Visualizza Risultati Sondaggio: Ti arruoli per Lavoro o Passione?

Partecipanti
532. Non puoi votare in questo sondaggio
  • Lavoro

    85 15.98%
  • Passione

    447 84.02%
Pagina 55 di 55 PrimaPrima ... 545535455
Risultati da 541 a 550 di 550

Discussione: Esercito: Lavoro o Passione?

  1. #541

    Predefinito

    Per l'utenza: evitate di quotare messaggi lunghissimi, ne va della lettura dell'intero post!
    Sovrintendente della Polizia di Stato
    Componente di Staff www.cadutipolizia.it
    Blog "Polizia Nella Storia" QUI
    Dubbi sul Codice della Strada? Iscriviti a Polstradaforum.it!
    -------------------
    Per i nuovi Utenti
    - Hai letto il Regolamento? Lo trovi QUI
    - Ti sei presentato alla community? Fallo QUI
    - Disciplina e sanzioni del Forum, QUI

  2. #542

    Predefinito

    Buonasera.

    Non si scopre l'acqua ricordando che l'esercito non ha un sindacato e che, innanzitutto per questo motivo, il concetto di lamentela in fabbrica non può essere lo stesso che in una Forza Armata. In tantissimi alzano la manina prospettando problemi e presunte irregolarità nelle procedure, eppure non sono in grado di trovarsi da soli le circolari, le direttive, facendo presente "dove" sia scritto quello che sostengono, quale sia il riferimento normativo al loro rilievo. La lamentela nell'Esercito è caciara, caos. E' "l'io non parto perché mi devono garantire il pasto caldo". E' "l'io non vado a Strade Sicure perché ho il certificato di mia moglie". Eppure questa è la stessa gente che quando viene rimessa al suo posto con 7 giorni di consegna e note inferiori alla media ti fa ricorso (perdendolo), perché, a detta dell'avvocato, "la pregressa documentazione caratteristica, chiusa con giudizio massimo, è incompatibile con il giudizio espresso dalla S.V.". Ovviamente sono castronerie che rendono bene l'idea: la gente si lamenta perché ha il c**o al caldo. Al sicuro. L'idea di "far presente" delle inesattezze nelle procedure, per migliorare il sistema ed agevolare gli altri, è sicuramente un principio nobile, che si fonda su un'onorabilissima base altruistica. Questa idea, però, deve essere espressa con un fare propositivo, "carta" alla mano, senza degenerare - come accade spesso - in polemica sterile e decontestualizzata (ammesso che chi si trova in quel momento al comando la consenta).
    Per rispondere a Gera. Il Vfp1 è un soldato non specializzato, nel senso che spesso - esclusi alcuni casi - non è in possesso delle qualifiche necessarie per poter lavorare in unità operative. Per questi motivi viene solitamente impiegato in ambito logistico (e nelle branche connesse). Scopa e paletta può essere un inizio e, per chi è caparbio a sufficienza da non farsi demotivare, potrebbe rivelarsi solo una parentesi verso traguardi più responsabilizzanti. Dipende da quello che vuole per lei nella vita, Gera. Il succo è tutto la'.
    Ultima modifica di Kojak; 20-03-16 alle 19: 44

  3. #543
    Utenti Storici L'avatar di akuaduulza
    Data Registrazione
    Jul 2008
    Località
    Cittadina del Mondo
    Messaggi
    898

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da LordDelNulla Visualizza Messaggio
    In tantissimi alzano la manina prospettando problemi e presunte irregolarità nelle procedure, eppure non sono in grado di trovarsi da soli le circolari, le direttive, facendo presente "dove" sia scritto quello che sostengono, quale sia il riferimento normativo al loro rilievo.
    Mi permetto di dissentire. Da premettere che io adoro studiare, mi piace tutto quel che riguarda il Diritto e la Normativa, da sempre. Però, posso dire, che spesso la problematica dell'esercito, dal punto di vista della ricerca di normative, circolari, ecc... non sta solo nella "difficoltà di ricerca" stessa, ma anche nella libera interpretazione sia dalla parte dei Comandanti che dalla parte del Personale impiegato. E poi, diciamocelo chiaramente, certe Direttive, Compendi, ecc... Sono scritte in modo, talmente arcano, che diventano di difficile comprensione o meglio, libera interpretazione, anche per un Professore Universitario. Senza contare il fatto che spesso le regolamentazioni militari, essendo piuttosto (diciamo pure molto) vecchie, vanno addirittura contro la Costituzione Italiana ed ora Europea. La problematica sta nel fatto che erano fatte per un'altra "epoca" e, ad oggi, le stanno pian piano sostituendo e migliorando per quello che è ora l'Esercito.

