indifferenza.
Posso dire di avere solo 3 amici che la pensano come me e come te, e ho 23 anni per cui la ricerca di affinità tra le amicizie è stata abbastanza lunga, e spesso tumultuosa.
Credo che comunque per sopravvivere in questo mondo c'è bisogno di alcuni accorgimenti, mi diceva un caro amico di questo forum attraverso una citazione biblica "puri come colombe e astuti come serpenti", forse è questo il giusto compromesso per vivere non dico per il successo (sarebbe un discorso frivolo) ma riusciendo anche a contrastare la realtà.
Un giorno ...credo neanche lontano la gente (specie la nuova generazione) si accorgerà della miseria in cui vive, dell' assenza di rapporti umani veri e di regole di condotta...quel giorno o cederà all' autodistruzione, alla mortificazione della dignità umana o utilizzerà come contrasto alla loro miseria : l' essere uomini.
Purtroppo anche in passato ho provato a cambiare, alla fine quello strato di follia fatta di virtù e convinzioni, è tornata ad impossessarsi del mio corpo e della mia testa. Non c'è cura per questa malattia.
Io sono anche per la cultura dell' immagine, per la società dei consumi, ma questo non deve sminuire le palle di un uomo, e per palle non intendo un uomo irremovibile dalle sue scelte ma una persona che da valore a se stessa e non si allinea agli schemi di 4 soldi che hanno molti.

Gatzu
08-03-10, 15: 32
Letta ieri sera guarda caso:


<<Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi.
A lasciare che sia il passato a decidere per il nostro futuro.
Oppure possiamo scegliere da noi.
E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito.>> Palahniuk


...E c'è forse niente di più bello al mondo...che essere sè stessi?

Essere sè stessi assieme a qualcun'altro che è sè stesso.

DotMark
08-03-10, 15: 36
Ma il problema vero sai qual è? La società in cui viviamo noi non è nient'altro quella che hanno creato per noi i potenti nel corso degli anni. Dominare masse ignoranti è molto più facile. L'istruzione fa paura, la coerenza fa paura, la determinazione, la tenacia...Sono tutti strumenti che il potere cerca di reprimere. E purtroppo ci riesce anche bene. La maggior parte delle persone dimentica di avere una mente propria, dimentica di essere UNO. Ed è più facile vivere cercando una felicità di cartone, piuttosto che non combattere sempre con il mondo e con sè stessi. E come dicevo prima, chissà se le persone che, come noi, operano la seconda scelta verranno mai ripagate.
Il collasso che predici tu, arriverà. Ma temo che non cambierà la situazione in meglio. Che non farà riacquistare coscienza alle persone. Anzi...Sarà la sferzata finale, il grande colpo di vento. Dopodichè i giochi saranno finiti.

---------------------Aggiornamento----------------------------


Essere sè stessi assieme a qualcun'altro che è sè stesso.

Te la concedo...Ma il concetto di base non cambia: bisogna innanzitutto essere sè stessi. :)

Gatzu
08-03-10, 15: 59
Io la mia testa non me la gioco per niente e nessuno, ho sempre fatto così accettandone le conseguenze negative e così farò sempre. È il mio modo di essere,la cosa più cara che ho. Se non mi da nient'altro in cambio pace.

Sora
08-03-10, 17: 19
Per quella che è la mia esperienza (poca), l'unico riconoscimento che si ha nel portare avanti SEMPRE i propri valori e i propri principi, è la dignità personale sempre intatta, è la stima che si può avere di sé stessi. Portando avanti ciò in cui si crede si possono anche commettere degli errori, ma sempre in buona fede, e si può essere tentati di "deviare", per seguire la strada più facile, ma se si ha ben presente ciò in cui si crede secondo me è difficile essere veramente tentati. E se dall'esterno non viene dato nulla in cambio, non credo che sia realmente importante; l'importante è essere tutti i giorni noi per primi "il cambiamento che si vuole vedere nel mondo".

