In questi giorni sta facendo il giro del web la figura di una funzionaria di Polizia che, salita su un palco, ha esternato le proprie personali convinzioni in tema di green pass, scatenando un ennesimo "mal di pancia" istituzionale e contribuendo a spaccare ancora di più l'opinione pubblica sull'argomento.

Ciò che va ribadito - ma che in troppi si ostinano a non capire - è che un rappresentante delle Istituzioni non ha la stessa libertà di espressione di un privato cittadino poiché egli in qualsiasi momento rispecchia la sua funzione coinvolgendo l'amministrazione di appartenenza. Ciò è stato ribadito più volte da numerose circolari del sig. Capo della Polizia. Chi veste un'Uniforme ha accettato una necessaria compressione delle proprie libertà di espressione, essendo preminente la tutela del prestigio della sua funzione e l'assoluto divieto di disdoro verso il Corpo/Ente/Amministrazione rappresentata. Ricordo anche che in un recente passato sono stati numerosi gli appartenenti a Forze di Polizia (non necessariamente a ordinamento militare) sottoposti a pesanti sanzioni disciplinari anche per un semplice "like" messo sul post sbagliato.
Ora, senza entrare nel merito delle singole idee "sì vax / no vax" o "sì green pass / no green pass", questa signora ha a mio avviso palesemente abusato della sua funzione e del suo ruolo istituzionale, poco importando la sua tardiva giustificazione per essersi espressa a mero titolo personale. Ricordo infatti che sul palco è stata presentata con la sua qualifica professionale, ciò bastando a inquadrarla come rappresentante dell'Amministrazione della P.S..
La signora in questione è sicuramente troppo intelligente per non avere previsto le conseguenze che tutto ciò avrebbe comportato, ed è sicuramente altrettanto professionalmente "navigata" per essere salita sul palco senza essersi tenuta almeno una porta (se non un portone) bene aperta.
Ora - e lo ribadisco con forza - a me non interessano le posizioni personali che ognuno di noi deve avere, come garantito dalla Costituzione. A me interessa il rispetto che ogni appartenente a un Corpo di Polizia deve portare, ben comprendendo le necessarie limitazioni alla succitata libertà di espressione ribadite anche in sede di ricorso alle sanzioni disciplinari irrogate. E in questo caso la signora ha commesso un'imperdonabile caduta di stile. Scusate per la prolissità.