    Citazione Originariamente Scritto da LordDelNulla Visualizza Messaggio
    La lamentela nell'Esercito è caciara, caos. E' "l'io non parto perché mi devono garantire il pasto caldo". E' "l'io non vado a Strade Sicure perché ho il certificato di mia moglie". Eppure questa è la stessa gente che quando viene rimessa al suo posto con 7 giorni di consegna e note inferiori alla media ti fa ricorso (perdendolo), perché, a detta dell'avvocato, "la pregressa documentazione caratteristica, chiusa con giudizio massimo, è incompatibile con il giudizio espresso dalla S.V.". Ovviamente sono castronerie che rendono bene l'idea: la gente si lamenta perché ha il c**o al caldo. Al sicuro. L'idea di "far presente" delle inesattezze nelle procedure, per migliorare il sistema ed agevolare gli altri, è sicuramente un principio nobile, che si fonda su un'onorabilissima base altruistica. Questa idea, però, deve essere espressa con un fare propositivo, "carta" alla mano, senza degenerare - come accade spesso - in polemica sterile e decontestualizzata (ammesso che chi si trova in quel momento al comando la consenta).
    La polemica del Personale non nasce dal "sedere al caldo", ma dalla mancanza di tutele da parte dei Comandanti stessi. Oggi un militare di "carriera" arriva a diventare Graduato con almeno 10 anni di servizio alle spalle e 30/32 anni di età, magari ha una famiglia, dei figli. Non parliamo più con dei ragazzini single che hanno tutto da dare e poco "pretendono". Parliamo con Uomini e Donne maturi che, giustamente, non vogliono solo spaccarsi la schiena, ma anche avere chi, nel caso se la rompessero, li tuteli. Dare il meglio per avere il meglio. Non guardiamo fuori all'operaio ed alle problematiche esterne, guardiamo le nostre ....e ce ne sono parecchie. Prendo come esempio - visto che l'ho vissuto in prima persona - l'esercito Americano. Tralasciamo il fatto che l'America ha "parecchi soldi" in più dell'Italia e, generalmente parlando, anche del resto delle altre Nazioni Europee. Loro offrono al personale tutte le tutele possibili ed immaginabili, affinché possano svolgere serenamente il loro servizio in Caserma e all'Estero. Non devono preoccuparsi per i loro cari, quando sono chiamati a Servire lo Stato, perché lo Stato lo fa per loro. Un esempio possono essere gli Asili Nidi aperti alle 06:00 della mattina che permettono alle madri militari e ai padri militari, di lasciare il loro piccolo/a in mani fidate e poter svolgere al meglio il loro Servizio. Questo solo per fare un esempio.
    L'esercito è pieno di problemi che sono facilmente risolvibili. E non parlo dei "piagnistei" di taluni.... Ma di mettere il personale nelle migliori condizioni possibili.... E non raccontatemi che ciò accade in Italia.... ciò accade in quelle poche caserme dove i Comandanti sono Padri e, oltre alla carriera, pensano a dare il meglio per avere il meglio.

    Non mi aspetto che il mio discorso possa essere compreso, perché se non si vivono determinate situazioni, purtroppo, non si può comprendere.


    PS. l'Esercito non ha un Sindacato (come la Polizia o la Penitenziaria - non parlo di sindacati civili), per il semplice motivo che fa comodo a taluni non averlo.
    Ultima modifica di akuaduulza; 21-03-16 alle 11: 36


    Il Mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di SOGNARE
    e di correre il Rischio di VIVERE i Propri Sogni!

