Cattolico praticante
Credente... ma non troppo
Credo che sopra di me ci sia qualcuno/ qualcosa
Sono ateo/a
Professo una religione diversa da quella Cristiana-Cattolica
La vita comincia quando non si hanno più certezze
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Ma! che le devo dire! lei mi propone un un concetto di discussione ed io lo chiarisco nella maniera più semplice possibile; di meglio non saprei fare.
Però lei non controbatte con una intepretazione diversa del concetto indicato, ma sposta l'argomento su altri concetti che possono essere discussi in tempi successivi, giusto per non fare una sorta di "pot-pourri".
Non entro nel merito dell'ordine ricevuto da Abrano e su quello ricevuto da un soldato per dare modo anche altri utenti dare la propria interpretazione sul concetto "porgi l'altra guancia.
Non ho messo la Bibbia a paragone della Costituzione, sarebbe stupido da parte mia, ma solo il concetto da me espresso che mi pare leghi bene con soltanto con i due punti indicati della legge Italiana, la difesa proporzionale all'offesa, e della Costituzione, Art. 11.
Un sogno per alcuni... Un incubo per altri...(Excalibur-1980)
Confermo i miei atti e rido dei vostri giudizi. Ed ora condannatemi!
C'è qualche problema? Lungi da me voler generare tensione nella discussione.
Gli esempi da me riportati si ricollegano tutti alla stessa sfera della resistenza passiva, la tolleranza all'estremo, l'amore per chi ci fà del male, (per l'appunto) porgere l'altra guancia, l'ottenimento della gloria nei cieli attraverso l'umiliazione in terra, l'attesa nella debolezza e nell'inermità che venga qualcun'altro un giorno a risolvere i nostri problemi. Questo dice la Bibbia, che alla violenza si risponda col perdono e la preghiera.
Personalmente la ritengo una idiozia (ma forse sono un malvagio, non lo so) e dubito di essere l'unico.
Tutto questo discorso fa sempre parte di quello della guancia, insomma, non cerco di gettare altra carne sul fuoco (già ce n'è molta...)
PS:Lo stralcio da te postato non parla di "difesa commisurata all'offesa"
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Il problema sta nella complessità dell'argomento che non può essere trattato per "sommi capi", altrimenti diciamo ma non chiariamo. Giusto per chiarezza, mi farebbe piacere conoscere da quali passi della Bibbia o dei Vangeli trae le sue conclusioni, semplicemente perchè non mi pare che la Bibbia contenga tali affermazioni, mentre nel Vangelo qualcosa c'è ma non è esattamente come lo vuol far passare. Ho l'impressione che le sue affermazioni derivino da una visione distorta della religione cristiana, forse per fuorvianti insegnamenti ricevuti. Tanto per citarle un altro esempio (Vangelo di Marco Cap.11)
Per non gettare carne sul fuoco basta concentrarsi sul concetto proposto "porgi l'altra guancia" senza il bisogno di andar a parare da altre parti.
Mi scusi ma non ho ancora capito o probabilmente non mi è abbastanza chiaro di come lei o non credenti interpretano quel concetto. Se cerca di renderlo "alla mano" come ho fatto io probabilmente è più chiaro per tutti. Sa, nel complicato è facile perde l'essenzialità.
Non si preoccipi per la tensione, se dialoghiamo con cognizione di causa, senza barare, non si corre quel pericolo.
A quale stralcio si riferisce?
il riferimento alla legge Italiana per quanto riguarda la difesa proporzionata all'offesa è questo http://www.diritto.net/il-foro-penale/181/2413.html
Ultima modifica di basilischio; 24-08-12 alle 23: 41
La vita comincia quando non si hanno più certezze
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Ti prego, non darmi del lei che mi fai sentire vecchio!!!
Probabilmente avrò una visione distorta di alcune parti del Cristianesimo (lo spero) e non essendo un grande studioso di Bibbia per citarti i passi specifici dovrei fare un gran lavoro di ricerca e lettura, ma credo che per sommi capi i concetti sentiti e risentiti e ririsentiti da uomini di fede (non necessariamente preti) non si basino sull'azione diretta, l'autodifesa o il combattimento in generale del malvagio. Poi se volessi smentirmi sono tutt'orecchi.
