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Visualizza Versione Completa : Destinazioni personale femminile (mamme)



karol
22-02-10, 12: 48
Salve,
vorrei sapere se c'è qualche legge che regolamenta le destinazioni possibili per il personale femminile che ha bimbi piccoli!
Magari mi piacerebbe sentire l'esperienza di qualche mamma marinaia!

Un saluto al forum

SANGRIA
22-02-10, 14: 52
Non c'è nessuna legge che regolamenti il personale femminile in quanto sarebbe discriminatorio e quindi anticostituzionale.

Limitatamente al periodo della gravidanza vale la legge sulla maternità che non consente l'impiego di personale femminile in stato di gravidanza in attività faticose. Di norma, quindi, le ragazza incinte vengono sbarcate e assegnate ad incarichi di ufficio. Vale ovviamente la possibilità di usufruire di 45 gg di congedo parentale come di 8 gg l'anno per malattia del figlio fino a 8 anni di età e tutte le agevolazioni della legge sulla maternità.

Detto ciò, tuttavia, non esistono destinazioni fatte apposta per il personale femminile o vincoli per l'amministrazione a destinare le mamme per forza in una destinazione comoda, è il marinaio al servizio della Marina e non il contrario.

Vero è che si può far presente la propria necessità e chiedere una destinazione più comoda, lasciando comunque l'amministrazione libera di valutare se opportuno e funzionale alle proprie esigenze. Dato che la gente è mediamente intelligente, compatibilmente con le esigenze di servizio si cercherà di venire incontro alle esigenze del personale.

karol
22-02-10, 17: 25
Speriamo allora nell'intelligenza e, soprattutto, nella sensibilità dell'amministrazione!

Ma è vero che dopo il secondo figlio la donna non viene più imbarcata?
Dove posso consultare delle leggi a riguardo?

Giusto per non rimanere ignoranti a vita.

Saluti e grazie per la risposta!

SANGRIA
23-02-10, 03: 39
Dovrebbe essere dopo il terzo ma comunque non credo ci sia una legge a riguardo, prometto di informarmi dalla mia collega, triplice mamma (due pargoli sono gemelli) e quindi ben informata sui fatti. So che tuttavia adesso sta avendo grosse difficoltà per gestire la questione, di certo la Marina non è proprio l'ambiente ideale per chi è mamma.

capt.sparrow
23-02-10, 08: 42
Da un intervento del CSMM ( per comprendere le politiche di gestione del personale):

"... Sebbene siano trascorsi soltanto 7 anni, la percentuale di presenza del personale femminile (circa 4,3%) è già in linea con quella di Marine che ci hanno preceduto da molto tempo. Rimangono da perfezionare i criteri di impiego, i requisiti e le capacità di gestione, in modo da renderli assolutamente identici a quelli in vigore per il personale maschile.
La fase più delicata dell’inserimento del personale femminile a bordo è stata quella iniziale, caratterizzata da fenomeni contrastanti, da eccessiva rigidità e distacco ad eccessiva benevolenza, ora completamente superate..."

http://www.marina.difesa.it/csm/discorsi/2008/0529.asp

karol
23-02-10, 10: 39
Grazie per l'interesse ad entrambi.
Mi pare di capire che non ci sono leggi a favore e nemmeno leggi contro in quanto è una situazione "nuova".

Certo è un discorso ampio e complesso quello della donna nelle forze armate.