    (Paulo Coelho)

  4. #544
    Utenti Storici L'avatar di akuaduulza
    Data Registrazione
    Jul 2008
    Località
    Cittadina del Mondo
    Messaggi
    898

    Predefinito

    La problematica militare, non sta solo nei problemi personali, ma anche (e soprattutto) nella mancanza di mezzi e materiale adeguato, problematica di cui non credo si possa discutere apertamente su di un Forum. Ecco perché sopra, mio malgrado, non ne ho parlato.
    Ultima modifica di akuaduulza; 21-03-16 alle 12: 08


    Il Mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di SOGNARE
    e di correre il Rischio di VIVERE i Propri Sogni!

    (Paulo Coelho)

  5. #545

    Predefinito

    Si presume che in uno spazio come il forum, a pena della credibilità di quello che si scrive, ognuno lo faccia sulla base di esperienze personali, vissute o – nella fattispecie – gestite in prima persona. Per cui, onde evitare di scadere nel gratuito, occorrerebbe sempre tenere a mente che chi scrive, generalmente, lo fa con cognizione. Così come superfluo risulterebbe, per il concetto di massima uguaglianza sotteso all'idea stessa di “forum”, avvalorare le proprie tesi in virtù di un grado, di un incarico, o di una posizione ricoperti. Sarebbe contro il concetto di massima libertà che in una comunità come questa deve essere principio sovrano e sacro per tutti, nessuno escluso. Se si hanno dubbi sulle esperienze dirette e sull'autenticità di quanto uno afferma, vista la natura spersonalizzante del mezzo, allora è certamente superfluo rispondere.

    E' anche vero che l'essenza di massimo anonimato e di interazione prettamente virtuale garantita da un forum, non deve favorire l'assenza di argomentazioni quando si esprimono dei concetti in maniera netta, a maggior ragione se ci si riferisce a regolamenti scritti (per quanto di difficile comprensione) che sono la base legislativa della convivenza, dei diritti e dei doveri degli uomini e delle donne che vestono una divisa. Affermare, senza alcun raffronto empirico, che i regolamenti dell'esercito vadano in certi casi contro la nostra Costituzione è un' affermazione grave nella sua imprecisione e, quantunque fosse dimostrata, paleserebbe una chiara ignoranza sulla Giurisprudenza del Diritto delle Fonti. Per cui, visto che i PROFESSIONISTI devono essere tali sempre, anche quando scrivono con la garanzia dell'anonimato, sarebbe cosa gradita che questi stessi evitassero uscite eclatanti senza la benchè minima contezza di ciò che si scrive, soprattutto se di una certa rilevanza.

