PDA

Visualizza Versione Completa : Cosa significa essere un Ardito



SANGRIA
01-09-09, 12: 41
Medaglia d’Argento al Merito di Marina
Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 1 in data
27 marzo 2009 al Capo di 1^ cl. Incursore/Paracadutista Christian
Di Vita, nato il 10 ottobre 1972 a Cagliari è stata concessa la
Medaglia d’Argento al Valore di Marina con la seguente motivazione:
“Sottufficiale Incursore inquadrato nel distaccamento
operativo Incursori “Caimano 69” Task Force 45 “Joint Special
Operations Task Group – Condor a” in Afghanistan, nell’ambito
dell’operazione “Sarissa”, il giorno 8 settembre 2006, a seguito
dell’attentato terroristico che ha coinvolto in una esplosione un
automezzo della sua unità operativa, pur nella difficile e
rischiosa situazione creatasi a causa della presenza di un altro
ordigno esplosivo innescato e posizionato nelle immediate
vicinanze e del pericolo di eventuale fuoco nemico, interveniva
tempestivamente in aiuto degli operatori feriti nell’ esplosione
ed agendo con estrema calma e con metodica precisione
riusciva a stabilizzarli ed a predisporli per la successiva
evacuazione in elicottero. Il suo intervento è stato
fondamentale per garantire la sopravvivenza del più grave dei
feriti ed evitare l’aggravarsi delle condizioni degli altri
operatori. Il Capo 1^ classe Di Vita, conscio dell’importanza del
suo immediato intervento, ha affrontato la situazione con
coraggio, iniziativa e con evidente rischio fisico. Splendida
figura di Sottufficiale Incursore, in possesso di eccezionali
qualità umane, militari e professionali che con il suo
comportamento esemplare ha contribuito ad accrescere il
prestigio delle Forze Speciali della Marina in ambito
Multinazionale”.
Roma, 27 marzo 2009
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Giorgio NAPOLITANO




Non ci sono titoli sui giornali, non ci sono folle di persone quando torni a casa, non guadagni milioni di euro, non ti riconoscono per strada. Eppure certe notizie meriterebbero di ricevere un minimo di visibilità, sopratutto date le notizie che ci propinano al TG.
Sono orgoglioso di essere suo collega e mi vergogno di non essere, probabilmente, alla sua altezza.

Mikele_88
01-09-09, 13: 40
ti quoto in pieno...

joenna
01-09-09, 15: 09
senza parole

delta_48
01-09-09, 21: 32
Magari fosse d'esempio per molti... purtroppo la gente si rattrista (o si esalta) sapendo che Spalletti ha abbandonato la Roma e che Ranieri ha preso il suo posto...
Sangria, sai come la penso sull'argomento, così come Looker. Ma un ulteriore grazie per quello che fanno non mi sembra fuori luogo.

Delta_48

quantico
01-09-09, 23: 14
L'Ardito è stato decorato in seguito a questo avvenimento. (http://www.marina.difesa.it/diario/2006/herat/index.asp).
Spero che a distanza di 3 anni il Maresciallo, ai tempi in prognosi riservata, si sia ripreso e sia ritornato operativo insieme ai suoi ragazzi.

Quoto Delta, ringraziarli un'altra volta non è fuori luogo. Assolutamente.

SANGRIA
02-09-09, 01: 00
In base a questo fatto sarbbe d'uopo non tanto ringraziare o rimanere ammirati da questo, ma interrogarsi su cosa voglia dire essere un ardito Incursore e se ci sentiamo all'altezza di questo. Sarebbe giusto e doveroso dibattere sull'nore e sul coraggio, sul rischio di una missione come quella in Afghanistan e l'impiego dei nostri colleghi e amici in questo scenario... Perché è un po' meno facile trovare parole giuste quando davanti hai la testimonianza del valore di queste persone.

crow
02-09-09, 12: 52
senza parole per l'intervento dei militari e per il coraggio mostrato....

ma la colpa oramai, per me è da cercare nelle istituzioni le quali investono su persone che la divisa la identificano come un posto di lavoro.....ma qst sono parole sciacche che nn servono a nulla, ripetute e anche noiose....

ma si chi se ne frega......basta arrivare al 24 del mese, e tutto fila liscio...

Lupo di mare
02-09-09, 13: 04
Medaglia d’Argento al Merito di Marina
Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 1 in data
27 marzo 2009 al Capo di 1^ cl. Incursore/Paracadutista Christian
Di Vita, nato il 10 ottobre 1972 a Cagliari è stata concessa la
Medaglia d’Argento al Valore di Marina con la seguente motivazione:
“Sottufficiale Incursore inquadrato nel distaccamento
operativo Incursori “Caimano 69” Task Force 45 “Joint Special
Operations Task Group – Condor a” in Afghanistan, nell’ambito
dell’operazione “Sarissa”, il giorno 8 settembre 2006, a seguito
dell’attentato terroristico che ha coinvolto in una esplosione un
automezzo della sua unità operativa, pur nella difficile e
rischiosa situazione creatasi a causa della presenza di un altro
ordigno esplosivo innescato e posizionato nelle immediate
vicinanze e del pericolo di eventuale fuoco nemico, interveniva
tempestivamente in aiuto degli operatori feriti nell’ esplosione
ed agendo con estrema calma e con metodica precisione
riusciva a stabilizzarli ed a predisporli per la successiva
evacuazione in elicottero. Il suo intervento è stato
fondamentale per garantire la sopravvivenza del più grave dei
feriti ed evitare l’aggravarsi delle condizioni degli altri
operatori. Il Capo 1^ classe Di Vita, conscio dell’importanza del
suo immediato intervento, ha affrontato la situazione con
coraggio, iniziativa e con evidente rischio fisico. Splendida
figura di Sottufficiale Incursore, in possesso di eccezionali
qualità umane, militari e professionali che con il suo
comportamento esemplare ha contribuito ad accrescere il
prestigio delle Forze Speciali della Marina in ambito
Multinazionale”.
Roma, 27 marzo 2009
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Giorgio NAPOLITANO




Non ci sono titoli sui giornali, non ci sono folle di persone quando torni a casa, non guadagni milioni di euro, non ti riconoscono per strada. Eppure certe notizie meriterebbero di ricevere un minimo di visibilità, sopratutto date le notizie che ci propinano al TG.
Sono orgoglioso di essere suo collega e mi vergogno di non essere, probabilmente, alla sua altezza.


straquoto ;)...da prendere cm esempio

Decimomerilio
02-09-09, 14: 14
Medaglia d’Argento al Merito di Marina
Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 1 in data
27 marzo 2009 al Capo di 1^ cl. Incursore/Paracadutista Christian
Di Vita, nato il 10 ottobre 1972 a Cagliari è stata concessa la
Medaglia d’Argento al Valore di Marina con la seguente motivazione:
“Sottufficiale Incursore inquadrato nel distaccamento
operativo Incursori “Caimano 69” Task Force 45 “Joint Special
Operations Task Group – Condor a” in Afghanistan, nell’ambito
dell’operazione “Sarissa”, il giorno 8 settembre 2006, a seguito
dell’attentato terroristico che ha coinvolto in una esplosione un
automezzo della sua unità operativa, pur nella difficile e
rischiosa situazione creatasi a causa della presenza di un altro
ordigno esplosivo innescato e posizionato nelle immediate
vicinanze e del pericolo di eventuale fuoco nemico, interveniva
tempestivamente in aiuto degli operatori feriti nell’ esplosione
ed agendo con estrema calma e con metodica precisione
riusciva a stabilizzarli ed a predisporli per la successiva
evacuazione in elicottero. Il suo intervento è stato
fondamentale per garantire la sopravvivenza del più grave dei
feriti ed evitare l’aggravarsi delle condizioni degli altri
operatori. Il Capo 1^ classe Di Vita, conscio dell’importanza del
suo immediato intervento, ha affrontato la situazione con
coraggio, iniziativa e con evidente rischio fisico. Splendida
figura di Sottufficiale Incursore, in possesso di eccezionali
qualità umane, militari e professionali che con il suo
comportamento esemplare ha contribuito ad accrescere il
prestigio delle Forze Speciali della Marina in ambito
Multinazionale”.
Roma, 27 marzo 2009
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Giorgio NAPOLITANO




Non ci sono titoli sui giornali, non ci sono folle di persone quando torni a casa, non guadagni milioni di euro, non ti riconoscono per strada. Eppure certe notizie meriterebbero di ricevere un minimo di visibilità, sopratutto date le notizie che ci propinano al TG.
Sono orgoglioso di essere suo collega e mi vergogno di non essere, probabilmente, alla sua altezza.

Certamente sono d'accordissimo con te ma per lui e tanti come lui.....sai cosa vale di più?????? Il sorriso e la stretta di mano delle persone che ha salvato................Alla fine se questa notizia verrebbe passata da un Tg o da un telegiornale stai tranquillo che farebbero di tutto per modificarla e propinarla sotto un altro aspetto .....in questo modo spero e sono convinto che avrà la stima e la gratitudine nonchè il rispetto di tanti, tanti colleghi......
:flag_italy:

SANGRIA
02-09-09, 15: 03
senza parole per l'intervento dei militari e per il coraggio mostrato....

ma la colpa oramai, per me è da cercare nelle istituzioni le quali investono su persone che la divisa la identificano come un posto di lavoro.....ma qst sono parole sciacche che nn servono a nulla, ripetute e anche noiose....

ma si chi se ne frega......basta arrivare al 24 del mese, e tutto fila liscio...