(Sono una ragazza, e "uomini veri" l'ho inteso in senso generico: spero di non aver interpretato male ;))

SoldatoFrenk
08-03-10, 17: 20
Hehehehe ragazzi miei, quanto vi capisco!!! Sono felice quando leggo questi pensieri..
Io ho 24 anni.. ho passato le mie serate dai 20 ai 23 praticamente da solo chiuso in una stanzina di pochi metri quadri presa in affitto in campagna ragionando su questo argomento.. aiutandomi ad ammazzare il tempo con una chitarra, un basso e una batteria..
Non voglio fare qui l'ex-depresso per darmi un'aria da pensatore o genietto incompreso perchè non mi interessa... ma credo che chiunque di voi legga questa discussione e si ritrovi nel messaggio che essa trasmette abbia avuto una fase della vita in cui si è palesemente reso conto che il suo modo di pensare era totalmente incompatibile con quello di tutti coloro che lo circondavano, o quasi tutti.
Ognuno di noi, e per "noi" intendo chi ha saputo ragionare di testa sua, non è strano.. non è necessariamente un caratteriale o un disadattato perchè troppo particolare... è semplicemente una persona che si ritrova a dover ragionare con un insieme di altre persone (che potremmo definire una mente unica) senza riuscirci.
Quel che si nota oggi nella gente, e parlo dei giovani, è che si perdano in una continua e costante ricerca di una propria personalità impostandosi però addosso un ben preciso modello di apparenza.
Oggi c'è il discotecario, il metallaro, l'alternativo, il travelloso, il fichettino, il comunista o il fascista a tutti i costi.. ed ognuno ci tiene proprio tanto a far vedere a quale distinto modello appartiene..
Ci si sforza talmente tanto nella ricerca delle caratteristiche più affini al modello scelto che ci si dimentica di essere CORRETTI, ONESTI, GENEROSI, OPPORTUNI, INDIPENDENTI, LIBERI... ecc
Ci si sforza talmente tanto in questo che non riusciamo a discutere di un argomento senza ragionare per partito preso o senza pregiudizi.. e l'argomento politica ne è spesso l'esempio più palese.. e questo avviene tanto nei bar che in Parlamento..
L'importanza dei valori è sovrastata dall'importanza della materia, dell'apparenza, di tutto ciò che si vede! E' come se avessimo smesso di utilizzare il cervello e questo si stesse disallenando al ragionamento..
Di qui le difficoltà di quei pochi che ancora non possono far altro che pensarla indipendentemente, che stringono poche amicizie ma vere, che spesso preferiscono andarsi a fare una bella passeggiata in bosco o al mare o ovunque da soli piuttosto che ritrovarsi a dover discutere con muri di gomma sui quali ogni discussione fuori dal loro campo d'azione rimbalza e torna indietro..

nessuno_
08-03-10, 17: 54
Il succo non del discorso non è tanto la materialità e l' esteriorità, ma il fatto che si è perso il culto della diversità e della libertà individuale.
Per certi versi le società odierne sono più in dittatura oggi che ai periodi dei vari regimi.

DotMark
08-03-10, 18: 01
Credo che SoldatoFrenk abbia toccato un tema fondamentale, il principale forse: l'apparire per forza.
E' proprio con questo che ci scontriamo ogni giorno. Con persone che credono fermamente che tutto ciò che conta è solo quello che si vede, che si può toccare con mano. nonostante io curi molto la mia immagine, ci tenga molto alle mie cose, cambia il concetto di fondo: io lo faccio per piacere a me e poi agli altri, loro lo fanno per piacere agli altri e poi a loro stessi. E questo essere "diverso", questo essere fuori dal coro, questo essere un "giusto", mi ha portato sempre nella mia Vita ad assumere posizioni di leadership. Con la differenza che io non sono mai stato il portavoce delle idee degli altri; ma erano gli altri che unendosi alla mia causa condividevano le mie idee.
Tutto queso è sempre stato fatto nel nome dell'essenza delle cose. Mai dell'apparenza. Viviamo nella società del rinsecchimento dei valori. E solo chi si piega e abbassa la testa va avanti. Il non pensare...Il non avere un IO, facilita di molto la cosa.

SoldatoFrenk
08-03-10, 18: 02
Il succo non del discorso non è tanto la materialità e l' esteriorità, ma il fatto che si è perso il culto della diversità e della libertà individuale.
Per certi versi le società odierne sono più in dittatura oggi che ai periodi dei vari regimi.

