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Visualizza Versione Completa : Cronache Marziane



capt.sparrow
24-09-09, 17: 03
Nelle faccende militari l'importanza delle comunicazioni e di un buon controllo delle rispettive strutture ha sempre avuto un rilievo enorme, capitale. Ma l'importanza della cosa è aumentata mano a mano che l'elettronica è andata assumendo un ruolo sempre più centrale negli armamenti e nei sistemi di sicurezza, di intelligence e difesa.
Con la rapidità con la quale oggi l'industria elettronica aggiorna i suoi prodotti, soltanto attraverso adeguati investimenti e con tanta, tanta, formazione è logico credere che sia possibile mantenere un alto grado di efficienza del comparto difesa, tale da garantire la sicurezza della nazione.
In questo senso la Marina Militare dovrebbe rappresentare un contesto d'eccellenza visto che sia strategicamente, che tatticamente, le sue navi dovrebbero essere i terminali remoti della rete di un sistema do armamenti avanzati "cuore" della guerra moderna.
In questo senso non possono che sorgere dubbi inquietanti quando incidentalmente si leggono certe norizie:

-... La fregata Libeccio sta navigando nelle acque dell’oceano Indiano per proteggere dai pirati i mercantili che lo attraversano. Ovviamente non è sola: ci sono almeno altre 70-80 navi da guerra nell’area. Altre quattro inquadrate nell’operazione dell’Onu Ocean Shield (cioè scudo dell’oceano), altre ancora nell’operazione Atalanta dell’Unione Europea e infine un buon numero giunte qui individualmente o comunque sotto il loro comando nazionale, tra gli altri australiani, coreani, russi, cinesi, malesi, sauditi. Poi ci sono le navi americane incaricate della lotta contro il terrorismo. Nessuno sa bene quante siano e esattamente dove incrocino. Numero e ubicazione sono tenuti segreti.
Da un paio di esse sono partiti gli elicotteri che il 14 settembre hanno effettuato un raid in Somalia uccidendo o catturando (non è ben chiaro) alcuni dei più temibili ricercati. Il nome di uno di essi è noto, Saleh Ali Saleh Nabhan, il secondo invece non è ancora ben noto con certezza. A Mogadiscio circola la voce che si tratti di Abu Mansur Al-Ameriki (cioè l’Americano), che quando è nato, in Alabama, si chiamava Omar Hammami. Durante l’operazione dei commando americani sulla costa somala tutte le comunicazioni sull’oceano Indiano sono state oscurate. In tilt non solo i telefoni satellitari e l’apparecchio per connettersi a internet del Corriere della Sera, ma anche gli apparati, certamente più sofisticati del Libeccio. A nulla sono valsi gli sforzi del tenente di vascello Paolo Tresca e del suo vice, il sottotenente di vascello Stefano Rigoni, gli esperti delle telecomunicazioni a bordo. Sembrava che tutti i satelliti in cielo fossero stati disattivati.

da un articolo di Massimo A. Alberizzi - Corriere della sera 23/9/09

Ora visto che la fregata Libeccio è inserita nel Gruppo Navale Nato SNMG2 (Standing Nato Maritime Group 2) con l’operazione Ocean Shield... Cosa pensare? ...Nessun coordinamento tra Alleati anche se impegnati nella stessa zona in missioni diverse?... Eppure pare che i francesi sapessero qualcosa... Forse sono solo voci... Mah!

Charlie 2
24-09-09, 18: 25
Un'altra minch@ta giornalistica e mi fa specie di te sparrow che credi a questi "scoop giornalistici" a meno che tu non dia un DT con il chiodo in testa :) ... i satelliti non hanno mai smesso di funzionare anche perchè il libeccio... beh mi fermo qui.

quantico
24-09-09, 20: 02
Leggendolo sul Corriere di ieri, mi è sorta la stessa domanda. Poi "conoscendo" le conoscenze dei giornalisti, sono arrivato alla conclusione di Com.te Charlie.


Comunque, non sapevo che il Sig. Tresca fosse passato TV. Due Ufficiali AN che conosco molto bene. Come la Nave. Ricordo ancora l'esamino del CROP su conoscenza nave. Grande Libeccio. Paveant Turbinem Hostes!

AlfaUno
24-09-09, 20: 14
Giusto per spezzare una lancia in favore della nostra MM, che in famiglia abbiamo avuto l'onore di servire in tre (papà e due dei tre figli), allontanandone l'aura di "inefficenza" inaugurata dal libro Navi e Poltrone, sappiate che gli americani non ci hanno mai sottovalutato, anzi ci hanno "copiato" soluzioni inaugurate per esempio con le navi della classe Rizzo (sonar a 360°, lancia bas, ecc...) per cui i loro sottomarini finirono incredibilmente "affondati" nelle manovre nato...e gli ammiragli americani pretendevano di salire a bordo e con la scusa di visitare la coc.....

capt.sparrow
24-09-09, 20: 32
Charlie2,
mio caro amico...
Leggi il titolo di questa discussione...
Dopo... Immagina che (notizia riportata sul giornale di bordo del sito ufficiale della Marina Militare) quello sprovveduto giornalista, corrispondente estero del Corriere della Sera, è stato ospite a bordo di nave Libeccio proprio la scorsa settimana... Con lo scopo di documentarsi e documentare l'operato dei nostri militari impegnati nell' Oceano Indiano.
Ora se tutta l'operazione aveva come scopo quello di dare una giusta visibilità alla ns FA... E possibile che nessuno, ma proprio nessuno, tra le brillanti menti che hanno promosso questa operazione, non si sia poi preoccupato di seguirne gli sviluppi... Possibile che gli italiani debbano sempre leggere le cronache marziane?