Ma come fai a scrivere cose del genere quando si commemora un grande militare? Ma credi che solo quelli decorati siano bravi? Se C° Di Vita ha fatto qualcosa di importante e meritorio di una medaglia, ce ne sono migliaia che fanno qualcosina meno eclatante ma ugualmente ardimentosa, coraggiosa e piena di abnegazione. Non è che C° Di Vita sia un superuomo, è un militare come altri, come fai a scrivere che i militari vogliono arrivare al 24 del mense in questo contesto? E' un discorso da detratttori, da chi pensa che alla fine una rondine non faccia primavera e che a fronte di uno bravo,in realtà la norma è che tutti siano mediocri o, peggio, parassiti della società. E' grazie a gente che la pensa così se oggi le FFAA godono di così poca stima e considerazione. invece di celebrare ed elevare ad esempio per gli altri, si dà la colpa alle istituzioni? Le istituzioni (il Presidente della Repubblica) ha firmato il decreto che assegna la medaglia, i media lo hanno ignorato. Le istituzioni hanno arruolato c° Di Vita, i media e la società civile dipinge i militari come quelli dei film di pierino o come assassini senza scrupoli. I militari italiani MEDIAMENTE sono ottimi professionisti, con punte di eccellenza e, a volte, di mediocrità ma di fronte a questi provvedimenti bisognerebbe pensare che se il sottufficiale decorato ha potuto fare quel che ha fatto è stato non solo grazie al suo coraggio e al suo cuore, senza dubbio determinanti, ma anche grazie al complesso di valori, addestramento, forma mentis che la Marina Militare e le Istituzioni che essa difende, hanno fornito in questi anni.

Decimomerilio
02-09-09, 15: 14
senza parole per l'intervento dei militari e per il coraggio mostrato....

ma la colpa oramai, per me è da cercare nelle istituzioni le quali investono su persone che la divisa la identificano come un posto di lavoro.....ma qst sono parole sciacche che nn servono a nulla, ripetute e anche noiose....

ma si chi se ne frega......basta arrivare al 24 del mese, e tutto fila liscio...

Credo come giustamente espresso da Sangria...... che in riferimento al "Basta arrivare al 24 del mese" dovresti provare a chiederlo ai tanti ragazzi che oggi si trovano in Afghanistan.......Prova a chiedergli se si sono arruolati solo per i soldi e oggi sono li solo per quello.....credi il gioco valga la candela??????????
Io personalmente Non credo che sia solo per quello....


Ma come fai a scrivere cose del genere quando si commemora un grande militare? Ma credi che solo quelli decorati siano bravi? Se C° De Vita ha fatto qualcosa di importante e meritorio di una medaglia, ce ne sono migliaia che fanno qualcosina meno eclatante ma ugualmente ardimentosa, coraggiosa e piena di abnegazione. Non è che C° De Vita sia un superuomo, è un militare come altri, come fai a scrivere che i militari vogliono arrivare al 24 del mense in questo contesto? E' un discorso da detratttori, da chi pensa che alla fine una rondine non faccia primavera e che a fronte di uno bravo,in realtà la norma è che tutti siano mediocri o, peggio, parassiti della società. E' grazie a gente che la pensa così se oggi le FFAA godono di così poca stima e considerazione. invece di celebrare ed elevare ad esempio per gli altri, si dà la colpa alle istituzioni? Le istituzioni (il Presidente della Repubblica) ha firmato il decreto che assegna la medaglia, i media lo hanno ignorato. Le istituzioni hanno arruolato c° De Vita, i media e la società civile dipinge i militari come quelli dei film di pierino o come assassini senza scrupoli. I militari italiani MEDIAMENTE sono ottimi professionisti, con punte di eccellenza e, a volte, di mediocrità ma di fronte a questi provvedimenti bisognerebbe pensare che se il sottufficiale decorato ha potuto fare quel che ha fatto è stato non solo grazie al suo coraggio e al suo cuore, senza dubbio determinanti, ma anche grazie al complesso di valori, addestramento, forma mentis che la Marina Militare e le Istituzioni che essa difende, hanno fornito in questi anni.

Concordo in tutto

SANGRIA
02-09-09, 16: 01
Certamente sono d'accordissimo con te ma per lui e tanti come lui.....sai cosa vale di più?????? Il sorriso e la stretta di mano delle persone che ha salvato................Alla fine se questa notizia verrebbe passata da un Tg o da un telegiornale stai tranquillo che farebbero di tutto per modificarla e propinarla sotto un altro aspetto .....in questo modo spero e sono convinto che avrà la stima e la gratitudine nonchè il rispetto di tanti, tanti colleghi......
:flag_italy:

non conta cosa valga di più, a capo Di Vita non interessano certo queste cose... ma è un discorso di principio, di valori da trasmettere, di proporzionalità circa l'importanza dei gesti e degli avvenimenti...

Ho molti amici non militari. Operai, impiegati, commercianti, imprenditori, professionisti... Tutti parlano di lavoro e di quanto siano stanchi, quanto sudino e quanto sia importante la loro opera al servizio del paese... E molti di loro si permettono, tra il serio e il faceto, di pronunciare frasi del tipo "Eh, voi militari sì che fate la bella vita... Voi militari non fate nulla... Io mi spacco la schiena, tu stai comodo in poltrona... " Frasi di questo tipo le pronunciano miei conoscenti, ma è il pensiero di molti. Di coloro che durante il periodo della Naja vedevano marescialli panzoni rubarsi le forme di formaggio, che passavano i mesi a fare le guardie al bidone di benzina e cose di questo tipo. E l'immagine delle FFAA è ancora questa. Contribuiscono i media che, per rabbonire 4 lobotomizzati rumorosi pacifinti e una maggioranza silenziosa di italiani schiavi del provincialismo e del perbenismo buonista, mostrando i militari italiani come dei disgraziati che per tirar su un po' di moneta vanno a distribuire caramelle ai bambini afghani mentre i soldati, quelli veri, fanno la guerra.

Ma lo sapete che la maggioranza degli italiani manco lo sa che abbiamo una portaerei? E se informati di questo motli di loro sorridono amaro e si chiedono a cosa serva una portaerei ad una nazione che ha solo dei distributori automatici di dolciumi in mimetica. Gli italiani pensano che noi, uomini con le stellette, siamo solo dei parassiti sociali che aspettano il 24 del mese per avere uno stipendio rubato e grattarsi la ciolla tutto il giorno, tra un esercizio sterile di potere, un sopruso e una latente ammirazione dei tempi delle marce e delle musichette che narravano di gioventù e di abissine.
I cannoni da 127, i missili Aster, la difesa antibalistica, la difesa delle SLOCS, la proiezione di forza, lo scramble, l'interdizione... La foggia stessa delle uniformi è un mistero per molti.

E quando un capo di stato maggiore della marina di una portaerei decanta l'ospedale e i bimbi che potrà salvare e non può, perché politicamente scorretto, parlare di difesa degli interessi nazionali, di proiezione di forza, di sea power, di sea denial e quant'altro allora che si deve fare?

Quando muore un militare italiano l'opinione pubblica punta sempre il dito contro l'impreparazione delle nostre truppe, sulla loro inutilità e sugli equipaggiamenti spesso scadenti, quando si scopre il finanziamento di un programma militare esce sempre il giornalista bacchettone o il politico rampante di turno che tira fuori il "benaltrismo", quel cancro che soffoca ogni cosa che si vuol fare perché "sono ben altri i problemi da risolvere".
Quando mi sono arruolato, nel 2001, la percentuale del PIL destinata alle Forze Armate era pari al 1,06% e la si riteneva una percentuale ridicola. Oggi siamo sotto lo 0,83, in riduzione.

Capo Di Vita è partito in missione nonostante l'indifferenza di molti, e il fastidio di alcuni. Ha pattugliato giorno dopo giorno le strade dell'Afghanistan, come gran parte dei militari italiani rischiando, come gli altri, gli attentati e le imboscate dei talebani. Ha avuto la sfortuna di subire un attacco, ha avuto la prontezza di fare la cosa giusta rischiando la vita ma all'uomo della strada questo non importa. Sarebbe stato meglio se flui e i suoi colelghi fossero morti, per piangere le classime lacrime di coccodrillo, per gettare fango sul Governo di turno, che ha mandato i distributori di caramelle in mimetica a fare una cosa assurda: combattere. Invece ha solo commesso un atto eroico, un atto singolarissimo. In un periodo di litigi da grande fratello, di omicidi per un parcheggio, di menefreghismo totale, di anticultura dell'apparire, di ricerca del mero piacere, dell'umiliazione del prossimo per un secondo di celebrità, un italiano ha messo a rischio la sua vita per soccorrere i suoi commilitoni, e lo ha fatto solo perché era giusto così. Incredibile! Inconcepibile! E per questo si dà rilievo magari all'attentato, al dramma, alla mancata strage chea vrebbe aumentato la tiratura di qualche copia (il sangue, si sa, vende tantissimo) ma il gesto eroico di un italiano, poiché lontano dallo spettacolare e drammatico colpo di scena dell'olocausto personale, passa inosservato al Popolo.

scunlix
02-09-09, 19: 32
ONORE al Capo 1^ Di Vita !

Non capisco come alcune persone possano non apprezzare il lavoro di questi ragazzi ; che danno l'anima nello svolgere il loro dovere , sapendo di trovarsi in un territorio a loro ostile . Queste persone si trovano li per un scelta propria : perchè credono nelle istituzioni e nei sentimenti di pace e libertà . Ragazzi che avrebbero tutte le carte in regola per essere ammirati , invece vivono lontani dai riflettori ; al contrario di personaggi inutili alla società , come ad esempio i partecipanti dei vari reality , tanto venerati sia dai giovani sia da padri e madri di famiglia (cosa molto più grave poichè educatori di nuove menti che in futuro dovranno relazionarsi in una società sempre più degradata).

