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GIOLITTI
16-01-10, 08: 57
Buongiorno vorrei rivolgermi in particolare al cappellano del forum.Se una persona convive al di fuori del matrimonio,solo per motivi economici, avendo cioè voglia di celebrare il sacramento ma non la possibilità oggettiva, non può prendere la comunione durante la messa? Capisco di più, ma non in toto, che la comunione sia negata a chi ha divorziato.

basilischio
16-01-10, 09: 30
Buongiorno vorrei rivolgermi in particolare al cappellano del forum.Se una persona convive al di fuori del matrimonio,solo per motivi economici, avendo cioè voglia di celebrare il sacramento ma non la possibilità oggettiva, non può prendere la comunione durante la messa? Capisco di più, ma non in toto, che la comunione sia negata a chi ha divorziato.

Rispondo per quel poco che conosco, Don Antonio mi correggerà.

L'ostacolo che nega la possibilità di fare la comunione è aver disatteso l'idissolubilità del sacramento del matrimonio, quindi per chi non ha ricevuto tale sacramento è sempre possibile prendere la comunione, mentre in caso di divorzio, verrà stabilito, a secondo dei vari casi se è opportuno avvicinarsi o meno al sacramento della comunione.

Ad es. nel caso in cui un divorziato che nel divorzio, da lui non provocato, rimane fedele al vincolo dal sacramento del matrimonio, può accostarsi alla comunione.

GIOLITTI
16-01-10, 09: 48
Perciò se una persona convive prima del matrimonio può prendere la comunione? Leggendo su internet alcuni articoli di diritto canonico mi sa che non è così...

basilischio
16-01-10, 10: 25
Se una persona convive al di fuori del matrimonio,solo per motivi economici, avendo cioè voglia di celebrare il sacramento ma non la possibilità oggettiva, non può prendere la comunione durante la messa?

Forse sono stato un tantino superficiale nel risponderti.
Qui bisogna andare a fondo della questione in quanto il motivo addotto, cioè il motivo economico, non è sufficiente a giustificare una convivenza, in quanto, se veramente c'è voglia di celebrare il Sacramento del Matrimonio, i costi sono estremamente irrisori, in confronto a tutto l'inutile contorno quale abiti da cerimonia, inviti, pranzi, feste ecc... che esulano da quello che è la sacralità del Sacramento stesso.

GIOLITTI
16-01-10, 10: 41
Si, ci ho pensato più volte. Ma lo "scopo" del matrimonio lo vedo più come una benedizione in vista di un figlio. Ciò è confermato dal fatto che se la memoria non mi inganna tra le cause di annullamento presso la sacra rota c'è la sterilità da parte di uno dei coniugi, se non addirittura la mancata volontà di consumare il matrimonio. Per cui sposarsi senza avere la possibilità concreta di farsi una famiglia, con figli annessi ovviamente, la vedo come una cosa fine a se stessa. Sicuramente il mio ragionamento pecca in qualcosa, ma non riesco a capire bene in cosa. Grazie per l'attenzione basilischio. Volevo porre queste domande da un pò di tempo a un prete, ma anche il parere di una persona più navigata di me è ben accetto.

basilischio
16-01-10, 11: 18
Spero che Don Antonio si faccia vivo e ti dia una risposta precisa.

Credo tu debba approfondire il discorso sul sacramento del matrimonio, in quanto è vero che fra le cause di annullamento ci sono quelle da te citate, ma il fine del matrimonio è ben diverso da una semplice benedizione in vista di un figlio.

