PS:
a 11 anni andai in settimana bianca con la scuola. avevo messo gli sci ai piedi si e no 2 volte. Avevo paura di mettermi gli sci, ma millantavo d'esser bravo. L'insegnate di sci ci divise in 2 gruppi: quello dei bravi e quello dei meno bravi. Io ero in quello dei "bravi". Dovevamo tutti prendere lo skilift: anche quelli meno bravi. I meno bravi dovevano fermarsi alla prima pista, i più bravi dovevano andare più su.
L'insegnate aveva capito subito che non ero bravo, perché ero proprio impedito. Mi fece scendere alla prima pista come le altre schiappe. E la pista stava a 20 metri scarsi dalla partenza, in più la salita dello skilift era lievissima. E la pista era praticamente piatta e larghissima. Mi fece fermare lì e mi disse: "scendi".
E che faccio io? Non vedo di essere in mezzo ad una pista grande quanto un'autostrada e scendo dalla pista dello skilift, andandomi a schiantare sul traliccio d'acciaio dello skilift stesso. Femore rotto, osso addirittura fuori dalla gamba, vedevo il tallone anziché la punta dei piedi, 3 mesi d'ospedale.
Mi ricordo che in seguito era venuta fuori l'idea di denunciare il maestro. All'epoca, già stava lentamente cominciando a farsi strada l'idea che "la colpa è sempre di qualcun'altro". Ma io già allora mi rifiutai. Era evidente che il COGLIONE ero io. Io avevo voluto sciare, io millantavo d'esser bravo, io non avevo visto la pista, io sono sceso dallo skilift, io ho fatto centro su un traliccio. Cosa avrebbe dovuto fare il maestro? Cosa poteva fare? Semplicemente, la colpa era mia. E se m'ammazzavo... beh... a un certo punto è: "selezione naturale"!
E non si può piegare questa realtà alla legge. La legge dev'esser fatta in modo da tenerne conto.
Segnalibri