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Risultati da 31 a 40 di 63

Discussione: Gravi episodi, crisi di valori nell'Arma ?

  1. #31
    Maresciallo
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    Citazione Originariamente Scritto da Kojak Visualizza Messaggio
    Alla risposta di @golia aggiungo alcuni spunti di riflessione che mi riservo di argomentare se del caso.

    Si è perso di vista un punto che a mio avviso è imprescindibile se si vuole partire col piede giusto in ogni amministrazione militare o militarmente organizzata. Quello cioè della necessaria e logica compressione dei diritti individuali che - in quanto non rappresentativi del senso dello Stato - passano necessariamente in secondo piano. E' questo a non essere accettato da chi OGGI entra a far parte di queste amministrazioni. Vengono cioè anteposti i diritti a quelli che sono invece i doveri peculiari di un militare (o equiparato). Tanti anni fa alla scuola allievi ci dicevano: "vestire la Divisa è come vestire un saio". Oggi un simile concetto viene considerato anacronistico, superato: alle 19 si smonta, se arriva la rogna alle 18:55 sono bestemmie e tentativi di passare ad altri l'incombenza... non c'è quasi più vita di caserma, vera forgia di uomini ben temprati e avvezzi a condividere tutto: c'è invece la vita agiata, quasi "impiegatizia", che porta a criticare sempre e comunque tutto. Come ho ribadito più volte, anche l'uso della terminologia è un importante segnale della deriva, a partire dal passaggio da "ordini" a "disposizioni", sostantivo quest'ultimo che lascia intravvedere come possibile una messa in discussione da parte di chi le riceve.


    Il recupero della memoria storica del Corpo di appartenenza, tanto per dirne una. Da quando gestisco Polizianellastoria.it e collaboro con Cadutipolizia.it mi sono reso conto che - almeno nella mia amministrazione - vige un'ignoranza diffusa pressoché a tutti i livelli su chi siamo, chi siamo stati, quali sono le nostre radici. Solo apprezzando la nostra storia e i sacrifici fatti da chi ci ha preceduto potrebbe nascere un reale attaccamento al Corpo di appartenenza.
    Non per piaggeria ma la l'intervento è da incorniciare. Ad ogni modo è vero che l'uso della terminologia adeguata è fondamentale ( anche se spesso più che frutto di lassismo ho notato che è la risultante di circolari scritte da vice prefetti o personale civile che non ha contezza più di tanto su queste sottigliezze che per alcuni di noi sono fondamentali).
    D'accordo sul recupero della memoria storica e sulla necessità di farla rivivere; polizianellastoria e cadutipolizia.it sono due siti nobili che sono una forma di associazionismo se vogliamo 2.0., pur se non hanno secondo me la visibilità e la diffusione che meritano. Sono sempre più convinto che la via maestra è questa, una integrazione di Associazionismo ( che faccia rivivere e nascere ciò che si sta perdendo, incluso lo spirito di comunità,se questo è il termine adeguato) riconosciuto e integrato con le Amministrazioni di appartenenza

  2. #32
    Caporale
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    Fino agli anni '70 c'è stato un abuso della disponibilità del personale, del senso del dovere ecc. per cui il personale era spesso sottoposto a turni massacranti e privo di diritti. Un ufficiale in congedo mi ha detto che "c'era il riposo settimanale che era irrinunciabile perché previsto dalla Costituzione, ma capitava spesso che ci si segnasse a riposo, ma poi si lavorasse comunque". Questo, unito a stipendi miseri, ha portato ad un comprensibile malcontento ed alla rivendicazione di giusti diritti. Ma come spesso accade, si passa da un estremo all'altro, nel senso che oggi sento tanti che rivendicano i diritti, ma si scordano dei doveri. O che, in altre parole, rivendicano la "specificità" quando si tratta di fare rivendicazioni economiche, ma poi ragionano come impiegati delle Poste. Con tutto il rispetto, si intenda, per gli impiegati delle Poste, che però non sono responsabili della sicurezza nazionale. Quindi accade non solo che l'orario sia molto ridotto rispetto al passato, ma che nelle ultime ore di turno gli equipaggi siano poco produttivi, al fine di rientrare in ufficio o in caserma all'orario preciso per "timbrare il cartellino".
    Certo, lo straordinario va pagato. Pare che sia pagato una miseria e spesso anche con grave ritardo. Però quando c'è da farlo, occorre anche la disponibilità a farlo.
    In certi settori, specie quelli investigativi, forse andrebbe proprio sostituito da un'indennità di missione omnicomprensiva dello straordinario. Ti pago, poniamo, 500, 600 o 700 euro netti in più tutti i mesi, ma in cambio ricominci a lavorare sugli obiettivi senza contare le ore, come si faceva un tempo, quando però nemmeno venivi pagato; ponendo dei limiti massimi non superabili, a tutela della salute del lavoratore. Le invidie degli altri, che pure ci sarebbero, sarebbero ingiustificate: semplicemente si paga di più chi lavora di più ! Ed anche gli aumenti, invece di essere distribuiti a pioggia con pochi euro a testa, dovrebbero andare ad incentivare straordinari, notturni e festivi.
    Ultima modifica di Dario (Toscana); 06-12-17 alle 19: 18