Tanto per darti un'idea di cosa il cristiano intende per matrimonio riporto qui sotto un passo della Bibbia e qualche mio commento

Genesi 1
27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra....
L'uomo è creato ad imma gine di Dio, ma non è come Dio. E' un essere incompleto; se fosse completo, sarebbe uguale a Dio. L'incompletezza dell'uomo/donna si deduce dall'affermazione "li creò maschio e femmina", vale a dire uno diverso dall'altro, quindi ciò che ha l'uno, non ha l'altro e viceverza, quindi incompleti.
Piccola parentesi; Dio, nella Bibbia, e rappresentato come l'origine di tutto e della vita.
L'uomo/donna singolarmente, non hanno questa capacità però possono raggiungerla unendosi, ad incastro, tanto da formare una cosa sola, la perfezione di DIo, che nell'atto di amore supremo, genera la vita.
Questo è il primo passo per capire l'importaza dell'atto sessuale dal punto di vista cristiano.
Nel Vangelo di matteo si trova la chiave di lettura del matrimonio a conferma di quanto sopra detto.

Matteo 4
....4 Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? 6 Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi».....
Nell'ultimo paragrafo, qui sopra, c'è la precisazione che richiama il sacramento del matrimonio e la sua indissolubilità.
Comprenderai che come cristiano, il sacramento del matrimonio è essenziale per la vita di coppia che vuol seguire l'insegnamento di Gesù.

carabiniere
16-01-10, 13: 47
mi sa proprio che è come detto da Basilischio........ infatti, nei divorziati, non puo accostarsi all' Eucarestia solo chi ha abbandonato il tetto coniugale. Penso che per i conviventi non ci sia alcun problema. Forse ti sei confuso con la possibilità di far da Padrino/Mardina al Battesimo/Cresima, in quanto questi comportamenti ( convivenza, divorzio con abbandono del tetto, etc) non sono sinonimo di vita Cristianamente corretta, e quindi ostacolerebbe la cristiana educazione del bambino. ( i padrini e le madrine sono chiamate all' educazione e al mantenimento dell' infante qualora dovessero mancare i genitori) ;)

tibidabo72
16-01-10, 13: 54
mi sa proprio che è come detto da Basilischio........ infatti, nei divorziati, non puo accostarsi all' Eucarestia solo chi ha abbandonato il tetto coniugale. Penso che per i conviventi non ci sia alcun problema. Forse ti sei confuso con la possibilità di far da Padrino/Mardina al Battesimo/Cresima, in quanto questi comportamenti ( convivenza, divorzio con abbandono del tetto, etc) non sono sinonimo di vita Cristianamente corretta, e quindi ostacolerebbe la cristiana educazione del bambino. ( i padrini e le madrine sono chiamate all' educazione e al mantenimento dell' infante qualora dovessero mancare i genitori) ;)

tutto cio m fa ridere cio significa che un divorziato/separato una coppia di fatto gay o lesbiche non possono essere buoni cristiani???! e non sarebbero altrettanto capaci di insegnare ai prorpi figli cos'è il cristianesimo??? bhè e proprio questo che sta allontanado le persone dalla chiesa dalla frequenza dalla presenza nelle funzioni, io se voglio parlare con il signore non devo necessariamente parlargli all'interno di una chiesa lui e dapertutto .... questo sempre se uno e credente, il buon cristiano e colui che aiuta e rispetta il prossimo non solo colui che fa i figli e si sposa in chiesa e va tutte le domeniche a messa......

basilischio
16-01-10, 14: 14
tutto cio m fa ridere cio significa che un divorziato/separato una coppia di fatto gay o lesbiche non possono essere buoni cristiani???! e non sarebbero altrettanto capaci di insegnare ai prorpi figli cos'è il cristianesimo??? bhè e proprio questo che sta allontanado le persone dalla chiesa dalla frequenza dalla presenza nelle funzioni, io se voglio parlare con il signore non devo necessariamente parlargli all'interno di una chiesa lui e dapertutto .... questo sempre se uno e credente, il buon cristiano e colui che aiuta e rispetta il prossimo non solo colui che fa i figli e si sposa in chiesa e va tutte le domeniche a messa......

Non deviare il discorso su un argomento che non è stato nemmeno accennato. La discussione è sulla possibilità a meno dei conviventi di accedere al sacramento dell'eucarestia. Nessuno fin'ora ha messo in discussione quanto sopra evidenziato. Quello che scrive Carabiniere sono solo possibilità non dati precisi.