Per lo stralcio, mi riferivo a quello di quando Gesù viene interrogato dal sacerdote, vabè che non gli dice "menatemi subito che è meglio", però pur sempre che si lascia prendere senza difendersi attivamente
Ultima modifica di basilischio; 25-08-12 alle 15: 23
La punteggiatura è gratis.
Ma è proprio sicuro che quegli uomini di fede siano tali?
E' possibile che si sbaglino di grosso?
E la sua interpretazione sul porgi l'altra guancia?
Cosa dovrei smentire?
Non ha detto nulla di suo.
Non mi pare corretto smentire affermazioni, riportate da terzi, fatte da "uomini di fede" che qui non hanno la possibilità di replicare.
A volte nel forum si gioca un po’ col minuscolo per evidenziare la scarsa stima o rispetto per il nominato, perciò tengo a chiarire che se scrivo dio minuscolo è perché mi riferisco a un dio generico e per niente definito; in questo caso mi sembra che sarebbe sbagliato quanto scrivere …l’Infinito. Quando mi riferirò al Dio di Tizio o di Caio, adopererò il maiuscolo come si conviene ad una persona o a chi viene elevata a tale rango.
Caro Westindias,
scusa per il taglia e incolla ma credo di non storpiare il tuo discorso.
Prima dici e poi mi chiarisci (grazie) che Facendo un po’ un sillogismo, tutto si conduce ad un amore universale tra gli uomini e dio, discorso che mi pare calzi con quello con Basilisco e che da ateo condivido.
Successivamente affermi che e concludi con . Mi sembra di capire che secondo te (ed è quello che penso anche io) il credente potrebbe continuare ad avere la sua fede anche se ricevesse la prova provata che dio non esiste, così come l’ateo continuerebbe col suo rifiuto anche se gli apparisse dio in persona; non solo, ma tanto l’uno come l’altro, dopo aver scoperto la verità, continuerebbero la loro opera: chi a curare i malati in una missione, chi a curarli in un ospedale di Emergency, eccetera. Ciò significa che tanto il fedele come l’ateo sono mossi più da quello che vogliono che da ciò in cui credono.
Concordi? Ma mi rivolgo a tutti: concordate?
Se ciò è vero, non è il dubbio l’unica cosa che li unisce, ma la caparbietà nel seguire ciò che la loro fede (in dio o nell'uomo) o il loro ateismo li porta a fare, indipendentemente dal fatto di essere depositari o meno di alcuna verità, e infatti, Padre Gabriele e Massimo, mi sembrano uniti per ciò che fanno nella pratica, non dai loro dubbi teorici.
Io non lampeggio per comunicare la presenza di posti di blocco.
Amico Zoppo, avrai pazienza se, in attesa dei certo più appropriati (perché a commento e precisazione di proprie affermazioni) interventi di Westindias, chiamato in causa dico comunque la mia.
Il tuo copia-incolla mischia risposte a due argomenti diversi: ne ricavi (bravo) una posizione a apparentemente coerente, e te ne avvali per sostenere il tuo punto di vista. Ma non sei persuasivo, né per lo strumento cui ricorri né per la conclusione cui giungi.
Ateo e credente possono utilmente parlare solo dei loro reciproci dubbi, in materia di fede. Senza la possibilità di convincersi perché l'argomento dialettico non fornirà mai una prova che l'uno o l'altro possano ritenere convincente a modificare le loro pur dubbiose posizioni. Non mi sembra perciò corretto concludere che essi rimarrebbero tetragoni alla prova che smentisce il loro convincimento. E quindi che ad unirli sia la pervicacia, e non la ricerca.
Viceversa, proprio in quanto non si sono messi su posizioni cieche, ma hanno accolto il dubbio ed accettato il dialogo sul medesimo - come mezzo di ricerca, fra l'altro - essi hanno dimostrato apertura verso un ipotetico capovolgimento del fronte "ideologico".
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