    Entrando nel merito, e lo dico per semplice spirito di condivisione e non per mero contraddittorio, mi sento di ricordare che il senso vero e proprio dei regolamenti, oltre che quello di garantire diritti inalienabili e di esplicitare doveri individuali, è quello di porre tutti in una condizione certa e garantita di equità. I regolamenti sono unici, e non esistono Comandanti “Padri” e Comandanti “non padri”. Ci sono delle regole che hanno lo scopo, tanto per citare un esempio, di porre la ragazza “non single” con figli a carico, permessini di allattamento, esenzione dalle Pefo, bmi (in alcuni casi) sballato nel post parto, nelle stesse medesime, identiche, insindacabili condizioni di quella stessa ragazza che invece non ha figli, corre i 1000 metri in 3.30, non ha bisogno di richiedere permessi con cadenza routinaria e riesce a dare punti a schiere di colleghi dell'altro sesso. Non esiste un merito tra le due categorie, hanno pari dignità nelle loro diverse condizioni, ma devono assolutamente essere messe su uno stesso identico piano di giudizio. Da qui i regolamenti (oltre che per la biunivocità diritto-dovere espressa prima) e da qui il concetto di merito. Le scelte di vita individuali ,soprattutto in uno stato sulla carta laico per Costituzione (….quella cui andrebbero contro i regolamenti), non devono essere un vincolo all'espressione ed al riconoscimento del merito individuale. E da qui scado nell'esempio banale ma mi auguro chiaro: se la donna che non può fare le pefo, ha 3 figli a carico ha i permessini per l' allattamento, piuttosto che per asilo o per qualunque altro benedettissimo motivo è giusto che ne usufruisca. Ma deve portare il suo **** fuori dall'ufficio quando piange per non essere stata valutata come l'amica che le pefo le ha fatte, si spacca il sedere montando di notte (perchè non ha bambini con meno di 3 anni) ed ha il diritto sacrosanto di vedersi riconosciuto un merito superiore a chi, per proprie scelte di vita, non è in grado di garantire gli stessi livelli di preparazione fisica -tecnico-professionale (ed invito chi avesse dubbi ad aggiornarsi sugli ultimi indirizzi di Forza Armata in tal senso). Dare il meglio per avere il meglio, mi pare si dica. E nemmeno gli uomini, quelli single “che hanno tutto da dare”, devono essere svantaggiati. Il metro di giudizio deve essere univoco. Ma mi pare di aver argomentato a sufficienza.
    Esistono, comunque e per fortuna, donne-madri-soldatesse di capacità e forza d'animo fuori da ogni cognizione. Non si vuol fare di tutta l'erba un fascio, superfluo ricordarlo per chi legge animato da buona assertività.
    La lamentela è pretendere uguaglianza in barba al principio di equità. La lamentela è sentirsi uguali a chi ha dato di più e merita più di noi. La lamentela è aprire la bocca senza essere preventivamente informati. La lamentela è un cancro grave che va estirpato. La lamentela non esiste in questi termini. E, per ricollegarmi al senso del topic, chi si lamenta così non può certamente dirsi “appassionato”, ma impiegato dell'esercito con stipendio certo ed impiego incerto (missioni, operazioni nazionali, campi solo quando si vuole). Con che becero coraggio si mettono sullo stesso piano uomini e donne che si addestrano con chi, appellandosi ai mille cavilli delle leggi, non si migliora, non cresce? Ma la colpa non è di chi si lamenta. Questo modello, quello del soldato “faccio quello che ***** voglio, se lo voglio, quando lo voglio e mi fai pure eccellente” è conseguito da decenni di mala gestione. Ma qui si entrerebbe in un altro ambito, e non è la sede giusta per affrontarlo.
    Ultima modifica di LordDelNulla; 21-03-16 alle 20: 29

  6. #546
    Utenti Storici L'avatar di akuaduulza
    Data Registrazione
    Jul 2008
    Località
    Cittadina del Mondo
    Messaggi
    898

    Predefinito

    Intanto nascondere risposte prive di contenuti dietro un lessico forbito non renderà il senso della conversazione diverso da ciò che in realtà è, ovvero un ragionamento privo di contenuti. Non voglio in alcun modo nascondermi dietro altisonanti paroloni anche perché non c’è bisogno di mettere in piazza la mia preparazione o i miei studi, ma passando al tecnico visto che la conversazione lo chiede, Lei parla di affermazioni gravi ed imprecise che dimostrano una “ignoranza sulla Giurisprudenza e sul diritto”, mi chiedo quindi se Lei che argomenta le sue fonti in modo così forbito, se effettivamente ha mai dato un solo sguardo alla Costituzione Italiana ed Europea o semplicemente ha almeno dato una lettura del D.lgs 66 del 2010, a questo punto credo fermamente che sia la sua ignoranza a farla parlare (mi permetta il termine non dispregiativo, ma dettato dal fatto che lei ignori ciò di cui si parla).

    Mi permetto un preambolo, solo per essere sicuri al 100% di parlare la stessa lingua, l’Art. 3. della Costituzione cita: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

    L’ Art. 39. della Costituzione che L'organizzazione sindacale e' libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. E' condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.