  3. #33
    bartok
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    golia,
    Un mio cliente Maresciallo dei CC ha detto che se in Compagnia il Capitano dispone dei turni che non gli vanno bene, si mette in malattia, e così fanno anche gli appuntati.
    ma la soluzione qual è? quello telefona al medico, dice che sta male, il medico non può provare il contrario, né vuole passare guai, anche se avesse capito il trucco. Se il certificato venisse negato, il "furbetto" chiederebbe di farsi mettere per iscritto il diniego, il giorno dopo potrebbe far finta di star male e denunciare il medico. Oppure potrebbe andare in infermeria, inventarsi qualche "palla" e andare in convalescenza, per poi tornare come "tecnico amministrativo" (che è un curioso status secondo il quale si è "idonei all'uso incondizionato delle armi" - della serie: "se c'è una guerra, puoi andare!" -, ma non si può svolgere il proprio incarico, ad esempio "operatore" di qualcosa o svolgere servizi), senza magari avere poi la minima capacità amministrativa.
    Il medico, dunque, si para il c...o. perché poi il "furbetto" il giorno dopo potrebbe anche far finta di svenire o di star male e denunciarlo. D'altra parte i soggetti "poco affidabili" sono noti, per cui per buona pace di tutti, sapendo che piantano grane, vengono largamente estromessi dai servizi, piuttosto che trovarsi con "panico certo" all'ultimo minuto. Nel frattempo, nella difficoltà di poter veramente procedere con delle vie di fatto, ci si spreca in "campagne di sensibilizzazione". "campagne", magari fatte in occasione di qualche adunata, che devono pure mantenersi sul vago, perché fare nomi e cognomi=denuncia.

    Punirli? E come? Mica li si può punire perché "stanno male". Si finirebbe per essere puniti. Li si può punire se fanno qualche errore formale... come non aver avvisato con il necessario preavviso il fatto di aver mandato il certificato medico. Ma è ben diverso punire uno per "violazione di servizio regolato da consegna" (che poi, infine, è di questo che si parla!), dal rimprovero "perché non ha avvisato della sua assenza per tempo" la linea gerarchica. Abbassare le note? sì. Ma se il soggetto fa così, è perché evidentemente avere una valutazione più bassa non lede i suoi interessi.

    D'altra parte poi in questi casi si parla di persone in servizio permanente: non gli si può neanche togliere il "pernotto".

    La realtà, è che le cose funzionano perché mediamente la gente ha la propensione a fare ciò che deve. C'è chi - ed è la maggioranza - non ce la farebbe MAI a comportarsi in un certo modo. Sia come sia il problema sta nelle leggi attuali. E' inutile pensare di uscire da questo ampasse, senza immaginare di agire sulle leggi.
    Ultima modifica di bartok; 09-12-17 alle 20: 50