Cordiali saluti

SANGRIA
03-09-09, 00: 30
Questi militari dovrebbero essere invitati nelle scuole

Decimomerilio
03-09-09, 10: 51
non conta cosa valga di più, a capo Di Vita non interessano certo queste cose... ma è un discorso di principio, di valori da trasmettere, di proporzionalità circa l'importanza dei gesti e degli avvenimenti...

Ho molti amici non militari. Operai, impiegati, commercianti, imprenditori, professionisti... Tutti parlano di lavoro e di quanto siano stanchi, quanto sudino e quanto sia importante la loro opera al servizio del paese... E molti di loro si permettono, tra il serio e il faceto, di pronunciare frasi del tipo "Eh, voi militari sì che fate la bella vita... Voi militari non fate nulla... Io mi spacco la schiena, tu stai comodo in poltrona... " Frasi di questo tipo le pronunciano miei conoscenti, ma è il pensiero di molti. Di coloro che durante il periodo della Naja vedevano marescialli panzoni rubarsi le forme di formaggio, che passavano i mesi a fare le guardie al bidone di benzina e cose di questo tipo. E l'immagine delle FFAA è ancora questa. Contribuiscono i media che, per rabbonire 4 lobotomizzati rumorosi pacifinti e una maggioranza silenziosa di italiani schiavi del provincialismo e del perbenismo buonista, mostrando i militari italiani come dei disgraziati che per tirar su un po' di moneta vanno a distribuire caramelle ai bambini afghani mentre i soldati, quelli veri, fanno la guerra.

Ma lo sapete che la maggioranza degli italiani manco lo sa che abbiamo una portaerei? E se informati di questo motli di loro sorridono amaro e si chiedono a cosa serva una portaerei ad una nazione che ha solo dei distributori automatici di dolciumi in mimetica. Gli italiani pensano che noi, uomini con le stellette, siamo solo dei parassiti sociali che aspettano il 24 del mese per avere uno stipendio rubato e grattarsi la ciolla tutto il giorno, tra un esercizio sterile di potere, un sopruso e una latente ammirazione dei tempi delle marce e delle musichette che narravano di gioventù e di abissine.
I cannoni da 127, i missili Aster, la difesa antibalistica, la difesa delle SLOCS, la proiezione di forza, lo scramble, l'interdizione... La foggia stessa delle uniformi è un mistero per molti.

E quando un capo di stato maggiore della marina di una portaerei decanta l'ospedale e i bimbi che potrà salvare e non può, perché politicamente scorretto, parlare di difesa degli interessi nazionali, di proiezione di forza, di sea power, di sea denial e quant'altro allora che si deve fare?

Quando muore un militare italiano l'opinione pubblica punta sempre il dito contro l'impreparazione delle nostre truppe, sulla loro inutilità e sugli equipaggiamenti spesso scadenti, quando si scopre il finanziamento di un programma militare esce sempre il giornalista bacchettone o il politico rampante di turno che tira fuori il "benaltrismo", quel cancro che soffoca ogni cosa che si vuol fare perché "sono ben altri i problemi da risolvere".
Quando mi sono arruolato, nel 2001, la percentuale del PIL destinata alle Forze Armate era pari al 1,06% e la si riteneva una percentuale ridicola. Oggi siamo sotto lo 0,83, in riduzione.

Capo Di Vita è partito in missione nonostante l'indifferenza di molti, e il fastidio di alcuni. Ha pattugliato giorno dopo giorno le strade dell'Afghanistan, come gran parte dei militari italiani rischiando, come gli altri, gli attentati e le imboscate dei talebani. Ha avuto la sfortuna di subire un attacco, ha avuto la prontezza di fare la cosa giusta rischiando la vita ma all'uomo della strada questo non importa. Sarebbe stato meglio se flui e i suoi colelghi fossero morti, per piangere le classime lacrime di coccodrillo, per gettare fango sul Governo di turno, che ha mandato i distributori di caramelle in mimetica a fare una cosa assurda: combattere. Invece ha solo commesso un atto eroico, un atto singolarissimo. In un periodo di litigi da grande fratello, di omicidi per un parcheggio, di menefreghismo totale, di anticultura dell'apparire, di ricerca del mero piacere, dell'umiliazione del prossimo per un secondo di celebrità, un italiano ha messo a rischio la sua vita per soccorrere i suoi commilitoni, e lo ha fatto solo perché era giusto così. Incredibile! Inconcepibile! E per questo si dà rilievo magari all'attentato, al dramma, alla mancata strage chea vrebbe aumentato la tiratura di qualche copia (il sangue, si sa, vende tantissimo) ma il gesto eroico di un italiano, poiché lontano dallo spettacolare e drammatico colpo di scena dell'olocausto personale, passa inosservato al Popolo.

Senza entrare nei meriti e senza Offesa ....sa qual'è la differenza fra il mio ed il suo pensiero............no????????......"Il grado"
Lei parla di " Di coloro che durante il periodo della Naja vedevano marescialli panzoni rubarsi le forme di formaggio, che passavano i mesi a fare le guardie al bidone di benzina e cose di questo tipo" Io invece immagino cosa faceva chi permetteva a tale persone di comportarsi in questo modo.......in fondo c'è una scala gerarchica in tutto o no?????? " I marescialli panzoni rubavano le forme di formaggio .....i Signori Ufficiali cosa si portavano a casa!!!!!!!!!!!!!

Provi a chiedere a Capo De Vita la sua squadra da quante persone è formata? E come si comportano in un operazione.........ovvero "chi para il **** a chi"....
Provi a guardarsi in giro e vedere quanti Sottufficiali o quanti ragazzi di truppa sarebbero pronti a mettersi in mezzo alla strada per dimostrare quello che valgono se impiegati nella giusta maniera.....il problema purtroppo sono le nostre istuzioni, accavallarsi di carte e burocrazia in modo tale da rendere impossibile qualsiasi cosa si voglia fare.......e questo mi dispiace dirlo sta bene anche a i tanti nostri "CAPI".......L'Opinione pubblica ha ragione nel affermare tante cose su noi militari.....purtroppo a fronte di 10/20.000 ragazzi impegnati in missioni dentro e fuori dall'Italia la restante parte cosa fa?????
Potremmo e ripeto Potremmo (dentro anche io ) essere tutti impiegati veramente per tante altre cose.......purtroppo a qualcuno non sta bene....e sicuramente non sono io a dover dire.....chi sia.....questo qualcuno.
A cosa serve una portaerei???????? Be se ci lasciassero lo spazio di manovra necessario di agire in determinate circostanze allora forse gli Italiani non avrebbero più tante remore sulle FF.AA. Un esempio il modo in cui si è agito per liberare i marinai del "Buccaneer" rapiti dai pirati somali... Lei non pensa che i nostri ragazzi con il Basco Verde avrebbero potuto facilmente liberarli????? Io le dico di si tranquillamente.
Vede lei dice che si è arruolato nel 2001, be io un pò di annetti prima di lei(circa 20 prima) e di storie vissute di persona o per sentito dire da altri colleghi ne conosco molte...tante ..troppe...vedasi "Colpo di cannone sulla prua di Nave Todaro" , vedasi elicotteri costretti ad atterrare sul Veneto in Libano, vedasi operazione Nave Grecale per profughi Albanesi ecc.ecc." ma la cosa che le unisce tutte sa qual'é ?????? La mancanza di Ordini specifici dai nostri Comandi e veda che non ho detto comandanti !!!! ma Comandi.
Comunque si potrebbe continuare all'Infinito ma il succo resterebbe sempre quello non si ha più il coraggio di seguire l'esempio di fede di tanti motti, altrimenti le cose sarebbero diverse........"Who Dares Wins" - "Memento Audere semper" ecc.ecc.

SANGRIA
05-09-09, 13: 33
Senza entrare nei meriti e senza Offesa ....sa qual'è la differenza fra il mio ed il suo pensiero............no????????......"Il grado"
Lei parla di " Di coloro che durante il periodo della Naja vedevano marescialli panzoni rubarsi le forme di formaggio, che passavano i mesi a fare le guardie al bidone di benzina e cose di questo tipo" Io invece immagino cosa faceva chi permetteva a tale persone di comportarsi in questo modo.......in fondo c'è una scala gerarchica in tutto o no?????? " I marescialli panzoni rubavano le forme di formaggio .....i Signori Ufficiali cosa si portavano a casa!!!!!!!!!!!!!
Non offenda la sua stessa intelligenza, non c'entra nulla questo discorso... E' l'immagine che l'uomo della strada aveva ed ha della forza armata. E' del tutto irrilevante se il panzone fosse maresciallo, sergente, caporale o generale, è l'immagine che questi militari di trent'anni fa davano ai giovani coscritti che conta; ho preso ad esempio il maresciallo perché per il ragazzo di leva era lui, generalmente, il diretto superiore e gli ufficiali che dovevano controllare erano in genere sottotenenti (guardiamarina) di complemento con pochi mesi di servizio...

Sul resto concordo, ma è appunto ciò che intendo dire io... non sono certo le istituzioni o i Comandi, ma le persone che occupano tali posti che sono inette. I Politici, poi, inseguono il consenso e finché sarà politicamente ed elettoralmente devastante promuovere azioni di forza avremo sempre bisogno di bravi comandanti e di bravi sottufficiali, oltre che di bravi soldati.