    Peccato che l’ Art. 1475 del COM D.lgs 15 marzo 2010, n. 66 che lei immagino conoscerà a menadito cita: Limitazioni all'esercizio del diritto di associazione e divieto di sciopero 1. La costituzione di associazioni o circoli fra militari e' subordinata al preventivo assenso del Ministro della difesa. 2. I militari non possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali. 3. I militari non possono aderire ad associazioni considerate segrete a norma di legge e a quelle incompatibili con i doveri derivanti dal giuramento prestato. 4. I militari non possono esercitare il diritto di sciopero, questo dopo aver nella premessa del capo I Titolo IX, Esercizio dei diritti, all’art. 1465 Diritti riconosciuti dalla Costituzione, enunciato: “Ai militari spettano i diritti che la costituzione della Repubblica riconosce ai cittadini.”.

    Inoltre l’Art. 32. della nostra Costituzione sancisce che: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

    Peccato che la “Direttiva Tecnica per l’applicazione del DM 31 marzo 2003 “Aggiornamento delle schedule vaccinali e delle altre misure di profilassi per il personale militare” nasconde dietro tante belle parole e tentativi di limitazione della libertà personale il nocciolo del discorso ….omissis…. le misure vaccinali sancite per il personale militare sono da intendersi obbligatorie ….omissis….


    E per quanto Lei o chiunque altro dietro grandi parole possiate tentare di argomentare vaneggiamenti in merito a questi due argomenti, la realtà rimane sempre una e una soltanto ovvero che un organo dello stesso Stato che mette tutti uguali davanti alla legge, pone delle differenze sostanziali tra gli stessi appartenenti alla comunità, e per quanto Lei o chiunque altro tentiate di argomentare vi ricordo che per il primo argomento la normativa europea e internazionale in materia di diritto sindacale per le Forze Armate , tanto per citare quella fondamentale della C.E.D.U., si rileva che il diritto ad associarsi e ad associarsi professionalmente è di carattere generale e diffuso, incomprimibile e precluso ad ogni tipo di discriminazione, così come si evince dal combinato disposto degli artt. 11 e 14 della Convenzione Europea: Libertà di riunione e di associazione. “Ogni persona ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla libertà d’associazione, ivi compreso il diritto di partecipare alla costituzione di sindacati e di aderire ad essi per la difesa dei propri interessi.”; Divieto di discriminazione. “Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione.” A fondamento di quanto succitato la invito inoltre ad informarsi sul caso Matelly, non diversa è la trattazione del secondo argomento in cui sempre di diritto violato si parla in barba a ciò che è sancito da costituzione.

    Ecco quindi, come dicevo sopra, due casistiche in cui alcuni regolamenti militari vanno in contrasto con la Costituzione Italiana.

    In merito ai suoi velati tentativi di "censura" le ricordo l’Art. 21. della Costituzione che cita Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non puo' essere soggetta ad autorizzazioni o censure. …omissis….


    In merito a quanto da Lei scritto sulle questioni di tutela della Maternità e Paternità le rammento, ma sono sicurissima che Lei non ne abbia alcun bisogno, che è in vigore il D.lgs 26 marzo 2001, n. 151 redatto da persone sicuramente più lungimiranti di ME, di LEI e molte altre MENTI PENSANTI, che, sulla base di quanto precedentemente citato dall’art.3 della Costituzione, sancisce che nessuna discriminazione può essere fatta tra chi è Genitore e chi ancora non lo è, e che ogni diritto, permesso, licenza messo in atto dal D.lgs è a tutela principalmente del minore, ricordandole, ma sono sicura che Lei non ne avrà alcun bisogno, che non può essere fatta distinzione nemmeno di giudizio tra chi le pefo le fa e chi per i 7 mesi successivi al parto non le fa, per divieti di Legge espressi a chiare lettere, Come nessuna discriminazione o distinzione può essere fatta tra coloro i quali usufruiscono di 42bis o legge 104, e per quanto a CHIUNQUE possa non andar giù che qualcuno possa utilizzare le fattispecie menzionate, la verità è e rimarrà soltanto una, che i diritti sono inalienabili e sanciti per legge e che se un comandante non riesce a tirar fuori il meglio da ognuno di noi è solo per un motivo…. ma questo come ben detto da lei è un altro argomento.
    Concludo dicendole che l’Art. 1474 del COM cita Diritto di informazione e di istruzione 1. Lo Stato promuove l'elevamento culturale, la formazione della coscienza civica e la preparazione professionale dei militari e ne predispone le condizioni per l'effettivo perseguimento. 2. A tal fine e' prevista, in particolare, l'istituzione di corsi di istruzione, di biblioteche e di rivendite di pubblicazioni a carattere culturale, politico e ricreativo.

