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Discussione: Ingaggio

  1. #1
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    Predefinito Ingaggio

    Dato che si e' aperto l'argomento nell'altra discussione, colgo l'occasione per aprire un topic a parte.
    A coloro a cui e' successo di trovarsi in quella condizione nota come "fight or flight", come hanno reagito la prima volta? qualcuno di voi ha imparato a 'controllarla'? Come si apprende a gestire il proprio corpo in quei momenti di stress immenso senza andare in 'shut down' in modo pericolosissimo?
    Io l'unica cosa di cui ho sentito parlare per apprendere a gestire lo stress di quei momenti e' quello di porre il corpo in condizioni di stress fisico elevatissimo e poi reagire allo scenario proposto nel migliore dei modi possibi, in modo da riportare cio' che si e' appreso precedentemente in una situazione 'ideale per la tecnica', successivamente in un momento di estrema difficolta' motoria, dove vengono perse le capacita' di effettuare i movimenti piu' fini e si riesce a controllare solo quelli che sono i grossi gruppi muscolari; io posso solo immaginare quanto possa risultare deficitario il 'semplice controllo di un dito', scrivere a una tastiera come sto facendo ora richiederebbe probabilmente ore in quelle condizioni di stress.
    Voi cosa ne pensate? Non parlo obbligatoriamente di conflitti a fuoco, ma anche fisici.
    Io, personalmente, mai mi sono trovato in un conflitto a fuoco, le uniche esperienze che ho sono riguardanti conflitti fisici, e uno in particolare in cui tutto successe senza alcun motivo e improvvisamente: non fui in grado di reagire correttamente, ricordo perfettamente lo stato di spaesatezza e di non sentire alcun dolore (seppur successivamente mi resi conto di perdere sangue copiosamente), ero un pezzo di marmo e un altro chiaro ricordo e' che tutto stesse avvenendo in slow motion, persi completamente la visione periferica e l'udito divenne ovattato come se fossi 'in una scatola', altra cosa e' che improvvisamente mi sentii senza alcuna energia (senza forza per intenderci), e senza forza erano i colpi che ricevevo (non foss'altro che poi la faccia me la avevano aperta lo stesso lol). Reagii in modo completamente diverso invece una volta in cui a 20 metri da me, un folle inizio' a sparare verso una persona che rimase a terra: quella volta non fui nella traiettora di fuoco, non ebbi altra possibilita' che osservare, con la scena che mano a mano si allontanava da me di corsa; quel giorno morirono due persone e una fini' in ospedale in codice rosso.
    Questo e' per farvi capire che quello che ne so davvero, e' un beato niente, ma mi chiedo come si impara a mantenere la calma il giorno in cui nella traiettoria ci dovessi essere davvero te? Il giorno in cui dovrai davvero fare i conti con un scontro, quando sei da solo e sono grandissimi c***i tuoi perche' nessuno ti verra' a aiutare.
    Come si tiene 'il sangue piu' freddo possibile'? Memoria muscolare e poi?
    Ho assistito a persone a cui 'piace cercarsela', piace 'andare a cagionare male ad altri', e ho visto a due occhi la freddezza con cui lo facevano e l'abitudine nel farlo.
    Bisogna essere usi a questa sensazione per controllarla, oppure c'e' una "ricetta"? Come fa un Incursore al suo battesimo a 'non cacarsi sotto', perche' anche se sei il meglio del meglio, ci sara' una prima volta anche per te.
    Sono solo idee confuse buttate li', quindi lascio la parola a chi ne capisce ben piu' di me.
    Scusate il modo di scrivere e gli eventali errori, non sono in Italia e non ho accesso a una tastiera italiana, perdonate la 'brutta impaginatura e scelta dei vocaboli', ho tutto sottolineato in rosso e mi sta facendo venire un gran mal di testa!