GIOLITTI
16-01-10, 14: 19
No carabiniere intendo proprio per i conviventi.Non mi sono confuso.Al massimo ho preso per buone fonti poco attendibili, ma per sicurezza meglio aspettare il parere di Don Antonio...

don antonio
16-01-10, 14: 51
Buongiorno vorrei rivolgermi in particolare al cappellano del forum.Se una persona convive al di fuori del matrimonio,solo per motivi economici, avendo cioè voglia di celebrare il sacramento ma non la possibilità oggettiva, non può prendere la comunione durante la messa? Capisco di più, ma non in toto, che la comunione sia negata a chi ha divorziato.


Carissimo Giolitti,
la comunione in questo caso ti può essere negata se tu, nel corso della convivenza, ti unisci sessualmente alla tua ragazza: e questo io non lo so nè te lo chiedo. La convivenza in sè non è un peccato: lo diventa se comporta anche l'uso della sessualità.
Passando alle tue difficoltà oggettive a celebrare il sacramento, devi ben valutare, da credente, quanto tempo dovresti ancoa attendere per la celebrazione del sacramento. Qualora tu ritenessi che ci volesse ancora tempo per una celebrazione contornato dalla festa nuziale, la tua coscienza dovrebbe invogliarti a celebrarlo lo stesso. Qui devi valutare fino a che punto ti interessa la tua relazione con Dio.

Se hai ancora dubbi scrivi pure.

Ciao a te e alla tua fidanzata.

GIOLITTI
16-01-10, 17: 07
Grazie padre per la risposta. Quindi visto che la convivenza non è determinante, chi non convive ma pratica sesso al di fuori del matrimonio non riceve l'ostia la domenica? Quanti ragazzi dai 17(nei miglior casi, visto purtroppo l'abbassamento dell'età in cui si inizia) ai 27 anni, ovviamente generalizzando, non possono prendere la comunione? So che c'è già una discussione sull'argomento e già ho dato un occhiata, ma non mi sembra sia stata affrontata la questione della comunione. Ciao DON ANTONIO

erpatacca
18-01-10, 19: 29
Forse sono stato un tantino superficiale nel risponderti.
Qui bisogna andare a fondo della questione in quanto il motivo addotto, cioè il motivo economico, non è sufficiente a giustificare una convivenza, in quanto, se veramente c'è voglia di celebrare il Sacramento del Matrimonio, i costi sono estremamente irrisori, in confronto a tutto l'inutile contorno quale abiti da cerimonia, inviti, pranzi, feste ecc... che esulano da quello che è la sacralità del Sacramento stesso.

Per motivi economici si intende il fatto che se poi il matrimonio va a rotoli si andrebbero a pagare salate tariffe di avvocati per il divorzio.
é questo il principale motivo che spinge migliaia di persone a convivere, perchè oggi ci vogliamo bene, domani potremmo odiarci, e acca gniunp è fesso, specie se si è maschi.
Se io domani cominciassi a odiare mia moglie per i piu svariati motivi, non avrei nessuna voglia di pagarle il mantenimento.


tutto cio m fa ridere cio significa che un divorziato/separato una coppia di fatto gay o lesbiche non possono essere buoni cristiani???! e non sarebbero altrettanto capaci di insegnare ai prorpi figli cos'è il cristianesimo??? bhè e proprio questo che sta allontanado le persone dalla chiesa dalla frequenza dalla presenza nelle funzioni, io se voglio parlare con il signore non devo necessariamente parlargli all'interno di una chiesa lui e dapertutto .... questo sempre se uno e credente, il buon cristiano e colui che aiuta e rispetta il prossimo non solo colui che fa i figli e si sposa in chiesa e va tutte le domeniche a messa......

scusa ma la religione cosa è se non un insieme di credenze e dogmi?
se a te questi dogmi non stanno bene allora non entrare a farne parte, cercatene un altra a te piu confacente oppure fattene una tuta tua, magari avrai successo.
io ad esempio sono un mistico razionalista, vuoi entrare nella mia religione? parliamone