Le due cose sono strettamente connesse..

nessuno_
08-03-10, 18: 13
Credo che SoldatoFrenk abbia toccato un tema fondamentale, il principale forse: l'apparire per forza.
E' proprio con questo che ci scontriamo ogni giorno. Con persone che credono fermamente che tutto ciò che conta è solo quello che si vede, che si può toccare con mano. nonostante io curi molto la mia immagine, ci tenga molto alle mie cose, cambia il concetto di fondo: io lo faccio per piacere a me e poi agli altri, loro lo fanno per piacere agli altri e poi a loro stessi. E questo essere "diverso", questo essere fuori dal coro, questo essere un "giusto", mi ha portato sempre nella mia Vita ad assumere posizioni di leadership. Con la differenza che io non sono mai stato il portavoce delle idee degli altri; ma erano gli altri che unendosi alla mia causa condividevano le mie idee.
Tutto queso è sempre stato fatto nel nome dell'essenza delle cose. Mai dell'apparenza. Viviamo nella società del rinsecchimento dei valori. E solo chi si piega e abbassa la testa va avanti. Il non pensare...Il non avere un IO, facilita di molto la cosa.

Beh...tutto è immagine nella vita, anche un gesto è immagine.
Per ciò che mi riguarda passo almeno 7-8 ore settimanali in palestra, e sono iper-fissato per mangiare in modo sano, ovviamente il tutto è finalizzato ad un buono/ottimo stato di forma e questo è un meccanismo che con sincerità dico ...è terribile.
Tuttavia come te io non vivo di questo, se faccio palestra e se cerco di essere "ok" il tutto è finalizzato al mio benessere.
Il culto dell' esteriorità di certo non l' abbiamo inventato noi, è una pratica antichissima..
Il male odierno è la ricerca della felicità nell' approvazione degli altri, è l' adattarsi ad uno standard-comportamentale che impone il mondo e la massa.
Ma voi quanti conoscenti/amici avete che se il sabato non spendono 20 euro per andare a ballare e 10 di consumazione non stanno bene? Ovviamente il tutto è connesso alla foto scattata pronta per andare su facebook, con l' alcoolico in mano e il ricordo indimenticabile di un fine serata che almeno 1 volta su 3 finisce con la testa nel cesso?
Io ne conosco diverse di persone cosi'.
Oggi è di gran moda l' abitudine di ostentare, che ha trovato un pesantissimo ed imprudente alleato in facebook....bisogna ostentare tutto : vestiti, fisico, vacanze ...tutto....facebook ce lo permette più di tante altre boiate. Siamo tutti superstar e alzarsi alle 7 da mattine per lavorare o alle 8 per studiare, è da sfigati.
Io credo che la società stia finendo in un burrone veramente pericoloso, credo che stiamo passeggiando un pò tutti sul cornicione ...proprio perchè si è persa la sostanza delle cose.

SoldatoFrenk
08-03-10, 18: 21
Occhio però.. io non ho parlato solo di immagine..
La tendenza all'apparire e all'ostentare è solamente il sintomo di tutta un'impostazione di pensiero.. o meglio di pseudopensiero che oggi domina.
Si tende a voler associarsi a modelli a tutti i costi.. facebook ne è l'esempio lampante con i famosi "gruppi"..
Poi anche lì bisogna distinguere chi ci si iscrive perchè non ne può fare a meno da chi lo fa superficialmente..
Io non sono iscritto perchè non ne sento il bisogno.

nessuno_
08-03-10, 18: 23
Scusa se te lo dico, cosa ti ha portato a stare chiuso in te per 3 anni?
Libero di non rispondere.

SoldatoFrenk
08-03-10, 18: 24
La disonestà di chi credevo fosse mio amico.. la mancanza di correttezza nelle persone.. la sensazione di parlare con persone stupide.

nessuno_
08-03-10, 18: 28
La disonestà di chi credevo fosse mio amico.. la mancanza di correttezza nelle persone.. la sensazione di parlare con persone stupide.

Se aspetti però delle amicizie "lineari", dove nulla va mai storto, io ti consiglio di diventare il miglior amico di te stesso.
L' opportunismo purtroppo è una qualità intrinseca delle persone, anche se la disonestà è intollerante, hai ragione.

SoldatoFrenk
08-03-10, 18: 37
Guarda ammetto di essere stato in passato molto esigente e selezionatore per quanto riguarda le amicizie, ma sempre per quanto riguarda le basi fondamentali e portanti... quali appunto l'onestà e la correttezza.
Se non c'è onestà non c'è amicizia.. ed è difficile trovare persone con le quali si possa essere sinceri senza rimanerci fregati.. questo vale non solo nelle amicizie ma anche con le ragazze.
Fortunatamente ho trovato una ragazza alla quale posso dire liberamente sia quello che penso sia quello che provo, senza rischiare che se ne approfitti! Non a caso forse, ha 4 anni più di me..

