Originariamente Scritto da
Orange
Continuo " le memorie" :
Tra le varie cose da imparare alla "ferme", c'erano i gradi. Ci hanno insegnato che un aspirante, un sotto-tenente ed un tenente si salutano tutti e tre "mon lieutenant", mio tenente, e non si dice quindi mio aspirante o mio sotto-tenente. Per questi tre gradi, si dice semplicemente "mio tenente". Stessa cosa per tenente-colonnello e colonnello che si chiamano tutti e due "mio colonnello".
Io ed il mio binomio Simon, un libanese grande e grosso, ripassavamo diligentemente le lezioni, e lui aveva veramente delle difficoltà a ritenere questo tipo di nozione che a me sembrava molto semplice. Un giorno, un sabato, il colonnello capo del BOI, l'ufficio delle operazioni e dell'istruzione, é venuto alla ferme con un gruppo dei suoi ufficiali, per rendere visita a questo gruppo di aspiranti legionari e vedere un po' gli eventuali progressi fatti. Tra i suoi ufficiali c'era anche un aspirante, e noi tutti abbiamo dovuto passare davanti a lui e presentarsi regolarmentalmente, mentre il colonnello e gli altri ci guardavano. Aspettando il nostro turno, avevo preso da parte Simon e lo facevo ripassare le istruzioni. "Allora Simon, hai capito? Quello é un aspirante per cui ci si presenta dicendogli mio tenente e non mio aspirante. E' tutto chiaro ? Ce la farai ?" E Simon dopo aver provato un po' di volte mi assicurava che non c'era nessun problema e che si ricordava tutto e che dovevo stare tranquillo. Arrivato il suo turno, é entrato nella sala davanti a tutti, il colonnello, gli ufficiali, il nostro tenente capo della nostra sezione e tutti gli inquadratori, si é messo davanti all'aspirante ed ha cominciato ad alta voce in maniera regolamentare " Aspirante legionario Simon, un mese di servizio, terza compagnia, plotone del tenente Colin, ai vostri ordini, mio.... mio..... miooo......ASPIRATORE !!
In Legione un binomio é indissociabile in combattimento e nella vita di tutti i giorni, quindi siccome io ero il suo binomio, ho pagato anche io per la sua cazzata.
Abbiamo passato la notte a fare pompe, trazioni, corse, corde, sedia vietnamita, e poi ancora trazioni e pompe,e sedia a mani incrociate con l'elmetto in bilico sulle braccia, e schiaffoni e corde........... Avrei voluto picchiarlo, ucciderlo, fargli tanto male ma siccome era un bébé di 110 kg ho pensato che era meglio perdonarlo : lo so lo so, sono troppo gentile e la mia bontà d'animo mi perderà un giorno.
Adesso Simon non c'é più. Me lo hanno portato via in ex-Yugoslavia. E' saltato su una mina durante una missione a Sarajevo, ma da lassù sta sicuramente ridendo insieme a me, ricordandosi di quante ce ne hanno fatto passare quella notte a causa di quel maledetto "Aspiratore".
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