Quanto all'inettitudine di molti generali e vertici delle FFAA il discorso esula. E' Figlio di un sistema che premia chi non sbaglia mai, e il modo per non sbagliare, si sa, è non fare. Sulla questione buccaneer potrei dirle molte, molte cose, con nomi e cognomi, circa la condotta delle operazioni, che palesano questo, ma davvero sarebbe da discuterne diffusamente a parte.

capt.sparrow
05-09-09, 16: 13
Sangria...

-...CAETERA NORUNT ET TAGUS ET GANGES FORSAN ET ANTIPODES -
(...il resto lo sanno il Tago, il Gange e forse anche gli Antipodi.)

La cosa è che la fiducia è un riconoscimento serio e a parte gli intenti, le dichiarazioni di buona volontà, i fatti... con qualche sporatica eccezione, non depongono a favore di chi mostra di non sapersi riformare... Di chi mostra di non saper mettere all'indice gli inetti (come li definisce lei) :
-... "sacche di improduttività” di personale (soprattutto civile) per varie ragioni “inamovibile”. -
Come le definisce il CSMM...
Ora, prima di reclamare una diversa attenzione da parte degli Italiani alle esigenze e all'operato delle FFAA non crede che sarebbe necessario mostrare... :
" Una maggiore capacità"
Sempre per usare le parole del CSMM.

Del resto... Come diceva il signore che volle le parole in epigrafe incise quale monito, indizio, avvertimento a suggello del proprio soglio eterno:

-... né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto.
Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine.
[...] Nell'uomo nascente il Padre ripose semi d'ogni specie e germi d'ogni vita. E a seconda di come ciascuno li avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno in lui i loro frutti. -

LUBDUB
05-09-09, 20: 26
Purtroppo questi discorsi per categorie sono controproducenti.
Le amministrazioni dello stato, tutte, sono abitate da cialtroni mediocri e inetti che siedono a fianco a volenterosi lavoratori eroici. Personalmente ho visto medici e infermiere nel mio ospedale imbiancare una stanza e pagarsi personalmente la vernice.
Non distinguere il bianco dal nero erode le energie di quei tanti, e sono certo sono tanti anche in uniforme, che credono nel lavoro che fanno e che ad esso dedicano il loro impegno anche aldilà del dovuto e spesso del possibile.
Chi si impegna a fianco ad un fannullone soffre il doppio se poi a questo viene assimilato.

capt.sparrow
05-09-09, 21: 27
Controproducente è l'incapacità di emarginare i lavativi...
... Come direbbero nel suo ospedale...Un organismo che ha un sistema immunitario debole è destinato a soccombere...
Ardito è colui che combatte le "infezioni".

GSeppe
06-09-09, 01: 10
riprendendo il suo esempio, sparrow, l'organismo in questione è si malato ma non può (o non vuole) prendere le medicine necessarie. I dipendenti civili, da un lato sono una importante risorsa che permette ai militari di non impelagarsi oltremodo in mansioni d'ufficio; dall'altro sono un enorme peso, perché assolutamente non flessibili e attaccati ad ogni minimo vantaggio o privilegio la loro posizione gli comporti, fosse anche la scrivania vicino alla finestra. I sindacati sono ovviamente fortissimi e spingono per lo status quo, non avendo nulla da guadagnare nello scontentare la loro base.
Ovviamente, tra i dipendenti civili ce ne sono anche molti preparati e volenterosi, ottimi lavoratori, così come tra i militari ci sono i pigri; la mia esperienza da AUC però mi ha insegnato come la stragrande maggioranza dei dipendenti civili costituisca una inesauribile fonte di sprechi oltre che di lungaggini. Medicina per questo male non c'è o forse la medicina potrebbe essere più dolorosa del male stesso: ma come al solito decisioni al riguardo spettano alle alte sfere che, per citare Sangria, nel timore di sbagliare preferiscono non agire.

capt.sparrow
06-09-09, 10: 41
Le medicine esistono... Eccome se esistono... Un esempio? Una potente penicillina si chiama flessibilità...
Ha presente il " mercato del lavoro"?...
Per quale motivo, se nell'intento di risanare una economia e un sistema industriale viziati e non più efficienti, quindi fuori mercato, si considerano rapporti tra lavoratori e datori del tipo dei contratti a progetto, del lavoro in affitto, del lavoro a chiamata ecc... E nel mondo delle imprese si è pensata una legislazione centrata sul principio del lavoro inteso anche come prodotto (merce), altrettanto non può fare il Ministero della Difesa?
Visto poi che il concetto di flessibilità viene largamente teorizzato quando si affrontano le dinamiche degli arruolamenti...
Allora, dal momento che è l'evidenza dei fatti a denunciare la malattia...
Che questa si annidi nella volontaria inefficienza, nella cialtroneria, nelle clientele, nel nepotismo, nella spregiudicata ed immorale difesa di priviligi anacronistici, insomma in tutti quei vizi che cononosciamo molto bene... Dichiararli "inamovibili" equivale ad una resa incodizionata... E visto che parliamo di cose militari... Sappiamo anche quale sia il prezzo della sconfitta:
-Vae Victis-

GSeppe
06-09-09, 14: 01
Sparrow, mi trova pienamente d'accordo. Il modo di risolvere i problemi, teoricamente, esiste ed è noto. La difficoltà è insita nelle modalità di applicazione. Ha giustamente evidenziato come nell'impresa privata si stia diffondendo sempre più una concezione del lavoro inteso come merce, prodotto da accaparrarsi e cedere alle migliori condizioni di mercato possibili; il settore pubblico è però differente, in quanto roccaforte storica di garanzie e particolarismi a cui, ovviamente, nessuno vuole rinunciare. Il tentativo va fatto, è necessario vista l'attuale congiuntura e il futuro verso cui ci avviamo, dove l'efficienza e la flessibilità saranno i cardini portanti dell'economia. Lo scontro con i sindacati è però inevitabile e spesso porta a nulla di fatto: tali associazioni, che si professano a difesa dei lavoratori, non colgono, o peggio, non vogliono cogliere, il naturale evolversi del contesto in cui si trovano ad operare. Più che a difesa del lavoratore, attualmente i sindacati lavorano a difesa dei privilegi del lavoratore: concentrati sul breve periodo, sulla strenua difesa del futile, che permette però di mantenere alto il consenso e di conseguenza il potere contrattuale, non realizzano che nel lungo periodo questo atteggiamento non può che danneggiare i lavoratori stessi: quando le condizioni saranno insostenibili, e già oggi non è che siano rose e fiori, anziché rinunciare al futile i lavoratori dovranno rinunciare all'essenziale: il lavoro stesso.
Il Ministero della Difesa ha poi un altro, particolare, dualismo: opera infatti sia con personale civile, che in larghissima parte è asservito alle logiche di cui prima, sia con personale militare, che invece presenta un grado nettamente maggiore di flessibilità d'impiego. All'osservatore militare, risulta quindi agevole individuare la soluzione al dramma, perché già inserito in un'organizzazione che della flessibilità, della mobilità e dell'ordine gerarchico fa i suoi pilastri; a chi poi, sempre in divisa, lavora per risolvere praticamente i problemi del personale, risulta addirittura frustrante scontrarsi contro questa politica del no a priori portata avanti dai sindacati, a prescindere dalle loro sigle e dai loro colori. Mi sono personalmente trovato invischiato in questa situazione durante il mio anno di servizio e posso testimoniare la puntigliosità e l'incredibile caparbietà dimostrata da costoro nella difesa dell'insignificante: se tale impegno fosse stato profuso nel lavoro quotidiano, probabilmente non ci sarebbe neanche il bisogno di sedersi periodicamente ad un tavolo di concertazione o di rivedere l'assegnazione dei posti tabellari.
Le possibili soluzioni, a questo punto, possono essere due: l'integrale sostituzione del personale civile con personale militare o la ridefinizione profonda dei contratti del settore pubblico.
La prima strada non è percorribile per evidenti carenze di bilancio e per le inevitabili conseguenze che porterebbe ad esempio il blocco delle assunzioni e la progressiva sostituzione di personale civile con quello militare.
La seconda strada non è percorribile per l'inerzia della classe politica, anch'essa orientata al breve termine e alla ricerca /mantenimento del consenso più che alla reale risoluzione dei problemi che affliggono il Paese.
Come fare, dunque? è una domanda alla quale, attualmente, non credo di saper rispondere. L'unica consolazione che riesco a trovare è la considerazione che, storicamente, una volta raggiunto il fondo del barile solitamente il cambiamento si manifesta, improvviso e liberatorio.

capt.sparrow
06-09-09, 16: 16
Come fare? Lei non sa come rispondere, allora tanto per rimanere in topic, quanto per indicarle un atteggiamento meno attendista - dal momento che raggiungere il fondo del barile non è una soluzione intelligente, ne tantomeno razionale - mi permetta di segnalarle e di richiamare l'attenzione di tutti sul pensiero di un italiano... Grande ardito... Benedetto Croce, il quale sosteneva che a linea del possibile si sposta grandemente grazie “all’audacia ed alla forza inventrice della volontà che veramente vuole”.