Charlie 2
25-09-09, 07: 44
Navigazione tra Mombasa e le Seychelles .... la spiegazione tecnica c'è mio caro amico (non mi hai detto però se sei DT con il chiodo ;) ...) .... credimi sulla parola.... è vero è proprio una cronaca marziana mi fa ricordare un'altra cronaca marziana vissuta in prima persona durante la missione Libano 1 quando il Grado si fermò per cambiare un cuscinetto della linea d'assi - attività di normale routine per il personale di macchina ma che i giornalisti, nella loro grandissima onniscenza, riportarono come un quasi naufragio... ricordo ancora il titolo dei giornali ... "Due barchette in mezzo al mare"

capt.sparrow
25-09-09, 12: 53
... Charlie2, il mio "chiodo" è un'antenna a banda larga... Molto larga!

Vedi, lasciando stare i chiodi per passare ai cuscinetti, il senso di tutto quello che voglio dire è magistralmente espresso in un capolavoro della letteratura, del quale, se non lo avessi già fatto, ti consiglierei la lettura, e dal quale permettimi di citare:

"E ciò che è bene, Fedro
e ciò che non è bene -
dobbiamo chiedere ad altri di dirci queste cose?"
(Robert M. Pirsig - lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta-)

Cosa c'entra Pirsig con il cuscinetto del Grado e le " due barchette in mezzo al mar"?
Forse niente... O forse si?... Lui, quasi dieci anni prima aveva scritto:

“Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore”

Indicando come la qualità e la metafisica potevano avere molti punti in comune...
Il contesto che lui sceglie per descrivere simbolicamente tutto ciò è rappresentato idealmente dal viaggio...
Anche il Grado era in viaggio... No? ... Anche Alberizzi imbarcato sul Libeccio ci fa la cronaca di un viaggio...
Anche le nostre Cronache Marziane quì sono un viaggio...
Un viaggio dii esplorazione... Proprio come nell'omonimo e celebre capolavoro di Ray Bradbury (altra lettura vivamente consigliata) dove i ventotto racconti che lo compongono non sono altro che il pretesto per proiettare i molti vizi e le poche virtù della società contemporanea, ad un livello differente dalla quotidiana routine, con il fine di scoprirli, evidenziarli ed analizzarli...
E noi possiamo mettere in risalto le dicotomie tra le intenzioni e i risultati.. O no?...Tra i propositi e i fatti...
Quindi scandalizzarci, anche se non della plateale inadeguatezza tecnica dei mezzi, erroneamente o involontariamente segnalata dal giornalista in questo caso...Della sicura, evidente inadeguatezza dell'Ufficio Stampa della nostra Marina, della nostra Difesa... I quali, trascurando ciò che poteva esser curato, hanno certamente perso l'occasione di far ben rappresentare un lavoro importante per la FA... Lavoro sul quale, molto più in patria che fuori, questa si gioca la sua credibilità e i suoi finanziamenti.

SANGRIA
25-09-09, 13: 52
Che i centri di controllo USA possano "spegnere" i satelliti nel caso se ne abbia l possibilità è possibile, ma piuttosto improbabile, se non altro perché l'azienda di servizi che paga milioni di euro l'anno per avere la copertura satellitare, poi i soldini li rivuole indietro. Già mi immagino navi a sbattere contro gli scogli, scuole di diving che fanno danni e ammazzano la gente, trasmissioni interrotte da qua all'australia perché i seal devono fare un'operazione di incursione... Ma andiamo!!!!!
Comunque, mettiamo che abbiano oscurato le comunicazioni satellitari... Credo solo le loro, visto che il SICRAL è nazionale e nemmeno se volessero ad ogni costo potrebbero metterci mano.
Più probabilmente è mancata la copertura SICRAL ma è rimasto attivo l'INMARSAT. Il GPS sarà stato degradato ma è un problema di chi non ha le chiavi del P(Y) e anche se fosse, pazienza, il GPS sul Libeccio nel 1984 mica c'era, e almeno noi le rotte le sappiamo tracciare ancora a mano.

Ammesso e non concesso, poi, che sia successo (e, ripeto, è tecnicamente possibile) se investissimo di più in Difesa non dovremmo dipendere dagli USA che hanno il diritto di degradare le prestazioni diei propri sistemi se questo è funzionale alle loro esigenze.
Ecco perché in orbita abbiamo il SICRAL e il SICRAL 1-B e manderemo, forse, un giorno, in orbita il SICRAL 2. Ecco perché con enorme difficioltà sta procedendo il programma GALILEO.