Sora
08-03-10, 19: 19
Questo discorso dell'immagine e dell'apparenza mi sembra un po' scontato e, se vogliamo, banalizza un po' l'argomento, nel senso che non penso che sia solo quella la causa. Credo che sia più un fattore di menefreghismo e di eccessivo egoismo, della serie io penso a far contento me e del resto non mi importa. Questo far contento va dal mettere le foto di sé ubriachi su facebbok per farle vedere agli amici, alle raccomandazioni per arrivare dove si vuole arrivare. Comprende un po' tutto.
Per quel che riguarda l'aver perso il concetto di diversità, beh, paro da 19enne e dico che non è così, nel senso: dalle mie parti essere un "diverso", farsi riconoscere etc fa molto figo. Poi il problema è che chissà come mai si è tutti diversi allo stesso modo... Però più si esagera e più ci si sente importanti, ci si sente più individui.
Quindi secondo me, più che queste cose, si sono persi i valori della convivenza civile, della generosità e dell'onestà, verso gli altri e verso sé stessi.

SoldatoFrenk
08-03-10, 19: 40
Vorrei ribadire che il discorso dell'immagine è soltanto la cima dell'iceberg di tutto un assetto ben preciso.. non è l'argomento principale che ho sollevato; ovvio che sia scontato..
c'è da dire che la disponibilità di mezzi di comunicazione sociale che sfruttano l'immagine hanno esaltato la tendenza a manifestarsi e a voler imporre la propria...
Il voler imporre la propria immagine non è altro che il desiderio di voler sintetizzare agli occhi degli altri quello che si pensa... peccato che poi il pensiero sia sempre riferibile a modelli preimpostati.
Il discorso che ha fatto Sora riguardo alla diversità è giusto: è vero che la tendenza a volersi distinguere in qualcosa di sempre più raro è diffusa.. ma non è altro che una moda anch'essa!!!!

nessuno_
08-03-10, 21: 42
Guarda ammetto di essere stato in passato molto esigente e selezionatore per quanto riguarda le amicizie, ma sempre per quanto riguarda le basi fondamentali e portanti... quali appunto l'onestà e la correttezza.
Se non c'è onestà non c'è amicizia.. ed è difficile trovare persone con le quali si possa essere sinceri senza rimanerci fregati.. questo vale non solo nelle amicizie ma anche con le ragazze.
Fortunatamente ho trovato una ragazza alla quale posso dire liberamente sia quello che penso sia quello che provo, senza rischiare che se ne approfitti! Non a caso forse, ha 4 anni più di me..

Ti rispondo in modo completo.
Guarda il giorno in cui troverai un amico che nella lunga militanza di amicizia con te, rimanga fedele et onesto 100x100, ti lascio il mio numero di telefono cosi' me lo presenti.
Una delle regole di vita odierna è il "tornaconto personale", del tipo "sono amico di ...perchè mi fa conoscere le ragazze", oppure ..."mi può dare una mano per fare questo ..o quello", e cosi' via. L' amicizia dovrebbe essere gratuita, della serie "sono tuo amico e basta", fatto questo almeno io nelle mie amicizie ho anche accettato i loro errori, al pari loro hanno accettato i miei, ma nonostante ciò alcuni che ritenevo grandi amici mi hanno deluso nel modo più squallido : lasciarmi solo quando avevo bisogno di loro. Non ho dimenticato questo schifo, specie con un amico (il più grande che avevo), che proprio nel momento del bisogno, e su mia specifica richiesta di aiuto, mi ha voltato le spalle (pochi mesi fa) con lunghi mesi di silenzio. Mentre io soffrivo per i fatti miei, lui era a vivere in simbiosi con la ragazza (solo lui e lei) dimenticandosi di un grande amico che stava male.
Però proprio in quei momenti invece ho rivalutato 2-3 amici, che invece mi hanno stupito per vicinanza, impegno e amicizia. Sbagliai io a giudicarli male in passato, loro mi hanno stupito. Verso di loro io ho un debito immenso e infatti ogni qual volta uno di loro ha bisogno di me, io lascio tutto, a qualsiasi ora del giorno e della notte (anche sotto esame) per essere a loro disposizione.
Ironia della sorte l' amico infedele è tornato dagli "amici" e dall' amico (io), proprio quando le cose iniziarono a girare male con la ragazza. Triste e sofferente, e lasciato da lei, è tornato con la coda tra le gambe...noi amici non l' abbiamo umiliato, o forse si, perchè lo abbiamo riaccolto (e questo è umiliante per lui) e gli siamo stati vicini per 1-2 giorni. E' tornato con la ragazza e si è nuovamente dimenticato degli amici, ha continuato con comportamenti squallidi (esempio dare appuntamenti e non venire o disdirli all' ultimo), ma questa volta la sensazione è che non riusciremo mai a buttarlo fuori dal nostro gruppo, ma sicuramente è certo che per noi non è più un amico. E ci credo direi.

