In realtà un laureato puo entrare nelle forze armate anche come cadetto di una accademia, o come recluta di un corso AUC e, in entrambi i casi, faranno cubi, contrapelli e sputeranno sangue come qualsiasi altra recluta
In realtà un laureato puo entrare nelle forze armate anche come cadetto di una accademia, o come recluta di un corso AUC e, in entrambi i casi, faranno cubi, contrapelli e sputeranno sangue come qualsiasi altra recluta
Vengo da un mondo in cui tutto cio esisteva eccome, e all'estero (perlomeno in USA, dove ho ancora parecchi contatti) è ancora così: che tu sia truppa o cadetto, l'addestramento sarà duro per tutti
Ma esistono gli AUFP Ruoli normali che sono laureati.
In Marina, durante il corso di formazione iniziale in Accademia Navale, seguono le regole per gli allievi della 1^ Classe dell'Accademia Navale quindi cameroni (con le finestre aperte anche di notte), sveglia al suono della tromba, cubo, ginnastica mattinale, assemblea generale 3 volte al giorno (in quello della sera si effettua il contrappello), studio obbligatorio e punizioni singole e di sezione (ora limitate ai soli giri di piazzale e non più i giri di barra sul brigantino interrato) ecc. ecc. ecc.
Credo che sia lo stesso anche per gli UFP delle altre Forze Armate con la differenza, al contrario della Marina, che lo fanno alla scuola di Formazione e non in Accademia (Esercito/Aeronautica).
Chi semina raccoglie, ma chi raccoglie si china......... è a quel punto è un attimo......
Ma pure qui. Però non credo che nemmeno negli USA le persone già laureate diventino cadetti d'Accademia!
Charlie2,
sì, è vero. Avevo detto infatti che ci sono gi UFP, che diventano Ufficiali dopo pochi mesi di corso. Questo però è ben diverso dal dire:Ma esistono gli AUFP Ruoli normali che sono laureati.
In Marina, durante il corso di formazione iniziale in Accademia Navale, seguono le regole per gli allievi della 1^ Classe dell'Accademia Navale quindi cameroni (con le finestre aperte anche di notte), sveglia al suono della tromba, cubo, ginnastica mattinale, assemblea generale 3 volte al giorno (in quello della sera si effettua il contrappello), studio obbligatorio e punizioni singole e di sezione (ora limitate ai soli giri di piazzale e non più i giri di barra sul brigantino interrato) ecc. ecc. ecc.
Credo che sia lo stesso anche per gli UFP delle altre Forze Armate con la differenza, al contrario della Marina, che lo fanno alla scuola di Formazione e non in Accademia (Esercito/Aeronautica).
insomma, questi AUFP non passeranno la vita a fare dei cubi e contrappelli. sanno che quello è un periodo di pochi mesi e sanno che poi andranno in corpi tecnici o amministrativi, cioè in un ufficio, a fare il loro mestiere.Quello che intendevo dire è che questo corollario di cubi, contrappelli e via dicendo non incoraggia certo i laureati più brillanti (ma non solo loro) a rimanere. Io ragiono da imprenditore, e ti posso dire che la vera ricchezza di un'azienda sono i dipendenti felici e soddisfatti.
Inoltre, se uno è un laureato "così brillante", un grande avvocato, o un ingegnere di chiara fama, insomma, un professionista con i contro...i alla "Spencer Reid" (anche se non so chi sia, ma deduco che sia così da come ne parla il GuerrieroVerde), può benissimo decidere di "prestarsi" al servizio della Patria come Riserva Selezionata: verrebbe chiamato subito e gli verrebbero fatti ponti d'oro e tante lusinghe: altro che cubi. E sarebbe felice e soddisfatto, proprio come vorrebbe GuerrieroVerde. Ma lui preferisce dare lezioni su ciò che non conosce minimamente.
Tutta colpa di un deficit socioculturale nostrano, non riconoscendo la specificità del mestiere inevitabilmente se ne disconosce il valore e l'utilità.
Nel resto del mondo,per essere accettati e considerati adeguatamente, non vi è la necessità di coltivare le "pubbliche relazioni" e di proiettare logiche "civili" ad un contesto che civile non è, ma noi siamo un Paese speciale e siamo riusciti ad inventarci il dual-trial use, a valorizzare le competenze apprezzate nel mondo civile a discapito di percorsi caratterizzanti che vengono via via compendiati e posticipati a carriera più che avviata...
In un contesto siffatto disciplina, tradizione e formazione prettamente militare diventano un imbarazzante retaggio da diluire e nascondere. Del resto meno i confini sono marcati più è facile che questi vengano ignorati.
Va bene ampliare il discorso, ma credo ci siamo allontanati un po' dall'argomento nonnismo. Rientriamo in tema perpiacere...
La vita comincia quando non si hanno più certezze
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@Vinfer in verità, a livello di vita privata, non si può parlare propriamente di "scelte" dato che lavoro nell'azienda di famiglia, e fin da bambino ho sempre desiderato farlo Poi, sempre fin da bambino, mi entusiasmava l'idea dell'anno di militare, e su quell'aspetto sì, possiamo parlare di scelta, per come si sono sviluppate poi le cose.
@Kojak una mia curiosità personale. Su quali basi legali Ufficiali dell'Esercito Italiano si occupavano dell'addestramento (presumo esclusivamente formale, forse anche tiro) degli A.A.A.L.? Pongo questa domanda perché mi fa un po’ strano immaginare dei Bersaglieri che addestrano Agenti di Polizia, con il Corpo già diventato ad ordinamento civile da molto, e soprattutto in tempo di pace.
Gli Ufficiali dell'Esercito erano i responsabili dell'addestramento formale degli allievi agenti ausiliari di leva poiché nel primo anno eravamo comunque ancora gestiti in parte dal Ministero della Difesa da cui dipendevamo per distretto: tale dipendenza terminava una volta adempiuto l'anno di leva obbligatoria. Infatti, se per qualsiasi motivo durante tale anno l'allievo agente veniva dimesso dal corso, transitava senza soluzione di continuità in un reparto dell'Esercito per finire il servizio militare.
Sovrintendente della Polizia di Stato
Componente di Staff www.cadutipolizia.it
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