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Discussione: Essere autorevole e non autoritario?

  1. #11
    Utenti Storici L'avatar di Ippogrifo
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    Citazione Originariamente Scritto da Shalton Visualizza Messaggio
    Esempio un Maresciallo Allievo che a un posto di controllo ha comandato a un Appuntato di mettere il GAP con la risposta "Ti sei arruolato ieri. Non dirmi cosa devo fare".
    Semplicemente inammissibile!

    Se io fossi stato il Maresciallo,avrei fermato qualsiasi cosa si stava facendo,sarei andato di fronte a lui e guardandolo direttamente negli occhi gli avrei detto "Appuntato....questo è UN ORDINE! E in futuro non si azzardi mai più a contraddirmi in servizio!"

    Se capisce l'antifona,bene.Altrimenti si procede per via disciplinare!

    Non è un atteggiamento esagerato o bacchettone...il problema è che appena si fa passare un atteggiamento del genere,il personaggio in questione ci metterà subito dopo i piedi sul collo,e non avremo MAI PIU' alcuna autorità su di lui.

    Se al signore non stanno bene le logiche della Gerarchia Militare e,sino al punto di volerle modificare a suo uso e consumo,non gli resta che cercarsi un altro lavoro,che meglio si adatti al suo modo di ragionare.

    Perchè con quello che ha attualmente,questo lavoro non lo potrà mai fare bene come richiesto!
    ESSE QUAM VIDERI (Essere,piuttosto che sembrare - Cic.)



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  2. #12
    Utenti Storici L'avatar di Ippogrifo
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    Citazione Originariamente Scritto da beowuff Visualizza Messaggio
    Si Orange, d'accordo. Ma in tutti i tuoi anni di servizio ci sarà stato un momento in cui ti sono girate un po' le balle perchè l'ultimo arrivato ha parlato a sproposito, nonostante il grado....
    A me è successo tante volte.
    Soluzione?

    Mi mordo la lingua e basta!

    Nell'esempio che hai fatto,lo sbaglio è stato del Sergente.

    Doveva prendere da un lato il Tenente e spiegargli i suoi motivi senza farsi ascoltare dalla truppa.
    Perchè se lo riprende davanti ai suoi uomini ,ne sminuisce l'autorità.

    E se il Tenente persiste nel suo atteggiamento....si esegue l'ordine e basta!
    Il fatto che abbia torto è secondario,di fronte a una mezza insubordinazione che ne potrebbe conseguire.
    Si spera che anche lui apprenda qualcosa dai suoi errori,ma rinfacciarglieli di fronte alla truppa è molto più grave.
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  3. #13
    bartok
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    Ippogrifo,
    Se io fossi stato il Maresciallo,avrei fermato qualsiasi cosa si stava facendo,sarei andato di fronte a lui e guardandolo direttamente negli occhi gli avrei detto "Appuntato....questo è UN ORDINE! E in futuro non si azzardi mai più a contraddirmi in servizio!"

    Se capisce l'antifona,bene.Altrimenti si procede per via disciplinare!
    giusto! In linea di massima, sarebbe la strada da seguire. Quello è un caso plateale: Ti sei arruolato ieri. Non dirmi cosa devo fare"., magari detto davanti a testimoni!

    Nella pratica però esistono tanti casi in cui procedere per via disciplinare è praticamente impossibile! Spesso è difficile punire anche cose gravissime quando si tratta di volontari in servizio permanente. E questa strada, se la si vuole percorrere, richiede veramente la volontà di volerla percorrere, a discapito di molto altro, rischiando ricorsi e spendendoci molto tempo. E subendo tra l'altro minacce di querele di vario tipo da parte di legali. E poi, per molti, l'essere puniti è poco più di una seccatura. Mentre colui che punisce ha molto più da perdere: non ha veramente il coltello dalla parte del manico.

    Oggi c'è veramente molta attenzione a queste cose, perché sono cambiate molto le regole. Alla fine, la disciplina legislativa "civile" prevale. Quella non va a vedere i gradi. E tra l'altro c'è anche tanta tanta confusione.