Beh per me questo è essere uomini o meno. L' immagine è secondaria rispetto all' uomo, curarsi o meno l' aspetto, essere bellissimi o bruttissimi, pieno di ragazze o senza, ricchi o poveri, questo prescinde...
Quando parlo di essere uomini, parlo a livello umano.
Questo mio amico se è stato poco uomo, lo è stato perchè dentro di se non ha sostanza, e l' immagine non ci entra nel discorso.

SoldatoFrenk
08-03-10, 22: 46
Lo sai che Nessuno?? Ci credi se ti dico che le cose mi sono andate più o meno nello stesso modo?
Io giravo sempre insieme ai miei due amici d'infanzia, con cui sono cresciuto..
Uno di loro trovò la ragazza e progressivamente si allontanò sempre di più da noi fino a non vedersi quasi più.. e le poche volte in cui si rendeva disponibile era sempre accompagnato da lei.
Sono sempre stato uno che si è contornato di poche persone perchè se qualcuno non mi piace evito di stringere confidenze, anche se a livello di conoscenze sono molto gentile ed educato con chi lo è con me.. questo per farti capire che non sono un eremita, ma neanche uno che ha bisogno di conoscere gente a tutti i costi..
In quel momento sono rimasto con Claudio, l'altro mio amico, e ho rafforzato alcune conoscenze che via via sono diventate amicizie.. indipendentemente dal mio distacco con l'altro amico fidanzato.
Con quest'ultimo ho sempre cercato di mantenere il rapporto perchè sen'era passate tante insieme e in quelle rare volte in cui mi ci ritrovavo (sempre perchè chiamavo io) ritornavamo sempre a parlare delle nostre cose e non è mai mancata la solita spontaneità. Claudio al contrario di me non ha tollerato a lungo il suo distacco e ha rotto l'amicizia.. nel frattempo creandosi nuovi giri e compagnie (è sempre stato un tipo molto socievole) nelle quali io per mia natura non mi sono trovato molto bene..
Anche se con Claudio ci siamo sempre sentiti e ci sentiamo ancora, i nostri caratteri ci hanno portato a vederci un po' meno (studiavamo poi in due città diverse) ma comunque a contare sempre l'uno sull'altro.
Nel frattempo ho discusso con le nuove amicizie deludenti ( e potrei iniziare un enorme discorso di disonestà ecc..) e, continuando a chiamare l'amico fidanzato e chiedendo a lui solo un po' di compagnia non sono stato preso in considerazione.
A quel punto mi sono chiuso alla stanzina e stufo mi sono fatto i ***** miei per 3 anni, vedendo ogni tanto alcuni conoscenti ma scegliendo di passare il tempo prevalentemente da solo.
In realtà ho sempre passato bene il tempo in compagnia di me stesso, anche se era preferibile la compagnia dei miei amici.. ma ti assicuro che quei tre anni sono stati una medicina miracolosa per me, e mi hanno fatto crescere molto. Quando l'amico fidanzato si è lasciato, circa un anno fa, ha ripreso a chiamarmi .. ci siamo ritrovati.. gli ho fatto presente tutto ciò che mi ha fortemente deluso di lui, abbiamo ricominciato con la nostra spontaneità di sempre e non ho avuto il cuore di tenerlo distante come invece si sarebbe meritato..
Si è rifidanzato poche settimane dopo e indovina un po'? E' sparito di nuovo.. roba che non risponde mai al telefono e non ti richiama nemmeno.

