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Discussione: Fregata Castore

  1. #11

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    mi chiamo checcoli claudio ero imbarcato come sc. rd, quella terribile sero ero di guardia in coc con tutti i radar in avaria. Come vedi ai trovato una persona che era presente, e pur essendo passati tanti anni tutto ò rimasto chiarissimo nella memoria.
    salutissimi

  2. #12
    Sergente
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    ci raccontate qualcosa di questo evento?

  3. #13
    Caporale L'avatar di anteo
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    caro ocaselvaggia, darsi del tu tra vecchi marinai è "normale", questo non toglie il rispetto per le persone più anziane o gerarchicamente più elevate di grado. Darsi del TU ti fa sentire ancora parte della grande famiglia marinara.
    Medita...

  4. #14
    Soldato
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    Basiano (MI)
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    Buongiorno a tutti.
    Sono Giancarlo Secco, ex ufficiale di Marina del corpo del Genio Navale. Sono stato imbarcato sulla Fregata Castore dal 24-5-1963 (subito dopo la laurea in Ingegneria)
    fino al 20-9-67 per poi fare il Direttore di Macchina, col grado di Cap. G.N. su Nave Cavezzale di Consubin.
    Ricordo che il comandante era il CF Liguori e io, allora Te. G.N. ero l'Uff. allo scafo. La sera del 22 marzo c.a. (1965), 10 miglia a levante di Punta Stilo, durante una esercitazione
    di protezione di convoglio, nella quale nave Etna rappresentava il convoglio e Castore e Rizzo ne costituivano la scorta, le prime due unità entravano in collisione fra loro.
    Non ricordo il nome di tutti gli ufficiali imbarcati e sarei lieto se qualcuno ne rammentasse qualcuno.

    Allego di seguito quanto fu riportato.

    Tanti cari saluti
    G.S.

    La sera del 22 marzo c.a. (1965), 10 miglia a levante di Punta Stilo, durante una esercitazione di protezione di convoglio nella quale nave Etna rappresentava il convoglio e Castore e Rizzo
    ne costituivano la scorta, le prime due unità entravano in collisione fra loro. Non appena avvenuta la collisione i comandi di nave Etna e della fregata Castore prendevano tutti i possibili
    provvedimenti ad assicurare la galleggiabilità e la sicurezza delle due unità, e su nave Castore si dava immediatamente inizio all'opera di soccorso degli uomini che si trovavano all'atto del
    sinistro nella zonadanneggiata. Mentre su nave Etna i danni erano limitati nella zona di estrema prora, su nave Castore la prora dell'Etna era profondamente entrata nello scafo a circa
    15 metri dalla poppa estrema, zona occupata dal locale equipaggio nr 6 e dal deposito BAS. La parte del Castore a poppavia dello squarcio, risultava praticamente troncata dal resto dello
    scafo e trattenuta ad esso unicamente dall'asse sinistro dell'elica, da cavi elettrici e da una lamiera del fasciame del lato sinistro.
    Accertata la situazione veniva effettuato il puntellamento di una paratia stagna principale a proravia della zona danneggiata e venivano messi in atto tutti i possibili provvedimenti atti a
    prevenire ulteriori danni quali incendi ecc. ed iniziava contemporaneamente l'opera dei soccorso del personale che si trovava nella zona devastata dall'urto. Successivamente si provvedeva
    anche ad assicurare con mezzi di fortuna il troncone poppiero della nave alla parte anteriore della stessa, onde evitare che improvvisi movimenti del troncone potessero produrre ulteriori
    danni alla parte restante della nave, alla quale esso era collegato come già detto dall'asse sinistro dell'elica. Nell'ardua opera svolta dal personale di bordo per assicurare la galleggiabilità
    dell'unità danneggiata e per dare soccorso agli infortunati, è risultato palesemente prezioso l'ottimo grado di efficienza raggiunto dal personale grazie ai periodici tirocini di addestramento al
    Servizio di sicurezza che tutti gli equipaggi seguono presso il Centro addestramento servizi di sicurezza di Taranto. Mentre nave Etna scortata dal CT Indomito raggiungeva con i propri mezzi
    Taranto la sera del 23, il Castore, veniva preso a rimorchio dal Rizzo e scortato dal Garibaldi nella notte fra il 23/24 raggiungeva Messina e veniva immesso immediatamente in bacino.
    Purtroppo l'incidente oltre ai danni materiali ha causato la dolorosa perdita di quattro componenti dell'equipaggio del Castore e il ferimento di altri 11 .
    Le vittime furono:
    Sottocapo FO Duse Aristide 1943/3°,
    FO Celli Vittorio 1943/4°,
    Franzese Domenico 1943/6°,
    Pardini Franco 1944/5°.