Non fare post consecutivi, usa il tasto EDIT o MULTIQUOTE

basilischio
18-01-10, 19: 40
Per motivi economici si intende il fatto che se poi il matrimonio va a rotoli si andrebbero a pagare salate tariffe di avvocati per il divorzio.
é questo il principale motivo che spinge migliaia di persone a convivere, perchè oggi ci vogliamo bene, domani potremmo odiarci, e acca gniunp è fesso, specie se si è maschi.
Se io domani cominciassi a odiare mia moglie per i piu svariati motivi, non avrei nessuna voglia di pagarle il mantenimento.



Il tuo intervento è completamente OT-
la domanda iniziele è questa:
Buongiorno vorrei rivolgermi in particolare al cappellano del forum.Se una persona convive al di fuori del matrimonio,solo per motivi economici, avendo cioè voglia di celebrare il sacramento ma non la possibilità oggettiva, non può prendere la comunione durante la messa? Capisco di più, ma non in toto, che la comunione sia negata a chi ha divorziato.

erpatacca
19-01-10, 08: 10
Il tuo intervento è completamente OT-
la domanda iniziele è questa:


la risposta è pertinente.
se uno vive sul lastrico , l'ultima cosa a cui va a pensare è andare a ingabolarsi con un matrimonio, con tutto quello che comporta

basilischio
19-01-10, 09: 15
la risposta è pertinente.
se uno vive sul lastrico , l'ultima cosa a cui va a pensare è andare a ingabolarsi con un matrimonio, con tutto quello che comporta

Leggi bene la domanda postata dall'utente che ha iniziato la discussione; forze ti è sfuggito qualche particolare.

Buongiorno vorrei rivolgermi in particolare al cappellano del forum.Se una persona convive al di fuori del matrimonio,solo per motivi economici, avendo cioè voglia di celebrare il sacramento ma non la possibilità oggettiva, non può prendere la comunione durante la messa? Capisco di più, ma non in toto, che la comunione sia negata a chi ha divorziato.

Non mi pare che l'utente non abbia chiesto pareri sull'utilità di celebrare o meno il matrimonio per non immischiarsi in cause legali a causa di un presunto futuro divorzio, ma se, essendo convivente, può ricevere la comunione.

L'argomento OT da lei portato avanti non ha senso in questa sezione, ma in quella off-topic.

GIOLITTI
19-01-10, 10: 30
Basilischio ha fatto bene a rettificare. Tra l'altro non esiste proprio dal mio punto di vista che ci si sposi pensando alle spese legali di un divorzio. In quel caso è preferibile non sposarsi proprio. In alcuni casi il divorzio è leggittimo a mio modo di vedere, ma non vuol dire divorziare dopo 6 mesi perchè ci sono dei problemi di coppia. Non è un luogo comune dire che i nostri nonni divorziavano 1 su 1000 perchè c'era una volontà comune di mandare avanti il matrimonio facendo dei sacrifici. Loro credevano certamente di più nel sacramento. E ci credo anche io, altrimenti non mi sarei sognato di chiedere se la convivenza prima del matrimonio è causa di negazione della comunione. Aggiungo che la mia non era una domanda volta a provocare polemiche sul matrimonio, bensì a prendere l'occasione che mi è offerta di parlare con un vicario di cristo su un forum e togliermi una curiosità che possa fare un pò di luce nel cammino di fede che a 22 anni, da pochi mesi, ho sentito il bisogno di iniziare.

Aspetto con ansia la risposta di Don Antonio all'ultimo quesito...di qualche post fa.

erpatacca
19-01-10, 12: 52
Leggi bene la domanda postata dall'utente che ha iniziato la discussione; forze ti è sfuggito qualche particolare.


Non mi pare che l'utente non abbia chiesto pareri sull'utilità di celebrare o meno il matrimonio per non immischiarsi in cause legali a causa di un presunto futuro divorzio, ma se, essendo convivente, può ricevere la comunione.