Ma se le priorità sono sempre altre, almeno che la gente nonrompa le scatole se dobbiamo subire certe cose

capt.sparrow
26-09-09, 10: 11
...Ma se le priorità sono sempre altre, almeno che la gente nonrompa le scatole se dobbiamo subire certe cose


Via Sangria, non perda le staffe... Non scivoli nel banale... (a meno che, il suo non sia il volontario e scorretto tentativo di banalazzare una situazione seria)...
Si ricorda cosa le hanno sempre detto nei vari corsi di "Leadership" ai quali da Ufficiale avrà certamente partecipato?... L'esempio.... Lasci dunque agli Aspiranti l'atteggiamento da "moschettiere".

Comunque " la gente" (quella che paga lo stipendio ai militari) va sempre considerata con il massimo rispetto... Altrimenti...
(Mi permetta di ispirarmi al simpatico spot, che in questi giorni imperversa sui nostri media)... La gente le potrebbe, con una espressione perifrastica, giustamente obiettare:

-Pugna vincenda est militibus-
(I soldati devono vincere la battaglia)

Non crede?

Gabryvee
26-09-09, 11: 10
Mi affascina l'alto livello grammaticale usato da capt.sparrow per esprimere tali opinioni sebbene questa non sia la discussione adatta dove fare un'osservazione del genere anche se sarebbe interessante capire da dove possa derivare una cultura italiana così elevata. Per quanto concerne l'argomento che state affrontando credo proprio che qui l'incognita da risolvere debba essere ricercata nella politica internazionale ed estera circa sulla gestione dei sistemi elettronici e di telecomunicazione

SANGRIA
26-09-09, 14: 56
Via Sangria, non perda le staffe... Non scivoli nel banale... (a meno che, il suo non sia il volontario e scorretto tentativo di banalazzare una situazione seria)...
Si ricorda cosa le hanno sempre detto nei vari corsi di "Leadership" ai quali da Ufficiale avrà certamente partecipato?... L'esempio.... Lasci dunque agli Aspiranti l'atteggiamento da "moschettiere".

Comunque " la gente" (quella che paga lo stipendio ai militari) va sempre considerata con il massimo rispetto... Altrimenti...
(Mi permetta di ispirarmi al simpatico spot, che in questi giorni imperversa sui nostri media)... La gente le potrebbe, con una espressione perifrastica, giustamente obiettare:

-Pugna vincenda est militibus-
(I soldati devono vincere la battaglia)

Non crede?

i punti sono due:

l'opinione pubblica, di fronte agli ingenti capitali investiti per l'acquisto di armamenti moderni storce il naso, vittima del "benaltrismo" tipica della democrazia, dove c'è sempre qualcosa di più importante e immediato da portare a termine rispetto a programmi la cui immeidata utilità non è evidente

l'opinione pubblica si indigna quando i militari vengono mandati a combattere conquello che i risicatissimi fondi consentono e poi magari palesano una loro eventuale inadeguatezza.


Ora, ammesso e non concesso che gli USA abbiano degradato o addirittura "spento" i satelliti (cosa impossibile, visto che i satelliti sono 24 e in pochi minuti passano dal golfo di Aden all'Inghilterra, per fare un esempio), la questione è
1- Perché dipendiamo dal GPS statunitense e non da uno nazionale? Risposta: stiamo mettendo in piedi GALILEO ma ci vogliono soldi che è difficile reperire

2- E' un problema di inefficienza italiano? No, non lo è, affidarsi ad un sistema straniero potrebbe comportare questi problemi. Ecco perché l'industria della DIfesa dovrebbe essere sostenuta

3- Pensate che l'equipaggio del Libeccio, per far mandare qualche e-mail a Milano al giornalista, abbia scomodato il SICRAL? Certamente no

4- I satelliti non vengono "spenti" ma vengono inibite le chiavi dei codici, è come quando con i vecchi decoder telepiù aggiornavano i codici e si dovevano riprogrammare le schedine pirata. Quindi a bordo avranno dovuto semplicemente aspettare le chiavi.

e ora torniamo alla questione che riporta.


DI una settimana di navigazione il giornalista nona avrà certo potuto comprendere quasi nulla di quello che gli accadeva attorno. io stesso, i primi giorni di navigazione della mia vita fui investito da uno shock difficilmente descrivibile. COsa ha potuto sottolineare, quindi il buon Alberizzi, se non la cosa che più poteva comprendere? Quando non è riuscito a mandare le e-mail a casa ha chiesto perché e la risposta laconica del comandante o dell'ottimo CRTAO che i satelliti non erano disponibili è stato ottimo spunto per tirar giù un paio di righe circa lo strapotere USA e, da buon italiano, ha sottolineato con il masochismo tipico del popolo della pizza e degli spaghetti i nostri limiti.

