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Discussione: Racconto di un cadetto di Modena

  1. #1
    Panteros
    Guest

    Predefinito Racconto di un cadetto di Modena

    (Post aperto da 'Sonia' nel vecchio forum)

    Da quando si varca quella soglia,l'Accademia di Modena cambia nome,diviene per tutti "Mamma Accademia".Così viene chiamata gergalmente da chi è transitato tra le sue mura nel fiore degli anni.I ricordi del tirocinio e della vita lì tenutasi sono ancora indelebili dopo tanti anni per chiunque.

    Il tirocinio si tenne dal 4 Settembre al 21 Ottobre..si era aspiranti Allievi:un qualcosa di ancora indefinito e volatile che costituiva materiale umano da sbatacchiare,sfibrare,rovinare e strapazzare a piacimento al fine di eliminare definitivamente i deboli od i tiepidi di spirito.
    Bisognava testare se la voglia di fare l'Ufficiale era reale e sentita fin nel profondo del cuore,espressione pura dell'attaccamento alla Patria e alla Bandiera.

    Eravamo certi,assolutamente certi,che tutto e tutti ce l'avessero con Noi ed oggettivassero il loro disprezzo urlandoci contro dalle sei del mattino fino al momento della campanula*.
    Per tutto il giorno,ogni trasferimento andava fatto di corsa e sembrava che una mano invisibile avesse messo le nostre mete sempre dalla parte opposta rispetto a dove ci trovavamo;per l'intera giornata,costantemente,plotoni di corridori si lanciavano per corridoi e scale urlando "Tenere la destra!!Tenere la destra!!".
    Chi non avesse recepito il consiglio sarebbe stato inevitabilmente travolto.

    Durante il tirocinio vi è anche una figura emblematica,l'Allievo Scelto di plotone,ovvero un anziano messo a farci da balia,che dormiva con Noi nelle stanzette da quattro persone riadattate per le circostanze con un quinto letto.
    L'anziano non sembrava nemmeno uno di Noi,in alcuni casi era anche più giovane di Noi ma la soggezione era tale che nessuno si sarebbe mai azzardato a dargli del Tu;lo vedevamo come un prodotto diabolico insediatosi con noi al solo scopo di non lasciarci un solo attimo di tregua:non potevamo pensare,anzi,non eravamo in grado di pensare!

    Non esisteva libera uscita,capitava raramente solo di avere la domenica libera oppure i superiori ci concedevano il ballo del pasto* e così per un'oretta si poteva rifiatare.
    Non esisteva riscaldamento,la caldaia veniva accesa solamente un paio d'ore per notte.
    Acqua calda razionata e le doccie erano possibili solo per due giorni alla settimana,durante le ispezioni tre.

    Il pranzo è veloce,frenetico ma contemporaneamente deve essere portato a termine con tutte le regole del galateo,non è possibile rifiutare il cibo perchè non ci piaceva,bisognava mangiare tutto.Gambe chiuse e paralle,guai a chi le muoveva,braccia sempre a 33 gradi rispetto al tavolo con i gomiti leggermente sollevati in modo che non toccassero la tovaglia.
    Sbucciare un'arancia od una pera con forchetta e coltello era sempre un'esperienza che richiedeva,all'inizio,sette,otto minuti.

    Durante il tirocinio si viveva in una dimensione quasi onirica,si aveva diciotto anni ed il passaggio dal Liceo a Mamma Accademia era veramente tosto,molti non reggevano e si ritiravano.
    Molti la sera,in branda,singhiozzavano nel buio.

    Dopo pranzo un'oretta e mezza di relax e poi via a marciare,correre,saltare,strisciare per tre,quattro ore.
    Poi si marciava ancora,questa volta con fucile ed equipaggiamento.
    Poi via studiare la conformazione delle varie armi adottate,il peso,la calibratura....monta l'arma,smonta l'arma...e così fino a sera.