Ora devo andare.. ma ti dico: tutto ciò che mi ha portato ad intraprendere con voi questa discussione non è stato certo il discorso dell'immagine..

silvius27
09-03-10, 00: 06
Beh per me questo è essere uomini o meno. L' immagine è secondaria rispetto all' uomo, curarsi o meno l' aspetto, essere bellissimi o bruttissimi, pieno di ragazze o senza, ricchi o poveri, questo prescinde...
Quando parlo di essere uomini, parlo a livello umano.


ho letto con molto piacere questa discussione e sono contento di ritrovare nelle vostre parole dei principi che sono anche i miei.
il quote di "nessuno" credo che possa spiegare bene ciò che penso anche io,cioè che tutto dovrebbe essere secondario a ciò che si ha nella testa,a ciò che si pensa e a ciò che si prova.Invece la nostra società ci sta propinando sempre piu di continuo dei modelli vuoti dove serve ma che ostentano tutto il superfluo.
Ho notato questo tipo di comportamento in molte persone,ma per fortuna non nei miei amici.Li conosco relativamente da molto tempo,alcuni sono amici di infanzia,e so per certo che mi posso fidare di loro,me lo hanno già dimostrato.Però poi incontri sempre qualche conoscente,amico di amico,che cerca di sfruttarti al massimo per avere ragazze/ragazzi,autista sobrio per il fine settimana(sono uno dei pochissimi che quando guida non beve),ti cerca quando è solo ma poi quando ha da fare non c'è mai,etc.
Io cerco di essere sempre educato e cordiale con tutti,e faccio capire che la mia disponibilità non è sinonimo di essere "fesso",e fare ciò mi ha consentito di avere vicino a me persone che meritano e via via sono riuscito ad evitare i piantagrane.
Per fortuna sono felice così,perchè non ho uno stereotipo da raggiungere,non devo inseguire qualcosa di inarrivabile,ma sono invece ricambiato da amici e amiche meravigliosi.Sono fiero di avere dei valori quando tanta gente intorno a me non ha niente.

basilischio
09-03-10, 09: 15
Complimenti, credevo che i veri uomini fossero scomparsi dalla nostra società invece ecco spuntare alcuni che, anche se ancora alla ricerca, hanno ritrovato se stessi, primo passo per poter ritrovare gli altri. Ritrovare se stessi ci da la capacità di capire i nostri pregi/difetti ed accettare quelli degli altri. Se così non fosse l'uomo diventerebbe una cretura sterile ed individualista contro tutto e contro tutti, mentre la sua indole è incline al socializzare ed all'altruismo. Sono valori fondamentali senza i quali la società è destinata a disgregarsi ed è quello che succederà come voi avete già detto. Ritrovare se stessi non è affatto facile e le strada da seguire possono essere diverse, ma tutte passano per una sorta di isolamento. Un momento di riflessione intenza su chi sono e cosa ci spiego in questa società ed in questo mondo. Purtroppo la maggioranza delle persone è talmente superficiale che non si rende conto che tutto quello che fa è derivato dal messaggio sublimale che, chi ha potere ed interesse, fa circolare per trarne un proprio vantaggio. Allora ci creiamo i nostri assurdi obiettivi, il seguire la moda, l'apparire, essere sempre e comunque al centro dell'attenzione ecc.., dimenticandoci chi di siamo e di cosa vogliamo.
Il discorso è molto complesso ed ogni valore da voi espresso fa capo ad un'unica parola; "Amore" nel vero senso della parola e non sesso come molti intendono. Per ritrovare se stessi bisogna prima di tutto amarsi. INtendetemi bene, non compatirsi, ma saper accocgliere con consapevolezza quello che siamo. Ogni qualità positiva negativa, va accettata e solo così è possibile conoscere i nostri limiti e le nostre potenzialità. Gli uni contro le altre, consapevoli che ogni limite può essere superato o sostituito da una nostra potenzialità. SOlo in quel modo possiamo avere la capacità di accogliere "l'amico" che ci tradisce continuamente perchè capiamo che lui non ha ancora ritrovato se stesso, che è ancora smarrito nei mendri dil modo di comportarsi odierno da cui è anche difficile uscirne fuori.

nessuno_
09-03-10, 11: 24
Lo sai che Nessuno?? Ci credi se ti dico che le cose mi sono andate più o meno nello stesso modo?