    Accertata la mancanza dei quattro uomini subito dopo l'incidente, navi ed elicotteri ne iniziavano le ricerche protrattesi sino all'alba del giorno successivo, purtroppo, senza alcun risultato.
    Il 25 marzo nella seduta pomeridiana della Camera dei Deputati l’On Mario Marino Guadalupi, Sottosegretario alla Difesa ha detto:
    “Anche a nome del Ministro e degli altri Sottosegretari alla difesa, mi sia consentito esprimere la nostra fraterna partecipazione e cordoglio a questo momento di lutto e di dolore della Marina Militare.
    Dopo aver succintamente descritto le circostanze nelle quali era avvenuta la collisione l'onorevole Guadalupi ha così proseguito: l'incidente è avvenuto mentre parte del personale si trovava nel
    locale investito per il turno di riposo. Pur nella sua gravita va considerato fra i rischi conseguenti l'addestramento delle marine da guerra e non è certo nuovo nella storia delle varie marine.
    Possiamo dire che nella nostra Marina militare essi sono fortunatamente molto rari: la collisione nel suo aspetto tecnico navale, nelle sue causali, come per ogni eventuale responsabilità, dovrà essere
    esaminata nelle dovute forme regolamentari. Le circostanze successive cui l'incidente ha dato luogo pur nella sua tragicità, hanno messo in luce l'alto grado di addestramento degli equipaggi, il cui
    comportamento è risultato superiore ad ogni elogio, sia come disciplina che come addestramento marinaro.
    I marinai del Castore infatti, lavorando in condizioni estremamente difficili, si sono prodigati all'estremo per soccorrere i feriti e salvare l'unità basti pensare che per salvare uno dei feriti rimasto
    imprigionato fra le lamiere, sono state necessarie oltre tre ore di lavoro nella zona più esposta e con rischi non lievi per coloro che lo eseguivano. Si deve a questo magnifico comportamento che
    l'incidente non abbia assunto ben più tragiche conseguenze e proporzioni.
    Altro elemento decisamente positivo e l'ottima qualità delle nuove costruzioni navali. Malgrado l'entità dello squarcio e dei danni riportati, l'unità ha conservato la sua galleggiabilità sia immediatamente
    dopo l'urto che durante tutte le operazioni di soccorso e rimorchio, consentendo così il rimorchio ed il ricovero nel porto di Messina, l'unità potrà cosi essere presto ripristinata nella sua piena efficienza.
    Una magnifica e chiara testimonianza sul comportamento degli equipaggi di fronte alla sciagura è quella offertaci dai giornalisti imbarcati sulle varie unità per assistere all'esercitazione, molti dei quali
    hanno avuto la possibilità di assistere da vicino a tutte le operazioni di soccorso.
    Una inchiesta per accertare le eventuali responsabilità, è stata immediatamente disposta dal Comando in Capo della Squadra Navale secondo le normali procedure in vigore.
    Nel pomeriggio del 25 Marzo si sono svolti a Messina i solenni funerali del Sc Fo Aristide Duse, del Fo Vittorio Celli le cui salme erano state recuperate nella parte danneggiata della nave, e nella notte
    trasferite ai loro paesi di origine. Mentre le salme del Fo Domenico Francese e del RD Franco Pardini risultano disperse in mare”.

  5. #15
    Utente Expert Marina L'avatar di Charlie 2
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    Non ho ricordi di questo tragico fatto, daltronde quando successe io non ero ancora in Marina. Sarebbe interessante vedere le risultanze dell'inchiesta. Da quello che ho capito dal racconto, nave Etna ha speronato il Castore mentre questi gli stava passando di prora. Se non ricordo male (ma non ne sono sicuro) il locale M6 era sul lato sinistro - e comunque si parla dell'asse sinistro quindi lo squarcio era a sinistra: a questo punto gli scenari potrebbero essere due:
    - 1^ ipotesi: l'Etna navigava con prora costante ed il Castore essendo di scorta, probabilmente aveva un settore prodiero da pattugliare, dovendo coprire tutto il settore assegnato, ha tagliato la rotta dell'Etna calcolando male le distanze;
    - 2^ ipotesi: l'Etna, nell'effettuare l'accostata prevista dallo schema di zizagamento, non si è accorta della posizione del Castore e lo ha speronato.