GSeppe
06-09-09, 17: 01
Come fare? Lei non sa come rispondere, allora tanto per rimanere in topic, quanto per indicarle un atteggiamento meno attendista - dal momento che raggiungere il fondo del barile non è una soluzione intelligente, ne tantomeno razionale - mi permetta di segnalarle e di richiamare l'attenzione di tutti sul pensiero di un italiano... Grande ardito... Benedetto Croce, il quale sosteneva che a linea del possibile si sposta grandemente grazie “all’audacia ed alla forza inventrice della volontà che veramente vuole”.
Sparrow, partendo dall'evidenziare come il mio riferimento al fondo del barile sia volutamente dimesso ed attendista, potremmo cimentarci col capire chi deve essere il portatore di questa "volontà che veramente vuole", da Lei giustamente citata. Sarebbe infatti altresì lezioso discorrere di cosa sia necessario fare, senza avere chiaro in mente chi debba poi porre in essere queste fantomatiche azioni.
Può l'uomo comune, l'uomo della strada, intendendo con ciò l'individuo privo di qualsivoglia potere, con la mera volontà, spingere al cambiamento? Probabilmente, quasi certamente, nella sua individualità nulla può. Potrebbe, nel suo piccolo, adoperarsi perché ciò che è alla sua portata migliori; può credere nel cambiamento, ma realizzarlo, quello no.
Un tale individuo, espressione di una moltitudine di individui che la pensano allo stesso modo e come tale posto in un ruolo istituzionale, potrebbe efficacemente portare avanti l'ideale riforma di cui abbiamo sinora brevemente discusso. Entra però in gioco a questo punto un'altra considerazione: quanto l'uomo della strada, elevato dalla sua posizione e posto in una poltrona da cui abbia effettivamente capacità di modificare lo status quo, è in grado di mantenere le sue convinzioni? Quanto il combattere contro l'apparentemente impenetrabile muro di gomma della burocrazia, delle carte bollate, dei ricorsi, delle proposte di legge, delle discussioni parlamentari e via dicendo, fiaccherà la sua "volontà che veramente vuole" ? Quanto costui resisterà alla vocina che insistentemente lo spingerà verso più miti posizioni? Ecco, un individuo in grado di mantenere saldi i suoi principi, la sua moralità e le sue idee nell'attuale inferno della politica italiana, un individuo in grado di portare a termine le riforme necessarie, ancorché dolorose, conscio che il male minore è sempre preferibile, questo sarebbe sì da considerare un Ardito.

capt.sparrow
06-09-09, 22: 02
... Vuol dire che siamo oramai molto oltre la classica sfiducia verso le Istituzioni?
... Che siamo alla totale sfiducia nei confronti dell'uomo... Dell' italiano in particolare?

umberto88
06-09-09, 22: 12
Medaglia d’Argento al Merito di Marina
Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 1 in data
27 marzo 2009 al Capo di 1^ cl. Incursore/Paracadutista Christian
Di Vita, nato il 10 ottobre 1972 a Cagliari è stata concessa la
Medaglia d’Argento al Valore di Marina con la seguente motivazione:
“Sottufficiale Incursore inquadrato nel distaccamento
operativo Incursori “Caimano 69” Task Force 45 “Joint Special
Operations Task Group – Condor a” in Afghanistan, nell’ambito
dell’operazione “Sarissa”, il giorno 8 settembre 2006, a seguito
dell’attentato terroristico che ha coinvolto in una esplosione un
automezzo della sua unità operativa, pur nella difficile e
rischiosa situazione creatasi a causa della presenza di un altro
ordigno esplosivo innescato e posizionato nelle immediate
vicinanze e del pericolo di eventuale fuoco nemico, interveniva
tempestivamente in aiuto degli operatori feriti nell’ esplosione
ed agendo con estrema calma e con metodica precisione
riusciva a stabilizzarli ed a predisporli per la successiva
evacuazione in elicottero. Il suo intervento è stato
fondamentale per garantire la sopravvivenza del più grave dei
feriti ed evitare l’aggravarsi delle condizioni degli altri
operatori. Il Capo 1^ classe Di Vita, conscio dell’importanza del
suo immediato intervento, ha affrontato la situazione con
coraggio, iniziativa e con evidente rischio fisico. Splendida
figura di Sottufficiale Incursore, in possesso di eccezionali
qualità umane, militari e professionali che con il suo
comportamento esemplare ha contribuito ad accrescere il
prestigio delle Forze Speciali della Marina in ambito
Multinazionale”.
Roma, 27 marzo 2009
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Giorgio NAPOLITANO




Non ci sono titoli sui giornali, non ci sono folle di persone quando torni a casa, non guadagni milioni di euro, non ti riconoscono per strada. Eppure certe notizie meriterebbero di ricevere un minimo di visibilità, sopratutto date le notizie che ci propinano al TG.
Sono orgoglioso di essere suo collega e mi vergogno di non essere, probabilmente, alla sua altezza.

chi diventa incursore non lo fa' per la gloria,ma perche' sa' che diventera' il migliore e lavorera' con i migliori.

Raiden
06-09-09, 22: 13
Questi militari dovrebbero essere invitati nelle scuole

Giustissimo. Queste figure dovrebbero essere mostrate come a tutti, soprattutto ai più giovani, come modelli di coraggio, forza ed eccezionale professionalità. Non riceveranno mai un riconoscimento adeguato per quello che fanno.

GSeppe
07-09-09, 01: 40
... Vuol dire che siamo oramai molto oltre la classica sfiducia verso le Istituzioni?
... Che siamo alla totale sfiducia nei confronti dell'uomo... Dell' italiano in particolare?

suvvia, non si salti ora a considerazioni assolute, astratte. Per quanto trattasi di discorsi che concernono la morale, quindi necessariamente caratterizzati da un certo grado di astrattezza, non vorrei scadere nella filosofia spicciola. Riportando il discorso in termini più concreti, "volere è potere" è una massima non sempre vera. E' naturale che alla base del cambiamento, qualsiasi esso sia, ci sia una volontà di agire; ma è pur vero che tale volontà non deve risiedere, o quantomeno non solo, nell'uomo della strada. Deve necessariamente appartenere, o essere fatta propria per il bene della comunità, da chi già ha la possibilità di cambiare le cose. Ora, per fare un esempio spicciolo, posso pure essere convinto della necessità di invertire i colori dei semafori e far si che col verde ci si fermi e col rosso si passi; posso avere la più forte volontà di riuscire in questo, sostenuta da prove ed evidenze inconfutabili e magari posso anche avere un seguito di persone che la pensano come me: se però il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha la stessa volontà, non vede l'utilità e la necessità del cambiamento o più semplicemente ascolta un'altra campana che predica il mantenimento dello status quo, il cambiamento non potrà mai avvenire.
Impegnarsi in prima persona è certamente utile, oltre che essere un dovere morale: impegnarsi e lavorare per ciò in cui si crede è il minimo che si possa fare, se non altro per avere la possibilità di andare a letto la sera con la coscienza in pace; se così non fosse, non avrei intrapreso la strada che mi ha portato a poter indossare nuovamente la divisa, si spera per lungo tempo: Penso, spero, lo stesso valga per Lei. "Cambiare il mondo", se mi passa l'espressione, non è però nelle mie possibilità, almeno per il momento :) E' compito di chi siede nelle stanze del potere, che dovrebbe rappresentare noi e nostri bisogni, visto che se è li è grazie al nostro diritto di votare; diritto che si trasforma, di riflesso, nel diritto di essere rappresentati, assieme alle nostre esigenze. L'esperienza ci insegna però che spesso i nostri rappresentanti si dimenticano di questo loro ruolo: come Icaro fu dotato di ali da Dedalo e potè librarsi in alto nel cielo, così noi spediamo gente a Roma sperando nel bene; nel mito però Icaro, dimentico degli avvertimenti di Dedalo, precipitò in mare mentre sembra che i nostri politici trovino sempre il modo di svolazzare allegramente o quantomeno di cadere sul morbido :)
Le chiedo quindi Sparrow: ha correttamente individuato una "cura", citando la flessibilità. Ha adeguatamente illustrato, scomodando Brenno e i suoi Galli, il rischio che si corre non assumendo i farmaci opportuni. Ha tralasciato però una parte fondamentale, la posologia. Quando e quanta medicina va assunta per sconfiggere il male?
Ammetto di essere il primo ad essersi limitato a discorrere, peraltro in maniera evidentemente prolissa, dei rischi e delle difficoltà in cui si incorrerebbe seguendo la strada da lei indicata; ciò non toglie che vorrei sentire il suo parere al riguardo, magari espresso in modo più articolato di quanto ha fatto negli ultimi interventi che, per quanto mi abbiano spinto a riflettere e a scrivere, mi hanno lasciato con l'impressione che ci sia un non detto, parole a mezz'aria vicine ma non chiaramente identificabili.

capt.sparrow
07-09-09, 18: 52
Astrazione... Concretezza...
Eziologia... Metodo.
...In sostanza la sua domanda è la richiesta di indicare una via che leghi i concetti alla realtà...
Non a caso ho citato sopra Benedetto Croce :
Per il suo pensiero infatti, tutta la realtà è Spirito, tutta la realtà è storia.
Con questa sua affermazione ci dice sostanzialmente come realtà, spirito e storia si intersechino, si intreccino e ci indica come realta/spirito/storia si confrontino con l'immanenza della natura nell'uomo attraverso la teoresi e la prassi.
Per portare un esempio notevole, anche Croce come Marx attribuisce l' espressione di una attività preminentemente economica e morale alla politica e al diritto, ma per meglio definirle, inserisce in queste attività anche valori individuali come vero e bello (logica ed estetica) chiudendo il cerchio -di quelle che aveva indivuduato essere le quattro forme pure dello spirito- con la realtà effettuale, la realtà storica, congiungendo il tutto in un procedimento circolare.
Ora appare evidente come per agire sia di fondamentale importanza la capacità di individuare e come questa si vincoli a quella di indagare e di osservare... Ma quanto queste qualità sono state compromesse in Italia? Di sicuro sono state fiaccate le capacità critiche delle persone, attraverso un sistema che ha erogato ed eroga una infinita quantità di premi alla mediocrità. Tutto questo è visibile in quella docilità verso il potere che non ha eguali in nessuna democrazia occidentale.
Credo, a questo punto, appaia molto chiaramente di che portata dovrebbe essere un intervento necessario a contrastare un simile sfacelo.
Non è più questione di determinare quando e il quanto, o addirittura di nascondersi dietro l'alibi del male minore... La questione è molto più radicale e radicalmente dovrebbe esser affrontata... Ma non voglio usare quì le solite parole, i soliti concetti, meritocrazia, democrazia, ideologia, soltanto:

-Ubi maior minor cessat-

Dove per maggiore si intenda l'interesse della Nazione, di tutti, del popolo sovrano... Solo quello senza altre ricette.