Come vedi certi comportamenti sono fatti con lo stampino.
Sai io non sono restio nè in contrasto con chi facendosi la ragazza o trovandosi un nuovo lavoro o studiando, passa meno tempo con gli amici (parlo di veri amici).
Anzi il mio modo d' essere non ha mai portato nè rancore nè invidia per loro, pur attraendo molte invidie altrui.
Il punto è quando un amico (vero o pseudo) sa....del tuo stato d' animo, sai che stai peggio di una spugna, sa ...che te la passi malissimo....non riesca a starti vicino, beh quello non è accettabile.
Come già ti dissi io chiesi aiuto, la prima volta nella mia vita, ad un amico storico....cosa tirai fuori? Vuoi saperlo...? Beh...gli chiesi aiuto ad Aprile (inizi) e lo rividi se non sbaglio a Settembre o ad Agosto, nel mezzo di questi mesi nessuna chiamata, nessun sms, nulla....della serie "io sto bene...cazzi suoi se sta male".
Proprio come te il destino ha voluto che la pecorella smarrita tornasse, ma proprio come è stato per me è prima rientrato nelle amicizie (perchè ne aveva bisogno), successivamente risolti i suoi problemi, ha rimandato a quel paese gli amici ed è tornato h24 su 24 con la ragazza.
Posso accettare un errore, anche due...è umano, ma il 3° no e lui lo ha fatto con estrema freddezza. Da questo punto di vista noi amici, lo abbiamo escluso, se si fa vivo lui si può unire se no ciao, e ci aggiungerei ..e menomale.
Quindi sia a me che a te, è successo semplicemente di avere degli pseudo-amici che si sono serviti di noi per tamponare altre assenze, ed è una cosa che molti fanno, ma non perchè noi non siamo buoni amici o pessime persone ma perchè loro sono fatti cosi'.

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Sono valori fondamentali senza i quali la società è destinata a disgregarsi ed è quello che succederà come voi avete già detto. .

Questo è certo...ma basta vedere l' esercito di giovani insoddisfatti, per accertare che siamo la società del regresso non del progresso.

SoldatoFrenk
09-03-10, 17: 55
Ricordo quando tornò a chiamarmi nel periodo in cui si lasciò con la ragazza: gli feci presente quanto fossi rimasto male del suo comportamento parlandogli molto sinceramente, spiegandogli che non avevo mai preteso di vederci ogni giorno... ma magari solo una volta ogni tanto nei momenti in cui avevo avuto bisogno di un po' di compagnia. Stavo ad aspettare che si liberasse serate intere fino alle 2 e mezzo-3 del mattino e oltre anche solo per poter fare due chiacchiere un quarto d'ora prima di andare a letto.. ma quasi sempre dopo tutta questa attesa passata magari in macchina ad ascoltare la radio arrivava il messaggio all'ultimo momento in cui mi avvertiva che non cel'avrebbe fatta...
Era il mio migliore amico, da sempre.. lo aspettavo perchè era la persona con cui avevo sempre parlato di tutto.. non perchè non avessi altre possibili compagnie.. in quei momenti mi serviva lui e lui non c'era..
Quando gli parlavo direttamente in faccia di tutto questo lui annuiva dicendo che avevo ragione ma non aveva potuto... In parole povere non era abbastanza uomo da concedersi una piccola licenza dalla simbiosi con la ragazza per aiutare un amico e questo non per colpa di lei, che sicuramente gliela avrebbe concessa, ma per volontà sua!! Nonostante questo so che mi voleva bene e che ero sempre, e sono ancora, il suo migliore amico.. ma è proprio questa la differenza fra l'essere uomini e il non esserlo..
So che se pensa al suo Amico quello sono io, lo vedo le rare volte in cui ci vediamo quanto siamo sempre noi.. ma io per lui ci sono sempre stato e nonostante tutto sempre ci sarò.. non ci posso fare niente, lo conosco da una vita e non potrei comportarmi diversamente...

Il mio riguardo e correttezza nei confronti degli amici e il rispetto totale per loro mi hanno sempre portato a prendermela quando non ho ricevuto lo stesso trattamento, perchè mi sembrava ovvio un rapporto sincero, corretto e di reciproco rispetto... Negli anni ho capito che le persone non sono tutte così,anzi! Ora sono molto più tollerante, ma so scegliermi bene chi voglio intorno e chi no.
Oggi manca il senso della vera amicizia.. che ritrovo soltanto quando sento parlare persone di generazioni passate.. come ad esempio il mi babbo. Prima l'amicizia era fratellanza.. si poteva discutere, si poteva anche arrivare alle mani.. ma nel momento del bisogno tutti erano lì pronti ad aiutarsi!
Questo è solo un sintomo del degrado verso il quale la società sta vertendo..
Un altro è la mancanza di educazione e di rispetto nei confronti di chi non si conosce...