  2. #2
    Utenti Storici L'avatar di Ippogrifo
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    Citazione Originariamente Scritto da Baer Visualizza Messaggio
    ...
    Bisogna essere usi a questa sensazione per controllarla, oppure c'e' una "ricetta"? Come fa un Incursore al suo battesimo a 'non cacarsi sotto', perche' anche se sei il meglio del meglio, ci sara' una prima volta anche per te.
    ..
    E' abbastanza semplice....
    Non esiste nessuna "ricetta magica! E al primo conflitto a fuoco,un Incursore ha esattamente paura come qualsiasi essere normale.

    Soltanto quelli non sani di mente non hanno paura,e alle selezioni vengono immediatamente scartati!

    Come fa un Pompiere a gettarsi nel fuoco per salvare un bambino?
    Come fa un soccorritore a tuffarsi dall'elicottero in quel mare in tempesta che potrebbe ucciderlo?
    Come fa un Agente a correre in direzione degli spari,mentre tutti gli altri cercano di fuggire?

    La risposta è una soltanto....NON PENSARE,e fare quello per cui sei stato addestrato molte volte,cercando di farlo meglio possibile!

    Se ci si concentrasse un attimo sui rischi che si stanno correndo,facilmente la paura ci prenderebbe (quando non il vero panico...),ma tutto l'addestramento serve a rispondere in maniera automatica,senza pensare ad altro se non a mettere in pratica al meglio,ciò che abbiamo appreso.

    Ciò non toglie,che una volta fatto il lavoro, la mente realizzi il rischio corso,con qualche conseguenza indesiderata sul fisico...

    Ma chiunque abbia subito un conflitto a fuoco,o rischiato la vita in altro modo,non si sognerà MAI di criticarvi se quando è tutto finito,cadrete a terra perchè vi tremano le gambe,o vomiterete...o peggio!

    Perchè i coraggiosi sono quelli che combattono la paura che hanno... non quelli che non ne provano!
    ESSE QUAM VIDERI (Essere,piuttosto che sembrare - Cic.)



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  3. #3

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    Scusatemi, ma io non parteciperò a questa discussione.
    Ciò che è capitato a me preferisco tenermelo dentro. Scelte personali, spero capirete.
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  4. #4
    Sergente
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    Ok, capisco che il focus centrale di quello che dice ippogrifo e' il "non pensare e agire come ti hanno addestrato a fare". Ti ringrazio per l'intrvento, condivido quello che dici pienamente.
    Per Kojak invece, capisco perfettamente, voglio solo mettere una parentesi per la quale voglio specificare che il topic NON vuole che vengano riportati i fatti relativi all'esperienza personale per la quale si fa una determinata affermazione; il mio intervento iniziale non vuole essere una linea guida, ma solo un tentativo di indirizzare in modo il piu' chiaro possibile la mia domanda per i lettori e introdurre chi non ne avesse alcuna esperienza in argomento, e ho dato una descrizione dei fatti solo perche' non li ritengo di rilievo e non mi hanno segnato, sono state cose di poco conto che mi hanno fatto riflettere che se fosse stata una cosa seria, ora sarei morto. Quindi con questo voglio solo dire che cerco dalle persone con piu' esperienza consigli e opinioni sul come controllare la paura, di qualsiasi natura essa sia, quando questa comporta il DOVER agire il piu' velocemente ed efficacemente possibile in condizioni di estremo stress
    Non voglio che il topic verta sulle sensazioni provate sul campo in quel momento, voglio che verta su quello che si e' appreso DOPO quel momento e su come una persona possa fare in modo di non commettere un errore quando per gli errori vi e' poco spazio: puo' anche trattarsi di un primo soccorso, un incidente, una volta in cui avete avuto a che fare con una situazione tesa e siete riusciti a risolvere tutto per il meglio. Ingaggio e' un titolo 'affilato', provocatorio, non bisogna parlare per forza di colpi sparati.
    Non so neanche se sia realmente possibile quello che sto proponendo, ma valeva la pena tentare.
    Questo era solo per chiarire i fini della discussione, perche' non voglio che nessuno si senta escluso solo perche' non vuole raccontare (legittimamente) il resoconto di 'quella/e volta/e'.
    Quindi a me dopo quello che dice ippogrifo mi viene da domandare: cosa deve fare un 'non addetto ai lavori', quando deve intervenire? E come fa invece se ci si trova in mezzo senza volerlo? Puo' davvero uscirne o e' solo fortuna se succede?