  4. #34
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    Questa è un'altra problematica dilagante. Ormai fare il Carabiniere sta diventando sempre più un "mestiere" dall'orario 8-14 (se non mi paghi non faccio un minuto di più), di competenze sempre più ristrette (il "non mi compete" in certe occasioni si spreca), di poter dire sempre l'ultima parola pur di avere tutto ciò "che mi spetta" e se non lo si ottiene si fa presto a chiamare il Cobar per farsi tutelare.
    Ma il sacrificio dov'è finito? E' vero i tempi sono cambiati dal 1814, ma credo che l'Arma non sarebbe stata così determinante nella storia se tutti i suoi appartenenti si fossero aggrappati a quei pochi diritti riconosciuti, alle spettanze, alle competenze settoriali o ad altro. Si lavorava punto e basta e lo si faceva con piacere, si correva per arruolarsi nelle sue fila, ben sapendo che era molto difficile entrarvi. E una volta dentro, si svolgeva il proprio servizio sempre con dedizione e portando avanti quei valori che erano già ben consolidati in ciascuno dei Carabinieri: si soccorrevano i malati di peste, di andava braccando i banditi, tralasciamo le Guerre dove l'impegno è indiscutibile, gli Anni di Piombo...
    E credo che tutti i meriti che L'Arma ha ottenuto, li ha dovuti proprio a quei suoi Carabinieri instancabili, sempre in servizio, che avevano a cuore il Paese e la propria Istituzione. E di sicuro non lo facevano per soldi, perchè non è paragonabile in benessere di oggi con quello degli anni passati: eppure, a fronte di un maggiore benessere odierno (di guadagno, comfort e diritti riconosciuti), si assiste ad un calo di "rendimento", "dedizione", "impegno", o, più in generale, di "senso del dovere".
    Si dovrebbe agire non guardando l'orologio o gli euro che non verranno mai pagati a fronte di un maggiore orario di lavoro svolto per esigenze di servizio. Non ci si dovrebbe rifiutare di svolgere un'attività diversa perchè mai svolta e quindi non rientrante nelle proprie competenze abituali. Non esistono nell'Arma competenze settoriali in ambito territoriale: nelle Stazioni tutti fanno tutto. I militari sono intercambiabili e questo fa si che le caserme non si blocchino mai perchè, magari, manca qualche "addetto" ad un ufficio.
    E' vero, può essere pesante, nessuno lo nega. Ma chi ha scelto questa strada era consapevole di ciò; era consapevole che avrebbe indossato le stellette e che le stellette avrebbero richiesto sacrificio e abnegazione e il mettere sempre avanti l'interesse dello Stato e della propria Istituzione (che non persegue fini propri, ma il fine più grande della tutela dei diritti altrui e dello Stato tutto).

    Quindi? Il maggiore benessere può far venire meno i valori per i quali si è scelto di intraprendere una certa strada? Questo non è semplice dirlo, perché nessuno lo affermerà mai. Forse una prova potrebbe essere quella, non dico di azzerare tale benessere, ma di ridurlo alquanto e verificare quanti siano veramente convinti della scelta fatta e quanti, invece, andrebbero incontro a dei ripensamenti.
    Ultima modifica di AlexanderAvi; 10-12-17 alle 20: 08
    Rendere la propria vita agli altri senza nulla ricevere in cambio, se non la stima della gente orgogliosa di averci al suo fianco. Ecco cosa significa essere CARABINIERI
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  5. #35

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    E quale voce più autorevole di chi vive "dall'interno" questa situazione??
    Come vedete, siamo tutti d'accordo nel tracciare la stessa situazione: un "lavoro", non più un "servizio"; una filosofia "impiegatizia", non più una dedizione militare. Il grosso problema è che in taluni casi la base tende ad avere il sopravvento sui vertici. Questa a casa mia si chiama insubordinazione. Ma provate a farvi un giro in un qualsiasi ufficio, indipendentemente se "stellettato" o no! L'appuntato che mugugna in faccia al brigadiere o al maresciallo; l'assistente capo che litiga con l'ispettore o col funzionario... Cose che solo fino a qualche anno fa sembravano impensabili! Ma sulle spalle il subordinato ha il falso tepore della copertina di lana dei sindacati! Ogni ordine può essere discusso, ogni imprevisto può essere aggirato!
    Dall'altra abbiamo una nuova generazione di funzionari (parlo per la mia amministrazione; per la Benemerita lascio la parola a chi ne vive la realtà) molto più attenta alla propria carriera, fatta di risultati e di mancati imbarazzi istituzionali. Quindi, guai a creare vertenze sindacali o malumori tra la truppa! Questo porta inevitabilmente a un progressivo annacquamento dei ruoli e delle funzioni: se ogni ordine può essere discusso, qual'è la differenza tra un commissario capo, un ispettore e un assistente??
    Troppo spesso ci dimentichiamo che siamo disciplinati da un ordinamento MILITARE o MILITARMENTE ORGANIZZATO!! E che se ogni volta ci mettiamo a fare discussioni su tutto, il motore si imballa!!
    Per tornare quindi all'argomento del topic, personalmente trovo allarmante l'abbassamento della guardia nei controlli del personale! Le ispezioni nelle camerate sono un ricordo del passato, il controllo dell'assetto formale di una pattuglia, idem. Da noi ormai solo la Polizia Stradale (che ha mantenuto una tradizione militare) fa ancora le ispezioni alle pattuglie in strada. Questo mi fa pensare che tutto il nostro sindacalismo (meritorio negli anni Settanta per l'ottenimento delle necessarie migliorie stipendiali) è diventato un apparato che confonde la tutela dei diritti del lavoratore con la necessaria disciplina che si deve mantenere all'interno di ogni amministrazione.
    Sovrintendente della Polizia di Stato
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  6. #36
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    Hanno permesso che la cosa girasse nel senso contrario a quello originale...