Carenze dell'ufifico stampa della marina? Sciente scelta editoriale? Distrazione? Sottile tentativo di ridicolizzazione della missione africana della nostra unità? Chissà, certo è che come sempre l'opinione pubblica è pronta puntare il dito su ogni microscopica pecca del nostro sistema ignorando le macroscopiche qualità dei nostri soldati, marinai e avieri.

capt.sparrow
26-09-09, 19: 51
Mi affascina l'alto livello grammaticale usato da capt.sparrow per esprimere tali opinioni sebbene questa non sia la discussione adatta dove fare un'osservazione del genere ...


... Carenze dell'ufifico stampa della marina? Sciente scelta editoriale? Distrazione? Sottile tentativo di ridicolizzazione della missione africana della nostra unità? Chissà, certo è che come sempre l'opinione pubblica è pronta puntare il dito su ogni microscopica pecca del nostro sistema ignorando le macroscopiche qualità dei nostri soldati, marinai e avieri.

Gabryvee,
se invece di distrarsi, seguisse la "grammatica" dei pensieri, piuttosto che quella delle parole, capirebbe che questa discussione (della quale per altro sono l'autore) è centrata più sul dovere di usare il linguaggio della verità, che sul singolo episodio di cronaca... Capirebbe che l’obiettivo di un Esercito moderno, è quello di raggiungere e mantenere livelli elevati di efficacia ed efficienza operativa, questo sia per adempiere al meglio ai propri compiti istituzionali, che per ottenere il pieno consenso di quell'opinione pubblica, di cui è una espressione (anche se pare a volte che Sangria lo dimentichi) e quindi una piena legittimazione.
In altre parole, per avere la credibilità necessaria a cambiare il rapporto tra militari e civili in Italia, riveste un ruolo sempre più importante la capacità della Forza armata di interagire proficuamente con i media e di parlarne i linguaggi... E quì torniamo a quella "grammatica" dei pensieri a cui ho fatto riferimento sopra...
Grammatica che poi pare smarrirsi completamente in atteggiamenti e domande (citando sempre Sangria, ma solo per portare un esempio) come:

"...3- Pensate che l'equipaggio del Libeccio, per far mandare qualche e-mail a Milano al giornalista, abbia scomodato il SICRAL? Certamente no"...

Charlie 2
27-09-09, 13: 20
"...3- Pensate che l'equipaggio del Libeccio, per far mandare qualche e-mail a Milano al giornalista, abbia scomodato il SICRAL? Certamente no"...

anche perchè il libeccio non ha il SICRAL :)

capt.sparrow
27-09-09, 18: 59
Ma il punto, invece di andare a discutere di ammodernamento e della presenza o meno a bordo di antenne e terminalì remoti... E questo proprio nel momento in cui in Italia si obbligano milioni di utenti a cablarsi a nuovi sistemi di telecomunicazione, munendosi di decoder... Il punto dicevamo, è che dalla Difesa ci aspettiamo che faccia anche una politica industriale, indirizzando le scarse risorse sulle cose che possono fare la differenza.
Non possiamo permetterci il lusso, per la sola limitatezza delle nostre risorse di fare scelte strategicamente e industrialmente non valide, di porle a rimorchio o alla rincorsa delle cose che fanno gli altri, questo è un approccio perdente!...
Dovremmo saper riconoscere l'importantissima valenza duale (militare e civile) che nel campo delle telecomunicazioni viene assegnata a quelli che sono i programmi di sviluppo del comparto, non dovremmo assolutamente limitarci a riconoscere che in questo momento in Italia la palla è in mano solo ai militari...
E poi, visto che le FA, oggi, data la situazione congiunturale generale, si trovano a rivedere i loro programmi, non avere alcuna reazione se queste rallentano, quando non bloccano la ricerca e non solo quella, del settore.
Oggi in Italia in termini di proprietà, ma anche in termini di partecipazione, in campo commerciale non esiste niente che ci possa rapportare ai moderni sistemi satellitari in modo indipendente. In Italia non esiste niente... NIENTE oltre il SICRAL.
Noi non abbiamo più nulla in termini di assetto strategico del sistema delle telecomunicazioni satellitari e lo stesso sviluppo del SICRAL ci vede legati alla Francia in una inquietante logica di cooperazione franco italiana.
Dal punto di vista della competitività del nostro sistema, che si deve basare sullo sviluppo delle applicazioni, noi abbiamo una debolezza intrinseca, siamo soggetti a qualcun altro che ci deve vendere la capacità satellitare, permettendoci di esprimere le nostre possibilità di sviluppare applicazioni...
Questo stato di cose è molto grave e ci penalizza come paese molto al di là delle nostre effettive capacità d'azione.
Sangria dice che non ci sono fondi... Io dico che ce ne sono pochissimi...
Ma se riuscissimo a trovare, anche in Italia, le giuste sinergie tra il settore pubblico (le FFAA) e quello privato, come avviene in molti di quei paesi dai quali poi andiamo ad aquistare la capacità satellitare che ci serve per gestire i nostri servizi commerciali, proprio da ciò potrebbe partire il recupero di quel gap che oggi ci divide da loro...
Ecco perchè ritengo anacronistica la posizione espressa dalle parole: -...Pensate che l'equipaggio...-
Perchè finisce per mettere in evidenza quella che è la condizione d'incertezza tipica dell'italiano medio oggi, condizione che si manifesta nel voler rimanere rigidamente vincolato ad un mondo espresso da categorie culturali e sociali, un mondo che paradossalmente trovava il suo equilibrio nelle divisioni e nelle barriere, un mondo che nell'epoca dei satelliti, ma anche della globalizzazione, dei muri abbattuti... Non esiste più.
Ecco perchè invece attraverso l'analisi di un episodio solo in apparenza banale... Sarebbe possibile iniziare a tracciare quei segnali che ci ostiniamo a non voler rilevare...
Primo tra tutti l'inderogabile esigenza di soddisfare la domanda di servzi qualificati e moderni che emerge con sempre maggiore forza nella nostra società, perchè questo può aiutarci ad affermare quello che siamo e quello che sappiamo fare.

