Come detto, Trump in altri tempi avrebbe scatenato una guerra con fucili, carri armati e portaerei. Oggi le guerre si combattono sul piano macroeconomico, e - che ci piaccia o non - lui in questo è stato un maestro: in pochi anni è riuscito dove tanti suoi predecessori hanno fallito (o più astutamente hanno evitato di entrarci...). Con il suo "America first" ha risollevato un'economia statica, è vero, ma lo ha fatto senza guardare in faccia a nessuno. Nemmeno a quella Cina alla quale, leone dormiente, non doveva andare a mordere i testicoli.
Più casalingamente, vi ricordate qualche anno fa il nostro Salveenee? Anche lui, nel nome del rilancio dell'italica saccoccia, aveva promesso l'introduzione dei dazi ai prodotti di importazione cinese. Poi, a distanza di qualche settimana, un reticente dietro-front... Un motivo ci sarà stato, no?
Invece il Donaldo Maramaldo ha proseguito nella sua opera e in tre settimane ha fatto ciò che nessuno si sarebbe mai immaginato possibile: è uscito dall'OMS, ha fatto carta straccia del progetto mondiale di riduzione dell'inquinamento e ha introdotto di fatto i dazi per la Cina, colpendo così alcuni colossi della loro economia.
Il leone si è quindi svegliato con il sacco scrotale assai dolente. E si è vendicato. Tutto il resto è storia attuale.
Il 20 gennaio, vale a dire domani, l'America sbatterà il suo muso a stelle e strisce contro il risultato di questi quattro anni dissennati, trovandosi a gestire un problema interno che in tanti secoli di democrazia non aveva mai ritenuto possibile. Vedremo. Intanto mi tremano le vene ai polsi solo all'idea che Trump avesse potuto vincere un altro giro in giostra.....
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