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Discussione: La saga delle cose ridicole

  1. #1
    bartok
    Guest

    Predefinito La saga delle cose ridicole

    Volevo dare a questo topic un titolo simile a

    "Sull'obbligo, da parte dei genitori, di ritirare i figli minorenni a scuola"

    ma sarebbe stato un titolo noioso e che avrebbe fatto presto esaurire l'argomento, perché troppo specifico. Però poi ho pensato che questo tema rientra nel più ampio ed ormai inesauribile repertorio delle cose ridicole che accadono in Italia e che sono, al tempo stesso, un segno dei tempi estremamente allarmante.

    Allora, partiamo dal tema che avrebbe dovuto essere il titolo del topic.

    https://www.agi.it/cronaca/bambini_a...ws/2017-10-27/

    http://ilmattino.it/napoli/cronaca/o...a-3330909.html

    Tutto parte da qui:

    una sentenza della Cassazione che spazza via dubbi, polemiche e perplessità condannando preside e docente dell'ultima ora della mattina per non aver affidato a un adulto un ragazzino morto quindici anni fa sotto uno scuolabus.

    E' uno schema ben noto e ormai collaudato:
    "se ti fai male, non è colpa tua, ma è colpa sempre di altri".
    Esci da scuola all'ultima ora e ti cade un meteorite in testa? Non è colpa tua, non è colpa del meteorite, non è colpa del caso: è colpa degli insegnati che non dovevano farti uscire. Esci da scuola all'ultima ora e finisci sotto lo scuolabus? Beh: non è che il ragazzo è stato poco attento, o che è stato poco attento l'autista dell'autobus. No, è colpa degli insegnanti. Insomma: chiunque possa avere veramente una colpa, non è mai veramente colpa sua. Questo porta risultati incredibili e che in fondo sono "pararsi il ****". In base a questi principi, mi è capitato di trovare situazioni in cui era vietato svolgere attività sportiva in estate, o ancora, in cui s'invitava a fare attenzione alle scale, dove per "scale" non è che s'intendono le scale malandate di un castello abbandonato in Transilvania: s'intendono 4 gradini solidi che farebbe pure uno zoppo a occhi chiusi. Questo perché? E se uno fa sport e gli prende un infarto? Beh, non è una "fatalità", non è che, in quanto adulto, era nella sua discrezione decidere se correre nonostante il caldo. No: è colpa di qualcun'altro, che dunque si tutela. E se uno inciampa sui gradini? Beh, non è che è distratto lui. No: la colpa è che non c'era la segnalazione che lì ci sono dei gradini!

    Il discorso sui ragazzi da ritirare a scuola, è lo stesso. L'amministrazione, per preservarsi da azioni giudiziarie, si autotutela. E anziché cambiare le leggi affinché la colpa delle cose che accadono, non siano colpa di chi non c'entra niente, preferisce legiferare nel senso che i minorenni non possono più tornare da scuola da soli, ma devono essere ritirati dai genitori. Come dei ritardati.

    Mitiche le parole del Ministro Fedeli!:
    E se i genitori non possono prendere i figli a scuola, che lo facciano i nonni!

    Cioè... io andavo e tornavo da solo dalla scuola alle elementari! Non in 1° elementare, neanche in 2°, ma sicuramente in 4° e in 5° sì. Alle medie poi non ne parliamo: andavo in bicicletta in mezzo al traffico urbano!

    Insomma, della serie: "come far crescere una generazione, trattandola come degli handicappati".

    Io ho una visione, in un certo senso, spartana delle cose. Per dirla in modo filosofico, sono per il rasoio di Occam. Perché il rasoio di Occam, si chiama "rasoio"? Perché E' un rasoio. In pratica, una società che è in grado di preservarsi e di crescere, è giusto che attui ogni mezzo per ottenere questo scopo. Se una società non è in grado di farlo, è meglio che si spenga nel suo ridicolo, e non ci si perde neanche molto.

