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Visualizza Versione Completa : Operazioni compiute dalla Polizia di Stato.



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FRANCODUE
05-12-09, 11: 32
Ho pensato di creare questo topic, per dare visibilità delle operazioni che giornalmente compie la Polizia di Stato.
Spero di aver fatto cosa gradita.

Camorra: 12 arresti nel clan Bocchetti

Gli agenti della Squadra mobile della questura di Napoli questa mattina hanno arrestato 12 esponenti di vertice del clan Bocchetti, del capoluogo partenopeo.

Gli arresti sono legati al duplice omicidio di Gennaro e Carmine Sacco, commesso il 24 novembre scorso maturato all'interno della stessa organizzazione per la posizione di predominio che era stata assunta dalle vittime.

Di tale clan fa parte anche Costanzo Apice, il killer del rione Sanità, arrestato con l'accusa di essere l'assassino di Gaetano Bacioterracino e incastrato dal video diffuso dalla procura della Repubblica di Napoli. Apice era nipote acquisito di Gennaro Sacco e cugino di Carmine.

Agli indagati sono contestati i reati di associazione per delinquere di stampo camorristico e traffico di sostanze stupefacenti. Tra le accuse contestate ai fermati - tutti dei rioni "Berlingieri", "Secondigliano" e "San Pietro a Patierno" - non c'è quella del duplice omicidio in quanto sull'assassinio dei Sacco sono ancora in corso indagini per stabilire con esattezza le eventuali responsabilità dei singoli.

04-12-2009
Dal sito della Polizia di Stato.

ale66
05-12-09, 17: 46
http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_05/mafia-palermo-arrestato-boss-nicchi_1c6e9716-e1ab-11de-95f6-00144f02aabc.shtml

E che dire, rinnovo i complimenti alla catturandi di Palermo, come ha dichiarato naturalmente scherzando il Proc Naz Antimafia Grasso se si continua così nella lista dei 30 ricercarti più pericolosi non rimane più nessuno :am052

FRANCODUE
05-12-09, 18: 34
Lo speriamo tutti Ale66.

Ecco una altra operazione odierna degna di nota :

Pedinati da tempo dagli uomini del commissariato di Cinisello Balsamo di Milano sono stati arrestati, qualche giorno fa, con l'accusa di aver compiuto diverse rapine.

Si tratta di due giovani milanesi di 17 e 19 responsabili di trenta rapine in diverse banche tra Milano e la periferia della città. I due giovani, pedinati da tempo, usavano coltelli e taglierini per mettere a segno le rapine e poi facevano perdere le proprie tracce prendendo la metropolitana per ritornare a casa.

Dopo l'ultima rapina fatta alla Banca popolare di Lodi, hanno lasciato il centro città come di solito ma all'uscita della fermata di Sesto San Giovanni hanno trovato ad attenderli la Polizia.

Nel corso della perquisizione sono state trovate diverse armi da taglio e denaro.

Dal sito della Polizia di Stato.

Boris
05-12-09, 20: 06
Complimenti agli uomini della Polizia di Stato per gli ultimi successi.
Grazie da parte di un cittadino.

GIULIUS
07-12-09, 13: 39
In manette il boss Salvatore Caruso.

http://www.militariforum.com/public/upload/7910737807122009133953.jpg

07/12/2009

Altro colpo alla mafia. Il latitante Salvatore Caruso, 46 anni, indicato come il reggente della cosca Cappello, è stato arrestato dalla polizia di Stato, a Catania. Gli agenti della squadra mobile etnea l'hanno fermato mentre era alla guida di un'auto nella centrale via Fleming. Noto come "Turi Malavita", Caruso è accusato di associazione mafiosa, traffico di droga ed estorsioni.

Al momento della cattura Caruso era a bordo di un'auto in un quartiere residenziale di Catania. Il presunto boss deve rispondere dei reati di associazione mafiosa, traffico e spaccio di stupefacenti, detenzione di armi ed estorsione. Ha già scontato in passato una condanna per associazione mafiosa e detenzione di armi. Dopo essere sfuggito alla cattura era divenuto il punto di riferimento per la riorganizzazione della cosca mafiosa catanese.
E vai!!!!!! :):)

Fonte: TG COM

Ferrarese
07-12-09, 14: 51
Umili e discreti eroi del nostro tempo...grazie per quello che fate!

FRANCODUE
08-12-09, 12: 29
La Polizia ha scoperto una rete di pedofili che agiva nella zona nord di Messina.
Nell''operazione denominata "Seppia" sono state indagate 9 persone, 4 sono state arrestate con accusa di induzione alla prostituzione minorile e atti sessuali con minori e 5 sono ancora sotto indagine.
L'inchiesta era stata avviata il 18 gennaio scorso grazie alla denuncia del padre di un bambino di 9 anni che aveva trovato in tasca al figlio, di ritorno da una partita di calcetto, 25 euro, dolci e figurine. Il bambino aveva raccontato che l'uomo "che si faceva baciare sul petto" si era fatto avanti proprio al campo di calcio, portandolo poi nella sua casa.
A seguito delle indagini, il 12 febbraio la Squadra mobile aveva arrestato un 33enne del posto già noto alle forze dell'ordine perché sorpreso nel 2005 ad adescare minori sulla spiaggia di Mortelle. Nella sua casa erano state sequestrate foto che lo ritraevano con minori durante atti sessuali e un diario in cui erano annotati nomi e "specialità" dei suoi piccoli clienti, ai quali erano assegnati persino i voti.
Dalle foto e dal diario, la polizia è risalita alla rete di pedofili che agiva nella zona nord della città, tra il parcheggio del "Baby-Park" e il vicino villaggio "Paradiso".
Ora l'uomo condannato nel 2006 a 4 anni, e in attesa del processo d'appello, è di nuovo in carcere così come gli altri quattro accusati di induzione alla prostituzione minorile e atti sessuali con minori.

dal sito della Polizia di Stato.

ale66
08-12-09, 21: 06
Le ho viste queste faccie di .........,

abitcis
08-12-09, 21: 39
onore alla polizia di stato, c'è da dire che fa un ottimo lavoro e riesce a tenere alta l'efficienza nonostante i tagli a destra e a manca....

FRANCODUE
02-01-10, 09: 45
E' finito in manette Gioacchino Matranga, pregiudicato di 64 anni, indicato come esponente di "cosa nostra" a Milano. Matranga era evaso in ottobre dal suo appartamento a San Giuliano Milanese mentre si trovava agli arresti domiciliari concessi per motivi di salute. L'uomo è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Milano.

Dal sito della Polizia di Stato.

Complimenti al Dirigente della Squadra Mobile dr.Alesandro Giuliani, figlio del leggendario Boris.

FRANCODUE
11-01-10, 11: 51
BARI - Dieci ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nell'ambito di un'inchiesta sulla pedopornografia online. Sei incarcerati, quattro agli arresti domiciliari e un provvedimento di interdizione all'uso di strumenti informatici a carico di un undicesimo indagato. I reati commessi dagli 11 indagati sono tutti legati alla pedofilia online e alla pornografia minorile.

L'operazione "Clipart" si è quindi conclusa. A eseguire le ordinanze è stato, stamattina, il compartimento pugliese della polizia postale e della comunicazione. Che non ha agito da solo: l'operazione di polizia sarebbe infatti stata eseguita in collaborazione con i reparti postali della Lombardia, Piemonte, Campania, Liguria, Toscana e delle Marche, mentre le misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Bari, Jolanda Carrieri, su richiesta di Roberto Rossi, il sostituto procuratore che aveva già diretto un'attività d'indagine avviata sullo stesso argomento nel 2005 dalla polizia postale.

L'indagine è scattata grazie alla segnalazione giunta alla polizia postale circa l'esistenza in rete di un file contenente materiale pornografico, che circolava liberamente in internet grazie ad un escamotage ben studiato: i video venivano scambiati in rete come P2P, i file sharing solitamente utilizzati per scaricare gratuitamente musica e video, per esempio, da E-mule. Gli investigatori sono potuti risalire ai colpevoli esplorando la rete e scavando tra gli indirizzi IP. Questa lunga operazione ha portato, dopo aver provveduto, tra il 2006 e il 2007, a sequestrare materiale informatico illegale in tutta Italia, alla conclusione delle indagini.

In realtà, già dalla prima analisi è emerso che, contrariamente alla sua denominazione o tipologia, il file contiene materiale illegale: 4 spezzoni video nei quali vari minorenni compiono atti sessuali.

Da La Repubblica.

FRANCODUE
19-01-10, 09: 10
Sono Manolo Morlacchi e Costantino Virgilio i due arrestati, questa mattina, dalla Digos di Roma a Milano con l'accusa di appartenere alle nuove Brigate Rosse.

Nel giugno scorso le abitazione dei due indagati erano state perquisite a seguito dell'arresto di altre cinque persone, risultate essere appartenenti alle nuove Brigate Rosse e in procinto di preparare un attentato. In quell'occasione era stato sequestrato diverso materiale e un computer. E proprio dalle analisi svolte su quest'ultimo sarebbe emersa l'appartenenza dei due al gruppo eversivo "per il comunismo Brigate Rosse". Manolo Morlacchi è, tra l'altro, il figlio del brigatista Piero Morlacchi.

Tra i documenti informatici è stato trovato una sorta di codice di comportamento per i "militanti rivoluzionari". Il manuale riporta le indicazioni per criptare i documenti, evitare i controlli delle forze dell'ordine, nonché i consigli per non farsi "tracciare" in Rete.

Dopo mesi di pedinamenti gli investigatori hanno scoperto che i due facevano telefonate in codice e organizzavano incontri strategici. L'organizzazione di matrice marxista-leninista propone il rilancio della lotta armata anche attraverso l'utilizzo della sigla Br.

L'operazione è stata portata a termine con la collaborazione della Digos milanese, della polizia postale e delle comunicazioni e con il coordinamento della Direzione centrale della polizia di prevenzione. Un'operazione - ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni congratulandosi con il capo della Polizia - che "dimostra che l'attenzione delle forze dell'ordine nei confronti del terrorismo brigatista è massima. Continueremo" - ha aggiunto il Ministro - "a mantenere alta la guardia per contrastare ogni forma di terrorismo, interno o internazionale che sia, ed evitare così in ritorno degli anni di piombo".

Anche il capo della Polizia Antonio Manganelli, a Gerusalemme per alcuni incontri operativi, ha dichiarato che questa che si è conclusa oggi è un'operazione di enorme importanza, preceduta da un lavoro di diversi mesi; dimostra come in Italia non sia possibile abbassare la soglia di attenzione, poiché sotto la cenere cova sempre qualcosa''. Quelli di oggi - ha concluso il prefetto Manganelli ''sono gli arresti che aspettavamo poiché chiudono un cerchio aperto con l'operazione di Milano del 2008; il coronamento di un lavoro accurato e fine anche dal punto di vista tecnico-investigativo''.

Dal sito della Polizia di Stato.

FRANCODUE
19-01-10, 18: 22
LUCERA (Foggia) - Sono entrati in azione i reparti speciali della polizia per liberare una giovane 14enne tenuta in ostaggio da un 35enne armato di coltello in un negozio nel centro di Lucera, cittadina a 15 chilometri da Foggia. L'uomo, noto alle forze dell'ordine perché tre anni fa compì un gesto simile, ha trattenuto la ragazza per ore minacciandola con un coltello e chiedendo di parlare con qualche esponente politico. "Ha chiesto di parlare con l'onorevole Alessandra Mussolini, Rosy Bindi e Oliviero Diliberto", hanno riferito i carabinieri che sono sul posto, insieme alla polizia. Nel pomeriggio sono arrivati anche gli uomini del Nucleo
Operativo Centrale di Sicurezza (Nocs) che hanno dovuto attendere il momento di intervenire senza far correre rischi alla piccola.

Alessandra Mussolini si è subito messa in contatto con la polizia per parlare con il sequestratore. "Già è successo nel 2007. E' uscito dal carcere due mesi fa e oggi ha rifatto la stessa cosa" ha raccontato la parlamentare, spiegando che l'uomo si è rifiutato di risponderle al telefono. "E' sospettoso, non crede che sia io. Il fatto è che due anni fa, quando avvenne la stessa cosa - ha spiegato - fu arrestato proprio per quella telefonata. I poliziotti approfittarono di un suo momento di distrazione, mentre stava prendendo il telefono, per bloccarlo e ammanettarlo. Per convincerlo sarei disposta anche a fare un collegamento video in modo che mi riconosca, ma aspetto che siano le forze dell'ordine a decidere, vogliamo evitare che il sequestratore si agiti". L'uomo ha ribadito di non voler parlare al telefono con la parlamentare. "Fatela venire qua - ha detto - e così facciamo lo scambio con la ragazza".


La ragazzina sequestrata si chiama Rosi e frequenta il primo anno di un istituto commerciale. Tutto è iniziato intorno alle 11. Rosi insieme a due compagne - uscite prima da scuola perché non avevano partecipato all'assemblea di istituto - stavano guardando la vetrina di un negozio di articoli da regalo in via Gramsci, alle spalle della cattedrale, quando un uomo ha strattonata una delle tre costringendola a entrare nel negozio puntandole alla gola un coltello. L'uomo ha fatto uscire dal locale la commessa e anche il titolare del negozio, dopo aver costretto quest'ultimo a chiamare la polizia, quindi si è sdraiato sul pavimento con al suo fianco la ragazzina, tenuta sempre sotto la minaccia dell'arma. Il comandante dei carabinieri, il dirigente del commissariato di polizia e il capo della Procura di Lucera sono intervenuti per cercare di riportare l'uomo alla calma. Ma nel pomeriggio non erano ancora riusciti a liberare la ragazza. "Siamo preoccupati - ha detto il sindaco di Lucera nel pomeriggio, annunciando l'arrivo dei reparti speciali della polizia - perché dopo ore l'uomo non ha ceduto di un millimetro". Fuori dal negozio si trovavano anche i genitori di Rosi, il nonno, e la madre del sequestratore, anche lei in evidente stato nervoso.

Foto da Lucer@Web


Massimiliano Credico, 35 anni, fece la stessa cosa il 6 maggio del 2007 in un centro commerciale a Lucera: nel parcheggio dell'ipermercato sequestrò una giovane donna, incinta di tre mesi, minacciandola con un coltello, e la costrinse a entrare in un negozio nel centro commerciale e a restare con lui per alcune ore mentre, in evidente stato di eccitazione e di confusione mentale, trattava con le forze di polizia e chiedeva di parlare con alcuni personaggi della politica, tra i quali Alessandra Mussolini, Piero Fassino e Carlo Azeglio Ciampi. Probabilmente voleva un loro intervento per un posto di lavoro.

In quella circostanza fu proprio la deputata di centrodestra a dare inconsapevolmente una mano a poliziotti e carabinieri per la liberazione dell'ostaggio e la cattura dell'uomo. La chiamarono infatti per telefono e cercarono di passarla al giovane: seguirono fasi concitate, in breve concluse con la cattura dell'uomo che fu arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Riconosciuto incapace, l'uomo era stato detenuto agli arresti domiciliari ed è stato a lungo ricoverato a causa dei suoi disturbi psichici e anche attualmente era seguito dal centro di igiene mentale.

Dal sito di La Repubblica

I NOCS COLPISCONO ANCORA !.
Complimenti.

bomp
19-01-10, 20: 47
ho appreso adesso la notizia, che dire...ancora una volta dimostriamo una grandissima preparazione a livello di forze speciali! congratulazioni ai NOCS!

Boris
19-01-10, 21: 13
Complimenti ancora una volta alla Polizia di Stato e in special modo ai NOCS.

FRANCODUE
20-01-10, 11: 29
Operazione contro estorsori: 3 arresti

Operazione contro le estorsioni in Campania oggi da parte della Polizia di Stato di Caserta che ha arrestato Armando Buccino, responsabile unitamente ad altri due pregiudicati di reati di estorsione aggravata.Gli agenti del Commissariato di Castel Volturno hanno,infatti, accertato che gli stessi avevano messo a segno una serie di estorsioni in danno di operatori commerciali in occasione delle festivita' natalizie.

Dal sito della Polizia di Stato.

soccorritore
20-01-10, 18: 19
Tra i documenti informatici è stato trovato una sorta di codice di comportamento per i "militanti rivoluzionari". Il manuale riporta le indicazioni per criptare i documenti, evitare i controlli delle forze dell'ordine, nonché i consigli per non farsi "tracciare" in Rete.


Sulla parte informatica, se ne parla più dettagliamente al seguente link su "punto informatico": http://punto-informatico.it/2790013/PI/Commenti/cyberterrorismo-tutti.aspx

Lavorando professionalmente nel settore della sicurezza IT, posso dire che alcuni consigli presenti in quel "codice" sono senza dubbio interessanti, come l'uso della crittografia a chiave asimmetrica (PKI) con archiviazione delle chiavi private su appositi token crittografici. Ma certo non mi è sembrato, almeno da quanto riportato da Punto Informatico, un "codice" ad alto livello di confidenzialità. Volendo un discreto/buon livello di anonimità in rete lo si può anche raggiungere utilizzando software come Tor e tunnelling SSH. Di idee poi ce ne possono essere tante...
Effettivamente sarebbe interessante sapere quanto possa essere inviolabile un archivio crittato con chiavi asimmetriche, oppure un wiping di file o directory con algoritmi come DoD o Gutmann35.

Price89
25-01-10, 12: 36
(ANSA) - CATANIA,25 GEN - La polizia ha arrestato il presunto boss Orazio Privitera,48 anni,ritenuto ai vertici del clan dei Carateddi,vicino alla cosca Cappello.

Privitera, latitante, e' stato bloccato nel Siracusano. Sfuggi' al blitz 'Revenge' scaturito dall'inchiesta della Dda della Procura di Catania. Secondo l'accusa, Privitera farebbe parte del gruppo di 'giovani leoni' che stava per prendere il sopravvento sui storici gruppi di Cosa nostra, legati alle famiglie,adesso perdenti,dei Santapaola-Ercolano-Laudani.

Per questo la cosca emergente aveva progettato degli omicidi di esponenti del gruppo rivale. Piani intercettati dalla Polizia di Stato che,nell'ottobre scorso,ha fatto scattare l'operazione 'Revenge' della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, che non ha contestato pero' ad alcuno degli indagati l'accusa di omicidio. Per congratularsi della cattura di Privitera, il presidente del Senato Schifani, ha inviato al ministro dell'Interno, Roberto Maroni,un messaggio in cui estende i ringraziamenti alle forze dell'ordine, ai magistrati e a tutti coloro che ogni giorno con coraggio e impegno si battono contro la mafia nel nostro paese.

Fonte:ANSA (http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sicilia/2010/01/25/visualizza_new.html_1676809556.html)

Cosa Nostra: latitante in fuga preso nel siracusano
Era latitante dall'ottobre 2009, Orazio Privitera 48 anni, ritenuto la mente del gruppo mafioso dei "Carateddi" del quartiere Picanello di Catania, una delle più aggressive frange del clan Cappello.

Il boss, considerato una dei principali esponenti mafiosi di Catania e della Sicilia orientale, è stato arrestato dai poliziotti della Squadra mobile del capoluogo etneo mentre si trovava in uno sperduto casolare nelle campagne del siracusano non lontano dal confine con la provincia di Catania. Il rifugio era protetto da un sistema di videosorveglianza. Il latitante era disarmato e alla vista della polizia non ha opposto alcuna resistenza.

L'uomo era ricercato dal 22 ottobre del 2009, quando sfuggì al blitz "Revenge" dove furono indagate più di 70 persone accusate di associazione mafiosa, spaccio di sostanze stupefacenti, omicidio, estorsione, detenzione di armi e rivelazione di segreto d'ufficio.

Secondo gli investigatori Privitera faceva parte del gruppo dei "giovani leoni" che stava prendendo il sopravvento sui gruppi storici di Cosa Nostra legati alle famiglie dei Santapaola, Ercolano e Laudari.

Il latitante, allevatore di mestiere, era ricercato perché accusato di associazione mafiosa e traffico di droga.

Fonte:Polizia di Stato (http://poliziadistato.it/articolo/18010-Cosa_Nostra_latitante_in_fuga_preso_nel_siracusano )

FRANCODUE
29-01-10, 10: 34
Arrestati due estorsori del clan dei Casalesi

La Polizia di Caserta ha arrestato ieri pomeriggio due estorsori facenti parte del clan dei Casalesi.
Nei giorni precedenti i due si erano rivolti al titolare di un negozio di motocicli intimandogli di pagare un pizzo di seimila euro da consegnare in tre rate.
L'imprenditore ha preso tempo concordando un appuntamento successivo e si è rivolto al Commissariato di Santa maria Capua Vetere denunciando il tentativo di estorsione.
All'incontro i due estorsori hanno trovato però anche i poliziotti mischiati tra gli avventori. Gli agenti hanno udito distintamente le richieste dei due con le conseguenti minacce e li hanno immediatamente bloccati e arrestati.

AlePA
29-01-10, 19: 43
Evvai quante belle notizie.. :D

Price89
31-01-10, 10: 04
Reggio Emilia: preso il “ladro con la parrucca”

Si travestiva da donna e usava ordigni falsi per commettere rapine. Dopo una lunga "caccia all'uomo" Fabrizio Traini è stato arrestato dalla Squadra mobile di Reggio Emilia, in collaborazione con quella di Bologna, dopo l'ennesima rapina messa a segno in una filiale del Banco di San Gimignano e San Prospero di Bologna. L'uomo era entrato nell'istituto di credito, travestito e con occhiali scuri, e con un falso ordigno e si era fatto consegnare 6.800 euro. Prima di fuggire aveva fatto credere che se fosse stata avvisata la Polizia, l'ordigno sarebbe esploso perché così programmato.
Ma le ricerche di Traini erano già iniziate: gli agenti hanno ricostruito i movimenti del rapinatore, dalla stazione ferroviaria di Bologna fino a raggiungere un albergo del centro storico di Reggio Emilia dove l'uomo aveva preso una camera. Lì hanno atteso il ladro e lo hanno fermato. Traini ha confessato di aver commesso altre rapine a Bologna, Parma, Piacenza e Milano.
Proprio a Parma il 31 dicembre scorso l'uomo, travestito da donna con parrucca rossa, aveva commesso una rapina alla Cassa di Risparmio di Cesena, minacciando tutti con un falso ordigno esplosivo ed impossessandosi di 15.000 euro. L'uomo, geometra disoccupato da qualche anno, appassionato di filosofia e di scienze, è stato accusato di rapina aggravata.
I poliziotti hanno recuperato il bottino dell'ultima rapina alla banca bolognese e sequestrato due grossi borsoni pieni di indumenti anche femminili, utilizzati dal rapinatore per travestirsi, oltre all'inseparabile parrucca rossa ed a molti libri, fra i quali testi di Goethe, Bertrand Russel, Friedrich Nietzsche e Arthur Schopenhauer.


Fonte: Sito Polizia dello Stato

FRANCODUE
03-02-10, 08: 30
REGGIO CALABRIA - La squadra mobile di Reggio Calabria ha eseguito a 67 ordinanze di custodia cautelare contro i componenti di una organizzazione criminale con l'accusa di favoreggiamento e gestione dell' immigrazione clandestina. L’operazione, denominata "Leone", è stata condotta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dal Servizio centrale operativo (Sco). L’organizzazione aveva base a Reggio Calabria, ma gli arresti sono stati eseguiti, oltre che a Reggio Calabria, anche a Milano, Brescia, Crema, Macerata, Siena, Piacenza, Potenza e Avellino.

IL RUOLO DELLE COSCHE - Sarebbero state alcune cosche della 'ndrangheta a gestire il traffico di immigrati clandestini sgominato dalla Dda e dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l'operazione "Leone". Gli immigrati pachistani e indiani, secondo quanto è emerso dalle indagini, giungevano in Italia grazie all'intervento delle cosche, che poi ne favorivano il trasferimento in varie regioni per il ricongiungimento con i loro familiari già presenti nel nostro Paese o per sfruttare occasioni di lavoro. L'inchiesta che ha portato all'emissione delle 67 ordinanze di custodia cautelare è stata condotta dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e dai sostituti Giuseppe De Bernardo e Marco Colamonaci.

Fonte Corriere della Sera

Price89
03-02-10, 11: 55
Reggio Calabria: la mano della 'Ndrangheta sull’immigrazione

Sono 67 le persone arrestate, 32 italiani e 35 indiani, legate a un'organizzazione criminale che favoriva contratti di assunzione fittizi a favore di immigrati clandestini, indiani e pakistani, in cambio di somme di denaro. Questo è quanto scoperto nel corso delle indagini, partite nel 2007, dalla Squadra mobile di Reggio Calabria in collaborazione con il Servizio centrale operativo (Sco).
L'operazione, denominata "Leone", si è conclusa stamattina e ha interessato diverse regioni d'Italia: Calabria, Lombardia, Toscana, Marche, Campania e Basilicata. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a favorire l'immigrazione clandestina; per alcuni è stata accertata l'aggravante del metodo mafioso.
L'inchiesta è partita in seguito alla denuncia di un imprenditore agricolo di Reggio Calabria costretto, da organizzazioni criminali, a presentare documenti di assunzione per legittimare l'ingresso in Italia di immigrati indiani e pakistani. Da qui è emerso il coinvolgimento di "famiglie" legate alla 'Ndrangheta, ma non solo: tra gli arrestati anche imprenditori, tre dipendenti dell'ufficio provinciale del lavoro di Reggio Calabria e alcuni cittadini indiani, che dopo avere reclutato nel loro Paese centinaia di migranti li facevano arrivare in Italia.

Il modus operandi è il consueto: contratti di assunzione fittizi richiesti da imprenditori compiacenti permettevano agli stranieri di richiedere il visto per l'Italia. Ma, diversamente dal solito, il pagamento per i "servizi" resi agli stranieri (dai 10 mila ai 18 mila euro per ogni migrante) ha fatto stimare un introito illegale di almeno 6 milioni di euro per il solo periodo preso in considerazione dagli investigatori.
Fonte:Sito Polizia di Stato

‘Ndrangheta: arrestato a Roma capo clan di Rosarno

Aveva preso contatti con altri clan mafiosi per stabilire nuove alleanze; secondo gli investigatori, Domenico Bellocco, arrestato ieri sera a Roma, stava prendendo in mano le redini della cosca, diventando così un personaggio emergente nel panorama criminale reggino. Una delle sue principali fonti di ricchezza è l'infiltrazione nell'economia locale attraverso il controllo e lo sfruttamento della attività del porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria). Bellocco, 33 anni di Rosarno, da Reggio Calabria si era trasferito a Roma nel corso della sua latitanza che durava da circa un anno. Dalla Capitale poteva gestire altre attività illecite della sua cosca - dal traffico di stupefacenti e di armi alle estorsioni e all'usura - evitando i contrasti con il clan rivale di Rosarno: quello dei Pesce.
Secondo le analisi degli esperti tra questi due gruppi fino a poco tempo fa c'era una forte alleanza che si è andata incrinando negli ultimi tempi.
Domenico Bellocco, figlio di Giuseppe condannato all'ergastolo in regime di 41bis, è stato arrestato dagli uomini della Squadra mobile reggina in collaborazione con i poliziotti romani, nel corso di un'operazione mirata. L'uomo era già stato condannato a 6 anni di reclusione per associazione mafiosa.
Fonte:sito Polizia di Stato

Price89
05-02-10, 18: 35
Droga: 5 arresti e 160 chili di hashish sequestrati

Un grande giro di droga è stato fermato questa mattina dalla Squadra mobile di Padova che ha scoperto un'organizzazione marocchina che trafficava sostanze stupefacenti. Cinque persone sono state arrestate e 160 chili di hashish sequestrati. Dopo un'indagine che andava avanti da qualche mese, la polizia euganea ha bloccato un corriere sull'autostrada "Serenissima A4", preceduto da un complice che gli faceva da staffetta.
All'alt della Polizia i due marocchini hanno tentato di fuggire ma sono stati bloccati dopo un inseguimento. Uno dei due immigrati, considerato tra i principali spacciatori di hashish nel padovano, è stato trovato in possesso di oltre 30 chili di droga. Altri 130 chili di stupefacente sono stati trovati invece dagli agenti di Padova, insieme ai loro colleghi di Brescia, in un appartamento della provincia lombarda. Lì sono stati arrestati altri tre marocchini.
La droga sequestrata era destinata allo spaccio in Veneto e Lombardia.
Fonte: Sito Polizia di Stato

FRANCODUE
08-02-10, 19: 20
Braccato dalla polizia, capo clan barese si costituisce

Davide Francesco Rizzo, detto "u sicilianu", capo del clan barese Rizzo-Capriati e latitante dal luglio 2007, si è costituito ieri nel carcere di Bari.

Sull'uomo, che fa parte dei 100 latitanti più pericolosi, pende una condanna di primo grado a 16 anni per associazione mafiosa, traffico di droga e detenzione di armi; è inoltre destinatario di due ordini di custodia cautelare in carcere.

La scelta di consegnarsi alle forze dell'ordine è scaturita dopo che il presunto boss si è accorto di essere braccato, oggetto in maniera pressante di indagini e ricerche da parte della polizia e di non avere ormai via di scampo essendo completamente isolato.

Secondo gli investigatori della Squadra mobile di Bari il latitante controllava le attività illecite nel rione barese San Girolamo e si contrapponeva al clan Strisciuglio; è ritenuto inoltre uno degli autori della "strage di San Girolamo" avvenuta nel febbraio 2004, nella quale furono uccisi due membri del clan rivale.

Da sito della Polizia di Stato.

FRANCODUE
11-02-10, 11: 15
Azzerato vertice di una cosca mafiosa

Gli uomini della Squadra mobile di Enna hanno inferto un duro colpo ad una delle famiglie più importanti di Cosa Nostra. All'alba di oggi gli agenti hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere tra Enna, Caltanissetta, Agrigento, Cuneo, Milano e la provincia di Avellino.

I provvedimenti nei confronti del vertice della cosca mafiosa di Enna erano stati emessi dal Gup del tribunale di Caltanissetta, su richiesta dalla Direzione distrettuale antimafia. I destinatari dei provvedimenti, 6 dei quali già in carcere, hanno ricevuto condanne tra 2 e 17 anni di reclusione per estorsioni, danneggiamenti e detenzione di armi. Il settimo è stato arrestato in un appartamento di Enna.

Dal sito della P.d.S.

FRANCODUE
11-02-10, 19: 05
REGGIO CALABRIA - La polizia ha arrestato due affiliati alla cosca Nirta-Strangio della 'ndrangheta accusati di essere gli esecutori materiali della strage di Duisburg, nel giorno di Ferragosto del 2007, in cui furono uccise sei persone. Le due persone accusate della strage di Duisburg, arrestate dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dal Servizio centrale operativo, avrebbero agito in complicità con Giovanni Strangio, già finito in manette con la stessa accusa il 12 marzo dello scorso anno.

ALTRI OTTO ARRESTI - Oltre ai due presunti esecutori materiali della strage, la polizia ha arrestato altre otto persone, colpite da ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta dalla Dda di Reggio Calabria ed accusate anche loro di essere affiliate alla cosca Nirta-Strangio. L'operazione che ha portato ai dieci arresti è stata denominata «Fehida 3».

FRANCODUE
19-02-10, 18: 54
Appostati sui tetti, travestiti da venditori ambulanti e da negozianti i poliziotti della Squadra mobile di Roma, sono riusciti ad arrestare una banda di ladri di gioielli. Gli agenti hanno colto in flagranza di reato sette persone mentre stavano svaligiando una gioielleria in largo Michele Unia 3, a Roma.
La Polizia di Stato da mesi seguiva tutti gli spostamenti della banda, che nel pomeriggio di ieri è entrata in azione, ma è stata prontamente fermata.

dal sito della Pds

FRANCODUE
22-02-10, 09: 42
È stato arrestato mentre prendeva il sole su una spiaggia di Santo Domingo (Repubblica Dominicana): il latitante Saverio Loconsolo, 31 anni, ricercato per associazione mafiosa, estorsione e usura e inserito nell'elenco dei cento latitanti più pericolosi.

Saverio Loconsolo, capo del clan Cassotta di Melfi (Potenza), aveva forti collegamenti con cosche della 'Ndrangheta calabrese presenti nel territorio di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria). L'uomo ha portato il clan Cassotta in una posizione predominante nella zona di Melfi esercitando attività di estorsioni ed usura.

Il latitante è stato localizzato, dopo osservazioni e pedinamenti, dagli uomini del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia, assieme all'Interpol e agli agenti della Squadra mobile di Potenza. Da giorni gli investigatori erano sulle sue tracce monitorando, nella Repubblica Dominicana, la sua rete di relazioni.

Ieri pomeriggio, dopo un servizio di osservazione il capo clan è stato individuato su una spiaggia, insieme alla moglie e i due figli. L'uomo ha cercato di scappare, ma è stato fermato e interrogato dalla polizia di Santo Domingo e ora ritornerà in Italia per essere trasferito al carcere romano di Rebibbia.

Gli investigatori hanno accertato che Loconsolo si era prima nascosto in Venezuela, da alcuni parenti di sua moglie, e poi a Santo Domingo, dove da anni vive la madre, e lavorava come manovale. Da settembre era stato raggiunto dalla moglie e dai figli.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni si è congratulato con il capo della Polizia, Antonio Manganelli, per il duro colpo inferto ai clan mafiosi.

Da sito della P.d.S.

Nb, ora il sole lo vedrà si, ma a scacchi !.

FRANCODUE
25-02-10, 12: 37
BRINDISI - Gli agenti della squadra mobile di Brindisi e del commissariato di polizia di Mesagne hanno arrestato un pregiudicato che fu uno dei capi dell'organizzazione mafiosa Sacra Corona Unita. Si tratta di Massimo Pasimeni, chiamato 'Piccolo dente', che è stato arrestato per estorsione aggravata, per aver taglieggiato commercianti, e per associazione per delinquere di stampo mafioso. Sono finiti in carcere anche sua moglie, Gioconda Giannuzzo, e altre due persone, tutte accusate di aver utilizzato denaro e beni di provenienza illecita. 'Piccolo dente' era stato scarcerato nel 2006 per effetto dell'indulto ma era tornato in carcere nel febbraio del 2008 per effetto di una sentenza della Corte di appello di Brindisi con la quale Pasimeni era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giovanni Goffredo e di Benito Nisi. Nel luglio del 2008, però, fu scarcerato nuovamente per scadenza dei termini di custodia cautelare.
Pasimeni è stato arrestato in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Lecce Andrea Lisi su richiesta del pubblico ministero della Distrettuale antimafia salentina Giorgio Lino Bruno. Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori della squadra mobile brindisina - diretti dal vicequestore Francesco Barnaba - Pasimeni avrebbe taglieggiato un negoziante e costretto un concessionario di auto a cedere veicoli usati in cambio di pagamenti saltuari e assai dilazionati nel tempo. Le autovetture, secondo le indagini, venivano poi vendute in un autosalone intestato ad altri ma, di fatto, di proprietà - secondo la polizia - di Pasimeni. Il giudice delle indagini preliminari ha posto sotto sequestro anche tutti i beni riferibili al pregiudicato.

Fonte Ansa.

FRANCODUE
27-02-10, 10: 50
Numerosi gli anziani raggirati tra la Lombardia e il Veneto da un'organizzazione criminale. La Polizia di Rovigo ha arrestato questa mattina quattro persone, tutte di Messina, che riuscivano a convincere le persone a farsi consegnare i soldi dietro la promessa di sostanziosi guadagni.

L'indagine è iniziata dopo il raggiro ad una donna di Rovigo che lo scorso 9 ottobre è stata indotta con un'abile messinscena, a prelevare in banca la somma di 6 mila euro. Il gruppo di malviventi, tutti con precedenti penali per truffa, aveva messo in atto il raggiro conosciuto come "lascito ereditario".

L'anziana era stata avvicinata da un uomo vestito elegantemente che le chiedeva informazioni per rintracciare l'ufficio di un medico, al quale aveva intenzione di donare la somma di 200 mila euro, essendo stato ex compagno d'armi del padre defunto. In quel momento interveniva un complice che si rendeva disponibile a rintracciare il medico.

Iniziava così la truffa dei due uomini: in un'ora, riuscivano a convincere la vittima a prelevare i soldi in banca e a farsi consegnare la somma che avrebbe dovuto essere versata a garanzia da un notaio di Rovigo. Poco dopo l'anziana veniva convinta a recarsi in tabaccheria per acquistare alcune marche da bollo. Neanche il tempo di entrare in negozio che i due malfattori si erano già dati alla fuga.

Gli agenti della Squadra mobile di Rovigo, visionando le immagini del sistema di sicurezza della banca, riuscivano ad identificare uno dei truffatori e a rintracciare tutti i componenti della banda criminale.


L'analisi del traffico telefonico ha poi permesso di ricostruire gli spostamenti dei malviventi ed accertare che avevano messo a segno numerose truffe in varie città della Lombardia e del Veneto tutte con lo stesso sistema.

Dal sito della PdS

Resto stupito che questi siano ancora attivi.
Ho avuto a che fare con loro ben venti anni fa.

FRANCODUE
02-03-10, 09: 32
MESSINA - La Squadra mobile ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare in carcere con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, su disposizione del Gip di Messina e su richiesta della Dda.

Tra gli arrestati figura anche Giuseppe Pollino, consigliere comunale di Saponara, un paese del Messinese.

La polizia ha avviato le indagini dopo il ferimento, il 21 agosto del 2008, di Giuseppe Coppolino. Gli agenti hanno scoperto che l'agguato, avvenuto sul viale Giostra a Messina, era collegato alla gestione dello spaccio in città e hanno individuato due clan che si spartivano il mercato.

Gli arrestati, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga, sono: Antonino Sanò 53 anni; Antonio Papale, 28; Giuseppe Pollino, 33; Gianluca De Marco, 25; Luciano Lotta, 42; Carmelo Caruso, 35; Fabrizio Bombaci, 27; Giuseppe Coppolino, 27; Gianluca Siavash, 20.

Durante le indagini sono stati anche sequestrati 532 grammi di eroina, 103 di cocaina e 104 di marijuana. Inoltre stamani gli agenti hanno trovato nell'abitazione di Carmelo Caruso, 40 grammi di marijuana.

IL RUOLO NEVRALGICO DI POLLINO. Il consigliere comunale di Saponara, Giuseppe Pollino, aveva un ruolo importante all'interno di una delle due organizzazioni criminali dedite allo spaccio di stupefacenti. Secondo gli agenti, l'uomo teneva i contatti conesponenti del clan di Africo, dove avveniva parte del rifornimento della droga. Altri esponenti di un'altra organizzazione criminale del viale Giostra si rifornivano di sostanze stupefacenti, invece, dal clan di Mangialupi.