L'argomento OT da lei portato avanti non ha senso in questa sezione, ma in quella off-topic.


a dire il vero sei stato tu il primo a rispondere all'argomento "economico":

"Forse sono stato un tantino superficiale nel risponderti.
Qui bisogna andare a fondo della questione in quanto il motivo addotto, cioè il motivo economico, non è sufficiente a giustificare una convivenza, in quanto, se veramente c'è voglia di celebrare il Sacramento del Matrimonio, i costi sono estremamente irrisori, in confronto a tutto l'inutile contorno quale abiti da cerimonia, inviti, pranzi, feste ecc... che esulano da quello che è la sacralità del Sacramento stesso."


Tra l'altro non esiste proprio dal mio punto di vista che ci si sposi pensando alle spese legali di un divorzio. In quel caso è preferibile non sposarsi proprio. In alcuni casi il divorzio è leggittimo a mio modo di vedere, ma non vuol dire divorziare dopo 6 mesi perchè ci sono dei problemi di coppia. Non è un luogo comune dire che i nostri nonni divorziavano 1 su 1000 perchè c'era una volontà comune di mandare avanti il matrimonio facendo dei sacrifici. Loro credevano certamente di più nel sacramento.

Un tempo il divorzio non era nemmeno contemplato dalla legge, quindi non si poteva divorziare, o meglio, potevano farlo solo i ricchi che potevano rivolgersi alla Sacra Rota.
In oltre un tempo le donne erano molto meno emancipate , quindi dedite alla casa ed alal famiglia, e raramente al lavoro.
Le persone magari si odiavano, il marito menava la moglie, ma essa era succube e restava in casa per non dare scandalo.
Oggi questa aberrazione è finita.
Oggi se una coppia scoppia si divorzia e ci si rifà una vita.
Quindi, dato che nessuno può sapere fino in fondo cosa c'è nella testa di una persona o come si trasformerà negli anni, secondo me è bene pensare per tempo ai vari eventi che si potrebbero verificare.
E la statistica è li a dirci che i divorzi sono elevati, cosi come le cause da divorzio , e gli avvocati ringraziano, quando basterebbe permettere il divorzio breve , senza avvocati ne casini a chi lo vuole, ma la lobby è potente, si sà

Non fare post consecutivi... e due... usa il tasto EDIT e Multiquote

basilischio
19-01-10, 14: 40
a dire il vero sei stato tu il primo a rispondere all'argomento "economico":

"Forse sono stato un tantino superficiale nel risponderti.
Qui bisogna andare a fondo della questione in quanto il motivo addotto, cioè il motivo economico, non è sufficiente a giustificare una convivenza, in quanto, se veramente c'è voglia di celebrare il Sacramento del Matrimonio, i costi sono estremamente irrisori, in confronto a tutto l'inutile contorno quale abiti da cerimonia, inviti, pranzi, feste ecc... che esulano da quello che è la sacralità del Sacramento stesso."

Il mio intervento è più che legittimo perché l'utente porta come un problema economico che ostacola la celebrazione del matrimonio a giustificazione al suo status di convivente per il quale chiede consiglio sull'assunzione del corpo di Cristo. La mia risposta sottintende che, non può accostarsi alla comunione perchè il motivo addotto è irrilevante in quanto per celebrare il Sacramento del Matrimonio non è affatto costoso. QUello che è costoso è tutto il "contorno" al sacramento del matrimonio, cioè feste, rinfreschi cene, fuochi artificiali, che non hanno nessun rapporto e non sono essenziali alla celebrazione del Sacramento Stesso.

Questa volta credo di essermi espresso in maniera più chiara.