    Mi spiego.

    Una volta si doveva prima "Dare" (e anche tanto,credetemi sulla parola...) e poi ,forse, si poteva "Chiedere",sapendo in anticipo che le cose potevano essere rifiutate per motivi insindacabili .

    Oggi invece si "Chiede" sempre più spesso e con insistenza,e si cerca di "Dare" il minimo indispensabile (alcuni fanno anche meno...) ,accampando sempre più spesso diritti e leggi a supporto delle proprie richieste.

    Ricordo ancora come negli anni '80 la disciplina ferrea fosse una cosa scontata,naturale.
    Nessuno fumava in divisa ,e se proprio dovevano farlo,stavano ben nascosti agli occhi di chiunque. Togliersi il berretto in servizio era impensabile,anche se si sudava a catinelle e il concetto di "Straordinario" nemmeno esisteva!
    Si era SEMPRE in servizio,nel senso più completo del termine,e qualsiasi esigenza personale si sapeva sarebbe venuta solo dopo quelle dell'Arma.

    Ma ci si guadagnava anche il rispetto reciproco...

    Ufficiali e Sottufficiali non ci "mandavano" a fare qualcosa ma ci "guidavano",dividendo con noi rischi e disagi, spesso sopportandone più di noi.
    Noi lo sapevamo,e cercavamo sempre di dare il meglio di noi stessi,senza risparmiarci in nulla.

    Un piccolo esempio per far comprendere lo spirito del tempo.

    Durante uno dei tanti corsi di perfezionamento,avevamo un Maresciallo particolarmente esigente nei risultati che voleva ottenere da noi,a tal punto che a volte per punizione ci faceva marciare di notte anche sotto la pioggia,urlandoci in continuazione la sua..."insoddisfazione".Ma lui marciava assieme a noi e si bagnava altrettanto!
    Iniziavamo davvero a detestarlo...sino a che un giorno,passando vicini al Corpo di Guardia,sentimmo le voci di una discussione molto concitata,provenire dal piano superiore.
    Era il nostro Maresciallo che stava litigando con il Capitano comandante la Caserma,e quello che udimmo era più o meno questo...

    "...Io a questi ragazzi gli faccio un **** tanto,gli chiedo anche l'anima e loro fanno di tutto per darmela.So bene che mi odiano,ma fanno di tutto lo stesso per obbedire agli ordini che gli do,solo perchè sono Carabinieri e sono orgogliosi di esserlo! Quando io vengo a dirle che non sono soddisfatto di quello che mangiano e della qualità dei loro materassi,è perchè SONO IO che me ne accorgo,perchè loro non me lo direbbero mai!
    Io li strizzo come spugne perchè il corso prevede questo,ma PRETENDO che il cibo sia ottimo,e che quando tornano sfiniti dalle esercitazioni debbano poter dormire su un materasso comodo.Se non siete in grado di garantirmi questo,dovrete trovarvi un altro Maresciallo!"

    La settimana successiva sostituirono tutti i materassi, e il rancio divenne paragonabile a quello di un ristorante.

    Quando ,all'alzabandiera del mattino successivo con il plotone inquadrato, arrivò il solito Maresciallo,non potemmo trattenere un sorriso,perchè la notizia aveva fatto il giro della caserma,e tutti lo vedevano come un padre,non più come un semplice Istruttore.

    Lui lo notò e il suo commento fu:

    "Cosa ***** avete da sorridere!Pensate di essere in vacanza? Visto che siete così allegri,oggi faremo due ore di attività in più,così vi passerà! ROMPETE LE RIGHE!"

    Ma noi gli volevamo bene lo stesso, e se fosse stato necessario,lo avremmo seguito anche attraverso l'inferno!

    Vi ho tediato con tutto questo scritto,perchè ci tenevo a descrivervi lo spirito che permeava l'Arma una trentina di anni fa...e non secoli addietro!

    Ma sembrano davvero trascorsi dei secoli...
    ESSE QUAM VIDERI (Essere,piuttosto che sembrare - Cic.)



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  7. #37
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    @Ippogrifo, molto bello il suo racconto!
    Purtroppo è vero, nella mia brevissima esperienza in Uniforme devo ancora trovare Sottufficiali pronti a difendere a spada tratta i propri sottoposti, e Militari disposti a dare tutto all'istituzione di appartenenza.

    E si, le cose funzionano davvero al contrario, non solo perché, oggigiorno, si è ormai usi a pretendere prima ancora di dare. Chi lavora, si impegna, ha voglia di fare e imparare, cerca di dare più di quanto richiesto, viene visto come una mosca bianca, spesso deriso, se non rimproverato dai propri colleghi proprio perché lavorando alzerebbe il livello di impegno preteso dai superiori nei confronti di tutti.
    L'unica cosa positiva di tutto ciò è che chi non vuole finire in qualche ufficio non deve sgomitare troppo per accedere a reparti un po' più dinamici
    La vita comincia quando non si hanno più certezze

    Se sei un nuovo Utente, ricordati di presentarti nella sezione Benvenuto, Presentati!! e di leggere il Regolamento !

  8. #38
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    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    golia,


    ma la soluzione qual è? quello telefona al medico, dice che sta male, il medico non può provare il contrario, né vuole passare guai, anche se avesse capito il trucco. Se il certificato venisse negato, il "furbetto" chiederebbe di farsi mettere per iscritto il diniego, il giorno dopo potrebbe far finta di star male e denunciare il medico. Oppure potrebbe andare in infermeria, inventarsi qualche "palla" e andare in convalescenza, per poi tornare come "tecnico amministrativo" (che è un curioso status secondo il quale si è "idonei all'uso incondizionato delle armi" - della serie: "se c'è una guerra, puoi andare!" -, ma non si può svolgere il proprio incarico, ad esempio "operatore" di qualcosa o svolgere servizi), senza magari avere poi la minima capacità amministrativa.
    Il medico, dunque, si para il c...o. perché poi il "furbetto" il giorno dopo potrebbe anche far finta di svenire o di star male e denunciarlo. D'altra parte i soggetti "poco affidabili" sono noti, per cui per buona pace di tutti, sapendo che piantano grane, vengono largamente estromessi dai servizi, piuttosto che trovarsi con "panico certo" all'ultimo minuto. Nel frattempo, nella difficoltà di poter veramente procedere con delle vie di fatto, ci si spreca in "campagne di sensibilizzazione". "campagne", magari fatte in occasione di qualche adunata, che devono pure mantenersi sul vago, perché fare nomi e cognomi=denuncia.

    Punirli? E come? Mica li si può punire perché "stanno male". Si finirebbe per essere puniti. Li si può punire se fanno qualche errore formale... come non aver avvisato con il necessario preavviso il fatto di aver mandato il certificato medico. Ma è ben diverso punire uno per "violazione di servizio regolato da consegna" (che poi, infine, è di questo che si parla!), dal rimprovero "perché non ha avvisato della sua assenza per tempo" la linea gerarchica. Abbassare le note? sì. Ma se il soggetto fa così, è perché evidentemente avere una valutazione più bassa non lede i suoi interessi.

    D'altra parte poi in questi casi si parla di persone in servizio permanente: non gli si può neanche togliere il "pernotto".

    La realtà, è che le cose funzionano perché mediamente la gente ha la propensione a fare ciò che deve. C'è chi - ed è la maggioranza - non ce la farebbe MAI a comportarsi in un certo modo. Sia come sia il problema sta nelle leggi attuali. E' inutile pensare di uscire da questo ampasse, senza immaginare di agire sulle leggi.
    Hai ragione. Però ci sono tanti modi per punire.
    Basta crearti continui fastidi, ansie o aumenti di bile.

    Quello che hanno scritto altri utenti ( presumo tutti cc e ps) è significativo. Provoca scoramento, ma anche fiducia perché mostrate senso critico a queste malformazioni e anche un certo disappunto.
    Sulla base di quanto da voi detto, due sono i ragionamenti che mi sorgono spontanei. Distinguiamo il problema gestionale da quello culturale ossia di "mentalità".
    In riferimento al primo è evidente la possibilità di usare tanti strumenti ( non scendiamo nel merito) che consentono di raddrizzare la schiena.
    Sotto l'aspetto della mentalità credo ci sia poco da fare. Nel senso che se da un lato si agisce cercando di rinsaldare il senso di appartenenza ( anche qui esisterebbero vari modi) dall'altro come ha detto prima un utente, si deve agire sul piano normativo. Più sono le leggi che attribuiscono tutele più si avverte l'esigenza di avvalersene e abusarne.
    E' chi esercita l'attività di comando che deve saper gestire in modo sapiente come un alchimista i diritti e i doveri.
    Credete che chi esercita il comando sia tanto più colto ? L'incapacità di rispondere in modo puntuale ed energico alle pressioni sindacali o dei cobar è il frutto,spesso,dell'ignoranza di istituti di diritto oltreché attenzione alla carriera. Perché la carriera non c'entra e non viene toccata quando l'articolazione di comando superiore o il Dipartimento ha le carte a posto.
    In sintesi, dopo aver fatto il giusto raffronto con il passato, si vada avanti, e si imparino a gestire le novità che inevitabilmente sono il frutto del mutare dei tempi, che piaccia o no.
    I capisaldi esistono. Si perseguano nel migliore dei modi con i nuovi strumenti che la legge dà.

    Ultima nota per rispondere a kojak sul discorso delle ispezioni: quanta verità !
    Oltre ad essere un utile strumento di controllo sono anche un modo di vicinanza al personale. Vedere che fanno ( magari stanno lavorando bene), complimentarsi per come stanno lavorando, offrigli il caffè, scambiare due battute, sono tanti modi per creare delle condizioni adeguate di clima sereno.
    Inoltre io valorizzerei molto la figura del sottufficiale e dell'appuntato/assistente anziano, che sebbene spesso sono proprio loro i primi disillusi e a dare il cattivo esempio, altre volte potrebbero essere molto validi e utili nella gestione degli uomini. Però non ho esperienza diretta in questo, magari mi sbaglio.
    Ultima modifica di gagliardi; 11-12-17 alle 19: 39

  9. #39
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    Io dico che il pesce puzza sempre dalla testa...
    mi spiego:
    chi sceglie i vertici delle forze armate e di polizia? I politici
    a chi rispondono del proprio operato? Vedi sopra, non certo ai cittadini.

    Ed in un sistema autoconservativo ed autoassolutorio quale quello politico istituzionale italiano, ogni istituzione è intrisa del germe della mancanza di dover dar conto del proprio operato.

    E, non per filosofeggiare, ma ricordo che un certo Hans kelsen sosteneva che i consociati rispettano le regole solo se vi è un adeguato sistema sanzionatorio (parlo di sanzioni positive e negative ovviamente).
    Ed in Italia il sistema sanzionatorio, per scelta politica, è da tempo andato a farsi friggere.
    quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare,vi è un prezzo da pagare,ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare

  10. #40
    Maresciallo
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    Citazione Originariamente Scritto da fatality Visualizza Messaggio
    Io dico che il pesce puzza sempre dalla testa...
    mi spiego:
    chi sceglie i vertici delle forze armate e di polizia? I politici
    a chi rispondono del proprio operato? Vedi sopra, non certo ai cittadini.

    Ed in un sistema autoconservativo ed autoassolutorio quale quello politico istituzionale italiano, ogni istituzione è intrisa del germe della mancanza di dover dar conto del proprio operato.

    E, non per filosofeggiare, ma ricordo che un certo Hans kelsen sosteneva che i consociati rispettano le regole solo se vi è un adeguato sistema sanzionatorio (parlo di sanzioni positive e negative ovviamente).
    Ed in Italia il sistema sanzionatorio, per scelta politica, è da tempo andato a farsi friggere.
    E quegli strumenti che esistono non vengono attuati per pavidità.
    Ultima modifica di gagliardi; 11-12-17 alle 19: 40

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