L'operazione è stata definita 'Malu tempù, perché è l'espressione utilizzata da uno degli indagati, una guardia giurata di Messina, per segnalare agli arrestati che le forze dell'ordine li spiavano con delle microspie.

Il giorno dopo la guardia giurata come atto di sfida ha anche portato alla polizia le microspie, dicendo che si era accorto di essere spiato. Tra gli episodi di spaccio la polizia segnala una circostanza particolare: un infermiere, mentre era in servizio all'ospedale Papardo, usciva dal reparto per rifornirsi di droga per uso personale e poi tornava al lavoro.

Fonte La Sicilia.it

FRANCODUE
04-03-10, 08: 54
(ANSA) - NAPOLI, 3 MAR - Carmine Cerrato, 34 anni, personaggio di spicco del clan Amato-Pagano, tra i cento latitanti piu' pericolosi d'Italia, e'stato arrestato. E'avvenuto la scorsa notte a Quarto, nel Napoletano. Era ricercato dal maggio dello scorso anno. L'arresto e' avvenuto nel corso di un'operazione della squadra mobile durante la quale e' riuscito a sfuggire alla cattura il capo del clan, Cesare Pagano. Nel corso di una perquisizione sono stati trovati anche 50 mila euro in contanti e vari generi di lusso.

NickUSMC
04-03-10, 15: 17
Truffe agli anziani: in manette 15 finte poliziotte

autovettura della polizia durante un'operazioneSi spacciavano per rappresentanti delle forze dell'ordine e, con la scusa di dover eseguire delle indagini su denaro e gioielli, si conquistavano la fiducia delle vittime sottraendo loro gioielli, oro e denaro.

Stamattina la Squadra mobile di Milano ha arrestato 15 donne, tutte di etnia sinti da anni in Italia accampate in campi nomadi alla periferia di Milano.

Le donne truffavano anziane di età non inferiore a 70 anni e, secondo gli investigatori, negli ultimi 2 anni hanno rubato e rapinato donne per un valore di 1 milione e mezzo di euro.

Fingendo di essere finte poliziotte si avvicinavano alle vittime in strada a bordo di autovetture con lampeggiante: dopo aver ottenuto la loro fiducia si facevano aprire la loro abitazione con la scusa di dover verificare del denaro contante e, una volta entrate, si facevano consegnare tutti gli oggetti di valore. Alcune delle vittime sono state anche minacciate con oggetti appuntiti.

04-03-2010

---------------------Aggiornamento----------------------------

Agente incastra bandito grazie a Facebook

Aveva svaligiato una gioielleria di Parma con quattro complici per un bottino di un milione di euro.

Tre membri della banda erano stati arrestati, nelle ore successive al colpo, dagli uomini della questura di Parma nei pressi del casello autostradale di Modena. Ma di Vincenzo Sorio, 25 anni, individuato dagli investigatori come il quinto uomo, non c'erano tracce.

Dalle indagini svolte dalla Squadra mobile di Parma era emerso che Sorio era iscritto al social network Facebook. A quel punto, è scattata la trappola: uno degli agenti ha creato un profilo su Facebook spacciandosi per un'avvenente ragazza ed è riuscito a contattarlo.

Per gli agenti è stato facile individuare il luogo della latitanza del malvivente e arrestarlo. Il quarto complice, Ciro Oliva, 32 anni, anch'egli latitante, si era già consegnato spontaneamente alla Polizia.

04-03-2010

Ricordati di citare la fonte della notizia.
Grazie.

FRANCODUE
10-03-10, 11: 42
CATANIA - Sebastiano Lo Giudice, il capo dei "Caratteddi", l'ala militare della cosca Cappello, è indagato "per una decina di omicidi", alcuni per "averli commessi personalmente, altri come mandanti". Lo ha reso noto il procuratore capo, Vincenzo D'Agata, commentando l'arresto del boss latitante effettuato dalla polizia.

Lo Giudice è stato trovato all'interno di una stalla dello storico rione San Cristoforo mentre impartiva ordini ai suoi su come gestire il mercato della droga che al gruppo, che ne gestisce la distribuzione in tre piazze di Catania, secondo stime della Squadra mobile, permette di fatturare tra i 30 i 40mila euro al giorno.

Nel covo, la polizia ha sequestrato 15 chilogrammi di marijuana, una pistola calibro 9x21, una moto Tenerè della Yamaha risultata rubata, uno scanner e due radio ricetrasmittenti. Nella stalla gli agenti hanno trovato cinque fiancheggiatori del boss che sono stati arrestati per favoreggiamento personale aggravato: Domenico Privitera, 38 anni; Giovanni Spinale, 45 anni; Natale Cavallaro, 28 anni; Giuseppe Platania, 28 anni ed Alfio Sanfilippo, di 44 anni.

Alla cattura del boss, che per la Procura "è il reggente indiscusso del gruppo militare più forte presente a Catania", si è giunti seguendo uno dei cinque arrestati, che era seguito dalla polizia. Al momento della cattura Lo Giudice, hanno riferito gli investigatori, si è congratulato con gli agenti che lo ammanettavano per la loro professionalità.

Da La Sicilia.it

---------------------Aggiornamento----------------------------

Cinque rapinatori sono stati arrestati a Salerno dopo un inseguimento per le strade della città: avevano fatto irruzione in una gioielleria del "lungomare Trieste" e, armi in pugno, avevano costretto il personale a farsi consegnare i preziosi.

Le fasi dell'azione sono state riprese dalla telecamera interna: due rapinatori, dopo essere entrati in gioielleria, hanno minacciato con una pistola le commesse per rinchiuderle nel retro bottega. Sono entrati poi gli altri tre complici, con borsoni, per fare razzia di tutti gli oggetti preziosi custoditi nelle teche.

L'allarme alla polizia è stato dato dal proprietario della gioielleria che, arrivando mentre i malviventi erano ancora dentro il negozio, azionava il sistema di blocco delle porte. A questo punto si scatenava la reazione dei malviventi. Quello armato ha esploso 5 colpi in direzione del titolare della gioielleria, non riuscendo però a colpirlo per la presenza del vetro corazzato della porta d'ingresso.

Altri 4 colpi di pistola sono stati esplosi contro una vetrata laterale che è andata in frantumi: i malviventi sono così riusciti a uscire dal negozio, colpendo anche con un pugno al viso il proprietario del negozio che tentava di fermarli.

La loro fuga a bordo di due auto non è durata molto. L'intervento degli agenti della questura ha consentito dopo l'inseguimento, di bloccarli lungo il "viadotto Gatto" prima che riuscissero a raggiungere lo svincolo autostradale.

Anche durante la cattura, così come avevano fatto nei confronti delle commesse e del gioielliere, i rapinatori hanno reagito con violenza contro i poliziotti, nel tentativo di evitare l'arresto. Gli agenti sono riusciti a recuperare l'intera refurtiva, perlopiù gioielli ed orologi, e a sequestrare la pistola.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
10-03-10, 18: 22
MILANO - Un'operazione antimafia condotta dagli uomini del Servizio operativo centrale (Sco) della Polizia, della squadra mobile di Palermo e dell'Fbi è in corso in Italia e negli Stati Uniti. Diversi gli arresti effettuati sia in Sicilia sia negli Usa. Associazione mafiosa, riciclaggio, estorsioni, tentato omicidio, traffico di droga e altro: sono questi i reati contestati.

L'INCHIESTA - Le indagini, che concludono una serie di inchieste che hanno duramente colpito «Cosa nostra» (arresto di Bernardo Provenzano, di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, di Domenico Raccuglia, di Giovanni Nicchi, nonchè l'operazione «Gotha»), hanno consentito di destrutturare una famiglia mafiosa di Palermo, colpendone anche le rispettive proiezioni internazionali neli Usa. Sono impegnati nell'operazione decine di investigatori. Con l'operazione odierna, è stata duramente colpita la famiglia di «Santa Maria di Gesù», proiettata a sviluppare interessi oltreoceano, e segnatamente a New York e Miami, ove sono stati effettuati 6 importanti arresti per gravi reati, attraverso personaggi ad essa collegati.
Da sito del Corsera.

FRANCODUE
15-03-10, 11: 54
Cosa Nostra: si stringe il cerchio intorno a Messina Denaro

operazione di poliziaSono 19 gli arrestati questa mattina dallo Sco e dalle Squadre mobili di Palermo e di Trapani nell'operazione "Golem 2".
Le persone fermate dalla Polizia sono ritenute essere tutte molto vicine al ricercato Matteo Messina Denaro e sono accusate di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamenti e trasferimento fraudolento di società e valori.

Tra gli arrestati - che fanno tutti parte della struttura operativa di Cosa Nostra trapanese - oltre al fratello e a due cugini del pericolo pubblico numero uno: Messina Denaro, ci sono reggenti di cosche, parenti e prestanome che hanno consentito al potente capomafia di far crescere i suoi "affari".

Già lo scorso giugno erano state arrestate, nell'operazione "Golem",13 persone che svolgevano un appoggio fondamentale nella latitanza del supercercato.

"L'appoggio in termini economici conta moltissimo perchè significa capacità di dare lavoro, di condizionare consigli comunali e operazioni finanziarie". Così il il questore di Trapani Giuseppe Gualtieri ha commentando gli arresti aggiungendo che: "L'operazione ha indebolito il tessuto di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro e dato un colpo significativo al fenomeno mafioso della provincia".

Gli investigatori hanno trovato pieno riscontro nei "pizzini" attribuiti al boss mafioso Matteo Messina Denaro, sequestrati negli ultimi anni, consentendo così di ricostruire lo scambio di messaggi ed il costante collegamento del latitante con gli altri elementi di vertice di Cosa Nostra, tra cui Bernardo Provenzano e i Lo Piccolo.

In corso anche 40 perquisizioni, in diverse regioni italiane, nei confronti di persone collegate al clan, che operavano sul territorio nazionale. Complessivamente sono impiegati oltre 200 uomini della Polizia di Stato, con l'aiuto di elicotteri e unità cinofile.

"Si sta stringendo il cerchio al latitante numero uno, Matteo Messina Denaro. l'operazione dello Sco della Polizia di Trapani è un passo decisivo perchè si è fatta terra bruciata attorno al boss dei boss: sono ottimista che al più presto sapremo catturare anche lui"; questo il commento del ministro dell'Interno, Roberto Maroni parlando dell'operazione di questa mattina e ha aggiunto inoltre che "è stata smantellata la rete postale del latitante più pericoloso".

Dal sito della PdS

FRANCODUE
17-03-10, 08: 58
SEI ARRESTI A CATANIA,PER PS BLOCCATO GRUPPO DI FUOCO - Sei presunti esponenti del clan dei Carateddi di Catania sono stati arrestati in flagranza di reato di detenzione illegale di arma da fuoco dalla squadra mobile della Questura. Secondo gli investigatori, cinque di loro facevano parte di un gruppo di fuoco che stava per entrare in azione, presumibilmente per uccidere l'esponente di un clan rivale. Il sesto è la persona proprietaria della casa dove hanno tentato di nascondersi per sfuggire alla polizia. Erano in possesso di pistole mentre viaggiavano su degli scooter in via Della Concordia. Tra gli arrestati ci sono uno dei presunti fiancheggiatori del boss Iano Lo Giudice, che fu fermato con il capomafia latitante l'8 marzo scorso in una stalla e scarcerato due giorni fa, e un altro indagato che negli anni scorsi era stato ammesso agli arresti domiciliari per gravi motivi di salute. Le indagini della squadra mobile sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania.

Fonte Ansa.

FRANCODUE
24-03-10, 10: 52
Quattro arresti per armi e droga

Quattro persone sono state arrestate questa mattina dagli uomini del commissariato di Maddaloni (Caserta) per detenzione di sostanze stupefacenti, armi e munizioni. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati un chilo di cocaina, una bomba a mano, due pistole e oltre 150 cartucce. Gli investigatori ritengono che gli arrestati siano in qualche modo legati ad un clan camorristico della zona di Acerra (Napoli).


Dal sito della PdS

Agentes
06-04-10, 13: 56
Importante sequestro di droga, da parte della Polizia di Padova, grazie anche alla collaborazione della Polizia Stradale di Imperia e dei colleghi di Frontiera di Ventimiglia.

In totale sono stati 100 i kg di hashish sequestrati dagli agenti patavini in un blitz antidroga nel quale sono stati arrestati un marocchino, titolare di una ditta di trasporto e un suo dipendente italiano. L'operazione è andata avanti per diversi mesi e la droga è stata trovata in un vano creato nella fiancata destra del mezzo.

Fonte:Sanremonews.it

FRANCODUE
07-04-10, 18: 18
Brindisi: traffico di esseri umani, 30 arresti

controllo di polizia sugli immigratiErano circa 50 a settimana gli stranieri che riuscivano a introdursi clandestinamente in Italia - partendo dalla Turchia e passando per la Grecia - attraverso i porti di Brindisi, Bari, Ancona e Venezia nascosti a bordo di camion caricati su navi in servizio di linea Grecia-Italia o, in alcuni casi, a bordo di vecchi gommoni. Dopo venivano portati in varie regioni d'Italia nonché in alcuni Paesi dell'Unione Europea.

Stamattina la Squadra mobile di Brindisi, in collaborazione con il Servizio centrale operativo e la Direzione centrale anticrimine, ha arrestato 30 persone responsabili di traffico di esseri umani e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Gli arresti sono stati compiuti a Brindisi, Roma, Bolzano, Treviso, Venezia, Padova e Foggia. Tra gli indagati tutti curdi e iracheni tranne un'unica donna italiana.

L'operazione denominata "human carriers", iniziata più di un anno fa, ha permesso di scoprire un traffico di persone provenienti per lo più dalla Turchia e dall'Iraq che fruttava agli organizzatori dai 3 mila ai 6 mila euro a immigrato.

La base operativa dell'organizzazione criminale era a Roma dove è stata arrestata una donna, l'unica italiana coinvolta. Dalla capitale venivano gestiti i flussi clandestini: all'immigrato, dietro il pagamento di enormi cifre, veniva dato il supporto per organizzare il trasferimento verso Francia, Germania, Inghilterra e altri Paesi europei. Il viaggio veniva di volta in volta organizzato in base al rischio di essere intercettati dalle varie Polizie europee o alla disponibilità economica delle persone interessate.

Dal sito ufficiale della PdS

FRANCODUE
19-04-10, 12: 04
Rapinatori arrestati

Specializzati nell'assalto alle autovetture, tre rapinatori, sono stati arrestati questa mattina dalla Squadra mobile di Napoli. I tre pregiudicati sono accusati di furto, rapina e estorsione. Spesso i tre malviventi, per poter sopraffare le loro vittime, adottavano la tecnica del lancio del sasso dal cavalcavia sulle autovetture in transito.

alpacinn
19-04-10, 13: 10
che maledetti

FRANCODUE
24-04-10, 18: 53
A distanza di un anno dall'operazione di Polizia denominata «Gheppio» e a conclusione di indagini dirette e coordinate dalla Dda di Caltanissetta, i poliziotti della sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile nissena e del commissariato di Gela hanno arrestato Maurizio Saverio La Rosa, 41 anni, già detenuto presso la casa circondariale di Agrigento. Il provvedimenti di custodia cautelare in carcere è stato emesso dal gip di Caltanissetta, Marcello Testaquadra. La Rosa è ritenuto responsabile di aver messo in atto, nell'agosto del 2008, un pesante tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore gelese del settore edile, costringendolo con minacce a consegnargli una rilevante somma di denaro e ad affidare in subappalto lavori edili alle ditte vicine a Cosa nostra. L'imprenditore ha ammesso di essere stato avvicinato dall'uomo, collaborando con l'autorità giudiziaria. Ad incastrare La Rosa ci sono anche le dichiarazioni degli ultimi collaboratori di giustizia, in particolare quelle rese da Carmelo Barbieri e da Crocifisso Smorta, che, spiegano gli investigatori, «hanno delineato la figura criminale di La Rosa, incaricato nel 2008 di raccogliere il pizzo a Gela presso gli operatori economici della città». Un'attività che gli aveva permesso di essere 'nominatò reggente della famiglia gelese di Cosa nostra, anche in virtù del fatto che altri soggetti erano stati tratti in arresto.

Da:http://www.leggo.it/articolo.php?id=58144

FRANCODUE
25-04-10, 12: 14
MILANO - Un boss delle malavita giovane e bello, l'affascinate figlia di un produttore cinematografico, un sequestro, un flirt. Sembra il canovaccio di un film, ma non è così. Questi sono i personaggi di una storia vera che, entrata nella cronaca alla fine degli anni '70 con grande scalpore, ha segnato oggi un ultimo capitolo, con l'arresto di Daniel Nieto dopo 22 anni di latitanza. Lui, francese di origine corsa, oggi ha 63 anni. A tradirlo è stato un tatuaggio sul collo, un geco verde e nero. Il geco, come i cinque puntini tatuati sul dorso della mano tra pollice e indice, è stato in un certo periodo una delle figure che i carcerati si facevano tatuare sul corpo. Un agente della Polfer, sul treno Milano-Ventmiglia, si è insospettito vedendolo su quel signore anziano, che oggi risulta residente a Cadolive, in Francia, padre di due figlie e nonno di cinque nipoti. Così ha chiesto un controllo che ha portato all'identificazione: trent'anni fa Daniel Nieto era il boss del clan dei Marsigliesi, banda che operava tra Francia e Italia con rapine, sequestri e traffico di droga, forse con legami con gruppi eversivi di estrema destra, e che anche più di altre organizzazioni criminali, è rimasta avvolta da una certa aura di mistero, alimentata anche da un noto film interpretato da Jean-Paul Belmondo e Claudia Cardinale.

La madre della ragazza sequestrata, l'attrice Anna Maria Pancani (Ansa)
La madre della ragazza sequestrata, l'attrice Anna Maria Pancani (Ansa)
IL RAPIMENTO - Nieto era arrivato a Roma dopo essere evaso da un carcere francese nel 1976. Fu proprio lui a organizzare, il 12 febbraio 1978, il rapimento di Giovanna Amati, allora diciottenne, figlia di Giovanni Amati, che era proprietario di una grossa catena di cinema romani. La ragazza fu prelevata con forza dalla macchina di due amici con i quali aveva trascorso la serata, tra i quali l'attore e aristocratico romano Urbano Barberini. Secondo le accuse Daniel, allora 31enne, la portò nel covo della banda e la violentò; eppure tra i due nacque qualcosa. Una storia d'amore, si disse. La vicenda della Amati, che all'epoca fece molto rumore, viene annoverata, infatti, tra i classici esempi di sindrome di Stoccolma, quando cioè il prigioniero si invaghisce del suo carceriere. Come Patricia Hearst, Clara Rojas, Natascha Kampusch. Il rapimento, durato alcuni mesi, mise a dura prova i genitori di Giovanna, già divisi - la madre era l'affascinante attrice Anna Maria Pancani, più giovane del padre di oltre 30 anni -, ognuno dei quali rivendicava contatti privatissimi e personali con i rapitori.

Il padre, Giovanni Amati (Ansa)
Il padre, Giovanni Amati (Ansa)
IL MAZZO DI ROSE - Dopo il pagamento di un riscatto di oltre 800 milioni di vecchie lire, Giovanna tornò a casa. Daniel però le aveva promesso che si sarebbe fatto vivo presto, e così fece: le comprò un mazzo di rose e organizzò un appuntamento in via Veneto. Ma ad attenderlo c'era la polizia, mentre la ragazza, in lacrime, urlava di lasciarlo, che non aveva fatto nulla di male. Nieto scontò poco meno di dieci anni della pena che gli era stata inflitta dal tribunale di Roma. Condannato nel 1980 a 18 anni e rinchiuso nel carcere di Volterra, nell'89 evase durante un permesso premio. Fu riacciuffato poco dopo a Parigi mentre con un complice cercava di negoziare la vendita di gioielli rubati; era anche ritenuto responsabile di una rapina in Belgio in cui fu sequestrato un poliziotto. Ma riuscì a fuggire di nuovo. Giovanna Amati negli anni Ottanta divenne celebre come pilota automobilistica, vincendo diverse gare in Formula Abarth, per poi passare alla Formula 3 e raggiungere la massima serie, ossia la Formula 1 Brabham.

L'ARRESTO - Daniel Nieto ha vissuto da latitante fino a qualche giorno fa. Poi il caso ha voluto che, mentre gli agenti della Polfer chiedevano i documenti sul treno Milano-Ventimiglia, gli sia caduto di mano il biglietto. Nel piegarsi per raccoglierlo è spuntato dal colletto della camicia quel tatuaggio. Racconta il poliziotto: «Se l’avessi visto su un ragazzo non mi sarei insospettito, ma su un uomo di quell'età il geco poteva significare qualcosa». Dopo diverse ore dal fermo la posizione di Nieto è stata chiarita. L’evasione era stata condonata ma l’uomo, che ai poliziotti ha mostrato documenti identificativi autentici, deve scontare ancora dieci anni oltre agli otto già passati in carcere fino al 1989. Così in base ad un ordine di esecuzione della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma, Nieto è finito nel carcere di Marassi. Di Nieto si dice che sia stato un bandito-gentiluomo, perché i sequestri che organizzò furono contrassegnati da modi singolarmente gentili e signorili verso le vittime. E gentile lo è stato anche oggi: «Ci avete messo vent’anni per trovarmi. Eccomi, sono qua, tranquilli. Ormai sono diventato vecchio. Un tempo sarebbe stato diverso» ha detto, allungando i polsi verso gli agenti.

Dal sito del Corriere della sera.

Commento.
Complimenti ai colleghi della Polfer, questo dimostra che se il lavoro viene fatto con passione e non per solo servizio, i risultati anche clamorosi vengono fuori !

Eli113
27-04-10, 11: 10
Grande operazione della Squadra Mobile di Reggio Calabria che ha arrestato il numero uno della 'ndrangheta: ricercato dal 1993, Giovanni Tegano e' uno dei 30 latitanti piu' pericolosi nella lista del Ministero dell'Interno. Deve scontare una condanna all'ergastolo per omicidio e rispondere anche dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di armi ed altro.

Noi siamo la Polizia di Stato, orgogliosi della nostra divisa e della nostra storia, nonostante tutto e nonostante certa politica politicante che ci umilia e ci offende quotidianamente...

FRANCODUE
27-04-10, 19: 11
Si.
E' stata davvero una grande operazione.
Invito il signor Ministro a passare dalla Questura per firmare il verbale di arresto, visto che li piglia tutti lui.
Parimenti lo invito a firmare il nostro contratto di lavoro scaduto da oltre tre anni.
Detto questo.
Ho visto gli applausi dei parenti all'arrestato.
Quando vedrò gli applausi dei cittadini per l'arresto, come ormai avviene perfino a Palermo, allora vorrà dire che ci siamo quasi.

tanuz
27-04-10, 19: 42
Come tutti i latitanti di peso stava a casa sua in compagnia di alcuni "amici" i quali, vista la sua veneranda età, 70 anni, erano andati a trovarlo.
Tra qualche mese, spero di no, vedremo una bella sfilza di certificati medici che indacano questa e quella patologia ed il vecchietto se ne tornerà tranquillamente tra le mura domestiche.........al peggio non vi è mai fine..........
E così si vanifica il lavoro di tanta gente che ci mette l'anima per ragiungere certi risultati per avere quale "premio" un "ambito" compiacimento eo una lode.........:police::police::police:

Eli113
27-04-10, 20: 32
Non credo si vanifichi il nostro lavoro, semmai quello dei magistrati, noi i delinquenti li dobbiamo prendere e basta, chi deve metterli in gatta buia sono loro..! Continiuamo cosi' e un GRAZIE di cuore ai colleghi che hanno sacrificato la loro vita, famiglia e tempo libero per questo bellissimo Mestiere.

---------------------Aggiornamento----------------------------

La stagione sciistica è ormai terminata; quasi tutte le località hanno chiuso gli impianti e la prevenzione contro comportamenti scorretti, o il soccorso in caso d'incidenti, è stata assicurata, come ogni anno, dalla Polizia di Stato. Nel corso della stagione invernale 241 specialisti della polizia hanno garantito, in 60 località, la sicurezza per gli appassionati della montagna con più di 14 mila interventi di soccorso.

FRANCODUE
27-04-10, 21: 15
Come tutti i latitanti di peso stava a casa sua in compagnia di alcuni "amici" i quali, vista la sua veneranda età, 70 anni, erano andati a trovarlo.
Tra qualche mese, spero di no, vedremo una bella sfilza di certificati medici che indacano questa e quella patologia ed il vecchietto se ne tornerà tranquillamente tra le mura domestiche.........al peggio non vi è mai fine..........
E così si vanifica il lavoro di tanta gente che ci mette l'anima per ragiungere certi risultati per avere quale "premio" un "ambito" compiacimento eo una lode.........:police::police::police:

Collega, tu sai bene che loro non si allontanano mai dal loro territorio.


Non credo si vanifichi il nostro lavoro, semmai quello dei magistrati, noi i delinquenti li dobbiamo prendere e basta, chi deve metterli in gatta buia sono loro..! Continiuamo cosi' e un GRAZIE di cuore ai colleghi che hanno sacrificato la loro vita, famiglia e tempo libero per questo bellissimo Mestiere.

Eli, continua a fare quello che fai e cerca di esserne sempre più orgoglioso di questo.


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La stagione sciistica è ormai terminata; quasi tutte le località hanno chiuso gli impianti e la prevenzione contro comportamenti scorretti, o il soccorso in caso d'incidenti, è stata assicurata, come ogni anno, dalla Polizia di Stato. Nel corso della stagione invernale 241 specialisti della polizia hanno garantito, in 60 località, la sicurezza per gli appassionati della montagna con più di 14 mila interventi di soccorso.

FRANCODUE
06-05-10, 18: 54
Voleva imbarcarsi, con dei documenti falsi, all'aereoporto di Catania per raggiungere una città del nord ma è stato arrestato. Maurizio Motta, 41 anni, boss mafioso latitante è stato catturato dalla Squadra mobile di Catania.

Elemento di spicco della cosca dei Mazzei "Carcagnusi", era ricercato dallo scorso gennaio, quando riuscì a fuggire all'operazione "Mala Tempora" in cui furono arrestate 20 persone. Secondo gli investigatori, Maurizio Motta, è stato anche il "reggente" del clan Mazzei dopo l'omicidio del fratello Giovanbattista, assassinato a Catania nel giugno del 2007.

Dal sito della PdS

Brownie
07-05-10, 02: 24
PADOVA (6 maggio) - La polizia arresta tre spacciatori tunisini e i cittadini approvano l'operato applaudendo anche dai balconi delle case. Al Portello di Padova, una delle zone più calde della città, la squadra mobile ha bloccato due tunisini, Jamil Matlouti, 18 anni, e Kamel Tabouti 24, che avevano appena ceduto delle dosi di eroina ad alcuni italiani.

L'intervento è stato seguito dai residenti che hanno accompagnato gli arresti con un lungo applauso, fatto anche dalle persone che stavano in casa e che, sentendo il fragore, si sono affacciate dai balconi. Il passo successivo della mobile è stato l'arresto del fornitore dei due tunisini, un connazionale di questi, Faical Hablani 34, che viveva nella casa di un italiano di 70 anni, tossicodipendente.

Nell'operazione sono stati sequestrati circa 400 grammi di eroina in sasso.

Il Gazzettino.it

Brownie
07-05-10, 03: 25
Una vita da clandestino. "Mestieri" svolti: spacciatore e rapinatore. Specialista nel fornire sempre false generalità ai controlli di polizia. L’altro pomeriggio è stato arrestato Hichm Harakat, trentenne marocchino senza fissa dimora. A fermarlo gli agenti della Polizia ferroviaria guidati dal vicequestore aggiunto Vincenzo Resta. Il personale della Polfer era da tempo che seguiva il sospettato. Martedì l’ha visto aggirarsi con fare sospetto sotto i portici di via Tommaseo. Il marocchino ha fermato un giovane tossicodipendente. Una breve contrattazione, poi lo scambio. Il tossico, che risiede a Dolo nel veneziano, ha consegnato i soldi, il pusher ha estratto dal palato una dose di eroina. A quel punto gli agenti sono usciti allo scoperto e hanno fermato. Hichm Harakat è stato accompagnato negli uffici della Questura. Dalla comparazione delle impronte, è emerso che l’arrestato, da dieci anni in Italia, aveva fornito diversi alias ed era già stato in galera per spaccio e rapina. I controlli degli agenti della Polfer, insieme a quelli effettuati dalla sezione Volanti della Questura proseguono quotidianamente per tentare di ripulire dagli spacciatori e dai clandestini la zona nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria

Il Gazzettino.it

FRANCODUE
07-05-10, 10: 46
Da oggi è possibile seguire in diretta, tutte le operazioni in corso, Questura per Questura !
qui il liink:

http://www.poliziadistato.it/mattinale/contents/index/index

FRANCODUE
10-05-10, 15: 30
Imponevano ai commercianti di prodotti ortofrutticoli l'utilizzo di proprie ditte di trasporto su gomme. Clan camorristici e mafiosi alleati, riuscivano così a monopolizzare il trasporto tra Lazio, Campania e Sicilia, con la conseguente lievitazione dei prezzi di frutta e verdura.

La Direzione investigativa antimafia (Dia) di Roma e la Squadra mobile di Caserta, questa mattina, hanno eseguito oltre 60 arresti tra gli uomini del clan dei Casalesi, gruppo 'Schiavone', delle famiglie mafiose siciliane dei Santapaola-Ercolano di Catania, dei clan Mallardo di Giugliano e dei Licciardi di Secondigliano di Napoli.

Gli investigatori hanno scoperto che i capi delle organizzazioni camorristiche e quelle mafiose si riunivano in un'azienda di trasporti del casertano per decidere tra loro strategie e alleanze.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati anche veri e propri arsenali di armi provenienti dalla Bosnia. Sono state eseguite perquisizioni e sequestri nei confronti di società e aziende, legate alle organizzazioni criminali, attive soprattutto nei maggiori mercati ortofrutticoli della Campania, del Lazio e della Sicilia.

Ai vertici del sodalizio criminale, c'era probabilmente Paolo Schiavone, figlio di Francesco Schiavone, detto "Sandokan". Gli agenti lo hanno arrestato nel porto di Napoli, a bordo di una nave, di ritorno dal viaggio di nozze, insieme a sua moglie. Secondo gli inquirenti, il boss negli ultimi anni aveva assunto un ruolo di rilievo all'interno dell'organizzazione.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha dichiarato: "Una grande operazione contro il clan dei Casalesi ma non solo, è stato infatti accertato un collegamento operativo tra i Casalesi e Cosa Nostra nel settore del trasporto della frutta. Un'altra grande operazione di polizia" - ha concluso il Ministro - "contro un sistema di criminalità che ogni giorno viene colpito duramente''.

FRANCODUE
11-05-10, 11: 08
Il boss della camorra Luigi Cimmino è stato catturato nel pomeriggio dagli uomini della Squadra mobile di Napoli vicino alla propria abitazione nel quartiere napoletano Vomero. L'uomo era stato dichiarato socialmente pericoloso ed era destinatario di una misura di sicurezza.

Il boss uscì di prigione meno di due anni fa dopo aver scontato al carcere duro una condanna per associazione camorristica.

Dal sito della PdS.

FRANCODUE
13-05-10, 10: 41
Era ricercato in Italia, Spagna e Cipro per essere la primula rossa di un gruppo di rapinatori dell'ex Yugoslavia denominato "Pink Panthers", specializzati in rapine in gioiellerie in tutto il mondo.

J.R., 40 anni del Montenegro è stato arrestato, dopo mesi di indagini, dalla Squadra mobile di Roma.

Gli agenti che erano sulle sue tracce sono riusciti a individuarlo e bloccarlo mentre era in compagnia di due connazionali, anche loro pregiudicati.

J.R. era in possesso di un passaporto croato contraffatto, ma i poliziotti non hanno avuto dubbi sulla vera identità' dell'uomo, troppo somigliante alle foto che giravano negli uffici di Polizia di tutto il mondo.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
18-05-10, 10: 58
Arrestati i fiancheggiatori del boss Raccuglia

Favorirono la latitanza del boss Domenico Raccuglia mettendogli a disposizione case, denaro e nascondigli segreti ed oggi sono stati arrestati.

Sette mandati di cattura, sono stati eseguiti questa mattina dalla Squadra mobile di Palermo in collaborazione con lo Sco (Servizio centrale operativo), uno dei destinatari del provvedimento si trova già detenuto.

Tutti gli arrestati sono accusati di associazione di tipo mafioso proprio per aver aiutato il "padrino" negli anni della latitanza, trovando, tra le altre cose, abitazioni, casolari, ingenti somme di denaro ed armi ma soprattutto facendo circolare i "pizzini" tra lui, i familiari e le altre cosche di "Cosa Nostra".

L'operazione segna la conclusione delle indagini che, lo scorso 15 novembre, a Calatafimi (TP), avevano consentito di catturare il "boss" alleato alla "mafia" corleonese.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
19-05-10, 10: 51
Arrestato latitante camorrista a Quindici

Era ricercato da due anni Salvatore Cava, capo dell'omonimo clan di Quindici, in provincia di Avellino, ma questo non gli ha impedito di avere un figlio e di nascondersi a Pago del Vallo Lauro (Avellino). Il latitante, inserito nell'elenco dei 100 ricercati più pericolosi, non si è mai allontanato dal suo territorio e nel primo pomeriggio di oggi è stato sorpreso dagli agenti della Squadra mobile di Avellino e di Napoli in una villetta del comune irpino.
Il giovane boss, figlio del capo clan Biagio, stava riposando in camera da letto quando i poliziotti hanno fatto irruzione e lo hanno arrestato. L'operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, è scattata grazie ad una intuizione degli agenti. Alcune settimane fa è nato infatti il figlio del giovane boss, che come tradizione, porta il nome del nonno paterno, il boss Biagio Cava, appunto. E nei giorni scorsi la polizia aveva bloccato proprio a Pago Vallo Lauro un'auto carica di fuochi d'artificio che dovevano servire a festeggiare la nascita del piccolo Biagio.

Dal sito della PdS

NickUSMC
20-05-10, 16: 23
RACKET ALLOGGI: POLIZIA MILANO, ROTTO MURO OMERTA'

(AGI) - Milano, 20 mag. - Inizia a collaborare con la polizia la gente di Quarto Oggiaro, quartiere popolare alla periferia nord di Milano e noto per la presenza di clan mafiosi. E' quanto emerge dall'inchiesta condotta dalla Questura di Milano che ha portato in carcere 5 persone implicate nel racket degli alloggi popolari. "Sembra che il muro dell'omerta' dei residenti stia inziando a rompersi - ha detto Alessandro Giuliano, capo della Squadra mobile di Milano - molte persone hanno collaborato con noi e non erano solo occupanti abusivi ma anche semplici residenti che sapevano come funzionava il sistema e ce l'hanno riferito". In questo, secondo gli investigatori, sono state fondamentali le associazioni.
"L'apporto delle associazioni e' stato prezioso - ha spiegato Giuliano - perche' ci hanno permesso di convincere gli occupanti abusivi a denunciare". (AGI) Cli/Car.


Fonte: agi.it


Finalmente la gente in questo quartiere inizia a parlare. Non si fa più sottomettere dai Mafiosi che lo ospitano. Per la prima volta sono contento della gente del mio quartiere... e non più a vedere scene di insulti e sputi verso la Polizia quando arrestavano qualche mafioso. :busted_blue.gif: :clap.gif:

Era ora !
La gente deve capire che deve collaborare !

FRANCODUE
21-05-10, 10: 31
In manette "don Michele" boss della camorra

Stava per essere inserito nella lista dei 100 latitanti più pericolosi, ma è stato arrestato questa mattina.

Gli uomini della squadra Mobile di Lucca, che lo inseguivano da due anni, hanno trovato e ammanettato Michele Chierchia, detto "Francois", in una villetta di Focene, una frazione del comune di Fiumicino, sul litorale romano.

Il boss, conosciuto negli ambienti della malavita come "don Michele", è a capo del clan camorristico dei "Francois" di Torre Annunziata (Napoli), legato a quello degli "Ascione" di Ercolano (Napoli).

Il latitante era ricercato dal 2008, quando era sfuggito all'arresto durante l'operazione antidroga denominata "Intercity", nella quale era emerso che Chierchia spediva gli stupefacenti dalla Campania alla Versilia utilizzando i treni.

Tre le ordinanze di custodia cautelare a suo carico emesse dai tribunali di Napoli, Cagliari e Lucca; molte le accuse nei suoi confronti: traffico e spaccio di ingenti quantitativi di droga, associazione a delinquere di stampo camorristico finalizzata alla commissione di omicidi, estorsioni e traffico di stupefacenti.

Gli investigatori sono riusciti ad incastrarlo dopo aver sorvegliato i due figli del boss, che dalla Versilia contattavano il padre utilizzando telefoni pubblici. Grazie a pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, gli agenti sono riusciti a scovarlo e a sorprenderlo con la collaborazione delle squadre Mobili di Roma e Firenze.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
25-05-10, 12: 45
Arrestato il killer dell’imprenditrice Fiori

Uno dei killer dell'imprenditrice Rosanna Fiori, uccisa il 3 ottobre del 2001 a colpi di fucile a Lanusei, in Sardegna è stato arrestato, oggi, dalla Polizia di Stato, a Nuoro. L'uomo, Marco Serra, 36 anni, è accusato anche di atti intimidatori e di minacce nei confronti della stessa imprenditrice e dei suoi più stretti collaboratori per costringerli a cedere l'attività "Barbagia Flores".
Le indagini hanno permesso agli uomini della Squadra mobile di Nuoro e del commissariato di Lanusei di individuare anche la mandante dell'omicidio, arrestata il 22 aprile scorso.
A distanza di nove anni, sono stati quindi identificati i responsabili dell'omicidio e di una serie di attentati, intimidazioni, estorsioni e furti.

Dal sito della PdS

---------------------Aggiornamento----------------------------

Per mettere le mani sugli appalti legati al petrolchimico di Gela gli uomini della cosca mafiosa capeggiata dal boss Daniele Emanuello, morto nel 2007, le avevano tentate proprio tutte: attentati, intimidazioni e violenze. Ieri gli agenti della Squadra mobile di Caltanissetta hanno arrestato sette persone legate alla cosca, accusate di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsioni, tentate estorsioni, danneggiamenti e rapina.

Nel settembre del 1998 l'organizzazione criminale provò ad estorcere denaro chiedendo una maxi tangente all'imprenditore Fabrizio Lisciandra, che all'epoca era il presidente del Centro nazionale servizi (Cns), il consorzio della lega delle cooperative che garantisce assistenza tecnica e logistica ai consociati che operano all'interno del petrolchimico.