Charlie 2
08-09-09, 12: 03
Tanto per rimanere in tema di Eroi con la E maiuscola, di tempi di sfacelo, di interesse della Nazione e del popolo sovrano, oggi 8 settembre vorrei che si riflettesse sulle parole finali del discorso che l'Amm. Carlo Bergamini, proprio l'8 settembre del 1943, fece, a bordo della Nave da Battaglia Roma, ai Comandanti delle navi della flotta prima che essa salpasse da La Spezia per dirigere su Malta in accordo alle clausole dell'armistizio. Esse, rileggendole con la giusta ottica, possono sembrare ancora attuali sicuramente nello spirito della Marina, almeno quella che conosco io.

"....... Dite tutto questo ai vostri uomini. Essi sapranno trovare nei loro cuori generosi la forza di accettare questo immenso sacrificio.

Dite loro che i 39 mesi di guerra che, insieme abbiamo combattuto, ora per ora, nell'impari lotta; che le navi affondate lottando strenuamente; che i morti gloriosi, hanno conquistato alla Marina il rispetto e l'ammirazione dell'avversario.

E la flotta, che fino ad un'ora fa era pronta a muovere contro di esso, può, ora che l'interesse della Patria lo esige, andare incontro al vincitore con la bandiera al vento e possono i suoi uomini tenere ben alta la fronte.

Non era questa la via immaginata.

Ma questa via dobbiamo prendere ora senza esitare, perchè ciò che conta nella storia dei popoli non sono i sogni e le speranze e le negazioni della realtà, ma la coscienza del dovere compiuto fin o in fondo, costi quello che costi.

Sottrarsi a questo dovere sarebbe facile, ma sarebbe un gesto inglorioso e significherebbe fermare la nostra vita e quella della intera Nazione e chiuderla in un cerchio senza riscatto, senza rinascita, mai più.

Verrà il giorno in cui questa forza vivente della Marina sarà la pietra angolare sulla quale il popolo italiano potrà riedificare pazientemente le proprie fortune.

Dite tutto questo ai vostri uomini ed essi vi seguiranno obbedienti, come sempre vi hanno seguito nelle ore delle azioni piene di pericoli."

La sera dell'8 settembre 1943 la Roma, con il Comandante in Capo della Flotta, Amm. Carlo Bergamini, con tutta la flotta partì da La Spezia per Malta, dove si sarebbe ricongiunta al resto della Flotta salpata da Taranto.
La Roma, il 9 settembre, al largo dell'Asinara venne affondata da bombardieri tedeschi; oltre all'Amm. Bergamini morirono oltre 1300 Ufficiali e Marinai. All'Amm. bergamini e, non solo a lui, venne concessa la medaglia d'oro al Valor di marina.

Contrariamente a quanto successe alle altre 2 forze armate che erano allo sbando, la Marina, tolta una piccola percentuale, rimase compatta.

GSeppe
08-09-09, 14: 52
Mi permetta, Carlie2, di contrapporre alle parole dell'Ammiraglio Bergamini quelle di un'altra M.O.V.M. della stessa epoca:

"... In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore. Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. "

pronunciate proprio da un appartenente a quella "piccola percentuale" di cui parla, il Comandante Junio Valerio Borghese.
Forse non saranno parole attuali, visto che tutto sommato fanno riferimento a valori, come la dignità, la lealtà e, anche se inespresso, l'onore che oggigiorno sono considerati dai più quantomeno vintage.
Trovo particolare spunto di riflessione in un passo del discorso da Lei citato: " questa via dobbiamo prendere ora senza esitare, perchè ciò che conta nella storia dei popoli non sono i sogni e le speranze e le negazioni della realtà, ma la coscienza del dovere compiuto fin o in fondo, costi quello che costi. ". Ecco, proprio la parte evidenziata non fa che rimandarmi alla citazione di Borghese da me proposta in apertura; l'inizio del passo riproposto invece, mi porta a considerare quanto sia negazione della realtà l'idea che l'Italia sia da considerare tra le "vincitrici" del secondo conflitto mondiale.
Non è ovviamente in discussione il conflitto in sè e le motivazioni alla base dello stesso, nè tantomeno le ideologie prevalenti all'epoca: su tali argomenti fiumi di inchiostro sono stati versati e dubito, nella mia franca ignoranza, di poter aggiungere nuovi spunti alla materia. Ciò che mi preme invece sottolineare è lo spirito di lealtà, di sacrificio, l'orgoglio che ha sostenuto individui come Borghese, come gli appartenenti alla 185° Divisione "Folgore" (fregiata, in brevissimo periodo, di ben 3 M.O.V.M.) , che probabilmente consci di combattere per una causa sbagliata, hanno proseguito la lotta finché possibile per difendere l'onore lproprio e soprattutto quello della Patria.
Sono questi dunque Eroi di seconda categoria, solo perché, dovendo scegliere, hanno preferito l'altro lato della barricata? Scelta, ripeto, spesso dettata dalla volontà di difendere l'onore, più che dalla convinzione di lottare per una causa giusta. Sono forse Eroi più degli altri, proprio per i motivi testè elencati? O forse, non lo sono proprio?
Ci ritroviamo come al solito all'incapacità della Nazione di scegliere, persino quando si tratta dei suoi Eroi: decorati con la M.O.V.M. sono gli uni, decorati con la M.O.V.M. sono gli altri, idealmente parificati da quel nastro azzurro. Ottimo esempio, anche questo, della faciloneria italiana, che piuttosto di operare una scelta, lascia ai suoi cittadini l'onere di scegliersi il proprio Eroe.

crow
08-09-09, 15: 34
Ma come fai a scrivere cose del genere quando si commemora un grande militare? Ma credi che solo quelli decorati siano bravi? Se C° Di Vita ha fatto qualcosa di importante e meritorio di una medaglia, ce ne sono migliaia che fanno qualcosina meno eclatante ma ugualmente ardimentosa, coraggiosa e piena di abnegazione. Non è che C° Di Vita sia un superuomo, è un militare come altri, come fai a scrivere che i militari vogliono arrivare al 24 del mense in questo contesto? E' un discorso da detratttori, da chi pensa che alla fine una rondine non faccia primavera e che a fronte di uno bravo,in realtà la norma è che tutti siano mediocri o, peggio, parassiti della società. E' grazie a gente che la pensa così se oggi le FFAA godono di così poca stima e considerazione. invece di celebrare ed elevare ad esempio per gli altri, si dà la colpa alle istituzioni? Le istituzioni (il Presidente della Repubblica) ha firmato il decreto che assegna la medaglia, i media lo hanno ignorato. Le istituzioni hanno arruolato c° Di Vita, i media e la società civile dipinge i militari come quelli dei film di pierino o come assassini senza scrupoli. I militari italiani MEDIAMENTE sono ottimi professionisti, con punte di eccellenza e, a volte, di mediocrità ma di fronte a questi provvedimenti bisognerebbe pensare che se il sottufficiale decorato ha potuto fare quel che ha fatto è stato non solo grazie al suo coraggio e al suo cuore, senza dubbio determinanti, ma anche grazie al complesso di valori, addestramento, forma mentis che la Marina Militare e le Istituzioni che essa difende, hanno fornito in questi anni.

di sicuro le mie parole, (adesso rileggendo il mio post), qui c'entrano poco, ma in parte volevo anche io mostrare il compiacimento per il famoso c.° de vita.....ma da quel che ricordo, elogio ed encomio, sono tutti riconoscimenti che si fondano anche sul risaltare il militare per creare una sorta di spirito quasi patriottica per i commilitoni stessi, nonchè quello di gruppo!
quello che volevo semplicemente dire era che non sempre ciò viene accolto da molti, anzi.........:secret:

crow
08-09-09, 15: 37
Credo come giustamente espresso da Sangria...... che in riferimento al "Basta arrivare al 24 del mese" dovresti provare a chiederlo ai tanti ragazzi che oggi si trovano in Afghanistan.......Prova a chiedergli se si sono arruolati solo per i soldi e oggi sono li solo per quello.....credi il gioco valga la candela??????????
Io personalmente Non credo che sia solo per quello....



