Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: Artificiere gravemente ferito.

  1. #1
    Caporale L'avatar di remole
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    Predefinito Artificiere gravemente ferito.

    Domenica mattina a Firenze, abito nella provincia, un ordigno rudimentale è esploso durante l'ispezione dell'artificiere della Polizia di Stato, procurandogli gravissime lesioni, che hanno portato purtroppo all'amputazione di una mano e alla perdita di un occhio.La cronaca la conoscete tutti. Fa pensare come in un attimo la vita possa cambiare totalmente e un giovane padre di famiglia si ritrovi menomato a vita. Dire siamo solidali è assolutamente insufficiente, si spera solo che lo stato, passato il momento non lo abbandoni a se stesso. Detto questo vorrei riflettere su quanto è accaduto e non per fare polemica, ma per capire, secondo voi ....si è sbagliato qualcosa ??
    Sottovalutazione, mancate protezioni ecc... ??

  2. #2
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    Sinceramente non ho ben capito se l'ordigno è esploso per qualche ragione legata all'operato degli artificieri (cosa che credo poco probabile) o per via del raggiungimento del termine temporale dettato dal timer cui era collegato l'ordigno. In quest'ultimo caso ci sarebbe poco da recriminare all'artificiere che, da come leggo sui vari quotidiani, è una persona molto preparata e professionale.
    Credo si possano adottare tutte le protezioni possibili ed immaginabili quando si opera su un ordigno, ma se questo, vuoi per una ragione o per un'altra, dovesse inavvertitamente esplodere, non potrebbe mai lasciare totalmente incolume l'artificiere o gli artificieri operanti...anzi, magari proprio perchè aveva indossato tutte le protezioni è riuscito ad evitare danni ben maggiori, anche se non possiamo dirlo con certezza.
    Fare l'artificiere comporta sempre l'assunzione di una determinata dose di rischio e proprio per tale motivo chi si adopera in tale ambito non può che trattare qualsiasi episodio con la massima cautela e professionalità (cosa che sarà avvenuta anche in questo caso, sicuramente).
    Grande solidarietà all'artificiere ferito (cui auguro una pronta ripresa) e alla sua famiglia.

    La cosa che più mi stupisce è vedere, ancora oggi, personale delle Forze dell'Ordine rovinarsi la vita per via di una stupida rivalità, che sia politica o meno, si, perché di stupidità si tratta. Vivere da cittadini normali risulta così difficile? Si risolvono i problemi dell'Italia piazzando un ordigno davanti ad un negozio o sparando ad un membro delle Forze dell'Ordine? Non mi sembra...
    Questo nuovo anno inizia proprio bene...
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  3. #3
    Moderatore L'avatar di Orange
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    Quando si fa l'artificiere si manipolano ordigni pericolosi
    E' il mestiere stesso che lo vuole, ma quello che mi sento di dire in quanto militare, davanti al tuo messaggio, sono alcune cose che secondo me sono la base :

    - la primissima cosa é che c'é poco da chiedersi se ci sono errori, se si é sbagliato qualche cosa, mancate protezioni ecc ecc. Il rischio zero non esiste in niente ed ancor meno quando si manipolano esplosivi, proiettili, mine, artifizi pirotecnici. Bisogna interrogarsi sul perché e sul, per come di un incidente, per poter analizzare i fatti e fare in modo che la tecnica operativa possa avanzare, ma senza nessun altro obiettivo "particolare" (denunce, richieste di danni, indennizzi ecc ecc) Se si fa un lavoro del genere, si é coscienti che é un lavoro pericoloso e che ci sono rischi che sono enormi e non tutti prevedibili, programmabili.

    - ...e un giovane padre di famiglia si ritrovi menomato a vita...: da come lo dici, sembra che sia la colpa di qualcuno. La tua riflessione é giusta, e questa cosa deve "far pensare". Ma deve far pensare tutti quelli che vogliono fare l'artificiere, che queste cose possono succedere. Per cui é a loro ed a loro soli decidere se vogliono continuare a fare questo lavoro anche una volta che saranno sposati, che avranno una famiglia, che avranno dei figli. La responsabilità di questa scelta é solo ed esclusivamente loro, di quelli che vogliono fare l'artificiere (in questo caso). E' l'artificiere che deve pensare che é "un giovane padre di famiglia" ed é lui che deve decidere se vuole o no continuare in questa specialità.

