Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: "Sulla mia pelle" - Il caso Cucchi

  1. #1

    Predefinito "Sulla mia pelle" - Il caso Cucchi

    E' uscito il film "Sulla mia pelle", dopo lo scalpore suscitato alla mostra del Cinema di Venezia.

    Fermo restando che MAI NESSUNO deve entrare in una struttura detentiva da vivo per poi uscirne da morto....
    Fermo restando che MAI NESSUNO deve eccedere nella gestione delle misure coercitive....
    Fermo restando che c'è un processo in corso, dal quale noi appartenenti alle FF.P. per primi pretendiamo che sia fatta chiarezza una volta per tutte....
    Fermo restando che alla famiglia Cucchi va tutto il mio personale rispetto per un dolore immenso....

    Ebbene, dopo tutte queste premesse devo dire che ho trovato questo film avvilente sotto ogni punto di vista. Si tratta di una pellicola la cui sceneggiatura fa indiscriminatamente a pezzi l'intero sistema italiano: i Carabinieri? Tutti sadici aguzzini. La Penitenziaria? Un branco di ignoranti. I medici? Tutti incompetenti. Ne emerge un "martirologio" in cui il regista ha già pronunciato la sentenza di assoluta colpevolezza, in barba allo Stato di Diritto in cui ancora molti di noi credono. Dall'inizio alla fine si ha l'impressione di assistere a una Via Crucis con le relative stazioni, fino alla crocifissione finale sul Golgotha.

    Sui badi bene: Stefano Cucchi DOVEVA essere tutelato. Se la sentenza arriverà a stabilire inequivocabili responsabilità a carico di una o più articolazioni dello Stato, queste dovranno pagare fino in fondo per ciò che hanno fatto. Ma se questo film doveva essere girato, buon gusto avrebbe voluto fosse fatto dopo la sentenza definitiva, con un minimo di introspezione anche verso tutti coloro che nella trama vengono descritti semplicemente come aguzzini, facendo come sempre di tutta l'erba un fascio.
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  2. #2
    Utente Expert Marina L'avatar di Charlie 2
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    Concordo: è stato fatto con uno scopo politico preciso da una certa parte politica a dispetto del fatto che, fino a quando non sarà emessa una sentenza definitiva, tutto ciò che viene rappresentato è una verità di parte.
    Ecco perché mi rifiuto di vederlo.
    Chi semina raccoglie, ma chi raccoglie si china......... è a quel punto è un attimo......

  3. #3
    Maresciallo
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    cosa è il cinema? Espressione soggettiva.

  4. #4
    Capitano L'avatar di altairV
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    Roboris
    Purtroppo molti pensano che quello che vedono al cinema sia verità...

    Quelli della Penitenziaria solo ignoranti? Strano, di solito siamo noi gli aguzzini. Forse il regista sapendo che sono stati assolti ha voluto comunque trovare qualcosa per denigrarci

    Kojak
    Purtroppo capita che si muoia anche in carcere, come si muore a casa o al campo di calcetto o all'ospedale.
    Ultima modifica di altairV; 23-09-18 alle 03: 36

  5. #5

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    @altairV
    Allora completo il mio pensiero: MAI NESSUNO deve entrare in una struttura detentiva da vivo per poi uscirne da morto a causa di terzi

    @Roboris
    E' vero, il cinema è espressione soggettiva. Aggiungo: che va rispettata fino a che non risulti offensiva.
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  6. #6
    Capitano L'avatar di altairV
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    Citazione Originariamente Scritto da Kojak Visualizza Messaggio
    @altairV
    Allora completo il mio pensiero: MAI NESSUNO deve entrare in una struttura detentiva da vivo per poi uscirne da morto a causa di terzi
    La precisazione dovrebbe essere "a causa di chi ne doveva curare la salute e/o la custodia". Altrimenti tiri in ballo anche altri soggetti che non potranno mai essere così cattivi

  7. #7
    bartok
    Guest

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    Ho appena visto il film e mi ha profondamente commosso.

    Tralascio di scrivere ciò che penso su quanto sia effettivamente successo, perché non ha alcuna importanza, ma vorrei controbattere ad alcuni aspetti:

    Ebbene, dopo tutte queste premesse devo dire che ho trovato questo film avvilente sotto ogni punto di vista. Si tratta di una pellicola la cui sceneggiatura fa indiscriminatamente a pezzi l'intero sistema italiano: i Carabinieri? Tutti sadici aguzzini. La Penitenziaria? Un branco di ignoranti. I medici? Tutti incompetenti.
    A me il film non ha dato quest'impressione. Appaiono come degli aguzzini i Carabinieri che il film delinea come autori del pestaggio. Tutti gli altri rappresentanti dello Stato, chi più chi meno, non vengono delineati negativamente e molti sono presentati come persone volenterose di aiutare Cucchi e, per dirla tutta, proprio Cucchi viene presentato come quello che per più di una volta non accetta l'aiuto offertogli e che fa scelte sbagliate. E non viene nemmeno presentato come un martire: lui spesso conferma l'addebito di detenzione (negando quello di spaccio), ma alla fine il film rende noto che deteneva in casa più di un chilo di droga.

    Fermo restando che MAI NESSUNO deve entrare in una struttura detentiva da vivo per poi uscirne da morto....
    io credo che questo come concetto possa bastare. E non lo dice una persona particolarmente indulgente.

  8. #8

    Predefinito

    L'altra sera hanno trasmesso nuovamente il film in questione. L'ho voluto rivedere dopo un adeguato reset mentale: ho voluto affrontare la tematica assolutamente libero da qualsivoglia preconcetto (che non avevo comunque) o altre corbellerie. E devo dire che è stato come "Arancia Meccanica": quando lo vidi la prima volta non lo capii e lo criticai; lo rividi a distanza di tempo e lo trovai un capolavoro. Per cui anche in questo caso devo rettificare completamente il mio primo post, frutto di una visione superficiale della pellicola. Il film merita a mio avviso tutto l'apprezzamento, specialmente se ci si dà la pena di confrontarlo con i carteggi processuali e le udienze trasmesse in questi anni. Il regista ha seguito fedelmente quella che è a tutti gli effetti la cronaca di una morte annunciata: è un pugno nello stomaco continuo, con una magistrale interpretazione dell'attore Alessandro Borghi; ma soprattutto non risparmia niente allo stesso Stefano Cucchi, con le sue problematiche pregresse e il suo carattere difficile. Non c'è accanimento gratuito verso le Forze di Polizia interessate; ravviso invece una tragica quotidianità che fa vedere tutto piatto, metodico schematico, dal trattamento riservato all'arrestato alla sua considerazione come un oggetto scomodo, un "pacco" sul quale nessuno voleva alcuna responsabilità. Mi riservo di vederlo per una terza volta, con maggiore attenzione a certi particolari che inevitabilmente mi saranno sfuggiti.
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