  5. #5

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    La paura non la controlli, ed è giusto che sia così. E' un sentimento talmente tanto ancestrale che nessun metodo di autocontrollo te ne può liberare.
    Un esempio su tutti, che ho visto personalmente accadere. Al corso OCT di Pescara ci fecero sparare in galleria in una sorta di "simulatore": si trattava di un pannello di carta 2 metri per 2 sul quale venivano proiettati alcuni filmati in cui si simulavano varie situazioni, dalla presa di ostaggi al soggetto armato, ad altro soggetto che infilava le mani in tasca per estrarne...il tesserino di riconoscimento!! Persone VERE, ancorché immortalate in un filmato. Il tiratore doveva estrarre la propria pistola e capire quando era il caso di sparare e quando no, evitando che a farlo fosse per primo il target. Bene, ho visto coi miei occhi colleghi arrivare a fare il cambio caricatore al volo, infilarlo al contrario e andare completamente in tilt ostinandosi a volerlo inserire così....naturalmente incastrandolo. E si trattava di un simulatore.....
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  6. #6
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    Visto che con la tua precisazione, Bear, la discussione spazia anche oltre lo "sparo" di proiettili, aggiungo qualche parola anche io.

    Conflitti a fuoco, fortunatamente non ne ho mai avuti, ma mi è capitato due volte di dover estrarre la pistola per precauzione. Si è trattato in occasione di due servizi sostanzialmente diversi, uno alla circolazione stradale in ambiente notturno ed uno invece per una perquisizione domiciliare a casa di un pregiudicato del luogo.
    Devo dire che, quando estrai l'arma per qualsiasi ragione, il sangue inizia a pompare e l'adrenalina ad andare in circolo. Da un lato, tutto ciò è positivo in quanto la tua concentrazione schizza al massimo sulla situazione, focalizzi ogni minimo dettaglio e sei pronto a reagire in qualsiasi momento. Il problema sta proprio nella reazione, che potrebbe essere eccessiva e dettata da un'interpretazione sbagliata del comportamento di chi hai davanti. Non avendo "schiacciato il grilletto", mi ricollego ad alcune attività addestrative (come quelle delineate da Kojak) a cui ho partecipato.
    Gli scenari proposti sono reali e simulano situazioni che si verificano frequentemente e ti addestrano a reagire prontamente e con esattezza. Cosa non assolutamente facile, soprattutto quando il soggetto non collabora ed esegue movimenti che "rischiosi" come mettere mani in tasca, dietro la schiena e soprattutto se è in luoghi chiusi e circondato da altre persone. Si verifica, infatti, che qualcuno spara all'esecuzione di un movimento rapido del soggetto, che magari poi si rivela innocuo; che qualcuno spara, da distanza ravvicinata, mancandolo o colpendo addirittura altre persone intorno; che durante un conflitto a fuoco già iniziato, si "scarrella" per caricare la pistola e inavvertitamente si inserisce la sicura (e succede anche nella realtà, come testimoniano fatti di cronaca recenti) vanificando ogni tentativo di rispondere al fuoco e venendo attinti ecc