    Finalmente il contrappello serale,quando la campanula segnava l'ora,si poteva finalmente andare a letto ma non si dormiva...perchè il sonno diventava un coma profondo,un pozzo nero in cui affondava di botto una creatura distrutta dalla fatica,fisica e mentale.Ma non era così semplice,a volte non era ancora finita...
    Non rare volte,infatti,nel cuore della notte si veniva svegliati da tutte le luci che si accendevano contemporaneamente e le urla...quelle urla, che non potevano appartenere ad esseri umani, degli Scelti ci scaraventavano in un altro incubo..."Tutti in tuta da combattimento,tra cinque minuti adunata generale in cortile!!!".
    Era un attimo.
    L'Accademia si riempiva di fantasmi che,assonnati e stravolti dalla fatica,si dirigevano ai bagni per il pelo e contro-pelo e poi si accostavano in cortile,stancamente a formare la linea di plotone.

    "Aspirante Allievo .... sei minuti e 15 secondi!!! Lei è consegnato!!!"...

    Erano gli istruttori anziani,sempre impeccabili,sempre puntuali e sempre con la medesima espressione di sfida sul volto,sempre vestiti di tutto punto con il ponte* ben calato sugli occhi...
    Li odiavamo...

    Per tutto il tirocinio era un problema svolgere le più banali impellenze fisiologiche,era un problema lavarsi,era un problema mangiare.
    Bisognava correre,correre,irrigidirsi sugli attenti,correre,ancora attenti,correre,correre,sognorsì,correre,corr ere,sugli attenti..."Stia punitoooo!"

    L'infermeria era sempre piena,molti svenivano più volte al giorno.
    Molti si ritiravano demoliti dalla fatica ma i più rimasero;e poi,un giorno,il 22 Ottobre,da aspiranti Allievi se ne andò l'aspirante e rimase solo l'Allievo!...

    Era fatta,eravamo i Cadetti del 174° Corso dell'Accademia più antica del Mondo.Ma quei due mesi sarebbero rimasti scolpiti indelebilmente nella memoria e nel cuore di tutti Noi.

    Il giorno dopo ebbe luogo la prima grande manifestazione che si ripeteva allo stesso modo da 173 anni:giurammo alla Patria.Da questo momento acquisivamo giuridicamente lo status di soldati.

    Lo Scelto,fatto inaudito ed incredibile,mi sorrise,mi tese la mano e mi disse:"Da ora solo Fabrizio"...mi aveva permesso di dargli del Tu!! e così succedeva per tutti Noi Cappelloni*.

    Due anni passarono in un lampo,la durissima disciplina temprò lo spirito ed il corpo e si tradusse in auto-disciplina.
    Ci scafammo*,imparando a conoscere ogni anfratto o angolo buio dell'Accademia.
    La mattina,noi di " Armi Varie" ci svegliavamo alle sette,rilassati finalmente, e si cominciava a studiare filosofia della guerra,matematica,fisica e altro..
    Prima di pranzo si andava in piscina o al maneggio.Altri giocavano a pallacanestro o imparavano la scherma.Non vennero a mancare i momenti di allegria.
    Dopo il pranzo 2 ore di judo e poi 4 ore di studio individuale,un Ufficiale controllava sempre che non ci distraessimo.

    Finalmente avevamo anche la libera uscita,e si poteva andare a trovare le famiglie o le fidanzate ma pochi uscivano ogni settimana..Dopo poche ore Mamma Accademia mancava a tutti!..

    Poi fummo Noi a diventare anziani,i Venerabili Anziani che guardavano con sufficienza i nuovi Cappelloni che pompavano,pompavano e pompavano come Noi l'anno prima.
    Da aspirante Allievo,diventai uno dei temutissimi Scelti che l'anno prima mi avevano reso quasi matto.

    Ad agosto ebbe luogo il secondo grande appuntamento nella vita di un Allievo...il Mak P 100,il grande ballo che segnava simbolicamente i 100 giorni che mancavano alla tanto agognata nomina a Sottotenente.Ci eravamo esercitati per mesi ed andò tutto per il meglio,fu una delle serate più emozionanti per Noi tutti.
    Ma fu anche uno dei giorni più tristi da Allievo,il giorno dopo infatti ci fu la cerimonia ufficiale d'Addio alla Accademia,molti non trattennero le lacrime,altri,mentre cantavamo, guardavano il cielo perchè le lacrime non rigassero loro il viso.

