In questi giorni si sta discutendo in Parlamento la legge sulla concessione dello "ius soli".
http://www.ilgiornale.it/news/politi...l-1409848.html
Discutere sulla sconsideratezza di questa cosa, sarebbe cosa troppo facile con qualunque persona dotata di logica. Volendo citare solo alcune delle motivazioni per cui sarebbe sbagliato:
-abbiamo ampia prova, nel resto d'Europa, che la concessione della cittadinanza non è di per sé un elemento d'integrazione, neanche in 2° o 3° generazione.
-E' un ulteriore incentivo all'immigrazione, che dunque aumenterebbe a dismisura gli arrivi (oltre che le morti).
Potremmo chiederci il perché di tutto questo. Perché vengono prese decisioni in palese contrasto con l'interesse nazionale? E' interessante l'involuzione italiana: dall'esser passati da un Paese con delle frontiere vigilate (come tutti i Paesi del mondo di tutti i tempi), ad un Paese alla mercé di ONG (cioè privati) che importano in Italia persone così, senza controlli, senza documenti.
Perché siamo diventati così?
Credo che trovare una risposta esauriente a questa domanda, non sia facile. Io comunque credo che una parte della colpa sia dell'Unione Europea. O meglio: nostra, in rapporto all'UE. Il pilastro su cui si regge la Repubblica, è l'art. 1 della Costituzione:
[i]L’Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.[i]
su questo articolo, in definitiva, si è creato un cortocircuito. Non a caso, si parla sempre di "cessione di sovranità" e questo ha avuto delle conseguenze. Con il progressivo aumento dell'importanza dell'UE nel processo decisionale, si è venuta creando in Italia (e non solo) una classe dirigente e politica che risponde a logiche diverse rispetto a quelle nazionali, cioè distaccata dalla nazione, oserei dire ad essa "estranea". In pratica, il soggetto della politica così come enunciato nell'art. 1, è cambiato. Questo spiega molte cose, tra cui, in parte, anche la questione del topic.
Noi, dunque, troviamo assurde certe decisioni, tra cui lo "ius soli", perché dal punto di vista nazionale, SONO decisioni assurde. Ma sbagliamo punto di vista: da parte di una classe politica a suo modo fortemente ideologizzata, molto acritica, e "cresciuta" con la forma mentis che gl'interessi da perseguire, ancorché non ben definiti (ma comunque definiti altrove), non siano quelli nazionali, la cosa ha perfettamente senso.
Arrivando dunque al merito dello "ius soli". Una classe politica distaccata da quello che dovrebbe essere il suo "soggetto" e che risponde a logiche e centri decisionali diversi, per potersi "legittimare" e "preservare", non ha altre soluzioni che essere molto ipocrita. Per esempio, lo "ius soli", dovrebbe essere concesso per una questione di "umanità" e di "giustizia". Ma la realtà è PALESEMENTE diversa: quello che una volta era il soggetto della politica, cioè il "popolo sovrano", è sempre più consapevole che la politica attuale risponde a logiche diverse che vanno a suo chiaro detrimento. Di conseguenza, la classe politica attuale, per potersi in prospettiva preservare, ha semplicemente bisogno di nuovi voti. Quale modo migliore, se non quello di concedere la cittadinanza a qualche milione di africani che verrebbero in Italia solo perché gliela regalano?
Insomma, il rasoio di Occam ha ben poco da radere per arrivare al punto. La consapevolezza di quanto detto, infatti, è piuttosto diffusa.
Lo "ius soli" passerà. Se non passerà ora, passerà a breve: centinaia di migliaia di profughi arrivano, senza che si faccia niente: è piuttosto evidente quale sia l'orientamento della politica.
Tutto ciò è ben noto. Ma la domanda vera è: "cosa bisognerà fare in futuro?". E' difficile dirlo, perché il futuro sarà il caos. Da un punto di vista sociale, tra una 20ina d'anni, quando ormai milioni di musulmani saranno italiani, potremmo aspettarci una loro forte rappresentanza politica. In questo momento di particolare "veggenza", arrivo persino ad ipotizzare che il PD diventerà un partito islamico. Ed essendo un partito particolarmente trasformista, è possibile. Sappiamo che questi nuovi italiani o aspiranti tali, voterebbero PD.
L'Italia del futuro sarà molto diversa, molto peggiore: più divisa, più socialmente arretrata, più povera, senza identità.
Quanto detto, su un piano "sociale", ma a livello "individuale"?
Quale dev'essere il proprio atteggiamento individuale, quando si sa che il "patto sociale", così come definito da Rousseau, è stato tradito, non esiste più ed morto?
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