Un tempo il divorzio non era nemmeno contemplato dalla legge, quindi non si poteva divorziare, o meglio, potevano farlo solo i ricchi che potevano rivolgersi alla Sacra Rota.
In oltre un tempo le donne erano molto meno emancipate , quindi dedite alla casa ed alal famiglia, e raramente al lavoro.
Le persone magari si odiavano, il marito menava la moglie, ma essa era succube e restava in casa per non dare scandalo.
Oggi questa aberrazione è finita.
Oggi se una coppia scoppia si divorzia e ci si rifà una vita.
Quindi, dato che nessuno può sapere fino in fondo cosa c'è nella testa di una persona o come si trasformerà negli anni, secondo me è bene pensare per tempo ai vari eventi che si potrebbero verificare.
E la statistica è li a dirci che i divorzi sono elevati, cosi come le cause da divorzio , e gli avvocati ringraziano, quando basterebbe permettere il divorzio breve , senza avvocati ne casini a chi lo vuole, ma la lobby è potente, si sà


Torno a ripetere che questo argomento esula dalla richiesta che l'utente ha posto nel primo post come lui stesso ha confermato

Basilischio ha fatto bene a rettificare. Tra l'altro non esiste proprio dal mio punto di vista che ci si sposi pensando alle spese legali di un divorzio. In quel caso è preferibile non sposarsi proprio. In alcuni casi il divorzio è leggittimo a mio modo di vedere, ma non vuol dire divorziare dopo 6 mesi perchè ci sono dei problemi di coppia. Non è un luogo comune dire che i nostri nonni divorziavano 1 su 1000 perchè c'era una volontà comune di mandare avanti il matrimonio facendo dei sacrifici. Loro credevano certamente di più nel sacramento. E ci credo anche io, altrimenti non mi sarei sognato di chiedere se la convivenza prima del matrimonio è causa di negazione della comunione. Aggiungo che la mia non era una domanda volta a provocare polemiche sul matrimonio, bensì a prendere l'occasione che mi è offerta di parlare con un vicario di cristo su un forum e togliermi una curiosità che possa fare un pò di luce nel cammino di fede che a 22 anni, da pochi mesi, ho sentito il bisogno di iniziare.

Aspetto con ansia la risposta di Don Antonio all'ultimo quesito...di qualche post fa.

erpatacca
20-01-10, 09: 23
quindi in poche parole, se rispondi tu a riguardo della questione economica , allora l'intervento è legittimo, se invece intervengo io , con le mie considerazioni no. :am055
Da notare che nel primo post, GIOLITTI faceva un riferimento assai vago alle "questioni economiche" lasciando ampio margine di interpretazione, per poi precisare, ma solo in seguito al mio intervento, che i suoi problemi erano riferiti propio e solo all'iniziale investimento per la celebrazione della cerimonia.

per la seconda parte , essa esulerà anche dalla domanda del primo post, ma la discussione si è ora allargata ad opera anche dello stesso GIOLITTI , vedi post numero 17.

E poi qua mi pare di stare in caserma , non si può manco piu parlare ? stessi dicendo boiate, ma qui stiamo parlando di cose serie.

don antonio
21-01-10, 12: 49
Grazie padre per la risposta. Quindi visto che la convivenza non è determinante, chi non convive ma pratica sesso al di fuori del matrimonio non riceve l'ostia la domenica? Quanti ragazzi dai 17(nei miglior casi, visto purtroppo l'abbassamento dell'età in cui si inizia) ai 27 anni, ovviamente generalizzando, non possono prendere la comunione? So che c'è già una discussione sull'argomento e già ho dato un occhiata, ma non mi sembra sia stata affrontata la questione della comunione. Ciao DON ANTONIO

Se un giovane ha una coscienza cristiana retta sa che fare sesso al di fuori del matrimonio è un comportamento non morale. Certo che il sacerdote non può sapere ogni giovane cosa fa per cui non è in condizione di negargli la comunione.
Diverso può essere il caso di una condizione notoria di convivenza: in quel caso il sacerdote può supporlo (per esperienza) e allora potrebbe negare la comunione, anche se è chiamato a seguire una prassi di discrezione: mi spiego, la comunione non va mai negata in pubblico....dopo in privato il sacerdote dovrà convocare le persone e dire loro che, nel caso si uniscano sessualmente, non sono in condizione di ricevere l'eucaristia e quindi mè preferibile che non si accostino al sacramento per non creare disorientamento nei fedeli.