SANGRIA
23-02-10, 12: 26
il punto è: quanto debba essere uguale una donna nelle forze aramte?
Se si vuole dare le stesse opportunità di carriera ad una donna è legittimo richiedere la stessa dedizione e los tesso impegno. Per secoli i padri hanno visto poco i propri figli e non è stato adottato alcun provvedimento volto ad agevolare i marinai padri se non la 104/92, ma per csi che tutti ci augureremmo di non avere mai. Inoltre si vuol chiedere magari la destinazione agevolata e poi pretendere los tesso trattamento di carriera rispetto al collega padre? La parità è nei diritti e nei doveri e quindi sarebbe in linea teorica più corretto far scegliere tra famiglia e carriera. Mi scoccerebbe avere una compagna di corso che si spara il part time, non imbarca, ha tutte le agevolazioni perché è mamma e io che invece ho un cromosoma y devo vedere i figli una volta al mese mentre tacchino su una nave. Poi, all'avanzamento, tutti uguali... E' scorretto.
Detto ciò, e non mi si accusi di misoginia, o si ammette che le donne NON SONO UGUALI agli uomini, quanto meno dal punto di vista dell'impiego professionale in questo ambito, e si sfata il mito egalitario femminista, o si continua a sostenere la completa parità tra i sessi e quindi provvedimenti a favore di una particolare figura quale la mamma, dipendente essenzialmente dal sesso, sono da considerarsi iniqui in quanto discriminatori nei confronti di una delle due parti (uomini e donne) messi a confronto; peraltro tali provvedimenti sottolineerebbero il fatto che essere madre sia condizione unica e particolare del militare femmina. Esiste la legge sulla maternità, che tutela una caratteristica inequivocabilmente solo femminile ma poi basta, tutti siamo marinai, tutti dobbiamo andare sulle navi e tutti dobbiamo fare il nostro paese in maniera uguale. Perché se è vero che un bimbo ha bisogno della mamma, è anche vero che ha bisogno del papà e non possiamo tirare fuori la storia della preminenza della prima figura rispetto alla seconda perché vale solo nei paesi latini; in danimarca e svezia, ad esempio, questo discorso non vale, eppure sono persone normali, civili e sane di mente.
In buona sostanza, essere padre o madre rappresenta un aspetto della vita privata di ogni militare e dato che si rivendica l'assoluta parità nei diritti e nei doveri è palese come non si possa prevedere trattamenti separati e distinti per il genitore uomo e il genitore donna. Valgono e vanno promossi quindi tutti i provvedimenti legislativi volti a tutelare i genitori quali essi siano e la condizine di gravidanza e maternità nei primi mesi, per ovvie ragioni. Va detto, tuttavia, che il lavoro è lavoro e non è giustificabile una agevolazione di tipo sessista a meno dii sbarcare i padri con tre figli o dare destinazioni agevolate ai babbi, ma sulle navi non ci starebbe più nessuno. Ricordiamoci che siamo noi al servizio della MM e non il contrario.

karol
23-02-10, 13: 26
Secondo me uomini e donne non sono uguali già per il fatto che si parla, appunto, di uomini e donne.
Detto questo io credo (mi identifico: marito civile di donna militare) che ci sono tanti aspetti da considerare.

In primis il fatto che se una donna che ha servito la Marina per TOT anni e magari è in spe e diventa mamma ha uno stravolgimento della vita che noi uomini non possiamo capire. Quindi una donna che vuole dedicarsi al figlio che deve fare? Abbandonare uno stipendio statale sicuro? Con questa crisi? Per fare la barista o la commessa? Per passare da un bilancio familiare che vai dai 1200 euro di lei a 400 euro di un part-time o magari di un full-time a nero?

No signore.
Lo stato ha il dovere di tutelare questa figura in quanto prima di tutto MADRE e poi MILITARE.
Inutile prenderci in giro. Uomini e donne non sono uguali nello stesso modo in cui sono diversi i ruoli di padre e madre.

Vorrei vedere un padre gestire un bimbo di 2 o 3 anni da solo mentre la moglie è in navigazione. Non è facile. Penso che lo sappiate anche voi, non credo di essere l'unico padre qui dentro.

Parlando personalmente, a noi della carriera non importa minimamente. Vogliamo solo lavorare, GUADAGNARCI onestamente lo stipendio e curare la nostra famiglia dopo le ore di lavoro.

