Originariamente Scritto da
Dario (Toscana)
Allora, in termini "giuridici" essere militari significa essenzialmente essere soggetti al regolamento di disciplina militare ed al codice penale militare di pace.
Ma (e lo dico pur essendo anch'io un giurista) non è certamente questo l'aspetto più importante. L'aspetto disciplinare o penale militare dovrebbe entrare in gioco solo nelle ipotesi patologiche. La differenza principale, quella che dovrebbe differenziare il militare dal civile nella fisiologia, dovrebbe riguardare l'aspetto etico-motivazionale: amore per la Patria, spirito di corpo, spirito di servizio, senso del dovere, senso dell'onore, disciplina, onestà, lealtà e via dicendo.
L'aspetto penale-disciplinare dovrebbe subentrare solo nelle ipotesi (che dovrebbero essere patologiche e quindi limitate) in cui viene meno l'osservanza spontanea dei valori (prima ancora che delle regole) della disciplina militare.
Valori e regole che dovrebbero riguardare, tra l'altro, anche l'area civile: è l'art. 54 della Costituzione "democratica e antifascista" che parla di fedeltà, disciplina ed onore. E pur tuttavia per il militare queste regole e questi valori dovrebbero valere con ancora maggiore intensità.
Detto questo, un rilassamento della disciplina e del senso dell'onore penso che ci sia.
Ma è anche perché nella società attuale valori come Patria, onore, disciplina, senso del dovere e via dicendo non sono più sentiti, né attuali. Non è certo da oggi. Tuttavia negli ultimi venti-trenta anni si è assistito ad un'ulteriore disgregazione: la disgregazione della famiglia. Spesso i giovani non vengono più educati dai genitori, in guerra tra di loro, neppure all'onestà ed al rispetto. Nelle scuole non si riesce più a mantenere la disciplina. Lo Stato ha perso buona parte della sua credibilità. La filosofia di fondo della società in cui viviamo è quella dell'egoismo e dell'accaparramento ai danni del prossimo. Siamo stati abituati a pensare "io faccio quello che mi pare".
E come ho già detto, i Carabinieri non vengono reclutati sulla Luna. E quindi, se almeno fino agli anni '80, era ancora possibile plasmare i giovani dopo l'arruolamento ed insinuare dentro di loro un certo spirito di corpo e spirito di servizio, oggi diviene molto più difficile o quasi impossibile. Le FF.AA. diventano inevitabilmente lo specchio della società in cui sono inserite e, se non ci sono a monte dei valori in cui credere, le norme giuridiche diventano sterili e senza applicazione pratica. Senza considerare che arrestare i delinquenti per vederli uscire il giorno dopo o permettere che questi possano fare violenza o resistenza senza che gli operatori si possano difendere, se non a rischio di finire sotto inchiesta, è estremamente demotivante.
Nella migliore delle ipotesi, sui grandi principi e sulle leggi prevale la mentalità parasindacale ed il CCNL, per cui il militare lavora 36 ore con il cronometro alla mano e tanti saluti a tutto il resto. Nelle peggiori ipotesi, vengono commessi reati, magari contando sull'impunità generalizzata dell'illegalità, che è sotto gli occhi di tutti o sulla circostanza che, dopo l'abolizione, nel 1990, della decadenza automatica dall'impiego in caso di condanna penale è comunque possibile "mantenere il posto", anche se scoperti.
Però, ripeto, non ci sono colpe particolari nei Carabinieri, che rimangono comunque, a mio avviso, l'Istituzione più affidabile. C'è però un inevitabile riflesso del clima di sfascio e di lassismo della società in cui viviamo e di cui, inevitabilmente, anche l'Arma fa parte.
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