nessuno_
09-03-10, 18: 12
Ricordo quando tornò a chiamarmi nel periodo in cui si lasciò con la ragazza: gli feci presente quanto fossi rimasto male del suo comportamento parlandogli molto sinceramente, spiegandogli che non avevo mai preteso di vederci ogni giorno... ma magari solo una volta ogni tanto nei momenti in cui avevo avuto bisogno di un po' di compagnia. Stavo ad aspettare che si liberasse serate intere fino alle 2 e mezzo-3 del mattino e oltre anche solo per poter fare due chiacchiere un quarto d'ora prima di andare a letto.. ma quasi sempre dopo tutta questa attesa passata magari in macchina ad ascoltare la radio arrivava il messaggio all'ultimo momento in cui mi avvertiva che non cel'avrebbe fatta...
Era il mio migliore amico, da sempre.. lo aspettavo perchè era la persona con cui avevo sempre parlato di tutto.. non perchè non avessi altre possibili compagnie.. in quei momenti mi serviva lui e lui non c'era..
Quando gli parlavo direttamente in faccia di tutto questo lui annuiva dicendo che avevo ragione ma non aveva potuto... In parole povere non era abbastanza uomo da concedersi una piccola licenza dalla simbiosi con la ragazza per aiutare un amico e questo non per colpa di lei, che sicuramente gliela avrebbe concessa, ma per volontà sua!! Nonostante questo so che mi voleva bene e che ero sempre, e sono ancora, il suo migliore amico.. ma è proprio questa la differenza fra l'essere uomini e il non esserlo..So che se pensa al suo Amico quello sono io, lo vedo le rare volte in cui ci vediamo quanto siamo sempre noi.. ma io per lui ci sono sempre stato e nonostante tutto sempre ci sarò.. non ci posso fare niente, lo conosco da una vita e non potrei comportarmi diversamente...

Infatti, hai detto tutto tu. Il punto non è tanto aspettare che un amico si liberi, questa è una cosa per certi versi normali. La loro colpa è essere amici quando gli fa comodo, quando hanno bisogno di occuparsi la giornata.
Non so come definirli. L' aspetto peggiore di questi vigliacchi è non comprendere quando l' amico ha bisogno. Fortunatamente (pare, e dico pare) che dalla mia cerchia di amici io abbia eliminato il marcio, ne siamo rimasti 4 reduci su un gruppo di 20 ma tra noi 4 c'è una buona sintonia. Non tutti sono amici nello stesso modo, ma ci siamo quasi.

Il tuo amico che fine ha fatto?
Il mio è sparito.

SoldatoFrenk
09-03-10, 19: 04
Ci siamo sentiti per telefono anche ultimamente.. ho provato a chiamarlo alcune volte nei fine settimana, quando io rientravo dall'Università.. ma ovviamente non mi ha risposto e so anche perchè: non ha avuto il coraggio di dirmi che non sarebbe potuto uscire, non rispondendomi ha evitato il problema. La cosa peggiore è che durante la giornata non ha mai provato a richiamarmi.. lo ha fatto solo giorni dopo dicendomi che ci saremmo risentiti per il fine settimana prossimo... puntualmente poi ogni volta è stato irrintracciabile..
Un'altra cosa squallida poi mi è capitata con un altro che credevo mio amico... ricordi che ti avevo parlato di amicizie deludenti finite male? Ecco.. eravamo un gruppetto di amici ma stringendo eravamo in tre, poi per i soliti motivi io litigai con uno di loro... e l'altro trovandosi un po' nel mezzo decise bene di continuare ad uscire con lui ( ma fin qui nulla di contestabile), mantenendo però le sembianze di amico nei miei confronti..
devi sapere che io torno il fine settimana dall'università.. quindi io che cosa facevo, lo chiamavo ma non si faceva rintracciare.. puntualmente mi richiamava per chiedermi di uscire solo quando aveva la certezza che non c'ero perchè ero ripartito per l'Università.. Non ho mai preteso che smettesse di trovarsi con l'altro o che prendesse posizioni in favore mio.. assolutamente.. ma così facendo ha fatto il paraculo e si è comportato da viscido..
Anche in questo caso sono rimasto male, ho ingoiato e ho fatto le mie valutazioni.. però è arrivato un momento in cui non potevo più vedere nessuno prrchè mi sentivo bene ( e ti giuro proprio bene!!) solamente in compagnia di me stesso..