Chiaro è che se una donna avesse la possibilità di lasciare la Marina per un posto di lavoro che offre le stesse condizioni (stipendio decente e sicuro) qualsiasi donna lo farebbe per curare i propri figli e il proprio marito, ma l'Italia è questa! Non ci sono sbocchi. E l'unica possibilità economica sicura si cerca di tenerla stretta!

Logicamente essendo uomo ed essendo stato anche io in marina, mi metto nei vostri panni e può sembrare ingiusto, ma se riflettete bene, così non è. Ci vorrebbe solo un'organizzazione decente da parte delle amministrazioni sul tema DONNE NELLE FORZE ARMATE.

Vi dico in chiusura che mio padre è cuoco in Marina Mercantile ed è fuori casa 8/9 mesi su 12. SEMPRE! E SENZA LICENZE a differenza della Marina Militare!
Secondo voi una donna con famiglia potrebbe farlo?
Con questa risposta capirete se uomini e donne e padri e madri sono uguali o meno.

capt.sparrow
23-02-10, 15: 04
Se avete letto il link postato sopra vi sarete accorti che nella MM c'è un problema strutturale, che molte delle regole che si interessano del funzionamento dell'Ente fanno riferimento ai "regi decreti" e che il sistema andrebbe riformato profondamente.
In questo contesto si rischia sempre di non comprendere che uguaglianza di diritti e diversità biologica sono aspetti diversi di uno stesso problema.
Molto spesso quì ci siamo trovati a dover riconoscere che la MM è un Ente italiano e italianamente si trova a dover affrontare una serie di questioni che sono trasversali alla società italiana... Il familismo imperante e altre degenerazioni, rappresentate dalle corporazioni, dagli albi professionali, dagli ordini,dalle caste... Sono tutti sistemi che condizionano la nostra società e denunciano una arretratezza culturale che è molto difficile da combattere.
Spesso ci dimentichiamo che la donna in Italia gode degli stessi diritti sociali dell'uomo da poco, pochissimo tempo... In termini generazionali, da un paio di generazioni... La prima legge in Italia che tutela il mantenimento del posto di lavoro alla " madre" è del 1950... Ma nello stesso periodo lo stupro è ancora un reato contro la pubblica morale e non contro la persona... Nel codice penale c'è il " delitto d'onore"... La società, la famiglia italiane sono ancora, profondamente patriarcali...
Ancora oggi, subdolamente, i ruoli sociali idealizzano la donna sempre come “l'angelo della casa”, in alternativa, “l'oggetto di desiderio sessuale”... Basterebbe passare in rassegna il contenuto di molti spot pubblicitari e i palinsesti di celebrate trasmissioni televisive, per rendersi conto di questo e che la "velina" è un ruolo proposto come appagante e prestigioso per la donna... Mentre chi provasse a declinare al femminile "ingegnere" ( senza voler andar sempre e per forza a parlare di militari) si renderebbe subito conto di quanto sia ancora profondo il solco che separa culturalmente, nella società italiana, il ruolo dell'uomo da quello della donna.

karol
23-02-10, 16: 56
Guarda sparrow, rispondendo brevemente devo dire che, sarò arretrato culturalmente, ma tra tutti i difetti che l'Italia ha, quello che scarterei è proprio il valore della famiglia che contraddistingue proprio noi italiani.
E' per questo che c'è il fenomeno dei bamboccioni come dice un certo ministro...
E' anche vero che essendoci poche possibilità lavorative per i giovani, la crescita di questo fenomeno è inevitabile.
Per cui gli uomini a 30 anni sono ancora a casa di mamma e papà, ma personalmente non ci vedo nulla di male.

La donna è il punto di riferimento nella famiglia Italiana. E' vero.
Viene vista principalmente come la donna di casa, la mamma.
Lasciamo stare il discorso veline, letterine e compagnia bella perchè è un altro discorso che vede protagoniste più che altro le ragazzine odierne.
E' un discorso a parte.

