Originariamente Scritto da
Kojak
Cerchiamo di mettere un po' di chiarezza, poichè tutti avete scritto cose giuste e cose un po' meno precise (anche se non giuridicamente errate).
In materia di custodia di armi vige una fondamentale ripartizione tra privato cittadino e pubblico ufficiale.
Se è vero che per entrambi vige il principio generale civilistico della "diligenza del buon padre di famiglia", costante giurisprudenza ha evidenziato in questa materia la non punibilità del soggetto che abbia posto in essere tutti gli accorgimenti utili al fine di impedire l'impossessamento dell'arma da parte di minori, incapaci, non autorizzati e blablabla...
Insomma, non si legge da nessuna parte di armi smontate e sparpagliate in ogni angolo della casa, nè di altre alchimie fai-da-te. Se questo è un buon metodo che ha impedito la sottrazione dell'arma, va bene! Se non lo è stato (e il mariuolo è riuscito a portarsela via), vuol dire che tali accorgimenti non sono stati sufficienti e quindi il soggetto è punibile.
In capo al pubblico ufficiale permane una responsabilità ancora maggiore poichè l'arma d'ordinanza non è di sua proprietà, bensi di proprietà dell'Ente, Arma o Corpo che gliel'ha assegnata. Alle già citate norme penali in materia di omessa custodia si affiancheranno anche quelle disciplinari previste dal singolo regolamento.
Sotto quest'ultimo aspetto rilevano dunque le circolari ministeriali che, come detto, non fanno giurisprudenza ma forniscono un indirizzo interporetativo applicabile solo ai soggetti in indirizzo.
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