    Mi chiedo se il detenere una persona in un luogo contro il suo volere non possa configurarsi come sequestro di persona.
    Uno non può dire a proprio figlio: "esci comunque!!"? che possono fargli, arrestarlo?... insomma... a un certo punto.... se esce la legge che bisogna dare il biberon fino a 18 anni che facciamo, diamo il biberon? cioè, a un certo punto si arriva ad un punto di rottura in cui la gente fa poi di testa propria.
    Ultima modifica di bartok; 28-10-17 alle 20: 48

  2. #2
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    Queste considerazioni, per quanto mi riguarda, derivano da una mancata conoscenza del diritto. Non ha senso parlare di un caso così specifico senza avere nessun dettaglio: come è successo? In che circostanze? Perché? Bla bla bla. Io parto dal presupposto che chi da la sentenza ne sappia di gran lunga piu' di me, e prima di criticarla non solo devo conoscere il diritto, ma conoscere il caso. Io non ci trovo nulla di assurdo, la responsabilità in un minore è già "parziale" tra i 14 e i 18, praticamente assente sotto il 14, quindi se uno muore sotto quella età e si accerta che non è stato 'un meteorite', ma una carenza dovuta anche alla piu' minima leggerezza, si agisce di conseguenza. E si agisce di conseguenza a seconda della proporzione della leggerezza: è diverso se l'insegnante si è organizzato assieme al preside occultando il cadavere o se per 912389289 motivi quel ragazzo, per una leggerezza, non è stato messo nelle condizioni piu' sicure possibili per il ritorno. La legge è astratta e non ad personam, e deve prevedere TUTTI i casi possibili e immaginabili (o comunque ci prova), e secondo legge qualcosa non è andato come doveva andare: ora, quale è la sentenza? Quale è stata la pena prevista per costoro?
    Quel ragazzo non stava andando in giro di domenica in un giorno qualsiasi, stava tornando da scuola, stava tornando da scuola probabilmente sul suo solito tragitto ed è morto. Non spettava a lui assicurarsi che quel tragitto fosse sicuro, evidentemente si è anche accertato che la colpa non fosse del conducente, che lui non si fosse buttato a caso col rosso in preda a una crisi psicotica e che qualcuno era in una certa percentuale responsabile della sua morte, e su questo la sentenza si sarà basata. Ormai è molto in voga criticare ogni singola azione nell'ambito della giurisprudenza, senza averne però le competenze: insomma, un po' come fanno i no vax, e come dice il libro di Burioni la 'scienza non è democratica'. Ordunque, se si vogliono portare critiche a una sentenza, ci vogliono argomenti 'scientifici', altrimenti bisogna evitare di entrare nel merito: ciò non significa che tutti gli scienziati hanno ragione, né che la hanno tutti i giudici, ma significa che per essere presi almeno in considerazione bisogna avere un background professionale o almeno delle argomentazioni solide e dotte in argomento. I medici studiano 11 anni per poi sentirsi dire dalla mamma prodigio di turno che si è informata sulla rete che non ne capiscono niente? I giudici della Corte, ne studiano altrettanti per sentirsi dire che non sanno giudicare? Oppure, se vogliamo dire che 'la legge è sbagliata', è comunque necessario entrare nel merito degli articoli specifici che hanno portato a questa sentenza, e da lì sviluppare un discorso, perché altrimenti, secondo me, restano 'chiacchere da bar' che poco risvolto trovano in quella che è 'la realtà delle cose'. Detto questo, penso sia chiaro il mio punto di vista.

  3. #3
    bartok
    Guest

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    Baer,
    Queste considerazioni, per quanto mi riguarda, derivano da una mancata conoscenza del diritto.
    infatti. Io non sono un avvocato. Ma sei il mondo funzionasse nel senso che solo gli esperti di un argomento possano esprimersi sull'argomento, non andremmo molto avanti.

    infatti.