A causa del suo rifiuto gli uomini del clan tentarono di assassinarlo a colpi di pistola, ma l'arma del killer si inceppò dopo il primo proiettile, riuscendo solo a ferirlo ad una gamba. L'imprenditore si era anche rifiutato di lasciare la presidenza della squadra di calcio della città, la Juveterranova, che all'epoca militava in serie C2, alla quale il boss Emanuello era molto interessato.

Da quell'episodio iniziò l'inchiesta "Leonina Societas", che nel corso degli anni ha fatto luce su una serie di estorsioni ai danni di un ristoratore che operava nel petrolchimico per conto dell'Eni e di un'azienda per la produzione e commercializzazione del gas. Nel mirino anche una feroce rapina contro un imprenditore agricolo, pestato e ridotto in fin di vita, dopo aver subito anche l'incendio del garage e della macchina e aver pagato alcune tangenti.

Le indagini hanno avuto una svolta con la confessione di un ex appartenente alla cosca, Crocifisso Smorta, diventato collaboratore di giustizia, ed hanno portato all'arresto delle sette persone, tutti membri della "famiglia".

Dal sito della PdS

FRANCODUE
28-05-10, 19: 47
Reggio Calabria: in manette pericoloso latitante

Il latitante Vincenzo Gullì durante l'arrestoSi nascondeva al sesto piano di una fatiscente palazzina di via Nazionale, nella frazione Bocale, in un appartamento con vista panoramica su una delle zone marittime più belle di Reggio Calabria.

Questa mattina gli uomini della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile hanno scovato e arrestato il latitante Vincenzo Gullì.

L'uomo, 42enne originario proprio della provincia del capoluogo calabrese, ha tentato di opporsi, costringendo gli agenti a fare irruzione nell'appartamento sfondando la porta.

L'arrestato, pluripregiudicato anche per traffico di droga, era ricercato dal dicembre 2009 per associazione per delinquere di tipo mafioso, reati connessi alle armi e il tentato omicidio di Teodoro Spanò, avvenuto nel 2004.

Il latitante è elemento di spicco della "consorteria" mafiosa Paviglianiti - Maesano - Pangallo, una sorta di confederazione di "famiglie", che opera nei "locali di 'Ndrangheta" (aree di influenza delle cosche) di Roccaforte del Greco, Roghudi, S. Lorenzo e Condofuri, nel basso versante jonico della provincia di Reggio Calabria.

Gli agenti della Squadra mobile sono arrivati al nascondiglio dopo aver pedinato alcuni fiancheggiatori di Gullì, utilizzando intercettazioni telefoniche, ambientali e video.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
31-05-10, 12: 36
C'è anche il boss Carmelo Lo Bianco, 78 anni, tra i 14 arresti eseguiti, questa mattina, dalla Squadra mobile di Vibo Valentia nei confronti di affiliati alla cosca Lo Bianco.

Sono accusati di associazione mafiosa, detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, minacce e intestazione fittizia di beni.

Nel corso dell'operazione sono state sequestrate due imprese: una operante nel settore della pubblicità e l'altra in quello dei trasporti.

Le ditte, gestite da persone incensurate, erano in realtà di proprietà della cosca. L'inchiesta è partita nel 2008 dopo la denuncia di un'estorsione subita da un costruttore edile del posto.

Dal sito della PdS

NickUSMC
31-05-10, 13: 53
Genova: scaricavano "SIXXX File"; pedofili nella "rete"

Pedopornografia onlineDopo 18 mesi di indagini e 3 mesi di attività sotto copertura, la polizia postale e delle comunicazioni della Liguria ha arrestato 6 persone e ne ha denunciate altre 460 al termine dell'operazione "SIXXX File" per il contrasto alla diffusione per via telematica di materiale pedopornografico.

Durante le indagini sono state effettuate oltre 460 perquisizioni e sequestrati 1.201 personal computer, 2.459 hard disk, 11.327 supporti ottici (cd, dvd) e 1.307 memorie esterne ausiliarie (usb, sd e mc card).

Le sei persone arrestate sono state trovate in flagranza di reato mentre scaricavano e detenevano i file incriminati.

L'indagine è iniziata grazie alle segnalazioni effettuate da molti utenti della Rete che denunciavano la presenza di file con evidente contenuto pedopornografico.

In particolare gli agenti della postale hanno monitorato l'attività che ruotava attorno a sei file (da qui il nome dell'operazione), diventati poi nove, dai titoli molto espliciti che non lasciavano dubbi sul loro contenuto proibito.

I video, alcuni di estrema crudezza, erano scambiati e condivisi attraverso una delle più diffuse piattaforme di file sharing.

I soggetti coinvolti nell'operazione sono prevalentemente lavoratori dipendenti e professionisti, molti dei quali sposati con figli.

31-05-2010


www.poliziadistato.it

NickUSMC
03-06-10, 21: 30
Camorra: sequestro di beni al clan dei Puca

Operazione di poliziaTerreni, 65 appartamenti, 7 società immobiliari, un "punto Snai" ed un centro benessere di 3 piani, a Cesa "Caserta", sono stati sequestrati al clan dei Puca, questa mattina, dalla questura di Napoli in collaborazione con il commissariato di Frattamaggiore.

Le indagini della Polizia, hanno consentito di svelare un grosso patrimonio dal valore stimato di 150 milioni di euro, intestato a Pasquale Puca, detenuto dal 2009, e ai suoi familiari.

Pasquale Puca, di 43 anni è conosciuto anche con il soprannome di "o minorenne" ed era a capo dell' omonimo clan operante nel comune di S.Antimo (Napoli) e nelle zone limitrofe.

Il clan oltre a occuparsi della gestione dei traffici illeciti, come le estorsioni, ultimamente aveva esteso i propri interessi economici nel settore edile.

03-06-2010

dal sito Polizia di Stato.

FRANCODUE
08-06-10, 12: 05
Bimbo rapito: un incubo durato 10 ore

Un'immagine dell'ingresso dell'ospedale di Nocera InferioreUn incubo durato 10 ore. Luca Cioffi, il neonato rapito ieri, nel primo pomeriggio, all'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore (Salerno) è stato ritrovato questa notte, poco dopo la mezzanotte, dagli uomini della Squadra mobile di Salerno e del Servizio operativo centrale (Sco) della Polizia Stato.

Luca è stato trovato in un lettino, dormiva tranquillo; è stato riconsegnato sano e salvo ai legittimi genitori dagli agenti che hanno fatto irruzione nell'appartamento di Annarita Buonocore, la donna che lo aveva rapito dopo appena 4 ore dalla nascita.

La Buonocore è un'infermiera di 42 anni in servizio all'ospedale Cardarelli di Napoli e già madre di due figli. Ieri, tra le 13 e le 14, la donna, vestita da infermiera, è entrata nella stanza di Annalisa Fortunato, madre del piccolo, e con la scusa di dover effettuare una medicazione al bambino, lo ha portato via. Dopo un'ora circa è scattato l'allarme: la madre non vedeva tornare il suo bambino e ha chiesto spiegazioni; Luca era scomparso.

Il piccolo è stato cercato dapprima all'interno della struttura ospedaliera e poi all'esterno senza alcun risultato. La polizia -insieme a tutte le forze dell'ordine - ha istituito posti di blocco, sorvolato la zona con elicottero e, per dare un ulteriore supporto alle indagini, il capo della Polizia Antonio Manganelli ha inviato anche gli uomini dello Sco.

In serata è arrivata la svolta: dopo aver visto l'identikit che la Scientifica aveva fatto circolare poche ore dopo il rapimento, un medico dell'ospedale Umberto I, si è presentato alla polizia dicendo che lui quella donna la conosceva.
Il medico ha spiegato che nel pomeriggio, quando è uscito dall'ospedale, ha incrociato quella signora che stava andando via con un bambino in braccio. Annarita Bonocore è stata riconosciuta anche da un insegnante ex vicino di casa della donna.

Il movente che avrebbe spinto l'infermiera a questo folle gesto sarebbe stato il tentativo di far credere all'uomo che amava (secondo quanto si apprende un uomo sposato di Napoli) di aver avuto un figlio da lui.

La donna però aveva accudito il bambino come se fosse suo per tutto il pomeriggio. "Luca era in ottime condizioni" - ha spiegato il questore di Salerno Vincenzo Roca - "e la donna che aveva organizzato tutto aveva del latte in polvere da dargli".

Dal sito della PdS

FRANCODUE
11-06-10, 12: 04
Monopolio sugli appalti, 19 arresti

Associazione mafiosa e riciclaggio di denaro illecito sono le accuse rivolte alle 19 persone arrestate questa mattina dalla Squadra mobile di Palermo.

Oltre duecento uomini della polizia impegnati nell'operazione che ha portato anche al sequestro di aziende, imprese, immobili e patrimoni di numerosi imprenditori risultati coinvolti nei traffici illeciti, per un valore di centinaia di milioni di euro.

Gli investigatori, nel corso delle indagini partite nel 2005 e svolte anche con l'aiuto delle intercettazioni telefoniche, sono riusciti a ricostruire alcuni aspetti dei rapporti che legavano "Cosa nostra" agli ambienti dell'imprenditoria siciliana, soprattutto nell'ambito della realizzazione di grandi opere.

La mafia gestiva una sorta di monopolio assoluto sulle costruzioni, obbligando noti studi professionisti a consegnare le liste dei lavori in fase di progettazione, così facendo selezionava le opere di costruzione da realizzare di maggiore interesse.

Dal sito della PdS

mattia580
14-06-10, 13: 13
Complimenti agli agenti

FRANCODUE
26-06-10, 08: 47
Lo hanno trovato gli agenti della Squadra mobile e dello Sco. Era nella lista dei trenta latitanti più pericolosi. Per non farsi riconoscere si sarebbe sottoposto ad alcuni interventi di chirurgia plastica. Al momento dell'arresto non ha opposto resistenza, aveva addosso un documento falso e ha negato di essere il boss, ma le impronte digitali lo hanno inchiodato

Mafia, catturato in Francia Falsone è il capo della mafia di Agrigento

Catturato a Marsiglia Giuseppe Falsone, ritenuto il capo della mafia della provincia di Agrigento e inserito nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi della provincia. È stato arrestato dalla Squadra mobile di Agrigento, insieme con quella di Palermo e con lo Sco.

Falsone, 40 anni il prossimo 28 agosto, nato a Campobello di Licata (Agrigento), era ricercato dal 1999 per associazione di stampo mafioso, omicidi e traffico internazionale di droga. Il 17 marzo del 2004 sono state avviate le ricerche in campo internazionale. E' considerato molto vicino a Bernardo Provenzano. Appena tre mesi fa, nell'ambito dell'operazione antimafia 'Apocalisse', i carabinieri di Agrigento e di Palermo hanno sequestrato beni e società riconducibili al Falsone per circa 30 milioni di euro.

Giuseppe Falsone (nella foto subito dopo l'arresto) si sarebbe sottoposto ad alcuni interventi di chirurgia plastica al viso e al naso in particolare. L'uomo ha negato di essere il superlatitante ma le impronte digitali lo hanno inchiodato. I poliziotti gli hanno trovato una carta di identità francese con un nome italiano che corrisponde a una persona ritenuta dagli investigatori un fiancheggiatore. A Marsiglia Giuseppe Falsone stava cercando di aprire un'impresa edile. Al momento del suo arresto stava rientrando in casa in un quartiere nei pressi del porto e non ha opposto alcuna resistenza. A Marsiglia con il boss non c'erano suoi parenti e al momento del fermo non era armato.

«Abbiamo utilizzato a piene mani le attività tecniche (le intercettazioni, ndr) a nostra disposizione». Lo ha detto il questore di Agrigento Girolamo Di Fazio riferendosi all’inchiesta della polizia che ha permesso la localizzazione e la cattura di Falsone a Marsiglia. «Abbiamo messo insieme molti tasselli — ha aggiunto — e alla fine siamo intervenuti con la certezza che si trattava proprio di lui». Sembra che la polizia, nell’impossibilità di fare irruzione nell’appartamento utilizzato da Falsone, abbia dovuto attendere che il boss uscisse di casa.

Dal sito de la Repubblica

FRANCODUE
08-07-10, 08: 43
Napoli: preso Pagano, boss della camorra
Era considerato uno dei due capi degli scissionisti. Catturato in una villetta a Licola sul litorale flegreo

era inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi

Napoli: preso Pagano, boss della camorra

Era considerato uno dei due capi degli scissionisti. Catturato in una villetta a Licola sul litorale flegreo

MILANO - Il boss della camorra, Cesare Pagano, del clan degli scissionisti, è stato arrestato dalla polizia a Napoli. Pagano era tra i primi trenta latitanti più pericolosi.

PERICOLOSO LATITANTE - Cesare Pagano che, insieme a Raffaele Amato, arrestato l'anno scorso in Spagna, guida il clan omonimo che si è staccato dai Di Lauro, è stato arrestato in una villetta a Licola, sul litorale flegreo dagli uomini della squadra mobile di Napoli. Pagano è ritenuto il capo degli scissionisti di Scampia, e con il cugino Raffaele ha provocato la divisione del clan Di Lauro, evento che ha dato origine alla cosiddetta faida di Scampia e Secondigliano. Le accuse a suo carico, spiega Pietro Morelli, a capo della sezione omicidi della squadra mobile, sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio e traffico di sostanze stupefacenti. Insieme a Pagano, 41 anni, è stato arrestato anche suo nipote Carmine. Entrambi erano ricercati da oltre un anno. Cesare Pagano era riuscito a evitare la cattura in un paio di occasioni e questa mattina ha provato a fuggire, grazie all'aiuto di vedette e telecamere, ma non ci è riuscito.

Dal sito del Corriere della Sera.

FRANCODUE
14-07-10, 10: 21
Scoperto il parcheggio degli orrori

Undici persone coinvolte nella rete di pedofili scoperta dalla Squadra mobile di Messina dopo un'indagine iniziata alcuni mesi fa che aveva portato all'arresto di 4 persone nel dicembre scorso.
Con l'operazione "Seppia" la polizia ha scoperto che l'area di parcheggio di Villa Sabin, a Messina, utilizzata dai bambini e ragazzi come spazio per giocare, all'imbrunire diventava luogo degli orrori.

Le persone arrestate sono accusate di induzione alla prostituzione, atti sessuali con minori e atti osceni in luogo pubblico. Uno di loro, soprannominato proprio la "seppia" per la sua capacità di attrarre i ragazzini, è stato trovato in possesso di un album con le foto dei bimbi e l'indicazione degli abusi commessi. I criminali, dopo aver adescato i bambini, li costringevano a compiere atti sessuali regalando in cambio qualche spicciolo ma anche dolci e figurine di calciatori.

Tutto è partito dalla denuncia di un padre che, insospettito dal comportamento del figlio e dalla sua disponibilità di denaro e figurine, ha fatto qualche domanda e nel gennaio 2009 si è rivolto alla polizia.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
15-07-10, 10: 52
‘Ndrangheta: trecento arresti in tutta Italia

Veicoli della polizia di Stato impegnati in un'operazione contro la criminalitàOperazione di polizia e carabinieri contro la 'Ndrangheta: oltre trecento persone sono state arrestate in Calabria e in diverse località dell'Italia settentrionale.
Dalle prime ore di questa mattina, 3 mila uomini delle forze dell'ordine stanno procedendo all'arresto di indagati per associazione di tipo mafioso, traffico di armi e stupefacenti, omicidio, estorsione, usura ed altri gravi reati.

Gli investigatori calabresi e lombardi, al lavoro da tempo su questa inchiesta, hanno indagato in particolare sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nel Nord Italia, sia nelle attività produttive e commerciali, sia nel mondo politico e amministrativo locale.

Nel blitz è stato arrestato Pino Neri, considerato il capo della 'Ndrangheta in Lombardia.

Oltre agli arresti, 120 solo in provincia di Reggio Calabria, le forze dell'ordine stanno sequestrando denaro, armi e droga; ma anche beni mobili e immobili per decine di milioni di euro.

Questa operazione denominata "Il crimine" prende spunto da numerose inchieste giudiziarie condotte dalle forze dell'ordine in provincia di Reggio Calabria, e vede protagoniste tutte le famiglie reggine legate alla mafia, che sono, da quanto riscontrato con le intercettazioni, organizzate a livello verticistico un pò come Cosa Nostra in Sicilia.

''Si tratta in assoluto della più importante operazione contro la 'Ndrangheta degli ultimi anni, che oggi viene colpita al cuore del suo sistema criminale sia sotto l'aspetto organizzativo che quello patrimoniale''. È quanto afferma il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, congratulandosi con il capo della Polizia, Antonio Manganelli, e con il comandante generale dell'Arma, Leonardo Gallitelli, ''per l'eccezionale operazione antimafia condotta oggi in varie regioni d'Italia''.

Poi dicono che non c'è collaborazione tra Noi e i Carabinieri.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
16-07-10, 09: 44
Estorsioni e usura: 20 arresti a Lecce

la polizia in un casale nelle campagne salentineCon minacce obbligavano a far eleggere chi volevano loro. Estorsione, usura, gestione di bische clandestine, detenzione di armi da fuoco e munizioni da guerra, traffico di cocaina ed hashish sono le principali accuse per un gruppo criminale, composto da 20 persone arrestate stamattina dalla Squadra mobile di Lecce.

L'operazione "Remetior" è stata compiuta anche con la collaborazione del Reparto prevenzione crimine e del Reparto volo della Polizia di Stato.

I componenti della banda sono responsabili, a vario titolo, di aver fatto parte di un'associazione che controllava le attività economiche del territorio di Lecce e della sua provincia.

Il principale indagato, Salvatore Caramuscio, era già stato condannato all'ergastolo per omicidio e per aver capeggiato il clan mafioso di Filippo Cerfeda, oltre che per traffico di sostanze stupefacenti.

Le indagini, che hanno portato all'arresto delle 20 persone, sono iniziate nel settembre 2008 quando Caramuscio è sparito subito dopo la sua scarcerazione e ha ripreso alleanze con la criminalità organizzata del Salento, pianificando il traffico della droga e le relative spartizioni.

Il latitante, che per la sua pericolosità era inserito nell'elenco dei cento più pericolosi, aveva creato una rete di fidati collaboratori per compiere le attività illecite; il sistema mafioso da lui creato ha continuato ad agire nonostante il suo arresto nel marzo 2009.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati, per la confisca: un terreno di 8 mila metri quadrati nella campagna di Squinzano (Lecce); numerose autovetture e motociclette di grossa cilindrata; un'imbarcazione da diporto; un allevamento di cavalli nella zona di Surbo (Lecce); vari beni, riconducibili agli indagati, per un importo complessivo di 500 mila euro.

Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, congratulandosi con il questore di Lecce e i poliziotti della Squadra mobile per l'operazione "Remetior", ha sottolineato che i salentini "hanno ricevuto nuovi concreti motivi per denunciare con prontezza ogni intimidazione o richiesta minacciosa".

Dal sito della PdS

FRANCODUE
19-07-10, 10: 02
Mafia e droga: con “Polifemo” 13 arresti

Controlli della Squadra MobileImpiegavano anche minori per spacciare la droga nel centro di Messina: 13 persone sono state arrestate stamattina dalla Squadra mobile dopo tre anni di indagine.

L'operazione "Polifemo" ha consentito di scoprire una banda di spacciatori di droga che possedeva illegalmente armi nonché estorceva denaro ad alcuni imprenditori della zona. Alcuni dei componenti della banda appartenevano al clan del boss Giuseppe Mulè.

Gli esponenti principali dell'organizzazione, tutta composta da italiani, erano Domenico Bonasera, Giovanni Vincenzo Rò e Alessandro Amante che si dedicavano, soprattutto nei pressi della zona del municipio di Messina, allo spaccio di droga attraverso una rete di pregiudicati ed anche di un gruppo di minorenni.

Un'associazione particolarmente pericolosa, secondo i poliziotti, perché disponeva di armi, utilizzava minori per lo spaccio e inoltre, come è emerso dalle intercettazioni, vendeva pasticche di ecstasy ai cosiddetti "bambini", ragazzini di 12-13 anni.

Dal sito della PdS
I miei complimenti ai colleghi della Mobile del mio Capoluogo e i migliori auguri al neo Questore della città, dr.Carmelo Gugliotta che la Squadra Mobile della città l'ha diretta, persona con la quale ho lavorato e che stimo moltissimo.

FRANCODUE
21-07-10, 10: 19
Udine: preso il serial killer delle escort

agenti di polizia durante un arrestoHa un nome e un volto il killer di due escort, Diana Alexiu, romena di 24 anni e Ilenia Vecchiato, una 28enne di Mestre, scomparse da pochi mesi: si chiama Ramon Berloso.

È un goriziano di 35 anni con diversi precedenti, già condannato nel 1996 a sei anni di carcere per aver causato la morte un uomo durante una rissa.

Il killer è stato arrestato al termine di una caccia all'uomo durata 24 ore, dopo che le indagini condotte dagli agenti della questura di Udine avevano portato a lui e prima che potesse colpire ancora: aveva infatti un appuntamento con un'altra ragazza.

Vistosi scoperto Berloso è fuggito con l'auto di una delle ragazze uccise, ma è stato individuato alla stazione di Padova da un agente della Squadra mobile di Udine e arrestato prima che potesse far perdere le proprie tracce.

L'uomo ha confessato gli omicidi ed ha dato indicazioni per il ritrovamento dei corpi e dell'arma, una balestra, con cui sono state uccise le due donne.

Proprio seguendo le indicazioni dell'arrestato i Vigili del fuoco hanno trovato, a Campolongo al Torre, nella zona del fiume Torre, i corpi delle prostitute scomparse, mentre la balestra è stata trovata in un campo distante pochi chilometri.

Dal sito della PdS

NickUSMC
21-07-10, 22: 24
Perugia: presi i "Black passenger" della droga

corrieri della drogaIngerivano fino a due chili di cocaina ed eroina contenuti in capsule ermetiche e poi partivano con l'aereo dalla Nigeria. Arrivati in Italia gli ovuli venivano recuperati in un appartamento di Padova e la droga confezionata per essere smistata nelle varie città italiane.

Questa mattina dieci componenti di un'organizzazione, composta solo di nigeriani, specializzata nell'importazione di droga sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Perugia e dagli uomini della Direzione centrale per i servizi antidroga, al termine dell'operazione "Black passenger", così denominata perché i corrieri erano definiti "passeggeri". L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.

L'operazione, coordinata dal Servizio centrale operativo e condotta in collaborazione con le Squadre mobili di Padova, Rovigo, Vicenza, Venezia e Prato, era iniziata nell'aprile 2009 ed aveva già portato all'arresto di tredici corrieri e al sequestro di circa 15 chili di droga. Quindici sono i membri ancora ricercati, tra di essi il capo con i suoi diretti collaboratori che si trovano in Nigeria.

L'organizzazione aveva una struttura di tipo mafioso, con un "padrino" che comandava dalla Nigeria insieme ai suoi "luogotenenti" e un referente a Perugia; immancabile il "cassiere" che era l'unico a poter gestire il denaro, parte del quale veniva reinvestito nell'acquisto di beni immobili e altra droga direttamente dai cartelli colombiani; il resto veniva spedito alla cupola tramite money tranfert.

Molto importante per la riuscita dell'operazione è stata la collaborazione della polizia nigeriana che ha partecipato con alcuni suoi funzionari rimasti a Perugia per tutta la durata delle indagini. La collaborazione è frutto degli accordi bilaterali tra Italia e Nigeria consolidati con l'accordo firmato nel 2009 dal capo della Polizia Antonio Manganelli.

21-07-2010

Dal sito: Polizia di Stato

FRANCODUE
24-07-10, 09: 49
Ndrangheta: presi i responsabili dell’omicidio del boss Luca Megna

Operazione di poliziaSi sono concluse, con l'arresto di 4 persone, le indagini per l'omicidio del boss calabrese Luca Megna, ucciso il 22 marzo 2008 mentre si trovava in compagnia della moglie e della figlia di 5 anni, ferita gravemente dal killer.

Oltre all'esecutore materiale dell'omicidio, Pantaleone Russelli, sono finiti oggi in carcere tre fiancheggiatori; nelle indagini è stato coinvolto anche un medico che, con un falso certificato, garantì le cure mediche all'assassino rimasto ferito ad una gamba nelle fasi concitate dell'omicidio.

L'assassinio era maturato negli ambienti interni al clan: Russelli infatti, ex uomo di fiducia di Domenico Megna, padre della persona assassinata e un tempo a capo della cosca, aveva tentato di prendere il comando del gruppo criminale con la complicità di alcuni componenti della banda.

L'omicidio di Luca Megna aprì una sanguinosa faida: al suo assassinio i componenti della cosca risposero, due giorni dopo, con l'omicidio di Giuseppe Cavallo, uomo vicino a Russelli.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
26-07-10, 12: 20
La mafia tenta di riorganizzarsi: 7 arresti

Associazione mafiosa ed estorsione aggravata dalle modalità mafiose: queste le accuse nei confronti di sette esponenti delle famiglie palermitane di Santa Maria di Gesù e Porta Nuova arrestati questa mattina dagli agenti della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile del capoluogo siciliano.

Si tratta di un'evoluzione delle indagini concluse lo scorso 10 marzo nell'operazione "Paesan blues" che portò all'arresto di 21 affiliati a Cosa Nostra smantellando i collegamenti con gli esponenti della mafia americana.

Grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali a alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, la polizia ha accertato che le cosche palermitane, decimate dai numerosi successi delle forze dell'ordine, stavano cercando nuove figure di riferimento e di rinforzare l'organizzazione attraverso una politica di alleanze e con lo scambio di uomini di fiducia.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
29-07-10, 09: 56
Camorra: nove arresti ad Aversa per traffico di cocaina

Droga pronta per essere consumataSpacciavano cocaina nella zona tra Aversa e Secondigliano finanziandosi con le estorsioni.

Nove appartenenti ad un'organizzazione camorristica sono stati arrestati ieri dagli uomini del Commissariato di Aversa (Caserta) al termine di un'indagine iniziata nel 2007 durante la quale è stato sequestrato, a più riprese, circa un chilo di cocaina.

Gli arrestati, tutti pluripregiudicati, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di cocaina.

Gli agenti hanno anche sequestrato tre appartamenti, un terreno e diverse automobili, per un valore complessivo di circa un milione di euro.

Ai vertici della banda c'erano Giuseppe Rammairone, 43 anni, e Giuseppe Di Girolamo, di 51, detto "Peppe o' biondo", già arrestato l'11 giugno scorso per estorsione, insieme ad altri tre complici, nell'ambito della stessa operazione.

L'indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha evidenziato la struttura dell'organizzazione che si riforniva "all'ingrosso" nel quartiere napoletano di Secondigliano da una donna di 44 anni legata al clan Di Lauro; poi c'erano i mediatori che si occupavano di trovare i clienti che venivano contattati dagli incaricati alla vendita. Infine gli addetti al ritiro, trasporto e consegna completavano l'affare.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
05-08-10, 12: 24
Camorra: preso il boss Vittorio Pirozzi

Dopo sette anni di latitanza Vittorio Pirozzi, camorrista e trafficante internazionale di droga, è stato arrestato ieri sera dalla sezione catturandi della Squadra mobile di Napoli.

L'uomo, 58 anni, inserito nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi, è stato rintracciato e bloccato a Bruxelles (Belgio) grazie alla collaborazione dell'Interpol e della polizia belga.

Pirozzi, condannato a quindici anni di carcere è uno degli ultimi esponenti della "famiglia" Mariano, che già negli anni '80 controllava i quartieri spagnoli del capoluogo campano. Nel 2003, quando cominciò la sua latitanza, era il referente del clan per la zona di via Chiaia.

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha telefonato al capo della Polizia, Antonio Manganelli, per complimentarsi dell'operazione: "La cattura di Pirozzi è un altro grande successo dello Stato contro la camorra che si aggiunge ai numerosi sinora conseguiti".

Dal sito della PdS

FRANCODUE
10-08-10, 18: 57
Bari: arrestato il capo clan Domenico Conte

Non sono bastate le videocamere e le sentinelle di cui si era circondato durante la latitanza: stamattina la Polizia di Stato ha arrestato a Bitonto (Bari) Domenico Conte, 40 anni, capo indiscusso dell'omonimo clan.

Sui suoi computer arrivavano tutte le immagini delle telecamere nascoste intorno all'appartamento e in diverse zone del centro storico. Un minuzioso controllo del territorio, dove Conte gestiva affari di droga, racket e usura fino a far esplodere qualche giorno fa una guerra con il clan rivale Cipriano. La scorsa settimana sono stati compiuti due omicidi nel giro di poche ore. In poco tempo la Polizia ha annientato il clan Cipriano, scovato e sequestrato l'arsenale del clan Conte e arrestato la donna che lo custodiva e oggi le manette sono toccate al suo capo.

"Con l'arresto di Domenico Conte l'intensificazione del contrasto alla criminalità organizzata operante nel barese, e in particolare a Bitonto, conosce un ulteriore passo in avanti". Lo ha dichiarato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, commentando l'arresto del boss di Bitonto, avvenuto all'alba ad opera degli agenti della Squadra mobile di Bari.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
13-08-10, 10: 51
Arrestato montenegrino latitante da 11 anni

Era latitante da 11 anni e ricercato in ambito internazionale per violazione della legge sulle armi e sulla droga. Stanotte è stato arrestato dalla Polizia di Stato a Napoli. Si tratta di Kolja Nilovic, montenegrino di 59 anni, bloccato nella notte dagli agenti della sezione Volanti della questura partenopea e del commissariato Vicaria-Mercato in un albergo di piazza Garibaldi.

La procura della Repubblica presso la corte di appello di Napoli, il 12 gennaio 1999, emise nei suoi confronti un provvedimento di carcerazione. Gli agenti hanno condotto l'uomo nel carcere di Poggioreale, dove dovrà scontare una pena di sei anni.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
19-08-10, 10: 26
Catturato un ricercato internazionale

Accusato di duplice omicidio e ricercato in campo internazionale, si nascondeva in una abitazione in provincia di Cosenza.
Giuseppe Di Cianni, 64 anni, è stato arrestato questa mattina dalla Squadra mobile della questura di Cosenza, dopo una segnalazione dell'Interpoo
Nei confronti di Di Cianni è stato emesso un ordine di cattura internazionale per il delitto di due fratelli italo-australiani a cui era legato per motivi d'interesse.
L'omicidio sarebbe maturato in seguito ad alcune accuse di frode che lo stesso Di Cianni avrebbe avanzato nei confronti dei due fratelli ed è avvenuto il 6 maggio del 2009 a Rozzelle (Sydney).

Dal sito della PdS

FRANCODUE
21-08-10, 10: 19
Fiumicino: arrestato trafficante internazionale di droga

Uno dei boss del traffico internazionale di sostanze stupefacenti è stato arrestato ieri mattina all'aeroporto di Fiumicino.
È un nigeriano di 50 anni l'uomo fermato dalla polizia giudiziaria della Polaria sul quale c'era un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per una indagine su un traffico di cocaina, tra l'Umbria e Milano.
Arrivato ieri mattina da Lagos e diretto a Milano dopo un transito a Fiumicino, il nigeriano si è presentato alla frontiere con un look da uomo d'affari, giacca, cravatta e valigetta 24 ore.
Insospettiti dall'atteggiamento dell'africano gli agenti di polizia lo hanno fermato e identificato. Nonostante nei bagagli non sia stato trovato nulla, l'uomo è stato portato al vicino ospedale di Ostia dove, grazie a una radiografia allo stomaco, sono stati trovati una quarantina di ovuli contenenti circa un chilogrammo di cocaina.

Dal sito della PdS

NickUSMC
01-09-10, 12: 43
Roma: sperona le volanti mentre fugge

http://img18.imageshack.us/img18/7512/volantisperonate.jpg (http://img18.imageshack.us/i/volantisperonate.jpg/)

Inseguimento per le vie di Roma con speronamento di due volanti. È l'epilogo del pomeriggio di follia di un romeno di 41 anni che ieri è stato arrestato al termine della sua scorribanda con l'accusa di rapina aggravata, danneggiamento aggravato di beni dello Stato, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Tutto è iniziato verso le 13.00 quando il titolare di un ristorante giapponese di via Padova ha chiamato la polizia perché una persona stava importunando i clienti.

Gli agenti del commissariato Porta Pia, intervenuti sul posto, hanno identificato l'uomo e lo hanno accompagnato all'ufficio immigrazione per effettuare dei controlli, al termine dei quali è stato rilasciato.

Appena uscito il romeno ha dato in escandescenza e si è avventato contro una macchina, ha strappato le chiavi al proprietario che cercava di nasconderle ed è salito a bordo dandosi alla fuga.

Gli agenti addetti alla vigilanza, visto ciò che stava accadendo, hanno avvisato la sala operativa della questura e poi hanno provato a fermare l'uomo che ha tentato di investirli con l'auto appena rubata.

Alcune volanti sono riuscite ad intercettare il fuggitivo in via Tor Cervara e si sono messe all'inseguimento. Dopo aver tentato più volte di speronare un'auto della polizia, il romeno è stato costretto a invertire la direzione di fuga perché in via Tivoli ha trovato la strada bloccata.

L'uomo ha effettuato un testa coda e si è diretto verso la volante che lo inseguiva, speronandola. Dopo l'urto ha cercato di ripartire ma la sua corsa è stata definitivamente interrotta dallo scontro con un'altra macchina della polizia.

A quel punto il 41enne ha tentato disperatamente la fuga a piedi, ma gli agenti lo hanno raggiunto riuscendo a bloccarlo dopo una colluttazione.

31-08-2010


dal sito della Polizia di Stato.

NickUSMC
01-09-10, 16: 50
Trento: sordomuta salva grazie a un sms

Stemma araldico e telefono cellulareGrazie al servizio di emergenza dedicato ai sordomuti attivo presso la sala operativa della questura di Trento una donna sordomuta è riuscita a segnalare la situazione di difficoltà in cui si trovava la figlia, anche lei sordomuta.

Attraverso una serie di messaggi con gli agenti, la donna ha spiegato che era in corso un litigio tra la figlia e il fidanzato che si trovavano in una località della Romagna. I poliziotti hanno avvisato i loro colleghi romagnoli che sono intervenuti a casa della donna in tempo per sedare la lite.

Attraverso un sms o un fax, un cittadino sordomuto può chiedere aiuto alla Polizia con un codice di emergenza: ad esempio '1' per ladro in casa, '4' per violenza su donne, '6' per incendio in casa. Appena ricevuto l'allarme, l'operatore della centrale operativa della questura si attiva immediatamente per l'invio dei soccorsi, dando conferma al richiedente con un sms o un fax.

Il servizio è attivo dal 2009 in alcune questure italiane, tra cui Trento dove, dall'inizio dell'anno, sono stati effettuati 6 interventi: tre per soccorso sanitario, uno per incidente stradale, e due segnalazioni per litigi.

01-09-2010

dal sito Polizia di Stato.





Piccola mia intrusione: I miei più sentiti complimenti agli agenti, e a questo "nuovo" sistema di comunicazione per le emergenze con il 113.

FRANCODUE
03-09-10, 11: 19
Caserta: manette per le nuove leve della camorra

Un arresto eseguito dalla polizia Estorcevano denaro per conto del clan camorristico dei "Piccolo" i due giovani arrestati questa mattina dai poliziotti della Squadra mobile di Caserta e del commissariato di Marcianise.

Le vittime delle estorsioni erano imprenditori e commercianti della zona. Chi rifiutava di soddisfare le richieste doveva subire atti intimidatori e danneggiamenti, commessi anche con l'uso delle armi.

I criminali arrestati sono Salvatore Ricciardi, detto "Fafammiello", e Antonio Nacca, conosciuti come i "Quaqquarone" di Marcianise, e sono accusati di danneggiamenti ed estorsioni, aggravate dal ricorso al metodo mafioso, detenzione di armi e munizioni comuni e da guerra.

All'interno di un capannone, che era nella disponibilità di uno degli estorsori, gli agenti hanno trovato una pistola mitragliatrice Uzi, di fabbricazione israeliana, completa di caricatore e munizioni, pronta ad essere utilizzata.

Gli arrestati rappresentano le nuove leve della camorra e con la loro attività cercavano di riaffermare il dominio territoriale del clan che negli anni '90 è stato protagonista di una sanguinosa faida contro il gruppo rivale dei "Belforte" per il controllo della zona di Caserta e Marcianise.

Dal sito della PdS

NickUSMC
05-09-10, 13: 44
Enna: minacce, rapina ed estorsioni per un anziano, 2 arresti

autovettura della polizia durante un'operazionePer "essere lasciato in pace" è stato obbligato a consegnare il denaro ai suoi due persecutori. L'arresto di due giovani pregiudicati di Enna, fatto, ieri sera, dalla Squadra mobile, ha messo fine all'incubo di un pensionato che i due avevano preso di mira per estorcergli denaro.

I due sono accusati di rapina ed estorsione aggravata e continuata nei confronti di un settantottenne. I due giovani, 10 giorni fa si sono introdotti in casa del pensionato, e coltello alla mano, lo hanno rapinato.

L'uomo non avendo molto denaro con se, in quel momento, è stato obbligato ad andare nella sua abitazione di Enna per consegnare altri soldi. A distanza di qualche giorno a tornare all'attacco è stato solo uno dei due pregiudicati, visto che l'altro era stato arrestato per un'altra vicenda, per chiedere altri soldi al malcapitato ma questa volta ha preteso che questo si recasse in banca a prelevare mille euro.

Un parente della vittima che aveva notato lo strano comportamento del congiunto visto che trafelato era tornato a casa per prendere il libretto di risparmio, ha denunciato l'accaduto alla Polizia.

Gli agenti, controllate le registrazioni della banca, si sono accorti che l'anziano consegnava il denaro al suo aguzzino.

04-09-2010



Ancora una volta congratulazioni alla Polizia di Stato per aver arrestato questa monnezza di gente.

FRANCODUE
13-09-10, 11: 26
Operazione contro le cosche di Crotone

Sono nove le ordinanze di custodia cautelare eseguite questa mattina dalla Squadra mobile di Crotone nei confronti di affiliati ad alcune cosche della zona.

I nove destinatari, di cui alcuni già in carcere, sono accusati di associazione mafiosa, detenzione illegale di armi da fuoco, estorsioni e danneggiamenti nei confronti di imprenditori locali e traffico di sostanze stupefacenti.

Gli arresti di questa mattina sono la continuazione di due operazione "Eracles" e "Perseus", avvenute lo scorso anno, nei confronti dei Papaniciari e Vrenna-Corigliano-Bonaventura.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
21-09-10, 15: 16
PALERMO. Una vasta operazione antidroga della polizia, denominata in codice "Building 8", è in corso dall'alba di stamani tra Palermo, Siracusa, Mazara del Vallo e Roma. Agenti della squadra mobile del capoluogo siciliano stanno eseguendo 18 misure restrittive con l'accusa di traffico internazionale di stupefacenti e detenzione a fini di spaccio. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip Silvana saguto, su richiesta del procuratore aggiunto Maria Teresa Principato e dei Pm Gaetano Paci, Roberta Buzzolani e Maurizio Bonaccorso.
L'indagine è stata avviata oltre 2 anni e mezzo fa dagli agenti della Sezione "Antidroga" della Questura che hanno accertato il coinvolgimento sia di alcune trafficanti già detenuti sia di alcuni insospettabili che svolgevano il ruolo di "corrieri". L'inchiesta della Dda ha inoltre consentito di ricostruire l'intero organigramma criminale dell'organizzazione, con ramificazioni internazionali e rapporti anche con Cosa Nostra. Non a caso tra gli arrestati, figura anche il padre di uno dei due giovani sorpresi dalla Polizia nel covo del boss latitante Gianni Nicchi. Nel corso dell'operazione sono state inoltre sequestrate 7 pistole giocattolo modificate in armi vere, 500 cartucce calibro 9 e 357 Magnum e 2 silenziatori prodotti "artigianalmente".

Dal Sito del GdS

FRANCODUE
23-09-10, 10: 18
Portici: presi gli assassini di Teresa Buonocore

La polizia scientifica sul luogo dell'omicidio di Teresa BuonocorePresi gli autori dell'omicidio di Teresa Buonocore, la 51enne barbaramente uccisa con quattro colpi di pistola, il 20 settembre scorso a Napoli; una vera e propria esecuzione all'interno della sua auto.

Alberto Amendola e Giuseppe Avolio, rispettivamente 26 e 21 anni, sono stati arrestati ieri mattina dagli agenti della Squadra mobile di Napoli con l'accusa di omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, relativo munizionamento e spari in luogo pubblico.

Teresa Buonocore era la mamma della bambina di otto anni violentata da Enrico Perillo. Grazie alla sua testimonianza l'uomo, dal giugno scorso, sta scontando una condanna in primo grado a 15 anni di reclusione nel carcere di Modena. Inoltre la sua famiglia deve pagare una "provvisionale" di 50mila euro.

Amendola, di professione tatuatore, è amico di Perillo e ha pure testimoniato a suo favore durante il processo per pedofilia.

La svolta nelle indagini c'è stata quando gli agenti si sono insospettiti per la denuncia di furto del motorino di Amendola presentata da suo fratello. Era lo stesso utilizzato dai sicari per inseguire la vittima prima di ucciderla. Dallo sviluppo delle indagini è emerso il coinvolgimento del fratello e della moglie di Enrico Perillo, entrambi indagati per omicidio.

In una rimessa per auto della famiglia Perillo gli investigatori hanno trovato e sequestrato un arsenale: 5 pistole, 2 mitra, 2.632 cartucce di vario tipo (perforanti, blindate, a pallettoni), due giubbotti antiproiettile, 18 caricatori, fondine e valigette per armi.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
28-09-10, 10: 22
Spacciavano eroina, anche tra gli adolescenti, attirandoli con il basso costo di una singola dose (20 euro) e facendo leva sulla possibilità di fumarla, evitando l'ostacolo psicologico del buco.

Questa mattina gli agenti della questura di Pistoia, hanno interrotto in modo definitivo l'attività della banda, arrestando 21 persone, 11 albanesi, 8 italiani e 2 tunisini ed eseguendo 6 perquisizioni domiciliari.

Durante l'operazione "Mangiafuoco", iniziata nel marzo dello scorso anno, gli uomini della Squadra mobile avevano già effettuato 14 arresti in flagranza di reato e sequestrato un chilo di eroina.

L'indagine è cominciata quando molti minorenni sono stati trovati in possesso di eroina. Centinaia le cessioni di droga documentate, anche attraverso videoriprese, e identificati circa 80 consumatori, tra cui decine di ragazzi.

Gli investigatori hanno ricostruito la catena del rifornimento dell'organizzazione, alimentata dai membri albanesi, individuando l'intera rete di spaccio dell'eroina nelle città di Pistoia e Montecatini Terme.

Singolare l'attività svolta da due coniugi albanesi, residenti nel centro storico di Pistoia: vendevano decine di dosi al giorno utilizzando la loro abitazione come base di appoggio e servendosi dei due figli di 14 e 16 anni, per effettuare le consegne, soprattutto tra i loro coetanei. Il padre acquistava la droga da vendere e la madre faceva da vedetta sul balcone.

Un centinaio i poliziotti impegnati nell'operazione di questa mattina, coordinata dal Servizio centrale operativo: oltre agli uomini della questura e dei commissariati di Montecatini Terme e Pesci, erano presenti alcune pattuglie del Reparto prevenzione crimine Lazio e gli agenti delle Squadre mobili di Firenze, Pisa, Livorno, Massa Carrara, Siena e Prato.

L'operazione è stata supportata anche da unità cinofile antidroga di Padova e Ancona nonché da un elicottero abilitato al volo notturno dell'8° Reparto volo di Firenze.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
29-09-10, 10: 59
5 fermi per estorsione

Chiedevano una tangente mensile di 20 mila euro i cinque esponenti della cosca Tegano fermati questa mattina dai poliziotti della squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco.

Tra i fermati c'è anche Michele Crudo, di 33 anni, genero del boss Giovanni Tegano arrestato nell'aprile scorso.

Le persone fermate sono accusate di avere attuato una serie di estorsioni ai danni di alcuni imprenditori, tutti non calabresi, impegnati in rilevanti attività economiche a Reggio Calabria.

I cinque, condizionavano l'attività della cooperativa New Labor, con sede a Reggio Calabria, impresa associata al Consorzio Kalos di Brugherio (Milano) ed incaricata da Trenitalia della pulizia dei treni nella stazione di Reggio Calabria.

Il controllo riguardava anche le assunzioni ed i licenziamenti delle maestranze e le relazioni sindacali all'interno dell'azienda.

Fonte sito PdS

FRANCODUE
03-10-10, 19: 36
ROMA - Gli agenti delle Squadre mobili di Roma e Caserta hanno sventato in extremis un clamoroso assalto ad un noto istituto di credito in pieno centro a Caserta. Sette gli «uomini d'oro» arrestati quando erano arrivati a pochi centimetri dal caveau dove erano custoditi preziosi e denaro per diversi milioni di euro. Tra i protagonisti dell'impresa criminale, personaggi molto noti della malavita organizzata romana con un passato di affiliazione o di contiguità con la Banda della Magliana: tra di loro Manlio Vitale, personaggio molto noto alle cronache giudiziarie, vicino al gruppo dei «Testaccini».

CAROTAGGIO - Da mesi gli agenti della Squadra mobile della capitale seguivano i movimenti e gli spostamenti della banda, fino al pomeriggio di ieri quando, con i colleghi della mobile di Caserta, sono intervenuti per evitare un colpo in preparazione da mesi, con la partecipazione dei più noti esperti romani, conosciuti negli ambienti della malavita organizzata come «cassettari». I sette sono stati sorpresi al lavoro mentre effettuavano il carotaggio di una parete in cemento armato. A pochi chilometri dalla banca, in corso Trieste, nel peno centro cittadino, il gruppo aveva una base logistica: un appartamento dove con radio e scanner venivano ascoltate le frequenze delle forze dell'ordine e dove erano custoditi tutti gli attrezzi del mestiere. Tra gli arrestati anche due basisti che avevano individuato l'obiettivo da assaltare: uno de due è un dipendente del Comune di Napoli, addetto al sistema fognario.

CHI E' MANLIO VITALE - Tra i «sette uomini d'oro» - così è stata chiamata l'operazione - arrestati dopo che la polizia ha sventato un assalto al caveau di una banca a Caserta, c'è Manlio Vitale, 61 anni, che veniva considerato uno dei più stretti collaboratori del boss della banda della Magliana Maurizio Abbatino, noto con il soprannome di «Er Gnappa» (piccoletto in romanesco) e amico di Enrico De Pedis detto «Renatino», capo della componente dei «testaccini». Nei primi anni di vita della banda che terrorizzò la capitale fra la fine degli anni '70 e la metà degli anni '80, Vitale, secondo il pentito Abbatino, era soprattutto un acquirente di partite di stupefacenti, che poi smerciava nelle zone dell'Ostiense e della Garbatella, dov'era nato e dove aveva la base operativa. Ma l'attività in cui Vitale era maestro e che gli servì per arrivare ai vertici della banda, era la ricettazione di preziosi. Secondo quanto raccontò Abbatino, Vitale aveva preso parte, l'11 novembre del '77, al sequestro del duca Massimiliano Grazioli. Arrestato nel '78, '80 e '85, secondo un altro pentito, Claudio Sicilia, Vitale fu coinvolto nell'omicidio di un componente della banda, Amleto Fabiani. Il suo nome fu fatto anche per altri due omicidi, quello di un altro appartenente alla banda, Massimo Barbieri, e di una guardia giurata, Umberto Bozzolen, nel corso di una rapina nel 1982. Nel '95 gli furono sequestrati beni per 20 miliardi di lire, tra cui appartamenti in Costa Smeralda, negozi e società a Roma e auto di grossa cilindrata. Latitante per due anni in Corsica, nel 1996 fu estradato in Italia e nel '99 gli fu notificata in carcere l'imputazione di usura perchè continuava da Rebibbia «l'attività» servendosi della moglie e di uno dei figli. Nel 2000 fu accusato di essere uno dei mandanti del furto nelle 147 cassette di sicurezza nel caveau della Banca di Roma della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio nella capitale.

Dal sito del Corriere della Sera.

FRANCODUE
06-10-10, 10: 08
PALERMO. Agenti della squadra mobile di Palermo e dello Sco di Roma hanno arrestato Francesco Arcuri e Giuseppe Auteri in esecuzione di un provvedimento di fermo dei pm della dda Roberta Buzzolani e Ambrogio Cartosio. Arcuri è accusato di associazione mafiosa, Auteri di detenzione illegale di armi con l'aggravante di aver favorito cosa nostra.
I due arrestati a Palermo erano entrambi fedelissimi del boss Gianni Nicchi, finito in carcere dopo una lunga latitanza a Palermo. In particolare Arcuri, 29 anni, sarebbe stato il principale anello di collegamento tra gli uomini d'onore e il capomafia di cui avrebbe gestito anche la latitanza. Arcuri secondo gli inquirenti avrebbe anche tenuto i contatti tra Nicchi e gli esponenti mafiosi degli altri mandamenti. Auteri, 35 anni, era il braccio destro di Arcuri.
Avendo il sospetto di essere controllati dagli inquirenti i due evitavano accuratamente di parlare di argomenti compromettenti per telefono e in auto. Tuttavia, i servizi di osservazione e di pedinamento e le intercettazioni hanno consentito di scoprire i due fiancheggiatori che potevano contare su uomini e alloggi sicuri come dimostra il fatto che, poco prima dell'arresto di Nicchi, la macchina organizzativa della sua latitanza si stava organizzando per fargli cambiare rifugio.

Il gruppo criminale guidato da Arcuri curava anche la raccolta del pizzo e la custodia delle armi. Dalle indagini è emerso che i fiancheggiatori avevano un vero e proprio arsenale: fucili a pompa e a canne mozze e rivoltelle Smith&Wesson, calibro 38 e 44 Magnum.

Dal sito del GdS

Eli113
07-10-10, 22: 12
(ANSA) - PALERMO, 7 OTT - La squadra mobile di Palermo ha arrestato il latitante di mafia Francesco Di Fresco, 53 anni, sfuggito alla cattura dal 1995.

L'uomo era in un appartamento vicino all'ospedale Villa Sofia. Di Fresco, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e distruzione di cadavere, sarebbe affiliato al mandamento di corso dei Mille-Brancaccio. (ANSA).

McTavish
12-10-10, 19: 05
Un duro colpo alla mafia pugliese è stato inferto questa mattina dalla Squadra mobile di Taranto, che ha eseguito 46 arresti su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce.

I capi d'accusa sono tanti: associazione per delinquere di stampo mafioso e finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi ed esplosivi, truffa aggravata, estorsione, intestazione fittizia di beni a fini elusivi della normativa di prevenzione e agevolazione al riciclaggio.

L'operazione "Scarface" è iniziata nell'ottobre 2005, con l'indagine nei confronti del gruppo criminale guidato da Giuseppe Florio, esponente mafioso pregiudicato per usura ed estorsione, tuttora sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.

L'organizzazione si distingueva per un "basso profilo", con investimenti patrimoniali di media portata che consistevano nell'acquisto di esercizi commerciali, a volte intestati a prestanome.

Gli investigatori, nei quasi 5 anni di indagine, hanno evidenziato come in realtà l'attività del gruppo avesse anche lo scopo di riciclare i guadagni di pregresse attività criminali.

Il modus operandi dell'organizzazione criminale era quello proprio dell'associazione di stampo mafioso, con il classico metodo dell'intimidazione, del controllo del territorio, con una struttura piramidale e una serie di attività di riciclaggio.

Per finanziare l'attività della banda si ricorreva spesso a truffe ai danni di istituti di credito e società finanziarie, attraverso l'erogazione di mutui in favore di prestanome che presentavano documentazioni false. Almeno 14 gli episodi accertati dagli investigatori, con ricavi di oltre un milione di euro.

Per l'autofinanziamento venivano utilizzate anche estorsioni nei confronti di piccole attività commerciali come ristoranti, tabaccherie, vivai, rivendite di latticini e società operanti nel campo dell'edilizia.

L'organizzazione aveva la disponibilità di un vero e proprio arsenale consistente in esplosivi e numerose pistole e fucili, utilizzati dagli appartenenti al gruppo.

Gli agenti, con la collaborazione della Guardia di finanza, hanno sequestro beni mobili ed immobili, tra i quali un bar all'interno del padiglione "Vinci" dell'ospedale "Santissima Annunziata" di Taranto, un altro bar situato nel quartiere "Salinella", 3 auto e 2 moto, per un valore complessivo di circa 700 mila euro. In precedenza erano state sequestrate anche alcune quote societarie, diverse unità immobiliari ed un ristorante.

Dal sito PDS

FRANCODUE
14-10-10, 11: 12
Caserta: arrestato il nuovo reggente del clan Schiavone

operazione di poliziaSi nascondeva, sul litorale casertano nell'abitazione di un amico incensurato.

Francesco Barbato, 31 anni alias "'O sbirro", ritenuto dagli investigatori il reggente della fazione Schiavone del clan dei Casalesi, è stato arrestato questa mattina dalla Squadra mobile di Caserta.

Barbato era diventato il principale referente del capo clan della zona e considerato alla guida dei "Casalesi-fazione Schiavone" dopo l'arresto, nei mesi scorsi, di Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco Schiavone detto "Sandokan", considerato a lungo il reggente del gruppo criminale diretto dal padre, in carcere da 12 anni.

Ricercato per associazione di stampo mafioso e per una serie di episodi estorsivi, è considerato, dagli investigatori il mandante dell'omicidio di tre affiliati al clan, autori di uno sgarro fatto a "Sandokan".

Dal sito della PdS

MarinesFan
14-10-10, 22: 04
Striano (Na) – Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di San Giuseppe Vesuviano (Na), hanno arrestato S.P., 62enne napoletano, in esecuzione di un Provvedimento di determinazione di pene concorrenti emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli. L’uomo, pregiudicato per reati di varia natura, tra i quali anche l’associazione di tipo mafioso, è nato a San Giuseppe Jato (Pa), ha vissuto a Napoli e poi si è trasferito a San Gennarello nel vesuviano. Negli ultimi tempi si era trasferito a Striano pensando di poter sfuggire alla cattura. Attualmente era accusato di vari reati contro il patrimonio ed ha causa di un cumulo delle pene è stato condannato ad espiare la detenzione ordinaria di un anno ed un mese ed al pagamento di una multa di 9.911 euro. S.P. stamattina è stato pertanto raggiunto dai poliziotti del Commissariato di San Giuseppe nella sua ultima dimora di Striano, in Via Roma, arrestato e poi condotto alla Casa Circondariale di Poggioreale.

Dal sito della Pds

FRANCODUE
20-10-10, 11: 53
Ndrangheta: catturato “l’artificiere” del clan Lo Giudice

Controlli della Squadra MobileÈ accusato di essere l'esecutore materiale dei recenti attentati contro i magistrati di Reggio Calabria: Antonio Cortese, di 48 anni, l'affiliato alla cosca Lo Giudice è stato arrestato stamattina dai poliziotti della Squadra mobile di Reggio Calabria insieme a quelli del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato.

Il criminale è accusato di aver compiuto gli attentati dinamitardi il 3 gennaio ed il 26 agosto contro la Procura generale e contro l'abitazione del procuratore generale Di Landro e di avere fatto trovare un bazooka il 5 ottobre scorso davanti gli uffici della Direzione distrettuale antimafia.

Cortese, bloccato al confine tra l'Italia e la Slovenia, è ritenuto l'esperto di esplosivi della cosca della 'Ndrangheta Lo Giudice di Santa Caterina, in provincia di Reggio Calabria.

Nei giorni scorsi il boss Antonino Lo Giudice aveva iniziato a collaborare con la giustizia e a riferire, agli agenti, delle responsabilità di Antonio Cortese negli scorsi attentati.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
21-10-10, 10: 57
Napoli: operazione anticamorra con 16 arresti

Operazione di PoliziaSedici arresti tra capi e affiliati del clan Aprea che controllava i traffici illeciti nella zona di Barra alla periferia di Napoli.

All'alba di oggi la polizia ha arrestato 13 uomini e 3 donne con l'accusa di associazione mafiosa e omicidio. Le tre donne arrestate che avevano un ruolo di primo piano all'interno dell'organizzazione, sono tutte sorelle del capo clan Vincenzo Aprea.

Era in carcere ma il boss continuava a farlo comunque.
Vincenzo Aprea, proprio dal carcere ordinò l'omicidio di Francesco Celeste e del quale ne deve rispondere quale mandante.

Durante i colloqui familiari in carcere e attraverso un linguaggio criptico, riusciva ad essere aggiornato circa l'andamento degli affari e impartiva ordini per la risoluzione dei 'problemi'.
Uno scenario che ha fatto scattare per il boss Aprea la richiesta di applicazione del 41bis.

Le sorelle del boss gestivano le casse dell'organizzazione e le piazze dello spaccio. Avevano ruoli e compiti precisi e dopo che i fratelli, ben cinque, sono stati arrestati erano loro, di fatto, a ricoprire il ruolo di capi.

Dal sito della PdS

Commissario
21-10-10, 11: 25
la polizia al sud spacca !! l'nrdangheta e la camorra le sta massacrando la Polizia di stato, certo e' che a Reggio e' da quando e' arrivato Renato Cortese e il procuratore pignatone hanno subito un impennata queste operazioni, forzaa ragazzi !!!

FRANCODUE
29-10-10, 12: 07
Operazione antidroga, 5 arresti e mezzo chilo di cocaina sequestrata

Mezzo chilo di cocaina sequestrata e cinque persone di nigeriane arrestate. È il risultato di un'operazione compiuta stamattina dagli agenti del commissariato San Donato della questura di Torino.

La polizia ha inoltre messo i sigilli a due appartamenti in via Belmonte, a Torino, usati come base dall'organizzazione e ha sequestrato 7 mila euro in contanti, oltre all'attrezzatura necessaria alla preparazione delle dosi di cocaina. La droga era suddivisa in una trentina di ovuli termosaldati in cellophane, un confezionamento riconducibile al trasporto all'interno del corpo umano: la sostanza viene ingerita nel luogo di spedizione, sotto forma di capsule ermetiche, per poi essere espulsa una volta arrivati a destinazione ed elusi tutti i controlli. Gli arrestati sono due donne e tre uomini. Tre di loro sono irregolari sul territorio italiano.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
04-11-10, 12: 04
Sono tutte affiliate al clan camorristico Lo Russo le 50 persone arrestate questa mattina a Napoli dagli uomini della Squadra mobile. Si tratta di capi e gregari dell'organizzazione che controlla i traffici della malavita nei quartieri napoletani di Piscinola, Chiaiano, Miano e Marianella.

I reati contestati sono l'estorsione e l'associazione per delinquere di stampo camorristico e finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Nell'ambito della stessa operazione gli agenti hanno sequestrato beni appartenenti ad alcuni degli arrestati, per un valore complessivo di oltre 60 milioni di euro, tra cui 70 immobili, oltre 30 società, 76 auto e moto e più di cento conti correnti bancari.

Le indagini si sono concluse nel 2009 e in più di tre anni di intercettazioni telefoniche ed ambientali, appostamenti e riprese video sui luoghi dello spaccio, gli investigatori della Polizia hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. Aggiungendo le dichiarazioni di privati cittadini e di alcuni collaboratori di giustizia, sono arrivati agli arresti di questa mattina.

Particolare l'attività di gestione del mercato dell'abusivismo edilizio nella zona di Piscinola e Miano: la Camorra imponeva le proprie imprese edili e pretendeva una tangente da chi voleva realizzare una costruzione abusiva; per garantire la copertura dei lavori, il clan aveva corrotto quattro vigili urbani del comune di Napoli incaricati della repressione dell'abusivismo, tutti arrestati dagli agenti della Squadra mobile.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
05-11-10, 08: 23
Blitz anti-mafia a Bari: oltre 90 arresti
Operazione della polizia contro i clan Stramaglia e Di Cosola, protagonisti di numerosi episodi di sangue

impegnati circa 600 agenti

Blitz anti-mafia a Bari: oltre 90 arresti

Operazione della polizia contro i clan Stramaglia e Di Cosola, protagonisti di numerosi episodi di sangue

MILANO - Un centinaio di ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nella notte dalla Polizia a Bari e in alcuni centri dell'hinterland, nei confronti di 92 esponenti di spicco ed affiliati ai clan Stramaglia e Di Cosola, protagonisti negli ultimi anni di numerosi episodi di sangue per il controllo criminale del territorio. L'operazione denominata «Hinterland» è coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese. Tra le persone arrestate vi sono boss e affiliati ai due sodalizi: tra questi il capoclan Antonio Di Cosola, a cui il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere. I reati contestati a vario titolo sono l'associazione mafiosa, l'associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e numerosi altri reati, alcuni dei quali aggravati dall'aver favorito un'associazione mafiosa. Impegnati nell'operazione circa 600 agenti di polizia che hanno compiuto arresti e perquisizioni anche a Milano, Novara, Udine, Milazzo (Messina), Foggia e Cerignola (Foggia).

DROGA E OMICIDI - Durante le indagini la polizia ha sequestrato circa 40 chilogrammi di sostanze stupefacenti, numerose pistole e due fucili mitragliatori Kalashnikov. Oltre al boss Antonio Di Cosola (già detenuto), il provvedimento restrittivo viene notificato ai due capiclan della famiglia Stramaglia, in 'guerra' con i Di Cosola: Michele Stramaglia (figlio del boss Michelangelo, ucciso in un agguato nel 2009) e Giuseppe Barbetta. Le famiglie Di Cosola e Stramaglia sono state protagoniste negli ultimi anni di numerosi episodi di sangue legati al controllo esclusivo dei traffici di droga sul territorio. Tra gli episodi contestati vi sono anche estorsioni ai danni di imprenditori edili e di titolari di frantoi oleari, incendi e numerosissimi episodi di spaccio di droga. Il provvedimento restrittivo a carico dei 92 indagati è firmato dal gip del tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis, che ha accolto le richieste dei pm inquirenti della Dda Desirè Digeronimo, Elisabetta Pugliese e Francesca Romana Pirrelli.

Dal Corriere della Sera.

FRANCODUE
10-11-10, 11: 21
Operazione “Savignano” , 11 arresti

Gestivano il commercio di eroina nelle provincie di Modena e Bologna: sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Modena. Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti i reati contestati a 11 persone appartenenti ad un'organizzazione criminale composta da cittadini magrebini ed albanesi.

Nel corso delle perquisizioni domiciliari gli agenti hanno trovato tutto l'occorrente per il confezionamento all'ingrosso delle sostanze stupefacenti. L'indagine ha avuto inizio nell'ottobre del 2009, dopo le segnalazioni dei cittadini residenti nelle zone maggiormente interessate dalla presenza di spacciatori e ha portato alla luce l'organizzazione criminale e il sequestro di 19 chilogrammi di eroina.

Dal sito della PdS

GGmax
16-11-10, 13: 12
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/11/16/visualizza_new.html_1700333516.html


complimenti ragazzi!!

FRANCODUE
16-11-10, 15: 36
Mi sembra giusto riportare la notizia per esteso:
Droga: maxi operazione tra la Serbia e la Lombardia, 100 arresti

Veicoli della polizia di Stato impegnati in un'operazione contro la criminalitàDue reti criminali, una nazionale e una internazionale, specializzate nel traffico di stupefacenti sono state azzerate dalla Squadra mobile di Milano, questa mattina, con un'operazione che ha portato l'arresto di 100 persone.

Accusate di traffico internazionale di stupefacenti, le persone arrestate appartengono a più gruppi criminali operanti principalmente nel Nord Italia.

L'attività del primo gruppo criminale si svolgeva tra Milano e le province di Como, Varese, Torino, Biella e Genova, il secondo gruppo, invece, composto per lo più da cittadini serbi, montenegrini e sloveni, prendeva ordini direttamente dai vertici in Serbia ed in Slovenia ed aveva rapporti anche con il Sud America.

L'operazione antidroga, di questa mattina, ha impegnato più di 300 uomini della Polizia di Stato ed è la conclusione di un'indagine durata due anni ed è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano dalla Direzione nazionale Antimafia, dall'Interpol, la Direzione centrale per i servizi antidroga e dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato (Sco).

Dal Sito della PdS.

Sottolineo che la Squadra Mobile di Milano è diretta da Alessandro Giuliano, figlio dell'indimenticato Boris, allora Capo della Squadra Mobile di palermo, vilmente assassinato dalla mafia nel 1979.

Eli113
22-11-10, 22: 12
Acquistavano hashish, marijuana e cocaina sulla piazza di Palermo per spacciare a Messina e nei comuni di Gioiosa Marea e Patti; per finanziare il "business" facevano ricorso anche alle estorsioni.

Questa mattina gli uomini del commissariato di Patti e della Squadra mobile di Messina hanno arrestato 10 membri dell'organizzazione criminale, ponendo fine alla loro attività.
In realtà le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale della provincia siciliana su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, sono 12, ma due dei destinatari erano già stati arrestati, uno è in carcere e l'altro ai domiciliari.

L'accusa per tutti è associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti mentre quattro di loro devono rispondere anche di estorsione aggravata dal metodo mafioso, commessa ai danni del titolare di bar di Patti.

L'indagine, denominata "Storia", dal termine utilizzato degli spacciatori nelle loro conversazioni per indicare le partite di droga, è iniziata nell'aprile del 2009, dopo una serie di sequestri di sostanze stupefacenti avvenuti nella zona.

Gli investigatori, insospettiti dal traffico anomalo, hanno messo sotto controllo i telefoni di alcune persone sospette e alla fine sono riusciti ad ottenere le informazioni necessarie a far emergere l'attività dell'organizzazione criminale e ad effettuare gli arresti di questa mattina.

Gli arresti sono stati effettuati nella provincia di Messina, nei comuni di Patti, San Piero Patti, Castroreale e Gioiosa Marea, anche se due persone sono state fermate a Palermo e Verona dalle rispettive Squadre mobili.

Fonte www.poliziadistato.it

complimenti!

FRANCODUE
25-11-10, 19: 10
Dal sito della Polizia di Stato:

Arrestato uno dei killer del clan dei casalesi

Arrestato questa mattina uno dei killer dei casalesi, Nicola Della Corte, dagli agenti della Squadra mobile di Caserta per omicidio aggravato continuato ed occultamento di cadavere.

Uomo di fiducia di Nicola Schiavone, reggente del clan e figlio di Francesco, alias Sandokan, ha partecipato al triplice omicidio di Giovanni Battista Papa, Modestino Minutolo e Francesco Buonanno, avvenuto l'8 Maggio 2009. I tre furono eliminati, per uno sgarro al clan, dopo essere stati attirati in un tranello.

I corpi di due degli uccisi furono trovati dalla Squadra mobile in un fosso profondo due metri scavato a poca distanza da una scarpata della superstrada Nola-Villa Literno.

Per il triplice omicidio sono stati già arrestati Nicola Schiavone, Roberto Vargas, Francesco Della Corte, divenuto poi collaboratore di giustizia, Eduardo Di Martino e Salvatore Laiso, anch'esso pentito, il cui fratello fu ucciso in 20 aprile di quest'anno per una vendetta trasversale.

FRANCODUE
27-11-10, 11: 41
Nascosti in macchina 42 chili di droga, 2 arrestati

Quaranta chili di hashish e due di cocaina erano nascosti in un pannello ricavato dietro il paraurti posteriore di un'automobile sbarcata dal traghetto proveniente da Napoli e arrivata a Palermo. Questo è quanto trovato dagli agenti della Squadra mobile del capoluogo siciliano quando hanno fermato l'autovettura con a bordo un uomo e una donna entrambi pregiudicati. Francesco Conte, 49 anni e Angela Di Matteo, 59, tutti e due di Quagliano (Napoli), sono stati arrestati stamattina dalla Polizia di Stato perché responsabili di traffico di droga.

La vettura sbarcata era stata segnalata da un anonimo con marcato accento campano che aveva telefonato alla questura di Palermo. I poliziotti hanno individuato l'auto, risultata intestata ad un uomo residente a Monteprandrone (Ascoli Piceno), all'uscita del porto e l'hanno seguita per poi

fermarla in viale Regione Siciliana. La donna ha sostenuto di essere estranea al traffico di droga e di aver chiesto un passaggio all'uomo, incontrato casualmente sulla nave e che gentilmente aveva acconsentito ad accompagnarla all'ospedale "Cervello" dove avrebbe dovuto sottoporsi ad una visita medica specialistica.

dal sito della PdS

FRANCODUE
02-12-10, 11: 02
CALTANISSETTA. Una imponente operazione antimafia e antiracket, condotta dalla polizia, è in corso a Caltanissetta. La squadra mobile sta eseguendo 23 ordini di custodia cautelare in carcere, emessi dal Gip del tribunale, Lirio Conti, su richiesta della Dda nissena.
Sgominata la famiglia mafiosa che da anni imponeva il "pizzo" in città e gestiva alcune aziende tramite insospettabili prestanome.

L'operazione, denominata"Redde Rationem" (resa dei conti), coinvolge "picciotti" ed esponenti locali di Cosa Nostra ma anche alcuni boss delle altre "famiglie" di Gela, Riesi, Mazzarino, Canicattì, Misilmeri, con cui erano in stretto collegamento. Rilevante il contributo fornito alle indagini da sei collaboratori di giustizia.
"L'inchiesta, che è la prosecuzione di un'altra indagine, la "Free Town" - dice il capo della squadra mobile, Giovanni Giudice - ha consentito di delineare gli assetti organizzativi, i legami operativi e gli interessi nei vari settori di attività (in particolare nell'edilizia), della famiglia mafiosa di Caltanissetta, facendo inoltre risaltare lo spessore criminale di alcuni appartenenti alla stessa organizzazione malavitosa".

Dal Giornale di Sicilia.

FRANCODUE
14-12-10, 10: 36
Ennesimo colpo inferto dalla Polizia di Stato alle organizzazioni mafiose. Questa mattina gli uomini della Squadra mobile di Palermo hanno arrestato 62 persone in esecuzione di 63 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale del capoluogo siciliano su richiesta della Direzione distrettuale antimafia; uno è tutt'ora ricercato.

Le accuse sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di droga, porto e detenzione di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati dalla modalità mafiosa.

Gli arresti sono avvenuti nell'ambito della quinta fase dell'operazione "Addio pizzo" che ha messo in ginocchio il folto "esercito" che faceva capo a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, i boss padre e figlio finiti dietro le sbarre nel 2007 e che gestiva a Palermo le estorsioni e il traffico di droga.

Questa ultima fase delle indagini si è sviluppata grazie al lavoro certosino dalla Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile, che ha decriptato i "pizzini" trovati nell'ultimo covo utilizzato dai boss durante la loro latitanza, riuscendo a dare un'identità ai nomi scritti in codice.

In alcuni casi la scientifica è riuscita a ricostruire alcune volontà espresse dai boss estrapolando i dati contenuti nel nastro di una macchina da scrivere utilizzata dai Lo Piccolo, gettato tra i rifiuti perché consumato.

Le indagini si sono avvalse anche della collaborazione dell'associazione antiracket "Addio pizzo" e di molte vittime delle estorsioni che questa volta hanno parlato: dopo aver ammesso di pagare il pizzo, hanno anche indicato quali fossero gli esattori che li intimidivano quando esitavano e ai quali davano il denaro.

L'operazione ha portato complessivamente all'arresto di 184 persone e al sequestro di 15 società con fatturati di alcuni milioni di euro. Sono stati individuati i responsabili di 87 estorsioni, molte delle quali documentate con video, intercettazioni telefoniche ed ambientali, commesse ai danni di alberghi, cantieri nautici, commercianti e imprese edili, alcune delle quali impegnate nei lavori di ristrutturazione dell'aeroporto di Palermo, nella realizzazione di una caserma militare e di un asilo materno.

È stata fatta luce anche sul disegno dei Lo Piccolo di monopolizzare il mercato palermitano del traffico di cocaina, invadendolo con la polvere bianca proveniente dal Sud-America attraverso i porti olandesi.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
18-12-10, 10: 33
Operazione antiracket contro le cosche mafiose

A Natale, Pasqua e Ferragosto passavano per riscuotere 500 euro "una tantum", e spesso pretendevano una tangente del 3 per cento sui lavori presi in appalto dai titolari di un'azienda di impianti elettrici.

Gli estorsori, due uomini di 38 e 48 anni, sono stati arrestati questa mattina a Gela dagli agenti del commissariato e della Squadra mobile di Caltanissetta, al termine dell'inchiesta denominata "Aeolum", che ha impegnato gli investigatori della Polizia dall'aprile 2009 al febbraio 2010. Altri sei estorsori erano già finiti dietro le sbarre per reati analoghi.

Il taglieggiamento durava sistematicamente dal 1999, e gli aguzzini erano, alternativamente, uomini delle famiglie mafiose gelesi di "Stidda" e "Cosa nostra", che avevano raggiunto un accordo per la spartizione del mercato del pizzo sul territorio.

Oltre a chiedere soldi, gli estorsori chiedevano occasionalmente anche forniture e montaggio gratuiti di materiale elettrico per uso personale.

Dopo anni di vessazioni le vittime hanno deciso di collaborare con la Polizia, permettendo agli agenti di documentare l'attività illecita con registrazioni e filmati.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
21-12-10, 11: 10
Arrestato reggente dei casalesi

Arrestato, questa mattina dalla Squadra mobile di Caserta, Sigismondo Di Puorto, 37 anni, considerato il reggente della fazione Schiavone del clan dei Casalesi, dopo l'arresto di Nicola figlio del boss Francesco.
Di Puorto, latitante da un anno, era ricercato per associazione per delinquere ed estorsione.
L'uomo è stato preso in una abitazione in Via Tagliamento a San Cipriano d'Aversa, dopo un'inutile fuga sui tetti.
All'interno della casa dove era ospitato, in una camera da letto, sono stati trovati anche una parrucca, circa 700 euro e due dosi di cocaina.

La famiglia, composta da 5 persone, che aveva ospitato nella sua abitazione il latitante è stata fermata.

Dal sito della Pds

FRANCODUE
24-12-10, 10: 22
Ndrangheta: giù le mani dalla Salerno – Reggio Calabria

La Salerno - Reggio CalabriaLa Polizia toglie le mani della 'ndrangheta dalla Salerno - Reggio Calabria. Questa mattina la Squadra mobile della provincia calabrese, con la collaborazione degli agenti del commissariato di Patti, ha arrestato sei persone, tra cui tre donne. Altri quattro appartenenti al gruppo erano già detenuti in carcere.

Le accuse vanno dall'associazione a delinquere di tipo mafioso all'estorsione e interessano gli affiliati alla cosca della 'ndrangheta dei Bruzzise che opera nella zona di Seminara, frazione di Barritteri (Reggio Calabria).

L'organizzazione imponeva una tangente del 3 per cento ai danni del "Consorzio Scilla" che riunisce le imprese appaltatrici dei lavori di ammodernamento della A3, obbligandoli anche al rifornimento di calcestruzzo dalle loro ditte. La zona dei lavori interessata è il cosiddetto "quinto lotto", compreso tra lo svincolo di Gioia Tauro e quello di Scilla.

L'indagine costituisce il seguito dell'operazione "Cosa mia" che nel giugno scorso portò all'arresto di 42 persone appartenenti alle 'ndrine dei Bruzzise - Parrello.

Il capo indiscusso della 'ndrina era Carmine Bruzzise che, insieme ai fratelli Antonio e Vincenzo, costituiva il vertice della struttura mafiosa. Nonostante fossero già dietro le sbarre, i tre fratelli continuavano a dirigere la cosca attraverso la collaborazione dei parenti che, recandosi spesso ai colloqui, portavano all'esterno direttive ed ordini.

Il ruolo fondamentale di ambasciatrice era svolto da Carmela Carbone, moglie di uno dei fratelli Bruzzise, la quale, dopo aver ricevuto le missive, provvedeva a diffonderle tra i vari affiliati. Anche le altre due donne arrestate questa mattina, Vincenza Surace e Fortunata Bruzzise, avevano un ruolo determinante nel mantenere i contatti tra i membri del gruppo, svolgendo anch'esse la mansione di "postine".

Dal sito della Pds.

FRANCODUE
28-12-10, 12: 02
BRINDISI - Una operazione di polizia nel brindisino ha portato all'esecuzione di 28 provvedimenti di fermo: smantellati i vertici dei clan criminali della provincia, vecchi e nuovi assetti di potere della Sacra corona unita. I fermi sono per associazione per delinquere di stampo mafioso nei confronti di altrettanti elementi di rilievo dell'organizzazione mafiosa salentina. Dieci dei provvedimenti vengono notificati in carcere ad alcuni tra i capi storici della organizzazione, mentre altri 18 vengono eseguiti tra Brindisi, Mesagne, Francavilla Fontana, San Pietro Vernotico e Cellino San Marco.

Nelle indagini, dirette dal procuratore distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, e dal pm brindisino Alberto Santacatterina, sono stati impegnati agenti della squadra mobile della questura di Brindisi, del Servizio centrale operativo e del commissariato di Mesagne della Polizia di Stato. All'esecuzione dei provvedimenti di fermo hanno collaborato anche gli agenti del Reparto prevenzione crimine.

L'operazione si svolge nel giorno in cui a Francavilla Fontana è organizzata una riunione sulla criminalità nell'area brindisina - si terrà alle ore 16 - col sottosegretario all' Interno Alfredo Mantovano, per tre omicidi verificatisi in città negli ultimi due mesi. All'incontro è annunciata la partecipazione del procuratore antimafia salentino, Cataldo Motta, del direttore della Direzione centrale anticrimine, Francesco Gratteri, del vicecapo della polizia e direttore centrale della polizia criminale, Francesco Cirillo, del comandante del Ros, Giampaolo Ganzer, e del comandante del secondo reparto del Comando generale dei carabinieri, Gaetano Maruccia.

Fonte Ansa

FRANCODUE
01-01-11, 10: 38
Operazione di polizia e Interol per mettere le mani su Salvatore Marino, nipote di un boss di Paceco. Condannato per aver sterminato una famiglia nel 2006 a Brescia



TRAPANI. Un latitante condannato all'ergastolo per una strage commessa a Brescia, Salvatore Marino, di 50 anni, nipote del boss mafioso di Paceco (Trapani) Girolamo Marino detto "Mommo 'u nanu'', è stato arrestato nell'isola spagnola di Tenerife. L'operazione è stata condotta dagli agenti della squadra mobile di Trapani, del Servizio centrale operativo e del Nucleo investigativo della polizia penitenziaria in collaborazione con l'Interpol e la polizia locale.
Il ricercato è stato localizzato in seguito alla segnalazione di un agente della polizia penitenziaria, in vacanza nell'isola, che lo ha riconosciuto allertando subito le autorità italiane. Il latitante alloggiava in un residence. Salvatore Marino è uno dei due responsabili del triplice omicidio di Angelo Cottarelli, della moglie Marzenna Topor e del figlio Luca, assassinati nella loro abitazione a Brescia, nell'agosto del 2006, con colpi di pistola e sgozzati con un coltello.

Un massacro compiuto insieme con il cugino, Vito Marino, 44 anni, un imprenditore vitivinicolo figlio del boss, tuttora latitante. I due sono stati condannati all'ergastolo dalla Corte d'appello di Brescia. La strage, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe maturata per uno "sgarro": Vito Marino avrebbe infatti preteso da Angelo Cottarelli la restituzione di ingenti somme di denaro frutto di contributi illeciti percepiti nel settore vitivinicolo.

Una truffa per milioni di euro ai danni della Regione e dell'Unione Europea. L'arresto è stato eseguito attraverso una rogatoria internazionale autorizzata dalla Procura generale di Brescia, che aveva emesso un ordine custodia cautelare in seguito alla condanna all'ergastolo emessa dalla Corte d'Appello il 7 giugno scorso.

Dal Giornale di Sicilia.

FRANCODUE
10-01-11, 10: 48
scoperto traffico di materiale pedopornografico

Utilizzavano Server di aziende, all'oscuro di tutto, per commercializzare materiale pedopornografico. La Polizia postale e delle comunicazioni, in collaborazione con Europol, ha scoperto l'esistenza di un organizzazione criminale che, infettando i server di aziende legali, riusciva a mascherare un commercio illegale.

Il gruppo, si introduceva nei server di siti web di piccole aziende privi di efficaci sistemi di sicurezza con un software del tipo "malware".

Questo programma provvedeva a reindirizzare gli utenti verso siti illegali che ospitavano annunci per la vendita di materiale pedopornografico.

Questa tecnica, chiamata "web masquerating", è venuta alla luce dopo due anni di indagini iniziate dopo la segnalazione di una signora che, navigando per comprare un regalo ai nipoti, si è ritrovata su un sito illegale.
Grazie a questa segnalazione gli investigatori della Polizia postale di Venezia, hanno dato il via all'operazione "Venice Carnival" che ha portato a scoprire un gruppo dell'Est Europa con ramificazioni in tutto il mondo.

Gli agenti hanno inoltre provveduto a ripulire dai virus più di 1.000 server (300 dominii e 700 indirizzi web) sparsi per i cinque continenti.

Le indagini della Polizia proseguono, attraverso il monitoraggio dei flussi finanziari, per individuare i responsabili di questi attacchi ed i clienti del materiale pedo-pornografico.

Dal sito della PdS.

FRANCODUE
14-01-11, 11: 51
Droga, arrestato latitante

Ricercato da alcuni anni per reati legati al traffico di stupefacenti, un genovese di 57 anni è stato arrestato, ieri mattina, dagli agenti del commissariato Romanina, della questura di Roma.

Gli agenti venuti a conoscenza che il pregiudicato, conosciuto nell'ambiente malavitoso con il nomignolo "il piccolo", si trovava in questi giorni nella Capitale e dopo averlo riconosciuto lo hanno pedinato fino alla sua abitazione e poi arrestato.

"Il piccolo" deve scontare una pena di 10 anni di reclusione; nel 2007è stato il capo di una grossa organizzazione criminale che importava ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, hashish e cocaina, dall'estero, soprattutto dalla Spagna.

Tre corrieri che appartenevano alla banda vennero catturati mentre lui e altri due complici riuscirono a scappare in Spagna stabilendo la loro residenza nella Costa del Sol.

Dal sito della PdS.

Frattaz
16-01-11, 11: 45
Droga: 3 arresti per traffico di ketamina

Un traffico di ketamina dall'Emilia Romagna al Veneto è stato scoperto dalla Squadra mobile di Venezia in collaborazione con quelle di Padova e Bologna arrestando tre persone.

Già in più occasioni la Polizia veneziana, aveva fermato decine di giovani frequentatori di discoteche delle province venete, trovandoli in possesso di dosi del potente allucinogeno conosciuto anche come la droga dei rave party.

La Polizia è arrivata ai tre spacciatori seguendo i movimenti di alcuni consumatori: i tre sono stati bloccati con 4 chili di ketamina che venduta a 50 euro al grammo avrebbe fruttato circa 200 mila euro.

ex Sito PS

FRANCODUE
18-01-11, 10: 43
MESSINA. Operazione della polizia a Messina con sette ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti degli esponenti di un'organizzazione accusati di usura, estorsioni e riciclaggio. Gli indagati avrebbero praticato prestiti con interessi fino al 300% servendosi per fare pressioni sulle vittime dell'appoggio di un noto esponente della criminalità locale del clan Mangialupi di Messina. Tra le vittime un noto avvocato messinese che per cercare di restituire il denaro agli usurai ha anche commesso dei reati.

Dal giornale di Sicilia.

Frattaz
19-01-11, 09: 15
Messina: 7 arresti per usura
Applicavano tassi di interessi che arrivavano fino al 300% e minacciavano le loro vittime se non pagavano alla data di scadenza fissata.

Stamattina la Squadra mobile di Messina ha arrestato 7 persone, tutte italiane, responsabili di far parte di un'organizzazione accusata di estorsioni, riciclaggio e usura.

A garantire il "recupero crediti" dalle vittime, a minacciarli e fare pressioni su di loro, erano gli esponenti delclan locale dei Mangialupi e, in particolare, il boss Benedetto Aspri.

Le indagini della Squadra mobile, iniziate nell'agosto del 2008, hanno permesso di accertare che tra le vittime c'era anche un avvocato del Foro di Messina che è stato costretto a commettere reati per poter pagare gli strozzini e per far fronte ai debiti maturati dagli interessi.

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche 2 appartamenti e un'automobile.

Modena: dalla Zisa in trasferta i professionisti delle rapine

In trasferta per commettere rapine nella provincia di Modena. Questo è quanto è stato contestato oggi a sei arrestati dalla Squadra mobile del capoluogo emiliano che, dopo due anni di indagini, hanno ricostruito i movimenti dei rapinatori.

La Squadra mobile ha attribuito alla banda almeno quattro colpi, tre dei quali effettuati in banche di Sassuolo. I banditi sceglievano agenzie bancarie della provincia e attraverso i basisti individuavano le banche più semplici da rapinare.

L'operazione è stata denominata "Zisa" dal quartiere di Palermo dove 4 dei sei arrestati erano nati e cresciuti. La struttura dell'organizzazione era ben regolamentata: due siciliani pregiudicati per rapina, ufficialmente titolari di imprese edili nella provincia di Modena, erano i basisti che effettuavano i sopralluoghi ma non partecipavano all'esecuzione dei colpi. I due "imprenditori" comunicavano poi ad altri due componenti del gruppo residenti a Palermo, tutte le notizie utili per mettere a segno la rapina.

Gli esecutori materiali partivano da Palermo e arrivavano a Modena dove li raggiungeva un terzo complice, un campano pregiudicato ed esperto in rapine residente a Mantova.

Quest'ultimo aveva anche il compito di trovare le macchine da utilizzare per le rapine fornite dal sesto arrestato, un brasiliano residente anche lui a Mantova e da un suo connazionale, sfuggito alla cattura perché tornato in Brasile.


Sito PdS

FRANCODUE
27-01-11, 11: 15
Palermo: 51 arresti per patenti facili

Una sede della motorizzazione civileIn cambio di tangenti alteravano risultati e test, facilitavano il conseguimento delle patenti di guida e favorivano anche il superamento delle revisioni delle auto.

L' operazione, denominata "Easy driver" e iniziata nel 2008, ha preso spunto da alcuni esposti che segnalavano irregolarità commesse da persone appartenenti alla Motorizazzione civile.

Sono 51, tra funzionari pubblici della Motorizzazione civile e titolari di autoscuole, le persone arrestate questa mattina dalla Squadra mobile di Palermo accusate di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e falsità ideologica.

La consegna del denaro, ripresa in un video, avveniva nei modi più svariati: chi dava i soldi al funzionario corrotto facendoglieli passare velocemente nelle mani nel momento del saluto, chi glieli metteva in un cassetto della scrivania e chi in una cartella, c'è stato anche chi ha usato pacchetti di sigarette pieni di banconote.

Non è la prima volta che la motorizzazione di Palermo finisce nell'occhio del ciclone: diversi i casi di corruzione scoperti negli anni passati, anche se per l'entità delle tangenti e per il numero delle persone coinvolte quella di oggi è senz'altro l'operazione più importante.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
30-01-11, 10: 48
Siracusa: latitante da un anno arrestato dalla Stradale

Un arresto eseguito dalla poliziaEra stato condannato per associazione mafiosa e omicidio ed era ricercato dal 14 gennaio 2010, data in cui la Corte d'assise di Catania aveva emesso un ordine di custodia cautelare in carcere.

Marco Conti Taguali è stato fermato la notte scorsa sull'autostrada Siracusa - Catania, nei pressi della galleria San Fratello, dagli agenti della polizia stradale di Lentini, per un normale controllo.

Il 36enne mostrava un evidente nervosismo e ha dichiarato agli agenti di non possedere documenti, fornendo false generalità. Insospettiti dal comportamento anomalo dell'uomo, i poliziotti lo hanno accompagnato nei loro uffici per effettuare degli accertamenti più approfonditi. Non è stato difficile scoprire la sua vera identità, e con essa il fatto che fosse ricercato. Di conseguenza il latitante è stato arrestato e portato in prigione.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
04-02-11, 11: 33
Era il boss emergente della cosca mafiosa che operava nella zona di Piazza Armerina e Aidone, in provincia di Enna. Vincenzo Scivoli è stato arrestato questa mattina dalla Squadra mobile della provincia siciliana.

Insieme al boss sono finiti dietro le sbarre altri quattro elementi di spicco della famiglia di "Cosa nostra" facente capo alla cosca dei Seminara. Una sesta ordinanza di custodia in carcere è stata notificata ad una persona già detenuta.

Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata all'estorsione, aggravata dal metodo mafioso, danneggiamenti, incendi e porto abusivo di armi.

Tra gli arrestati anche Elena Caruso, compagna e braccio destro del boss. La donna aveva un ruolo centrale nell'organizzazione e si occupava personalmente di piazzare bottiglie incendiarie per "convincere" le vittime a pagare il pizzo, che riscuoteva personalmente. Era la numero due del gruppo, pronta a subentrare nel comando qualora fossa accaduto qualcosa al capo.

Proprio l'estorsione ai danni di imprese che eseguivano lavori nella zona era l'attività principale della cosca mafiosa, insieme a una lunga serie di danneggiamenti ed incendi nei confronti di coloro che opponevano qualche resistenza.

L'indagine, denominata "Nerone", ha inizio nell'estate del 2009, quando le operazioni "Green line" e "Old one" decapitarono la famiglia mafiosa di Enna, arrestando i capi dell'organizzazione.

L'improvviso vuoto di potere determinò l'assunzione di un ruolo di primo piano da parte di Scivoli e del suo gruppo, che assunsero il controllo delle estorsioni, assicurando anche il sostegno finanziario ai boss detenuti.

Il primo episodio riconducibile al nuovo corso mafioso è l'incendio di un escavatore di una ditta che stava eseguendo lavori nel quartiere aidonese di San Giacomo. Fu proprio Vincenzo Scivoli, il 31 luglio del 2009, ad appiccare il fuoco, come ha confermato lui stesso in una intercettazione.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
07-02-11, 10: 27
Asti: tentano di rubare matite e colori, i poliziotti gliele comprano

Tentavano di rubare matite e colori dagli scaffali di un supermercato di Asti, ma l'addetto alla sicurezza le ha fermate ed ha avvisato il 113.

Gli agenti si aspettavano le solite "zingarelle" che vivono di furti, invece hanno trovato due ragazzine quasi in lacrime, mortificate per la situazione in cui si trovavano, anche se quei colori non li volevano proprio rubare: "A scuola tutti li hanno - hanno spiegato ai poliziotti della volante - I nostri genitori non li comprano, sono troppo poveri, ma i compagni a volte ci prendono in giro, siamo le uniche a non averli e quando il professore ci dice di disegnare non sappiamo cosa fare".

Compresa la situazione, gli agenti hanno organizzato una colletta con i colleghi, raccogliendo i soldi necessari per acquistare penne, pastelli e colori, regalandoli alle ragazze incredule, che sono comunque state segnalate al Tribunale per i minori di Torino, anche se non imputabili in quanto minori di 14 anni.

Dal sito della PdS

LucaRoberta
07-02-11, 10: 39
Questo dimostra per l'ennesima volta che si è Forze dell'Ordine a 360 gradi. Bisognerebbe vedere se questa notizia abbia lo stesso eco che hanno avuto gli scontri in cui ahimè la Polizia è stata protagonista, a dimostrare la disparità di trattamento

Santissime parole.

FRANCODUE
11-02-11, 10: 50
Francesco Salzano, boss latitante del clan dei Casalesi legato a Francesco Schiavone detto "Sandokan", è stato catturato oggi nella località balneare di Fortaleza in Brasile.
L'arresto è stato eseguito dagli uomini della Squadra mobile di Caserta, dal Servizio centrale operativo(Sco) in collaborazione con l'Interpol e la polizia federale brasiliana.
Salzano, sfuggito all'arresto nel giugno del 2010, è accusato di tre omicidi, associazione per delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio ed estorsione.
Francesco Salzano viveva in un albergo sul lungomare di Fortaleza i servizi di appostamento hanno consentito di catturare il latitante mentre beveva tranquillamente un caffè in un bar vicino al suo albergo.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
22-02-11, 15: 33
Un traffico internazionale di sostanze stupefacenti è stato scoperto dalla questura di Salerno che stamattina, ha eseguito 24 ordinanze di custodia cautelare di cui 3 già in carcere e 3 ai domiciliari.

Gli arresti sono stati eseguiti nelle città di Salerno, Napoli, Torino e Cosenza. Gli agenti della Squadra mobile sono riusciti a smantellare un'organizzazione criminale che riforniva il mercato salernitano della droga, in particolar modo con la cocaina.

L'operazione di questa mattina prende avvio dall'operazione "Last Minute", avvenuta nel novembre scorso, che aveva portato in carcere già 15 persone per importazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

La successiva attività d'investigazione, dopo gli arresti di novembre, ha permesso di individuare altre persone implicate nel traffico tra cui anche diversi corrieri internazionali.

Nel corso dell'indagine sono state effettuate 30 perquisizioni domiciliari nelle quali sono stati sequestrati oltre 4 chili di cocaina, un chilo di hashish, 5 pistole ed è stato effettuato il sequestro preventivo di 5 auto e 3 motocicli.

La droga che serviva a rifornire il territorio della Piana del Sele, veniva importata dall'Argentina ma l'approvvigionamento poteva, occasionalmente, arrivare anche dal "mercato" torinese e napoletano.


Dal sito della Pds

FRANCODUE
01-03-11, 10: 47
Genova: rapine con pestaggio, 5 arresti

Picchiavano selvaggiamente le loro vittime per rapinarle: cinque persone, tra sudamericani e africani, tra questi due minorenni di 17 anni, in gran parte appartenenti alla banda dei ''Los Diamantes'' sono stati arrestati questa mattina dalla squadra mobile di Genova.
Dalle indagini è emerso che i cinque fanno parte di un'organizzazione criminale specializzata in rapine a ignari passanti.
Le vittime, dopo essere state individuate, venivano aggredite alle spalle, trascinate a terra e picchiate con violenza.
Negli ultimi tre gli episodi contestati, avvenuti a gennaio tra il centro storico cittadino e la periferia le vittime hanno tutte riportato lesioni.
In particolare, nell'ultimo episodio, il più violento, la persona aggredita ha riportato ferite guaribili in una ventina di giorni.

Dal sito della PdS

ale66
01-03-11, 14: 43
Devo dire che questo tipo di criminalità mascherata da bande latino americane mi sta iniziando a preoccupare, il branco quando si muove diventa pericoloso , mi auguro che i pur ottimi colleghi delle città del Nord stiano già adottando le necessarie precauzioni.

FRANCODUE
07-03-11, 10: 27
Bologna: 70 chili di droga sequestrati nell'operazione "Los Ceibos"
panetti di cocainaSettanta chili di cocaina sequestrati e quattro persone arrestate.

È il bilancio di un'operazione delle Squadre mobili delle questure di Bologna e Piacenza che hanno smantellato un'organizzazione di narcotrafficanti sudamericani, attivi fra il nord Italia e l'Ecuador.
La Polizia di Stato, in collaborazione con i Carabinieri di Milano, ha arrestato 4 persone, un italiano lo scorso gennaio e tre ecuadoregni tra cui una donna, a capo del traffico di droga.
La donna gestiva il traffico di decine di chili di droga tra l'Italia e l'Europa e aveva il suo quartier generale a Milano.
L'operazione denominata "Los Ceibos" prende il nome da una nota cittadina portuale dell'Ecuador da dove si muovano consistenti partite di droga che arrivano anche sui mercati europei. Gli investigatori sono riusciti a infiltrarsi nel gruppo criminale attraverso agenti sotto copertura che hanno utilizzato una finta ditta di import-export di frutta e verdura con tanto di sito web.
Grazie a questo stratagemma gli investigatori sono riusciti ad agganciare l'organizzazione di trafficanti e a ricostruire la struttura e i movimenti della banda.
La droga sequestrata nel corso dell'operazione è stata in parte intercettata nel porto di Genova Voltri e in parte in un porto tedesco; quest'ultimo carico era destinato a San Pietroburgo in Russia. La droga viaggiava all'interno di vani motore di containers refrigerati contenenti pesce congelato o frutta.

Dal sito della PdS

NickUSMC
07-03-11, 12: 42
Bologna: 70 chili di droga sequestrati nell'operazione "Los Ceibos"
panetti di cocainaSettanta chili di cocaina sequestrati e quattro persone arrestate.

È il bilancio di un'operazione delle Squadre mobili delle questure di Bologna e Piacenza che hanno smantellato un'organizzazione di narcotrafficanti sudamericani, attivi fra il nord Italia e l'Ecuador.
La Polizia di Stato, in collaborazione con i Carabinieri di Milano, ha arrestato 4 persone, un italiano lo scorso gennaio e tre ecuadoregni tra cui una donna, a capo del traffico di droga.
La donna gestiva il traffico di decine di chili di droga tra l'Italia e l'Europa e aveva il suo quartier generale a Milano.
L'operazione denominata "Los Ceibos" prende il nome da una nota cittadina portuale dell'Ecuador da dove si muovano consistenti partite di droga che arrivano anche sui mercati europei. Gli investigatori sono riusciti a infiltrarsi nel gruppo criminale attraverso agenti sotto copertura che hanno utilizzato una finta ditta di import-export di frutta e verdura con tanto di sito web.
Grazie a questo stratagemma gli investigatori sono riusciti ad agganciare l'organizzazione di trafficanti e a ricostruire la struttura e i movimenti della banda.
La droga sequestrata nel corso dell'operazione è stata in parte intercettata nel porto di Genova Voltri e in parte in un porto tedesco; quest'ultimo carico era destinato a San Pietroburgo in Russia. La droga viaggiava all'interno di vani motore di containers refrigerati contenenti pesce congelato o frutta.

Dal sito della PdS

Operazione incredibile.. complimenti agli agenti sotto copertura e alla Polizia.

FRANCODUE
09-03-11, 10: 59
Il fiuto di Charlie scopre 11 chili di droga

Grazie all'aiuto di "Charlie", il poliziotto a 4 zampe del reparto cinofili della Polizia di Stato, gli agenti della questura di Roma hanno sequestrato 11 chili di droga, arrestato uno spacciatore e un altro è stato invece denunciato.
Questo è il risultato del blitz della notte scorsa nel quartiere San Basilio, nella periferia est di Roma, condotto dai poliziotti del commissariato della zona.
La droga era stata lasciata in strada, davanti al bar del quartiere, nascosta all'interno di un sacchetto di plastica arancione. Questo era il nascondiglio convenuto tra il pusher ed i tossicodipendenti che dovevano solo prelevare la dose pattuita dalla busta, dopo averla pagata personalmente al fornitore.
Il sacchetto è stato trovato dagli agenti nascosto sotto alcuni sassi: al suo interno c'erano 9 dosi di marijuana, pronte per lo spaccio. A poche centinaia di metri, seduti all'interno di un veicolo, gli investigatori del commissariato San Basilio, hanno notato 2 ragazzi che stavano osservando preoccupati l'arrivo della polizia. I due giovani sono stati controllati e nelle tasche di uno dei due, romano non ancora ventenne, gli agenti hanno trovato 2 mila euro in banconote di vario taglio.
Durante il controllo della polizia, Charlie ha mostrato un certo "interesse" per l'interno del veicolo, senza però trovare nulla. Gli accertamenti sono continuati nell'appartamento di uno dei due ragazzi dove sono state trovate alcune bustine trasparenti con residui di sostanze stupefacenti. Il fiuto di Charlie è stato determinante però nel trovare il luogo dove veniva la droga veniva confezionata per lo spaccio: davanti alla porta il pastore tedesco ha iniziato a grattare insistentemente. All'interno i poliziotti hanno trovato, sopra un tavolo di plastica, cocaina e marijuana suddivisa in oltre un centinaio di dosi e decine di panetti di hashish. C'erano anche 2 bilancini di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi, coltelli e alcuni sacchetti vuoti, uguali a quello trovato in strada.
Il ragazzo è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Un altro notevole quantitativo di sostanza stupefacente è stato trovato dagli agenti nel palazzo dove abita il 21enne, fermato in auto in compagnia dell'arrestato. All'interno di una cantina nel piano sotterraneo, in disuso e con la porta aperta, gli agenti hanno trovato e sequestrato 7 chili di marijuana, custoditi in una borsa sportiva. Il 21enne è stato denunciato in stato di libertà.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
15-03-11, 10: 42
Roma: 8 arresti e 8 chili di droga sequestrati

Una pianta di marijuanaCocaina nascosta nel vano della bombola a gas, hashish in un pacchetto di sigarette, 570 euro in contanti nascosti nel cassetto della biancheria, e in cucina, in mezzo alle pentole, un bilancino di precisione e tutto il necessario per confezionare le dosi.
È il risultato della perquisizione effettuata nell'appartamento di una famiglia romana, padre e madre 53enni e figlia di 29 anni, che per arrotondare avevano organizzato l'attività di spaccio. I tre sono stati arrestati questa mattina, al termine delle indagini svolte dagli uomini del commissariato San Basilio di Roma, con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I poliziotti, sempre attenti ai minimi cambiamenti che avvengono nella zona di loro competenza, erano stati insospettiti dall'insolito via vai di tossicodipendenti nel forno gestito dal capo famiglia. I sospetti si sono rivelati fondati dopo la perquisizione nell'appartamento della famiglia, in via Pollenza.
Gli agenti dello stesso commissariato, nei giorni scorsi, avevano già sequestrato 1,2 chili di marijuana divisa in dosi e arrestato un altro spacciatore romano.
Sono quattro trafficanti di droga albanesi invece quelli arrestati dagli agenti del commissariato Viminale per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Facevano parte di un'organizzazione attiva sulla Capitale, prevalentemente nei fine settimana, quando la richiesta di droga subisce un'impennata.
Anche questa operazione è nata dall'attività di monitoraggio svolta quotidianamente nelle strade dagli uomini della polizia, che hanno notato alcuni pregiudicati magrebini incontrarsi con gli albanesi, che arrivavano a Roma il venerdì sera.
Si vedevano sempre in un bar vicino alla stazione Termini per poi effettuare la consegna della droga in un palazzo di via Cipriano Facchinetti.
Quando il meccanismo della fornitura è stato chiaro, gli agenti hanno organizzato l'irruzione nel palazzo durante l'ennesima consegna, sorprendendo due corrieri albanesi di 22 anni con circa 2 chili di marijuana.
Nella loro abitazione i poliziotti hanno trovato e arrestato gli altri due trafficanti, uno di 33 anni e l'altro di 27, che avevano con loro altri quattro chili della stessa sostanza, oltre a 500 grammi di hashish e 900 euro in contanti.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
16-03-11, 11: 19
Scacco alla 'Ndrangheta: 34 arresti a Reggio Calabria

Un blitz della poliziaAncora un duro colpo inferto dalla polizia alla 'Ndrangheta con l'arresto di 34 tra capi ed appartenenti alla cosca "Longo" di Polistena (Reggio Calabria), attiva nell'hinterland della piana di Gioia Tauro.
Il capo del gruppo criminale, Vincenzo Longo, destinatario della trentacinquesima ordinanza di custodia cautelare, era già stato arrestato lo scorso luglio nell'ambito dell'operazione "Crimine", ma continuava ad impartire le direttive per la cosca attraverso i colloqui con i suoi familiari, che gli erano succeduti al comando.
Questa mattina, al termine dell'operazione "Scacco matto", gli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Polistena, coordinati dal Servizio centrale operativo, hanno rintracciato i membri dell'organizzazione criminale e li hanno arrestati; le accuse sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, danneggiamenti ed infiltrazione in appalti pubblici ed attività economiche.
Sequestrati beni mobili ed immobili appartenenti alla famiglia dei Longo e ad altri membri della cosca: due ville, capitali sociali e conti correnti di imprese ed aziende, tredici attività commerciali con sede a Polistena, Fondi (Latina) e Roma, tra cui locali notturni, aziende edili e una società di investigazione privata; il valore stimato dei beni è di oltre 30 milioni di euro.
I tentacoli della cosca si erano estesi fino al Lazio, attraverso un'azienda edile di Fondi alla quale era stato fatto vincere un appalto proprio a Polistena.
Nel corso delle indagini gli investigatori hanno ricostruito la storia della famiglia Longo, inizialmente legata a quella dei Versace e resasi poi autonoma e dominante nel territorio dopo gli omicidi dei fratelli Antonio e Michele Versace, avvenuti nel 1991.
Da allora è avvenuta la crescita costante del gruppo criminale che controllava, nel suo territorio, il settore delle estorsioni e dell'usura, coinvolgendo anche imprenditori e commercianti, reinvestendo i profitti in molte attività economiche.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
18-03-11, 10: 12
Smantellata rete mondiale di pedofili online, 184 arresti in 15 paesi

Pedopornografia onlineErano gli intellettuali della pedofilia e avevano come scopo principale quello di sostenere e divulgare, in tutto il mondo, l'ideologia in favore dei rapporti sessuali con i minori.
L'operazione "Rescue", condotta dalla Polizia postale di Catania, in collaborazione con l'Europol, ha permesso di smantellare la più grande rete internazionale di pedofili online, arrestandone 184 in tutto il mondo, compreso un italiano.
Gli investigatori hanno indagato 670 persone in Australia, Belgio, Canada, Grecia, Islanda, Italia, Olanda, Nuova Zelanda, Polonia, Romania, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti, identificando 230 bambini vittime di abusi.
I pedofili diffondevano le loro idee e coinvolgevano adepti attraverso la rete internet.
L'associazione Meter di Don Fortunato Di Noto, nel 2007 ha segnalato alla Polizia postale etnea che, all'interno di un sito olandese di pedofili, c'era un forum dedicato al proselitismo.
In una delle piazze virtuali del sito, denominata la "stanza italiana", gli iscritti si dichiaravano "sostenitori del pensiero pedofilo" e si scambiavano notizie relative al sesso con minori, davano consigli su come adescare i bambini, raccontavano i loro incontri sessuali e indicavano dove poter trovare su internet, foto e video pedopornografici.
Ogni anno, a giugno, festeggiavano la "giornata dell'orgoglio pedofilo" accendendo una candela blu per tutta la durata della celebrazione.
Su mandato della Procura distrettuale di Catania, gli agenti della Postale hanno svolto due anni di indagini "sotto copertura", monitorando il sito e identificando tre italiani, tra cui l'amministratore e il creatore del forum.
L'indagine italiana si è incrociata e coordinata con quella dei colleghi inglesi del Ceop (Child exploitation and online protection, l'organo della polizia britannica deputato al contrasto della pedopornografia) ed ha avuto impulso dopo l'arresto del gestore del sito da parte della polizia olandese. I dati informatici acquisiti e analizzati dall'Europol hanno permesso ai singoli paesi di individuare gli utenti iscritti al sito che contava oltre 70 mila membri.
La Polizia postale ha identificato le altre 15 persone italiane iscritte al forum, attraverso le intercettazioni telefoniche e telematicche nei loro confronti.
Gli indagati, ritenuti responsabili di divulgazione di materiale pedopornografico e apologia di reato, sono impiegati, professionisti, studenti, un pensionato, un seminarista e un allenatore di basket per bambini. Hanno un'età media di 30 anni e nei loro confronti sono scattate perquisizioni in 14 città italiane.
Uno di loro, un 24enne studente di Reggio Calabria, è stato arrestato per produzione di materiale pedopornografico: nel suo computer sono state trovate immagini di abusi su un bambino, che in seguito è stato identificato: ha otto anni e risiede in Sicilia.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
19-03-11, 10: 45
Falsi biglietti online per la beatificazione di Papa Wojtyla

Vendeva online a 166 euro più iva i biglietti per la messa di beatificazione di Papa Wojtyla, programmata per domenica 1 maggio a Roma in piazza San Pietro, cerimonia che invece sarà ad accesso libero e gratuito per il pubblico.
Un cittadino americano residente a Campagnano (Roma), già conosciuto ai poliziotti dell'Ispettorato Vaticano come intermediatore di affari e guida turistica priva di autorizzazione, è stato denunciato dalla polizia postale, a seguito di una denuncia trasmessa dalla Prefettura pontificia.
L'offerta in questione è stata pubblicata sul sito www.vaticancitytours.com registrato negli Stati Uniti, ma le indagini svolte dalla polizia delle comunicazioni hanno portato a individuare il cittadino americano. Durante la perquisizione domiciliare sono stati trovati la sim telefonica pubblicizzata sul sito quale contatto telefonico per l'Italia, biglietti di ingresso gratuiti per le udienze del Santo Padre, 15 personal computer, 11 chiavette usb di memoria. All'interno di una cassaforte, aperta da specialisti dei vigili del fuoco, sono stati trovati 21 proiettili per i quali il cittadino americano è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Tivoli per detenzione illegale di proiettili tipo guerra.

dal sito della Pds

FRANCODUE
07-04-11, 19: 46
È stato arrestato a Africo, in provincia di Reggio Calabria, Santoro Favasuli, affiliato alle cosche di San Luca della 'Ndrangheta e ricercato dal 3 febbraio 2005 con l'accusa di omicidio. I poliziotti della Squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Siderno l'hanno trovato nascosto in un vano ricavato all'interno della cucina della sua stessa abitazione. Al nascondiglio, dove erano state sistemate due telecamere per controllare i movimenti delle forze dell'ordine, si accedeva spostando un mobile.

Favasuli, inserito nella lista dei cento latitanti più pericolosi, deve scontare una condanna definitiva a 30 anni di reclusione per l'omicidio di Antonio Giorgi, ucciso nell'ottobre del 2005 a San Luca (Reggio Calabria).

Quel delitto fu una delle cause che provocarono la ripresa della faida di San Luca tra le famiglie Nirta-Strangio da un lato e Pelle-Vottari dall'altro. La guerra a San Luca cominciò il 10 febbraio del 1991 per uno scherzo di carnevale. A innescare la furia omicida che negli anni a venire avrebbe provocato decine di vittime fu uno scherzo mal riuscito: un banale lancio di uova tra due gruppi di ragazzi nella piazza del paesino dell'Aspromonte, sfociato in rissa. Il 14 febbraio del 1991 scattò l'agguato: Francesco Strangio, 20 anni, e Domenico Nirta, 19, vennero uccisi; Giovanni Luca Nirta e il fratello Sebastiano rimasero feriti. Da quel momento in poi la faida fece un numero impressionante di vittime.

Tra i fatti di sangue che hanno segnato questa terribile storia, l'omicidio, nel gennaio 2005, di Salvatore Favasuli, responsabile Domenico Giorgi. Il giorno di Natale dello stesso anno venne freddata sotto casa Maria Strangio, 33 anni, moglie di Giovanni Nirta, considerato uno dei capi della cosca omonima. Nella sparatoria rimasero ferite altre tre persone: Francesco Colorisi, 23 anni, Francesco Nirta, 32 anni, e un bambino di cinque anni. Durante il funerale della donna solo il pronto intervento delle forze dell'ordine evitò l'ennesima sparatoria.

La scomparsa di Maria Strangio - evento eccezionale nelle faide della 'Ndrangheta dove le donne sono ricoperte da un alone di "sacralità" - ha generato la tremenda reazione della cosca Nirta-Strangio che ha avuto il culmine nella strage in Germania, a Duisburg, il 15 agosto 2007 nei pressi del ristorante "Da Bruno".

Dal sito della Pds

FRANCODUE
09-04-11, 12: 00
Preso Michele Puzio, latitante della camorra

Un arresto della Squadra mobile di NapoliNel luglio dello scorso anno era sfuggito alla maxi retata della polizia che portò all'arresto di 54 affiliati al clan camorristico dei "Moccia".
Questa mattina gli uomini della Squadra mobile di Napoli hanno chiuso il cerchio intorno a Michele Puzio, detto "Michelino".
L'uomo è stato arrestato in una villa bunker di Afragola, protetta da un sofisticato sistema di videosorveglianza a circuito chiuso, all'interno della quale era stata ricavata un'intercapedine che portava a un locale diventato l'abitazione del ricercato.
Puzio, 47 anni, era al vertice del clan "Moccia" quale reggente per la zona di Casoria (Napoli) ed era inserito nell'elenco dei cento latitanti più pericolosi; era ricercato per associazione di tipo mafioso, usura, estorsione e impiego di beni di provenienza illecita.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
16-04-11, 18: 37
Reggio Calabria, presi mandanti ed esecutori degli attentati ai Magistrati.

Le rivelazioni del boss pentito della 'Ndrangheta Nino Lo Giudice hanno permesso agli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco di eseguire questa mattina l'arresto di quattro persone accusate delle intimidazioni ai danni del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, e del procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone.
Lo Giudice, pochi giorni dopo l'arresto avvenuto lo scorso anno, si autoaccusò della progettazione e dell'ideazione degli attentati rivelando i nomi degli affiliati alla sua cosca incaricati dell'esecuzione tra cui anche il fratello Luciano.
Furono tre le intimidazioni compiute lo scorso anno ai danni di magistrati di Reggio Calabria di cui sono accusati i quattro affiliati alla 'Ndrangheta.
Il primo attentato fu messo in atto il 3 gennaio contro la sede della Procura generale con una bomba fatta esplodere davanti al portone.
Il secondo attentato risale al 26 agosto e fu compiuto contro l'abitazione di Di Landro.
Anche in questo caso di fronte alla casa fu collocato un ordigno.
L'ultima intimidazione risale al 5 ottobre, giorno in cui fu collocato un bazooka davanti agli uffici del Dda, diretta dal Procuratore Giuseppe Pignatone.
Le intimidazioni sono state una reazione della cosca dopo l'arresto di Luciano Lo Giudice, uno dei capi del gruppo criminale, arrestato nell'ottobre del 2009 con l'accusa di usura e a cui furono anche sequestrati beni per 15 milioni di euro.
Antonino Lo Giudice si rivolse ai magistrati, chiedendo loro di intercedere dopol'arresto del fratello ma alla risposta negativa la cosca avviò la strategia degli attentati.
Dal sito della PdS

FRANCODUE
20-04-11, 09: 19
'Ndrangheta: ancora arresti nel clan Lo Giudice

Dodici persone sono state arrestate stamattina dalla Squadra mobile di Reggio Calabria con l'accusa di fare parte del clan di 'Ndrangheta dei Lo Giudice, considerato l'artefice degli attentati contro la magistratura reggina dello scorso anno.
I 12 criminali, arrestati su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione di armi comuni e da guerra, rapina e intestazione fittizia dei beni.
Sono state le testimonianze di tre collaboratori di giustizia facenti parte dell'organizzazione - Maurizio Lo Giudice, Roberto Moio e Consolato Villani - e quelle del capoclan Antonino Lo Giudice a rendere più precise le indagini. In particolare la collaborazione di Antonino Lo Giudice, che attualmente si trova in carcere, ha permesso di risalire ai nomi dei possibili responsabili degli attentati compiuti l'anno scorso contro i magistrati di Reggio Calabria.
Gli arresti di questa mattina seguono quelli della settimana scorsa a carico di altri quattro affiliati al clan Lo Giudice, accusati di essere responsabili degli attentati contro il procuratore generale di Reggio Calabria e di aver rivolto minacce al procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia reggina.
Nel corso dell'operazione di oggi sono stati sequestrati anche beni immobili per circa 3 milioni di euro. Tra i beni sequestrati ci sono appartamenti e attività commerciali tutte situate nella città dello Stretto e riconducibili alla cosca dei Lo Giudice.

Dal Sito della PdS

FRANCODUE
23-04-11, 15: 32
Da due anni polizia e carabinieri erano sulle sue tracce ma era sempre riuscito a sfuggire ai blitz delle forze dell'ordine. Questa mattina però Francesco Campana, ritenuto il capo indiscusso della malavita pugliese è stato arrestato nel corso di un'operazione delle Squadre mobili di Brindisi e Lecce ad Oria, in provincia di Brindisi.
L'arresto rappresenta "Il colpo definitivo alla Sacra Corona Unita" dichiara il questore di Brindisi Vincenzo Carella che aggiunge: "Campana, durante la latitanza, ha continuato a reggere le fila dell'organizzazione attiva nelle zone di Brindisi e Mesagne in tante attività criminali, a partire dalle estorsioni e gravi intimidazioni".

dal sito della PdS

guardiagpg
23-04-11, 20: 14
complimenti alle squadre mobili di brindisi e lecce!!!!!

FRANCODUE
26-04-11, 08: 45
La polizia ha arrestato a Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, Vincenzo Schiavone (classe 1974), considerato il cassiere del clan dei Casalesi ed inserito nell’elenco del Viminale dei 100 latitanti più pericolosi. Il fermo è avvenuto durante la notte di Pasqua. L’operazione è stata coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco) ed eseguita dagli uomini della squadra mobile di Avellino e del commissariato di Sant’Angelo dei Lombardi. Schiavone era ricercato dall’ottobre del 2008, quando era sfuggito all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. I principali capi d’imputazione a carico di quello che viene considerato il cassiere dei Casalesi sono associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione pluriaggravata, ricettazione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco. Il boss è stato bloccato all’interno di una clinica dove si trovava ricoverato.

Personaggio di spicco del gruppo del clan dei Casalesi che fa capo a Francesco Schiavone, soprannominato ‘Sandokan’, era latitante dal 2008. E’ ritenuto non soltanto un killer del gruppo, ma anche contabile ed organizzatore delle estorsioni per conto del clan. Nel 2008 riuscì a sfuggire alla cattura, ma la polizia sequestrò il suo computer nel quale era annotata l’intera contabilità del clan, compresi i nomi di tutti gli imprenditori e commercianti che venivano sottoposti a taglieggiamento. Vincenzo Schiavone è soprannominato “o copertone”, per la sua abitudine di “firmare” gli omicidi, dando fuoco al cadavere della vittima, accanto al quale ammassa copertoni d’auto.

Da il Fatto Quotidiano.

alpacinn
26-04-11, 11: 34
franco ma metti anche qualche operazione più avvincente.....tipo rapine sventate...... risse........ scippatori buttati a terra dopo un bell'inseguimento mozzafiato! delle operazioni classiche anti-mafia oramai si è riempito il topic :) che per fortuna proseguono con alta professionalità.

FRANCODUE
26-04-11, 11: 48
Beh le operazioni di "ogni giorno" penso che non facciano molta notizia.
Per questo cerco di postare quelle più significative.

FRANCODUE
02-05-11, 10: 34
'Ndrangheta: catturato latitante

Sfuggito all'arresto la scorsa estate in una maxioperazione contro la 'ndrangheta, il latitante Francesco Crivaro è stato arrestato, questa mattina, dalla Squadra mobile di Sondrio e quella di Milano.
Crivaro, 48 anni, è indagato per associazione mafiosa e reati in materia di stupefacenti. Il latitante sarebbe responsabile, inoltre, del racket delle estorsioni che si sono verificate nella zona del comasco negli ultimi anni.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
03-05-11, 08: 18
Catturato il boss Mario Caterino,
numero due del clan dei Casalesi
Agli agenti ha detto: «Prima o poi doveva succedere»
Latitante dal 2005, si nascondeva a Casal di Principe
Caterino prima della latitanza


CASERTA - Come ogni boss che si rispetti Mario Caterino non aveva lasciato, e forse mai l'aveva fatto, la sua città: Casal di Principe, lì dove la Mobile di Caserta gli ha stretto le manette ai polsi. Latitante dal 2005, Caterino, soprannominato «'a botta», è considerato il numero due nella gerarchia già falcidiata dagli arresti del clan camorristico dei Casalesi. Si nascondeva in via Toscanini, una zona tranquilla della cittadina dell'agro Aversano, in casa di un insospettabile cui era possibile accedere solo dal giardino attraverso cui sono entrati gli agenti coordinati dai pm Antonello Ardituro, Giovanni Conzo e Raffaello Falcone della Dda di Napoli. Esponente del gruppo che fa capo al boss Francesco «Sandokan» Schiavone, attualmente detenuto, Mario Caterino era considerato fino ad oggi il numero due del «cartello» dopo Michele Zagaria, primula rossa dell'organizzazione criminale dall'alto di una latitanza che dura da ormai 16 anni.

Dalsito della PdS

Elite
03-05-11, 20: 53
Le mani dei boss su Marina di Gioiosa Ionica: arrestati il sindaco e tre assessori.

Il link: http://www.newnotizie.it/2011/05/03/ndrangheta-marina-di-gioiosa-in-mano-consegnata-alla-cosca-mazzaferro-arrestato-il-sindaco/

FRANCODUE
11-05-11, 10: 22
Rapine in banca: 5 arresti a Milano

operazione di poliziaErano specializzati in rapine in banca e operavano nelle province di Milano, Como, Lodi e Svizzera. Cinque persone, 4 italiani e 1 spagnolo, sono state arrestate stamattina dalla Squadra mobile di Milano.
I criminali, due dei quali già detenuti ad Oren, in Svizzera, per possesso illegale di armi, sono accusati di rapina, contraffazione e detenzione di documenti falsi. In particolare gli arrestati sono gli autori della rapina compiuta il 27 ottobre 2009 a Rozzano (Milano) nella filiale di Banca Intesa, che fruttò più di 180 mila euro.
Le indagini sono partite da una rapina messa a segno alla fine del 2009 in una filiale, sempre di Banca Intesa, che si trova all'interno dell'Istituto dei tumori di Milano.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
13-05-11, 12: 00
Preso "Peppe u' montanar", pericoloso latitante del Gargano


Stanotte, durante un'operazione compiuta dalle Squadre mobili di Foggia e Bari, dai poliziotti del Servizio centrale operativo e del commissariato di Manfredonia, il criminale è stato arrestato in una zona montagnosa del Gargano.
Gli agenti lo hanno trovato con una pistola calibro 9 e con due caricatori. Aveva inoltre 5 mila euro in contanti. Si nascondeva in un casolare nella frazione di Rozzano, alla periferia di Monte Sant'Angelo (Foggia). Pacilli non ha avuto il tempo di reagire perché i poliziotti lo hanno immediatamente bloccato.
Giuseppe Pacilli, detto "Peppe u' montanar", era evaso dagli arresti domiciliari nel 2008 dopo essere stato condannato ad una pena di 11 anni. Accusato di associazione mafiosa ed estorsione, l'arrestato è considerato l'elemento di vertice della cosca Libergolis, potente famiglia coinvolta nella faida del Gargano contro il clan Romito; una guerra iniziata per questioni di abigeato e poi trasformatasi in una lotta per il controllo del territorio.
Giuseppe Pacilli era il braccio destro del boss Franco Libergolis, catturato lo scorso anno dopo un periodo di latitanza. Dopo l'arresto del capo del clan, Pacilli aveva assunto, via via, un ruolo di leader all'interno del clan; gestiva il settore delle estorsioni che colpivano pesantemente le piccole e medi imprese dell'area garganica.
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni si è congratulato con il capo della Polizia per aver assicurato alla giustizia questo pericoloso latitante. I complimenti da parte del Ministro sono stati estesi a tutti i poliziotti che hanno compiuto l'operazione.

Dal sito della PdS

Eli113
18-05-11, 11: 06
GELA (CALTANISSETTA) - Vasta operazione antimafia contro le cosche mafiose di Gela che avrebbero proiettato i propri interessi criminali in alcune zone del Nord Italia tra la Sicilia, la Lombardia e la Liguria. La polizia sta notificando 63 ordinanze cautelare in carcere, firmate dal Gip di Caltanissetta su richiesta della Dda, nei confronti di esponenti di spicco dei clan Rinzivillo ed Emanuello. Sono accusati, a vario titolo, di estorsione, associazione mafiosa, traffico internazionale di sostanze stupefacenti, incendi, detenzione e porto di armi. L'indagine è stata condotta dallo Sco e dalle squadre mobili di Caltanissetta, Varese e Genova, due province del Nord Italia dove le cosche gelesi si sarebbero insediate da tempo. Nell'ambito dell'operazione, denominata in codice 'Tetragona', sono stati anche sequestrati appartamenti, ville e società edili, per un valore di oltre 10 milioni di euro. Gli affiliati delle due cosche, da tempo in lotta tra loro per il predominio mafioso, erano inoltre coinvolti in un traffico di cocaina importata da Santo Domingo. I proventi illeciti venivano reinvestiti in immobili ed imprese commerciali nel Nord Italia. Sono state infine accertate numerose estorsioni nei confronti di imprenditori del settore edile e di titolari di esercizi commerciali.

Delle 63 ordinanze di custodia cautelare, 36 sono state notificate in carcere a persone già detenute. Tra gli arrestati anche un dipendente del Comune di Gela, Angelo Camiolo, ritenuto uomo di fiducia del clan Emmanuello e vicinissimo all'ex reggente, Crocifisso Smorta, ora collaboratore di giustizia. L'impiegato comunale avrebbe avuto il compito di informare la cosca sugli appalti banditi dal Comune di Gela e successivamente di riscuotere il 'pizzo' dagli imprenditori che effettuavano i lavori.

Le indagini, durate tre anni, hanno permesso di svelare la complessa realtà di Cosa nostra di Gela e le sue ramificazioni nel varesotto e a Genova riconducibili ai Rinzivillo e agli Emmanuello. Le due famiglie rivali erano entrambe legate al capomafia della provincia di Caltanissetta Piddu Madonia, catturato nel 1992. Dopo la morte del boss Daniele Emmanuello, nel 2007, i Rinzivillo tentarono di riconquistare la leadership, approfittando della momentanea instabilità al vertice di Cosa nostra. Il clan sarebbe riuscito a infiltrarsi nel Nord Italia, in particolare nella zona di Busto Arsizio, grazie a imprenditori gelesi compiacenti e ad alcuni affiliati rimasti in libertà. Proprio sull'asse Gela-Busto Arsizio la famiglia Rinzivillo sarebbe riuscita a reimpiegare i proventi illeciti, provenienti in particolare dal traffico di stupefacenti, finanziando attività imprenditoriali del settore edile. Nel corso delle indagini è emerso come gli uomini d'onore trasferitisi al Nord continuassero a mantenere contatti con la cosca contribuendo all'assistenza dei detenuti e delle loro famiglie, e partecipando alle decisioni di Cosa nostra. Un capitolo a parte riguarda le estorsioni messe a segno dai due clan. Ben 15 imprenditori hanno collaborato con la giustizia denunciando intimidazioni e richieste di pizzo. Sono stati inoltre ricostruiti decine di episodi estorsivi, dalla classica 'messa in regola', all'imposizione di materiale da acquistare presso aziende 'amiche', all'assunzione di personale. Le indagini, infine, si sono avvalse della collaborazione di diversi pentiti appartenenti alla Stidda e a Cosa nostra

Ansa.it

FRANCODUE
21-05-11, 10: 02
Truffe alle assicurazioni: 19 arresti

Denunciavano finti incidenti per ottenere risarcimenti dalle assicurazioni. Un'organizzazione criminale nigeriana è stata scoperta dalla Squadra mobile di Treviso che ha eseguito 19 arresti, questa mattina, in diverse città italiane: Venezia Padova, Rovigo, Bologna e Pesaro.
Per tutti l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni delle assicurazioni. L'indagine della Polizia, iniziata tre anni fa, ha preso in esame incidenti stradali nei quali erano coinvolti gli indagati, ed è stato accertato che le assicurazioni vittime della truffa hanno subito in pochi anni un danno pari a oltre 10 milioni di euro.
Erano cinque le "menti" che studiavano a tavolino le strategie per fare gli incidenti ed essere sempre dalla parte della ragione facendo così ricadere la responsabilità su altri. Vittime erano soprattutto donne sole in auto o anziani, i nigeriani spesso usavano frenare di colpo con l'auto provocando così un tamponamento. In ospedale poi non andava un solo immigrato, ma spesso tre o quattro, tutti a lamentarsi del danno fisico subito.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
23-05-11, 11: 27
Latina: arrestate sette persone per tentato omicidio

Operazione della Squadra mobile di Latina contro il clan Rom Ciarelli-Di Silvio, protagonista negli ultimi mesi di gravi delitti nella provincia.
Le sette persone arrestate questa mattina sono accusate di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi da sparo, danneggiamento, incendio e minacce gravi.
Le indagini, attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali di conversazioni tra gli indagati nella lingua Rom, hanno consentito di individuare tutti i responsabili del tentato omicidio di Alessandro Zof, avvenuto a Latina il 7 aprile 2010.
Le investigazioni hanno evidenziato, inoltre, come il legame tra le due famiglie serviva a sottomettere tutta la città ai loro traffici illeciti e come per evitare condanne non esitavano a minacciare i testimoni.


Dal sito della PdS

FRANCODUE
31-05-11, 10: 43
Quattro minorenni sudamericani, tra i 16 e 17 anni, sono stati arrestati dagli uomini delle volanti della questura di Genova che ieri sera, intorno alle 23, sono intervenuti davanti alla stazione di Brignole.
I teppisti, uno dei quali appartenente alla gang dei Vatos Locos, stavano selvaggiamente picchiando, con cinghiate e sprangate, un 40enne italiano, procurandogli molte ferite e un grave ematoma cerebrale.Per loro l'accusa è di tentato omicidio.
L'uomo era seduto su una panchina dei giardini insieme a una coppia di romeni ed è stato punito per essere intervenuto in difesa dei due stranieri, oggetto di minacce da parte della banda.
La vittima dell'aggressione è stata ricoverata in ospedale nel reparto di rianimazione.
Quello di Genova non è un episodio isolato. Tre giorni fa due ragazze di Bologna sono state affidate ad una comunità per minori a causa dell'ennesimo atto di bullismo commesso con una baby gang.
"Non ho tempo da perdere. Tanto sono minorenne, non potete farmi nulla". Questo è quanto ha detto agli agenti una 15enne fermata nel capoluogo emiliano insieme ad una 14enne, con l'accusa di aver aggredito, con altri teppisti tra i 13 e i 15 anni, due ragazzine appena uscite da scuola per rapinarle di un ipad, ritrovato nella camera di una delle due bulle.
Le vittime furono accerchiate dal branco e ad una fu strappato lo zaino dal quale una delle ragazze tirò fuori un peluche e un diario, gettandoli a terra e colpendo con uno schiaffo la giovane che cercava di raccogliere le sue cose. Alcuni passanti intervennero, bloccando due degli aggressori, ma la capobanda si mise a gridare, fingendo di essere lei quella aggredita e permettendo ai compagni di fuggire.
Più tardi le due ragazze furono fermate dai poliziotti di quartiere e portate in questura.
In realtà l'aggressione, avvenuta il 28 marzo scorso, era una sorta di prova di forza che una delle bulle doveva sostenere per dimostrare di essere degna di appartenere ai "Bolognina worriors", la baby gang alla quale gli investigatori della Squadra mobile di Bologna attribuiscono almeno dieci episodi di violenza gratuita contro anziani, donne, disabili e coentanei. Teppisti senza scrupoli che per le loro azioni scelgono sempre persone apparentemente deboli e indifese.
Il giudice, nella motivazione dei provvedimenti emessi a carico delle ragazze, ha parlato di "propensione a delinquere" e "pericolosità sociale", e se la permanenza in comunità non dovesse essere sufficiente, per loro si aprirebbero le porte dell'istituto minorile.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
03-06-11, 11: 47
Manipolavano gli incontri di calcio anche alterando con calmanti le bevande messe a disposizione dei calciatori.
Sedici persone, tra cui ex giocatori di serie A, calciatori di serie minori ancora in attività e dirigenti di società sono stati arrestati, questa mattina, dalla Squadra mobile di Cremona.
Una vera e propria "organizzazione criminale" nella quale ognuno aveva specifici compiti e ruoli; infatti, dalle indagini, è emerso che gli arrestati avrebbero fortemente condizionato, negli ultimi mesi, il risultato di alcuni incontri dei campionati di serie B e di Lega Pro truccando le partite per poi scommettere sul risultato traendone dei vantaggi economici.
L'inchiesta nasce dalla denuncia fatta dalla squadra della Cremonese che lo scorso anno ha assistito ad un episodio stranissimo: 5 giocatori al termine della partita si sono ritrovati intontiti e addirittura un giocatore non si ricordava di aver giocato.
L'operazione, coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco), ha avuto la collaborazione delle questure di Bari, Como, Bologna, Rimini, Pescara, Ancona, Ascoli Piceno, Ravenna, Benevento, Roma, Torino, Napoli e Ferrara.
Tra gli arrestati vi sono anche titolari di agenzie di scommesse e liberi professionisti.
Nel corso dell'operazione sono state eseguite anche una serie di perquisizioni domiciliari, in alcune ricevitorie e negli studi di alcuni commercialisti.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
06-06-11, 10: 48
È durata più di due anni l'indagine condotta dalla Squadra mobile di Roma e dalla Dea (Drug enforcement administration) statunitense, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia della Capitale, che ha portato all'arresto di 66 persone in tutto il mondo e al sequestro di oltre una tonnellata di cocaina e 46 chili di eroina, nonché beni per un valore di oltre 10 milioni di euro.
Sequestrate anche ville di lusso e attività commerciali realizzate con i proventi dal traffico delle sostanze stupefacenti.
L'operazione "Fire & Ice" ha fatto emergere l'attività di un'organizzazione criminale specializzata nel traffico internazionale di droga, e nel riciclaggio del denaro sporco, per un giro d'affari di oltre 2 milioni di euro l'anno.
La droga, prevalentemente cocaina purissima, arrivava dalla Colombia trasportata all'interno di colli con doppio fondo che viaggiavano su voli di linea. Parte dei proventi venivano "ripuliti" attraverso circuiti bancari, anche nello stato di San Marino, dove sono stati sequestrati tre conti correnti per un valore di oltre 1,5 milioni di euro.
Il resto dei soldi tornava in Colombia tramite corrieri che trasportavano ingenti somme in contanti, all'interno di trolley, passando da Libia e Germania. A volte il denaro veniva lasciato in deposito presso alcuni immobili ed alberghi della Capitale per poi essere trasportato a destinazione. La polizia in alcuni casi ha intercettato consegne con oltre 400 mila euro in banconote.
Per delineare i particolari dell'organizzazione criminale è stato necessario infiltrare al suo interno agenti sotto copertura italiani e statunitensi, che, insieme all'analisi dei tracciati bancari, pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di ricostruire la filiera del riciclaggio lungo la rotta Roma-Colombia-Boston.
Complessivamente sono state tracciate ed intercettate 122 utenze di telefonia, di cui 50 attivate con gestori italiani, 34 in Colombia e le altre in Repubblica Dominicana, Venezuela, Argentina, Spagna, Costarica e Brasile. Intercettate anche 8 utenze di posta elettronica.
Il filone italiano dell'indagine ha portato all'arresto di 14 persone e al sequestro di oltre 220 chili di cocaina pura, suddivisa in panetti nascosti sotto alcune statuine di gesso e vari strati di polistirolo, nel sottofondo di due bauli depositati presso l'aeroporto di Fiumicino, pronta per essere ritirata. Una volta tagliata e suddivisa in dosi, la droga avrebbe fruttato sul mercato dello spaccio, circa 2 milioni di euro.
A capo del ramo italiano dell'organizzazione c'era un 58enne commerciante romano di abbigliamento, proprietario di una villa con due piscine ai Castelli romani, ma ufficialmente nullatenente, mentre un altro membro era titolare di un maneggio nella zona di Monterotondo.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
08-06-11, 11: 23
Gli elementi di un gruppo camorrista emergente, attivo nella provincia di Caserta, soprattutto a Maddaloni e a San Nicola La Strada, conosciuti come i "Sartana", è stato arrestato dalla Squadra mobile della provincia campana nell'operazione "Wild West".
Estorsione, detenzione illegale di armi, ricettazione e spaccio di sostanze stupefacenti sono i reati contestati al gruppo criminale con a capo i due fratelli Michele e Vincenzo Ferraro conosciuti anche per essere i nipoti del più noto camorrista Andrea Ferraro, detto "Sartana", rimasto ucciso qualche anno fa in una guerra tra clan.
Le estorsioni erano commesse ai danni di imprenditori edili. All'operazione hanno preso parte anche il Reparto prevenzione crimine con l'aiuto di militari dell'esercito.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
16-06-11, 11: 02
Un'associazione di tipo mafioso composta in prevalenza da ucraini con collegamenti con cosche della 'ndrangheta, é stata scoperta dalla squadra mobile di Catanzaro.
Sono 6 gli arresti che gli uomini della polizia hanno eseguito questa notte per associazione mafiosa, estorsione, sfruttamento della prostituzione e reati in materia di armi e droga mentre altri quattro sono ricercati.
Le estorsioni erano commesse ai danni di ucraini, con minacce ed attentati anche con l'uso delle armi per acquisire il controllo del trasporto di merci e passeggeri sul percorso stradale Italia - Ucraina.
Il gruppo gestiva anche lo sfruttamento della prostituzione e il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
L'indagine, iniziata l'anno scorso, ha accertato che le cosche lasciavano campo libero al capo dell'organizzazione nella gestione de i traffici illeciti; in cambio utilizzavano il gruppo per compiere azioni illegali.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
22-06-11, 11: 51
Bologna: reclutavano ragazze da internet per farle prostituire

Contattavano ragazze via internet proponendo loro appartamenti in affitto a Bologna e poi le inducevano a prostituirsi.
La polizia ha arrestato questa mattina due persone, di 55 e 35 anni, per reclutamento, induzione e sfruttamento della prostituzione.
L'indagine della squadra mobile è iniziata a ottobre quando una delle ragazze (ne sarebbero coinvolte almeno 13) ha denunciato uno degli sfruttatori alla trasmissione televisiva "Le Iene".
I due uomini che non si conoscevano, attraverso internet e inserzioni sui giornali reclutavano studentesse che avevano bisogno di un alloggio o di un lavoro a cui proponevano di prostituirsi facendosi dare il 30 per cento degli incassi.
È stata una minorenne reclutata dal primo uomo che ha permesso con le sue dichiarazioni di scoprire anche il secondo che aveva messo in piedi la stessa attività illecita.
L'uomo del servizio televisivo che ha continuato a sfruttare le ragazze anche dopo essere stato scoperto, aveva l'abitudine di stare in una delle stanze dell'appartamento mentre le ragazze si prostituivano in modo da controllare che tutto andasse per il meglio.


Dal sito della PdS

FRANCODUE
29-06-11, 11: 14
Camorra: riscuotevano lo stipendio dal clan dei Casalesi, 5 arresti

Prendevano lo stipendio dal clan dei Casalesi: 5 persone, fra cui anche tre donne, sono state arrestate dagli agenti della Squadra mobile di Caserta, la scorsa notte, nell'ambito del seguito dell'operazione denominata "Spartacus" che, nel settembre 2008, aveva portato alla cattura di 103 affiliati al clan dei Casalesi-Schiavone.
I due uomini arrestati erano gli "esattori" del clan e le tre donne finite in manette, le mogli di affiliati alla cosca di Casal di Principe.
Le indagini, partite in seguito al sequestro del libro mastro del clan nell'abitazione di Vincenzo Schiavone, hanno accertato l'esistenza di una cassa comune, alimentata con le attività estorsive, che serviva a sostenere economicamente gli affiliati e i familiari di quelli detenuti.

Dal sito della PdS

Raijin
30-06-11, 21: 01
"Sono arrivati i panini". Era questo uno dei messaggi in codice che utilizzavano gli spacciatori per avvertire i clienti che la droga era arrivata.
L'organizzazione criminale che gestiva lo spaccio all'ingrosso e al dettaglio nei quartieri sud di Catanzaro, costituita prevalentemente da appartenenti alla comunità rom, da anni stanziale in città, è stata smantellata dagli uomini della questura.
L'indagine, condotta dalla Squadra mobile della provincia calabrese, è stata conclusa questa mattina con la collaborazione dei Carabinieri che hanno arrestato 13 dei 38 appartenenti alla struttura specializzata nel narcotraffico, mentre gli altri sono stati ammanettati dagli uomini della questura. L'accusa è per tutti di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L'operazione "Chiosco" è stata avviata grazie agli sviluppi di un'altra indagine relativa ad una rapina commessa nell'agosto 2009 in un negozio di abbigliamento.
Le intercettazioni telefoniche interessarono anche alcuni membri della banda di spacciatori che, con le loro conversazioni, fecero scoprire i traffici illegali dell'organizzazione.
Gli spacciatori si rifornivano di cocaina, eroina e cobret (un composto ottenuto dalla lavorazione dell'eroina che si assume per inalazione) sulla piazza di Reggio Calabria e in Campania, distribuendo la droga ad altri spacciatori o direttamente ai consumatori finali.
Considerando l'etnia della maggior parte dei membri della banda e la zona in cui avveniva il rifornimento e si effettuava lo spaccio, l'attività illecita non sarebbe stata possibile senza aver stretto accordi con le altre organizzazioni criminali consolidate da tempo nel reggino.
La vendita avveniva direttamente nelle abitazioni dei rom, nel quartiere Aranceto, dove mogli e figli minori erano in attesa delle "ordinazioni". Anche le altre vie del quartiere e un chiosco bar della zona (da cui il nome dell'operazione) erano abituali luoghi in cui avveniva la distribuzione delle sostanze stupefacenti.
I clienti arrivavano a colpo sicuro, infatti venivano avvisati telefonicamente con delle comunicazioni in codice: cd, lampadina, macchina, cosa urgente, cipolla, sono solo alcuni dei termini utilizzati per riferirsi alla droga.
Per ogni cliente l'organizzazione incassava da 500 a mille euro al mese, realizzando notevoli guadagni che venivano in parte reinvestiti nell'acquisto di altra droga.

Dal sito della Polizia di Stato

FRANCODUE
03-07-11, 10: 00
Firenze: in carcere 4 rapinatori con l'operazione "Last travel"

Viaggiavano da Palermo a Firenze dove mettevano a segno rapine alle banche ritornando subito dopo a casa con il bottino. Ieri le indagini si sono concluse e gli agenti del commissariato di Empoli e della squadre mobili di Firenze e di Palermo hanno bloccato gli autori di 5 rapine avvenute dal settembre 2010 al giugno 2011 facendo fare ai 4 rapinatori "l'ultimo viaggio", in carcere.
Gli investigatori hanno ricostruito l'attività della banda dopo l'ultima rapina avvenuta il 20 giugno a Vinci (Fi); concentrati i sospetti su due pregiudicati siciliani, questi sono stati intercettati a Palermo mentre scendevano dal traghetto partito da Napoli poche ore dopo aver commesso la rapina.
Addosso avevano 25 mila euro, circa un quarto del bottino ottenuto con la rapina. Le ulteriori indagini hanno permesso di individuare gli altri due autori delle rapine. Tutti sono stati sottoposti ad una "individuazione fotografica" da parte di impiegati e clienti della banca che li hanno riconosciuti.
Gli arrestati sono stati anche incastrati grazie allo studio dei tabulati telefonici dei cellulari che hanno usato e che provano che erano nella zona della rapina al momento in cui è avvenuta.
Lo studio del modus operandi dei quattro ha poi fatto ritornare l'attenzione degli inquirenti su altre 4 rapine, identiche nella tecnica adottata, commesse sempre nella provincia di Firenze; le immagini delle telecamere hanno dimostrato che i tratti fisiognomici corrispondono sempre a quelli dei 4 arrestati che avevano eletto la provincia fiorentina a "terra di rapine".

Da sito della PdS

Raijin
05-07-11, 06: 23
Mille codici clonati di carte di credito sono stati scoperti e 26 persone sono state arrestate, questa mattina, dalla polizia Postale di Pescara. Sono tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata alla clonazione e indebito utilizzo di carte di credito.Le indagini della Polizia sono partite dopo alcuni accertamenti fatti in alcuni negozi per lo strano utilizzo di alcune carte di credito clonate.
Gli investigatori hanno scoperto che i componenti della banda si procuravano i codici delle carte tramite gli "skimmer" (apparecchiature elettroniche installate sugli sportelli bancomat); poi trasferivano i dati su delle carte falsificate e dotate di banda magnetica.
Le nuove carte di credito venivano usate in esercizi commerciali, con la compiacenza dei proprietari dei negozi, in particolar modo a Roma, Napoli, e nelle province di Teramo, Bari e Foggia.
I mille codici di carte di credito clonate recuperati dalla polizia Postale sono risultati essere emessi soprattutto da istituti di credito americani, cinesi, giapponesi ed europei.


Dal sito della Polizia di Stato

FRANCODUE
06-07-11, 10: 59
Attacchi informatici: denunciati 3 hacker di "Anonymous"

Alcuni esponenti di rilievo della cellula italiana di "Anonymous", il gruppo hacker che negli ultimi mesi ha organizzato e condotto numerosi attacchi informatici ai danni di siti web istituzionali e di aziende, sono stati identificati e denunciati dagli uomini del Centro nazionale anticrimine informatico della polizia postale (Cnaipic).
Sono 15 le persone denunciate e 32 le perquisizioni effettuate su tutto il territorio nazionale e in Svizzera, con l'aiuto della polizia cantonale ticinese; decine di computer sequestrati. Tra i denunciati ci sono anche 5 minorenni, il più piccolo dei quali ha 15 anni: uno di questi aveva il compito di fare i cosiddetti "penetration test", cioè verificare la reale possibilità di portare a compimento le azioni.
Gli attacchi realizzati dal gruppo sono stati decine a partire almeno da gennaio scorso e sono proseguiti fino a ieri quando Anonymous ha colpito il sito dell'Agcom. Gli indagati sono accusati di accesso abusivo e danneggiamento al sistema informatico e interruzione di pubblico servizio.
Enormi i danni sino ad oggi provocati alle istituzioni ed alle aziende, che una volta colpite dall'attacco informatico non sono più in grado di erogare i normali servizi agli utenti e devono sostenere grosse spese per ripristinare i sistemi.


Dal sito della PdS

FRANCODUE
12-07-11, 10: 42
Arrestate, nella notte, 41 persone dalla polizia nelle città di Bologna, Ascoli Piceno, Milano, Roma, Teramo e Lecce per associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina.
Le Squadre mobili di Bologna e Ravenna hanno arrestato 13 afgani e fermati altri 4, mentre la Squadra mobile di Lecce ha messo le manette ad altri 18 stranieri tutti accusati di "smuggling" (tratta di esseri umani) in Italia e all'estero.
L'operazione, coordinata dal Servizio centrale operativo, è il frutto di una serie di indagini nate in seguito al consistente aumento dei flussi migratori registrati a maggio dell'anno scorso.
Le migliaia di immigrati che l'organizzazione criminale faceva arrivare clandestinamente in Italia, erano ''in costante pericolo di vita'' per le modalità con cui avvenivano i viaggi, sia quelli verso l'Italia che quelli dal nostro Paese verso gli altri stati europei.
L'attività investigativa ha evidenziato come i migranti attraverso dei referenti in Turchia, Libia ed Egitto, raggiungevano le coste italiane.
In particolare venivano utilizzate imbarcazioni di medie dimensioni per approdare direttamente in Puglia, Sicilia e Calabria; in altri casi tramite tappa forzata in Grecia, gli immigrati venivano imbarcati su traghetti di linea diretti in Italia ai porti di Ravenna, Ancona o Bari, nascosti anche all'interno di rimorchi.
Una volta arrivati in Italia trovavano una rete capillare di connazionali che si occupava di ospitarli in abitazioni fino a quando non veniva organizzato il viaggio in piccoli gruppi verso altre destinazioni come Germania, Svizzera, Danimarca, Austria, Francia e Belgio.
I clandestini, soprattutto pachistani, iracheni e afghani, venivano trasportati fino al confine tedesco o francese con auto e pulmini noleggiati, oppure tramite tir o treni. La città di Bologna era diventata lo snodo principale per coloro che erano diretti verso i Paesi del Nord Europa.

Dal Sito della PdS

Raijin
12-07-11, 17: 06
Avevano la loro base operativa in Bulgaria, a Sofia ma clonavano bancomat in mezzo mondo.Sono 60 i bulgari arrestati oggi che appartenevano a due distinte bande criminali che avevano i propri interessi in Europa, Stati Uniti e Africa.
In Italia sono 8 gli arrestati mentre in Bulgaria i criminali in manette sono stati 46; altri due sono stati presi negli Stati Uniti dal Secret Service, due in Spagna uno in Polonia ed uno in Germania.
Le indagini sono partite da Trani grazie all'individuazione da parte della polizia postale di Bari, di alcuni cittadini bulgari specializzati nella manomissione di sportelli bancomat; grazie a questo sistema venivano catturate ed illegalmente riutilizzate centinaia di carte elettroniche.
La stima degli investigatori che hanno proceduto al sequestro di beni immobili e denaro, parla di un giro di affari di circa 15 milioni di euro.
Gli accertamenti investigativi sono stati possibili anche grazie al coordinamento del Servizio polizia postale e delle comunicazioni che ha attivato la rete Europol all'Aja e ha garantito i contatti con i servizi di polizia e le autorità giudiziarie stranieri.


Dal sito della Polizia di Stato

FRANCODUE
14-07-11, 11: 37
Blitz nella notte fra Campobello di Licata, Cattolica Eraclea ed Agrigento. In cella dieci persone vicine al capomafia preso dopo 11 anni di latitanza
AGRIGENTO. Dieci ordinanze di custodia cautelare, firmate dal gip e richieste dalla Dda di Palermo, sono state eseguite stanotte dalla squadra mobile di Agrigento fra Campobello di Licata, Cattolica Eraclea ed Agrigento. Si tratta di fiancheggiatori dell'ex numero uno di cosa nostra Giuseppe Falsone, arrestato, dopo 11 anni di latitanza, a Marsiglia a fine giugno dello scorso anno.

Dal Giornale di Sicilia.

Raijin
15-07-11, 16: 47
Era un giro di usura con un centinaio di vittime, tra cui medici, imprenditori, commercianti e personaggi dello spettacolo quello sgominato dalla Squadra Mobile di Roma.
Le indagini, in corso da quasi due anni, hanno permesso di ricostruire l'impressionante giro di affari che ruotava prevalentemente intorno alla famiglia di Sergio DE TOMASI. che si può quantificare in movimentazioni di denaro per oltre 100.000 euro a settimana.
Sono attualmente in corso perquisizioni anche presso locali pubblici, ristoranti, circoli e attività commerciali.
I particolari saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.30 presso la Procura della repubblica di Roma.

Dal sito della Polizia di Stato

Raijin
20-07-11, 12: 46
Arrestato questa mattina, dalla squadra mobile di Catanzaro, Giuseppe Giampà ritenuto il capo dell'omonima cosca di Lamezia Terme.
Giampà e altri tre esponenti di spicco della 'ndrangheta sono finiti in manette per estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa ai danni di due imprenditori impegnati nella realizzazione di importanti complessi edilizi a Lamezia.

Le indagini sono state avviate dalla polizia a seguito di una serie di intimidazioni ed attentati compiuti in città negli ultimi tempi e successivamente si sono sviluppate grazie alla collaborazione delle vittime.

Dal sito della Polizia di Stato

Raijin
21-07-11, 13: 33
Era da poco tornata da una crociera in Brasile la barca a vela di 14 metri sulla quale gli uomini della Squadra mobile di Milano hanno trovato e sequestrato ieri 300 chili di cocaina purissima, divisa in panetti da 1 chilo.L'imbarcazione era stata tirata in secco in un cantiere di Rio Marina, sull'Isola d'Elba, e al momento del sequestro a bordo non c'era nessuno. La notte scorsa gli investigatori hanno fermato sull'isola sei persone, tutte italiane, ritenute responsabili dell'importazione della droga, mentre una settima è stata fermata a Milano.
L'indagine della Mobile, conclusa con la collaborazione degli agenti del commissariato Sesto San Giovanni e degli uomini della questura di Livorno, è iniziata più di un anno fa ed è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo.
L'attività degli investigatori ha preso spunto dall'analisi di intercettazioni telefoniche svolte nell'ambito del contrasto al traffico internazionale di droga; le indagini successive, effettuate anche con intercettazioni ambientali, appostamenti e pedinamenti, hanno portato gli investigatori a conoscenza del carico di cocaina proveniente dal Sud America e destinato ad essere smistato sui principali mercati italiani.

Dal sito della Polizia di Stato

FRANCODUE
22-07-11, 11: 15
Il campione del mondo di calcio del 1974, il tedesco Gerhard Muller, oggi accompagnatore del Bayer Monaco si era allontanato, senza ragione, nella notte di domenica dall'albergo di Trento dove alloggiava.
I dirigenti della società, preoccupati della sua scomparsa, danno l'allarme alle forze di polizia che iniziano le ricerche nella zona delle colline di Cognola, luogo, dove la squadra di calcio è in ritiro. Sarà la polizia, 15 ore dopo, a ritrovarlo in stato confusionale in via De Gasperi a Trento e a riportarlo alla sua squadra.
Muller per il calcio tedesco era una vera bandiera, ma anche i tanti appassionati di calcio italiani ricordano le sue gesta calcistiche con la nazionale tedesca e nelle coppe europee. Il campione del Bayer Monaco in quindici anni di carriera ha segnato 398 gol.

Dal sito della PdS

misilmeri
23-07-11, 14: 09
Complimenti alle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo ed in particolare allo SCO di Palermo Settore Agrigento

Eli113
23-07-11, 16: 44
Camorra: Roma, preso latitante Casalesi
Emilio Esposito, in fuga dal 2006, colpito da 4 ordini custodia
23 luglio, 16:07
(ANSA) - ROMA, 23 LUG - Emilio Esposito, esponente di spicco dei clan dei casalesi, e' stato bloccato dalle volanti della Questura di Roma durante un'operazione di controllo nella Capitale. Esposito, 37 anni, latitante dal 2006, a capo dell'omonimo gruppo criminale operante tra Sessa Aurunca ed il basso Lazio, era stato colpito da 4 ordini di custodia cautelare emessi su richiesta della Dda di Napoli tra il 2006 ed il 2007 per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, reati in materia di armi

Raijin
23-07-11, 19: 13
Erano quasi le 11.30 di ieri quando una Pattuglia del Reparto Prevenzione crimine della Toscana transitando a Lido di Camaiore in loc. Secco durante il quotidiano servizio di controllo del territorio, ha notato l'epilogo di un incidente stradale che vedeva coinvolti i conducenti di uno scooter e di una bicicletta che a seguito dell'urto rovinavano a terra.
Dai primi accertamenti emergeva che il conducente del ciclomotore, identificato per D.S.T. viareggino di 34 anni risultava essere pregiudicato per traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. Lo stesso poi, durante il controllo, teneva un comportamento estremamente agitato tale da indurre gli operatori alla perquisizione che consentiva di rinvenire, celati all'interno del marsupio diverse confezioni di cellophane contenenti cocaina per un totale di gr. 2,20 e di altra sostanza, utilizzata per "tagliare" lo stupefacente.
Visto lo stato di forte agitazione psicomotoria l'uomo veniva sottoposto, presso l'Ospedale Unico della Versilia, agli esami clinici che davano esito positivo per l'assunzione di cocaina (1000 ng. per ml.) e quindi al termine delle operazioni di rito, veniva denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti e guida sotto l'influsso di sostanze stupefacenti con contestuale ritiro della patente di guida.


Dal sito della Polizia di Stato

Raijin
26-07-11, 15: 16
Si nascondeva nel quartiere Librino, a Catania, il latitante Antonino Arena, 32enne affiliato al clan Sciuto Tigna arrestato ieri pomeriggio dagli agenti della Squadra mobile della provincia etnea.
L'uomo era ricercato dal marzo 2009 per associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi e altro.


Dal sito della Polizia di Stato

Eli113
28-07-11, 00: 56
(ANSA) - MESSINA, 27 LUG - Si e' difesa a colpi di stampella l'ottantenne coinvolta in una maxi rissa a Barcellona Pozzo di Gotto (Me). Per sedare la lite sono intervenuti polizia e carabinieri che hanno arrestato sei persone e ne hanno denunciate altre tre.

Il litigio tra due nuclei familiari e' avvenuto per strada in localita' Gala. Le nove persone coinvolte, che per picchiarsi hanno usato anche due livelle, sono rimaste ferite. Le prognosi variano dai sei ai 25 giorni. L'ottantenne e un'altra persona sono state ricoverate in ospedale. (ANSA).


Buon lavoro Francodue

FRANCODUE
28-07-11, 08: 31
Lo puoi dire forte.
Ieri i colleghi hanno dovuto sudare davvero le classiche "sette camicie" per riportali alla ragione.
Detto da loro sembravano pazzi scatenati e assatanati.

E’ finita con l’arresto di sei persone e la denuncia di altre tre una furibonda lite scoppiata a Barcellona Pozzo di Gotto, tra i componenti di due famiglie. Con l’accusa di rissa aggravata e porto di oggetti atti ad offendere sono finiti in manette, al regime degli arresti domiciliari, il cinquantaquattrenne Antonino Benvenga, i congiunti Salvatore, Santa e Veronica Benvenga, rispettivamente di 26, 39 e 21 anni, ed i rivali Carmela Mangano, 49 anni e Domenica Prescimone di 51. Dei tre denunciati, un’anziana ottantenne, e due uomini di cinquantotto e trentadue anni, ricoverati in ospedale e deferiti in stato di libertà. La rissa è scoppiata intorno alle 20 di martedì sera ed i contendenti, per futili motivi, si stavano affrontando a colpi di stampelle e di livelle d’alluminio. Sul posto, allertati dai residenti di contrada Gala, sono giunte una volante del commissariato di Barcellona ed una pattuglia dei Carabinieri che in qualche modo sono riusciti a placare gli animi. Tutte e nove le persone coinvolte nella risa hanno dovuto far ricorso alle cure ospedaliere, e sono stati quindi accompagnati a bordo di due ambulanze presso i nosocomi di Milazzo, Barcellona e Patti. I sanitari hanno quindi stilato prognosi che variano dai sei ai venticinque giorni. Gli agenti del commissariato del Longano, dopo aver arrestato sei dei nove contendenti, ha quindi sequestrato gli strumenti con i quali i contendenti si stavano affrontando, le stampelle, le livelle di alluminio ed un coltello a serramanico. Presso l’abitazione di uno degli arrestati sono quindi stati rinvenuti sei fucili da caccia, una carabina ad aria compressa, una canna lunga per fucile e trenta cartucce calibro 12. Le armi e le munizioni, sottoposti a sequestro preventivo, risultavano regolarmente detenute.

Da Amt.notizie.

Raijin
30-07-11, 15: 15
Foggia: l'inseguimento finisce con l'arresto

E' accaduto nella notte appena trascorsa, in località Incoronata, una borgata a breve distanza dalla città di Foggia, nota per il Santuario "Madre di Dio Incoronata", dove gli Agenti della sezione Volanti hanno arrestato un giovane 24enne di Barletta (BAT) perché sorpreso a sottrarre cavi elettrici della rete comunale.
La volante è intervenuta in seguito ad una segnalazione di furto di cavi pervenuta alla Sala Operativa della Questura di Foggia. L'equipaggio, giunto nelle immediate vicinanze della borgata, ha subito notato una persona che alla vista degli operatori lasciava sul ciglio della strada una matassa di rame dirigendosi molto velocemente verso un canale di scolo delle acque tracciato nel terreno. Il complice, invece, avendo anch'egli notato l'auto della Polizia, si dava a precipitosa fuga nei campi coltivati perdendo un telefono cellulare che indicava chiaramente il percorso intrapreso.
Comincia così un faticoso inseguimento nei campi da parte degli agenti di polizia che riuscivano a braccare e arrestare il giovane il quale, ad un certo punto della corsa, vistosi impossibilitato a proseguire si consegnava ai poliziotti.
La refurtiva, consistente in 211 metri di cavi elettrici in rame appartenente all'illuminazione pubblica, è stata sottoposta a sequestro. Sono in corso indagini al fine di identificare l'altro autore del furto.

Dal sito della Polizia di Stato


Roma: vendevano alcol "stupefacente", 7 arresti

"Due pizze" oppure "un Brunello" o ancora "un piatto di pasta": queste erano le richieste che, in codice, significavano differenti consegne di droga.Stamattina i poliziotti della Squadra mobile di Roma, insieme a quelli del commissariato Appio, hanno arrestato 7 persone accusate di spaccio e associazione per delinquere.
La base logistica dell'organizzazione criminale era una villetta nascosta all'interno di un vicolo cieco nella zona romana di Arco di Travertino, dove vivevano quasi esclusivamente gli appartenenti alla famiglia Casamonica.
La villa era una vera e propria centrale dello spaccio: a seguito dell'"ordinazione" fatta in linguaggio criptico, la droga veniva venduta a domicilio e passata attraverso le feritoie del cancello d'ingresso.
Il gruppo aveva messo in piedi una struttura di tipo gerarchico dove ciascuno aveva un proprio ruolo ben definito.
Le consegne della droga fuori dalla casa erano concordate come un appuntamento per una "bevuta" o per un "caffè", fino ad arrivare a una finta "prenotazione" al ristorante con l'indicazione del numero delle persone interessate.

Dal sito della Polizia di Stato


Case chiuse con "China girl" a Piacenza

Obbligavano giovani ragazze cinesi a prostituirsi, e in alcuni casi, per i clienti disposti a pagare di più, le costringevano a subire rapporti non protetti, con il rischio di contrarre gravi malattie.L'attività dell'organizzazione criminale è stata interrotta dagli agenti della Squadra mobile di Piacenza, che hanno portato a termine l'operazione "China girl", iniziata nel 2009 in seguito alla denuncia di una delle vittime.
Una donna cinese è finita in manette e altri cinque suoi connazionali, tutti regolarmente residenti in Italia, sono tuttora ricercati, anche nel loro Paese.
Intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti e immagini riprese da telecamere nascoste hanno permesso agli investigatori di ricostruire la struttura e l'organizzazione della banda.
Le ragazze venivano "reclutate" a Milano attraverso annunci pubblicati su giornali cinesi, nei quali si fingeva di cercare massaggiatrici per dei centri estetici. Le giovani selezionate, molte delle quali clandestine, venivano minacciate e costrette a "lavorare" per l'organizzazione.
La banda faceva prostituire le ragazze, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, in due appartamenti, uno nel centro di Piacenza e l'altro in periferia.
Su alcuni giornali locali e siti internet venivano pubblicizzati gli annunci, molto espliciti, e un numero di telefono al quale rispondeva una sorta di call center di Milano che smistava i clienti e li indirizzava alle due case d'appuntamento.
Le prestazioni avevano un costo che partiva dalle 50 euro, per arrivare fino a 130 euro in caso di richieste particolari come quella di avere rapporti non protetti.
L'attività andava molto bene e le "case" ricevevano dai 10 ai 20 clienti al giorno, per un giro d'affari di circa 20 mila euro al mese.
Gli appartamenti erano gestiti da un'agenzia che li aveva dati in affitto, e ogni mese una persona arrivava da Milano per effettuare i pagamenti. Ogni settimana invece, un membro dell'organizzazione passava in ognuno degli appartamenti ad incassare il denaro accumulato.

Dal sito della Polizia di Stato

FRANCODUE
04-08-11, 10: 21
Narcotrafficanti colombiani e rappresentanti della 'ndrangheta legati al clan Mancuso di Vibo Valentia si incontravano in una lussuosa villa nel comune di Bentivoglio, in provincia di Bologna, per trattare l'acquisto di rilevanti quantità di cocaina da introdurre sul mercato italiano.

Questa mattina gli uomini della Squadra mobile del capoluogo emiliano hanno scritto la parola fine sui traffici dell'organizzazione, arrestando 14 persone al termine dell'operazione internazionale antidroga denominata "Due torri connection".

Quattro degli arrestati sono stati fermati in Spagna e un tedesco, considerato un punto di collegamento tra italiani e colombiani, in Austria. I nove italiani sono stati bloccati con la collaborazione delle Squadre mobili di Catanzaro, Teramo, Vicenza e Vibo Valentia.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina.

L'indagine, durata più di un anno e coordinata dal Servizio centrale operativo e dalla Direzione centrale per i servizi antidroga, ha permesso di accertare che i referenti della cosca Mancuso avevano una base logistica a Bologna.

Da qui intrattenevano rapporti con trafficanti colombiani attivi in Spagna e Sud America per l'importazione nel nostro Paese di rilevanti quantità di cocaina.

Gli incontri avvenivano nella villa di proprietà degli uomini della 'ndrina, dove venditori sud americani e mediatori spagnoli e austriaci incontravano gli acquirenti calabresi per definire i prezzi all'ingrosso della cocaina, le modalità di trasporto e di consegna dal Sud America, risolvere controversie e decidere eventuali ritorsioni nei confronti di coloro che non rispettavano gli accordi.

L'attività investigativa, costituita da intercettazioni telefoniche, ambientali, appostamenti e video riprese, ha permesso di scoprire che le parti stavano trattando l'arrivo di 1.500 chili di cocaina che avrebbe dovuto viaggiare nascosta in scatoloni a bordo i aerei privati decollati dall'aeroporto di Quito (Ecuador), o nascosta tra altre merci in container a bordo di motonavi provenienti dal Sud America.

Una volta in Italia, il carico avrebbe raggiunto, via terra, la provincia di Teramo per essere nascosto in una villa e in un capannone industriale.
03/08/2011

Dal sito della PdS

FRANCODUE
05-08-11, 10: 15
Di giorno si nascondeva nella sua abitazione con la famiglia; di notte andava a dormire in posti sempre diversi e difficilmente raggiungibili perché era convinto che all'alba sarebbe scattato un blitz della polizia per arrestarlo.

Ma i poliziotti del commissariato di Cerignola, dopo aver monitorato i suoi spostamenti per più di due mesi, gli hanno teso un tranello e si sono presentati nella sua casa, a Cerignola (Foggia) nel primo pomeriggio di ieri.

Così è stato incastrato Giuseppe Caputo, 58 anni soprannominato "Vitellino", pericoloso latitante del clan Piarulli-Ferraro, accusato di estorsione e lesioni aggravate, per alcuni reati commessi a Molfetta (Foggia) nel 2008.

Quando gli agenti hanno fatto irruzione in casa, Caputo ha tentato di disfarsi di un sacchetto di tela contenete una pistola semiautomatica Beretta, con colpo in canna, calibro 7.65 completa di caricatore e silenziatore; 43 cartucce calibro 7.65 e 51 calibro 22; un sottocasco, un paio di guanti di gomma, banconote di vario taglio per 6 mila e 800 euro e numerosi telefonini.

A seguito poi, una perquisizione personale il criminale è stato trovato in possesso anche di 2,2 grammi di cocaina contenuti in una bottiglietta in vetro per medicinali.
04/08/2011

Dal sito della PdS

FRANCODUE
11-08-11, 10: 20
Entrano in un supermercato di Roma, nel quartiere Tor Vergata, con le pistole in pugno ed iniziano a depredare le casse. Si tratta di due uomini di 20 e 44 anni, entrambi pregiudicati, che durante la rapina vengono arrestati dai "Falchi" della polizia proprio mentre stavano uscendo dal negozio con il bottino in mano.
La rapina si è svolta ieri mattina dopo che i due, un romano e un napoletano, arrivati con uno scooter rubato sono entrati nel punto vendita con i volti travisati dai caschi da motociclista, impugnando entrambi una pistola, hanno obbligato i dipendenti a consegnare l'incasso.
Sempre sotto la minaccia delle armi, hanno cercato di darsi alla fuga con 800 euro in contanti e una delle casse, che non erano riusciti a svuotare, ma sono arrivati i poliziotti ad impedirglielo.
I Falchi della Squadra mobile, impegnati nei servizi antirapina nella zona di Torre Gaia, passando davanti al supermercato hanno notato lo scooter rubato e alcuni strani movimenti all'interno del negozio.
Gli agenti hanno atteso il momento giusto per intervenire in modo da non mettere in pericolo le persone all'interno e, con un blitz hanno sorpreso i due malviventi proprio mentre stavano per uscire dal supermercato con la refurtiva.
Il video registrato dalle telecamere del negozio mostra i rapinatori in azione e l'intervento dei poliziotti.

Dal Sito della PdS

FRANCODUE
18-08-11, 12: 01
Travestiti da donna, con parrucche, tailleur, borsetta e seno finto, sono entrati in banca a Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese, per compiere una rapina.
Ma nonostante il travestimento, questa mattina, gli agenti del commissariato hanno arrestato due giovani del luogo, di 20 e 21 anni, per la rapina del 29 luglio scorso.
Grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza, di cui è dotata la banca, e, sulla base delle testimonianze degli impiegati è stato possibile ai poliziotti ricostruire le diverse fasi dell'azione criminale.
All'interno dell'agenzia il rapinatore con la parrucca bionda, tentava di scavalcare il vetro della cassa centrale senza riuscirvi per il cedimento della struttura, mentre l'altro rapinatore allo scopo di creare panico nei presenti (nella banca oltre ai tre impiegati vi erano anche due clienti), metteva a soqquadro le scrivanie.
Uno dei rapinatori, inoltre, innervosito per non essere riuscito ad aprire i cassetti ed impossessarsi del denaro, picchiava e spingeva violentemente un impiegato senza tenere conto della evidente disabilità dell'uomo.
Usciti dall'istituto di credito i due rapinatori si davano alla fuga a bordo di un motociclo di colore bianco.

Già dalle prime indagini i poliziotti hanno sospettato dei due giovani: la perquisizione domiciliare dava esito negativo ma non il riscontro delle numerose impronte digitali lasciate sui vetri delle casse che consentiva il loro arresto.

Dal Sito della PdS

I miei complimenti al "nostro" glorioso Commissariato di Barcellona P.G.

ale66
18-08-11, 12: 20
Mi associo ai complimenti :)

Questore
19-08-11, 20: 27
Un'altra Operazione:

http://www.youtube.com/watch?v=dklLiosSJxE&feature=channel_video_title

Questore
23-08-11, 14: 02
Adesso e' fuori pericolo ma deve la sua vita a una staffetta organizzata dalla Polizia Stradale lungo tutta la Puglia: protagonista e' un bambino barese di otto anni in vacanza a Ostuni, in provincia di Brindisi, dove ieri pomeriggio e' stato morso a un braccio da una vipera. E' successo nelle campagne della cittadina.

Il piccolo e' stato trasportato all'ospedale 'Perrino' di Brindisi dove pero' non c'era il siero antivipera (esattamente antiofidico), e anche gli altri ospedali vicini ne erano sprovvisti. Il centro piu' vicino era all'ospedale di Foggia e cosi' e' stata organizzata una staffetta.

Gli agenti della Stradale del capoluogo dauno hanno trasportato il siero fino a Barletta dove e' stato preso in consegna dai colleghi di Bari che l'hanno portato fino a Monopoli dove e' stato consegnato ai polizotti della Stradale di Brindisi. Quindi in serata e' stato finalmente inoculato il siero al bambino. Appena in tempo

Fonte: Libero-News.it






Onore alla Polizia Stradale :)

Raijin
30-08-11, 17: 03
Pedinamenti, intercettazioni telefoniche e indagini hanno portato gli uomini della Squadra mobile di Torino ad arrestare, nei giorni scorsi, 13 spacciatori di droga.
L'operazione ha preso il via dopo l'arresto, nel 2010, di un affiliato legato alla malavita organizzata del torinese.
La banda esercitava la sua illecita attività soprattutto tra Rivoli, Orbassano e Volvera, paesi vicino Torino e nascondeva la cocaina in buche nel terreno o tra le radici nei prati, boschi e nelle campagne.
Lo spaccio avveniva sempre in piccole quantità e con diverse modalità di scambio tanto che ha reso difficoltosa l'indagine.



Dal sito della Polizia di Stato

FRANCODUE
31-08-11, 11: 09
Individuava la sua vittima nel traffico, quasi sempre donne sole con la borsa sul sedile.
Al semaforo rosso si avvicinava a bordo di un motorino, bussava al vetro con la scusa di chiedere informazioni, ma quando la donna apriva per rispondere, infilava velocemente la mano, afferrava il bottino e fuggiva nel traffico, ancor prima che la vittima si rendesse conto dell'accaduto.
Ieri sera gli uomini della Squadra mobile di Genova hanno arrestato un 26enne, pluripregiudicato originario di Napoli, con l'accusa di essere il responsabile di almeno dieci colpi realizzati nel capoluogo ligure con la tecnica del "vol à la portière" (in italiano "furto alla portiera").
In alcuni episodi l'uomo si è avvalso della collaborazione di un complice, un ragazzo minorenne che è stato denunciato in stato di libertà.
In realtà i furti realizzati con questa tecnica dal 23 luglio ad oggi sono 28, e avrebbero fruttato diverse migliaia di euro tra denaro contante, cellulari, pc portatili e altri oggetti di valore.
In due casi i colpi hanno avuto conseguenze fisiche sulle vittime: il 18 agosto una donna, nel tentativo di trattenere la borsa, si era fratturata un dito, mentre due giorni dopo la persona derubata ha inseguito lo scippatore per le vie del centro, ma ad un certo punto ha perso il controllo dell'auto, schiantandosi contro un muro e riportando ferite.
Durante l'inseguimento la vittima ha avuto il tempo di fissare bene alcuni dettagli del ladro, e grazie a questi particolari gli investigatori hanno focalizzato i loro sospetti sul probabile autore del furto.
I sospetti si sono concretizzati dopo l'ultimo colpo.
La Squadra mobile da alcuni giorni aveva attivato numerose pattuglie pronte ad intervenire in caso di altri colpi, e quando ieri sera è scattato l'allarme, gli agenti si sono messi subito sulle tracce del rapinatore, rintracciandolo poco dopo il fatto.

Dal sito della PdS

Questore
03-09-11, 18: 51
Antidroga

Arresti a Bergamo nell'operazione "Sardinia".

Ecco il link: http://www.poliziadistato.it/articolo/view/23637/

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:am052
---------------------Aggiornamento----------------------------

Antidroga

Cosenza: fermata una banda, dedita allo spaccio dell'Eroina.



Ecco il Link: http://www.poliziadistato.it/articolo/view/23595/

FRANCODUE
09-09-11, 11: 30
Viaggi a luci rosse in Romania con soldi destinati alla scuola: un preside e un ex direttore amministrativo dell'istituto per geometri "Leonardo da Vinci" di Piazza Armerina, vicino Enna, sono stati arrestati, questa mattina, dalla Squadra mobile di Enna.
I reati contestati sono peculato e falso commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico.
Per circa 10 anni i due uomini, di 57 e 56 anni, sono riusciti, falsificando la contabilità della scuola, ad appropriarsi di circa 300 mila euro, che sarebbero stati quasi interamente destinati a viaggi in Romania dove i due amavano frequentare club a luci rosse e prostitute.
Le indagini hanno preso il via nell'aprile 2010 dopo che uno dei due uomini venne coinvolto in un grave incidente d'auto e ricoverato in prognosi riservata; tra i suoi effetti personali venne trovato un foglio nel quale erano riportate una serie di appropriazioni dalle casse della scuola fatte da lui stesso e dal preside dell'istituto.

Dal sito della PdS

ale66
12-09-11, 20: 59
Complimenti agli amici ed ex compagni di avventure della Sezione Ciminalità Diffusa di Palermo per la cattura di " U Scintilluni".

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2011/12-settembre-2011/arrestato-boss-latitante-lauricella-1901511093229.shtml
http://www.gds.it/gds/sezioni/cronache/dettaglio/articolo/gdsid/171403/
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/09/12/news/mafia_arrestato_scintilluni_capomafia_tra_i_pi_tem uti-21547867/

FRANCODUE
13-09-11, 10: 59
Ecco l'articolo completo:

Arrestato, dalla Squadra mobile palermitana, il latitante Antonino Lauricella, boss delle estorsioni a Palermo centro.
Lauricella, 57 anni, ricercato dal 3 ottobre 2005 è stato preso nella zona del popolare mercato di Ballarò nel centro storico.
Il mafioso aveva un borsone con dentro un asciugamano, un passamontagna, un coltellino e guanti in lattice. Dopo l'arresto si è complimentato con i poliziotti.
Proprio nei prossimi giorni si attende la sentenza di Cassazione del processo per estorsione nel quale Lauricella, detto "scintilluni" era stato condannato a 7 anni e mezzo.
Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si è congratulato con il capo della Polizia, Antonio Manganelli, per l'arresto di questa mattina che "Grazie all'eccellente lavoro investigativo della Squadra mobile di Palermo, è stato assicurato alla giustizia un boss mafioso molto pericoloso e in forte ascesa".

Dal Sito della PdS

FRANCODUE
23-09-11, 11: 47
Anche una donna tra le 20 persone arrestate dagli uomini della Squadra mobile di Napoli che, questa mattina nell'ambito di un'operazione anticamorra, ha eseguito un'ordinanza del gip del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Accusati di associazione mafiosa, usura, estorsione, spaccio di stupefacenti e omicidio sono tutti affiliati al clan D'Ausilio.
I D'Ausilio sono attivi e controllano gli "affari" nel quartiere di Bagnoli di Napoli.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
27-09-11, 10: 54
Vedere a prezzo ridotto Sky o Mediaset era possibile. Attraverso una procedura di violazione dei codici che è stata scoperta dalla polizia delle comunicazioni, stamattina sono stati eseguiti 39 provvedimenti di perquisizione a carico di altrettante persone, indagate per truffa informatica e violazione della normativa sul diritto d'autore.

Gli indagati, 28 residenti nel Lazio, 7 in Sicilia, 3 in Piemonte e 1 in Emilia Romagna, sono tutti professionisti, titolari di esercizi commerciali e aziende ed operatori di settore.

Il metodo usato per truffare era quello del "card sharing" che consente l'illecita condivisione tra più soggetti del segnale legittimamente destinato ad un solo utente, che paga regolarmente il canone.
In particolare gli indagati, sfruttando software e apparecchiature idonee, violavano i sistemi di decodifica dei prodotti televisivi offerti a pagamento dai maggiori distributori (tra cui Sky e Mediaset), e via Internet davano i codici di accesso ai diversi "pacchetti". In questa maniera consentivano la visione abusiva a numerosi utenti della Rete, che per tali servizi pagavano ai truffatori prezzi più bassi di un legittimo canone di abbonamento. In alcuni casi, in alternativa al software, venivano venduti decoder già configurati che permettevano la visione di programmi ad accesso condizionato.
In questo modo solo il titolare della tessera pagava regolarmente l'abbonamento e tutti gli altri che usavano i suoi stessi codici potevano vedere gratis i programmi. O meglio pagavano un canone a prezzo inferiore a quello ufficiale.
Tra i prodotti televisivi più richiesti ed oggetto del mercato illegale parallelo c'erano eventi sportivi, reality show, e cinema in HD.
Le perquisizioni e i sequestri effettuati di materiale informatico e cartaceo, hanno permesso di ricostruire i tasselli di un sistema piramidale ed di aprire orizzonti internazionali alle indagini. L'operazione si colloca, come sostengono i poliziotti della Postale, come prima risposta delle forze dell'ordine ad un fenomeno in fase di evoluzione.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
29-09-11, 11: 34
Bliz contro 'Ndrangheta nel bresciano: 10 arresti

Elementi storici del narco-traffico vicini a gruppi organizzati ′ndranghetisti delle famiglie dei Morabito e Papalia, sono stati arrestati, questa mattina, dalla Squadra mobile di Brescia.
Dieci persone accusate, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale di stupefacenti, detenzione e spaccio, riciclaggio e ricettazione.
Le indagini partite nel 2010 hanno rilevato anche propositi di vendetta da parte di un arrestato nei confronti di alcuni magistrati del tribunale di Brescia responsabili a suo dire di sequestri e confische a beni patrimoniali di sua proprietà. Il traffico di cocaina avveniva principalmente dalla Bolivia e dalla Colombia attraverso la Spagna.
Nel corso dell'indagine la Polizia ha sequestrato di circa 10 chili di droga ma secondo il capo della Squadra mobile di Brescia il dottor Riccardo Tumminia, la stima del traffico di cocaina è di circa 100 chili all'anno.

Dal Sito della Pds

FRANCODUE
03-10-11, 11: 06
Mafia: a Taranto 12 arresti nel clan Scarci

Devono rispondere di numerosi reati, tra cui l'associazione per delinquere di stampo mafioso, porto e detenzione illegale di armi ed esplosivi, estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, le 12 persone arrestate questa mattina dallaPolizia di Stato a Taranto.
Gli agenti ai componenti del clan Scarci hannosequestratooltre a 50 chili di esplosivo anche uno stabilimento balneare, quattro chioschi bar situati nello stadio di calcio e un magazzino, il tutto per un valore complessivo di200 mila euro.
I provvedimenti concludono un'indagine, avviata dalla Squadra mobile afebbraio del 2009, nei confronti di un'organizzazione criminale il cui capo Franco Scarci era già stato condannatoper associazione mafiosa e detenzione illegale ed importazione di cocaina.
Dalle indagini è risultato che il gruppo era collegato ad altre organizzazioni criminali del materano e si occupava in particolare di traffico internazionale di droga, estorsioni a imprenditori e commercianti, usura, detenzione illegale di armi, furti, danneggiamenti e, più in generale, mirava al controllo di attività economiche.
Il capoclan, inoltre, avrebbe cercato - senza riuscirci - di entrare a far parte, come finanziatore, della società del Taranto calcio, che disputa il campionato di prima divisione.
All'operazione hanno partecipato circa 100 poliziotti appartenenti alle questure di Taranto e Matera, ed alla Sezione della polizia stradale di Taranto ed al Reparto prevenzione crimine "Puglia".

Dal sito della PdS

lupo90
04-10-11, 11: 52
Traffico di hashish, arresti fra Liguria e Piemonte

Genova - La squadra Mobile della polizia del capoluogo ligure, in collaborazione con la guardia di Finanza di Milano, ha eseguito all’alba di oggi 16 misure restrittive nei confronti di altrettante persone (5 cittadini italiani e 11 marocchini) residenti fra Liguria, Piemonte e Sardegna, tutti accusati di traffico internazionale di stupefacenti perché avrebbero importato in Italia ingenti quantità di hashish dal Marocco.
Numerosi i sequestri eseguiti nel corso delle indagini, con punte di 300 chilogrammi nel dicembre del 2009 e altri 70 nel marzo del 2010.
Secondo quanto riferito, i provvedimenti sono stati emessi nell’ambito di due distinte indagini (battezzate “Turnè” e “Jamaat”) condotte rispettivamente da polizia e da Finanza e confluite poi in un’unica inchiesta, coordinata dalla Procura di Genova.
Gli accertamenti eseguiti hanno indirizzato l’attenzione degli investigatori nei confronti di un sodalizio criminale, composto da italiani e maghrebini che, attraverso la Spagna, avrebbero importato dal Marocco ingenti quantità di hashish per poi commercializzarlo sul territorio italiano.
I cittadini italiani raggiunti dalle misure cautelari sono quasi tutti residenti in Sardegna, mentre gli altri undici, di origine marocchina, si erano stabiliti da tempo nel Basso Piemonte (fra Acqui Terme, Novi Ligure e Serravalle Scrivia) e a Genova.
L’organizzazione criminale, secondo i riscontri raccolti nel corso delle indagini, aveva «consistenti disponibilità economiche» e poteva contare su «connessioni internazionali».

Dal Secolo XIX

Complimenti alla Squadra Mobile di Genova!

FRANCODUE
10-10-11, 11: 38
Trieste: rapine e dollari falsi, 5 arresti

operazione di poliziaAvevano già rapinato una banca e stavano tentando un secondo colpo nel comune di Muggia (Trieste) quando sono stati bloccati dalla Squadra mobile del capoluogo friulano.
È successo a 5 italiani che sono stati arrestati ieri pomeriggio dai poliziotti della questura di Trieste coordinati dal Servizio centrale operativo e dall'Interpol.
Le indagini della Squadra mobile sono iniziate a giugno, subito dopo una rapina commessa da due persone in una filiale del Monte Paschi di Siena, nel capoluogo giuliano.
Grazie all'esame delle immagini del sistema di videosorveglianza della banca, gli agenti sono riusciti ad identificare dapprima uno dei due criminali e poi tutti gli altri componenti del gruppo.
Dalle indagini è anche emerso che la banda era anche coinvolta in un traffico di dollari falsi che venivano smerciati da pericolosi criminali croati. Le banconote venivano prodotte da un pregiudicato di La Spezia, arrestato ieri pomeriggio, dopo che nella sua abitazione era stato trovato più di un milione e mezzo di dollari falsi. Inoltre i poliziotti hanno trovato, nell'abitazione del pregiudicato, una vera e propria stamperia, con macchinari e clichè, occultata dietro un muro.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
13-10-11, 11: 12
ROMA. La Polizia di Stato di Messina sta eseguendo un provvedimento di sequestro di beni a carico di 4 persone e dei loro familiari, appartenenti alle famiglie Bonaffini-Chiofalo. Si tratta di un imponente patrimonio, del valore stimato in circa 450 milioni di euro, ottenuto grazie al reimpiego di proventi illeciti in diversi settori economici di Messina.
Il sequestro - hanno precisato gli investigatori in una nota - "costituisce il risultato di complesse indagini di natura patrimoniale che hanno consentito di ricostruire l'ascesa economica del gruppo imprenditoriale Bonaffini-Chiofalo", avvenuta anche grazie ai "suoi legami con alcuni sodalizi criminali mafiosi di elevatissima pericolosità sociale che controllano le aree di insediamento imprenditoriale di Messina". Sequestrati, fra l'altro, 430 unità immobiliari, 9 società, una flotta navale costituita da 5 motopescherecci e 3 yacht di
lusso, 26 mezzi agricoli pesanti, 13 autovetture e centinaia di rapporti bancari. Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle 11 in Questura a
Messina.

Dal Giornale di Sicilia.

FRANCODUE
19-10-11, 11: 11
Rapine, furti, danneggiamenti, incendi di autoveicoli, spaccio di droga e aggressioni: una serie di fatti che hanno seminato il terrore per oltre un anno tra gli abitanti di Canicattì (Agrigento) e la provincia di Agrigento.
All'alba di oggi la Squadra mobile di Agrigento ha bloccato il gruppo criminale che gestiva principalmente il traffico di droga nella zona di confine tra Agrigento e Caltanissetta.
Le persone arrestate sono 16, mentre per altre 11 è stato notificato il divieto di dimora nella provincia di Agrigento.
L'indagine, denominata "Strike", era stata avviata nel novembre 2009 dopo il furto compiuto ad un distributore di benzina.
A questo sono seguite numerose denunce da parte delle vittime di furti in negozi, scuole e abitazioni private.
Le persone fermate stamattina sono gli autori delle rapine e dei furti, nonché i responsabili del traffico di sostanze stupefacenti della zona.

dal sito della PdS

FRANCODUE
20-10-11, 11: 06
Reclutavano le ragazze in Romania, sempre giovani e molto carine, promettendo di farle prostituire solo con clienti selezionati e in appartamento, e soprattutto garantendo loro un'elevata percentuale sui guadagni.
Questa mattina gli agenti della Squadra mobile di Treviso hanno arrestato tre membri dell'organizzazione di sfruttatori, un donna di 41 anni e un uomo di 36, entrambi rumeni, e un italiano finito ai domiciliari. Ancora ricercato il quarto componente del gruppo, anch'esso rumeno.
Gli accordi iniziali non venivano mai rispettati e le ragazze, di età compresa tra i 20 e i 23 anni, avevano solo le briciole dei notevoli guadagni che la banda realizzava, da 600 a 800 euro al giorno per ognuna di esse.
La prostituzione avveniva per strada o all'interno di un appartamento, sempre sotto stretta vigilanza, e i clienti potevano scegliere: pagando da 30 a 50 euro si poteva ottenere una prestazione in macchina, mentre per la comodità di un letto bisognava sborsare da 70 a 100.
Il complice italiano, ex marito della donna, si occupava di pubblicizzare la redditizia attività su Internet, procacciando così ulteriori clienti alle prostitute.
La coppia di sfruttatori tratteneva le giovani con la minaccia di venderle ad una banda di albanesi, notoriamente molto violenti.
L'indagine è iniziata nel maggio scorso, quando una delle ragazze sfruttate ha deciso di fuggire e di rivolgersi alla polizia. Grazie al racconto della giovane gli agenti della Squadra mobile hanno potuto organizzare una serie di servizi di osservazione, pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed ambientali che hanno consentito loro di individuare e arrestare gli sfruttatori.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
22-10-11, 10: 45
È stato arrestato in un appartamento di Villaricca, alle porte di Napoli, dagli agenti della Squadra mobile della questura partenopea, Antonio Caiazzo, di 53 anni, storico capo del clan operante nei quartieri Vomero ed Arenella.
Caiazzo, arrestato ieri pomeriggio, era inserito nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi d'Italia. Era ricercato dal marzo 2011 dopo essere stato scarcerato per un vizio di forma nella procedura di estradizione attivata dopo il suo arresto, avvenuto in Spagna nel dicembre del 2008.
Il boss è stato condannato a 26 anni di carcere per associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione ed altri reati.
Vecchio affiliato al clan Alfano, agli inizi degli anni '90, Caiazzo aveva costituito un proprio gruppo criminale e grazie ai legami stretti con il clan "Polverino" di Marano aveva scatenato la guerra con gli Alfano.
Uscito vincente dalla faida, Caiazzo, aveva cacciato Alfano dal territorio, costringendolo a trasferirsi nella zona della "Torretta" sempre nel napoletano.
Il criminale, oltre ad essere capo indiscusso del clan camorristico che agisce principalmente nei quartieri Vomero e Arenella, estendeva il suo raggio d'azione anche verso la periferia a nord di Napoli ed i paesi immediatamente confinanti, forte dell'alleanza con il potente clan Polverino.
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni si è congratulato con il capo della Polizia Antonio Manganelli per l'arresto del pericoloso latitante.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
26-10-11, 08: 12
CATANIA - Arrestato dopo 17 anni di latitanza il boss mafioso di Catania Giovanni Arena, che figurava ai primi posti nell'elenco dei ricercati più pericolosi del Viminale. E' stato catturato dalla Squadra Mobile, che fornirà i particolari in una conferenza stampa in questura alle 10.30.
Arena, che era in fuga dal 1994, è considerato uno dei vertici del clan Santapaola, e il responsabile del traffico e dello spaccio di droga che ha la sua centrale nel così detto "palazzo di cemento" del quartiere di Librino.

Da La Repubblica

FRANCODUE
29-10-11, 10: 07
Il video


http://www.youtube.com/watch?v=5q9gOFEbgYI

ale66
29-10-11, 10: 16
E' un bravo ragazzo , si è pure complimentato con i colleghi;)

fatality
03-11-11, 22: 15
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/11/03/visualizza_new.html_643913900.html

questa ci voleva proprio.

tutti i crimini vanno perseguiti siamo daccordo.
ma personalmente credo che alcuni crimini siano particolarmente odiosi e assicurare alla giustizia uno di questi elementi è una delle migliori soddisfazioni della vita professionale di un poliziotto.

fatality
05-11-11, 16: 08
http://torino.repubblica.it/dettaglio-news/14:17/4062404

bravi ragazzi!

PapaCharlie
10-11-11, 03: 24
AREZZO :Sono tre le persone arrestate nei giorni scorsi dalla Squadra mobile di Arezzo, coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco), in collaborazione con il Comando provinciale dei Carabinieri.

Si tratta di 3 pugliesi responsabili del furto di 150 chili di oro, lavorato e semilavorato, avvenuto lo scorso 8 marzo presso la ditta Salp di Poggio Bagnolinel comune di Pergine Valdarno (Arezzo).

La razzia era stata addirittura definita come il colpo del secolo. I ladri, dopo aver isolato le vie d'accesso all'azienda, per impedire il passaggio delle forze dell'ordine, con mezzi rubati da un deposito del Comune, portarono via oro per un valore di 300 milioni di euro.

Utilizzando un grosso escavatore a cui era stato applicato un martello idraulico demolitore, i criminali riuscirono ad entrare nell'azienda e ad asportare la cassaforte contenente il metallo prezioso.

Le indagini hanno preso l'avvio da una segnalazione della polizia stradale che comunicava che circa un mese prima del furto era stato rinvenuta una grossa ruspa, rubata, nei pressi dell'autostrada, non lontano dalla ditta Salp.

Importante l'attività della polizia scientifica soprattutto nelle operazioni di sopralluogo, con l'attento esame di campioni biologici poi risultati importanti per le comparazioni dei profili del DNA degli indagati.

Durante l'operazione sono state indagate in stato di libertà anche altre sei persone. I provvedimenti sono stati eseguiti in varie località delle province di Bari, Foggia e Verona.