    Insomma, è difficile avere il sangue freddo in tali situazioni. La paura c'è e non si può negare, così come l'istinto di sopravvivenza.
    Chi ci troviamo di fronte, purtroppo, è più preparato di noi e sicuramente non deve seguire tutte le cautele che invece siamo tenuti a seguire noi: se ne frega delle persone intorno, non ha nulla da perdere se è arrivato a quel punto e quindi può agire come gli pare senza alcun problema.
    Un addestramento costante non può far altro che bene, perché contribuisce a formare degli automatismi che potrebbero salvarti la vita.
    Rendere la propria vita agli altri senza nulla ricevere in cambio, se non la stima della gente orgogliosa di averci al suo fianco. Ecco cosa significa essere CARABINIERI
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  7. #7
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    Mettendo un attimo da parte Incursori e affini, e parlando invece del banalissimo Agente di Polizia o Carabiniere, come si riesce a distinguere tra i canoni procedurali forniti dall'addestramento, e gli imprevisti della realtà?
    Durante i vari corsi viene spiegato che in una certa situazione bisogna reagire in un determinato modo, ma sappiamo tutti che in una situazione reale sono una miriade i fattori che influiscono sul nostro modo di intervenire, e a cui senza esperienza non siamo pronti, primo tra tutti il fatto che, per l'appunto, si tratta di una cosa "vera", e non di una sagoma in galleria!
    C'è quindi un modo per allenarsi a pensare anche in condizioni psicofisiche critiche? Ad esempio avevo letto da qualche parte che un metodo può essere quello di immedesimarsi in un certo scenario, analizzare tutte le cose negative e tragiche che possono succedere (morte o ferimento di se stessi/del collega, presenza di donne, bambini, come contesto un luogo molto affollato, etc) e pensare a come ci si comporterebbe in ognuno dei casi.
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  8. #8
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    Citazione Originariamente Scritto da beowuff Visualizza Messaggio
    Mettendo un attimo da parte Incursori e affini, e parlando invece del banalissimo Agente di Polizia o Carabiniere, come si riesce a distinguere tra i canoni procedurali forniti dall'addestramento, e gli imprevisti della realtà?
    Durante i vari corsi viene spiegato che in una certa situazione bisogna reagire in un determinato modo, ma sappiamo tutti che in una situazione reale sono una miriade i fattori che influiscono sul nostro modo di intervenire, e a cui senza esperienza non siamo pronti, primo tra tutti il fatto che, per l'appunto, si tratta di una cosa "vera", e non di una sagoma in galleria!
    C'è quindi un modo per allenarsi a pensare anche in condizioni psicofisiche critiche? Ad esempio avevo letto da qualche parte che un metodo può essere quello di immedesimarsi in un certo scenario, analizzare tutte le cose negative e tragiche che possono succedere (morte o ferimento di se stessi/del collega, presenza di donne, bambini, come contesto un luogo molto affollato, etc) e pensare a come ci si comporterebbe in ognuno dei casi.
    Di modi ce ne sono tanti, ma c'è sempre un abisso tra questo e la realtà purtroppo.
    L'addestramento descritto da me e Kojak (sugli scenari simulati) può essere molto utile, perchè esclude la tua immaginazione e ti cala direttamente nel contesto pseudo-reale. E dico pseudo-realtà in quanto, se è vero che lo scenario è composto da un video reale (fatto di persone, ambienti, oggetti, auto e quant'altro), è vero anche che non tutti gli effetti rientrano in questa "realtà": l'arma che hai è vera ed è quella in dotazione agli operatori, ma è "adattata" a quella forma di addestramento. Quindi attuerai tutte le procedure per caricare, armare, puntare e sparare, ma viene meno l'effetto del rinculo dell'arma e del botto che genera il colpo esploso (che, quando sei senza tappi, stordisce non poco). Sembra poco, ma sentire l'arma che tuona e il rinculo che distoglie dall'allineamento tutti i congegni di mira, fa tanto.