    Quel ragazzo non stava andando in giro di domenica in un giorno qualsiasi, stava tornando da scuola, stava tornando da scuola probabilmente sul suo solito tragitto ed è morto. Non spettava a lui assicurarsi che quel tragitto fosse sicuro, evidentemente si è anche accertato che la colpa non fosse del conducente, che lui non si fosse buttato a caso col rosso in preda a una crisi psicotica e che qualcuno era in una certa percentuale responsabile della sua morte, e su questo la sentenza si sarà basata. Ormai è molto in voga criticare ogni singola azione nell'ambito della giurisprudenza, senza averne però le competenze: insomma, un po' come fanno i no vax, e come dice il libro di Burioni la 'scienza non è democratica'. Ordunque, se si vogliono portare critiche a una sentenza, ci vogliono argomenti 'scientifici', altrimenti bisogna evitare di entrare nel merito: ciò non significa che tutti gli scienziati hanno ragione, né che la hanno tutti i giudici, ma significa che per essere presi almeno in considerazione bisogna avere un background professionale o almeno delle argomentazioni solide e dotte in argomento. I medici studiano 11 anni per poi sentirsi dire dalla mamma prodigio di turno che si è informata sulla rete che non ne capiscono niente? I giudici della Corte, ne studiano altrettanti per sentirsi dire che non sanno giudicare? Oppure, se vogliamo dire che 'la legge è sbagliata', è comunque necessario entrare nel merito degli articoli specifici che hanno portato a questa sentenza, e da lì sviluppare un discorso, perché altrimenti, secondo me, restano 'chiacchere da bar' che poco risvolto trovano in quella che è 'la realtà delle cose'. Detto questo, penso sia chiaro il mio punto di vista.
    a me sembra che tu stia allungando il brodo per difendere l'indifendibile. Ci hai buttato in mezzo i "no vax", gli "argomenti scientifici", le "opinioni dotte sull'argomento". Il "bèkraund professionale": una difesa a spada tratta della categoria! scommetto che fai qualcosa di inerente la giurisprudenza.

    comunque ci vedo il solito discorso del: "non esistono soluzioni semplici a problemi complessi!" Il che è una bella frase, giusta per astratto, ma che alla fine... cosa dice? Cosa propone? Niente.

    Io guardo il risultato: il risultato è che i minorenni, fino a 14 anni, non possono tornare da scuola a casa da soli.

    E questo è RIDICOLO.

    Se un ragionamento complesso porta a risultati assurdi, "forse" c'è qualcosa di sbagliato nel ragionamento, forse sono sbagliate le premesse. Forse le premesse non sono coerenti con la realtà. Sta appunto agli "esperti" risolvere il problema: questa è l'utilità degli esperti. La loro utilità non è quella di avere la prerogativa di "discuterne". Se così fosse, a cosa servono gli esperti? dico sul serio: mi aspetto che l'"esperto" (inteso come categoria e non come individuo) risolva il problema. se no, non ha ragion d'essere, soprattutto se crea ulteriori problemi. Per capire che c'è un problema, c'arrivo anche da solo. Allora dici: "bisogna avere il giusto "background". ok. Quindi i ruoli sono chiari: da una parte ci sono gl'ignoranti e dall'altra gli esperti e i dotti. Sta bene: risolvimi il problema allora! Ma non me lo risolvere "alla Fedeli", cioè alla "E se i genitori non possono prendere i figli a scuola, che lo facciano i nonni!", perché se no qualcuno potrebbe anche accorgersi che questo non risolve per niente il problema che inutilmente tu mi crei. O meglio: che me lo risolve come lo risolveva il "che mangino le brioches". E spero che i dotti esperti abbiano capito il riferimento.
    Ultima modifica di bartok; 28-10-17 alle 22: 48

  4. #4
    Capitano L'avatar di altairV
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    Io per andare alle medie facevo un km a piedi o i bici e poi aubobus (20 minuti). Ritorno ovviamente contrario. Con qualsiasi tempo. Non avevo nè genitori (impegnati al lavoro) nè nonni (mancati molto prima). Nessun compagno di scuola vicino di casa. Oggi nella mia situazione mezzo e più stipendio della mamma servirebbe per pagare una persona per portarmi e ritirarmi.
    Per non dire del catechismo, ai tempi delle elementari: a piedi o in bici fino alla parrocchia.
    Ma per piacere...
    Ultima modifica di altairV; 29-10-17 alle 17: 09

  5. #5
    Maresciallo L'avatar di Zoppo
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    Io dalla 2 elementare in poi iniziai ad andare a scuola da solo e il tragitto consisteva in:
    - uscire di casa che era ancora di notte
    - fare cento metri e attraversare la provinciale
    - aspettare l'autobus che mi portava in città a seguito di un viaggio di 50 minuti
    - fare altri 100 metri
    - prendere un altro autobus per un percorso cittadino di 20 minuti
    - scendere e fare un chilometro a piedi
    D'inverno c'erano 6 o 7° sotto zero ma il peggio era quando pioveva a dirotto perchè non c'era la pensilina.
    Una volta poi, salii sull'autobus e siccome non trovavo posto nelle prime file, andai verso il fondo dove trovai mia madre che controllava se facevo le cose per bene.
    Siccome ebbi la sufficienza, in seguito continuai veramente da solo.
    Non c'erano i cellulari, solo gli urli se arrivavi tardi perchè ti eri fermato a giocare a pallone.

