Visualizza Versione Completa : NDE racconti di esperienze di pre-morte - Credete alla vita dopo la morte?
Credete alla vita dopo la morte e avete paura di quest'ultima?
Inoltre credete ai famosi NDE racconti di esperienze di pre-morte di coloro che sono stati in coma celebrale?
Anthony90
23-10-09, 01: 39
Credete alla vita eterna? No.
Era una domanda del test mmpi2, con la mia relativa risposta.
Su questi "NDE" dico solo che la mente umana è straordinaria, avete mai sentito parlare ad esempio di sogni lucidi oppure degli obe? Tutte cose che si possono fare con la propria mente nel sonno, ecco questo NDE, credo siano associabili.
Credete alla vita eterna? No.
Era una domanda del test mmpi2, con la mia relativa risposta.
Su questi "NDE" dico solo che la mente umana è straordinaria, avete mai sentito parlare ad esempio di sogni lucidi oppure degli obe? Tutte cose che si possono fare con la propria mente nel sonno, ecco questo NDE, credo siano associabili.
Oppure dei famosi deja vue.
Cmq certi racconti dei NDE sono davvero incredibili
Anthony90
23-10-09, 02: 08
I deja vu sono diversi, perchè sono cose che si fanno "da svegli" e capita realmente comunque di avere dei momenti che sembrano già vissuti, chissà cosa succede nella mente in quel momento.
Cerca invece informazioni sui sogni lucidi e sugli obe, sono qualcosa di incredibile, almeno da come vengono descritti, chissà..
Ma quando parli di NDE ti riferisci a Gianluca?
bah io credo che ormai con tutte le fandonie e le corbellerie che sparano in tv, è difficile non credere a tutto...a sentire programmi della fama di vijager o top secret,sembra ormai certa, l'esistenza degli alieni, la fine del mondo,i fantasmi e tutte ste cose.
se pico pallino, ogni volta che guarda la tv,sente di racconti di sedicenti viaggiatori nde,è logico che ci crede,,come come è impossibile non credere a Sempronio,che dice di aver visto gli alieni...
da parte mia, se la tv non ci riempisse le orecchie con queste cose, non prenderemo neanche in considerzione certi aspetti..
esiste la vita dopo la morte? io penso di no,,anche perchè non credo in dio, o meglio ho un idea tutta mia e sono confuso a riguardo,,
eanche perchè tralasciando il discorso puramente religioso,...affermando la vita dopo la morte, si cadrebbe troppo nel metafico...e la mitafisica è sempre stata negata come scienza!
non nego che l'idea è affascinante...ma ho forti dubbi al riguardo..
per i viaggi rìpre morte concordo con antony..noi usiamo una piccolissima parte del nostro cervello...avete idea di quello che riusciremmo a fare se,con buon merito alla suggestione, ne usassimo una percentuale più estesa..
stessa cosa che succede per le sedute spiritiche..alla fine, ne succedono du tutti i colri,,ma secondo me, è sempre il nostro cervello che suggestionato, riesce a fare ogni cosa
basilischio
23-10-09, 10: 25
Questa discussione andrebbe spostata nella sezione del cappellano militare, perchè il titolo della discussione fa presumere alla continuazione della vita dopo la morte, accettabile solo nella fede in un Dio (vedi religione cristiana e musulmana). Al momento lascio qui la discusione che è più visibile.
Cercate di non confondere e di non addentrarvi nei fenomeni paranormali, che possono accadere solo durante la vita terrena, da quella che invece potrebbe essere la vita dopo la morte, intesa come quella dei alcune religioni o come meglio credete.
Addentratevi pure nellei esperienze di pre-morte senza cadere nelle banalità......
L'argomento è interessante.
Credete alla vita dopo la morte e avete paura di quest'ultima?
Inoltre credete ai famosi NDE racconti di esperienze di pre-morte di coloro che sono stati in coma celebrale?