    Per esempio: "i militari non possono fare politica". Da qualche parte è scritto chiaramente: non ho tempo per dire dove perché sta per esaurirsi il tempo per modificare il messaggio. Eppure, si scopre poi che ci sono milioni di eccezioni: i militari possono essere consiglieri, capigruppo, assessori. E costoro, hanno anche diritto ad avere permessi di ogni tipo che prevalgono sulle ragioni di servizio. Un consigliere deve partecipare ad una seduta del Consiglio? bene: l'Ufficiale di Picchetto quel giorno lo farà qualcun'altro! E a seconda del ruolo politico che rivestono, possono pure essere trasferiti. Alla faccia del "militare non può fare politica". In pratica: può fare tutto purché non abbia un'uniforme addosso. in sostanza il divieto consiste nel non andare alle sedute del Consiglio Comunale con la mimetica... non so che la regola aveva inizialmente questo significato!

    Zanzo,
    Sempre dando l'esempio e fornendo spiegazioni sul perché si devono fare le cose.

    Da giovane caposquadra di protezione civile mi è capitato in passato di trovarmi in "zona operativa" con dei volontari anziani restii a seguire le regole di sicurezza.

    Ho semplicemente fatto capire che comandavo io comportandomi con naturalezza: "Buongiorno Signori, zono Zanzo del gruppo comunale di Zanzonia. Ci è stata assegnata questa zona e dovremo montare 10 tende, prelevandole dal contanier laggiù.
    Tutti sanno come si monta la PI88?
    Ok allora per favore indossiamo guanti e casco e iniziamo.

    Ai primi prevedibili mugugni è bastato dire: "lo so che i DPI sono scomodi e che sembriamo tutti dei Bob aggiustatutto, ma purtroppo la normativa li prevede e se qualcuno si fa male non vorrei trovarmi da un giudice a spiegare perché non ve li ho fatti indossare. E poi magari tra un po' arriverà anche la Rai a riprendere e dobbiamo essere belli in ordine "
    Fine dell'ammutinamento.
    io credo che, nella pratica (lasciando stare la teoria), questo sia l'approccio di gran lunga più premiante.

    Solo 2 volte mi è capitato di voler veramente punire qualcuno. Un caso, era un pluri-ritardatario. Non c'era veramente modo che arrivasse puntuale a lavoro, e non avvisava MAI del ritardo. Dopo 1000 avvertimenti (perché sono buono), alla fine ho deciso di agire. E sono poi stato cazziato io perché "la punizione a qualcuno è una sconfitta personale, perché significa che non si è riusciti a..." e non avevo avvisato il Cte. di Battaglione delle mie intenzioni. In un altro caso, si trattava proprio di violazione di servizio regolato da consegna. Lì mi sono veramente accanito. E alla fine, dopo mesi, non sapendo com'è andata a finire, o deciso di sperare che almeno ci sia stato qualche giorno di consegna. Ma è veramente molto, molto, molto difficile applicare la disciplina, spesso anche quella così basilare che volendo non ha neanche niente a che fare con l'ambito militare.
    Per cui: oggi, soprattutto con il personale in servizio permanente, soprattutto se è bello "scafato" e sa bene come funzionano le cose, la minaccia disciplinare è poco o per nulla credibile. Questo forse non è chiaro a chi ha svolto il ruolo di Comando ai minimi livelli, in altri tempi. E spesso può essere più un boomerang per chi la usa, che per il potenziale soggetto che dovrebbe esserne colpito. Per cui, come detto, è più premiante l'approccio di Zanzo.
    Ultima modifica di bartok; 20-10-17 alle 18: 13

  4. #14
    Utente Expert Marina L'avatar di Charlie 2
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    Scusate leggo queste cose e rimango basito. Ma dove vivete o meglio dove fate servizio militare nella Repubblica delle Banane?

    Per fortuna PERSOMIL è molto preciso ed ha diramato una serie di circolari applicative sulla procedura per intraprendere un'azione disciplinare nei confronti dei militari dipendenti. Tali direttive sono molto particolareggiate e sono state emanate proprio per evitare ricorsi contro l'Amministrazione.
    Evidentemente siete disinformati perché io le direttive di PERSOMIL me le sono lette e le ho applicate alla lettera; ho messo a rapporto e, come comandante di Corpo, quando è stato necessario ho anche dato Consegna di rigore anche a personale in spe e non ho mai avuto ne minacce da avvocati (che non sono previsti nei procedimenti disciplinari) ne quant'altro neanche quando ho fatto l'Ufficiale inquirente per erogare sanzioni disciplinari di Stato.

    Per quanto riguarda la politica il regolamento non dice che è vietato fare politica ne iscriversi ad un partito polito - il regolamento è esplicito l'unico divieto è l'iscrizione ai sindacati e fare politica in uniforme e all'interno delle strutture militari.

    Ripeto leggendo queste righe penso che vivete in un altro pianeta ovvero è agire da pavido per paura di rottura di scatole e fuggire alle proprie responsabilità che NON si assumono perché le responsabilità o ci sono (derivanti dal gado e dall'incarico) o non ci sono e non sono delegabili ad altri.
    Ultima modifica di Charlie 2; 20-10-17 alle 20: 48
    Chi semina raccoglie, ma chi raccoglie si china......... è a quel punto è un attimo......

  5. #15
    bartok
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    Charlie 2,
    sicuramente ne sai più di me sul piano normativo, per cui non voglio fare un discorso che cerchi averla vinta in punta di diritto.

    Comunque, l'art. 1483 del COD riporta:

    1. Le Forze armate devono in ogni circostanza mantenersi al di fuori dalle competizioni politiche.

    a me sembra abbastanza chiaro già così com'è. E' vero che l'articolo parla di "Forze Armate" - per astratto - e non parla del militare in carne ed ossa. Ma chi, se non una persona in carne ed ossa, può partecipare ad una competizione politica?

    Il comma 2 poi fa un esplicito divieto:

    Ai militari (che si trovino nelle condizioni di cui al comma 2 dell'articolo) 1350, e' fatto divieto di partecipare a riunioni e manifestazioni di partiti, associazioni ((...)) e organizzazioni politiche, nonche' di svolgere propaganda a favore o contro partiti, associazioni ((...)), organizzazioni politiche o candidati a elezioni politiche e amministrative.

    e il comma 2 dell'art. 1350 riporta:

    Le disposizioni in materia di disciplina militare, si applicano nei confronti dei militari che
    si trovino in una delle seguenti condizioni:
    a) svolgono attività di servizio;
    b) sono in luoghi militari o comunque destinati al servizio;
    c) indossano l’uniforme;
    d) si qualificano, in relazione ai compiti di servizio, come militari o si rivolgono ad altri militari in divisa o che si qualificano come tali.


    per quanto riguarda a) e b)... è abbastanza scontato. E' bene che esista il divieto, ma durante l'orario di servizio è vietato fare qualunque cosa che non sia attinente al servizio, come in qualunque altro lavoro del resto (caso a). E non credo che nessuno voglia tenere un comizio politico in una caserma, se non altro perché non è lì che c'è il Consiglio Comunale, o gli elettori (caso b). Sul caso c) mi sono già espresso.
    Il caso d) è quello interessante, perché è lì che sta il cavillo che alla fine può essere interpretato come si vuole. Il pratica il militare, fuori servizio, non può partecipare alle competizioni politiche se si qualifica come militare. Però... ohibò!... a meno che non si tratti di un agente segreto sotto copertura, il "lavoro" del politico in questione è noto agli elettori e ai suoi colleghi politici. E se è noto e se la logica non è un'opinione, significa che s'è qualificato come tale! Oppure per "qualificato come tale", s'intende proprio che deve andare in televisione e dire: "io mi chiamo Caio, sono un militare, e la mia opinione rappresenta la Forza Armata"? Insomma: se questa è, come E' del resto, l'interpretazione attuale della norma, il divieto in pratica, in sintesi, in "soldoni", consiste semplicemente nel fatto che non si può fare politica in uniforme. stop. quindi è un divieto quasi totalmente inutile, come se non ci fosse. "fatta la legge, gabbato lo Santo"!

    Prendo atto che questa sia l'interpretazione. Io non sono nessuno per dire se sia sbagliata, ma mi sembra il frutto definitivo di tanti e tanti ricorsi di persone che volevano, infine, fare politica e a cui alla fine i giudici hanno dato ragione. Io ci vedo questo. E non mi piace, perché molto spesso queste persone vengono esentate dallo svolgere cose che gli altri fanno, perché i loro impegni politici vengono prima dei loro impegni di servizio, per legge.

    Evidentemente siete disinformati perché io le direttive di PERSOMIL me le sono lette e le ho applicate alla lettera; ho messo a rapporto e, come comandante di Corpo, quando è stato necessario ho anche dato Consegna di rigore anche a personale in spe e non ho mai avuto ne minacce da avvocati (che non sono previsti nei procedimenti disciplinari) ne quant'altro neanche quando ho fatto l'Ufficiale inquirente per erogare sanzioni disciplinari di Stato.
    non metto in dubbio. Io però credo che un problema ci sia.
    Ultima modifica di bartok; 20-10-17 alle 23: 33

  6. #16
    Utente Expert Marina L'avatar di Charlie 2
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    Bartock il militare non può fare politica in quanto tale; tuttavia può essere eletto con un partito politico ed è consentito; basta che, prima della data ufficiale dell'inizio campagna elettorale, lo comunichi al Comando il quale lo comunicherà al proprio Stato Maggiore. Il militare viene messo in aspettativa per motivi elettorali e procede, a titolo personale, alla campagna elettrorale secondo la legge.
    Qualora eletto in parlamento viene messo in aspettativa per la durata del mandato parlamentare o regionale. Se invece viene eletto in un consiglio comunale, l'avvenuta elezione deve anche essa essere comunicata allo Stato Maggiore che, se il caso, provvede a destinarlo in un Comando dove potrà svolgere la propria attività di consigliere senza troppe ripercussioni sul servizio per l'Amministrazione.
    E' assolutamente vietato sotto qualsiasi forma ad attività sindacali (e per fortuna dico io).

    Per quanto riguarda l'applicazione della disciplina ha ragione: il problema esiste nell'assoluta ignoranza generalizzata dei regolamenti che, aggiunta alla scarsa passione per il mestiere delle armi (la maggioranza del personale si arruola per avere il posto statale sicuro questo è un dato di fatto) fa si che l'andazzo che va per la maggiore è non volere rottura di scatole - vivi e lascia vivere ha fatto si che il livello di disciplina, prima molto radicato, è andato sciamando.
    Ho sempre censurato gli eccessivi rapporti amichevoli tra superiori ed inferiori perché poi la tendenza è, da parte dell'inferiore, di prendersi eccessiva confidenza che fa si che l'azione autorevole o autoritaria venga sminuita nella sostanza; fatte salve le dovute eccezioni (e mi riferisco ad esperienza personale: sono amico di diversi Sottufficiali che stimo e mi onoro di godere la loro amicizia che non è mai scarrocciata in eccessiva confidenza).

    Il Comando è una responsabilità che non si assume; si ha o non si ha. La responsabilità non è delegabile e ricade, nella società militare, nel più alto in grado (tanto che se un reato od una infrazione disciplinare viene commessa da più militari, per il militare con il più alto grado si applicano le aggravanti).
    Naturalmente bisogna agire sempre con il buon senso: il Comandante, se lo ritiene necessario, può chiedere consiglio ai propri collaboratori più esperti ma poi la decisione è sempre e solo sua. Se lo ritiene necessario, e se vi è il tempo, può giustificare le sue decisioni ai sui sottoposti ma non è obbligatorio.
    Le norme stabiliscono quali sono i casi in cui il Comandante ha l'obbligo, prima di determinare una decisione, di chiedere consiglio ai suoi collaboratori inferiori in grado - ma al di fuori di questi pochi casi può fare come ritiene necessario ed i sottoposti si devono adeguare altrimenti è insubordinazione a meno che l'ordine sia incostituzionale.

    Tanto per fare un esempio di quando sia obbligatorio sentire il parere dei propri collaboratori che sono inferiori in grado: Il Comandante di una Nave Militare prima di ordinare l'abbandono nave deve sentire nell'ordine il Direttore di Macchina, l'Ufficiale di Stato Maggiore più anziano, il Capo Servizio Marinaresco (se non è l'Ufficiale di Stato Maggiore più anziano) il Nostromo ed il Capo Macchina che sono due Sottufficiali. Solo dopo può o meno agire di conseguenza perché, comunque, i pareri non sono vincolanti.
    Ultima modifica di Charlie 2; 21-10-17 alle 09: 11
    Chi semina raccoglie, ma chi raccoglie si china......... è a quel punto è un attimo......

  7. #17
    Marforsper
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    Congratulazioni per la promozione.

    Banalmente, la linea di demarcazione è la stessa che differenzia l'essere un Carabiniere dal fare il Carabiniere.
    Far pesare i gradi è segno d'insicurezza e , non me ne vogliate, più un modo per celare i propri limiti che un'extrema ratio per riportare l'ordine.

    Tradizionalmente, data la peculiarità delle mansioni, al Carabiniere si chiede una particolare forma mentis e- senza digressioni circa evoluzioni ed involuzioni di sorta- anche quando era prima arma dell'ei, il profilo ricercato spiccava per doti d'equilibrio e " diligenza del buon padre di famiglia"...e solo queste permettono di essere autorevoli.
    Sono cose che non s'insegnano in qualche corso e che vanno "imparate" giorno dopo giorno, magari avendo la fortuna di transitare per stazioni e comandi dove ancora è presente tale mentalità ed esperienze, come quelle descritte, sono improbabili.
    All'esuberanza dei nuovi e all'astio dei vecchi ,forse abituati troppo bene, deve porre rimedio il comandante, rinfrescando ad entrambi le idee.

    Non condivido paragoni con altre realtà italiane ed estere, ogni paese ed ogni FFAA / FFPP è mondo a sè.


    Saluti
    Ultima modifica di Marforsper; 21-10-17 alle 09: 20

  8. #18
    bartok
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    Charlie 2,
    sia chiaro che non voglio fare polemica, ma fare un ragionamento critico per approfondire delle problematiche effettivamente esistenti.

    Bartock il militare non può fare politica in quanto tale;
    ma come sarebbe un militare che "fa politica in quanto tale"? Non c'è niente che vieti ad un avvocato o ad un ingegnere di "fare politica in quanto tali". Ma come sarebbe un ingegnere che "fa politica in quanto tale"? Dovrebbe fare un comizio con il caschetto protettivo? Dovrebbe gesticolare tenendo in mano squadra e compasso?
    In altre parole: siamo sicuri che il divieto ai militari di fare politica, inteso come divieto di farlo - in quanto tali -, non equivalga ad un "è vietato parcheggiare sui rami degli alberi"? O che questa interpretazione alla fine non sia nient'altro che un modo per dire: "è vietato farsi i fatti propri (o altri lavori) durante l'orario di lavoro"?

    Cosa significa veramente "in quanto tali"? Lo status di militare vale solo nell'orario 8-16.30? Poi dopo uno non è più "in quanto tale", purché basti "non qualificarsi come tali", anche se tutti sanno che lavoro si fa?

    A me sa tanto di Comandamento "non uccidere!", però t'ammazzo lo stesso, perché tanto l'anima è immortale, quindi non ti uccido veramente!

    Se invece viene eletto in un consiglio comunale, l'avvenuta elezione deve anche essa essere comunicata allo Stato Maggiore che, se il caso, provvede a destinarlo in un Comando dove potrà svolgere la propria attività di consigliere senza troppe ripercussioni sul servizio per l'Amministrazione.
    sarà che non ci sono ripercussioni, ma c'è gente che fatica anni e anni per avere un trasferimento, poi arriva il Consigliere Comunale di Frittole di turno, e va a casa sua più veloce di Flash Gordon. Magari in un reparto dove sarebbe meno utile del reparto in cui sta. C'è il Consigliere Comunale di Frittole che ha un importantissimo Consiglio Comunale... e l'Ufficiale di Picchetto quel giorno se lo fa qualcun'altro. C'è da andare in giro a far cose, ma niente, il Consigliere Comunale di Frittole non può, perché ha importanti impegni politici. Nonché ogni sorta di permesso a cui ha diritto.

    E' assolutamente vietato sotto qualsiasi forma ad attività sindacali (e per fortuna dico io).
    e se fa parte di un partito fortemente legato ai sindacati?

    A me i militari che fanno politica, non piacciono per niente.

    Marfosper,
    Congratulazioni per la promozione.
    grazie!

    Far pesare i gradi è segno d'insicurezza e , non me ne vogliate, più un modo per celare i propri limiti che un'extrema ratio per riportare l'ordine.
    Sono d'accordo. Non solo è segno d'insicurezza, ma non credo che sia nemmeno conveniente. Un conto era il Tenente negli anni '80, che aveva 23 anni e aveva a che fare con dei 18enni. Era più grande, aveva ampio potere di Comando. Un conto è il Tenente ora, che ha 23 anni e deve comandare gente che per il 90% dei casi ha il doppio della sua età, figli, nipoti e pronipoti e che era già arruolata quando lui doveva essere ancora concepito. Far pesare il grado in questa situazione è una cosa obiettivamente diversa.
    Ultima modifica di bartok; 21-10-17 alle 15: 39

  9. #19
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    Il discorso non è semplice da affrontare. Il comportamento autoritario non deve essere escluso a prescindere. Ovvio che l'autorevolezza premia sempre, ma bisogna valutare situazione e situazione e contesto e contesto.
    L'autorevolezza si costruisce col tempo, col l'esperienza, con la capacità di saper ascoltare i proprio collaboratori, di comprenderne le esigenze, con l'essere imparziali con tutti e soprattutto con l'esempio...mai comandare a qualcuno di fare qualcosa, se quella stessa cosa un C.te non l'ha mai fatta in prima persona. L'esempio si costruisce stando in ufficio il sabato e la domenica, iniziando il servizio la mattina PRIMA dei propri collaboratori, capeggiando un servizio il sabato sera, durante qualche festività (un Tenente o Capitano che si unisce in servizio anche per poche ore o che va a ispezionarlo la domenica, in inverno, durante la notte, è visto in maniera positiva, perchè dimostra vicinanza ai propri collaboratori, sacrificio, comprende cosa vuol dire il servizio in strada in qualsiasi tempo e luogo), PARLANDO con il personale, conoscendolo e intervenendo sulle loro esigenze (anche personali).
    Spesso il superiore è visto come un'entità distaccata, che ha il suo ufficio, che comanda e basta, disinteressandosi dei propri dipendenti...per questo già chiedere a un proprio collaboratore "come stai, se ci sono problemi personali, familiari (ed è quasi impossibile, oggi, che non ce ne siano)" o altro, fa già tanto.

    Per il discorso dei "procedimenti disciplinari", sono del parere che, come è stato anche già detto, siano poco efficaci. No che non vadano usati, anzi...in extrema ratio e se ne sussistono i presupposti, si deve procedere. Quello che voglio dire è che esistono metodi più efficaci per "recuperare" un militare (al di là delle disciplina sanzionatoria).
    Oltre al discorso della documentazione caratteristica (le cosiddette "note caratteristiche"), la cui importanza è molto avvertita dai militari perché può incidere molto sui profili di carriera, trasferimenti, interpellanze ecc, credo che sia molto importante agire sulla "psiche" dei propri dipendenti. I Comandanti di oggi devono essere anche degli "psicologi" in certo senso. Cosa voglio dire...che richiamare sempre un militare perché arriva in ritardo in servizio non servirà quasi a nulla se questo è un vizio che ha per abitudine. Ora, quali sono le strade possibili che possono essere intraprese (a mio avviso):
    1) cominciare a sanzionarlo disciplinarmente: ovviamente, difficilmente si accetterà una sanzione, quindi un ricorso è sempre molto probabile e bisognerà perdere molto tempo in "scartoffie". Per questo le considero come extrema ratio;
    2) estremizzare il suo comportamento e metterlo in una condizione psicologica tale da non consentirgli più di ripeterlo. Una brutta figurata fatta davanti ai colleghi può essere più incisiva di una sanzione disciplinare, perchè volente o nolente, con loro dovrai lavorare e dovrai lavorare bene. E con brutta figura non intendo assolutamente rimproverarlo davanti a tutti (questo lo considero scorretto, oltre che non consentito)...sempre massimo rispetto della dignità altrui; ma intendo calare il suo comportamento in un contesto più ampio, affinché egli possa capire che il suo modo di fare è sbagliato e che non è rispettoso degli altri colleghi che invece si sacrificano per adempiere il loro servizio così come prescritto.

    Ovviamente, sappiamo benissimo che l'ambiente militare è popolato anche da "pecore nere" che distruggono tutto ciò che di buono si può fare, che non ascoltano nulla e non sono disponibili a nulla (rendendo vani tutti i "buoni" propositi ). Beh con questi, a mio parere, l'autorevolezza e qualsiasi altra forma di impegno benevolo sono sprecati. Siamo sempre in un mondo con le stellette, e nessuno obbliga nessuno a starci...però visto che si fa questa "scelta" o ci si adegua o si può benissimo cambiare vita.

    Al di là di tutto, credo l'esempio, l'ascolto e il buon senso devono sempre fare da padroni, perchè solo così è possibile instaurare un clima di serenità e pretendere il massimo dai propri collaboratori, senza nemmeno doverlo chiedere.
    Rendere la propria vita agli altri senza nulla ricevere in cambio, se non la stima della gente orgogliosa di averci al suo fianco. Ecco cosa significa essere CARABINIERI
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  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Ippogrifo Visualizza Messaggio
    E se il Tenente persiste nel suo atteggiamento....si esegue l'ordine e basta!
    Il fatto che abbia torto è secondario,di fronte a una mezza insubordinazione che ne potrebbe conseguire.
    Si spera che anche lui apprenda qualcosa dai suoi errori,ma rinfacciarglieli di fronte alla truppa è molto più grave.
    Non gli ha proprio rinfacciato di aver spiegato cose sbagliate, piuttosto lo ha corretto con "delicatezza". Nonostante ciò traspariva che il Sottufficiale fosse quantomeno perplesso dalle affermazioni del Tenente. Questo per chiarire.
    Al di là del caso specifico, si spera davvero che impari dai propri errori, visto che probabilmente sai meglio di me cosa voglia dire portarsi kili in più nello zaino o, peggio, portarsi dietro materiale sbagliato. Insomma, non si tratta solo di impartire/eseguire ordini, ma di ordini dai quali dipende la buona riuscita o meno dell'operazione oltre che la salute del personale. E sicuramente un veterano con qualche missione alle spalle ne sa di più del giovane -a prescindere dal grado- le cui uniche nozioni che ha acquisito provengono da lezioni frontali e manuali. Da qui, secondo il mio parere, la possibilità dell'anziano di poter intervenire; è anche una questione di crescita collettiva.
    Infine, come ho detto nel mio primo post, dipende. Un conto è se ci si trova in addestramento, un altro è essere in missione.

    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    Sono d'accordo. Non solo è segno d'insicurezza, ma non credo che sia nemmeno conveniente. Un conto era il Tenente negli anni '80, che aveva 23 anni e aveva a che fare con dei 18enni. Era più grande, aveva ampio potere di Comando. Un conto è il Tenente ora, che ha 23 anni e deve comandare gente che per il 90% dei casi ha il doppio della sua età, figli, nipoti e pronipoti e che era già arruolata quando lui doveva essere ancora concepito. Far pesare il grado in questa situazione è una cosa obiettivamente diversa.
    Non so in che caserma presti servizio Bartok, ma questa è praticamente la foto dei reparti in cui sono stato. Il Tenente d'Accademia aveva molti meno problemi a relazionarsi (intendo sempre da un punto di vista professionale e con il dovuto distacco) con noi suoi coetanei che non con i VSP. Stesso discorso per i Marescialli, soprattutto quelli più giovani, appena usciti dal corso.
    La vita comincia quando non si hanno più certezze

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