    Ho anche conosciuto un uomo adesso anziano che quando era bambino doveva attraversare il bosco e guadare fiumi per andare a prendere suo fratello minore che abitava in un'altra capanna (non è che tutti hanno sempre avuto la casa), riattraversare il bosco e arrivare alla scuola di Don Lorenzo Milani che magari gli dava pure uno scappellotto.

    Per favore, guardatevi il film documentario Vado a scuola di Pascal Plisson e fatelo vedere anche agli altri.
    Io non lampeggio per comunicare la presenza di posti di blocco.

  6. #6
    bartok
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    AltarV e Zoppo,
    infatti ha dell'incredibile. Io non dovevo fare come voi: alle elementari dovevo solo fare 300 m e alle medie 3 Km in bicicletta, ma in confronto a quello che dice ora "giurisprudenza" tanto cara a Baer, anche il mio "viaggio" sarebbe degno di un confronto con Marco Polo.

    La degenerazione dell'Italia è veramente a tutto tondo e non si fa mancare niente. E salta all'occhio come la lancetta del carburante quando il serbatoio perde.

    Ma la gravità del fatto, non è solamente nell'assurdità e nel disagio creato inutilmente e stupidamente dagli "esperti di Baer", ma anche nel danno enorme che si fa alla società deresponsabilizzando le persone addirittura dal tornare a scuola da sole. Insomma: fino a non molto tempo fa questa era una cosa riservata ai disabili.
    Io credo che questa regola non vada assolutamente rispettata, anche per non legittimare il fatto che il proprio figlio venga trattato dalle istituzioni come un handicappato, senza che magari lo sia.

    Per favore, guardatevi il film documentario Vado a scuola di Pascal Plisson e fatelo vedere anche agli altri.
    grazie del consiglio!

  7. #7
    herman
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    Non ho mai avuto questi problemi, scuole a 3 passi da casa AHAHHAHAHA
    Comunque a qualsiasi età dovrebbe essere data maggior responsabilità, poi ci lamentiamo se ci chiamano mammoni.