GIOLITTI
21-01-10, 16: 07
Chiaro e conciso. Grazie padre.

milos
05-02-10, 17: 49
Niente comunione per chi ostenta la sua omosessualita'. E' quanto dichiarato dall'ex vescovo di Pistoia, monsignor Simone Scatizzi

ilpiroddi
09-09-12, 00: 03
tutto cio m fa ridere cio significa che un divorziato/separato una coppia di fatto gay o lesbiche non possono essere buoni cristiani???! e non sarebbero altrettanto capaci di insegnare ai prorpi figli cos'è il cristianesimo??? bhè e proprio questo che sta allontanado le persone dalla chiesa dalla frequenza dalla presenza nelle funzioni, io se voglio parlare con il signore non devo necessariamente parlargli all'interno di una chiesa lui e dapertutto .... questo sempre se uno e credente, il buon cristiano e colui che aiuta e rispetta il prossimo non solo colui che fa i figli e si sposa in chiesa e va tutte le domeniche a messa......


Un "Buon Cristiano" è chi segue ciò che Cristo ci ha insegnato; cioè: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente» (Mt 22,37). Amare Dio significa seguire ciò che ci comanda, e tra le varie cose ci dice anche che la Famiglia è composta da uomo e donna. Quindi, secondo me, una coppia separata, divorziata o di fatto non è in grado di insegnare ai proprio figli cos'è il Cristianesimo; magari ne parleranno benissimo, ma il Vangelo si testimonia con le parole e con l'esempio.

ivstitia
09-09-12, 00: 29
Un "Buon Cristiano" è chi segue ciò che Cristo ci ha insegnato; cioè: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente» (Mt 22,37). Amare Dio significa seguire ciò che ci comanda, e tra le varie cose ci dice anche che la Famiglia è composta da uomo e donna. Quindi, secondo me, una coppia separata, divorziata o di fatto non è in grado di insegnare ai proprio figli cos'è il Cristianesimo; magari ne parleranno benissimo, ma il Vangelo si testimonia con le parole e con l'esempio.

Più che ragionare tramite la fede le persone dovrebbero ragionare tramite la propria coscienza. Peccato che nel 2012 ancora non siamo arrivati a capire cose così semplici

basilischio
09-09-12, 09: 31
Un "Buon Cristiano" è chi segue ciò che Cristo ci ha insegnato; cioè: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente» (Mt 22,37). Amare Dio significa seguire ciò che ci comanda, e tra le varie cose ci dice anche che la Famiglia è composta da uomo e donna. Quindi, secondo me, una coppia separata, divorziata o di fatto non è in grado di insegnare ai proprio figli cos'è il Cristianesimo; magari ne parleranno benissimo, ma il Vangelo si testimonia con le parole e con l'esempio.

Invece di citare il passo di Matteo, che anche se inerente all'aromento, non è specifico per questa discussione, avrebbe dovuto citare quello relativo alla parte evidenziata.
Il Vangelo dice anche di non giudicare, quindi la sua successiva affermazione " una coppia separata, divorziata o di fatto non è in grado di insegnare ai proprio figli" andrebbe vagliata in relazione ad un fatto specifico e non in senso generale/generalizzato. In ogni caso le responsabilità sono sempre individuali e non è consigliabile addossare le responsabilità di uno all'altro solo perchè uniti dall'indissolubilità del matrimonio.
Il discorso è abbastanza complesso.

Cittadino
09-09-12, 17: 25
dopo in privato il sacerdote dovrà convocare le persone e dire loro che, nel caso si uniscano sessualmente, non sono in condizione di ricevere l'eucaristia e quindi mè preferibile che non si accostino al sacramento per non creare disorientamento nei fedeli.

