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Visualizza Versione Completa : La guerra dentro , dentro la guerra



erpatacca
20-12-09, 19: 02
questo post non tratta di storie di reduci o di veterani con la sindrome da stress post traumatico, tema che ho già affrontato in passato, ma di civili che si trovano dentro ad un guerra ai quali la guerra rimane dentro anche dopo che è finita, persone non addestrate a gestire lo stress che non hanno la possibilità di mediare la paura con la ritualità di un reparto militare, con la fratellanza fra commilitoni ovvero con l'ardimento che sviluppa l'adrenalina che ti consente di affrontare un conflitto

non hanno nemmeno il tempo di avere paura perchè la paura diventa tempo essa stessa, c'è ben poco tempo per tutto durante uno scontro a fuoco o un bombardamento e di contro ci sono tempi lunghi e incessanti in attesa di un aiuto durante le pause, le tregue o quei momenti in cui non sai più da che parte stai, chi sono gli aggressori e chi invece potrebbe difenderti, perchè hai paura anche di schierarti e speri solo che chi si avvicina non lo faccia per ucciderti

queste sono le guerre attuali, fatte di imboscate, guerriglia, bombe, cecchini e soprattutto caratterizzate dal tutti contro tutti, perchè la guerra ti trasforma, ti cambia, ti rende impossibile restare ancorato a dei valori, alla tua moralità di fronte alla immoralità della guerra stessa che ti porta ad essere perquisito da lerci combattenti di squadracce organizzate da paramilitari in affitto, oppure da soldati di pace che però giocano fin troppo spesso alla guerra, confusi fra il mandato ricevuto e la realtà nella quale anche loro saltano in aria, in cui ogni civile può essere un nemico e come tale lo trattano, costretti ad essere capaci di aiutare un bambino ed uccidere suo padre allo stesso tempo

potrei parlare di estremo oriente, di medio oriente, di Africa, di Balcani, cambiano gli occhi, il colore della pelle ed il sapore del cibo ma la cultura della guerra è sempre la stessa, fatta di terrore, di viltà e di eroismi a volte piccoli a volte immensi perchè l'unica cosa che può fare la guerra è tirar fuori il meglio o il peggio di te

purtroppo non è come nei film, durante uno scontro a fuoco nel quale fischiano e rimbalzano colpi da tutte le parti mentre arrivano colpi di mortaio e di artiglieria che buttano giù tutto, mentre i feriti urlano tu stai fermo ed immobile anche se corri veloce perchè in realtà sei paralizzato dall'unico pensiero che ti muove, quello di sopravvivere e lo puoi fare in due sole maniere, superando gli altri che fuggono sperando che qualcuno di loro cada in pasto alla morte oppure aiutandoli a correre veloce rischiando di essere più lento e dare così il tempo al cecchino di collimare il bersaglio, perchè contro i mortai o l'artiglieria hai ben poco da correre

questo è il solo gesto eroico che la guerra ti regala, di essere coerente con te stesso o di vederti radicalmente cambiato come coloro che da vili si scoprono eroi e quelli che invece riconoscono la propria viltà; provate ad immaginare che mentre state a casa vi giunge una gippettina con un gruppo di combattenti che vi permette solo di avere il tempo di prendere due stracci e qualche uovo, questo solo se date loro tutti gli averi e talvolta anche le figlie femmine, nel frattempo vi ammazzano il cane perchè abbaia ed iniziano a violentare la più piccola, poi sparano al padre che reagisce e a quel punto se non siete ancora fuggiti fanno la piccola strage e tutto finisce, mentre i vicini vi hanno sostanzialmente abbandonato nella corsa dietro il loro terrore; poi dopo altri massacri arriverà qualcuno per raccogliere i vostri resti da qualche fossa comune o più semplicemente da ciò che rimane della casa fatta saltare in aria, che saranno forse ricomposti in qualche ossario a futura memoria che tutti ben presto dimenticheranno

mi è capitato qualche volta di parlare coi militari inviati nei teatri di guerra, ai quali ho sempre detto che i più grandi eroi sono i civili, che proprio chi ha vissuto mesi ed anni dentro un conflitto è un eroe per il solo fatto di essere restato vivo, anche se ci è riuscito a forza di delazioni o di spiate come avviene in tutte le guerre nelle quali paradossalmente escono fuori le vecchie invidie fra vicini, oppure i rancori ovvero l'odio represso a causa del quale qualche vigliacco si trasforma in carnefice e facilita i massacri o l'arresto di un ignaro soggetto venduto come spia o collaboratore della parte avversa, meglio delle parti avverse come è avvenuto in Bosnia