Sono più propenso a rispondere di no.. anche perchè sono un quasi ateo diciamo e quindi mi è difficile concepirlo.. cmq credo nel ricordo delle persone care scomparse.. quindi quando si dice che si è sognato una persona defunta che ti è venuta in sogno a consolarti, io credo che appunto sia solo un sogno, un qualcosa che succede nella mente umana, come se fosse una auto-suggestione.. è difficile da spiegare, spero di aver reso l'idea..
basilischio
23-10-09, 11: 53
Per approfondimenti
http://it.wikipedia.org/wiki/Raymond_Moody
http://it.wikipedia.org/wiki/Esperienze_ai_confini_della_morte
A mio parere qualcosa al di la di quella linea di confine delimitata dal terminare di tutte le funzioni cereblai e vitali, c'è
ragà vi faccio leggere alcuni racconti NDE trovati su internet:
DESCRIZIONE DELL’ESPERIENZA:
Questa è la storia, così come mi venne raccontata da mio padre. Ho sentito il bisogno di condividerla con voi. Essa mi fu di grande conforto quando poi mio padre partì per l’ultimo viaggio.
Mio padre Lennie era stato colpito da un tumore alla mascella sinistra e venne ricoverato al Royal Hospital di Brisbane per essere sottoposto ad un intervento chirurgico per la rimozione dei tessuti tumorali all’interno della faccia.
Dopo l’intervento, lui mi disse che ad un certo punto, durante l’operazione, si era trovato al di sopra del proprio corpo e guardando giù capì di essere morto. Nell’istante successivo venne risucchiato in uno spazio buio: nel buio più nero ce avesse potuto immaginare, poi si ritrovò al di fuori di un tunnel dorato. All’interno del tunnel, disse, si trovava un Uomo santo, che stava lì, in piedi con gli abiti più bianchi e splendenti che si possa immaginare. Aveva lungi capelli e papà capì che quest’Uomo era davvero un Essere di grande santità.
Papà “sapeva” di non poter entrare nel tunnel poiché splendeva come di oro lucente, anche se desiderava entrarvi poiché sentiva tanto amore e pace tutto attorno a sé.
Mi disse pure che non sapeva come facesse a sapere che l’Uomo fosse santo né perché non potesse entrare nel tunnel fintantoché questo risplendesse di luce dorata ma, tuttavia, lo “sapeva”. Quando il tunnel non risplendette più di luce dorata l’Uomo all’interno del tunnel disse: “tu devi tornare indietro, noi non siamo ancora pronti a riceverti, quando lo saremo torneremo ancora e ti verremo a prendere”.
La cosa successiva che papà ricordava era che si ritrovò di nuovo nel suo corpo, nell’ospedale.
Ciò che più di tutto impressionò mio padre di questa esperienza, e lui che non avrebbe mai potuto dimenticare, fu il fatto che quanto era accaduto a lui era del tutto reale: lui era cosciente del fatto che non si trattava di immaginazione o di allucinazione: era proprio realtà. Papà era un ateo convito e non avrebbe mai potuto immaginarsela, una cosa simile.
Papà venne poi rimandato nella nostra città di residenza, Blackwater, per morirvi, in quanto aveva metastasi di tumore alle ossa.
Un giorno, mentre era nell’ospedale di Blackwater, ebbe la visita di un Angelo che si presentò come un “messaggero di Dio”. Erano esattamente mezzogiorno e l’Angelo non toccava con i piedi per terra. L’angelo disse a papà: “Ho un messaggio per te da parte di Dio: affinché tu possa entrare in Paradiso, devi seguire le seguenti istruzioni” Papà non mi disse quali fossero queste istruzioni, ma mi disse che una cosa che doveva fare era di dover leggere la Bibbia ogni giorno, fino al giorno della sua morte, e ciò anche se non sapeva come fare perché non c’era un pastore che potesse aiutarlo.
Io facevo l’infermiera in un ospedale di Rockhampton, così feci trasferire mio padre lì, poiché c’era un reparto di oncologia, e papà aveva bisogno di stare vicino alla sua famiglia.
Circa due settimane prima della sua morte, ci disse che di lì a due settimane lui ci avrebbe lasciato. Mia sorella gli chiese: “Perché, dov’è che vai, papà?” . Lui rispose che di lì a due settimane sarebbe morto. Ci disse pure che quella notte un altro ammalato, di nome Danny, era morto. Danny aveva un melanoma e stava nel letto proprio di fronte a quello di papà.