Caro reverendo: è però una posizione un po' ingenua e sbagliata. Si può benissimo convivere senza rapporti sessuali (non dico che sia diffuso ma c'è chi lo fa).
Al contrario sono innumerevoli quelli che pur senza convivere hanno rapporti sessuali (in macchina, in vacanza, in gita, nella casa prestata da un amico....), non solo fanno la comunione "senza scandalo" ma magari sono pure catechisti/e, lettori, ecc.

basilischio
09-09-12, 20: 12
Caro reverendo:...............
MI dispiace, ma il reverendo è già un po di tempo che non scrive su questo forum.
Sarebbe opportuno, prima di quotare, verificare anche se l'interessato possa dare una risposta, altrimenti il dibattito perde senso.

---------------------Aggiornamento----------------------------


Caro reverendo: è però una posizione un po' ingenua e sbagliata. Si può benissimo convivere senza rapporti sessuali (non dico che sia diffuso ma c'è chi lo fa).
Al contrario sono innumerevoli quelli che pur senza convivere hanno rapporti sessuali (in macchina, in vacanza, in gita, nella casa prestata da un amico....), non solo fanno la comunione "senza scandalo" ma magari sono pure catechisti/e, lettori, ecc.
Perchè travisare le parole scritte?

nel caso si uniscano
Non ha scritto che tutti si uniscono ma solo "nel caso" che indica l'eventualità non la certezza. In pratica dice la stessa cosa in maniera diversa

Si può benissimo convivere senza rapporti sessuali (non dico che sia diffuso ma c'è chi lo fa).


è preferibile che non si accostino al sacramento per non creare disorientamento nei fedeli.
è prefribile lascia un largo margine di discrezionalità legata ad una evidenza, cioè quella che la comunità è a conoscenza di una situazione "non normale", pertanto gli intressati, per non creare disorientamento fra i fedeli, dovrebbero valutare se accostarsi alla comunione è più il "danno o il guadagno" nel rispetto altrui.

L'ultimo paragrofo lascia alquanto perplessi. Donota scarsa obiettività e mira ad addossare una responsabilità al "sacerdote" o chiesa.
Il recarsi a ricevere la comunione è un fatto personale a prescindere da ciò che ognuno a fatto o dalla professione esercitata.

Mi scusi, ma come farebbe lei a stabilire se uno a fatto sesso o meno prima di ricevere la comunione?

Cittadino
09-09-12, 22: 23
Non ha scritto che tutti si uniscono ma solo "nel caso" che indica l'eventualità non la certezza. In pratica dice la stessa cosa in maniera diversa

Sì, certamente. Tuttavia c'è una sorta di "presunzione" di peccato nei conviventi, tant'è che diversi sacerdoti raccomandano di non ricevere la comunione nelle chiese in cui potrebbero essere conosciuti anche se casti, per non creare scandalo. Al contrario, se non si convive, c'è la "presunzione" di innocenza che francamente mi sembra un po' ipocrita e non al passo con i tempi.

basilischio
10-09-12, 13: 37
Sì, certamente. Tuttavia c'è una sorta di "presunzione" di peccato nei conviventi, tant'è che diversi sacerdoti raccomandano di non ricevere la comunione nelle chiese in cui potrebbero essere conosciuti anche se casti, per non creare scandalo. Al contrario, se non si convive, c'è la "presunzione" di innocenza che francamente mi sembra un po' ipocrita e non al passo con i tempi.
Ma dove la legge questa presunzione?
Io leggo sono un discorso logico nel senso che, il sacerdote, non presume, ma conmsiglia solo di evitare di fare la comunione per non creare "scandalo" fra i parrocchiani. Non dice non potete , ma evitate qui, in questa parrocchia dove siete conosciuti, lasciando sottinteso che andando in altre parti, dove non si è conosciuti, il rischio di "scandolo" decade.
La presunzione an che se non si convive è del tutto infondata in quando lei stesso non saprebbe riconoscere se uono ha fatto sesso o meno, prima di accostarsi alla comunione.