la guerra è un persecutore che ti trasforma, che innesca un processo di mutamento da vittima in persecutore, che ti prende come una spugna e ti strizza per farti riconoscere assassino, torturatore, massacratore o semplice testimone passivo della follia della guerra che non è mai giusta, non esistono le guerre giuste

osservare le vittime che cadono sotto i colpi dei cecchini o fatte a pezzi dai colpi di mortaio o da una bomba è uno spettacolo terribile, non si dimenticano mai più le grida, il sangue, la *****, le teste staccate, le braccia e le gambe strappate ed il progressivo silenzio che avvolge la tua mente, che ti isola dai rumori e dalle voci ed inizi a sentire solo il tuo respiro ed il sangue che pompa e poi scatti in un solo colpo muovendo insieme il corpo e la mente e ti ritrovi al sicuro dietro un container o un blindato, nello stesso modo in cui state faticando a leggere questo passaggio

poi ecco tornare in modo impattante di nuovo le grida ed i rumori, la paradossale calma della confusione nella quale si cercano gli amici ed i parenti e se ne trova qualche pezzo, situazioni da film pulp in cui anche i cani hanno imparato a non prendere i resti umani perchè gli umani prenderebbero i cani per mangiarseli, non dimenticherò mai il pianto incessante di un uomo costretto dai vicini ad uccidere il suo cane per sfamarsi perchè era pericoloso andare al mercato di Sarajevo dove un uovo lo pagavi 30 marchi, oppure coltivare l'orto di guerra perchè i cecchini ci si allenavano coi vecchi che raccoglievano bietola e cicoria quando non solo erbaccia

la guerra di chi non indossa una uniforme è questa, praticamente anarchica, scevra da ogni regola se non dalla legge di guerra, una sorta di fine pena mai anche se prima o poi ti liberano, un ergastolo emotivo del quale resterai sempre prigioniero ovunque andrai

quando mi chiedono se ho mai combattuto in Bosnia oppure in Africa o in altri posti rispondo di no, in effetti non ho mai sparato un colpo se non in rarissime occasioni, quando mi domandano se ho mai ucciso qualcuno rispondo di si, tutti quelli che ho visto morire e per i quali non ho potuto fare nulla, perchè osservare, acquisire, valutare, elaborare, connettere, interconnettere, relazionare, rapportare ciò che vedi ti rende inevitabilmente complice del loro dolore e mai vicino alla loro sofferenza

è uno strappo terribile con la tua coscienza, coi tuoi valori ed anche con le ragioni per le quali ti trovi in quei luoghi, ambigue, polivalenti, egoiste, remunerative, compensatorie di lacune interne e tracimanti all'esterno del significato della scelta compiuta in forza della quale vivi una esperienza devastante come la guerra che non combatti ma che osservi e dalla quale ti devi ben guardare se non vuoi finire ucciso; perchè ti può sparare un cecchino o più semplicemente un qualsiasi sbandato per fregarti le scarpe calde o le razioni di cibo, oppure per la sola paura che tu possa rappresentare un pericolo atteso che sei straniero, queste sono le ragioni di riconoscerti nei soli occhi che guardano senza farti vedere, una specie di vigliacco per necessità

ho conosciuto tanti eroi senza nome, donne, uomini ed anche bambini, coi quali si è sviluppato un linguaggio di sguardi, di silenti ammicchi e di tangibile energia come quella che si sprigiona fra persone che hanno vissuto il terrore più devastante, che hanno tremato uno accanto all'altro senza conoscersi temendo anche di riconoscersi nemici per poi dimenticare subito di essersi visti percorrendo ognuno la propria strada verso il prossimo morso a qualcosa di commestibile o il prossimo morto da riconoscere in un parente o in un amico, in caccia di cani, gatti e topi per mangiarseli e qualcuno ha raggiunto anche il cannibalismo in talune zone nelle quali la morte degli altri rappresentava la sopravvivenza degl'uni

ci fanno i film su tutto questo, romanzi e racconti d'avventura, ma la realtà è molto più semplice, fatta di tremori di paura, sangue, ***** e occhi di un colore solo che inviano al cervello poche immagini per non farlo impazzire ed il cervello racconta loro di ricordi di pace ai quali aggrapparsi per farne futuro