    Queste due ipotesi, anche se portano tutte allo stesso tragico evento, sono sostanzialmente differenti: nella prima ipotesi la responsabilità dell'incidente è del Castore mentre nella seconda ipotesi la responsabilità è dell'Etna.
    Ultima modifica di Charlie 2; 15-02-11 alle 18: 44
    Chi semina raccoglie, ma chi raccoglie si china......... è a quel punto è un attimo......

  6. #16
    Soldato
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    Sicuramente la responsabilità è stata del Castore. Il comandante era in plancia e l'ufficiale di rotta aveva avuto precise disposizioni di evitare uno zig-zag molto acuto (con angoli stretti).
    Purtroppo egli fece una manovra che tagliò la strada all'Etna. Si stava navigando a luci spente, simulando una vera scorta al convoglio, a caccia di sommergibili; non c'era luna, che comparve solo più tardi.
    Quando si accorse dell'Etna sulla dritta, l'ufficiale (non ricordo il suo nome) ordinò eccitatamente di mettere tutta la barra a sinistra; sentendo ciò il Com.te Liguori, che si trovava sulla opposta
    aletta di plancia (SN), si precipitò a DS e urlò di mettere tutta la barra a dritta, in modo da allontanare la poppa il più possibile dall'impatto. Purtroppo il Castore fu colpito a 10 m dalla poppa sul fianco DS;
    la prora dell'Etna si infilò fino alla mezzeria del Castore e quando fece retromarcia per staccarsi, la poppa del Castore rimase appesa grazie ai cavi elettrici vari e l'albero di SN dell'elica, essendo
    quello di destra rotto. Ovviamente si fermarono le turbine e la nave piombò nel buio più assoluto.
    Erano le 21,13, ero appena andato in cabina per dormire fino alle 24, dovendo fare il turno 24-04. Sono andato subito a poppa e poi ho lavorato per più di tre ore sul moncone di poppa per
    liberare coloro che erano intrappolati. Purtroppo il migliore fuochista (Celli) che avevo, bravissimo con la fiamma ossidrica, mancava all'appello!
    Non so poi cosa sia successo nell'azione giudiziaria militare e civile.
    Se si va su Facebook - Fregata Castore si possono trovare molti riferimenti e fotografie.

    Ciao
    Giancarlo

  7. #17
    Utente Expert Marina L'avatar di Charlie 2
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    Probabilmente a seguito di questo grave incidente in esercitazione non si naviga più a luci spente ma con i fanali di via ridotti. Quindi i'impatto è avvenuto sul lato dritto del castore e non su quello sinistro di come avevo presupposto. In effetti detta in questi termini la responsabilità è del Castore poichè l'ufficiale di guardia prima di accostare non ha dato un'occhiata fuori. Da quello che dice i danni sono stati ingenti anche se le velocità relative non dovevano essere eccessivamente alte essendo in caccia AS.
    Chi semina raccoglie, ma chi raccoglie si china......... è a quel punto è un attimo......

  8. #18
    Soldato
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    Effettivamente i danni sono stati notevoli.
    Rimorchiato a Messina, in arsenale si è attaccata la poppa alla meglio, per nascondere il danno e la nave è stata rimorchiata a La Spezia.
    Qui c'era il Canopo in trasformazione; è stato rimesso in mare prima ancora che iniziassero i lavori e il suo posto è stato preso dal Castore.
    Due terzi dell'equipaggio sono sbarcati e un terzo è rimasto a bordo (io compreso). Sono iniziati i lavori di riparazione agli assi, alle turbine, ecc.
    e sono stati sostituiti gli armamenti: cannoni singoli al posto dei binati, tolti i lanciasiluri. Tutto il sovracoperta è stato demolito e rifatto.
    Vedi foto dei modellini. Ha ripreso il mare dopo 2 anni di lavori.
    http://www.facebook.com/photo.php?fb...=o.46070631804
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    Ciao
    Giancarlo

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