    Un altro modo per simulare la realtà, però dal punto di vista più personale e non dello scenario, è quello di tirare a fuoco in galleria ma non in condizioni normali, bensì sotto stress. Perchè può sembrare semplice fare fuoco con la mente rilassata, la mano ferma, il respiro calmo ed altro, ma in condizioni di affaticamento fisico e mentale non lo è affatto. Sparare subito dopo aver fatto esercizio fisico ed in carenza di ossigeno (indossando opportune maschere che limitano la respirazione), col le pulsazioni abbastanza alte, simula lo stato di stress reale cui potresti essere sottoposto prima di un conflitto a fuoco (affanno, pressione alta, agitazione, tremori vari). Lo scenario è quello della galleria, quindi semplice con la sagoma, ma ti renderai conto che far fuoco in quelle condizioni è tutt'altro che facile (anche da distanze ravvicinate): la mano trema, hai l'affanno, senti i battiti e la vista potrebbe tradirti.

    Ancora, altro addestramento utile potrebbe essere il tiro dinamico. Fare dei circuiti con comparsa di sagome a sorpresa (e non solo ostili), potrebbe abituare l'istinto a non fare fuoco su qualunque cosa si muova, ma a discriminare il tiro. Questo addestramento, unito alle condizioni fisiche stressanti (di cui ho fatto un accenno poco sopra), potrebbe essere un buon mix per aumentare le proprie capacità di tiro in condizioni non addestrative. Se poi ci aggiungi anche il simulatore, per perfezionare i movimenti e gli automatismi, ma anche per valutare situazioni sempre nuove, e le prove in bianco, aggiungeresti un qualcosa in più al semplice addestramento a fuoco.

    Purtroppo non ci sono molti modi per simulare la realtà, e questi che ho descritto non la simulano appieno. Però, forse, rappresentano i modi migliori per addestrarsi in condizioni di emergenza...e si sa, l'arma viene estratta solo in condizioni di emergenza.
    Ultima modifica di AlexanderAvi; 07-01-18 alle 16: 25
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  9. #9
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    Grazie Alexander, MOLTO interessante ciò che dici e mi fa venire a mente alcuni spunti: come mai il 'criminale' o delinquente, riesce a avere il sangue freddo? Cosa porta questo tipo di soggetti a riuacire a mantenere la calma? Inoltre, secondo voi, un individuo che con piena volontà e senza porsi problema cagiona del danno fisico a un altro (non con uso do forza letale), con la stessa tranquillità e freddezza potrebbe cagionare la morte di qualcuno con un'arma da fuoco? Io trovo l'arma da fuoco di 'estremamente facile uso', in quanto richiede meno coinvolgimento fisico dell'approccio fisico. Per una serie di motivi mi è capitato di aver a che fare spesso con dei veri e propri criminali, gente che personalmente ritengo irriformabile, ma nessuno di questi (grazie al cielo) aveva mai ucciso, nonostante ciò sono sempre stato indeciso se considerarli alla stregua di coloro che lo avessero fatto, perché l'unico motivo che fermava quei soggetti dal cagionare la morte non era una questione morale ma di diritto penale: la privazione della libertà. Un'altra cosa che non ho potuto far a meno di notare Alexander è quello che hai detto nel messaggio precedente 'chi ci troviamo davanti, purtroppo, è più preparato di noi', come mai dici questo? Non è proprio la certezza di avere una preparazione tattica migliore che porta ad affrontare con 'maggiore serenità e confidenza in sé stessi' la situazione di rischio? Grazie ancora a tutti per gli interventi

  10. #10

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    come mai il 'criminale' o delinquente, riesce a avere il sangue freddo? Cosa porta questo tipo di soggetti a riuacire a mantenere la calma?
    Non hanno più sangue freddo, né sono più calmi di noi. Semplicemente, rispetto a noi non hanno niente da perdere. Mi ricordo di un arresto di una coppia di rapinatori di farmacie che ci aveva fatto le chiappe nere per tre settimane: in pieno giorno, giocavano a rimpiattino con le pattuglie. Finché, per la legge dei grandi numeri, gli è andata male e li abbiamo presi. Sono saltato addosso al passeggero della macchina che, sotto il sedile, teneva una .357 magnum a tamburo pieno. Dopo essersi trovato la canna del mitra in bocca e dopo averlo ammanettato mi disse una frase agghiacciante: "Le è andata bene, ha estratto prima lei....".
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