  8. #8
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    Ancora, mi sembra brancoliate nel buio alla ricerca del significato di una stupida e frivola affermazione politica, che non ha nessun chiaro valore giurisprudenziale. C'è stata una sentenza basata su una legge che esiste da quando voi facevate le vostre peripezie tra demogorgoni e fiere per arrivare a scuola, e la parte esilarante è che ancora state discutendo le discutibili parole di un politico ma non ciò su cui si basa la sentenza (deduco: chiacchere da bar).
    Cioè, bisogna realizzare QUANTO siano vere le implicazioni delle sue parole (stupide, frivole, vuote di significato), nel senso che è vero che se un ragazzo muore nel ritorno la scuola RISCHIA DELLE GRANE (vedi: 15anni di processo, 3 gradi di giudizio), ma non realizzate quante cose 'simili' ci siano nella giurisprudenza italiana, questo perché oggi si è alzato un polverone di qua (per UNA sentenza) e quindi ci giriamo tutti di qua come se fosse il nuovo Golia.
    Un po' come dire "non si può attraversare con il rosso.": e tutti in coro insorgono "Diamine! da me la c'è la strada deserta e il semaforo è rosso e rischio una multa di x euro perché attraverso?! Questa è pura follia!".
    Quindi quando lo facevate voi, tutto andava bene perché la legge NON ESISTEVA o NON ERA IMPLEMENTATA? E qui sta la grossa differenza, io scommetto che c'era già, ed è proprio perché i ragazzini non muoiono con un razio di 15 al giorno nel tragitto casa-scuola-casa che non ne avete mai sentito parlare; e ora invece un enorme fragore mediatico... beh, ditemi, quanti di voi hanno attraversato la strada col rosso e quante volte? Quanti di voi hanno patito le conseguenze del gesto e quante volte? Eccovi l'arcano risolto. Ecco che è qui il topolino spaventa l'elefante che abbassa gli occhi.
    Ordunque, torniamo al discorso iniziale senza troppe nostalgie spartane tipo: 'ma nel 45 si andava a lavorare a 14anni' sì, ma nel 45 uscivi di casa che non sapevi neanche cosa fosse l'afabeto. Altrimenti torniamo a Sparta e alle rupi e andiamo all'involuzione. Bene, è stato constatato che date le LEGITTIME leggi a tutela dei minori di 14anni esiste la possibilità che l'istituto scolastico possa patire delle conseguenze non giuste in circostanze del tutto eccezionali e particolari che possono venirsi a verificare in taluni rarissimi casi, e che per queste specifiche circostanze bisogna aggiornare quei dati articoli/commi x et y perché applicati a questi specifici casi portano a delle conseguenze nella realtà poco giuste seppure ideate virtualmente a tutela della parte debole, quindi si rivelano di intralcio se applicate in questo modo. È tuttavia necessario aggiornarli in maniera chirurgica, di modo che la parte debole non rischi di essere senza garanzie in tutti gli altri casi che potrebbero venire posti in essere da quella che è la 'realtà dei fatti', che è considerevolmente amplia.
    Ora alcune scuole, giustamente impaurite da questa sentenza, hanno voluto imporre nel loro regolamento d'istituto che vi siano degli adulti a cui 'passare il testimone', questo non significa che sia materialmente possibile per tutti e che tutti lo facciano/tutte le scuole lo facciano. Inoltre una legge è forte tanto quanto è forte la reale possibilità di implementarla: a me non sembra molto plausibile, a voi?
    La 'degenerazione dell'Italia' è su ben altre cose, perché è estremamente fastidioso continuare a sentire questi discorsi 'pomposi' da parte di chi non ne sa/non ne vuole sapere, peraltro poi rimandando al solito 'quando c'ero io, tutto era bello e funzionava, noi siamo belli e funzionavamo, ora sono mammoni e non funzionano', senza poi neanche rendersi conto che, ad ogni modo, se la cosa avesse un reale fondamento, a quel punto sarebbe colpa proprio 'vostra', e cioè di quelli che a scuola ci tornavano passando per cani a tre teste e Idre varie, indaffarati e pieni di responsabilità.
    Lasciamo quindi che si calmino le acque e vediamo quali saranno le conseguenze pratiche, e se i legislatori saranno in grado di provvedere in maniera adeguata a questa 'carenza' senza scagliarci come pitbull arrabbiati su una sentenza legittima come s'essa provenisse dal cielo sotto ordine divino. Le cose non si possono cambiare 'in itinere' e nemmanco in 3 giorni, ci vuole tempo e perizia nel farlo per non creare danni maggiori del problema che si voleva risolvere; se questo creerà allarme sociale e non vi sarà alcuna volontà risolutiva da parte di chi dovrebbe prendersene cura, vi potrò dare ragione, ma comunque non per come posto e affrontato l'argomento in questo momento.
    Se vogliamo prendere in considerazione gravi carenze esistenti da parecchi anni, con varie sentenze completamente diverse per vuoti normativi a riguardo, possiamo parlare per esempio di eutanasia, quello si che è un topic che la gente si scorda a tratti e che ha una lunga storia nella giurisprudenza italiana, una storia lacunosa e protratta nel tempo (solo per fare un esempio).

  9. #9
    herman
    Guest

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    Baer non me ne volere ma si discuteva cosi pourparler, se posso esprimere la mia opinione personale:
    a 14 anni i ragazzi li vedo già nelle macchine 50 o sui motorini, posso ritenere che un provvedimento del genere (qualora nella remota ipotesi) venga approvato, faccia ridere i polli?

  10. #10
    bartok
    Guest

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    Baer,
    ci sarebbe da quotare e commentare ogni riga!
    Ora alcune scuole, giustamente impaurite da questa sentenza, hanno voluto imporre nel loro regolamento d'istituto che vi siano degli adulti a cui 'passare il testimone
    Intanto, non è così. Negli ultimi anni era invalso l'uso di far firmare liberatorie alle famiglie onde permettere ai ragazzi di tornare a casa da soli. Poi la Cassazione ha stabilito che simili liberatorie non hanno valore e che vige l'obbligo, comunque, di andare a prendere i minori a scuola.

    quindi
    questo non significa che sia materialmente possibile per tutti e che tutti lo facciano/tutte le scuole lo facciano.
    a quanto pare, tutte le scuole devono farlo.

    La 'degenerazione dell'Italia' è su ben altre cose, perché è estremamente fastidioso continuare a sentire questi discorsi 'pomposi' da parte di chi non ne sa/non ne vuole sapere, peraltro poi rimandando al solito 'quando c'ero io, tutto era bello e funzionava, noi siamo belli e funzionavamo, ora sono mammoni e non funzionano', senza poi neanche rendersi conto che, ad ogni modo, se la cosa avesse un reale fondamento, a quel punto sarebbe colpa proprio 'vostra', e cioè di quelli che a scuola ci tornavano passando per cani a tre teste e Idre varie, indaffarati e pieni di responsabilità.
    questa è una tua opinione soggettiva.

    ci vuole tempo e perizia nel farlo per non creare danni maggiori del problema che si voleva risolvere
    mah...

    "tempo e perizia"... per cosa? per far tornare un 14enne a casa da solo? ok: la solita storia trita e ritrita, che ormai in Italia è un mantra:

    "non esistono soluzioni semplici a problemi complessi".

    A parte il fatto che le soluzioni semplici ai problemi complessi sono le migliori... MA QUESTO SAREBBE UN PROBLEMA COMPLESSO?

    Ancora, mi sembra brancoliate nel buio alla ricerca del significato di una stupida e frivola affermazione politica, che non ha nessun chiaro valore giurisprudenziale. C'è stata una sentenza basata su una legge che esiste da quando voi facevate le vostre peripezie tra demogorgoni e fiere per arrivare a scuola, e la parte esilarante è che ancora state discutendo le discutibili parole di un politico ma non ciò su cui si basa la sentenza (deduco: chiacchere da bar).
    mi sa che non mi sono espresso bene. Allora, a me, del "chiaro valore girisprudenziale", non me ne importa assolutamente niente, nel modo più assoluto.
    E mi spiego.
    Tu hai perfettamente ragione: non metto in dubbio che la logica conseguenza delle deduzioni che si possono fare sulle leggi "che esistono", portano a questo risultato. Il fatto è un altro: se le premesse portano, tramite deduzioni, a risultati assurdi, significa che sono sbagliate le premesse. punto. Non c'è molto altro da dire.
    Ovviamente, non sta a me cambiare le leggi. Sta alla politica farlo e sta alla Magistratura cercare di darne delle interpretazioni il meno possibile idiote. Ma qui non si sta parlando di fini questioni "giurisprudenziali"! Ho fatto il Liceo, sono un ingegnere, ho letto più di 4 libri e so far di conto: penso di essere abbastanza "qualificato" per poter esprimere un'opinione in merito all'argomento. Non condivido e rifiuto categoricamente la tua idea secondo la quale, per ragionare se un 14enne possa o no tornare a casa da solo, si debba essere un "esperto". E mi auguro veramente che la cosa non venga lasciata agli AZZECCAGARBUGLI. Il loro compito è: RISOLVERE IL PROBLEMA, se no sono parte del problema. E non arrogarsi il diritto e l'esclusiva di essere gli unici a poterne parlare con cognizione di causa. La loro "cognizione di causa" sta, come esperti, nella capacità tecnica di cambiare ciò che va cambiato, in modo che la legge sia coerente con il mondo reale. E si ferma lì. Detto questo, l'opinione "sulle cose" di un illustre magistrato vale quanto la mia, né più né meno.

    Tu hai spostato il discorso mettendolo sul piano "giurisprudenziale". E di fatto hai cambiato argomento. Qui non ci sono in ballo questioni tecniche. La cosa che è in ballo, è semplicemente quella di capire se veramente viviamo in una società in cui possa prevalere l'idea che un ragazzo non possa tornare a scuola da solo.
    Se un ragazzo di 14 anni, tornando a scuola da solo dopo il termine delle lezioni, viene investito e muore, i casi sono 4:

    -E' colpa sua che dormiva
    -E' colpa dell'autista che dormiva
    -E' una tragica fatalità
    -E' un concorso di una o più delle cose precedenti.

    Non è colpa della scuola, o degli insegnanti. Come non è colpa di chicchessia e se a me prende un infarto facendo sport d'estate o se inciampo su dei gradini. Ed è paradossale che l'Italia sia un Paese che NEGHI queste evidenze che sono la realtà empirica! E' come se si volesse piegare la realtà dei fatti ad una sorta di mondo ideale, che più che altro a me sembra il sogno della ragione, cioè qualcosa di mostruoso. E il fatto che ora si sia così e una volta no, o di meno, è veramente un chiaro segno di degenerazione sociale: il risultato è una società il cui metà della fatica sta solo nel pararsi preventivamente il c...o. E non serve un esperto in giurisprudenza per capirlo.

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