    - Dire siamo solidali è assolutamente insufficiente : e cosa dovremmo fare ? Possiamo compatire, essere dispiaciuti, essere tristi per questi episodi, ma cosa dovremmo fare noi ? Tu, io, gli altri ? I bei principi sono appunto belli, ma la realtà é "vera". Ognuno ha il suo lavoro, con i suoi rischi, i suoi vantaggi, i suoi inconvenienti. Cosa bisogna fare ? Fare una colletta per ogni artificiere che perde un arto ? ogni militare che muore ? Ogni Pompiere che resta menomato ? Ogni Carabiniere o Poliziotto che resta invalido ? E senza dimenticare il muratore che si uccide cadendo da un'impalcatura, il pescatore che naufraga e si annega in mare .............


    - ...si spera solo che lo stato, passato il momento non lo abbandoni a se stesso... perché deve essere sempre lo Stato che paga, paga, paga, paga ? Gli incidenti esistono per tutti e tanto più per quelli come nnoi che hanno un lavoro a rischio o ad alto rischio. Allora lo Stato ci paga e ci da un certo tipo di copertura e di indennità. Dopo sta ad ognuno di noi di "mettersi al sicuro". Qui in Francia, ogni soldato, ogni Poliziotto ogni categoria ad alto rischio ha l'obbligo di prendersi un'assicurazione, cosi' quando e se ci sarà un incidente, sarà coperto e non "abbandonato a se stesso". Qui nessuno ti obbliga a fare l'artificiere. E' una tua scelta perché ti piace, perché si guadagna di più, perché é la tua passione, perché ti fa piacere. Per farlo hai una paga, un posto di lavoro sicuro, dei vantaggi di vario genere, in caso di incidenti sarai curato fino alla guarigione, la riabilitazione, una pensione di invalidità. Sapendo che un incidente puo' sempre avvenire sta a te di prenderti un'assicurazione e garantirti che avrai tanti bei soldini (perché di questo si tratta)nel caso sfortunatissimo e non certo auspicabile di un incidente. Ma perché lo Stato ? Perché sempre lo Stato ? Per tutto, per qualsiasi cosa, in ogni caso ...lo Stato ! !

    Leggo ora la risposta di AlexanderAvi che é anche lui un "professionista"e vedo che la maniera di pensare é la stessa : normale !
    Ultima modifica di Orange; 02-01-17 alle 15: 35
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  4. #4

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    Vorrei dire la mia, esulando dal caso concreto poiché ancora sotto riserbo investigativo.
    Non posso che quotare @Orange e @AlexanderAvi: sono i rischi del mestiere, piaccia o no sentirselo dire.
    Gli ordigni rudimentali, quelli "fatti in casa", tanto per intenderci, sono i più pericolosi da gestire: non ci sono schemi tecnici, il materiale è spesso scadente e l'esplosivo nella maggior parte dei casi "sporco", cioè fatto secondo ricette artigianali che non tengono conto di tantissime variabili, prima fra tutte la sua stabilità e il suo comportamento in fase detonante.
    Chi intraprende un percorso operativo che lo espone a determinati rischi, ne è perfettamente consapevole. Ne accetta i pro e i contro.
    Capire se "si è sbagliato qualcosa".... non aiuta a centrare il problema.
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  5. #5
    Caporale L'avatar di remole
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    Scusatemi la mia è un esperienza molto limitata, un anno di CC ausiliario ed ormai son passati molti e molte cose, ma trovo le vostre risposte un po ciniche, senza offesa, ma il fatto che il rischio zero non esista, e che lui fosse consapevole del lavoro che faceva, non esclude altre cose. Se tutti coloro che fanno un lavoro a rischio non avessero le giuste tutele, perchè cmq sono consapevoli di questo rischio, vivremmo in un epoca medievale. E poi la frase : "Sembra sia colpa di qualcuno" mi sembra ovvio che persone che pensa ancora di modificare il pensiero della gente mettendo bombe siano le prime responsabile di questa tragedia, che visto il giorno vista l'ora, poteva cmq colpire una famiglia che tornava da qualche cenone. Lo Stato, certo perchè no, lui è non è un servitore dello Stato, chi se ne deve occupare ?? Ma non pensavo tanto ai quattrini, che naturalmente sono primari, ma anche ad una vicinanza dello stato, non un semplice numero di pratica, ma ad una persona da ricollocare da far sentir parte di qualcosa, insomma non solo. Cmq chiaro che gli ordigni specie quelli artigianali sono sempre più rischiosi, ma mi permettevo di chiedere, se poi non ve vogliamo parlare non importa, se si è fatto tutto per evitare quello che è successo. Dalla mia ignoranza mi è parso di capire che è arrivato con un volante e quindi completamente privo di qualsiasi supporto, come fosse una specie di consulto, per capire se ci fossero le possibilità che fosse un ordigno. Poi non si capisce bene, al TGR hanno detto ( ma ovvio possono aver sbagliato ) che ha spostato con le mani il pacchetto dalla saracinesca al marciapiede e in quel momento è avvenuta l'esplosione. Capire se ha sbagliato qualcosa...serve per tutti gli altri per non tornare a sbagliare.