Per quanto riguarda il mio caso specifico invece volevo dire che se io avessi un lavoro con un guadagno tale da poter evitare di far lavorare mia moglie, ti garantisco che mia moglie in marina non ci starebbe. E ti garantisco che tante donne italiane si risparmierebbero di lavorare o comunque se sentissero il bisogno di farlo sarebbe solo per una questione personale/professionale.

Così come tanti, tantissimi ragazzi non starebbero nelle forze armate se ci fossero più sbocchi lavorativi "sicuri". Su questo ci metto la mano sul fuoco.

capt.sparrow
24-02-10, 10: 04
Guardi Karol, ritengo sia inutile aprire qui un dibattito sul " familismo italiano" senza contrapporlo ad una presunta debolezza di " senso civico" ( perchè è quello il carattere della "degenerazione" che io, sopra, sottolineo implicitamente). E' inutile quando si mostra di non voler vedere che molti cittadini italiani, per costume, orientano i propri comportamenti a vantaggio proprio, della famiglia o corporazione, e a discapito degli interessi collettivi.
Massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia nucleare, supporre che tutti gli altri si comportino allo stesso modo è una nozione di carattere antropologico-culturale, non mi venga quindi ad esprimere contrappunto quando analizzando l'elemento oggettivo, "l' arretratezza culturale" portatore di tale carattere, lei rendende tale elemento soggettivo [ ( con il suo) ... brevemente devo dire che sarò arretrato culturalmente, ma di tutti i difetti che l'italia ha... ecc...] nel palese tentativo di valorizzare un concetto che rimane primitivo: il familista amorale sviluppa comportamenti non orientati verso la comunità, ha sfiducia verso la collettività e non è disposto a cooperare con gli altri se non in vista di un proprio tornaconto... Il contrario dei familismo amorale è, il senso civico...
E per riformare gli Enti di uno Stato (debole)... Occorre senso civico!

karol
24-02-10, 10: 53
In primis puoi darmi del tu.
In secondo luogo ho sottolineato appunto che "sarò arretrato culturalmente" ma amo il valore della famiglia che l'Italia possiede da sempre. Se poi per te questo comporta una mancanza di senso civico, io sinceramente sono in forte disaccordo.
Sono in disaccordo perchè a mio avviso sono due cose che non possono essere contrapposte, come dici tu, perchè non hanno alcun legame.
Non vedo per qual motivo una famiglia che ama il proprio nucleo non dovrebbe avere senso civico. Anzi io credo sia l'opposto.

Quoto una parte del tuo discorso: "il familista amorale sviluppa comportamenti non orientati verso la comunità, ha sfiducia verso la collettività e non è disposto a cooperare con gli altri se non in vista di un proprio tornaconto"

No, assolutamente. Anzi, parlare di familismo è un atto estremo secondo me. I valori della famiglia sono altra cosa. Lasciamo da parte le definizioni in stile dizionario e parliamo concretamente.
Se io amo la mia famiglia sono sicuramente disposto a cooperare con gli altri e sicuramente per un tornaconto personale ma anche collettivo, in quanto io vorrei che mio figlio, i miei nipoti e così via, vivino in una società migliore e in una condizione economica collettiva migliore. Questo aspetto è molto importante.

E questo per rispondere al tuo discorso.

Il mio discorso andava molto più in la della semplice famiglia, della semplice Marina e del semplice rapporto uomo-donna.
Voleva andare a colpire altri aspetti e altri problemi che in questo momento ha l'Italia (diciamo che grossomodo li ha avuti sempre ma oggi c'è l'alibi della crisi economica mondiale).