    Detto questo, tornando al topic posso dire che la Passione, quella Vera, non si misura dai gradi o dall’anzianità di servizio, non si misura attraverso le parole o dall’operatività, ma dalla Conoscenza, la Dedizione al proprio compito (operativo o logistico che sia) e dall’Amore per l’Uniforme che si indossa …rispettando i propri Doveri e facendo valere i propri Diritti.

    AD MAIORA.


    Il Mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di SOGNARE
    e di correre il Rischio di VIVERE i Propri Sogni!

    (Paulo Coelho)

  7. #547

    Predefinito

    La conversazione rischia di sfociare nel contraddittorio e non voglio cadere nel tranello, esula dai contenuti.
    Il fatto stesso che lei si sia spinta, nuovamente, a tirare in ballo la Costituzione preclude qualsiasi risposta. Non mi aspetterei mai di commentare con un militare certe cose.
    Il suo post, infatti, si commenta e risponde abbondantemente da solo. Mi sorgerebbero un sacco di domande da porle. Ma qualcosa mi dice che è meglio tenerle per me.

    Sinceri saluti.

  8. #548

    Predefinito

    Perché per voi sarebbe un onore entrare a fare parte dell'esercito?

  9. #549

    Predefinito

    Passione/vocazione senza ombra di dubbio. Penso che sarei in grado di trovare molti lavori e fare anche tanto altro nella vita, ma questa qui, questa è la mia passione.

  10. #550
    Soldato L'avatar di nikysherlock
    Data Registrazione
    Nov 2012
    Località
    Provincia di Mantova, Lombardia
    Messaggi
    35

    Predefinito

    Se potessi entrare a farne parte sarebbe sicuramente per passione. Da cosa possa essere nata non saprei proprio, soprattutto perchè non conosco nessuno che sia un militare e nemmeno uno dei miei parenti più stretti ancora in vita non ne ha mai fatto parola e non fa parte dell'Esercito, ma portare la divisa mimetica è sempre stato uno dei miei sogni.
    Da ciò che so io, decidere di iniziare la carriera militare per soldi e quindi considerarlo unicamente un lavoro non è la strada corretta. Mi sembra che il riscontro in fatto di soldi lasci molto a desiderare per i primi anni e quindi possa diventare oltre che un impegno anche un problema. Credo che sia una scelta comunque da ponderare e prendere seriamente perchè si mette in gioco la vita oltre che la propria passione. Una persona che decide di provare dovrebbe essere a conoscenza di tutte le possibilità e conseguenze che entrare a far parte di una forza militare comportano. Io non lo dico in senso negativo, anche perchè altrimenti mi contraddirei, ma chissà se tutti quelli che provano come volontari o entrano nelle accademie e nelle scuole sanno davvero a cosa vanno incontro. E' vero anche che se una persona lo fa con vera passione è pronta a tutto, però penso anche che sia giusto che la persona interessata sappia il più possibile di ciò che probabilmente gli cambierà la vita.
    Detto questo, la vita militare deve essere vista come una passione e solo in secondo luogo come lavoro, perchè credo sia un impegno che oltre a necessitare di una forza fisica richiesta esplicitamente, sia anche un impiego costante di mente e cervello e se questi due elementi non vanno d'accordo allora la vita da militare diventerà come quella di uno che sta dietro ad una scrivania a firmare e timbrare carte per conto di altri.

Pagina 55 di 55 PrimaPrima ... 545535455

Segnalibri

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •