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Discussione: La ricarica dei proiettili

  1. #11
    Soldato L'avatar di obiwankenobi
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    Buongiorno.
    Come sempre grazie dei consigli, in effetti, almeno su quanto ho trovato nel web, (in attesa di comprarmi un testo che mi faccia da Bibbia), ho trovato poco o nulla sulla ricarica del calibro .32 ACP, da vedere cosa trovo sul mercato, e come suggerito, valutare costi/benefici. Per la pressa, devo capire se sono disponibili presse, ed in tal caso varrebbe la pena acquistarla, un modello che permetta la ricarica sia del 45ACP, ed il .308, ma soprattutto che sia sufficientemente robusta (in ghisa) che sia in grado di garantire la pressione di esercizio durante le varie operazioni di ricarica.
    Per il .308, qui casca l'asino: come fare ad accertare la dimensione della camera di cartuccia?... una volta incamerata la cartuccia, come riuscire a capire che il colletto vada ad occupare perfettamente la camera?, in teoria, un proiettile "nuovo", di fabbrica, dovrebbe avere una dimensione "nominale", così come la camera di cartuccia.
    Al che mi viene da pensare, che prima di ricaricare il bossolo, dopo aver rimosso l'innesco esausto, ricalibrato con il primo DIE e lavato, occorra verificarne accuratamente la lunghezza e se del caso, tornirlo per riportarlo a dimensione nominale.
    In teoria, sotto la pressione della carica, il bossolo dovrebbe allargarsi ed allungarsi, ma se fosse sottomisura, occorre sicuramente alienarlo.
    Per quanto concerne la granatura dell'ogiva, in prima battuta, da utilizzare per la "lappatura della canna", (operazione richiesta come condizione "sine qua non" dalla Sabatti), mi hanno fornito proiettili da con carica da 10.89 grani (?), con ogiva Sierra da 168 grani HBPT; non so che resa abbiano con la canna multiradiale da 26" e passo 1:11. Suppongo che non occorra scostarmi molto da questa granatura dell'ogiva, considerando che anche lei utilizza una ogiva simile. Per la granatura del propellente della ricarica dovrò poi attenermi accuratamente alle indicazioni del produttore della polvere.
    Cordialmente.
    Piero

  2. #12
    Utenti Storici L'avatar di Ippogrifo
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    Più che alle indicazioni del produttore della polvere,dovrà tenere conto anche della velocità alla bocca e della distanza di tiro.
    Il consiglio che le do,è quello di applicare la "Regola di Miller" sulla stabilizzazione delle palle.
    Potrà trovare un file di Excel da scaricare e usare per il calcolo,a questo link:

    http://www.armietiro.it/la-regola-di...ller-armi-3241
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  3. #13
    Utenti Storici L'avatar di Ippogrifo
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    Citazione Originariamente Scritto da beowuff Visualizza Messaggio
    Se, almeno i novizi, è meglio che rispettino rigorosamente le tabelle per la ricarica, che differenza c'è tra i proiettili assemblati da questi, e quelli che si acquistano in armeria?
    Il fatto è che un produttore di munizioni deve realizzare una cartuccia che deve andare "abbastanza bene" in quasi tutte le armi di quel calibro,e pertanto giocoforza mantenere delle tolleranze.

    Dovrà essere sicuro della cameratura,pertanto le realizzerà leggermente più piccole per essere certo di farle "digerire" in qualsiasi camera di scoppio.

    Dovrà mantenere le pressioni entro un livello ragionevole,malgrado il "free boring" (la distanza tra palla e inizio della rigatura) sia molto diverso da un'arma all'altra,pertanto si manterrà su dosaggi di sicurezza.

    Ecc ecc....

    Va da se che una cartuccia che si adatta un po a tutto,in realtà non può eccellere in nessuna di queste armi.

    Se invece adattiamo la cartuccia alla nostra arma,le tolleranze scenderanno al minimo,con un netto aumento della costanza e della precisione.
    Poi troveremo la "nostra" ricarica,con una palla,una velocità e delle pressioni ben precise,in modo da ottenere il massimo possibile,ma soltanto in quell'arma!

    Infatti anche prendendo un'altra arma (apparentemente) identica,quella stessa munizione non darà le prestazioni massime,ma si dovrà adattare leggermente alla nuova arma,che sarà impercettibilmente differente.

    Per questo motivo ,salvo casi rarissimi quanto fortuiti, non è possibile raggiungere il massimo della precisione in un'arma,adoperando munizionamento commerciale!
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  4. #14

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    Citazione Originariamente Scritto da obiwankenobi Visualizza Messaggio
    Buongiorno.
    .....
    Per il .308, qui casca l'asino: come fare ad accertare la dimensione della camera di cartuccia?... una volta incamerata la cartuccia, come riuscire a capire che il colletto vada ad occupare perfettamente la camera?, in teoria, un proiettile "nuovo", di fabbrica, dovrebbe avere una dimensione "nominale", così come la camera di cartuccia.
    Al che mi viene da pensare, che prima di ricaricare il bossolo, dopo aver rimosso l'innesco esausto, ricalibrato con il primo DIE e lavato, occorra verificarne accuratamente la lunghezza e se del caso, tornirlo per riportarlo a dimensione nominale.
    In teoria, sotto la pressione della carica, il bossolo dovrebbe allargarsi ed allungarsi, ma se fosse sottomisura, occorre sicuramente alienarlo.
    Un bossolo "sottomisura" è praticamente impossibile da trovare... L'allungamento dello stesso - per quanto impercettibile - è invece una possibilità da considerare, anche se dobbiamo ragionare in termini micrometrici. La tornitura diventa quindi l'unica possibilità, ma in questo caso parliamo di bossoli che hanno patito un numero rilevante di ricariche e il cui utilizzo io sconsiglio per ovvi motivi. Senza andare su ricariche esasperate, una volta ricaricato 5 volte il bossolo va eliminato. Ovvio (ma è bene specificarlo) che prima di ricaricarlo andrà accuratamente esaminato soprattutto per individuare eventuali microfessurazioni che potrebbero portare a guai seri all'interno della camera di scoppio.
    Per quanto concerne la granatura dell'ogiva, in prima battuta, da utilizzare per la "lappatura della canna", (operazione richiesta come condizione "sine qua non" dalla Sabatti), mi hanno fornito proiettili da con carica da 10.89 grani (?), con ogiva Sierra da 168 grani HBPT; non so che resa abbiano con la canna multiradiale da 26" e passo 1:11. Suppongo che non occorra scostarmi molto da questa granatura dell'ogiva, considerando che anche lei utilizza una ogiva simile. Per la granatura del propellente della ricarica dovrò poi attenermi accuratamente alle indicazioni del produttore della polvere.
    Cordialmente.
    Piero
    10.89 grs DI COSA?? Se si tratta di polvere da sparo, una granatura così bassa non la troverebbe nemmeno con la nitro!! Ritengo molto più probabile che si tratti dell'ennesimo equivoco grani/grammi: 10,89 GRAMMI (non grani....) equivalgono infatti a 168 GRANI, ma qui parliamo di OGIVA!!!!
    Mi permetto di soffermarmi fio alla paranoia su questo fattore: OCCHIO ALLE UNITA' DI MISURA!!!!!
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  5. #15
    Soldato L'avatar di obiwankenobi
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    Buongiorno.
    Il timore di confondere le unità di misura, insieme alle cariche elettrostatiche residue durante la manipolazione del propellente, è in effetti quanto mi assilla maggiormente; purtroppo nella mia lavorativa nel settore automotive, utilizzavamo la dizione "gr" per i grammi, per non confonderli con i "g" dell'accelerazione. Dopo aver letto la sua osservazione ho controllato: sulla confezione compare la scritta 10.89 g, (non gr), 168 gr HPBT, mea culpa, la mia ignoranza, mi ha portato a supporre che i due valori, si riferissero uno al peso del propellente, e l'altro al peso dell'ogiva.
    Per evitare qualsiasi errore, sono intenzionato ad acquistare un bilancino meccanico della Hornady, con la scala in grani "gr", che elimina ogni problema di confondere le due unità di misura. Ho trovato nel web alcuni filmati inerenti alle operazioni di ricarica, che suggerisce come ha indicato Ippogrifo, di controllare accuratamente ogni singola carica di propellente inserita in cartuccia, sia per armi corte che a maggior ragione armi lunghe. In quel caso viene utilizzata una bilancia elettronica, ma preferisco utilizzarne una meccanica a tre contrappesi, che garantisce una precisione maggiore. Considerando l'esiguità del numero di proiettili che ricarico di volta in volta, è una operazione che mi dovrebbe dare una certa sicurezza di costanza nel tempo.
    Gradirei avere una precisazione per quanto concerne la posizione del bossolo, da mantenere nella medesima posizione anche nelle successive camerature, gli si può annotare la posizione con un pennarello indelebile, ma, in caso di lavaggio nel tumbler, può sussistere il pericolo che la indicazione venga rimossa, dall'azione pulente?. Credo che sia assolutamente da escludere, data la criticità delle pressioni in gioco sul corpo della cartuccia, qualsiasi azione "meccanica", quali incisioni, o scrittura con penna elettrica.
    Piero

  6. #16

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    Piero mi offre il destro per affrontare l'argomento RISCHI DA RICARICA, lasciando naturalmente a @Ippogrifo le risposte per gli interrogativi di sua competenza.

    1) CONFUSIONE NELLE UNITA' DI MISURA
    E' il rischio che ciascuno di noi ha corso almeno una volta nella sua vita di ricaricatore. Purtroppo nell'ambiente oplofilo la confusione è un rischio davvero concreto a causa della coesistenza delle unità di misura anglosassoni con quelle europee. Ecco perché ultimamente sulle scatole delle cartucce compare il peso dell'ogiva espresso in entrambe. Si badi bene: PESO DELL'OGIVA! Nessun produttore si azzarderà mai a indicare il tipo di polvere e la relativa quantità, prima di tutto per un fattore di responsabilità; in secondo luogo, per un fattore commerciale che risponde ai criteri già enunciati dal mio collega poco sopra. Per cui, soprattutto all'inizio, la parola d'ordine sarà sempre verificare, verificare verificare! E non avere mai alcun dubbio nel disassemblare la cartuccia appena ricaricata in caso del seppur minimo dubbio.

    2) PRESSIONI
    Discorso strettamente legato al punto precedente. Si possono incorrere principalmente in due situazioni, entrambe pericolosissime specialmente sulle armi corte di ultima generazione, molto più inclini all'uso di polimeri.
    2a) SOVRADOSAGGIO: capita molto più spesso con l'uso di polveri vivaci (il cui dosaggio è sicuramente minimo e non arriva a riempire il bossolo) ed è dovuto essenzialmente a distrazione o a malfunzionamento del dosatore soprattutto nelle presse automatiche. Va da sé che un sovradosaggio comporterà una "botta" assolutamente infausta per l'arma e - spesso - per il tiratore e per chi gli sta vicino. Il bossolo può fondersi nella camera di cartuccia, oppure può fessurarsi con pericolosissima uscita di gas incandescenti dal carrello al momento della sua apertura, oppure ancora può spaccarsi in pericolose schegge. I danni all'arma possono essere di rilevante entità.
    2b) SOTTODOSAGGIO: rischio che capita quando si cambia troppo spesso tipo di polvere nel dosatore. Si è caricato con quantitativi minimi di polvere vivace e si passa a caricare con polvere progressiva, dimenticandosi di tarare il misurino del dosatore. Quando si va a sparare, si sente subito "a orecchio" il flop del colpo fallato. E fin qui niente da dire. Il rischio vero e proprio è che l'ogiva si sia "piantata" nella canna e che il tiratore vada a "doppiare" il colpo in rapidità, cosa che avviene nel tiro dinamico. I risultati non possono che essere catastrofici....
    2c) ASSENZA DI POLVERE: anche qui, distrazione o errato funzionamento del dosatore fanno sì che il bossolo non venga riempito per niente. Ma che venga ugualmente innescato. L'esplosione dell'innesco garantisce sicuramente il distacco dell'ogiva che andrà a "piantarsi" nella parte iniziale della canna. Nelle semiauto il problema viene immediatamente percepito per il mancato scarrellamento dell'otturatore; nei revolver invece la cosa è ben più pericolosa.

    3) ECCESSO DI CRIMPATURA
    Se il bossolo è stato ritarato nelle sue dimensioni ideali e se si agisce con il crimp della pressa, non ci dovrebbero essere problemi. Alcuni tiratori utilizzano invece un crimp manuale che può comportare un maggiore serraggio del colletto del bossolo. Pressioni e rinculo alle stelle; danni possibili, anche se residuali, essendo le camere di scoppio di tutte le armi tarate per sovrapressioni spesso 5 volte superiori a quelle ottenute con una ricarica sbagliata.

    4) STATICA
    E' un rischio che corrono soprattutto i ricaricatori che usano la polvere nera. Fermo restando che le polveri commerciali oggi sul mercato risentono di questo problema in maniera quasi nulla e che i materiali plastici utilizzati soprattutto per il dosatore sono tutti antistatici, sarà sufficiente utilizzare le normali accortezze sull'abbigliamento, sul divieto di impiego di trasformatori nelle vicinanze della stazione di ricarica e sull'isolamento da terra del tavolo di ricarica.
    Per quanto riguarda invece la polvere nera (utilizzata ormai solo da chi ricarica per armi "old west"), il suo impiego e la sua manipolazione devono essere estremamente cauti poiché a questa "signorina" basta davvero un'invisibile scintilla per fare più danni della dinamite. Ma, non essendo questo il nostro caso, lascerei l'argomento da parte.

    5) ERRORE NELLA SCELTA DELL'INNESCO
    Cosa abbastanza residuale, tuttavia possibile. I maggiori problemi potrebbero essere quelli dell'inceppamento dell'arma in caso di utilizzo di inneschi small su cartucce magnum o - viceversa - lo sfiancamento o crepatura della base del bossolo. Altro rischio è quello di ricaricare inneschi Berdan al posto dei Boxer (o viceversa): fermo restando che i primi spesso sono incompatibili sui secondi e che sono ormai introvabili sul mercato, dovesse capitare si dovrebbe dire addio al bossolo....
    Ultima modifica di Kojak; 31-12-17 alle 19: 55
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  7. #17
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    Che bel topic!!!!! Mi interessa molto ma prima di leggerlo con cognizione di causa devo studiarmi un libro in argomento direi! Intanto, visto che passerà un po' di tempo, avete consigli particolari sul 9x21? Buon anno a tutti, continuerò a leggere con interesse

  8. #18

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    Citazione Originariamente Scritto da Baer Visualizza Messaggio
    Che bel topic!!!!! Mi interessa molto ma prima di leggerlo con cognizione di causa devo studiarmi un libro in argomento direi! Intanto, visto che passerà un po' di tempo, avete consigli particolari sul 9x21? Buon anno a tutti, continuerò a leggere con interesse
    Buon anno a tutti! Circa il 9x21, esso è la palestra ideale per cominciare a muovere i primi passi nel mondo della ricarica per armi corte. Attrezzatura di facile reperibilità, costi molto contenuti, estrema varietà di "ricette"... insomma, ce n'è per tutti i gusti! Inoltre è un calibro che, al contrario ad esempio del .40S&W, permette anche di "sbagliare", avendo margini di tollerabilità molto ampi. Ciò non significa naturalmente che se ne debba abusare....
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  9. #19
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    Buongiorno.
    ... e Buon Anno a tutti.
    Ho preso debitamente nota di tutti i consigli, e come mio solito ne faccio tesoro.
    @Ippogrifo, ho scaricato il file di xls, mi sono sorte spontanee due domande: la prima inerente alla temperatura: deve essere quella ipoteticamente utilizzata sul campo di tiro?; la seconda la velocità del proiettile, deve essere rilevata dopo la preparazione di un numero limitato di proiettili, per così dire sperimentali?
    @ Kojak, ho prestato maggior attenzione ad una descrizione nel web, sembra che nella composizione delle polveri ci sia anche della grafite, per ridurre la possibilità di accensioni per anomalie statiche durante la manipolazione, comunque la massima attenzione non nuoce mai.
    Grazie
    Piero
    Ultima modifica di obiwankenobi; 01-01-18 alle 18: 23

  10. #20
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    Sia la velocità che la temperatura dovrebbero essere quelle teoricamente ideali,ovvero quelle per avere i parametri di riferimento.
    Una volta azzerata l'arma su quei valori,ogni variazione di temperatura,velocità o altro,potrà essere compensata con un semplice calcolo,dopo aver fatto debita esperienza ed aver accumulato abbastanza dati per quantificare le influenze di questi parametri.

    Riguardo invece l'elettricità statica,non conosco incidenti occorsi a qualche ricaricatore per questo motivo.
    Tuttavia personalmente ho sempre curato di evitare abiti sintetici,preferendo lana o cotone ( a seconda delle stagioni) per ridurre a zero qualsiasi rischio.

    Invece mi sento di darle un piccolo consiglio dettato dalla mia esperienza.
    Se deciderà di pesare singolarmente le dosi, le consiglio di adottare questa procedura.
    Prenda due porta bossoli identici,in uno metterà i bossoli da ricaricare e lo posizionerà a destra del bilancino.
    L'altro,quello che resterà vuoto,lo posizioni invece a sinistra.

    Ogni volta che peserà una dose,subito dopo prenderà un bossolo dal porta bossoli a destra,vi introdurrà la relativa dose,e lo posizionerà nel porta bossoli di sinistra.
    Continuerà ripetendo questi gesti sino al completo riempimento di tutti i bossoli.

    Con questo sistema è IMPOSSIBILE introdurre accidentalmente una doppia dose!

    Invece,procedendo come fanno in tanti,ovvero prelevare un bossolo,riempirlo e riposizionandolo nell'identica posizione da cui si è preso,si corre il rischio (teorico) di sbagliare e introdurre una doppia carica.

    Questo vale ovviamente solo su alcuni ricaricamenti (ad esempio quelli con le palle in lega) ,perchè su quelli standard,la polvere traboccherebbe, denunciando immediatamente l'anomalia.

    Tuttavia io per abitudine,adotto questa procedura nella totalità dei casi....la prudenza non è mai troppa...!
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