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Discussione: Ludopatia

  1. #1

    Predefinito Ludopatia

    Colleghi,

    finalmente ho deciso di andare a curarmi per questa brutta malattia che ti svuota, non solo le tasche ma l'anima, il senso della vita.

    Solo una cosa, se lo sapete: può comportare una non idoneità al servizio, con conseguente transito all'impiego civile?

    Sinceramente con tanti anni di servizio (28), allungare l'età pensionabile me li fa un pò girare...ma l'importante resta risolvere il problema.

  2. #2

    Predefinito

    Gens, innanzitutto complimenti per il tuo coraggio e in bocca al lupo per la risoluzione di questa problematica.

    Ho lavorato per anni come volontario in un centro di ascolto per problematiche connesse alle dipendenze da non sostanze, la più frequente appunto il gambling, il gioco d'azzardo patologico (GAP). E' una problematica complessa, con diversi risvolti privati e pubblici, che riverbera sull'equilibrio psicofisico del dipendente, ma anche della sua rete di affetti e perciò, laddove non ti sia stato ancora consigliato, sarebbe utile, oltre al tuo impegno, anche la collaborazione ed una qualche forma di coinvolgimento dei tuoi cari.

    Le dipendenze in generale, il GAP in particolare, si rinforzano tramite abitudini consolidate, ovvero azioni che non scegli più deliberatamente di eseguire, ma le poni in essere quasi fossero un automatismo. Esempio: il dipendente che adora i gratta e vinci, li compra sempre nello stesso tabacchi, dove arriva facendo sempre la stessa strada...e così via. In alcuni casi, ricordo, consigliare percorsi alternativi, rompendo l'automatismo di quelle routine, era utilissimo per riprendere la barra del timone (un po' di Marina Militare mi è rimasta nel sangue!) e non passare dal tabacchi, o almeno ridurre gradualmente le soste al gioco.

    Se hai bisogno di consigli, contattami pure in privato.

    Per rispondere alla tua domanda, non avendo però a disposizione la normativa di settore aggiornata, azzardo una mia valutazione. Per definire una condizione clinica "psicopatologia" è necessario che l'insieme di sintomi e segni della stessa siano tali da compromettere il buon funzionamento generale del soggetto (cura di sé, rendimento lavorativo, qualità delle relazioni...) e inoltre devono essere percepiti dal soggetto stesso come egodistonici, cioè non coerenti con il suo sistema valoriale, quindi causa di frustrazione, agitazione, irritabilità, o altre forme di tensione psichica.

    Nel concreto della tua valutazione ai fini del servizio, dipende tutto dalla tua efficienza a lavoro.
    - Un militare puntuale, preciso e rispettoso delle norme, che riconosce di avere necessità di un supporto psicologico, può rimanere in servizio (perché riesce a svolgerlo bene) e portare avanti in parallelo il percorso di riabilitazione; ovviamente metterei al corrente il Comando, non per altro, per garantirti quella flessibilità necessaria per i particolari interventi terapeutici che saranno necessari.
    - Un militare che, a causa della sua problematica di dipendenza, non riesce a mantenere lucidità e concentrazione, beh, per forza di cose dovrà essere valutato per la conferma della sua idoneità o, al contrario, la riforma/transito all'impiego civile.

    Di nuovo, complimenti e in bocca a lupo Gens!
    Se tu sapessi come s'incede più gagliardi -- sotto il fuoco di fila dei malevoli sguardi;
    quali sul giustacuore, quali macchie gentili -- fan gl'invidi il fiele e la bava dei vili!

  3. #3
    Utente Expert Marina L'avatar di Charlie 2
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    3,493

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    La questione è molto semplice.
    Presso ciascun Comando vi è la figura di Ufficiale Consigliere che, in genere, è il Comandante in 2^/Vice Direttore o, se non vi è altri, il Comandante dell'Ente.
    Presso questo Ufficiale è possibile esporre le proprie problematiche che, in questo caso, prevedono una preliminare visita medica psichiatrica presso la più vicina Marinferm/Marispedal, anche al fine di un eventuale provvedimento medico-legale iniziale nonché l'indirizzo del soggetto presso un consultorio/struttura convenzionata con la Marina ovvero il rinvio presso il proprio medico di base per le cure previste dalla ASL.
    nel caso fosse necessaria un periodo di assenza per motivi sanitari (solo Marisedal/Marinferm lo sa) inizia il periodo che può scarrocciare in aspettativa e, se tale periodo supera quelli di legge, un eventuale congedo per motivi sanitari. Qualora la motivazione prevede il transito all'impiego civile, basta la richiesta dell'interessato non appena noto il provvedimento definitivo della CMO.
    Per quanto riguarda la permanenza in servizio o meno si tenga presente che i soggetti affetti da questa problematica spendono una marea di soldi e, per l'Amministrazione, comunque sono inaffidabili. Il primo provvedimento è quello di perdere il NOS che comporta una condizione fondamentale per determinati incarichi.
    Le eventuali conseguenze (non disciplinari) ma nei termini che ho indicato possono spaventare ma, a mio avviso, una eventuale perdita di incarico vale il gioco ai fini di una possibile cura da una patologia grave che, nella maggior parte dei casi, comporta conseguenze anche e sopra tutto per la famiglia.
    Quini il mio consiglio è solo di rivolgersi il più presto possibile all'Ufficiale Consigliere con il qual potrete trovare una soluzione.
    Auguri per una rapida risoluzione.
    Chi semina raccoglie, ma chi raccoglie si china......... è a quel punto è un attimo......

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