SANGRIA
28-09-09, 02: 26
sig. sparrow, lei non è bene informato, altrimenti non scriverebbe certe cose. Le forze armate italiane investono molto in tecnologia e non siamo secondi a nessuna delle altre forze armate europee, che hanno problemi analoghi ma non hanno né stampa del opinine pubblica che le dipingono come forze antiquate o inermi.

Scusi, forse sono confuso ma non riesco a capire il punto verso il quale vuole arrivare...

Senza arzigogolare vorrei capire sostanzialmente quale sia a suo avviso il problema e quale la sua causa, perché io non ne vedo.

capt.sparrow
28-09-09, 08: 53
Sangria,
visto che ha l'onestà intellettuale di ammettere di essere confuso...
Rilegga meglio quello che ho scritto, se veramente le interessa di comprendere qualcosa circa i problemi e le cause... Di cui ho scritto.
E se dopo aver riletto, senza fraintendere, ritiene che non ci sia chiarezza in quello che scrivo, chieda pure i "relativi" chiarimenti.
Ma non pretenda da me che renda io conto dei suoi fraintesi!

SANGRIA
30-09-09, 18: 30
davvero non ho capito. mi perdoni.

capt.sparrow
02-10-09, 12: 04
... E' abbastanza chiaro che non ha capito...
Lo è dal "tono" della sua risposta.
Quando afferma che le FA italiane investono molto in tecnologia e non sono seconde a nessun'altro esercito in Europa, addebitandomi poi di deficit di informazione, ergo di scarsa attendibilità, fraintende il discorso e non coglie il senso di quello che scrivo.
Intanto non mi sembra di aver fatto confronti tra forze armate, ma tra sistemi... E prendendo spunto dalla circostanza segnalata dall'articolo che apre questa discussione, ho cercato di mettere in evidenza quanto il nostro sistema appunto, risulti in affanno nell' affrontare le situazioni che esulano anche pur minimamente dalla routine e dalla filosofia del giorno per giorno.
Ho anzi scritto una cosa che poi lei, indirettamente con i suoi addebiti nei miei confronti, è andato a confermare:
La Difesa in Italia è il primo "investitore" il primo "utente" di quel comparto, le telecomunicazioni, che molti economisti individuano tra i segmenti trainanti della new economy...
In questo contesto, ho osservato, che la Difesa (il maggior operatore) ha il dovere di stimolare il settore, di fare scelte strategicamente ed industrialmente valide, di rendere competitivo il sistema svincolandosi e svincolando il comparto, da quelle servitù che sono limiti allo sviluppo delle applicazioni... Ho scritto di una dualità che va promossa... Ho scritto, indicando l'assoluta necessità di incentivare maggiormente le sinergie, tra pubblico e privato in Italia, troppo farraginose, oscure, clientelari, politicizzate, che finiscono per rallentare e far perdere trasparenza e competitività al sistema, non solo delle telecomunicazioni ... Ma anche e sopratutto alla nostra credibilità.

SANGRIA
04-10-09, 23: 29
ho cercato di mettere in evidenza quanto il nostro sistema appunto, risulti in affanno nell' affrontare le situazioni che esulano anche pur minimamente dalla routine e dalla filosofia del giorno per giorno.
Questo non è vewro, la marina, se la consoce bene, lavora sempre nell'emergenza mettendo pezze a colori. In 9 anni di marina credo di non aver affrontato più di due volte lo stesso problema. La routine certo non è roba per marinai... Sul giorno per giorno, invece, concordo in pieno. E' l'esempio che riporta, invece, che mi confonde, perché semplicemente è il mero palesarsi del fatto che se lasci ad una potenza straniera il controllo di un sistema strategico quale il GPS potresti certamente incapapre in diversi problemi che, le garantisco, nonsono certo quelli descritti dalla'rticolo ma ben più gravi.

