Il punto è che qualche lavativo pensa che "civile" vuol dire, non avere obblighi verso superiori e quant'altro.
La polizia ha un regolamento di disciplina, che se lo leggete è molto ferreo. Poi sta al dirigente applicarlo. Ce ne sono alcuni che prendeno a calci nel c***o metaforicamente parlando, assistenti e ispttori, altri che invece per interessi-compromessi preferiscono puntare la loro attenzione su altro,ma quelli non sono "comandanti", sono "altro".
Cmq, per andare al sodo, la polizia ha un regolamentodi di discpiplina, e i suoi appartenenti hanno delle restrizioni differenti rispetto a qualsiasi impiegato civile dello stato; ad esempio se il sostiuto commissario X non ottempera l'ordine del dirigente o chi che sia gerarchicamente sovraordinato, una bella denuncia ai sensi del 329 cp (oltra a sanzione disciplinare come sospensione dal servizio, decurtazione dello stipendio etc) non gliela leva nessuno.
Tutto sto papiello per dire che l' amministrazione della ps definiamola come vogliamo, ma l'essere "civile" non vuol essere sinonimo di "faccio quello che voglio" o "io assistente capo sono un libero professionista, alla fine faccio quello che voglio". c'è una gerarchia e delle regole che si rifanno a un corpo militare.stop. poi dipende da questura a questura. se arrivi in una questura di arrivo il rapporto tra i dipendenti sarà simile a quello di un qualsiasi ufficio pubblico. se vai in questure o commissariati di "fronitera" li la situazione cambia. poi ribadisco, che la differenza la fa sempre il dirigente- comandante (nel caso delle specialità della ps) e poi di riflesso i suoi collaboratori che vengono indirizzati in un certo modo.
p.s per adamello. Alla luce di tutto ciò ( ci sarebbe altro da aggiungere) l 'equivoco non credo si basi sul corso. Per un motivo sostanziale (e l' ho detto sopra) e poi per un motivo logico. insegnare la disciplina militare, una certa forma, un certo comportamento per poi essere impiegati civili come nelle poste? il tutto ha un fine, sennò non avrebbe alcun senso
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