Papà mi riferì quello che era successo proprio un attimo prima che Danny esalasse l’ultimo respiro: papà vide due Angeli entrare nella stanza e mettersi a ciascuno dei due lati del letto di Danny senza toccare il suolo. Papà sentì Danny esalare l’ultimo respiro e subito dopo vide Danny ed i due Angeli stare in piedi davanti al proprio letto. Uno degli Angeli gli disse che sarebbe tornato, per lui, di lì a due settimane.
Papà morì esattamente due settimane dopo la morte di Danny. Mi disse che quando aveva visto l’anima di Danny, lo vide felice e ringiovanito. Un’altra cosa che papà mi disse fu di non avere paura della morte, poiché essa è come passare attraverso una porta. Mio padre passò dall’essere una persona che non credeva in niente dall’essere salvato dall’Onnipotenza di Dio e per questo mi sento molto riconoscente e privilegiata di essere stata una testimone della Sua Grazia salvatrice.
Alcuni anni dopo la morte di mio padre, cominciai a ricevere il messaggio che dovevo trovare la madre di Danny e parlarle del figlio.
Dicevo: “Signore, io non so dove andare a cercare la mamma di Danny, ma se tu vuoi che io le vada a parlare, allora sono sicura che Tu farai in modo che questo accada”. Divenne una preoccupazione davvero persistente, questa di trovare la mamma di Danny, ma per fortuna, o per grazia di Dio, accadde che io mi trovassi a lavorare con il più caro amico di Danny. Questo venne fuori quando casualmente ci trovammo a parlare dei nostri precedenti lavori. Gli raccontai dove fossi stata a lavorare come infermiera e lui mi disse che il suo migliore amico era morto proprio lì, all’epoca in cui io lavoravo in quell’ospedale. Gli chiesi quali fosse il suo nome e quando lui me lo disse, pensai: “Grazie, Signore!” L’amico di Danny mi mise in contatto con la mamma di Danny lo stesso giorno ed io le chiesi se potevo andare a trovarla subito dopo la fine del turno di lavoro. Lei acconsentì. La mamma di Danny era una fragile vecchietta ed io ero timorosa di parlarle degli ultimi momenti di vita di Danny, temendo che non mi avrebbe creduta o che avrei potuto sconvolgerla.
Comunque le raccontai quello di cui mio padre era stato testimone al momento della morte di Danny, ed essa irruppe in lacrime. Mi sentii mortificata come se avessi fatta una cosa sbagliata.
“Mi dispiace per averla sconvolta in questo modo” le dissi. Lei mi rispose : “Non mi hai affatto sconvolta: queste sono lacrime di gioia. Mi hai reso la madre più felice al mondo” mi disse pure che per anni era stata in ansia per sapere cosa ne fosse stato di Danny dopo la sua morte e che avrebbe desiderato sapere se si fosse salvato.
Il Signore agisce in modi misteriosi. La mamma di Danny era caduta in una forte depressione dopo la morte del figlio, che aveva solo 26 anni. Mio padre ne aveva 51 ed entrambi erano deceduti di Domenica, a distanza di due settimane.
Spero di poter dare conforto a molta gente raccontando questo. Gesù e Dio esistono per davvero. Esistono realmente anche gli Angeli, lo so perché mio padre li ha visti, e si è salvato.
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Mentre "lui" era al lavoro sentì nausea, forti giramenti di testa, sapore amaro in bocca e "vomito a getto" e tutto divenne buio:mi ero ritrovato in una galleria, illuminata da luci fioche completamente umida;percorrendola arrivavo ad un bivio con due galleria:soltanto in una si intravedeva in fondo una luce fioca e la prendevo;ripercorrendola a lungo mi ritrovavo la stessa scena col bivio:non sapendo da dove venivo,ma sicuramente essendoci già stato decidevo di camminare avanti senza voltarmi mai, contanto i bivi che incontravo;
non c'era nessuno eppure l'atmosfera era meravigliosa, ed avanzando il cammino dinventavo piu' leggero, ma senza alcuna ansia, con il benessere stupendo che mi invadeva.Andando avanti dovevo rallentare e camminare con estrema dolcezza perchè il senso di leggerezza era aumentao al punto che sapevo con certezza di poter volare, staccarmi dal suolo.
