Penso anch'io che si debbano migliorare i criteri di selezione, anche se selezionare personale che sia al contempo motivato, capace dal punto di vista culturale e delle capacità psico-fisiche, tutto nello stesso tempo, non è facile. Magari uno è onesto, motivato, intelligente e preparato, però non ha la prestanza fisica necessaria per svolgere il lavoro di polizia. Oppure è prestante dal punto di vista fisico, però non ha le cognizioni culturali minime per svolgere un'attività che non è soltanto fisica, ma implica anche l'esercizio di mansioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza. Verificare la motivazione o addirittura l'onestà del candidato è la cosa più difficile. Immagino che vengano fatti esami del sangue o delle urine per verificare le sostanze stupefacenti. Quanto al rapporto informativo sui candidati, un tempo l'Arma era la polizia più informata di tutti in questo campo. Oltre ai precedenti penali, sicuramente terranno conto di tutte le segnalazioni CED/SDI. Dubito però che venga ancora effettuata una raccolta informativa mirata, tipo chiedere info ai vicini, all'amministratore di condominio, nell'ambiente di lavoro, come veniva fatto un tempo. Forse, da quando, nel 1996, hanno introdotto la privacy, nemmeno si può più fare... senza considerare che sarebbe discutibile escludere una persona sulla base di dicerie non verificate.
Eppoi può anche darsi che uno diventi disonesto dopo l'arruolamento.
Poi c'è l'altro problema dell'eccessivo carrierismo di alcuni ufficiali. Se non è cambiato qualcosa, il sistema di avanzamento dovrebbe essere misto per anzianità e scelta. La scelta dovrebbe premiare il merito, tuttavia non si può ridurre il merito al solo numero degli arresti. Non è nemmeno saggio da un punto di vista operativo, perché valorizzare quasi esclusivamente quel dato vuol dire indurre a trascurare, verso l'alto, le indagini più complesse, in quanto le risorse impiegate non necessariamente portano ad un numero elevato di arresti, e verso il basso gli illeciti minori, per i quali non è previsto l'arresto in flagranza; porta, al contrario, a concentrare l'attenzione quasi esclusivamente sul piccolo spaccio e sui piccoli furti, perché è lì che è possibile fare tanti arresti.
Pur non essendo un carabiniere, conosco abbastanza bene l'Arma. Delle statistiche si è sempre tenuto conto, ed entro certi limiti è anche giusto, perchè serve a valutare il rendimento e l'operatività di un reparto. Però venti-trenta anni fa, quando l'Arma era molto più "militare" di quanto non lo sia oggi, tutta questa concentrazione sul numero degli arresti non mi pare che ci fosse.
Sul discorso militarità / rigidità bisogna capire ... il peggioramento della situazione disciplinare non implica necessariamente che la rigidità interna sia eccessiva. Può anche darsi, al contrario, che per evitare contestazioni sindacali, pressioni favorevoli alla smilitarizzazione e situazioni di tensione dannose per lo sviluppo della carriera le regole, per quanto rigide, siano poco applicate e rimangano sulla carta. Oppure che il personale venga messo sotto pressione per aumentare i risultati in termini di numero di arresti, mentre una parte della scala gerarchica potrebbe aver allentato la tensione per quanto riguarda gli aspetti morali, che invece, al giorno d'oggi, sono quelli che maggiormente giustificano il mantenimento della condizione militare. Il passaggio da una struttura militare tradizionale ad una struttura sindacalizzata potrebbe portare a delle situazioni di crisi e di incertezza nella gestione del personale. Di sicuro non si può dare la colpa alle "stellette" ed al sistema militare per il verificarsi di questi fatti, perché in passato, soprattutto a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, si sono verificati anche nella PS, che era smilitarizzata sin dal 1981.
Comunque sono tutti aspetti che dovrebbero essere chiariti da un'adeguata inchiesta amministrativa. Oltre a sanzionare chi ha sbagliato, occorre anche individuare dei correttivi per prevenire il ripetersi di questi gravi episodi... che purtroppo possono accadere, ma che stanno diventando troppo frequenti per essere sottovalutati.
Ultima modifica di Dario (Toscana); 27-07-20 alle 18: 47
l'iter di selezione credo sia abbastanza selettivo poi forse mi sbaglio, purtroppo bisogna capire che tutti sono UMANI e quindi questi episodi capiteranno sempre. All'orizzonte non vedo una soluzione. Il potere da alla testa
La mela marcia ci sarà sempre, sì;
Qui parliamo di una caserma intera, comandante di stazione e compagnia incluso, con uno e dico, uno soltanto fuori dal sodalizio, che pur notate tante cose strane, non ha voluto e potuto parlare...
Questi episodi non devono capitare e la soluzione ci deve essere, punto
"chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola" - P.Borsellino
Prima parte
Che se qualcuno è capace di superare l'iter perchè ha le attitudini ma ha già in mente cosa fare da grande, come si fa? Serve il controllo e quindi in caso si deve interviene.
Seconda parte
Cose che ho letto in giro...collegamento scontato "raccomandazione" (sic) -> attitudine a delinquere e delinquere di fatto
Ultima modifica di altairV; 28-07-20 alle 00: 17
In effetti ci sono quelli che si arruolano semplicemente per avere un posto di lavoro, quelli che si arruolano per motivazioni ideali, ma persino quelli che si arruolano già con l'idea nella testa di fare il poliziotto, il carabiniere o il finanziere corrotto. Ne ho sentiti un paio ... discorsi da bar, ovviamente, poi non so che fine abbiano fatto queste persone. Di solito ambiscono uffici o reparti incaricati di controlli amministrativi dove è più facile lasciarsi corrompere ed arrotondare senza proprio diventare al soldo dei criminali.
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