le vicende delle popolazioni italiane d'istria, fiume e dalmazia, fino al 1945 parte dello stato d'italia, vanno inserite in una complessa ricostruzione storica che ben pochi, oggi come oggi, hanno le capacità, le conoscenze e la volontà di fare.
queste vicende non nascono certo nel 1945, ma sono il frutto di una storia millenaria, che vede molte e diverse popolazioni interagire sulla costa orientale dell'adriatico e nell'interno della penisola balcanica. per comodità e brevità, potremmo risalire al trattato di campoformio (1797), con cui la francia cede i territori della repubblica di venezia all'impero austro-ungarico. comincia l'800, secolo dei grandi risvegli nazionali, tra cui il nostro, cioè il risorgimento. ma ciò avviene anche tra le popolazioni slave dei balcani, sloveni, serbi e, particolarmente, croati. qui sta l'inizio degli avvenimenti che sfoceranno nella grande tragedia delle foibe e dell'esodo che si commemora il 10 febbraio.
mi riprometto, prima possibile, di fornire alla discussione una serie di spunti e una bibliografia ragionata.
quando, subito dopo l'8 settembre del 1943, c'è la prima ondata di infoibamenti, i partigiani che vanno a prelevare le persone hanno liste di nominativi compilate da italiani e italofoni (una distinzione su cui mi riprometto di tornare). in taluni casi partecipano attivamente agli arresti ed alle esecuzioni.
durante i quarantadue giorni d'occupazione titina di trieste, sono italiani i collaboratori più zelanti e i persecutori più accaniti.
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