Credo che ci sia da fare una distinzione fra ateo convinto - cristano "bigotto" e ateo - cristiano dubbioso.
Nel primo caso non c'è speranza per entrambi. L'ateo convinto non rimarrà con la sua certezza e il cristiano bigotto non avrà capino un fico secco di ciò che vuol dire essere cristiani, mentre per l'ateo e il cristiano dubbioso c'è una possibilità di dialogo anche se non arriveranno a conclusioni condivise.
La percezione, attenzione dico percezione, non certezza di Dio, è individuale e può essere condivisa con gli altri solo attraverso l'amore.
Amore nell'accettare le posizioni altrui, amore nel non giudicare, ecc..... senza farla tanto lunga, amore incondizionato verso il proprio simile.
Dio si fa trovare da chi lo cerca, ed ognuno lo percepisce in modo diverso.
L'ateo, nel momento in cui viene assalito dal dubbio cessa di essere ateo e diventa un credente alla ricerca.
Il dubbio è quello che di da la forza di continuare la ricerca di Dio e ci porta a comprendere qualcosa in più su di Lui.
Un credente, nel momento in cui interrompe la ricerca di Dio, diventa ateo perchè è convinto di aver compreso Dio nella sua interezza.
Stessa distinzione andrebbe fatta fra gli pseudo-credenti e i credenti DOC.
C'è chi si gloria nel dire che fa, ma in realtà non fa, c'è chi parla e fa fatti, e c'è anche chi fa fatti in assoluto silenzio.
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