vorrei assistere qualche volta alla evidenza dell'eroismo dei civili di guerra e non solo a quello dei soldati di pace, vorrei ascoltare le parole delle emozioni delle vittime e non il gergo ministeriale dei portavoce dei reparti in teatro, vorrei poter zittire i miei ricordi per non ascoltare la voce di chi gridava aiuto in una lingua straniera vestita solo di sangue e di uno sguardo scioccato dal terrore, per poi pian piano prendere consapevolezza della fine e porsi su un fianco, come un bambino che dorme, guadagnadosi la morte nell'abbandono dalla vita nel modo più silenzioso possibile, in ascolto del proprio rantolo e del sangue che non pompa più; tutto questo potrebbe essere proposto come confronto a chi parla di guerra come se fosse un mero strumento di pace o di pacificazione, rispetto che la propaganda della insicurezza da colmare con la conquista della sicurezza tramite l'uso della forza

la guerra piace solo a chi non l'ha vista, la pace nasce con la conoscenza, con la coscienza del significato profondo del dolore e della sofferenza dei civili che stanno dentro una guerra ai quali la guerra entrerà dentro per non abbandonarli mai più, in fondo basterebbe parlare coi nostri nonni, alcuni dei quali riescono ancora a nascondere un pezzo di pane nel fazzoletto pur sapendo di essere sazi e di non rischiare la fame

come posso dirvi che anche voi come me siete colpevoli di ciò che ho visto, ad ogni vostro acquisto, ad ogni pieno di benzina, ad ogni diamante, ad ogni avanzo di cibo pensate a queste parole, vi aiuteranno a comprendere che non è come ce la raccontano, la vita sicura che stiamo vivendo non dipende dai soldati che combattono nei teatri contro dei presunti terroristi, dipende dalle ragioni per le quali fanno le guerre che massacrano i civili e giustificano l'invio dei soldati i quali ci restano secchi fin troppe volte nelle c.d. missioni di pace; altrimenti saremmo costretti a rinunciare al nostro benessere, e questo si che ci renderebbe insicuri

per molti di voi è facile, basta cambiare canale quando i TG mostrano la guerra, dare del povero pazzo a gente come me, regalare due euro a qualche associazione che si occupa di "negretti", sbandierare il tricolore ai funerali di giovani soldati di pace che tornano nelle bare, senza mai domandarsi in cosa investe la nostra banca, se lo fa in armi o in finanziamenti di industrie belliche oppure se il petrolio italiano è macchiato di sangue nigeriano o iracheno o molto più semplicemente se le batterie del nostro telefonino non siano inquinate dalla pelle di qualche piccolo vietnamita sfruttato dalle multinazionali con l'alibi dei microprogetti umanitari

vorrei tanto farvi capire che la pace è la cosa più semplice del mondo, dipende dalle nostre scelte, la stessa che ho fatto quando avrei potuto trasformarmi in carnefice e diventare complice del male e non l'ho fatto, restando un mero osservatore che è ben peggio di essere carnefice perchè sapevo cosa stava accadendo, i carnefici no, loro eseguivano conoscendo ben poco e comprendendo meno; ma so per certo che con questa scelta ho impedito di fomentare la fabbrica dell'odio e questo mi aiuta a dormire quel poco che dormo

la più grande rivoluzione è la pace, che si conquista solo senza combattere, che richiede molto coraggio, che c'invita ad osservare meglio le nostre mani scoprendo che sono sporche di sangue, perchè fino a quando non agiremo per la pace saremo sempre combattenti passivi di una guerra lontana....

Fabio Piselli

Gatzu
20-12-09, 20: 47
.....la guerra piace solo a chi non l'ha vista....

Come non quotare.

mib
20-12-09, 21: 52
La scoperta dell'acqua calda

Andrea531.
20-12-09, 22: 08
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mib
20-12-09, 23: 46
A erpatacca piace fare copia/incolla in giro per il web, e riempire poi il forum di tutto cio che trova in giro.
Cio che ha nella testa è puo mistero....anche perche nn si capisce mai se cio che scrive è farina del suo sacco o roba copiata in giro.
Discutibile pratica

basilischio
21-12-09, 09: 33
Se la discussione non prende il via nella giusta direzione, si chiude.