Arrivato a contare 450 volte la sequenza dei bivi e delle gallerie mi trovavo fuori in una foresta con colori vivissimi, un verde fluorescente, un albero mastodontico al centro e, fissandolo in tutta la sua estensione veniva verso di me una fitta coltre di nebbia color tenue porpora che mi invadeva ogni singola cellula sprigionando un'energia ed una sicurezza sconosciute ed una "voce" molto profonda mi investiva facendomi vibrare tutto:"Non è l'attimo!" Ma non capivo cosa significasse visto che l'attimo era una frazione infinitesimale di tempo e dove mi trovavo il tempo non esisteva e tutto quanto si muoveva in perfetta sincronia con i miei passi. A quel punto vidi tutta la mia vita passata scorrermi davanti, soltanto le azioni aberranti e solo quelle:un dolore lancinante a quella vista mi prendeva. Implorai aiuto con tutto il mio cuore, lo implorai con le ultime forze.Aprii gli occhi gonfi di lagrime, fissandola porta della stanza ove ero, non riuscivo a vedere null'altro;dpo due ore la porta si aprì:
era il Neurochirurgo Guido Guglielmi che dalla UCLA di Los angeles era a Roma per un congresso su un nuovo sistema di embolizzazione(Guglielmi Detachble Coil)ed aveva accettato di operarmi e lo fece con anestesia locale all'inguine in piena coscienza.15 giorni di coma profondo sulla linea del coma depassè(oltrepassato, la morte cerebrale),mancanza di qualsiasi riflesso anche sotto stimolo,il passaggio al coma per altri 50 giorni, il risveglio all'arrivo del neurochirurgo che depositò, con catetere coassiale di sua invenzione, delle spirali di platino all'interno dell'aneurisma chiudendolo e passati 7 giorni ero dimesso.
Forse ho sognato tutto?La galleria era forse un ricordo recondito del parto? Queste sono tutte fantasie o sogni? Ebbene, un incosciente che commette reati, pure drogato cade in coma oltre due mesi di cui 15gg. in coma profondo,VEDE alcune cose sconosciute, apre gli occhi e "il caso" gli salva la vita,guarisce e si riprende, si sposa ha 2 figlie, si laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni diventa una persona ASSOLUTAMENTE onesta e si gode ogni attimo di questa vita, magari difficile ed a volte crudele, ma pur sempre Meravigliosa. Solo una domanda......potrebbe MAI un sogno od un'immaginazione esser capace di trasformare tutto cio'?? IMPOSSIBILE!! Anche con tutta la razionalità possibile....Dio è il piu' Grande!
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Bellissima domanda...
Io non credo nella vita dopo la morte. Quando il cuore smette di battere e il cervello di funzionare c'è il nulla e non si ha più alcuna percezione...
E' normalissimo avere paura della morte, altrimenti saremmo già tutti morti da tempo. E' proprio la paura di morire che ci tiene in vita... In alcuni questa paura è meno accentuata. Le persone che hanno raccontato di esperienze premorte, invece, erano così spaventate e suggestionate che durante il coma hanno fatto strani sogni:)
capt.sparrow
23-10-09, 15: 46
Ecco, dovremmo trovarci daccordo su cosa intendiamo per "vita"...
Vita nell' Universo... Cosa sappiamo dell'universo?...
La meccanica quantistica ha così profondamente rivoluzionato le regole che le ipotesi che si possono fare sono infinite...
E se le ipotesi sono infinite... Come si fa a negare qualcosa?
Materia come energia... Teoria delle stringhe... Universi multidimensionali...
Ecco, prima definiamo cosè la vita... La nostra vita... Poi confrontiamoci su quella dimensione...
credo che esista qualcosa. Credo che noi non siamo solo "un periodo" trascorso su un pianeta
basilischio
23-10-09, 16: 02
La percezione di un qualcosa al di la della morte è presente, quasi da sempre, in tutte le culture tant'è vero che molte di esse, nella sepoltura, mettevano oggeti che accompagnassero nell'aldila il defunto.
Vedi in nell'antico Egitto, le tombe dei faraoni
Nei miti scandinavi, troviamo il Walhalla, era il luogo in cui si ritrovavano gli eroi morti in battaglia, portati lì dalle Valkirie, dopo essere stati giudicati dal dio Wotan (Odino).
Sia i Greci che i Romani credevano fermamente che l'anima del defunto sopravvivesse e che vegliasse su di loro aiutandoli nei momenti di bisogno.
Gli induisti invece credono nella reincarnazione.
I Musulmani, così come gli Ebrei e i Cristiani, credono che la vita presente sia solo "una prova" in attesa della vita dopo la morte, che sarà "la vera vita".
E' possibile, come ha detto qualc'uno, che sia per esorcizzare la paura della morte, ma è anche possibile che qualcosa veramente esista. Non sappiamo in che forma ma è possibile.
Soprattutto per i cristiani e musulmani la vita dopo la morte è una realtà.
La cosa incredibile è che queste percezioni pre-morte sono molto simili tra di loro e sono raccontate da persone di culture profondamente diverse o anche da convinti atei che poi si sono ricreduti.
Vi posto un articolo interessante da leggere:
Near Death Experience può essere tradotto in italiano con "esperienza in punto di morte" o "esperienza di pre-morte", ma l'acronimo NDE è il termine più diffuso e riconosciuto per indicare questo tipo di esperienze. Le NDE classiche sono costituite da racconti o testimonianze di eventi "vissuti" da persone che si sono trovate, per un periodo più o meno breve o lungo, in uno stato di potenziale morte clinica riconosciuta, rispetto al quale sono state poi riportate in vita. Gli eventi narrati dovrebbero coincidere col periodo della morte clinica, anche se vengono avanzati dubbi al riguardo.
Durante gli ultimi 40 anni vari ricercatori hanno approfondito ed arricchito le conoscenze su questa nuovo campo di studi nato nell'ambito della tanatologia. Tra i pionieri figurano medici come Raymond Moody, Michael Sabom, Melvin Morse, psichiatri e psicologi come Elizabeth Kübler-Ross, Kenneth Ring, Peter Fenwick, Phyllis Atwater e molti altri. Da un'indagine Gallup del 1982 risultava che nei soli Stati Uniti circa 8 milioni di persone adulte avevano avuto una NDE. Sondaggi successivi hanno elevato tale cifra a quasi 12 milioni. Da uno studio pubblicato nel 2001 dal Dott. van Lommel è risultato che su 344 pazienti riportati in vita negli ospedali olandesi dopo un arresto cardiaco, circa il 18% era andato soggetto ad una NDE.
Le NDE hanno quasi sempre un profondo impatto su coloro che ne fanno esperienza, anche per quanto riguarda la loro vita successiva. Molti "sperimentatori" infatti tornano indietro con un bagaglio di esperienze e di convinzioni interiori sui principi che riguardano lo spirito ed il significato dell'esistenza umana, e ricominciano a vivere con una visione del mondo e del proprio impegno nella vita che in alcuni casi risulta completamente diversa da quella che avevano prima di "morire".
Molte di queste testimonianze sono pervase da un'aura numinosa per la presenza di un'energia la cui orgine viene percepita come divina, un'energia che si manifesta sotto forma di luce e di un amore immenso ed incondizionato. Ho pensato di dare evidenza alle testimonianze di NDE perché sono tante e provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Gli effetti di una NDE comprendono la drastica riduzione del timore della morte, la comprensione del significato dell'amore e l'incremento della capacità di amare senza condizioni e senza personalizzare l'amore, il sentimento che tutto l'esistente è un'unica entità e che la vita ha un significato profondo ed uno scopo, l'acccettazione e la compassione per gli altri esseri umani e l'accrescimento dell'interesse per lo spirito e per la sua evoluzione. Chi è passato attraverso quest'esperienza, in genere tende ad essere più incline ad una spiritualità universale, anziché assumere un atteggiamento "religioso" nel senso convenzionale del termine, e molti ne tornano convinti del fatto di essere "spiriti" temporaneamente ingabbiati in un corpo fisico.