Concordo in tutto

mi spiace, ma non la penso come voi.....oramai si pensa solo al vile denaro........
ovviamente però non faccio un discorso di generalizzazione, ma per la maggior parte, è cosi............
sono semplici parole di un mio pensiero.:mf_swordfight:

capt.sparrow
08-09-09, 16: 03
"L'otto settembre, al comunicato di Badoglio, piansi.
Piansi e non ho mai più pianto.
E adesso, oggi, domani, qui potranno esserci i comunisti, potranno portarmi in Siberia, potranno fucilare metà degli Italiani, non piangerò più.
Perché tutto quello che c'era da soffrire per ciò che l'Italia aveva perduto e avrebbe vissuto nel suo avvenire, io l'ho sofferto allora.
Quel giorno io ho visto il dramma che andava a cominciare per questa nostra disgraziata nazione, che non aveva più amici, non aveva più alleati, non aveva più l'onore e sarebbe stata additata al disprezzo di tutto il mondo per aver mostrato l' incapacità di battersi anche nelle avversità.
In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore. Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. Il tradimento e la resa bollano per secoli un popolo davanti al mondo."
Junio Valerio Borghese

GSeppe
Mi permetta di completare la sua citazione, in modo da allargare il contesto del discorso di Borghese per rendere evidente, fuori da ogni possibile strumentalizzazione che quello che ha detto l'ha detto da Italiano... Non da eroe, ne tantomeno da fascista...
Quando Borghese parla di comunisti, si riferisce idealmente al nemico, a tutti i nemici, a quelle potenze Alleate e Associate alle quali l'Italia si era arresa senza condizioni... Come verrà sancito proprio da queste, nell'infame trattato (unilaterale) di pace, imposto alla Repubblica Italiana nel febbraio del 1947.
Dalle parole di Borghese più che da quelle di Bergamini dovremmo trarre spunto per una grave riflessione... L'Italia dall' 8 settembre 1943 non è più stata una Nazione indipendente... I nemici con una serie di azioni infami l'hanno ridotta ad una colonia ad uno Stato soggetto a servitù.
Che poi dopo la fine del conflitto, i nostri nemici si siano spaccati in blocchi e che noi si sia finiti nell'orbita di uno di questi blocchi è incidentale.
Lei mi aveva chiesto di esplicitare le parole latenti, vicine, non espresse... Io ho fatto riferimento alla storia... Una storia che ha così pesantemente condizionato e forzato l'Italia a smarrire la sua identità di nazione, che l'ha obbligata a scegliere tra ideologie e blocchi per meglio asservirla e condizionarla, tanto che oggi, che quelli non esistono più, noi siamo quì a confrontarci ancora con i loro fantasmi.
Ecco la ragione per la quale la nostra politica non può risolvere i problemi della nostra società... Perchè non la rappresenta... Non l'ha mai rappresentata...Ha semplicemente avuto un mandato ad amministrarla... Un mandato limitato... I nostri politici sono sempre stati asserviti ad un potere più forte, ad un potere che si è servito di loro per gestire strategie di teatro... Di sistema.
Cosa abbia rappresentato, nella storia del nostro paese, l'egemonia culturale, politico/militare, anche economica statunitense -di cui la presenza disseminata di basi Nato e USA è solo una spia- è in gran parte ancora da scrivere. Pagine di condizionamenti, di imposizioni, di scelte di fondo condizionate. Pagine anche di sangue, di una guerra occulta, non convenzionale, che ha insanguinato il nostro paese. Una storia che per ovvie ragioni di opportunità politica interna è bandita dai libri di testo nelle scuole. Insomma, quello a cui faccio riferimento e ciò che eufemisticamente si dice "sovranità limitata" ma che in termini reali si è configurato e si configura come un'assenza effettiva di indipendenza e di sovranità del nostro paese. Con ampie ripercussioni che il senso comune non è in grado di percepire, in mancanza di tutta una serie di strumenti documentali ed interpretativi, e del controllo blindato dei mezzi di comunicazione.
Forse con la parola tradimento, Borghese, si riferirva proprio a quel tradimento dell'identità nazionale che in quell' 8 settembre venne strangolata, soffocata, per aprire la strada ad un sistema militare d'occupazione, che ancor oggi, pur se in modo meno diretto di allora, in una maniera più subdola forse, fa sentire il peso del suo giogo.

SANGRIA
08-09-09, 17: 08
mi spiace, ma non la penso come voi.....oramai si pensa solo al vile denaro........
ovviamente però non faccio un discorso di generalizzazione, ma per la maggior parte, è cosi............
sono semplici parole di un mio pensiero.:mf_swordfight:

Se vai in missione solo per denaro resisti poco, e se resisti quei soldi te li suuuuuuuuuudi.

poi se uno scrive, non faccio un discorso generale ma per la maggioranza è così... e' un discorso in generale.
che ci si arruoli perché si vuol mettereinsieme il pranzo con la cena è legittimo, che si vada in missione per prendere più soldi logico, ma qui non si parla di passione o idealismo, si parla di professioanlità. Se sei militare pe rlo stipendio ma poi fai fino a fondo il tuo dovere è indubbio che ti troverai ad affrontare situazioni spinose. E allora per quello che prendiamo, a casa e in missione, non ne vale proprio la pena.
Se si pensa che i ilitari bravi siano solo gli eroi, se si pensa che i miltiari in gamba siano solo quelli che credono inquello che fanno, sbagliano. i militari bravi sono quelli che fanno le cose con serietà e che nel momento del bisogno mettono in atto quello che l'articolo 52 della costituzione prescrive e quello che il nostro giuramento ribadisce, e cioè che siamo stati arruolati e pagati, in quanto professionisti, per assumerci rischi e responsabilità delle nostre azioni.

crow
09-09-09, 12: 34
visto che parli di professionisti, per il tuo modo di vedere e pensare, sono tutti cosi per te?

SANGRIA
09-09-09, 12: 49
Come in ogni realtà dell'universo ce se sono di brillanti, bravi, medi, mediocri, scarsi e pessimi.

La differenza è che nel mondo civile se vedi un bravo operaio pensi che sia merito suo, se vedi un cattivo operaio pensi che sia un cattivo lavoratore. La qualità dell'azienda per la quale lavorano viene valutata dal prodotto che forniscono e non si individua generalmente il lavoratore con l'azienda o vice versa.

nelle forze armate, invece, se sei un bravo militare sei un bravo militare, se non lo sei allora è l'esercito che fa schifo. Ci sono elementi come Capo Di Vita, ci sono disertori e furfanti ma in mezzo c'è tutta una serie di sfumature racchiuse inuna gaussiana di gente piuttosto preparata e mediamente motivata.
i militari non sono alieni o creature mitologiche, ma persone. E dato che il militare italiano arruolato tra la società italiana di essa ne è lo specchio, mutuando vizi e virtù del popolo che è chiamato a difendere.

crow
13-09-09, 12: 36
Mi trovi perfettamente d'accordo su qst, che molto del personale è preparato (vedi miei msg su ufficiali rs) ma quello che intendevo dire io, è che molti sono furfanti, come da te sottolineato e che non si meriterebbero ne di stare in marina ne soprattutto di portare la divisa, a cui non sanno neanche dare un significato, per l'importanza e le gesta......
Oramai molti pensano e dicono: Oddio senza lavoro che faccio?
Beh mi arruolo, magari in marina cosi viaggio e mi diverto.......
Cmq adesso mi scuso per aver sollevato questo polverone, ma ripeto sono solo parole di un mio pensiero e concludo il tutto dicendo di essere onorato di aver portato la stessa divisa di capo di vita, gente che sanno cosa vuol dire la parola marina militare, ancora di piu' incursore!

SANGRIA
14-09-09, 08: 41
Ma anche all'enel, alla Telecom, alla Rossi e figli è così, non si dice nulla di nuovo, come dire che il cielo è blu e che domani sorgerà il sole... non c'entra nulla.

Poi, il perché ti arruoli è irrilevante, è come lavori, dopo, che fa la differenza. E sebbene ci sian la maggioranza mediocre, è bene che ci siano eccellenze, che vengono premiate, come si vede, e sarebbe meglio si desse più importanza a questi gesti e a questi atteggiamenti. Sopratutto, quando ci si arruola e ci si riempie la bocca con parole come incursore e San Marco, sarebbe bene farsi un esame di coscienza e chiedersi se, veramente, saremmo in grado di fare quel che fanno loro, senza aggiungere troppe altre macchie marroni alla mimetica.

ComSubInGirl
22-09-09, 20: 12
non conta cosa valga di più, a capo Di Vita non interessano certo queste cose... ma è un discorso di principio, di valori da trasmettere, di proporzionalità circa l'importanza dei gesti e degli avvenimenti...

Ho molti amici non militari. Operai, impiegati, commercianti, imprenditori, professionisti... Tutti parlano di lavoro e di quanto siano stanchi, quanto sudino e quanto sia importante la loro opera al servizio del paese... E molti di loro si permettono, tra il serio e il faceto, di pronunciare frasi del tipo "Eh, voi militari sì che fate la bella vita... Voi militari non fate nulla... Io mi spacco la schiena, tu stai comodo in poltrona... " Frasi di questo tipo le pronunciano miei conoscenti, ma è il pensiero di molti. Di coloro che durante il periodo della Naja vedevano marescialli panzoni rubarsi le forme di formaggio, che passavano i mesi a fare le guardie al bidone di benzina e cose di questo tipo. E l'immagine delle FFAA è ancora questa. Contribuiscono i media che, per rabbonire 4 lobotomizzati rumorosi pacifinti e una maggioranza silenziosa di italiani schiavi del provincialismo e del perbenismo buonista, mostrando i militari italiani come dei disgraziati che per tirar su un po' di moneta vanno a distribuire caramelle ai bambini afghani mentre i soldati, quelli veri, fanno la guerra.

Ma lo sapete che la maggioranza degli italiani manco lo sa che abbiamo una portaerei? E se informati di questo motli di loro sorridono amaro e si chiedono a cosa serva una portaerei ad una nazione che ha solo dei distributori automatici di dolciumi in mimetica. Gli italiani pensano che noi, uomini con le stellette, siamo solo dei parassiti sociali che aspettano il 24 del mese per avere uno stipendio rubato e grattarsi la ciolla tutto il giorno, tra un esercizio sterile di potere, un sopruso e una latente ammirazione dei tempi delle marce e delle musichette che narravano di gioventù e di abissine.
I cannoni da 127, i missili Aster, la difesa antibalistica, la difesa delle SLOCS, la proiezione di forza, lo scramble, l'interdizione... La foggia stessa delle uniformi è un mistero per molti.

E quando un capo di stato maggiore della marina di una portaerei decanta l'ospedale e i bimbi che potrà salvare e non può, perché politicamente scorretto, parlare di difesa degli interessi nazionali, di proiezione di forza, di sea power, di sea denial e quant'altro allora che si deve fare?

Quando muore un militare italiano l'opinione pubblica punta sempre il dito contro l'impreparazione delle nostre truppe, sulla loro inutilità e sugli equipaggiamenti spesso scadenti, quando si scopre il finanziamento di un programma militare esce sempre il giornalista bacchettone o il politico rampante di turno che tira fuori il "benaltrismo", quel cancro che soffoca ogni cosa che si vuol fare perché "sono ben altri i problemi da risolvere".
Quando mi sono arruolato, nel 2001, la percentuale del PIL destinata alle Forze Armate era pari al 1,06% e la si riteneva una percentuale ridicola. Oggi siamo sotto lo 0,83, in riduzione.

Capo Di Vita è partito in missione nonostante l'indifferenza di molti, e il fastidio di alcuni. Ha pattugliato giorno dopo giorno le strade dell'Afghanistan, come gran parte dei militari italiani rischiando, come gli altri, gli attentati e le imboscate dei talebani. Ha avuto la sfortuna di subire un attacco, ha avuto la prontezza di fare la cosa giusta rischiando la vita ma all'uomo della strada questo non importa. Sarebbe stato meglio se flui e i suoi colelghi fossero morti, per piangere le classime lacrime di coccodrillo, per gettare fango sul Governo di turno, che ha mandato i distributori di caramelle in mimetica a fare una cosa assurda: combattere. Invece ha solo commesso un atto eroico, un atto singolarissimo. In un periodo di litigi da grande fratello, di omicidi per un parcheggio, di menefreghismo totale, di anticultura dell'apparire, di ricerca del mero piacere, dell'umiliazione del prossimo per un secondo di celebrità, un italiano ha messo a rischio la sua vita per soccorrere i suoi commilitoni, e lo ha fatto solo perché era giusto così. Incredibile! Inconcepibile! E per questo si dà rilievo magari all'attentato, al dramma, alla mancata strage chea vrebbe aumentato la tiratura di qualche copia (il sangue, si sa, vende tantissimo) ma il gesto eroico di un italiano, poiché lontano dallo spettacolare e drammatico colpo di scena dell'olocausto personale, passa inosservato al Popolo.
Senza Parole...non posso che tacere ammairata!

ComSubInGirl
22-09-09, 20: 23
Medaglia d’Argento al Merito di Marina
Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 1 in data
27 marzo 2009 al Capo di 1^ cl. Incursore/Paracadutista Christian
Di Vita, nato il 10 ottobre 1972 a Cagliari è stata concessa la
Medaglia d’Argento al Valore di Marina con la seguente motivazione:
“Sottufficiale Incursore inquadrato nel distaccamento
operativo Incursori “Caimano 69” Task Force 45 “Joint Special
Operations Task Group – Condor a” in Afghanistan, nell’ambito
dell’operazione “Sarissa”, il giorno 8 settembre 2006, a seguito
dell’attentato terroristico che ha coinvolto in una esplosione un
automezzo della sua unità operativa, pur nella difficile e
rischiosa situazione creatasi a causa della presenza di un altro
ordigno esplosivo innescato e posizionato nelle immediate
vicinanze e del pericolo di eventuale fuoco nemico, interveniva
tempestivamente in aiuto degli operatori feriti nell’ esplosione
ed agendo con estrema calma e con metodica precisione
riusciva a stabilizzarli ed a predisporli per la successiva
evacuazione in elicottero. Il suo intervento è stato
fondamentale per garantire la sopravvivenza del più grave dei
feriti ed evitare l’aggravarsi delle condizioni degli altri
operatori. Il Capo 1^ classe Di Vita, conscio dell’importanza del
suo immediato intervento, ha affrontato la situazione con
coraggio, iniziativa e con evidente rischio fisico. Splendida
figura di Sottufficiale Incursore, in possesso di eccezionali
qualità umane, militari e professionali che con il suo
comportamento esemplare ha contribuito ad accrescere il
prestigio delle Forze Speciali della Marina in ambito
Multinazionale”.
Roma, 27 marzo 2009
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Giorgio NAPOLITANO




Non ci sono titoli sui giornali, non ci sono folle di persone quando torni a casa, non guadagni milioni di euro, non ti riconoscono per strada. Eppure certe notizie meriterebbero di ricevere un minimo di visibilità, sopratutto date le notizie che ci propinano al TG.
Sono orgoglioso di essere suo collega e mi vergogno di non essere, probabilmente, alla sua altezza.

Ricordo l'episodio, conservo ancora l'articolo di giornale...ma è vero nessun accenno in tv...è triste sapere che si deve giungere all'Estremo Sacrificio per testimoniare di essere Ardito, naturalmente parlo per i media!quindi sono totalmente d'accordo con te, SANGRIA, ci dorebbero essere anche testimonianze nelle scuole e nei luoghi di ritrovi giovanili, in modo da ricordare certamente i caduti, ma soprattutto in modo da mostrare concretamente chi è davvero l'Ardito!!!

Sasuke
22-09-09, 21: 37
Vedo che la discussione si è spostata dall'ardimentoso incursore alla condizione generale delle FFAA.

Che una rondine non fa primavera è vero. Dobbiamo premiare e incoraggiare i più meritevoli e virtuosi senza l'ipocrisia di dimenticare tutto il resto, che è il pezzo grosso dell'icebearg.

L'esercito è diventato un ammortizzatore sociale che pullula di bisognosi alla ricerca di uno stipendio conditi da una marea di raccomandati. Si pensi che quando ho rivelato la volontà di arruolarmi mi si è parata davanti una schiera di personaggi disposti a mettere "buone parole". Poi non si capisce mai se lo fanno per darsi un tono o se realmente lo possono fare. Io in ogni caso ho lasciato perdere.

Nonostante questa verità, personaggi come Di Vita sono quelli che spingono me ed altri ragazzi verso l'esercito, prendendolo non come un lavoro, ma come uno stile di vita con la determinazione di arrivare ad essere il meglio del meglio.

Nami
01-06-10, 09: 08
io ho il piacere e l'onore di conoscere un Ardito. vive più in afghanistan che qui, pur avendo un figlio piccolo che ama e che gli manca. mi ha dato esempio di umiltà parlando del suo lavoro come se on fosse un lavoro "speciale", eppure occorrono doti non comuni anche solo per superare il corso. è gente abituata a vivere nell'ombra e fuori dal clamore, con la coscienza di fare il proprio dovere. sono gli italiani di cui la gente dovrebbe essere orgogliosa, gli italiani che dovrebbero essere l'esempio da seguire. ma in una società dominata da veline e calciatori, dal grande fratello ecc. certe non si vedono e non si vogliono vedere, per non dover riconoscere la propria pochezza d'animo. i giornalisti sono brutte bestie, figli delle mode del momento, ed ora i militari ed i valori di sacrificio e professionalità non sono di moda. onore al merito a chi certi valori li porta ancora con se e li trasmette a chi gli sta vicino

quantico
10-11-12, 20: 05
"Sfrutto" il thread aperto da Sangria qualche anno fa per comunicare a chi non lo sapesse che domenica scorsa, 4 Novembre 2012, un Sott.le Incursore è stato decorato dal Capo di Stato con l'Ordine Militare d'Italia - successore del prestigioso Ordine Militare di Savoia - con il titolo di Cavaliere.

Capo 1^ Classe Z.I. Cavaliere Ordine Militare d'Italia con seguente motivazione:

-"Sottufficiale incursore in servizio presso la Task Force 45 delle Forze Speciali quale vice comandante di distaccamento operativo incursori, nell'ambito dell'operazione "Sarissa" in Afghanistan, in un contesto caratterizzato da costante stato di tensione e difficili condizioni ambientali, ha operato con straordinaria efficacia, equilibrio ed altissima competenza. In particolare, durante una delicatissima operazione denominata "Vegas", volta alla bonifica di edifici da forze ostili, incurante della propria incolumità e sotto il fuoco avversario, dava prova di perizia, coraggio e valore, coordinando l'operazione e lo sganciamento del dispositivo fino al punto di riordino con le restanti forze. Splendida figura di Sottufficiale, il suo agire ardimentoso, sempre caratterizzato da un altissimo senso del dovere e della responsabilità, ha accresciuto il prestigio ed il lustro delle Forze Speciali della Marina.

Afghanistan 22 aprile 2009 - 10 settembre 2009."-

Con il titolo di Cavaliere dell'OMI sono stati decorati, altresì, l'Ammiraglio di Divisione Foffi, il Contrammiraglio Gualtiero e il TV Di Giovanni per operazioni navali in Libia (Unified Protector), Oceano Indiano e Golfo di Aden (Ocean Shield).

L'Ammiraglio di Squadra Veri Rinaldo Cherubino è stato decorato con il titolo di Ufficiale dell'Ordine Militare d'Italia per operazioni aeronavali durante Unified Protector in Libia.


Mi spiace che sia passato in sordina considerato che l'OMI, successore di una delle prime decorazioni al Valore quale l'Ordine Militare di Savoia, è una delle onorificienze militari più importanti.

Wiseman
10-11-12, 22: 44
Onori!

SCC
18-11-12, 21: 39
Ciao sono un incursore del comsubin, mi sono iscritto da poco quì..... cmq a noi non interessa che le nostre gesta siano raccontate in tv..... c'è ne frega poco!!!!!