Sulle sinergie industriali, invece, potremmo parlare a lungo, perché ci sono tanti aspetti, a mio avviso, che andrebbero approfonditi. non è proprio come dice lei, anche se per certi aspetti non ha proprio tutti i torti. C'è da dire che la Marina e la DIfesa, nel mero campo delle TLC spende saggiamente i suoi soldi e benché ci siano le commistioni che cita, le aziende del settore sono leader mondiali e ci garantiscono i migliori sistemi possibili. Se poi lo Stato in Difesa meno dello 0,8 % del PIL capirà che il sangue dalle rape nonsi cava proprio.

grazie.

capt.sparrow
05-10-09, 17: 38
Il problema italiano è ben rappresentato in quello dice!
Infatti se facciamo una analisi semantica dell'uso dei termini che adopera nella costruzione delle sue frasi, vediamo come ci sia in concreto un rischio notevole (calcolato?) di ambiguità, quindi di poca chiarezza, ergo di difficoltà nell' individuazione delle cause e dei rimedi.
Ad esempio, la parola "Emergenza" che usa per definire molto del lavoro visto e svolto in Marina da lei negli ultimi nove anni, subisce nella sua frase un cambiamento diacronico di significato, finendo per non esser chiaro a cosa voglia afferirsi. se più ad un -modus vivendi- o più ad un -modus operandi-.
Nel primo caso... "Emergenza" diviene l'esatta sineddoche di "Routine" una traslazione inquietante perchè riduce all'estemporaneo la norma (la quale non può essere emergenza), favorendo un atteggiamento e comportamenti che invece dovrebbero esser pianificati nei minimi dettagli...
Nel secondo caso... Aprendo al concetto di improvvisazione, quella lascia che l'emergenza diventi regola e così poi si finisce anche per dover ammettere che il sistema funziona in modo non lineare, in modo instabile, non sicuro... Un bel paradosso per una FA che della sicurezza dovrebbe esser garante.
Sulla gravità delle conclusioni possibili quindi non ci possono essere contestazioni o divergenze di opinione e forse è proprio questo che la confonde... Fatto salvo comunque il trovarsi alla fine daccordo con me, quando conclude su quanto possa risultare miope e pericoloso il far affidamento su altri, altre potenze, in un settore le TLC, così strategico...

Cosa è allora quello che non dovrei scrivere?
O cosa è quello che i giornali e i giornalisti non dovrebbero dire?

Non dovrei scrivere che dobbiamo avere la capacità di uscire da un sistema che si fonda solo sulla gestione delle emergenze?

Il punto per me è proprio questo!

SANGRIA
06-10-09, 12: 02
le rispondo con un esempio. La nave ha una serie di sistemi, che vengono manutenuti secondo procedure routinarie giornaliere, settimanali, mensili, etc.

Durante tali manutenzioni, di norma, va tutto bene, se si trova un guasto lo si ripara e tutto va liscio.

Adesso immagini che tra 10 giorni debba partire per l'africa o il medio oriente, ovviamente si farà un controllo di tutto il sistema,lo stesso sitema che ha controllato non più di 10-15 giorni fa, e scopre durante i test che il sistema le spara un BITE di errore, che so, corrente troppo elevata su un ramo, o perdita di potenza sul TWT di un radar... imamginic he questo accada, come peraltro è la realtà, su tre, quattro sistemi diversi, un po' per sfiga, un po' per vetustà degli apparati, un po' perché magari la partenza corrisponde con il raggiungimento delle ore massime di impiego di alcuni componenti.
Ecco che scatta l'emergenza. in 10 giorni bisognerà riparare tutto quanto coordinando e gestendo personale di bordo, personale dell'arsenale, trovando e impiegando scorte e reintegrando quelle in cala non solo pensando alla mera risoluzione delle avarie ma considerando anche il fatto che la nave sarà fuori per mesi.

non è improvvisazione, non è pressapochismo, non è niente altro che gestione di una emergenza, perché per quanto si possa calcolare l'MTBF, la criticità del sistema, la ridondanza e tutte le altre menate, la legge di Murphy permea ogni attività dell'uomo ed è normale che quando meno te lo aspetti capiterà qualcosa di imprevisto.

La routine non è un problema, è appunto routine, roba da scimmie: "per fare questo adopera questa procedura", mentre nella realtà la routine è solo una piacevole isola di efficienza inun mare di inefficienza, tipico dei sistemi complessi, e la marina è un sistema costituito da 32000 persone e centinaia fra navi, barche, battelli, pontoni, caserme, uffici, magazzini, officine, banchine, fari e segnalamenti.


In Marina, certo, esiste una procedura per tutto. Sopratutto in combattimento nulla è lasciato al caso ma la differenza tra un bravo elemento e uno mediocre è proprio la capacità di gestire l'emergenza, che è quell'attività che di fatto richiede le più elevate professionalità. Essendo l’emergenza un fatto imprevisto, per sua stessa natura, coglie di sorpresa tutti i presenti. Saper gestire tale eventualità consente di agire secondo procedure, queste sì, predeterminate, da attuare rapidamente, per promuovere contromisure adeguate alla risoluzione degli imprevisti con il minimo danno per sé e per gli altri.