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che le NDE possano essere prodotte dall'attività cerebrale (in particolare da forme di attività che si produrrebbero nel nel cervello morente). Ma il dottor Peter Fenwick, neuropsichiatra inglese impegnato nel campo delle ricerche sulle NDE, pensa che tali ipotesi non reggano alla prova dei fatti. Il dottor Fenwick così descrive lo stato del cervello durante una NDE: «Il cervello non sta funzionando, non è là, è fuori gioco, può anche essere leso… Eppure queste esperienze, chiarissime, si verificano… Quando il cervello smette di funzionare, normalmente si ha uno stato di incoscienza. Per esempio, se voi avete uno svenimento, cadete al suolo senza sapere cosa sta accadendo, perché il cervello non funziona. I sistemi della memoria sono particolarmente sensibili all'incoscienza, e così non potrete ricordare nulla. Eppure, dopo una di queste NDE, i ricordi sono chiarissimi e lucidi… Questo è un vero rebus per la scienza. Non ho ancora trovato una sola spiegazione scientifica che possa dar conto di questi fatti».
In questa sezione sono riportate alcune testimonianze di NDE, tra le tante che provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Cliccando sui nomi della pulsantiera di destra si accede alle singole esperienze.
Nell'occuparmi di esperienze come le NDE il mio scopo non è quello di dimostrare l'esistenza di una vita dopo la morte – cosa che comunque non escludo – ma piuttosto di evidenziare un messaggio, un insieme di informazioni, relative ad una condizione che per molti aspetti appare diversa, quasi antitetica rispetto a quella umana. Per esempio, in molte di queste esperienze compare un essere luminoso che irradia amore, un amore di un'intensità che va oltre qualsiasi esperienza umana, un amore incondizionato che infonde sicurezza, immensa felicità e senso di appartenenza, un amore che fa sentire finalmente a casa. Un altro aspetto che si verifica di frequente è la revisione della propria vita in compagnia di questo essere di luce. Non vi è la sensazione di essere da lui giudicati, e meno che mai condannati. Vi prevale invece un senso di comprensione e di conforto, non disgiunto in qualche caso da un benevolo umorismo. Semmai è il soggetto stesso che, nel percepire quanto vi è stato di disarmonico nella propria vita, soprattutto in relazione alle sofferenze causate agli altri dai nostri atti, sente con rammarico l'inadeguatezza della propria capacità di controllare in modo positivo una condizione così difficile quale è quella dell'incarnazione.
Nella loro maggioranza, le esperienze narrate da chi è passato attraverso una NDE non vengono percepite come fantasie o avventure oniriche, ma hanno lo spessore e l'impatto di un vissuto reale, che non di rado presenta una qualità della realtà percepita come superiore a quella del nostro normale stato di veglia. Anche la registrazione nella memoria di tali eventi risulta profonda e duratura, almeno pari, se non superiore, a quella degli episodi della nostra vita che hanno determinato il maggior coinvolgimento emotivo e di significato. Pertanto, sempre alla luce dell'importanza dell'elaborazione e della trasmissione dell'informazione, possiamo affermare che tramite le NDE ci perviene un messaggio informativo da non sottovalutare. A mio avviso la questione se tale messaggio sia in tutti i casi di NDE un'elaborazione dovuta all'attività del cervello, come sostengono alcuni ricercatori, oppure venga trasmesso in qualche caso anche in assenza di attività cerebrale, come sostengono altri, pur essendo molto importante, non è essenziale.
In alcuni casi la sospensione delle funzioni vitali è stata determinata da esigenze di tecnica chirurgica strettamente controllata, che non dovrebbero lasciare dubbi sulla verifica delle condizioni di sospensione del funzionamento del cervello (per esempio, lunghi periodi di encefalogramma piatto). Le testimonianze delle esperienze vissute dalle persone le cui funzioni vitali si trovavano in quello stato inducono alcuni ricercatori ad ipotizzare che la corrispondenza coscienza=stato mentale=attività cerebrale in alcune circostanze possa venir meno.