Lo ripeto giusto per chiarezza, perchè forse non sono stato chiaro io prima. Poi preferirei non andare più off-topic, al massimo apriamo un thread a parte o ci contattiamo privatamente, ma la parte più importante del mio discorso era che se ci fossero più possibilità di lavoro e più "protezione" da parte dello Stato per i civili, io credo che sicuramente in Marina ci sarebbe molta ma molta meno gente (uomini e donne) però sicuramente quelli che entrerebbero lo farebbero esclusivamente per passione e non per bisogno. Capisci la differenza?

Non è l'uomo a essere sbagliato, ma chi governa.

SANGRIA
24-02-10, 11: 57
Karol, la mrina non caccerà mai un militare donna perché mamma, semplicemente chiederà lei di lavorare come i suoi colleghi uomini. Vero è che di norma si cerca di agevolare queste situazioni, ho almeno tre colleghe mamme e tutte stanno bene. Una di loro, tuttavia, terminato il periodo di allattamento è tornata a bordo per espletare i suoi obblighi di imbarco. Infatti non completare l'imbarco non significa essere congedati ma non avanzare di grado . Quindi quando parlo di scelta tra carriera e famiglia intendo questo o comunque un percorso di carriera tale che non ti consentirà di raggiungere i massimi vertici. Poi dipende tantissmo dal ruolo di tua moglie e dalla sua categoria. Un conto è se tua moglie è un maresciallo nocchiere, un altro è se è sottocapo delle capitanerie di porto, un altro se ufficiale di stato maggiore.

Ad esempio un sottocapo nocchiere di porto può essere mandato in una capitaneria e rimanerci per 20 anni, un parigrado nocchiere deve farsi 20 anni di imbarco per forza... Un ufficiale delle Armi Navali, dopo i suoi 2 anni di imbarco (4 se d'accademia) va a terra e rimane nella stessa sede almeno per 10-15 anni, un parigrado di Stato maggiore imbarca per 10 anni di media.

Però, consentimi, quando uno si arruola lo sa che in marina ci stanno le navi e le navi viaggiano... Se uno lo fa per passione non può poi un giorno svegliarsi e dire alla Marina che son cambiate le sue priorità quindi la Marina deve venirgli (in questo caso venirle) incontro, se uno lo ha fatto per lo stipendio posso dire che tua moglie avrebbe potuto ffare la parrucchiera, la commessa, l'impiegata finanche l'operaia, comunque un lavoro che non contempli, per statuto, il prestare servizio in ogni angolo del mondo qualora richiesto. Poi, la Marina, è la forza armata che mette a disposizione meno posti in assoluto e richiede più sacrifici di tutti, se uno davvero voleva il lavoro sicuro e stare tranquillo avrebbe potuto scegliere l'Aeronautica, dove ti mandano in un posto per sempre, stai lì, non vieni mai dislocato all'estero e non su domanda, ti danno la casa quasi sempre... In marina o azzecchi la categoria giusta (furiere, nocchiere di porto, TSC/EAD) oppure i trasferimenti, gli imbarchi e la precarietà della destinazione sono all'ordine del giorno.

Non è polemica, ma semplice constatazione. Ora, tornando a bomba, che grado e che categoria ha tua moglie? E di dove siete? Perché è fondamentale per dare una risposta esaustiva.

karol
24-02-10, 12: 29
Quoto in tutto e per tutto quello che dici. Hai perfettamente ragione e non c'è nessuna polemica anzi..!
Può anche starci però che magari entri per passione o, perchè no, per provare.. e dopo 5 anni la vita può cambiare (per fortuna direi altrimenti che vita monotona!) e cambino le priorità perchè, appunto diventi mamma.
E a quel punto dopo 5 anni di marina e uno stipendio decente è dura lasciare per fare la parrucchiera a nero, capisci che intendo? Anche perchè con questa crisi lasciare un posto sicuro è da linciaggio!!! Che vai a fare dopo???
E poi sarebbe bello poter fare quello che piace (x mia moglie stare in marina) e dedicarsi alla famiglia.

