In una quindicina di giorni mi sono letteralmente fumato tre libri che consiglio a tutti gli appassionati.
Il primo è "Soldier I", di Pete Winner. Pete Winner è un veterano del SAS, uno dei sopravvissuti della battaglia di Mirbat, ha in seguito preso parte alla guerra delle Folklands, alle operazioni in Irlanda del Nord e all'assedio dell'ambasciata iraniana a Londra. Il libro è un'autobiografia, su per giù sullo stesso stile di McNab (citato anch'esso nel testo oltre che autore dell'introduzione), forse leggermente più malinconico verso la fine.
Il secondo è "No Hero" di Mark Owen. L'autore è lo stesso di "No Easy Day", incentrato perlopiù sul raid ad Abbottabad. Questa volta Owen si sofferma su alcuni punti focali della sua carriera, e ogni capitolo è accompagnato da un tratto emotivo caratteristico di chi, secondo l'autore, riesce ad avere successo non solo come Seal ma anche nella vita.
L'ultimo è l'attesissimo "Cuore di Rondine", scritto da un operatore del GIS sotto lo pseudonimo di Comandante Alfa. Devo dire che avevo enormi aspettative su questo libro -credo sia l'unico scritto da un operatore delle FS nostrano- ma ne sono rimasto deluso. Rispetto alla bibliografia di genere l'ho trovato veramente poco grintoso, e ci sono passi che ho dovuto leggere due volte perché non riuscivo a crederci. Un libro sui Seal o sul Sas, almeno quelli che ho letto, si possono riassumere con "ci addestriamo duramente e poi usciamo a uccidere il nemico. Non è bello e sono cose che ti lasciano ferite invisibili per sempre, ma siamo guerrieri ed è questo che facciamo, meglio noi che le persone che amiamo".
Qui il pensiero di fondo è più o meno lo stesso, ma quando, anche in tv, dicono che l'operazione del GIS è veramente riuscita solo se non ci sono vittime, beh, sembra sia davvero così! Una pagina intera per spiegare che due banditi morti in un'operazione in Italia sono una macchia quasi troppo grande nella storia del GIS; addirittura durante un'altra operazione era stato ''consigliato'' di ferire i criminali -in questo caso dei sequestratori- e gli operatori infatti a malincuore li avrebbero uccisi.
Non sto muovendo critiche, per carità, non sono nessuno per giudicare chi ha dedicato la sua vita anche alla mia sicurezza, solo sono rimasto un po' stupito da certi passaggi.
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