Coloro che sostengono la tesi che in ogni caso le NDE devono essere prodotte dall'attività del cervello, appartengono a due categorie: o si richiamano al fatto che, senza eccezioni, qualsiasi forma di consapevolezza e qualsiasi elemento di informazione ricevuto dagli esseri umani deve passare attraverso l'attività cerebrale – il che si risolve in una negazione a priori di altre alternative – oppure cercano di provare che le NDE non si verificano in condizioni di EEG piatto (pur se così potrebbe sembrare) ma prima o dopo tali stati, e che l'attività cerebrale anche in condizioni di ridotta efficienza può consentire il prodursi di tutte le esperienze delle NDE e la loro memorizzazione. I primi sostengono (logicamente, in base ai loro presupposti) che l'onere della dimostrazione del fatto che le NDE potrebbero non dipendere dall'attività cerebrale sia tutto a carico di chi sostiene tale tesi, mentre i secondi ritengono di aver dimostrato che le NDE sono prodotte dal cervello.
Per conto mio, ritengo che allo stato attuale le conoscenze scientifiche sul modo in cui il cervello elabora l'informazione – e soprattutto un tipo di informazione come quella presente in diverse NDE – siano insufficienti per poter trattare l'argomento con adeguata sicurezza, nonostante i recenti sviluppi delle neuroscienze: preferisco pertanto sospendere il giudizio. Credo inoltre che, quand'anche fosse dimostrato che le NDE siano in ogni caso un prodotto dell'attività cerebrale, questa specie di "canto del cigno" del cervello costituirebbe comunque un'esperienza della massima importanza, dato che può comportare fenomeni come l'uscita dal tempo e dallo spazio, la ricezione di informazioni appaganti e confortanti sul significato della vita, il coinvolgimento emotivamente intenso ed estatico in un'onda d'amore infinito ed onnicomprensivo, che possono essere considerati come significativi in relazione ad un possibile stato di transizione della consapevolezza. È inoltre mia convinzione che le NDE più significative abbiano una qualità del tutto diversa da quella delle esperienze ottenibili mediante l'uso di sostanze psicoattive.
Penso che vada sempre tenuta presente l'impostazione logica della teoria dell'informazione, in base alla quale l'informazione stessa, comunque elaborata, ha sempre un destinatario che deve essere in grado di decodificarla. Tutti gli sforzi della scienza sono orientati in questa direzione. Se così non fosse tutto l'universo sarebbe "assurdo" e qualsiasi nostro sforzo verso la sua conoscenza sarebbe vano (tesi che alcuni filosofi hanno sostenuto). Se noi non avessimo la facoltà di decodificare l'informazione presente nell'universo, la nostra condizione umana sarebbe quella di vittime, prive di difesa, di un'illusione, di un imbroglio colossale senza vie di uscita (una posizione simile a quella della maya della filosofia indiana). Ma proprio l'esistenza della possibilità di decodificare l'informazione ha come premessa inevitabile il fatto che essa sia stata codificata e trasmessa, anche tramite l'elaborazione compiuta dal cervello, generazione dopo generazione. In relazione all'informazione, dobbiamo sempre ipotizzare, per coerenza logica, una sorgente, un sistema di trasmissione e di elaborazione, ed un destinatario: in caso contrario, non vi potrebbe essere "significato" nella decodifica dell'informazione stessa.
Se il cervello è lo strumento di trasmissione e di elaborazione dell'informazione di cui disponiamo nella nostra dimensione fisica, non mi sembra che ci siano elementi nelle attuali conoscenze scientifiche che consentano di escludere la possibilità dell'esistenza di altri sistemi di trasmissione ed elaborazione dell'informazione in dimensioni diverse. La stessa fisica, non solo non esclude, ma anzi afferma la possibile esistenza di universi "paralleli" distinti da quello in cui viviamo, ma con esso coesistenti. Questo non significa che la morte debba di necessità implicare una transizione dall'uno all'altro di questi universi, ma può darsi che la coscienza possa disporre di sintonie diverse.
Quest'articolo di Paola Giovetti offre un quadro sintetico della storia delle ricerche nel campo delle NDE. In quest'altro articolo, sulle esperienze indotte da sostanze psicotrope, si esaminano testimonianze di esperienze prodotte dall'uso di allucinogeni (psilocibina) per metterle a confronto con le NDE.
Questa discussione andrebbe spostata nella sezione del cappellano militare, perchè il titolo della discussione fa presumere alla continuazione della vita dopo la morte, accettabile solo nella fede in un Dio (vedi religione cristiana e musulmana).
scusa, ma non è così! si può accettare fenomeni come la methenpsicosi per esempio senza credere in alcuna divinità come facevano i pitagorici o i platonici(anche se in maniera diversa)! Non penso che la vita dopo la morte sia legata ad un'entità immanente, piuttosto potrebbe essere vista come necessità, legge meccanica, del mondo in cui viviamo....
al di là di questo comunque non ho un'idea precisa sulla vita dopo la morte, la cosa che mi viene da pensare è che dopo la morte non ci sia più nulla, per quanto questo sia in effetti piuttosto deludente...per le esperienze dopo la morte leggevo sul venerdì anni fa un articolo dove dicevano che le esperienze di vita della gente in coma sono meccanismi del cervello per tenerti addormentato perchè il fisico(o il cervello stesso) non reggerebbe lo svegliarsi, un pò come i sogni per capirci(si sogna quando c'è rischio di svegliarsi ma si devono ancora recuperare le energie...per questo quando si cade dal letto magari si sogna di cadere, è perchè il cervello ci vuole tenere addormentati per farci riposare e la prima cosa che "gli viene in mente" è proprio la caduta...) però l'ho letto un sacco di anni fa e potrei sbagliare, però ricordo che diceva che infatti la cosa dipende molto da cultura a cultura, per esempio in occidente la gente vede la luce verso cui correre, mentre in giappone si immagina di dover attraversare un fiume....
Ecco, dovremmo trovarci daccordo su cosa intendiamo per "vita"...
Vita nell' Universo... Cosa sappiamo dell'universo?...
La meccanica quantistica ha così profondamente rivoluzionato le regole che le ipotesi che si possono fare sono infinite...
E se le ipotesi sono infinite... Come si fa a negare qualcosa?
Materia come energia... Teoria delle stringhe... Universi multidimensionali...
Ecco, prima definiamo cosè la vita... La nostra vita... Poi confrontiamoci su quella dimensione...
pienamente d'accordo....
desertfox
23-10-09, 20: 48
I deja vu sono diversi, perchè sono cose che si fanno "da svegli" e capita realmente comunque di avere dei momenti che sembrano già vissuti, chissà cosa succede nella mente in quel momento.
Cerca invece informazioni sui sogni lucidi e sugli obe, sono qualcosa di incredibile, almeno da come vengono descritti, chissà..
i deja vu sono momenti che la nostra psiche ha già "sognato di vivere".. cioè, io inconsciamente mi immagino una situazione, e se dopo vivo veramente un momento simile riappare il nostro "sogno già fatto"! riporto solo la spiegazione semplificata del buon vecchio Sigmud eh!
per la vita dopo la morte mah... le esperienze che si provano mentre si stà per morire possono essere causate dal "sovraccarico" del cervello e della mente che ci fanno immaginare in modo realistico dei fatti.. almeno così la penso io..
non è facile rispondere a questa domanda perchè secondo me ci sono diversi fattori che "influenzano"una possibile risposta....la fede,la religione a cui si appartiene, l'ateismo,le varie esperienze vissute da ognuno di noi,strani fenomeni o miracoli....
cmq penso che ci sia una "seconda vita" dopo la morte fisica dell'individuo...
Comunque vi dico che le testimonianze di pre-morte non sono state solo "camminate in tunnel di pace che portavano alla Luce". Alcuni, invece di salire al Cielo, hanno raccontato esperienze terribili in cui sentivano di avere ancora la sostanza del proprio corpo e provavano dolore che era causato da esseri che si divertivano a far loro del male.
Comunque vi dico che le testimonianze di pre-morte non sono state solo "camminate in tunnel di pace che portavano alla Luce". Alcuni, invece di salire al Cielo, hanno raccontato esperienze terribili in cui sentivano di avere ancora la sostanza del proprio corpo e provavano dolore che era causato da esseri che si divertivano a far loro del male.
Si ci sono state le cosidette NDE negative che parlava addirittura di esperienze di discese all'inferno
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