Sono state inoltre eseguite nove perquisizioni ad Andria, Barletta e Bitonto



dal sito PdS...ci sono anche i cugini

FRANCODUE
10-11-11, 18: 42
Operazione Patenti Facili, 8 arresti in Calabria.

Incassavano somme di denaro per il rilascio di certificati e patenti falsi. Otto persone sono state arrestate mentre 9 sono state sottoposte agli arresti domiciliari e 144 indagate nell'ambito di una operazione della polizia stradale di Lamezia Terme (Catanzaro).
Nell'inchiesta sono coinvolti funzionari della Motorizzazione civile di Catanzaro, titolari di autoscuole e persone che hanno conseguito la patente di guida senza sostenere l'esame previsto dalla legge. Le accuse sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d'ufficio, falso e truffa ai danni dello Stato.
Nel corso dell'operazione gli agenti hanno sequestrato 66 patenti di guida, 50 certificati per il trasporto di merci pericolose e 195 veicoli sottoposti a collaudo straordinario attraverso false relazioni tecniche.
L'indagine ha preso il via dopo che gli agenti si sono accorti che presso un'autoscuola di Lamezia Terme risultavano iscritti un alto numero di candidati provenienti da altre provincie per conseguire la patente di guida e soprattutto il certificato che permette di guidare i veicoli adibiti al trasporto di merci pericolose.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
16-11-11, 10: 06
Dopo tre anni di latitanza gli agenti della Squadra mobile di Napoli hanno arrestato, ieri mattina, Fortunato Murolo ritenuto responsabile dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso.
Murolo,40 anni, è stato trovato dai poliziotti in una villetta di Mugnano di Napoli, a letto con la moglie. Considerato il ragioniere degli affari del clan degli scissionisti di Secondigliano e di Scampia, era l'uomo di fiducia dei fratelli Amato e di Cesare Pagano, protagonisti della sanguinosa faida di camorra avvenuta a Napoli nel 2004.
Dopo gli arresti degli Amato e di Pagano, avvenuti nel 2009, Murolo, sfuggito alla cattura, avrebbe infatti ricoperto il ruolo di reggente della cosca.

Dal Sito della PdS

PapaCharlie
20-11-11, 23: 15
Bolzano: partorisce in autostrada grazie ai poliziotti



Grazie all'intervento della polizia stradale una donna ha partorito la sua piccola.

È successo l'altro giorno vicino al casello autostradale di Bolzano nord, dove una donna di 31 anni di San Candido (Bolzano) aveva fatto richiedere dal marito al 113 aiuto urgente in quanto stava per partorire. I due stavano andando all'ospedale regionale del capoluogo altoatesino e nel mentre alla donna si sono rotte le acque.

Gli agenti della polizia stradale, vista l'impossibilità di poter accompagnare con urgenza la partoriente in ospedale, hanno deciso di far partorire la signora sul posto, improvvisando all'interno della macchina una sala parto. La signora, sdraiata sul sedile anteriore del mezzo, assistita dal marito e dai due poliziotti, ha dato alla luce una bambina, che, in attesa dell'arrivo dell'ambulanza del 118, è stata coperta e protetta dai poliziotti

dal sito pds e stampa nazionale\locale

(in autostrada succede anche questo BRAVI ragazzi!)

FRANCODUE
25-11-11, 10: 54
Con minacce e percosse avevano costretto i titolari di un'impresa edile a non partecipare alle gare di appalto pubbliche indette dal comune di Grazzanise (Caserta) per la costruzione, la sistemazione e il rifacimento di reti idriche, fognarie e stradali.
Gerardo e Giacomo Mezzero, elementi di spicco dell'ala Schiavone del clan dei Casalesi, sono stati arrestati stamattina dalla Squadra mobile di Caserta nella zona di Formicola, nel casertano.
I due fratelli erano entrambi latitanti dallo scorso mese di luglio, dopo che la Procura di Napoli aveva emesso nei loro confronti un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per una condanna definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

I due sono stati intercettati dalla Squadra mobile mentre erano a bordo di un'auto intestata alla madre defunta lungo la strada che collega i comuni di Formicola e Pontelatone.
In passato i due fratelli avevano gestito imprese edili controllate direttamente dai capi del clan dei Casalesi che, in questo modo, reinvestivano i guadagni delle attività illecite.
Grazie alle intimidazioni di stampo mafioso e alla complicità di amministratori collusi, i due ottenevano appalti pubblici e privati della zona.

Dal sito della PdS

fatality
28-11-11, 16: 32
http://www.poliziadistato.it/articolo/view/24443/

ah però. eppure dai giornali leggo che la polizia scientifica della polizia di stato è composta solo da cialtroni, ignoranti e incapaci.
vabbè dai sarà l'eccezione che conferma la regola...

fatality
30-11-11, 21: 22
altra importante operazione coordinata dal pubblico ministero dottoressa boccassini della direzione distrettuale antimafia di milano e svolta brillantemente dalle squadre mobili della polizia di stato di milano e reggio calabria.
ancora una volta al centro dell'indagine i rapporti tra politici e criminalità organizzata e le ramificazioni lombarde della ndrangheta, ovvero dell'organizzazione criminale più periocolosa e potente del mondo.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/11/30/visualizza_new.html_12105419.html

FRANCODUE
01-12-11, 10: 19
Operazione della squadra mobile contro la cosca Bonaccorsi nell'ambito di indagini che hanno fatto luce su otto delitti commessi tra il giugno del 2001 ed il marzo del 2010. Contestata anche l'uccisione di due persone estranee al mondo della malavita, eliminate per motivi di astio personale
CATANIA. Agenti della squadra mobile di Catania stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 17 presunti appartenenti alla cosca Bonaccorsi, nota come 'Carateddu', del clan Cappello, nell'ambito di indagini che hanno fatto luce su omicidi commessi tra il giugno del 2001 ed il marzo del 2010.
Tra i delitti contestati anche l'uccisione di due persone estranee al mondo della malavita, eliminate per motivi di astio personale, una delle quali fatta sparire con il metodo della lupara bianca. L'inchiesta riguarda anche l'assassinio di un noto boss, realizzato per sovvertire la composizione di Cosa Nostra a Catania.

Dal Giornale di Sicilia.

FRANCODUE
07-12-11, 15: 17
CASERTA - Alle 11.30 di questa mattina, mercoledì, un'operazione della polizia coordinata dal pool di magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha posto fine alla latitanza del superboss del clan dei Casalesi, Michele Zagaria.
L'ultimo capo della cosca casertana è stato scovato all'interno di un covo individuato sin dai giorni scorsi in un fondo agricolo di via Mascagni, una traversa di via Crocelle nel cuore della sua Casapesenna (Caserta), dove gli investigatori erano sicuri si nascondesse la primula rossa della feroce organizzazione criminale, latitante dal 1995.
NEL BUNKER - Zagaria era nascosto in un bunker all'interno della casa. Tra il bunker sotterraneo e il pavimento dell'abitazione vi erano cinque metri di cemento armato. L'operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile di Napoli, insieme a quella di Caserta e al Servizio Centrale Operativo della polizia.

LE PRIME PAROLE: AVETE VINTO - Le prime parole che il boss ha rivolto ai magistrati della Dda che l'hanno raggiunto nel bunker (Cafiero de Raho, Catello Maresca e Raffaele Falcone, Marco Del Gaudio) sono state ironiche: «Avete vinto voi, ha vinto lo Stato». «Come mi ha insegnato il mio maestro Franco Roberti, è finita». Il pm Maresca si era rivolto così, nel bunker di Casapesenna, al boss Michele Zagaria, appena arrestato, ricordando l'ex capo dei magistrati antimafia di Napoli, oggi alla guida della procura di Salerno. «È finita», ha convenuto il boss.
L'INTERVENTO DELL'AMBULANZA - Gli agenti hanno dovuto scavare per raggiungere il covo del boss, colto da malore al momento dell'arresto al punto da richiedere l'intervento di un'ambulanza. Scene di giubilo e di entusiasmo tra le forze dell'ordine, che hanno cominciato ad abbracciarsi e a scandire slogan. Sono circa 150 gli agenti che hanno partecipato all'operazione.

LA BOTOLA DIFETTOSA - Il boss assediato avrebbe tentato un ultimo disperato tentativo di fuga dal bunker sotterraneo. A tradirlo un meccanismo difettoso della botola in cui era nascosto che gli ha impedito di scappare dal suo stesso rifugio. Gli agenti, infatti, avevano già bloccato tutte le possibili vie di fuga alla primula rossa casalese.

L'ENTUSIASMO - Appena è spuntata dal sottosuolo la testa del boss Michele Zagaria è esplosa la felicità di una cinquantina di poliziotti che si trovavano davanti al bunker. Si sono abbracciati, hanno alzato le braccia al cielo e fanno il segno della vittoria. Qualcuno ha urlato «vittoria» altri hanno urlato «abbasso la camorra, viva la polizia, viva la legalità».

IL TWEET DI SAVIANO - Questo il tweet postato dallo scrittore Roberto Saviano dopo l'arresto del numero uno dei Casalesi: «Preso Zagaria, come un topo sotto terra. Ottimo lavoro, ragazzi! r. »

MONTI CHIAMA IL MINISTRO - «È un grandissimo successo dello Stato». Sono queste le prime parole del ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, all'arresto del boss. Il Viminale sottolinea che si tratta di un colpo «non solo al clan dei Casalesi ma all'intera organizzazione camorristica», grazie «allo straordinario lavoro di forze dell'ordine e magistratura». È stato il pm della Dda Antonello Ardituro a dare l'annuncio «in diretta» della cattura di Michele Zagaria al ministro della Giustizia, Paola Severino. Ardituro, vicesegretario nazionale dell'Anm, si trovava a Roma per un incontro dell'associazione magistrati con il Guardasigilli e ha comunicato la notizia al ministro ed agli altri partecipanti all'incontro, accolto da un lungo applauso. In seguito, Mario Monti ha chiamato la Severino. Il premier ha chiesto al ministro di ringraziare a suo nome, in modo «vivissimo», l'impegno di magistrati e forze dell'ordine.

CANTONE- «È una bellissima notizia perchè è la fine dei Casalesi»: è il commento a caldo del magistrato Raffaele Cantone, che nell'ambito della Direzione Distrettuale Antimafia napoletana di cui ha fatto parte fino al 2007, si è occupato in prima persona delle indagini sul noto clan camorristico.

IL RE DEI CASALESI - Michele Zagaria, 53 anni, detto «capastorta», considerato il capo dei capi dei Casalesi, era l'ultimo dei boss storici del clan
ancora latitante. Un anno fa, nel novembre del 2010, in manette finì Antonio detto «'o ninno» Iovine, nascosto a Casal di Principe, nella villetta di un incensurato. Prima di lui, il 14 gennaio del 2009, dopo un rocambolesco inseguimento sui tetti a Mignano Montelungo, i carabinieri catturarono Peppe Setola, boss dell'ala stragista del clan facente capo a Francesco «Sandokan» Schiavone, in carcere dal 1998.

Dal Corriere della Sera.

fatality
07-12-11, 15: 33
bravissimi tutti. dai magistrati fino all'ultimo degli agenti che ha sacrificato notti, domeniche e quant'altro in nome di un sogno ed un ideale. il sogno di ammanettare chi si credeva invincibile (ma che difronte ad una ruspa che stava per abbattere il muro dietro il quale si nascondeva ha avuto come tutti gli esseri umani PAURA DI MORIRE.) e di dimostrare che lo STATO ITALIANO esiste ancora. anche nelle terre di gomorra. ed una volta per tutte. casal di principe non è il paese di michele zagaria e dei casalesi! casal di principe è il paese di don diana (prete anticamorra morto ammazzato per mano mafiosa), di coloro che applaudivano i colleghi che portavano via zagaria dal suo bunker ecc.

franco io ora guardo già oltre.
se michele zagaria si pente (e data la giovane età, credo proprio che lo faccia. non penso che intenda passare il resto della vita in galera..) e soprattutto se lo fa come si deve (e su questo ho immensa fiducia nei magistrati e negli investigatori di polizia e carabinieri) raccontanto davvero tutto quello che sa dei rapporti tra casalesi-politici locali e nazionali ed imprenditoria italiana (parlo di traffico illecito di rifiuti soprattutto!) ed internazionale davvero questa è un'occasione imperdibile per assestare un importante colpo alla mentalità mafiosa nel suo complesso.

sarò pure troppo ottimista, ma io quando ho scelto di fare questo mestiere l'ho scelto tra gli altri motivi perchè il mio sogno è quello di potermi godere un'Italia libera dall'oppressione mafiosa. e sono pronto a dare la mia vita per questo e non certo mi sento un eroe per così poco.

p.s.
mi permetto di postare questa foto dei colleghi con le facce sincere di felicità. senza passamontagna, ne carrarmati ne eliccotteri apache o cacciabombardieri. ragazzi giovani e meno giovani che danno la loro vita per combattere in prima linea e con la propria faccia un cancro da estirpare!
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/12/07/visualizza_new.html_8560126.html?idPhoto=1

eyesice
07-12-11, 15: 33
BRAVISSIMI!!!
SIAMO A QUOTA 10 ORA!!!!

http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/ministero/dipartimenti/dip_pubblica_sicurezza/direzione_centrale_della_polizia_criminale/scheda_16056.html

AVANTI COSI!

numero 1
07-12-11, 20: 02
Complimenti alle forze di polizia per l'ottimo risulatto raggiunto con anni di duro lavoro, pedinamenti, notti in bianco, giornate intere lontano dai loro familiari ecc.
Il tutto naturalmente per 1400 euro al mese mentre i nostri ex governatori non solo portavano a casa 10-15-20-30 mila euro al mese oltre ai vari privilegi e .....

W La Polizia di Stato

Eli113
07-12-11, 20: 03
W la Polizia di Stato

alepoliceman
07-12-11, 20: 19
Che dire... E' un giorno di immensa gioia per i poliziotti i magistrati e tutti coloro che lavorano per la legalità... E' stato scovato a poca distanza da dove abito io il verme Zagaria e spero che veramente questo sia un durissimo colpo inflitto alla camorra. Non devono respirare, non devono avere il tempo di riprendersi... Forza la polizia di stato e la legalità! Vinciamo questo cancro!

FRANCODUE
07-12-11, 21: 12
Ci fa solo piacere leggere commenti del genere.

Frattaz
07-12-11, 22: 14
Che dire... E' un giorno di immensa gioia per i poliziotti i magistrati e tutti coloro che lavorano per la legalità... E' stato scovato a poca distanza da dove abito io il verme Zagaria e spero che veramente questo sia un durissimo colpo inflitto alla camorra. Non devono respirare, non devono avere il tempo di riprendersi... Forza la polizia di stato e la legalità! Vinciamo questo cancro!


Bravo.

borsella
09-12-11, 15: 42
bravissimi e complimenti anche da parte mia alla polizia di stato (non solo per i grandi nomi che catturano ogni tanto ma anche per i "pesci piccoli" che quotidianamente mettono in condizioni di (si spera) non nuocere).



p.s. mi permetto di postare questa foto dei colleghi con le facce sincere di felicità. senza passamontagna, ne carrarmati ne eliccotteri apache o cacciabombardieri. ragazzi giovani e meno giovani che danno la loro vita per combattere in prima linea e con la propria faccia un cancro da estirpare!
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/12/07/visualizza_new.html_8560126.html?idPhoto=1

ciao fatality.
quoto questo tuo pezzo perchè ero qui proprio perchè questo aspetto mi ha particolarmente colpito.
siamo stati abituati a vedere immagini simili con la polizia "incappucciata" ed è comprensibile dato che umanamente, anche chi è disposto a dare la vita per un sogno tende a darla il più tardi possibile.
questa volta no e non capisco proprio perchè, cosa c'è di diverso rispetto alle altre volte?

PapaCharlie
10-12-11, 01: 52
mi sono commosso quando ho visto la scena! sempre in prima fila e sempre i numeri 1! bravo fatality quoto alla stragrande!

Eli113
10-12-11, 13: 47
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/12/09/foto/polizia_sventa_rapina_in_banca_ecco_la_sequenza_de gli_arresti-26330686/1/

Palermo.

ale66
10-12-11, 18: 16
ciao fatality.
quoto questo tuo pezzo perchè ero qui proprio perchè questo aspetto mi ha particolarmente colpito.
siamo stati abituati a vedere immagini simili con la polizia "incappucciata" ed è comprensibile dato che umanamente, anche chi è disposto a dare la vita per un sogno tende a darla il più tardi possibile.
questa volta no e non capisco proprio perchè, cosa c'è di diverso rispetto alle altre volte?

Forse qualche morto in più in seno alle forze dell'ordine in servizio in altra città dove si è festeggiato , e dove è meglio non farsi vedere, sai la storia insegna , magari può succedere qualcosa.

fatality
12-12-11, 01: 21
).
ciao fatality.
quoto questo tuo pezzo perchè ero qui proprio perchè questo aspetto mi ha particolarmente colpito.
siamo stati abituati a vedere immagini simili con la polizia "incappucciata" ed è comprensibile dato che umanamente, anche chi è disposto a dare la vita per un sogno tende a darla il più tardi possibile.
questa volta no e non capisco proprio perchè, cosa c'è di diverso rispetto alle altre volte?

non solo questa volta è avvenuto. ma negli ultimi anni nei quali a capo della squadra mobile di napoli vi è stato il dott. pisani, nessun arresto di qualsivoglia camorrista di ogni calibro è stato fatto da gente in passamontagna.
il motivo di fondo è che si vuole lanciare un messaggio del tipo:"signori la camorra la combattono uomini e donne come tutti gli altri, capaci di metterci la faccia e di rischiare in prima persona. non supereroi o uomini ombra senza volto. quindi se davvero vogliamo sconfiggere questa organizzazione criminale dobbiamo farlo ognuno di noi (semplici cittadini, imprenditori, poliziotti,magistrati,rappresentanti delle istituzioni politiche ecc.) senza relegare tutto a supereroi."

non ho idea se tale tipo di strategia sia applicabile nei confronti di tutte le altre organizzazioni criminali, perchè ognuna fa storia a se.

ale66
12-12-11, 11: 11
Sono due situazioni completamente diverse , due diversi tipi di criminalità che la storia ci ha mostrato nella sua drammaticità , parliamo della mafia Siciliana , organizzazione criminale che ha a suo carico decine di appartenenti alle forze dell'ordine , magistrati e uomini politici uccisi, ebbene , di certo quando ritorniamo indietro nella memoria pare che abbiamo dimenticato cosa era lo Stato nei primi anni 90 , un'organizzazione allo sbando che trattava alla pari con questi criminali , stragi , poliziotti ammazzati , infiltrazioni nelle più alte cariche dello stato , la paura regnava, famiglie di colleghi trasferiti per timore di probabili ritorsioni , ebbene si era creato un gruppo di ragazzi che hanno dato l'anima , giorno e notte con la consapevolezza di poter essere anche fatti fuori , i passamontagna le scene di giubilo possono anche non piacere , , ma devono essere capite , quando ho visto il corteo successivo alla cattura di Brusca , colui complice degli attentati che hanno funestato Palermo e l'Italia , che attraversava la città nei punti con più alta densità mafiosa come se si volesse dare un messaggio prima di allora impensabile , siamo lo Stato guardateci bene , non abbiamo paura di nessuno , questo è il primo di una lunga serie , devo dire che entusiasta orgoglioso come non mai di appartenere alla Polizia di Stato
Quindi onore a tutti i colleghi che con como sacrificio permettono la cattura di questi criminali ,e quando in certe zone non si avrà più bisogno del passamontagne , vuol dire che qualche cosa sta cambiando veramente .

fatality
12-12-11, 11: 42
sono perfettamente daccordo con te ale66.
conosco la mafia siciliana e la ndrangheta molto poco dal punto di vista "pratico".
la camorra la conosco un tantino meglio.

il clan dei casalesi è quello che più si avvicina alla mafia per metodi, struttura verticistica (finora sconosciuta nella camorra, tranne il tentativo del boss della nuova camorra organizzata raffaele cutolo negli anni 80) e capacità di infiltrazione nelle istituzioni.

comunque sia chiara una cosa a scanso di equivoci. li si vuole arrestare con il passamontagna, a volto scoperto, con la bicicletta o con l'eliccottero, con indagini tradizionali o con il meglio della tecnologia. VANNO BENE TUTTI! l'importante è che finiscano al gabbio e soprattutto che le nuovissime generazioni capiscano che la vita da criminale non è ne rose e fiori, ne tantomeno comando vita natural durante.
è come una droga. all'inizio facendo le vedette, furtarelli, scippi e qualche richiesta estorsiva tutto bello. soldi facili, donne a volontà, senso di potere ecc.
poi si comincia con i finire in carcere ed è li che si finisce per essere più facilmente "affiliati". serve il bravo avvocato che ti fa uscire, serve chi ti protegge in carcere e chi ti "reinserisce" quando esci.
la posta diviene quindi più alta. sei in debito e tempo qualche mese o al massimo qualche anno ti viene messa la pistola in mano non più per intimidire ma per ammazzare...
ed ecco che si arriva ad un bivio. intanto puoi avere tutti i santini e le madonnine che vuoi. puoi partecipare a tutte le processioni e fare tutte le tue opere caritatevoli a preti collusi ( i preti veri come don peppino diana di casal di principe, le offerte dei camorristi le rifiutavano!), ma la tua coscienza (religiosa o meno che sia) non ti lascerà mai più in pace! e tutte le volte che non la soffocherai con la droga o con l'alcol ti ricorderà che sei un assassino ed oppressore dei più deboli.
e poi ecco che prima o poi finirai o morto ammazzato o in galera per tutta la vita. e tutti (e sottolineo T U T T I) si scorderanno di te e li ti lasceranno marcire o sottoterra o in una patria galera.
statisticamente la "carriera" di un criminale professionista termina prima dei 40 anni con la morte o con il carcere a vita (o comunque per decenni).

FRANCODUE
12-12-11, 11: 50
Catania: arrestato il "tesoriere" del clan
usura

Il "reggente militare" della cosca mafiosa Santapaola-Ercolano, l'uomo più importante di Cosa Nostra a Catania, Orazio Benedetto Cocimano, 47 anni, è stato arrestato ieri sera dagli agenti della Squadra mobile di Catania.
I poliziotti lo hanno arrestato subito dopo Coicimano aver intascato i soldi dell'ennesima estorsione.
L'uomo era il coordinatore dei gruppi mafiosi della provincia etnea, nonché il tesoriere della "cassa degli stipendi", ovvero le estorsioni.
Cocimano è stato arrestato dagli agenti proprio per un'estorsione, compiuta ai danni di un rappresentante di un'impresa edile catanese al quale era stato imposto fin dal 2009 il pagamento di somme variabili tra i 2 mila e i 5 mila euro.
La vittima all'inizio ha negato di aver subito minacce, ma dopo aver visto le prove di un video in mano alla polizia è crollato ed ha ammesso di aver pagato il "pizzo".
Cocimano ha una lunga militanza all'interno del clan Santapaola-Ercolano. Nel 1996 venne arrestato per tentata estorsione e nel giugno dell'anno dopo ancora per estorsione continuata: per tutti e due i fatti è stato poi condannato. Il 3 maggio del 2000 era stato nuovamente arrestato nell'ambito dell'operazione "Orione 3" per associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico di droga.


Dal sito della PdS

fatality
18-12-11, 02: 44
ma tu vedi sti fannulloni, panzoni e parassiti cosa son stati capaci di fare...

http://www.liberoquotidiano.it/news/894205/Napoli-appartamento-in-fiamme-poliziotti-salvano-due-bimbe-e-la-madre-paraplegica-2.html

bravi ragazzi!

mettere a rischio quotidianamente la propria vita per salvaguardare quella altrui è quanto di più nobile ed alto possa fare un Uomo degno di chiamarsi tale

fatality
19-12-11, 19: 30
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/12/19/visualizza_new.html_15662653.html

deturpare il patrimonio artistico e culturale di una nazione e di un popolo è a mio avviso un grave reato.
aggiungiamoci l'aggressione ai colleghi del commissariato intervenuti per arrestarlo, ci sarebbe da auspicare una pena congrua al danno cagionato per l'illustre autore del danno, con contestuale recupero delle spese cagionate mediante lavoro e versamento nelle casse del ministero dei beni culturali.

FRANCODUE
20-12-11, 11: 44
Associazione mafiosa traffico e spaccio di droga. Con queste accuse la Squadra mobile di Messina questa mattina ha arrestato sei persone. A finire in carcere sono stati i fratelli Giuseppe e Antonino Cutè e altre quattro persone del clan Mangialupi di Messina che avrebbero collegamenti con la criminalità calabrese e campana.
In particolare i fratelli Cutè hanno organizzato nella loro abitazione in piazza Verga, nel rione Mangialupi, una vera e propria centrale dello spaccio dove grosse partite di sostanze stupefacenti venivano lavorate per il successivo commercio al dettaglio.
Figura chiave nella gestione del traffico era la convivente di uno dei Cutè, unica donna tra gli arrestati, che oltre a presenziare alle trattative, partecipava alla fase del confezionamento e del controllo del territorio.
Al padre dei due fratelli, Alessandro e allo zio Giovanni, il Tribunale nel 2010 aveva disposto la confisca di una lussuosa villa abusiva a tre piani, dove furono trovati marmi pregiati, vasche idromassaggio, mobili costosi, rubinetti del bagno rivestiti in oro, letti a baldacchino e altri arredi ricercati.

Dal Sito della PdS

Complimenti ai colleghi della Mobile del mio Capoluogo.

Elite
21-12-11, 11: 00
Salvato in alta montagna grazie all' intervento della Polizia munita di defibrillatore.
Dal sito della Polizia: http://www.poliziadistato.it/articolo/view/24715/

---------------------Aggiornamento----------------------------

Arrestato Boss Calabrese ed altri componenti di una cosca dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria. L' operazione si è estesa dal capoluogo Reggino alla Locride.
Il link: http://www.newz.it/2011/12/21/ndrangheta-operazione-della-squadra-mobile-contro-racket-estorsioni-7-in-manette-fermato-il-reggente-della-cosca-caridi/127429/

FRANCODUE
22-12-11, 11: 24
C'è anche un consigliere comunale di Reggio Calabria, Giuseppe Plutino, di 47 anni, tra le sei persone arrestate stamattina dalla Squadra mobile di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione contro il clan Caridi-Borghetto della 'Ndrangheta che opera al rione San Giorgio Extra della città calabrese.
Oltre agli arresti, c'è anche una persona fermata. Tutti sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, finalizzata alle estorsioni, omicidi, danneggiamenti, detenzione e porto illegale di armi. Le intimidazioni erano violente e molto spesso si faceva uso di armi.
La cosca aveva il controllo di molti commercianti in diverse zone di Reggio Calabria, e in particolare nei quartieri Ciccarello, Modena e San Giorgio Extra.
L'indagine, che aveva già portato ad un arresto nell'ottobre 2010, ha permesso di scoprire i ruoli e le responsabilità dei vari associati ai clan e le infiltrazioni della 'Ndrangheta nelle istituzioni pubbliche.
Il consigliere comunale, secondo quanto è emerso dall'inchiesta, è stato un referente politico della cosca Caridi. Nell'ultima campagna elettorale tutti gli affiliati si erano impegnati per far ottenere i voti al loro candidato controllando i voti della comunità.
Nel corso dell'operazione sono state svolte anche delle perquisizioni domiciliari. Sono state inoltre sequestrate: una rivendita ortofrutticola - gestita direttamente dalla cosca e vero e proprio luogo d'incontro dei suoi affiliati; un'azienda del settore della distribuzione all'ingrosso di caffè; altre 2 imprese operanti nella produzione all'ingrosso e al dettaglio di prodotti dolciari.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
28-12-11, 11: 00
Arrestati questa mattina i componenti di una banda di pericolosi rapinatori responsabili di assalti a gioiellerie e banche del centro- nord Italia.
L'operazione è stata portata a termine dalla Squadra mobile di Venezia tra il Veneto e la Toscana contro un'organizzazione criminale formata da 13 "giostrai" accusati di associazione per delinquere, rapina aggravata, furto, ricettazione e porto abusivo d'arma.
L'indagine è iniziata l'11 agosto 2010, dopo la rapina alla gioielleria ''Pendini'' di Jesolo (Venezia) da parte di due malviventi che si sono impossessati di orologi Rolex e gioielli per un valore di circa mezzo milione di euro dopo aver pestato violentemente il titolare, riducendolo in gravi condizioni.
Vista la violenza usata ed il tipo di obiettivo colpito, le indagini sono state indirizzate ai ''giostrai veneti'' noti per la loro aggressività negli assalti a esercizi commerciali ed istituti di credito.
Gli accertamenti sulle due moto di grossa cilindrata usate per la fuga dai banditi, ha portato la polizia sulle tracce di due giovani giostrai in contatto con una famiglia storica di rapinatori residenti nella provincia di Venezia facendo scoprire un' associazione per delinquere.
Con l'appoggio di basisti anch'essi giostrai, i banditi andavano a segno a colpo sicuro. Importante era il ruolo ricoperto dalle donne del gruppo criminale, le quali avevano il compito di portaordini tra gli uomini, consentendo così agli indagati di comunicare senza che venissero usati apparati telefonici.
Le donne inoltre provvedevano a versare su conti correnti bancari e postali parte del bottino degli assalti il cui valore ammonterebbe a circa un milione di euro, solo nel periodo dell'indagine.

Dal sito della PdS

FRANCODUE
29-12-11, 10: 13
Arrestato in Spagna il latitante Carmelo Gallico, alias "U Picu", a conclusione di un'indagine, condotta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dal commissariato di Palmi (Reggio Calabria) per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso ed intestazione fittizia di beni.
Il latitante, reggente della 'ndrina Gallico che aveva il controllo nel settore delle estorsioni, del traffico di armi, degli omicidi e del traffico internazionale di sostanze stupefacenti nel territorio compreso nella fascia tirrenica della provincia reggina, aveva intestato anche beni immobili per circa 70 mila metri quadrati a prestanome per sfuggire alle misure di prevenzione patrimoniali.
"U Picu" in passato è stato incluso fra i ricercati più pericolosi del Paese e condannato a 14 anni di reclusione per associazione di stampo mafioso.
In quell'occasione, per circa nove anni, riuscì a vivere da latitante sostenuto finanziariamente dall'organizzazione criminale per essere poi arrestato, nell'anno 2000, a Terni, dove trascorreva la latitanza con documenti falsi.
Dal 22 giugno scorso Gallico, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con l'obbligo di soggiorno nel comune di Brescia, era irreperibile.
Le indagini per rintracciare il criminale hanno condotto gli investigatori fino in Spagna. I poliziotti italiani insieme a quelli spagnoli, hanno individuato e catturato il latitante in un appartamento del centro storico di Barcellona, nel pomeriggio del 23 dicembre, sequestrando diverso denaro contante .
Ora il Gallico è detenuto in un carcere di Madrid in attesa dell'estradizione.

Dal Sito della PdS

fatality
04-01-12, 19: 58
ROMA - Due cittadini romeni arrestati, mentre un terzo denunciato, per stupro nei confronti di una cittadina polacca di 33 anni a Ostia, sul litorale romano. I tre la scorsa notte sono stati sorpresi in flagranza dalla polizia mentre violentavano la donna. A fermarli, in una pineta, sono state tre volanti del commissariato di Ostia. All'esito dei riscontri effettuati dalla polizia giudiziaria del commissariato e della squadra mobile, l'accusa e' di violenza sessuale di gruppo.


bravi ragazzi....
mi riferisco ai colleghi della volante ovviamente, non certo ai lor signori rumeni autori dello stupro

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/01/04/visualizza_new.html_40391164.html

FRANCODUE
10-01-12, 10: 47
Partorisce per la strada con l'aiuto di due poliziotti. È quanto accaduto la scorsa notte a Brescia.
Una donna di 34 anni originaria del Ghana è stata colta all'improvviso dalle doglie del parto; ha tentato insieme al marito di raggiungere l'auto per andare in ospedale, ma il dolore era talmente forte da farla accasciare a terra in mezzo alla strada.
Proprio in quel momento passava la volante della questura. I due agenti di servizio hanno soccorso la donna e vista la situazione d'urgenza non hanno potuto far altro che mettersi in contatto con il 118 e seguire le indicazioni dell'operatore per far nascere il bambino.
Grazie all'intervento dei due agenti poco dopo è venuta alla luce la piccola Perpetual che poi insieme alla sua mamma è stata trasferita in ospedale.

Dal sito della PdS

Complimenti ai colleghi che si sono improvvisati ginecologi.

FRANCODUE
16-01-12, 10: 40
Gestivano il traffico e lo spaccio di droga in tutto il territorio pontino, ma stamattina sono stati fermati dalla Squadra mobile di Latina. Ventitre persone, italiane e nordafricane, sono state arrestate perché responsabili di appartenere ad una organizzazione criminale che gestiva un vasto giro di droga.

L'organizzazione, a capo della quale c'era un cittadino nordafricano, si riforniva nelle zone campane per poi tagliare e spacciare diversi tipi di droga da distribuire in tutta la zona pontina.

Durante le indagini è anche emerso che numerosi episodi di violenza, successi a Latina, erano da imputare a motivi di spartizione del mercato della droga, nonché ad acquirenti che non riuscivano a pagare le dosi di stupefacente ricevute.
12/01/2012

Dal sito della PdS

FRANCODUE
23-01-12, 10: 34
Aveva creato un impero economico fatto di imprese che spaziavano dalla commercializzazione di prodotti agricoli all'edilizia e al settore turistico-alberghiero.
Michele Mazzara era un semplice coltivatore trapanese che aveva fatto le sue fortune grazie alla mafia. Un'escalation economica dovuta all'investimento di capitali illeciti.
Stamattina agenti della questura di Trapani e agenti della Guardia di finanza - del "gruppo di investigazioni" costituito da poco tempo dal questore - hanno sequestrato beni per 25 milioni di euro a Michele Mazzara, 52 anni, fedelissimo del boss Matteo Messina Denaro.
Arrestato nel 1997 per associazione mafiosa, Mazzara copriva la latitanza del capomafia latitante, trovandogli nascondigli sicuri e luoghi da usare per i summit.
Il criminale Michele ed i suoi prestanome, soprattutto a partire dagli anni '90, hanno accumulato un immenso patrimonio immobiliare, con l'acquisto di ettari di terreno, poi ulteriormente accresciuto con analoghi e consistenti acquisti, a fronte di dichiarazioni al fisco di redditi pressoché inesistenti.
Tra i beni sequestrati 99 immobili - tra i quali terreni per 150 ettari e alberghi, 8 autovetture, tra cui due Suv , 17 automezzi agricoli, 86 tra conti correnti e titoli e 3 società operanti nella ristorazione, nell'edilizia e nell'assistenza per anziani.

Dal sito della Pds (http://www.poliziadistato.it/articolo/view/24885/)

FRANCODUE
25-01-12, 10: 47
Un'indagine durata circa tre anni ha portato stamattina all'arresto di 42 persone da parte della Squadra mobile di Lecce, mentre sono ancora sette i ricercati.
Si tratta di appartenenti ad un'organizzazione criminale affiliata alla Sacra Corona Unita, tutti indagati per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, riciclaggio e tentata rapina.
Uno degli arrestati aveva il ruolo di responsabile su tutto il territorio di Lecce e dintorni a cui gli affiliati si rivolgevano per risolvere controversie e per garantire il rispetto delle regole imposte dall'organizzazione mafiosa. Altri invece, avevano il controllo di tutte le attività illecite a Lecce, come il traffico di droga, la riscossione dei crediti, la gestione del gioco d'azzardo, le estorsioni e la riscossione del "punto" sul commercio della droga. Quest'ultimo consisteva in una tangente che tutte le organizzazioni criminali "minori" dovevano pagare all'organizzazione maggiore che aveva il controllo di tutto il territorio.
L'operazione "Cinemastore" - dal nome del negozio del capoluogo salentino che nel 2009 fu obiettivo di un attentato dinamitardo e da cui partirono le indagini - ha evidenziato che l'associazione criminale utilizzava metodi violenti per controllare il territorio e per far valere le proprie condizioni.
Estorsioni, minacce , assoggettamento e omertà erano i principali metodi usati dagli affiliati.
L'indagine, condotta con intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione e pedinamento, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha inoltre fatto luce sui forti legami che il gruppo aveva con esponenti della criminalità organizzata brindisina, alcuni dei quali arrestati stamattina.
Durante l'operazione sono stati sequestrati 200 grammi di cocaina ed un chilo e mezzo di hashish.

Dal sito della PdS.

fatality
26-01-12, 10: 36
ed intanto anche i saccheggiatori violenti operanti in vari scenari "caldi" ed in particolare in val di susa, vengono tratti in arresto e messi a disposizione dell'autorità giudiziaria a seguito di un'articolata indagine della digos di torino.
per i tanti colleghi feriti in tali scontri, almeno un inizio di giustizia tutta ancora da compiere.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/01/26/visualizza_new.html_69288398.html

PapaCharlie
29-01-12, 03: 36
http://www.youtube.com/watch?v=9ZTpfx6v2LA&feature=relmfu


bellissimo il video del padre del bambino fatto nascere a brescia dalla volante

FRANCODUE
08-02-12, 10: 24
Sono tutti appartenenti a gang giovanili di latinos i 25 arrestati di questa mattina, di cui 8 minorenni. L'operazione ha coinvolto gli agenti della polizia di Milano, Bergamo, Piacenza, Vercelli, Varese e Monza Brianza. I cittadini sudamericani sono ritenuti responsabili di tentati omicidi, rapine e risse, avvenuti in quartieri di Milano, tra le bande giovanili "Latin King Luzbel", "Neta", "MS13" e "New York", tutte ispirate alle gang latine d'oltreoceano.
Le indagini sono state avviate dopo il tentato omicidio di un 16enne, all'esterno di una discoteca milanese: si trattava di una vendetta per l'aggressione subita, il giorno precedente, da un affiliato alla "pandilla" dei Neta.
Questi fatti hanno dato inizio a una serie di episodi che ha visto coinvolti anche parecchi minorenni, con aggressioni e tentati omicidi compiuti con mannaie e machete e per i quali,
tra gli altri, lo scorso dicembre, all'esterno di una discoteca, un appartenente alla gang dei Trebol è stato aggredito e gravemente ferito.

Dal sito della PdS.

fatality
21-02-12, 12: 31
nessun abbassamento della guardia sul fronte della prevenzione e repressione del terrorismo internazionale sul nostro territorio.
la digos di terni in collaborazione con il servizio centrale antiterrorismo della polizia di stato mette a segno l'ennesimo colpo finalizzato alla sicurezza di noi tutti cittadini italiani.
http://www.poliziadistato.it/articolo/view/25336/