capt.sparrow
10-10-09, 11: 16
Il suo tentativo di descrivere la MM come un sistema complesso è coerente ma lei rende il concetto in modo parziale.
Le principali caratteristiche che sono state associate alla complessità riguardano la presenza di numerosi elementi interagenti come la non linearità delle interazioni la capacità di auto-organizzazione ecc...
Ogni aspetto allora meriterebbe di essere approfondito, in quanto è doveroso e opportuno sottolineare che una caratteristica comune ai sistemi che consideriamo complessi è la possibilità di amplificare un piccolo fenomeno locale portando tutto il sistema in uno stato qualitativamente "nuovo" così determinando e definendo la sorte del sistema.
Ora la sua descrizione del sistema. - MM - contiene implicitamente una scelta delle variabili che lei giudica rilevanti a determinare la fluttuazione tra efficienza ed inefficienza del sistema e insistendo poi lei ancora sul concetto di "Emergenza" indirettamente rappresenta, nel panorama dei sistemi complessi, un sistema non lineare... Un sistema CAOTICO.
I sistemi caotici sono infatti considerati complessi, sebbene essi possano anche avere pochi gradi di libertà, la nozione di complessità suggerita in questo caso, comprende anche sistemi di questo tipo, i qiuali potrebbero non essere inclusi in una definizione di complessità che richiedesse la presenza di un gran numero di elementi interagenti.
È estremamente importante osservare ciò, perchè la complessità di un sistema non ne è una proprietà intrinseca, ma si riferisce sempre ad una sua descrizione, e dipende quindi dalla scelta di un certo "punto di vista" ovvero dal modello utilizzato nella descrizione e dalle variabili che si ritengono rilevanti.
Siccome lei ora ben conoscerà lo strettissimo legame che esiste fra gli aspetti computazionali e gli aspetti teorici della scienza della complessità... Saprà che definire la natura del sistema è fondamentale per programmare le azioni e individuarne le reazioni.
In oltre in questo contesto concorderà che il calcolare parallelamente azione e reazione non è solo strumento di simulazione, ma piuttosto modello concettuale, sorgente di interessanti sfide intellettuali.
Questi i motivi fondamentali che fin dai tempi antichi, hanno spinto filosofi e scienziati a scoprire o ipotizzare modelli matematici (teorie) che potessero essere usati per studiare i tutti fenomeni presi in analisi, ad esempio Pitagora sosteneva che "il linguaggio segreto del creato sta tutto racchiuso nei numeri"...
Si può dunque osservare che i sistemi complessi sono sistemi il cui comportamento non può essere compreso in maniera semplice a partire dal comportamento dei loro elementi.
In altre parole, la cooperazione degli elementi determina il comportamento dei sistemi globali e fornisce ad essi delle proprietà che possono essere completamente estranee agli elementi che costituiscono il sistema.
Studiare le sinergie all'interno di un sistema complesso ha come suo obiettivo lo studio di questi effetti cooperativi, mettendoci nella condizione di porci anche la domanda se esistano dei principi generali che regolano il comportamento dei sistemi complessi nonostante il fatto che i loro elementi possono essere di natura completamente differente, elettroni, atomi, molecole, cellule o esseri umani.
Concorderà quindi con me sul fatto che questi principi generali che regolano il coordinamento tra gli elementi possono essere rappresentati in maniera "rigorosa" a un livello matematico elevato in una opportuna rappresentazione... Ed essere risolti!
Quindi, mentre lei rappresenta (perchè ne ha interiorizzato il modello) la MM come un sistema caotico, non lineare... Io vorrei rappresentarlo come un sistema discreto...
Anche quando si presenta quello che lei chiama imprevisto (Emergenza)... Che poi, molto spesso, tanto imprevisto... Potrebbe non essere stato.

SANGRIA
10-10-09, 11: 55
Non cominicamo a parlare di sisitemi complessi, qua si va a rubare a casa dei ladri.
La Marina Militare, come ogni sistema sociale, è un sistemacomplesso di tipo emergente costituito da sottosistemi complessi di tipo CAS e non caotico.

Se così fosse, tutte le mie azioni o le azioni del mio ente sarebbero casuali e completamente governate dal caso. Tirerei una moneta per decidere se mandare o meno una lettera, tirerei un dado per vedere se è guasto un radar, un alimentatore o un trasmettitore etc. invece ogni ente è un sistema complesso di tipo CAS che ha al suo interno sistemi elementari (l'individuo) che analizzati da soli non danno nessuna informazione circa lo stato globale del sistema.
Ognuno di noi militari, invece, agisce cum grano salis e peregue un obiettivo singolo la cui somma peata è l'obiettivo tattico che, nel suo complesso, diventa obiettivo strategico.
Il sistema organizzativo militare è in completa antitesi con i sistemi caotici perché nessuno agisce in maniera casuale ma secondo precise regole definite.