E' chiaro che se una persona entra in marina non lo fa di certo per stare a terra.
E ti confermo che mia moglie ha fatto tante navigazioni, è sempre stata imbarcata e ha fatto tante belle esperienze, anzi ti dirò a lei è dispiaciuto sbarcare perchè le piaceva il suo lavoro sulla nave, in quanto cuoca.

E' Mcm primo blocco vfp4 quindi a breve si sapra' se avra' passato lo spe.
Lei è di Pescara e quando è stata trasferita a Taranto abbiamo creato la nostra famiglia.
Ora sarebbe un problema se le cambiassero destinazione. La nostra paura è solo quella.

Speriamo bene va'.

SANGRIA
24-02-10, 12: 54
Da mcm la situazione è completamente diversa! Se finisce a Maribase o al Circolo di Ancona o ancora presso la Capitaneria di Pescara può stare tranquilla e fare marinaia e mamma senza problemi. Tutto sta chiedere il trasferimento a domanda e spiegare bene le ragioni.

karol
24-02-10, 12: 57
Nooo al contrario, vogliamo rimanere a Taranto!!!
:am054

SANGRIA
25-02-10, 01: 43
Beh, idem, anche se Taranto, in quanto satura, è una sede dalla quale prima o poi la movimenteranno epr far posto ad altra gente mcm che sbarca e che vuole stare a casa, avendo lo stesso diritto di tua moglie. Questo è da tener conto, tuttavia da MCM alla fine fai il lavoro da cuoco o da cameriere, perfettamente compatibile, con alcuni aggiustamenti, con la vita da mamma.

karol
25-02-10, 11: 47
Grazie mille per le risposte.
Un saluto a tutti e un in bocca al lupo ai VFP4 primo blocco!!!

Lisablu
09-03-10, 15: 44
Ciao, io sono un sottufficiale mamma di una bimba di quasi 5 mesi.
Ti devo dire che purtroppo le agevolazioni non sono poi così tante (a dispetto di quello che invece molti colleghi sostengono, ma, ahimè, e tutta questione di punti di vista).
Come forse ben saprai, tanto per cominciare una donna che scopre di essere in attesa non può essere idonea all'imbarco, poichè la nave è considerata come luogo insalubre (comunque sul taccuino della marina trovi tutto). A quel punto si è trasferite a terra, con l'interdizione ai lavori pesanti, che dura fino al compimento del 7° mese di vita del bambino.
Ci sono i permessi di maternità, che consistono in due periodi di riposo di un'ora ciascuno se la giornata lavorativa è superiore alle 6 ore, e di 1 solo periodo se la giornata è inferiore alle 6 ore.

Quanto alle destinazioni, tocchiamo un tasto dolente, perchè come ti hanno correttamente spiegato prima, non esistono destinazioni di comodo: fino ai 18 mesi del bambino si è impiegate a terra, dopo di che si può venire imbarcate, ma non si esce in navigazione (a meno che si tratti di uscite in mare giornaliere) per i successivi 18 mesi del piccolo (per via della normativa del lavoro notturno).
Al compimento del 3° anno di vita del bambino terminano tutte le agevolazioni di questo tipo. Solo nel caso in cui entrambi i genitori siano militari imbarcati, esiste una legge che dice che fino al 6° anno del bambino le navigazioni dei genitori non sono sovrapponibili; uno dei due, cioè, può chiedere (e DEVE ottenere) un temporaneo che gli consenta di tornare a casa regolarmente.

Per quanto si discuteva prima, ossia dell'oggettiva differenza tra uomo e donna nell'ambito militare... mi duole dirti che premere su un argomento simile è a dir poco anticostituzionale, in quanto le leggi per le pari opportunità prevedono che tra le mansioni svolte dagli uomini e quelle svolte dalle donne non debba esserci alcuna differenza, ad eccezione di casi particolari.

Tra l'altro non ci si può appellare alle differenze di cui parliamo perchè... al momento dell'arruolamento si è stati liberi di decidere se accettare o no la vita militare...