  6. #6
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    Ciao Remole,
    ti assicuro che da parte mia o di Kojak o AlexanderAvi non c'é cinismo.
    C'é solo la realtà del terreno senza tanti bei principi, fronzoli, discussioni che non hanno nessun fondamento nella pratica. E guarda caso chi ti ha risposto in un certo modo sono un militare, un Poliziotto e un Carabiniere, e diciamo tutti e tre la stessa cosa.
    La grande verità che tu hai detto é tutta qui "...le persone .... mettendo bombe siano le prime responsabile di questa tragedia, che visto il giorno vista l'ora, poteva cmq colpire una famiglia che tornava da qualche cenone."
    Dopo, tutto il resto riguardo il cosa/come ha fatto, é discutibile, ma bisognerebbe già vedere come sono andate realmente le cose.
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  7. #7

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    Ribadisco, lungi da me il cinismo!
    E ribadisco ancora: sulla dinamica del fatto concreto lasciamo lavorare la Magistratura, ci sono indagini in corso e molte altre cosette che è bene rimangano confinate agli "addetti ai lavori".
    Più in generale: il dispiacere e il dolore per ogni Fratello in Uniforme che ci lascia o che riporta ferite più o meno serie in servizio c'è sempre. Fa parte dell'essere umano. Non siamo macchine. Ma il dolore non cambia la prospettiva. Chi fa servizio in teatri operativi (siano essi la jungla, il deserto, la "semplice" ma non meno rischiosa strada di tutti i giorni) ha imparato a convivere con queste paure e con questi dolori. Personalmente ho visto anche io Colleghi "andare avanti"....è un peso che mi porterò dentro per tutta la vita, ma che non mi fa spostare la mia attenzione da ciò che sono, da ciò che faccio. Dal fatto che un giorno potrebbe toccare anche a me. Se permetti a te stesso di farti spostare questa attenzione, di mettere in discussione ciò che fai....allora...scusa, ma devi cambiare lavoro.
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  8. #8
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    Perché cinismo!!!
    In un discorso generale, visto che non sappiamo esattamente come è andata, al di la del fatto specifico, direi piuttosto consapevolezza degli inconvenienti che un determinato lavoro ci può riservare, legati ai mezzi, ai materiali, alle situazioni ecc..,

    Dal 1° gennaio al 31 novembre 2016 ci sono stati 935 morti bianche sul lavoro comprese quelle in itinere. (fonte Inail)
    Sono solo le morti, che vanno sommate al numero di incidenti avvenuti sul lavoro, molti dei quali, nonostante il rispetto di tutte le norme di sicurezza.

    Ovvio che certi fatti vanno analizzati per determinare se ci sono stati errori, al fine di non ripeterli o di predisporre nuove misure di sicurezza, ma ciò non non esclude il caso fortuito, l'imprevisto, se vogliamo anche il "destino", che sono fattori imprevedibili e incontrollabili, ma che vanno messi in conto quando si accetta di fare un determinato lavoro.

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