    Poi,ai primi di Dicembre un Comandante di battaglione,un Alpino mi pare,ci riunì tutti in una delle aule più grandi,dietro le ex-stalle.
    Cosa disse oramai non lo ricordo più ma fu un discorso sul significato di Onore,Disciplina,Fratellanza e Sacrificio che ancora ci attendeva.

    Al termine,il Vice-Comandante d'Accademia diede l'attenti e presentò la forza d'arme per il commiato.Ci fu un attimo di silenzio totale,assoluto.Qualcosa stava per accadere lo sentivamo tutti.
    Persino il tempo sembrò fermarsi.Poi la voce leggermente rauca del Comandante ci folgorò le sinapsi,rivoltandoci stomaco ed anima come un tuono,colpì quanto di più profondo ciascuno di Noi possedeva con poche,bervi,parole :"I signori Ufficiali sono in libertà".

    Non più allievi,ma signori Ufficiali!!..il sogno di una vita si era avverato.tutti sentirono le lacrime salirgli agli occhi,pochi riuscirono a trattenerle o ad ingogliarle.

    Fra poco il motto dell'Accademia,scritto a caratteri cubitali all'ingresso dell'austero e spoglio Palazzo degli Estensi,vicino ai nominativi delle migliaia di Ufficiali,ex-Allievi,Caduti per l' Italia,sarebbe diventato norma di vita: "Ingoiare lacrime in silenzio,donare sangue e vita,questa la nostra legge,e in questa legge è Dio".




    *
    Campanula=campanella a forma di fiore che segnava la fine dei compiti di giornata
    Il Ballo del pasto=quando gli Ufficiali ci concedevano di andare a fare pranzo fuori dal'Accademia,in città.
    ponte=termine tradizionale per indicare il berretto con la visiera che assomigliava al ponte di una nave
    Cappelloni=termine tradizionale per indicare gli allievi al primo anno di Corso
    scafato=termine tradizionale per indicare l'Allievo che ha capito tutto di qualche cosa.


    Ritengo doveroso precisare che la paternità generale di questo scritto,in parte modificato alla luce delle sensazioni personali, è da ricercarsi nel Generale Chiavarelli autore del medesimo scritto
    Ultima modifica di Panteros; 20-07-08 alle 15: 41

  2. #2
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    Grazie Panteros... Grazie Gen. Chiavarelli...

    L’uomo diventa spesso ciò che crede di essere. Se continua a dire che non si riesce a fare una certa cosa, è possibile che alla fine si diventi realmente incapaci di farla. Al contrario, se ho fiducia di poterla fare, acquisterò sicuramente la capacità di farla, anche se, all’inizio, magari non ne sono in grado.

    Gandhi


    الجاهل عدو نفس

    كريستيان

    Hai fatto la leva militare e adesso cerchi commilitoni? Meetsoldier.it

  3. #3
    Panteros
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    non devi ringraziare me....era sul vecchio forum ed era un esperienza degna di essere ricordata

  4. #4

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    Infatti....è un racconto molto bello
    "Se fu fremito naturale del sangue, antica promessa alla tua giovinezza nascente… Allora Giura! E sarai mio fratello.”

  5. #5
    Maresciallo L'avatar di valentina1991
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    Bellissimo...
    *CC*

  6. #6
    Soldato L'avatar di k98
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    Bellissimo...sono senza parole...
    "Un soldato dovrebbe seguire internamente la via della carità ed esternamente quella del coraggio; quindi il monaco impari dal soldato il coraggio e il soldato impari dal monaco la carità".

  7. #7

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    spettacolo questo racconto...

  8. #8
    Utenti Storici L'avatar di Surefire
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    eheheh questo mi convince ancora di più della scelta che ho fatto
    “The difference,” I answered carefully, “lies in the field of civic virtue.
    A soldier accepts personal responsibility for the safety of the body politic of which he is a member,
    defending it,
    if need be, with his life. The civilian does not.” [Robert Heinlein, Starship Troopers]

  9. #9
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    Mah...
    Da quello che racconta non è di certo un ufficiale del 174 corso...

  10. #10

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    Testimonianza bellissima, grazie per averla postata.

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