Ho semplificato moltissimo cercando di non partire per la tangente.

capt.sparrow
10-10-09, 13: 37
... Comprenderà come anche io abbia semplificato molto...
Sorvolando su possibili conclusioni che chiamerebbero in causa modelli entropici...
Altrimenti avrei potuto portare esempi ben calzanti di fenomeni coerenti o caotici in "casa di ladri" come quello del laser, che immagino lei ben conosca:

-A bassa intensità della corrente di alimentazione, il laser può manifestare una emissione casuale. Con l’aumento della corrente di alimentazione la struttura dell’emissione diventa coerente. A energie di alimentazione ancora superiori si producono lampi regolari (moti quasi periodici). Se si modifica un altro parametro, l’onda coerente può degradarsi in un caos deterministico. Anche in questo caso si possono identificare diversi itinerari che portano dal moto coerente al moto teorico, vi sono ad esempio... e quì l'esempio si fa calzante... Fenomeni di intermittenza, nei quali periodi di emissione laser coerente si alternano ad esplosioni caotiche.-

Ma non lo avevo fatto proprio perchè non era mia intenzione quì, ora, di entrare nel merito di quello che si vorrebbe e di quello che poi è...
Però la sua ultima pretesa di definire la cosa sembrerebbe voler escludere alla nostra ragione il problema della misteriosa relazione che si pone sempre tra ordine, disordine e organizzazione e quando usa ancora il lemma: Emergenza in modo diacronico, traslando il concetto di emergenza questa volta nel suo significato di emergente, con l'evidente intenzione di definire casuale e non caotico il sistema in analisi... Mi obbliga a fare cenno ad una precisazione...
Anche se poi è vero che tutte le volte che ci imbattiamo in questo tipo di riflessioni rimaniamo sempre sorpresi dall’ordine generato dal disordine, tanto ci appare questo un fatto sorprendente, non dovremmo mai dimenticare che la realtà è uno stato multidimensionale, uno stato che oltrepassa le nostre strutture mentali da ogni parte.
Proprio per questo è necessario non lasciarsi ingannare da quello che è, mettendolo poi a confronto con quello che si vorrebbe che fosse... Ma non è!
E non è, proprio perchè gli elementi del sistema si smarriscono in quel gioco fra chiarezza e oscurità che è appunto la complessità.

SANGRIA
10-10-09, 13: 55
Su questo non posso che darle ragione. Ma comunque quello che da fuori sembra caos in realtà è solo dovuto al fatto che non si conosce tutto lo il sistema. Potrei farle alcuni esempi di fenomeni "caotici" che mi hanno riguardato personalmente che, a mente fredda e scoperti alcuni retroscena, erano perfettamente logici e coerenti.

capt.sparrow
10-10-09, 14: 33
...Quando abbiamo una "sofferenza" tendiamo a pensare che siano gli altri, o più genericamente “l’esterno”, a farci soffrire.
Che ci sia un colpevole e che noi siamo le vittime.
Ma esiste sempre una causa interna (al sistema) per quello che accade, ovvero siamo noi gli autori, gli altri sono solo dei complici, lo specchio che riflette una realtà.
Le cose in fondo (cum grano salis) si misurano per la loro coerenza alle intenzioni non per la loro distanza...
Ora, in un mondo sempre più instabile, che si trasforma in maniera sempre più rapida e alla luce dei numerosi cambiamenti politici, economici e strategici degli ultimi anni, è venuta ad essere imperativa la necessità di una profonda ristrutturazione del sistema... Degli Enti che caratterizzano i servizi esclusivi (come la difesa) dello Stato.
Ma di una ristrutturazione che sia capace di seguire su tutti i fronti i cambiamenti avvenuti, quelli in essere e quelli futuri. Nei confronti di questi cambiamenti politici, economici e strategici, ma anche tecnologici e culturali, è di fondamentale importanza intervenire con le opportrune innovazioni strutturali e sopratutto organiche, quelle cioè relative alle risorse umane.
L'Ente di cui scriviamo ha però mostrato e mostra tutte le sue debolezze, perchè la dimensione dell'intervento è tale da prospettare molte difficoltà e un conflitto tra la rapidità richiesta dalla situazione e i tempi non brevi di una azione radicale.
Il pericolo immediato è la progressiva restrizione delle scelte strategiche.
La ristrurazione dell'Ente appare oggi ancorata a criteri organizzativi e gestionali criticabili e questo scenario tocca il suo limite nello sviluppo del nuovo modello, che oggi appare estremamente incerto e in ritardo sulle effettive necessità di teatro, vicolato più alle esigenze dei bilanci che da quelle della programmazione.
Le carenze di un simile approccio si rivelano sempre più forti sotto la spinta di diversi fattori, due i maggiori:
-Il dinamismo e l'instabilità degli equilibri internazionali in contesti politici ed economici sempre più incerti che ridisegnano alleanze e strategie in tempi brevi e spesso limitati.
-Le crisi regionali, fenomeno che si presenta sempre più spesso come verifica e confronto di sistemi planetari.
Appare così evidente che le sfide del futuro si pongono assai prima sotto un profilo culturale che sotto quello economico...
Insomma appare evidente che la ristrutturazione va affrontata sopratutto nella ricerca di una maggior efficienza gestionale... Ed è proprio questo il grande problema...
Anche perchè lei, caro Sangria, afferma che l'analisi dei sistemi elementari (la singola persona) non è in grado di dare nessuna informazione circa lo stato globale del sistema, mentre io sono più orientato a considerare quella "singolarità" come espressione di un parametro capace di far degradare tutto il sistema...
Sempre per restare nell'ambito dei sistemi: elementari, complessi, dinamici, continui, discreti... Dell' effetto farfalla e della teoria del caos.